LE MICOTOSSINE: DISPOSIZIONI DI LEGGE 1

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Large Animals Review, Anno 8, n. 1, Febbraio 2002 5 LE MICOTOSSINE: DISPOSIZIONI DI LEGGE 1 G. BIAGI*, S. NANNIPIERI**, G. SIGNORINI***, L. ZARENGHI**** * Dipartimento di Clinica Veterinaria - Università di Pisa ** Veterinario Dirigente 1 Livello - AzUSL Pistoia *** Scuola di Specializzazione in Diritto e Legislazione Veterinaria - Università di Parma **** Veterinario Dirigente 1 Livello - AzUSL Parma Riassunto A causa dell elevatissimo rischio sanitario per l uomo e gli animali da allevamento derivante dal consumo di alimenti contaminati dalle micotossine, sia dalle Aflatossine (gruppo di tossine strutturalmente simili prodotte principalmente da tre diversi tipi di Aspergillus: A. flavus, A. parasiticus e A. nomius) che dalle Ocratossine (prodotte da diverse specie di Aspergillus e Penicillium), gli Autori riferiscono le disposizioni legislative attualmente in vigore in quanto ritengono di fondamentale importanza stabilire misure atte al controllo da parte delle Autorità preposte, affinché attraverso una rigida regolamentazione siano sanciti i tenori massimi ammissibili delle micotossine nelle derrate alimentari in cui possono essere potenzialmente presenti. Summary On account of the high sanitary risk for man and breeding animals due to the consumption of foods contaminated by Mycotoxins, Aflatoxins (group of similar toxins mainly produced by three different species of Aspergillus: A. flavus, A. parasiticus and A. nomius) and Ocratoxins (produced by different species of Aspergillus and Penicillium), the Authors report the current legislative dispositions. They hold of fundamental importance to establish fit control measures by the Authorities. A strict regulation should fix the admissible maximum levels of Mycotoxins in all foodstuffs in which they can potentially be present. INTRODUZIONE 1 Il lavoro spetta in parti uguali agli autori. Le micotossine, la cui importanza è riconosciuta ormai da circa trent anni in tutto il mondo, sono un eterogeneo gruppo di metaboliti tossici secondari derivanti in particolari condizioni dal metabolismo di muffe, funghi filamentosi microscopici. Questi metaboliti tossici secondari vengono prodotti da oltre 220 specie di muffe appartenenti per lo più ai generi A s p e r g i l l u s, P e n i c i l l i u m e F u s a r i u m (Tabella 1). Si differenziano dalle tossine batteriche in quanto presentano basso peso molecolare, non mostrano attività antigenica, hanno notevole resistenza nei confronti degli agenti fisici e chimici. Condizioni stressanti per lo sviluppo del micete, quali ad esempio brusche variazioni di temperatura ed elevato tenore di umidità, inducono produzioni massive di tossine. Dal momento che sono in grado di determinare la contaminazione sia di alimenti di origine animale che vegetale, destinati al consumo umano ed animale, sono oggi al centro dell interesse dei più diversi studi scientifici (tossicologici, biologici, epidemiologici, ecc.) in quanto sono considerati fra i più gravi problemi igienico-sanitari a livello alimentare da affrontare, e cercare di risolvere, di questi ultimi anni. Assunte dagli animali da reddito con alimenti contaminati, provocano patologie a decorso acuto o cronico; rappresentano inoltre un rischio per il consumatore per i residui tossici che si possono trovare nel latte o nelle carni. Le micotossicosi, affezioni prodotte appunto dall ingestione di alimenti contaminati, possono essere confuse con Genere Tabella 1 Principali muffe produttrici di micotossine N. specie produttrici Alternaria Varie Aspergillus Oltre 20 Cladosporium Almeno 2 Claviceps Almeno 2 Fusarium Almeno 7 Mucor 1 Penicillum Almeno 15 Phytomyces 1 Trichoderma 1

6 Le Micotossine: disposizioni di legge altre patologie poiché gli animali sottoposti all azione tossica dei metaboliti fungini, presentano una notevole variabilità di sintomi legati alla specie, all ambiente ed alla diversa fisiologia. Gli animali sono colpiti soprattutto da forme di tossicità acuta che comprendono epatiti, emorragie, nefriti e necrosi dei tessuti enterici, mentre l uomo, per l oggettiva difficoltà di assunzione di alimenti contaminati da muffe, in genere è colpito da forme croniche, per cui la certezza della diagnosi si ha solo dimostrando la presenza della micotossina nell alimento ingerito. Circa 300 micotossine sono state finora identificate in vitro, ma solo un piccolo numero di esse (circa 20), è