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Transcript:

QUESITI DI METODOLOGIA EPIDEMIOLOGICA Facoltà di Medicina e Chirurgia - 3 anno DOMANDE A RISPOSTA MULTIPLA 1. Un fattore di confondimento a. E una distorsione sistematica dello studio che può essere eliminata in fase di analisi se il confondente è stato misurato 2. Il trend di incidenza del cancro gastrico in Umbria b. Risulta in diminuzione e si ipotizza che questo trend possa essere dovuto a fattori dietetici e/o infettivi 3. Gli anni-persona di esposizione a. Rappresentano il denominatore appropriato per calcolare il tasso di incidenza in uno studio di coorte 4. Le misure epidemiologiche di frequenza includono b. La proporzione di casi prevalenti 5. Nella classificazione degli studi epidemiologici, gli studi analitici b. Fanno parte degli studi osservazionali 6. Per misurare la velocità di comparsa di una malattia cronica in una popolazione è opportuno calcolare b. Il tasso di incidenza GG 1

7. In uno studio caso-controllo, i casi vengono identificati mediante un registro di patologia su base di popolazione e i controlli estratti a caso dall anagrafe della popolazione tra i residenti nell area del registro b. Si tratta di uno studio su base primaria 8. In uno studio di coorte ben disegnato il rischio relativo per gli esposti a un dato fattore aggiustato per i fattori di confondimento noti risulta pari a 3.2 b. Il fattore può essere definito fattore di rischio se l intervallo di confidenza al 95% non include il valore 1 9. In uno studio di coorte il rischio relativo per gli esposti a un dato fattore risulta pari a 3.2 con intervallo di confidenza al 95% da 2.1 a 5.6 c. Il fattore può essere definito fattore di rischio se tale risultato è aggiustato per i fattori di confondimento noti 10. La sovradiagnosi in campo oncologico in base a evidenze fornite da studi sperimentali e studi osservazionali è un fenomeno rilevante nel caso dello screening per il a. Cancro della prostata 11. Scegli la definizione più corretta di sovradiagnosi tra quelle elencate di seguito c. Diagnosi conseguita mediante screening di tumori maligni che non sarebbero stati altrimenti diagnosticati in vita 12. Nella valutazione di efficacia di uno screening è opportuno utilizzare la riduzione della mortalità e non l aumento della sopravvivenza a. La sopravvivenza può aumentare per il tempo di anticipazione della diagnosi e la sovradiagnosi anche per screening non efficaci GG 2

13. Un bias è a. Un difetto dello studio che introduce una differenza sistematica tra il risultato e il valore vero della misura di associazione che lo studio dovrebbe stimare 14. I criteri di Hill per supportare il giudizio di causalità dell associazione tra fattori di rischio e malattia a. Includono la disponibilità di evidenze da studi sperimentali 15. L esame dei tassi di incidenza di una malattia cronico-degenerativa standardizzati con metodo diretto per sesso ed età c. Consente di confrontare l incidenza di malattia in popolazioni con diversa struttura per sesso ed età 16. In uno studio di coorte condotto su persone ad elevato rischio cardiovascolare, si valuta il tasso di mortalità per tutte le cause a 5 anni in persone rispettivamente con diabete tipo 2 (10 per 100 persone anno), malattia renale cronica (12 per 100 persone anno), entrambe le condizioni (19 per 100 persone anno) e nessuna condizione (6 per 100 persone anno) a. Se prevenissimo la malattia renale cronica avremmo una riduzione maggiore di 6 morti per 100 persone anno grazie anche alla rimozione dell effetto sinergico 17. Lo studio caso-controllo c. E un modello di studio dell epidemiologia analitica 18. Il tasso di incidenza c. Misura la velocità di comparsa di nuovi casi nella popolazione a rischio per unità di tempo GG 3

19. Il bias in uno studio epidemiologico osservazionale d. E uno scostamento sistematico tra il valore del parametro stimato e il valore vero che lo studio vorrebbe misurare 20. Il rapporto p(malattia + esposizione +) / p(malattia - esposizione +) b. E l odds di malattia tra gli esposti 21. Un Odds Ratio pari a 2 ottenuto in uno studio caso-controllo c. Ha maggiore credibilità se tale fattore è aggiustato per i fattori di confondimento 22. Il bias di anticipazione della diagnosi che affligge la sopravvivenza nello studio degli screening oncologici a. E un bias di informazione 23. Se, nel confronto fra due aree, osserviamo tassi grezzi di incidenza differenti ma i valori risultano simili dopo la standardizzazione con metodo diretto c. Verosimilmente la diversa incidenza è dovuta ad una diversa distribuzione per età della popolazione 24. In uno studio di coorte il rapporto tra tassi di incidenza, aggiustato per i fattori di confondimento misurati, risulta pari a 2 con uno stimatore intervallare (95%) che va da 0.9 a 5 c. L incidenza negli esposti è più elevata ma il risultato non è significativo GG 4

