Pubblicazioni di Linda Trotta Ruolo del personale infermieristico negli interventi di disassuefazione dal fumo: evidenze scientifiche Il fumo di sigaretta è un importante fattore nell eziologia di molti tumori e patologie cronico-degenerative. Incoraggiare gli individui ad adottare stili di vita sani e ad abbandonare i comportamenti lesivi per la propria salute è un fondamentale obiettivo che ogni operatore sanitario deve perseguire. Fornire il sostegno necessario per aiutare a mantenere questi comportamenti nel tempo, permette di ottenere risultati soddisfacenti. In Italia la popolazione di fumatori può essere suddivisa in deboli, medi e forti fumatori; in base al consumo giornaliero di sigarette e analizzando gli aspetti socio-economici di questo target, è possibile identificarne i rispettivi profili. I deboli fumatori hanno un consumo giornaliero inferiore alle 10 sigarette al giorno, rappresentano il 41% dei fumatori e sono prevalentemente donne d età compresa tra i 18 e i 34 anni e in mag- 38 gioranza appartenenti ad un elevato livello sociale. I fumatori medi consumano 11/19 sigarette al giorno, mentre i forti fumatori oltre 20 sigarette al giorno. Questi ultimi rappresentano il 38% della popolazione fumatrice, sono prevalentemente maschi, d età compresa tra i 35-45 e i 55-65 anni abitanti in grandi città e di status basso (Indagine EURISKO). Per promuovere una cultura anti-fumo, è necessario che il personale sanitario si proponga come modello di non fumatore. Da un indagine condotta dall Associazione Sanità Senza Fumo, in alcuni Ospedali del territorio nazionale, nel periodo luglio ottobre 1997 si è riscontrato che il 73,4% del personale sanitario risulta effettivamente non fumatore, ma tra i fumatori il 76% è rappresentato dagli Infermieri Professionali (IP) che sono tra i maggiori consumatori di tabacco, seguiti dagli Studenti IP 18,4%, dai Caposala 1% e dai Fisioterapisti 0,4%.
Cosa contiene una sigaretta? Esiste una dimostrata correlazione tra i singoli componenti della sigaretta (nicotina, agenti ossidanti, catrame e monossido di carbonio) e l effetto che manifestano sui principali organi e apparati. 4 La NICOTINA ha effetti sul sistema cerebrale simili a quelli di droghe come eroina, cocaina ecc. Effettuando una classificazione delle dipendenze da droghe psico-attive, si riscontra che la nicotina determina una maggior dipendenza rispetto a cocaina, eroina, alcool, caffeina e marijuana. La nicotina ha prevalentemente funzioni stimolanti sul cuore, sul sistema nervoso ed endocrino. 10 Gli AGENTI OSSIDANTI risultano soprattutto correlati a broncopneumopatie cronico ostruttive (BPCO), il CATRAME ai tumori in genere e il MONOSSIDO DI CARBONIO alle malattie cardiovascolari. Un grosso peso ha anche la dipendenza psicologica che è legata ai rituali, accompagnati all abitudine al fumo e all immagine sociale. Oltre ai danni da fumo attivo già citati, sono da tenere in alta considerazione quelli da FUMO PASSIVO che, anche se quantitativamente inferiori, sono comunque molto importanti, soprattutto se si pensa che spesso la categoria più esposta a questo fattore di rischio è quella dei bambini. Questi fattori di rischio devono essere tenuti presente dal personale sanitario come Vigilatrici d Infanzia, Infermieri di area pediatrica e Assistenti Sanitari impegnati in strutture territoriali come i Consultori Pediatrici o in reparti di Pediatria. I danni da fumo passivo si manifestano principalmente con tumori polmonari, pneumopatie, otiti medie in età pediatrica, asma bronchiale, irritazioni oculari, del naso e della gola. Prima di intraprendere qualsiasi intervento di disassuefazione dal fumo è necessario ricordare che non tutti i fumatori sono uguali ma si distinguono per le motivazioni che li portano a fumare, il numero e il tipo di sigarette consumate e da quanto tempo sono fumatori. Ruolo degli operatori sanitari negli interventi di disassuefazione dal fumo Prove di efficacia Dai dati di letteratura scientifica, emerge che negli interventi di disassuefazione dal fumo, il consiglio del Medico di Medicina Generale (MMG) nell ambito di una normale visita ambulatoriale, aumenta del 2% il numero di persone che decidono di smettere di fumare e che risultano ancora non fumatori a distanza di 1 anno, rispetto ai casi in cui non venga fornito alcun consiglio. 13 Se il consiglio è fornito da personale infermieristico appositamente formato, il numero dei fumatori che decidono di smettere aumenta a 2,7% e se viene fornito dagli stessi operatori un adeguato 39 39