talmente diffusa negli alimenti da rappresentare un pericolo per uomini e animali. Le micotossine possono esercitare un azione tossica sull uomo e sugli animali d allevamento principalmente attraverso l ingestione di alimenti contaminati e nella Tabella 2 riportiamo, per quanto riguarda le Aflatossine e le Ocratossine, le tossicosi che ne derivano, la specie animale colpita, gli organi bersaglio e le principali sorgenti di contaminazione che può avvenire per via diretta o indiretta. La contaminazione diretta si ha quando si riscontra la presenza di micotossine in un alimento come risultato della crescita fungina e della produzione di tossina direttamente sulla derrata alimentare. La contaminazione indiretta è riconducibile alla presenza di micotossine o di loro metaboliti derivanti da un fungo produttore che viene rimosso o muore durante il processo tecnologico di produzione dell alimento. I cereali o i semi oleiferi in genere si contaminano direttamente durante una delle fasi di produzione, trasporto o stoccaggio e quindi costituiscono un importante, se non il principale, punto di ingresso delle micotossine nella catena alimentare; gli alimenti di origine animale possono contaminarsi direttamente, per presenza di muffe, e indirettamente, a causa del carry over derivante dai mangimi, per la possibile contaminazione a monte dei cereali (soprattutto delle loro parti più esterne), ingredienti base delle formulazioni mangimistiche. L uomo, che come precedentemente detto tende ad evitare l assunzione di alimenti che presentino evidente sviluppo di muffe contaminanti, può comunque venirne in contatto ingerendo alimenti di origine animale contenenti residui tossici o loro metaboliti, prodotti dall animale stesso. Le Aflatossine Le Aflatossine (Af) costituiscono un gruppo di tossine strutturalmente simili e prodotte essenzialmente da tre diversi tipi di Aspergillus: A. flavus, A. parasiticus e A. nomius, anche se è stata dimostrata la capacità produttiva di alcuni ceppi di A. tamarii. Quattro sono le principali Af prodotte dal genere Aspergillus: quelle del gruppo B (AfB 1 e AfB 2 ) e quelle del gruppo G (AfG 1 e AfG 2 ). Generalmente si ritiene che A. flavus produca AfB 1 e AfB 2 mentre A. parasiticus produce AfB 1, AfB 2, AfG 1 e AfG 2. Altre Af derivano dalle trasformazioni metaboliche che avvengono in sede epatica, in seguito all ingestione di alimenti contaminati da parte dell uomo o di altri mammiferi, ed in particolare dall AfB 1 derivano le AfM 1, AfM 2. Per la loro capacità di interagire con gli acidi nucleici e le nucleoproteine cellulari, la International Agency for Research on Cancer ha dichiarato nel 1993 le AfB 1, A f B 2, AfG 1 e AfG 2 cancerogeni di classe I, sostanze cancerogene per l uomo, mentre l AfM 1 è stata classificata come cancerogeno di classe 2 B, in quanto correlata nell uomo, soprattutto l AfB 1, allo sviluppo di epato e n e f r o c a r c i n o m i. Poiché le Af sono contaminanti della catena alimentare, il primo passaggio della loro distribuzione nell organismo animale è rappresentato dall assorbimento a livello gastrointestinale, che sembra essere completo e avvenire attraverso due fasi: la prima a livello gastrico e la seconda a livello duodenale, tra le due la più efficiente; inoltre, un altro aspetto particolare da non dimenticare e sottovalutare è quello dell eventuale esposizione aerogena all AfB 1 p e r inalazione di polveri contenenti la micotossina. Nell uomo e nei primati l organo in cui l AfB 1 si concentra maggiormente è il fegato; nei ruminanti è il rene a contenere le concentrazioni più elevate di AfB 1 e AfM 1, mentre nel pollame sono concentrate in fegato, reni e v e n t r i g l i o. Le Af possono essere prodotte su ogni substrato alimentare in grado di supportare la crescita dei ceppi tossinogeni di Aspergillus. Mais, arachidi, pistacchi, copra e semi di cotone rappresentano i substrati di elezione per la crescita di ceppi aflatossinogeni: la contaminazione può avvenire sia direttamente in campo che durante le fasi successive della filiera agroalimentare e solamente attraverso un monitoraggio attento di tutti i passaggi critici si può diminuire o annullare tale rischio. Dal 1970 sino ad oggi si è registrata un incidenza relativamente alta della presenza di AfM 1 nel latte vaccino crudo e nei prodotti lattiero-caseari, dovuta ad una elevata contaminazione dei mangimi zootecnici con AfB 1. In Eu- Tabella 2 Aflatossine, Ocratossine e micotossicosi Micotossina Muffa produttrice Tossicosi Specie animale Organi bersaglio Sorgenti principali colpita Aflatossine Aspergillus flavus Epatite, cirrosi, Uomo, Fegato, cervello, Arachidi, cereali, B 1, B 2, G 1, G 2, e Aspergillus parasiticus sindrome di Reyer, volatili, rene noci di cocco, M 1, M 2. encefalopatia di Udorn, suino, carne, latte, epatoma bovino, coniglio formaggi, ecc. Ocratossina Penicillum verrucosum N e f r o t o s s i c o s i, Suino, rene Orzo, mais, e Aspergillus ochraceus aborto (?) bovino grano