25. In uno studio epidemiologico analitico il bias di selezione può essere risolto nella fase di analisi dei dati mediante c. Introduzione del cieco o del doppio cieco secondo il modello di studio d. Di solito non può essere corretto e quindi deve essere evitato in fase di disegno dello studio 26. Lo studio caso-coorte d. Si utilizza quando informazioni ulteriori sono raccolte per i casi e per una selezione di membri di un coorte enumerata e seguita nel tempo 27. Per evitare il fenomeno del confondimento mediante il disegno dello studio è possibile ricorrere a b. Appaiamento 28. Per eliminare il fenomeno del confondimento ad opera di fattori noti in fase di analisi è possibile ricorrere a a. Correzione mediante stima della propensione al trattamento delle unità sperimentali 29. Le misure di frequenza negli studi epidemiologici includono b. Il tasso di incidenza 30. Il fenomeno di Will Rogers c. E l apparente miglioramento di sopravvivenza per stadio dopo l introduzione di un test diagnostico con migliore risoluzione 31. I criteri di Hill, formulati per supportare la valutazione di causalità nella relazione tra variabili c. Inducono come unico criterio non violabile la successione temporale tra causa ed effetto GG 5

32. Uno studio epidemiologico analitico b. E caratterizzato dal confronto del rischio di malattia tra unità sperimentali esposte ad uno o più fattori 33. In uno studio randomizzato e controllato c. Vi è una probabilità favorevole che i gruppi presentino una simile disposizione a rispondere all intervento 34. In uno studio di coorte d. E fondamentale che sia messo in opera un sistema di rilevazione della malattia identico per le coorti in studio 35. In uno studio caso-controllo possiamo ottenere una misura di associazione in qualche modo equivalente ad un [ ] a. Se i controlli sono estratti a caso dalla popolazione identificabile che ha dato origine ai casi 36. Rispetto al corrispondente rischio relativo, l Odds Ratio per l esposizione ad un fattore di rischio risulta essere c. Maggiore di una quantità variabile in funzione della rarità dell evento in studio 37. La durata del tempo in cui ciascuna delle unità sperimentali è esposta al rischio di sviluppare l evento in studio d. Può essere approssimata nel calcolo di un tasso annuo di incidenza utilizzando la popolazione presente 38. In uno studio di coorte si misura un rischio relativo pari a 2.5 con intervallo di confidenza al 95% da 0.8 a 5.3 per gli esposti b. Possiamo affermare che l esposizione è un fattore di rischio per la malattia GG 6

39. Il calcolo dell intervallo di confidenza c. Serve per quantificare l incertezza del parametro in studio rispetto alla variabilità casuale 40. Per bias si intende b. Un difetto sistematico di uno studio scientifico 41. In uno studio inteso a validare un questionario vengono messe a confronto le misure riferite per il calcolo del BMI con misure effettuate direttamente da operatori formati. Si evidenzia che i valori riferiti nel questionario sottostimano l indice di misura corporea e che questo fenomeno si manifesta in misura maggiore nel sesso femminile. Un confronto del BMI per sesso basato su dati riferiti d. Soffrirebbe di un bias di misclassificazione differenziale 42. Un fattore di confondimento in uno studio epidemiologico osservazionale c. E una variabile associata sia all esposizione sia all evento in studio 43. Uno studio caso-controllo innestato in uno studio di coorte b. E uno studio che si basa sull analisi degli eventi (casi) e di un sottoinsieme della coorte in studio che ha dato origine ai casi 44. Uno screening oncologico organizzato o programmato d. Tutte le precedenti GG 7