40 sostegno alla motivazione, la percentuale può aumentare fino al 3%. Anche se queste percentuali possono risultare esigue, è necessario considerare che la riduzione del 3% del numero di fumatori per anno rappresenta un risultato importante in termini di salute pubblica. 15 Interventi pratici Gli operatori sanitari hanno numerose occasioni per poter parlare con i pazienti circa il problema del fumo e possono valutare il grado di dipendenza del soggetto tramite vari metodi, come per esempio il test di Fagerström 5 o la regola del 20/20 (i fumatori ad alta dipendenza fumano più di 20 sigarette al giorno e fumano la prima sigaretta entro i primi 20 minuti dal risveglio). 1 Un esempio di metodologia di intervento ( minimal advice ) che può essere utilizzato dal personale sanitario, è il modello delle 5 A 14 : 1.ASK = chiedere se fuma, effettuare il test di Fagerström; 2.ADVICE = raccomandare di smettere; 3. ASSES = identificare i fumatori motivati a smettere; 4.ASSIST = aiutare a smettere; 5. ARRANGE = pianificare follow up e ricadute. Chi intende smettere di fumare, attraver- sa precise fasi del cambiamento (l anello di Prochaska): Un intervento educativo risulta efficace in ognuna di queste fasi e l operatore sanitario deve accompagnare il soggetto verso le fasi di equilibrio, in cui abbandonerà realmente l abitudine al fumo e sostenerlo perché non entri nella fase di ricaduta. Porsi come modello di non fumatore è fondamentale per la buona riuscita dell intervento. É quindi necessario ricordare alcune piccole regole da seguire come: non fumare mai davanti ai pazienti, chiedere a tutti i collaboratori dello staff un comportamento coerente con il messaggio trasmesso, esporre cartelli di divieto di fumo, facendoli rispettare gentilmente ma con fermezza. Risulta inoltre efficace mettere a disposizione materiale educativo ed esporre poster che promuovano la cessazione dall abitudine al fumo. 19 Uno dei primi approcci da utilizzare nel colloquio con il soggetto inseribile in un
programma di disassuefazione dal fumo è gratulerà per i risultati raggiunti fino a quello relativo ai vantaggi dello smettere quel momento e incoraggerà per il futuro, valutando costantemente il rischio di di fumare. 14 É importante parlare con linguaggio semplice, incoraggiante, insistendo sugli Alcuni esempi di programmi di disassuefa- ricadute. effetti positivi prodotti dallo smettere di zione dal fumo in Lombardia fumare ricordando che esistono vantaggi La Regione Lombardia è da sempre molto a breve, medio e lungo termine. Per attiva nella prevenzione e nella lotta al migliorare l efficacia, è necessario personalizzare il più possibile il colloquio. questi obiettivi, sono i progetti in atto da tabagismo, due esempi di interventi volti a In generale, un soggetto che entra a far qualche tempo sul territorio come: parte di un programma di disassuefazione dal fumo, deve essere monitorato fumo. Ospedali senza fumo e ASL senza all ingresso, durante e a fine intervento. Entrambi si prefiggono come obiettivi In questi casi il personale infermieristico generali di tutelare la salute dei dipendenti e dei cittadini realizzando un appositamente formato effettuerà delle verifiche circa lo stato di fumatore, tramite la misurazione del CO con appositi re la morbosità e mortalità attribuite al ambiente di lavoro più salubre e di ridur- strumenti o della cotonina urinaria. fumo di sigaretta sia attivo che passivo. Particolare attenzione va rivolta al counselling, al sostegno e al follow up. la normativa sul divieto di fumo negli Come obiettivi specifici si vuole applicare In queste fasi vengono fornite raccomandazioni, consigli pratici per affrontare le realtà, come nella ASL Città di Milano, ambienti pubblici e di lavoro e in alcune difficoltà che si presentano a chi decide incoraggiare e sostenere i dipendenti di smettere di fumare (es. identificare i fumatori a scegliere di non fumare partecipando al progetto aziendale di disas- momenti a rischio in cui si ha forte tentazione di fumare). Individuare assieme al suefazione. Per sensibilizzare oltre ai paziente strategie anti-fumo personalizzate, come eliminare ciò che può ricordare le strutture sanitarie, è stata adottata una dipendenti anche l utenza che frequenta il fumo (accendini, posacenere ecc), o particolare cartellonistica di cui si portano non frequentare ambienti fumosi. alcuni esempi. Il personale infermieristico ha un ruolo Un altro progetto che si sta effettuando chiave nell intraprendere azioni di soste- da due anni nella ASL Città di Milano è la gno e rinforzo alla motivazione, si con- Disassuefazione dal fumo nello studio 41 41