Large Animals Review, Anno 8, n. 1, Febbraio 2002 7 ropa, per quanto riguarda i mangimi bovini, la maggior fonte di contaminazione è rappresentata dalla farina di arachidi. Per l Italia i maggiori problemi derivano dall importazione di derrate da paesi a clima caldo-umido, mentre la contaminazione dei prodotti locali è poco frequente ed a livelli piuttosto contenuti sia per motivi climatici che per le migliori tecniche agronomiche di raccolta e conservazione dei prodotti. Le Af possono provocare sia tossicità acuta che cronica il cui responsabile è comunque un metabolita attivato dell AfB 1. L Aflatossicosi acuta, conseguente all ingestione di una singola dose o di più dosi in un breve periodo di tempo, produce come danni più evidenti epatomegalia e necrosi epatica, ma numerosi sono gli organi bersaglio, tra cui milza, polmoni, reni. L Aflatossicosi cronica, conseguente all ingestione di piccole dosi ripetute nel tempo, è responsabile dei fenomeni di natura cancerogenica a livello epatico. Le Ocratossine Le Ocratossine (Ot) sono un gruppo di micotossine prodotte da diverse specie di A s p e r g i l l u s e P e n i c i l l i u m. Producono gravi effetti nefrotossici ed epatotossici negli animali e nell uomo. Comprendono diverse molecole rinvenute come contaminanti in prodotti alimentari strettamente correlate: ocratossina A (OtA), il suo analogo declorurato, ocratossina B (OtB) e i rispettivi esteri metilici ed etilici, componenti minori della coltura fungina. L OtA, ad elevata tossicità, è normalmente prodotta in climi temperati da Penicillium verrucosum, soprattutto su cereali ricchi di carboidrati quali l orzo, e, in climi più umidi, da innumerevoli specie di Aspergillus (A s p e r g i l l u s o c h r a c e u s) su moltissimi tipi di derrate alimentari soprattutto se ad elevato tenore lipidico e proteico. Negli ultimi anni innumerevoli ricerche sono state condotte per valutare l esatta entità del rischio associato all assunzione di OtA con la dieta, ma non conoscendo ancora perfettamente il meccanismo d azione della cancerogenicità, come base per la valutazione della dose tossica è stato preso in considerazione l effetto nefrotossico. L OtA è il più tossico dei composti isocumarinici esistenti in natura, sia per animali che per embrioni e colture cellulari. È ormai accertato che la tossina si comporta da agente nefrotossico, immuno-soppressore, teratogeno, cancerogeno e fetotossico per gli animali da reddito, mentre non esistono evidenze specifiche che possano associare la presenza negli alimenti di OtA ad effetto tossico nell uomo. L OtA può indurre negli animali sia fenomeni di tossicità acuta che cronica. L OtA è contaminante naturale di molti alimenti quali cereali (mais, orzo, grano, sorgo, riso, avena) e prodotti vegetali e quindi di mangimi ad uso zootecnico. È una molecola relativamente stabile, può attraversare immodificata la catena alimentare e quindi la contaminazione si può estendere in alimenti di origine animale quali carni, latte, alimenti fermentati. Nei ruminanti l OtA non viene praticamente escreta in quanto tale dalla ghiandola mammaria, in quanto viene trasformata in Otα, non tossica. È possibile che l OtA venga rilevata su prodotti lattiero-caseari e prodotti carnei; fra questi ultimi quelli con carne suina rappresentano la principale fonte di contaminazione della tossina negli alimenti di origine animale. Diverse strategie vengono applicate allo scopo di ridurre la possibile esposizione dell uomo e degli animali da reddito all azione tossica delle Ot. Tra queste le più comuni sono: l uso di pratiche tendenti a prevenire la crescita fungina sui substrati alimentari; la somministrazione di mangime contaminato ad animali in grado di detossificare OtA, come i ruminanti che risultano protetti in quanto il rumine è in grado di degradarla; modificazioni della dieta alimentare allo scopo di diminuire l assorbimento di tossina o di promuoverne l idrolisi nel tratto gastrointestinale. Aspetti legislativi Le Aflatossine