45. L introduzione di uno screening oncologico in grado di individuare lesioni infiltranti in stadio precoce è generalmente associato ad un allungamento del tempo di sopravvivenza c. Che corrisponde ad un reale beneficio se consente la guarigione di persone che sarebbero morte per la malattia in assenza dello screening 46. Gli studi di epidemiologia descrittiva b. Si basano sull analisi di un evento morboso rispetto alle categorie di tempo, luogo, e caratteristiche personali 47. John Snow, in una delle analisi sulla epidemia di colera a Londra, prese in considerazione uno specifico quartiere per evidenziare il rischio elevato di contrarre la malattia associato ad uno dei due fornitori di acqua potabile perché c. C erano le condizioni di un esperimento naturale, potenziali confondenti erano distribuiti in modo simile tra i gruppi 48. Se nello studio di un fattore di rischio si afferma che l associazione della malattia è consistente, vuol dire che b. Gli studi disponibili hanno fornito risultati concordanti 49. I risultati di uno studio trasversale in cui si confronta la prevalenza della malattia in base all esposizione ad un supposto fattore di rischio b. Possono essere espressi in termini di Odds Ratio di prevalenza 50. La modifica di effetto di una causa di malattia ad opera di un secondo fattore eziologico c. Si verifica quando l effetto del primo fattore sul rischio di malattia è diverso se calcolato per gli strati o livelli del secondo fattore GG 8

51. In uno studio sui tumori multipli viene riportato un eccesso di rischio di cancro della vescica in persone affette da cancro della prostata e viene ipotizzato il ruolo di fattori di rischio comuni. Tuttavia una successiva indagine evidenzia che l aumento di rischio si verifica solo in prossimità della diagnosi del tumore prostatico ed è dovuto alla esecuzione di indagini che visualizzano anche la vescica urinaria. L eccesso di rischio era dovuto a c. Bias di individuazione (detection bias) 52. Uno studio in cui i casi che insorgono in una coorte definita e seguita nel tempo sono identificati e selezionati, quindi un numero specificato di controlli viene appaiato ai casi o selezionato dalla popolazione della coorte a rischio di sviluppare l evento nel momento in cui i casi sono stati diagnosticati, si definisce a. Caso-controllo innestato nello studio di coorte (nested casecontrol) 53. Per confrontare tassi di incidenza di malattia relativi a diverse popolazioni con diversa struttura per età in modo che il confronto risulti indipendente dall età è possibile utilizzare c. I tassi standardizzati 54. La prevalenza puntuale di una patologia si misura come c. Numero di casi presenti in una certa data diviso per la numerosità della popolazione 55. Le misure epidemiologiche di associazione b. Includono il rapporto tra tassi di incidenza GG 9

56. Il rapporto p(malattia + esposizione +) / p(malattia + esposizione -), in cui p indica la probabilità, i segni + e rispettivamente la presenza o meno di malattia o esposizione, il segno la condizione dato che prende il nome di c. Rischio relativo 57. Un Odds Ratio pari a 0.5 [ ] c. 58. Quale tra i seguenti disegni non rientra nella definizione di studio epidemiologico analitico b. Distribuzione geografica dell incidenza di malattia 59. I trend di incidenza e mortalità per cancro del polmone in Umbria, come nella maggior parte dei paesi occidentali, risultano simili tra loro in entrambi i sessi ma sono diversi per maschi e femmine. Una probabile interpretazione del quadro epidemiologico è c. L esposizione a fattori di rischio e in particolare al fumo di tabacco condiziona incidenza e mortalità 60. In uno studio di coorte il rapporto tra tassi di incidenza, aggiustato per fattori di confondimento misurati, risulta pari a 3 con uno stimatore intervallare (95%) che va da 2.8 a 3.2 b. Il risultato è statisticamente significativo e conclusivo 61. In uno studio caso-controllo si osserva una associazione tra l esposizione in studio e la malattia, questo risultato può essere dovuto a d. Tutte le precedenti GG 10

62. In uno studio caso-controllo il rapporto tra gli odds, aggiustato per i fattori di confondimento misurati, risulta pari a 7 con uno stimatore intervallare (95%) che va da 0.9 a 18.2 a. Il fattore in studio è associato ad un rischio elevato di malattia ma il risultato non è né significativo né conclusivo 63. In uno studio condotto su persone ad elevato rischio cardiovascolare si valuta il tasso di mortalità per tutte le cause a 5 anni in persone rispettivamente con diabete di tipo 2 (10 per 100 persone anno), malattia renale cronica (12 per 100 persone anno), entrambe le condizioni (19 per 100 persone anno) e nessuna condizione (6 per 100 persone anno) a. Se non sono presenti tutti (?), le due patologie danno un effetto sinergico e la presenza di entrambe determina un eccesso di mortalità pari a circa 3 morti per 100 persone anno 64. Lo screening per la prevenzione del cancro della cervice uterina c. E associato ad una forte riduzione dell incidenza di carcinomi infiltranti nella coorte che aderisce allo screening 65. Il parametro da utilizzare per valutare l efficacia di uno screening oncologico in grado di individuare il cancro in uno stadio precoce è c. La riduzione della mortalità 66. In uno studio caso-controllo su base secondaria il caffè viene identificato come fattore di rischio per il cancro del pancreas. I controlli sono selezionati tra i pazienti dei medici che avevano diagnosticato i casi. I risultati dello studio non vengono confermati e si scopre che l Odds Ratio era >1 perché i controlli, spesso affetti da patologie gastroenterologiche, facevano un uso ridotto di caffè rispetto alla popolazione generale b. Lo studio soffriva di un bias di selezione GG 11