del Medico di Medicina Generale. dipendenti della ASL Città di Milano per I risultati attesi sono la cessazione a valutare all ingresso e in itinere, lo stato lungo termine dell abitudine al fumo tra di fumatore tramite la misurazione del CO e fornire sostegno nel processo di disassuefazione. Alcuni esempi di interventi all estero. In conclusione, si ricorda che anche all estero si stanno effettuando numerosi studi circa il ruolo di personale infermieristico nei programmi di disassuefazione dal fumo. Negli USA, dati di letteratura scientifica, riportano l efficacia di interventi di disassuefazione dal fumo, svolti su pazienti ospedalizzati e su donne gravide 3. I programmi includono il counselling praticato, in ospedale e telefonicamente, da personale infermieristico appositamente formato. gli assistiti dei MMG e la promozione tra In Inghilterra è stato avviato nell ultimo i MMG di un sistema premiante legato al anno un progetto per la cessazione del raggiungimento di obiettivi di salute, criterio innovativo rispetto all abituale sistema di retribuzione su prestazione. Nel primo anno di progetto (2000-2001) ha partecipato il 42% dei MMG sulla città di Milano, 1090 persone hanno aderito all iniziativa di cui 860 sono state inserite nel programma di disassuefazione. Di queste, 82 persone hanno smesso di fumare dopo un anno (15% in più rispetto al tasso di cessazione spontanea). Nell ambito di questo progetto sono stati 42 formati 10 operatori sanitari (ASV e IP)
fumo rivolto alla popolazione anziana (sopra i 65 anni di età). Anche in questo caso il personale infermieristico collabora efficacemente tramite counselling telefonico/diretto e distribuzione di materiale informativo 6. Perché è importante intervenire: Il tabacco uccide nel mondo 560 persone ogni giorno (OMS 2002). In Italia ogni anno muoiono 70.000 persone per malattie correlate al tabacco. Ogni operatore sanitario ha il dovere di impegnarsi sia a livello personale che professionale nella lotta al tabagismo. Bibliografia: 1. AIPO. et al, 1998. Aiutiamo i fumatori a spezzare la catena del fumo: corso di formazione per gli operatori sanitari. 2. Alvarez de Toledo, F., 2001. La farmacia comunitaria en la prevenciòn del tabaquismo y la deshabituaciòn tabàquica, SEPAR 3(4). 3. Buchanan, L., 2002. Implementing a smoking cessation program for pregnant women based on current clinical practice guidelines, Journal of the American Academy of Nurse Practitioners 14(6): 243-50 4. Cipolla, CM. et al, 1999. Fumo e disassuefazione nelle strutture sanitarie: 5 corso di perfezionamento universitario, Istituto Europeo di oncologia: 66. 5. Fagerström, KO. et al, 1996. Nicotine dependence versus smoking prevalence: comparisons among countries and categories of smokers, Tobacco Control 5: 52-56. 6. Kerr, SM et al., 2002. Older people who smoke : why nurses should help them to stop, British Journal of Nursing 11(15): 1012-4. 7. Lancaster, T. et al, 2000. Individual behavioural counselling for smoking cessation, The Cochrane Library Issue 1. 8. Lancaster, T. et al, 2000. Effectiveness of interventions to help people stop smoking: findings from the Cochrane Library, BMJ 321: 355-358. 9. Law, M. et al, 1995. An Analysis of the effectiveness of interventions intended to help people stop smoking, Arch Intern Med 155: 1933-1941. 10. Lega Italiana per la lotta contro I tumori, 1999. Libro bianco sul fumo: 88. 11. Lenaghan, NA., 2000. The nurse s role in smoking cessation, Medsurge nursing 9(6): 298-301. 12. Marighella, M et al., 2002. Fumo e prevenzione delle malattie cardiovascolari: analisi delle strategie comunicative: 63. 13. Ministero della Salute, 2001. Clinical evidence: una sintesi delle migliori prove di efficacia: 1112. 14. OMS Europe, 2001. Recommandations sur le traitement de la dèpendance tabagique basèes sur les preuves scientifiques: 8. 15. Rice, VH. et al, 2000. Nursing interventions for smoking cessation, The Cochrane Library Issue 1. 16. Roberts, J. et al, 2001. Clinical governance for nurses: smoking cessation interventions, Nursing standard 15(40) : 33-6. 17. Robert, W. et al, 2000. Smoking cessation guidelines for health professionals: an update, Thorax 55: 987-999 18. Smith, M et al., 2002. Application of a nursemanaged impatient smoking cessation program, Nicotine & tabacco 4(2): 211-22. 19. Zannoni, F. et al, 1993. Come aiutare i pazienti a smettere di fumare: guida per il personale infermieristico, Centro di Educazione alla Salute ULSS 21 Padova: 50. 43