67. Indicare l ordine corretto dei diversi modelli di studio in termini di solidità delle evidenze scientifiche prodotte d. Casistica < studio caso-controllo < studio di coorte < trial clinico 68. Lo studio clinico o epidemiologico sperimentale c. Prevede il confronto tra gruppi di unità sperimentali che debbono essere formati mediante doppio cieco 69. In uno studio caso-controllo d. I controlli sono validi se estratti a caso dalla popolazione da cui hanno avuto origine i casi 70. Uno studio caratterizzato dall impiego di un insieme di strategie e criteri definiti per identificare e riassumere tutti i lavori su un dato argomento scientifico si definisce d. Network meta-analisi 71. La finalità di una meta-analisi è a. Evidenziare la presenza di eterogeneità e/o produrre una singola misura di effetto a partire da un certo numero di studi realizzati 72. Nel caso di una malattia rara, se in uno studio di coorte di dimensione adeguata calcoliamo sia il rischio relativo sia l Odds Ratio per un dato fattore di rischio, vale la seguente relazione d. OR è approssimativamente uguale a RR 73. A quale tra i seguenti intervalli di confidenza al 95% per il rischio relativo si addice la definizione di risultato significativo ma non conclusivo d. 1.1 6.9 GG 12

74. Tra i seguenti gruppi, sono misure epidemiologiche di associazione d. Rapporto tra rischi, rapporto tra tassi, rapporto tra odds 75. Se calcoliamo il rapporto tra numero dei deceduti entro 30 giorni da un intervento di pancreasectomia e il numero totale delle persone sottoposte all intervento, stiamo misurando c. Il rischio di morte per pancreasectomia 76. Uno studio caso-controllo si definisce su base primaria b. Se i controlli sono rappresentativi della popolazione identificabile da cui hanno avuto origine i casi 77. In uno studio caso-controllo l Odds Ratio (OR) non corretto risulta pari a 0.9 ma dopo aver rimosso l influenza di un confondente il valore dell OR risulta pari a 0.3. Il fattore di confondimento era responsabile di una distorsione a. Verso l ipotesi nulla 78. Fanno parte degli studi epidemiologici osservazionali analitici d. Studio caso-controllo, studio di coorte 79. Il grado di corrispondenza di un parametro stimato in uno studio al suo vero valore si definisce a. Validità dello studio 80. In uno studio sulla efficacia dello screening mammografico l assegnazione del trattamento avviene mediante estrazione casuale di piccole aree (i residenti nell area selezionata sono allocati a caso allo screening o assenza di screening). Si tratta di a. Randomizzazione a cluster GG 13

81. In uno studio caso-controllo viene somministrato un questionario per ricostruire l esposizione pregressa. Lo stato di esposizione viene ricostruito con maggiore accuratezza dai casi rispetto ai controlli. Lo studio soffrirà di b. Bias di informazione 82. Il bias dovuto all osservatore (observer bias) b. Non può verificarsi se lo studio è condotto in cieco 83. Il tasso d incidenza c. Misura la velocità di comparsa di nuovi casi nella popolazione per unità di tempo 84. In uno studio sperimentale l assegnazione casuale consente di b. Avere le migliori probabilità di successo nel formare un gruppo di controllo equivalente a quello che osserveremmo non trattando il gruppo di trattamento 85. Se distinguiamo gli screening oncologici sulla base dell invito sistematico di una popolazione bersaglio definita (screening organizzato), quale tra i seguenti tumori maligni è esclusivamente oggetto di screening non organizzato in italia? c. Cancro della prostata 86. Le misure di frequenza negli studi epidemiologici includono b. Il tasso d incidenza 87. Un tasso di incidenza grezzo pari a 20 casi per 100000 ab. per anno, vuol dire che in una popolazione stabile di 300000 abitanti nell arco di due anni dovremmo osservare circa d. 120 casi GG 14

88. Nel caso dello studio di una malattia rara c. L Odds Ratio fornisce una buona stima del rischio relativo 89. Uno studio caso-controllo si definisce b. Studio osservazionale analitico 90. Un analisi che rappresenta il rischio di malattia in un area geografica definita confrontando i comuni di residenza b. Consente di identificare disomogeneità di rischio nella popolazione che possono generare ipotesi eziologiche ed indicare l opportunità di introdurre interventi di prevenzione 91. Per quale tra i seguenti interventi di screening oncologici non si dispone di evidenze sperimentali ma si considera sufficiente l evidenza fornita da studi osservazionali: screening per la prevenzione del c. Cancro della cervice uterina GG 15

VERO/FALSO 1. In uno studio di coorte, il rapporto tra numero di casi esposti e numero di soggetti nella coorte degli esposti e numero di casi non esposti diviso per il numero dei non esposti prende il nome di rapporto tra tassi di incidenza (incidence rate ratio) b. Falso 2. In uno studio sperimentale randomizzato, l assegnazione casuale ai gruppi riduce o annulla la probabilità che i risultati possano soffrire di un bias di informazione b. Falso 3. La sopravvivenza per cancro della prostata risulta rispettivamente pari a 95% a 5 anni in una coorte di persone con diagnosi effettuata mediante screening con PSA e a 65% in una coorte in cui la diagnosi è stata posta in seguito alla comparsa di sintomi (valori fittizi). Possiamo concludere che lo screening mediante PSA è efficace in quanto migliora la sopravvivenza dei pazienti a. Vero 4. Il tasso di incidenza tra gli esposti è molto elevato se il rischio relativo misurato in uno studio di coorte è >2 b. Falso 5. Un Odds Ratio pari a 2 ottenuto in uno studio caso-controllo indica che il fattore è associato ad un significativo aumento di rischio b. Falso GG 16

6. L intervallo di confidenza consente di valutare se un eccesso di rischio è compatibile con la variabilità casuale o se è statisticamente significativo a. Vero 7. Le persone con un lavoro tendono ad avere una mortalità complessiva per tutte le cause inferiore rispetto alla popolazione generale e questo fenomeno viene definito effetto lavoratore sano a. Vero 8. Per studio caso-controllo a base primaria si intende uno studio in cui i controlli ospedalieri sono selezionati in modo da essere rappresentativi della popolazione che ha dato origine ai casi b. Falso 9. In uno studio di coorte è possibile esprimere l associazione tra esposizione e malattia in termini di rapporto tra tasso di incidenza negli eposti e tasso di incidenza nei non esposti a. Vero 10. In presenza di bias di misclassificazione differenziale, i risultati di uno studio sono più lontani dal valore corrispondente all ipotesi nulla rispetto al valore vero che otterremmo se lo studio non fosse distorto b. Falso GG 17

COMPLETAMENTO FRASI 1. Completa la frase inserendo il corretto tipo di bias In uno studio di coorte si vuole stabilire se l esposizione ambientale ad emissioni industriali ha determinato un incremento di rischio di cancro del polmone. Sono considerati esposti i residenti in un area definita attraverso modelli di dispersione degli inquinanti. Tuttavia indagini successive evidenziano che alcuni casi considerati esposti in base alla residenza anagrafica, in realtà vivevano in un diverso domicilio. Lo studio soffriva dunque di BIAS DI INFORMAZIONE 2. Completa la frase inserendo il corretto tipo di bias In uno studio viene misurata l associazione tra incidenza di cancro al polmone e livello socioeconomico municipale (calcolato come media dell indicatore ricavato dai dati del censimento). Il valore di correlazione ottenuto tra le variabili deve essere considerato con cautela perché le variabili sono misurate a livello di gruppi di individui e, dunque, il risultato può essere soggetto alla distorsione nota come FALLACIA ECOLOGICA 3. Completa la frase Il TASSO DI INCIDENZA è una misura epidemiologica di frequenza che misura la velocità di comparsa di nuovi eventi per unità di popolazione o meglio di tempo-persona a rischio 4. Completa la frase Si definisce INTERAZIONE (o EFFETTO SINERGICO) una situazione in cui la coesistenza di due fattori determina un effetto (ad esempio un rischio di malattia) che risulta maggiore della somma degli effetti misurati in presenza di ciascuno dei due fattori isolatamente GG 18

5. Completa la frase Si definisce bias di SELEZIONE la differenza sistematica dell associazione tra esposizione e malattia tra i soggetti inclusi nello studio rispetto a quella della popolazione generale dei soggetti arruolabili 6. Completa la frase Per rimuovere l effetto di fattori di confondimento noti che possono aver determinato l assegnazione di un trattamento in uno studio osservazionale è possibile utilizzare PROPENSITY SCORE, cioè la probabilità che ad un individuo sia assegnato un certo trattamento in base ad una serie di caratteristiche o fattori rilevanti 7. Completa la frase Si dice ECOLOGICO uno studio in cui una parte o tutte le variabili sono misurate a livello di popolazione o di gruppi piuttosto che per ogni singolo individuo/unità sperimentale 8. Completa la frase La STANDARDIZZAZIONE è la rimozione dell effetto della distribuzione per età, sesso e, eventualmente di altri fattori di confondimento, nel confronto tra tassi relativi a due o più popolazioni mediante il calcolo del tasso atteso in una popolazione standard arbitrariamente selezionata 9. Completa la frase Si definisce SOVRADIAGNOSI la diagnosi di un tumore maligno mediante l applicazione di un test diagnostico in un soggetto asintomatico che non avrebbe dato luogo a manifestazioni sintomatiche e non sarebbe stato identificato nel corso della vita se il test non fosse stato applicato GG 19

10. Completa la frase La METANALISI è un metodo sistematico che utilizza tecniche statistiche per combinare i risultati di studi indipendenti in modo da produrre una stima quantitativa complessiva dell effetto di un particolare intervento o di una variabile su un esito definito GG 20

DOMANDE APERTE 1. Indica sinteticamente come si classificano e quali sono gli strumenti per eliminare o ridurre il problema del confondimento ad opera di variabili diverse da quella in studio negli studi epidemiologici RISPOSTA: Abbiamo diversi metodi per ridurre o eliminare il rischio che si verifichi il confondimento nei nostri studi. I metodi che possiamo utilizzare in fase di disegno dello studio? 1) RESTRIZIONE: cioè l'utilizzo di criteri di inclusione. Quindi la restrizione ha l effetto di aumentare la validità interna ma ha come limite quello di ridurre fortemente la potenza cioè la dimensione dello studio. Inoltre, siccome non ci consente di fare degli approfondimenti sul ruolo di altre variabili, ci crea anche problemi di generalizzabilità esterna. 2) APPAIAMENTO: cioè includere nello studio più persone che sono simili per una o più variabili (che sono le variabili di appaiamento) in modo che queste siano uniformemente distribuite nei gruppi. 3) RANDOMIZZAZIONE: con la distribuzione casuale abbiamo a nostro favore la probabilità che nei gruppi siano presenti nella stessa distribuzione delle variabili di confondimento sia note che non note. Nella fase di analisi possiamo utilizzare: 1) STRATIFICAZIONE. 2) PROPENSITY SCORE, cioè il calcolo di un punteggio che ci indica la propensione al trattamento; questo metodo di aggiustamento del confondimento è più spesso utilizzato in un contesto clinico piuttosto che quando parliamo di esposizione a fattori di rischio. 3) MODELLI DI REGRESSIONE, cioè quelle analisi multivariate o multivariabili che ci consentono di analizzare contemporaneamente l'effetto di più variabili. GG 21

2. Fornisci una definizione sintetica e precisa del bias di informazione in generale, del bias di misclassificazione e della fallacia ecologica RISPOSTA: Bias sono i difetti sistematici che riflettono l incapacità degli studi di misurare il valore vero per cui lo studio è stato disegnato. Il bias di informazione si verifica quando raccogliamo le informazioni, cioè i nostri dati. Viene chiamato anche bias di osservazione, di classificazione o di misura. Si distinguono due sottotipi principali di bias d informazione: 1) Bias di misclassificazione: errata classificazione; può essere: - Differenziale: se riguarda in modo differente i gruppi che confrontiamo (esempio bias di memoria) - Non differenziale: se avviene allo stesso modo in entrambi i gruppi, sia casi che controlli 2) Fallacia ecologica: negli studi in cui attribuiamo ai soggetti in studio delle misure collettive, non abbiamo una misura individuale per una o più delle variabili che confrontiamo. La fallacia ecologica consiste nel pensare che relazioni osservate per i gruppi necessariamente siano valide per i singoli individui usando lo strumento della correlazione tuttavia estremamente debole e suscettibile ad errori di interpretazione. GG 22

3. Fornisci una definizione sintetica e precisa di bias e riporta una possibile classificazione RISPOSTA: I bias sono delle fonti di errore non casuale in studi epidemiologici; sono degli errori metodologici e sistematici che inficiano la misura valida del fenomeno in studio, qualunque sia l ampiezza del campione; ovvero sono degli errori dovuti al fatto che sistematicamente alcuni gruppi o esiti sono favoriti rispetto ad altri. I bias possono provenire dalle premesse dello studio, nel corso del campionamento, dalla sperimentazione, dalla misura dell esposizione o del risultato, dall analisi e dalla sua interpretazione o dalla pubblicazione dei risultati. Abbiamo 4 categorie di bias: 1) Di suscettibilità, 2) Di performance, 3) Di detection, 4) Di trasferimento. Inoltre i bias possono essere classificati in bias: 1) Di selezione (nella scelta della popolazione), 2) Di informazione (nella raccolta, analisi ed interpretazione dei dati), 3) Di confondimento (le variabili misurate e considerate nell analisi sono scelte in modo erroneo). GG 23

4. Fornisci una definizione sintetica e precisa di fattore di confondimento RISPOSTA: Il confondimento è una situazione in cui un fattore (o una combinazione di fattori) diverso da quello in studio è responsabile, almeno in parte, dell associazione che abbiamo osservato. Quando è presente un fattore di confondimento, i dati grezzi mostrano un quadro sbagliato della correlazione tra causa ed effetto. Oppure: Un fattore di confondimento è una variabile in grado di generare una associazione apparente (confondimento positivo) oppure di mascherare un rapporto realmente esistente (confondimento negativo) tra una certa esposizione e una determinata malattia o esito clinico. GG 24

ESERCIZI 1. Calcolare il Rischio Relativo (RR) e Odds Ratio (OR) di eccesso ponderale complessivo in base all abitudine di praticare attività fisica agonistica utilizzando i dati riportati in tabella ATTIVITA NORMALE SOVRAPPESO OBESO AGONISTICA SI 50 10 5 NO 50 30 10 BMI ATTIVITA NORMALE ECCESSO PONDERALE (SOVRAPPESO + OBESI) SI 50 15 NO 50 40 FATTORI DI RISCHIO SI (non fanno attività fisica) NO (fanno attività fisica) ECCESSO PONDERALE SI NO TOTALE (a) 40 (b) 50 90 (c) 15 (d) 50 65 GG 25

CALCOLO RR Rischio tra gli esposti al fattore di rischio (carenza di attività fisica) a/(a+b) = 40/90 = 0,44 Rischio tra i non esposti al fattore di rischio (presenza di attività fisica) c/(c+d) = 15/65 = 0,23 RR = 0,44/0,27 = 1,629 CALCOLO OR OR esposti a/b = 40/50 = 0,8 OR non esposti c/d = 15/50 = 0,3 OR TOTALE (a*d) / (b*c)= 2,67 GG 26

2. Calcolare rischio relativo (RR) e Odds Ratio (OR) di eccesso ponderale complessivo in base all abitudine di praticare attività agonistica utilizzando i dati riportati in tabella BMI Attività agonistica Normale Sovrappeso Obeso Sì 40 10 5 No 50 30 10 Svolgimento dell esercizio: Ricompilo la tabella aggregando i soggetti sovrappeso ed i soggetti obesi così da creare la tabella dei soggetti in eccesso ponderale (malati) Attività agonistica Normale BMI Eccesso ponderale (soggetti sovrappeso + soggetti obesi) Sì 40 15 No 50 40 GG 27

Ricompilo ancora la tabella secondo lo schema fattore di rischio malattia creando la tabella 2x2 Malattia (Disease) Fattore di rischio (Exposure) Sì No Totale Sì (Assenza di attività fisica) (a) 40 (b) 50 90 No (Presenza di attività fisica) (c) 15 (d) 40 55 - Calcolo del rischio relativo Rischio tra gli esposti al fattore di rischio (carenza di attività fisica): a / a+b 40 / 40 + 50 = 0,44 Rischio tra i non esposti al fattore di rischio (presenza di attività fisica): c / c+d 15 / 15 + 40 = 0,27 GG 28

Rischio relativo: Rischio tra gli esposti / Rischio tra i non esposti = 0,44 / 0,27 = 1,63 - Calcolo dell Odds Ratio (a*d) / (b*c) = 2,13 Oppure: (a/b) / (c/d) = 2,13 3. Calcolare il rischio relativo (RR) di sviluppare un cancro del pancreas in funzione della esposizione (consumo di caffè) per l intera popolazione in studio e quindi in base alla abitudine di fumare utilizzando i dati di un ipotetico studio di coorte riportati in tabella Consumo di caffè Tutti Cancro Fumatori Cancro Non fumatori Cancro Sì 48 (a) No 29 (c) Sì No Sì No Sì No 402 (b) 521 (d) Consumo di caffè Sì 45 (e) No 21 (g) 255 (f) 119 (h) Consumo di caffè Sì 3 (i) No 8 (m) 147 (l) 402 (n) RR intera popolazione: a/(a+b) / c/(c+d) = 48/450 / 29/550 = 2,022 RR fumatori: e/(e+f) / g/(g+h) = 45/300 / 21/140 = 1 RR non fumatori: i/(i+l) / m/(m+n) = 3/150 / 8/410 = 1,05 GG 29

Fornisci una breve spiegazione del confronto tra rischi relativi calcolato nell esercizio precedente e indica le possibili soluzioni in fase di analisi per ridurre o eliminare la distorsione ad opera di fattori confondenti noti e misurati RISPOSTA: Il fumo è un fattore di confondimento nella relazione fra il consumo di caffè ed il cancro del pancreas: infatti è associato all'esposizione (chi beve caffè spesso fuma) ed influenza l'esito (il fumo è un fattore di rischio del cancro del pancreas) non facendo parte del meccanismo causale che dall'esposizione porta all'esito. Quindi l'aumento di rischio calcolato per l'intera popolazione nell'esercizio precedente è in realtà da attribuirsi al fumo come dimostra il RR uguale a 1 nel sottogruppo fumatori e il RR circa 1 nei non fumatori. Le metodiche per controllare il confondimento in fase di analisi possono essere la stratificazione (come è stato fatto per l'abitudine di fumare nell'esercizio precedente), la propensione al trattamento e l'uso di modelli di regressione. 4. Calcola il tasso standardizzato con metodo diretto utilizzando i dati forniti in tabella Classe d età Tasso età specifico per 1.000 abitanti per anno 0-30 12 1000 31-60 28 2000 61-80 56 3000 81-100 112 500 Popolazione standard TASSO STANDARDIZZATO = (Σ num. popolazione * tasso specifico) / Σ popolazione = (12 * 1000) + (28 * 2000) + (56 * 3000) + (112 * 500) / (1000 + 2000 + 3000 + 500) = 292000 / 6500 = 44,92 per 1000 GG 30

5. Calcola il tasso standardizzato con metodo diretto utilizzando i dati forniti in tabella Classe d età Tasso età specifico per 1.000 abitanti per anno 0-30 12 1000 31-60 32 2000 61-80 56 3000 81-100 93 500 Popolazione standard TASSO STANDARDIZZATO = (Σ num. popolazione * tasso specifico) / Σ popolazione = (12 * 1000) + (32 * 2000) + (56 * 3000) + (93 * 500) / (1000 + 2000 + 3000 + 500) = 44,69 per 1000 6. Calcolare il rapporto dei tassi di incidenza di cancro della mammella in base all uso di contraccettivi orali utilizzando i dati forniti da uno studio di coorte riportati in tabella CONTRACCETTIVI NUMERO ANNI PERSONA CANCRO SI 20 5000 NO 25 13000 Tasso di incidenza = n. eventi / sommatoria anni-persona Tasso di incidenza esposti = 20/5000 = 0,004 Tasso di incidenza non esposti = 25/13000 = 0,0019 Rapporto tassi di incidenza = 0,004/0,0019 = 2,105 GG 31

7. Tra gli avventori di una bettola si verifica una tossinfezione alimentare. La tossinfezione si manifesta in 5 su 27 persone che hanno consumato zuppa di lenticchie con salsicce. Tra i consumatori di arrosto con patate, la patologia si manifesta in 19 su 33 avventori. Calcolare il rischio relativo e l Odds Ratio associato alla esposizione ad arrosto ARROSTO CON PATATE LENTICCHIE CON SALSICCE TOSSINFEZIONE TOSSINFEZIONE TOTALE SI NO 19 (a) 14 (b) 33 5 (c) 22 (d) 27 a (esposti malati) b (esposti non malati) c (malati non esposti) d (non malati e non esposti) Rischio tra gli esposti: a/(a+b) = 19/33 = 0,5757 Rischio tra i non esposti: c/(c+d) = 5/27 = 0,185 RR esposti/non esposti: 0,5757/0,185 = 3,11 OR esposti: a/(a+b) / b/(a+b) = a/b = 19/14 = 1,357 OR non esposti: c/(c+d) / d/(c+d)= c/d = 5/22 = 0, 227 OR esposti/non esposti: 1,357/0,227 = 5,977 GG 32