Il processo per valutare il rischio tossicologico per la salute umana associato alle Af non è ancora ben definito e si potrebbe affermare senza timore di essere smentiti che può considerarsi ancora lungo e non privo di difficoltà. Generalmente i contaminanti alimentari vengono valutati da un punto di vista tossicologico attraverso la stima del Provisional Tolerable Weekly Intake (PTWI) (Provisional sottolinea l incertezza della valutazione tossicologica dell esposizione a bassi livelli e Tolerable sta ad indicare la possibilità di assumere, anche inevitabilmente, tracce di contaminanti attraverso il consumo di alimenti per altro sani e nutrienti) che presuppone l esistenza di una soglia sotto la quale non dovrebbero verificarsi effetti dannosi per la salute umana. Come per l Acceptable Daily Intake, la stima del PTWI permette di determinare il valore del livello senza effetto o del livello più basso di effetto e di applicare un fattore di sicurezza variabile da caso a caso. Le Af sono agenti cancerogeni con meccanismo genotossico e pertanto non esiste valore soglia sotto il quale il livello di rischio sia uguale a zero, tanto che il Comitato Scientifico dell Alimentazione Umana dell Unione Europea, già nel 1994, sosteneva che non era possibile fare stime quantitative del rischio poiché livelli di Af pari o inferiori a 1 ng/kg p.c./die possono favorire l insorgenza di tumori epatici. È pertanto consigliabile cercare di ridurre il livello di contaminazione al livello ragionevolmente più basso possibile, quello che viene definito As Low As Reasonable Achievable (ALARA). Si tratta del livello inevitabile di un contaminante, cioè quel valore di concentrazione minima che non può essere eliminato da un alimento senza eliminare l alimento stesso o senza comprometterne il ruolo come costituente fondamentale della dieta. Proprio per il rischio sanitario elevatissimo derivante dal consumo di alimenti contaminati da Af per l uomo e per gli animali da allevamento, è di fondamentale importanza stabilire misure che mettano le autorità preposte in condizione di effettuare controlli attraverso una rigida regolamentazione che sancisca i tenori massimi ammissibili di Af nelle derrate alimentari in cui possono essere potenzialmente presenti. La legislazione italiana, a partire dal Decreto Ministeriale (D.M.) 30 dicembre 1975, ha rivisto più volte i tenori

8 Le Micotossine: disposizioni di legge massimi ammissibili di AFB 1 in alimenti per animali. Infine, con il D.M. n. 241 dell 11 maggio 1998, Regolamento recante le norme di attuazione delle Direttive 92/88/CEE, 94/16/CE e 96/6/CE, relative alle sostanze ed ai prodotti indesiderabili nell alimentazione degli alimenti, sono stati fissati i limiti massimi tollerati per ogni tipologia di mangime (Tabella 3). L Unione Europea, con il Regolamento CE n. 1525/98 della Commissione del 16 luglio 1998 che modifica il regolamento (CE) n. 194/97 che stabilisce tenori massimi ammissibili per alcuni contaminanti presenti nei prodotti alimentari, in vigore dal 1 gennaio 1999, ha emanato, per la prima volta, una norma in campo comunitario in cui vengono presi in considerazione anche alimenti destinati al consumo umano, quali latte e prodotti derivati, fissando i limiti per le Af totali e singolarmente per l AfB 1 in arachidi, cereali e frutta a guscio o secca, e per l AfM 1 nel latte stesso (Tabella 4). In tale norma è stata riconosciuta la possibilità di applicare limiti meno restrittivi in alimenti non destinati al consumo diretto e non impiegabili come ingredienti in derrate alimentari per le quali sono stati utilizzati metodi fisici di decontaminazione onde abbassare il livello di contaminazione preesistente. Il Regolamento stabilisce anche i metodi di campionamento ed il metodo analitico di riferimento da impiegare nell effettuazione delle analisi, rimandando alla Direttiva n. 98/53/CE della Commissione del 16 luglio 1998 che nell Allegato I riporta le modalità di prelievo dei campioni per il controllo ufficiale del tenore di Af in taluni prodotti alimentari definendo la partita, la sottopartita, il campione Tabella 3 Limiti massimi tollerati imposti dal D.M. n.241 dell 11 maggio 1998 per l AfB 1 in alimenti ad uso zootecnico Tipologia di mangime Valore limite (µg/kg) Alimenti semplici 50 Alimenti semplici quali arachidi, copra, 20 palmisti, semi di cotone, babassu, granturco e loro derivati Alimenti completi per bovini, ovini e caprini 50 non da latte Alimenti completi per animali da latte 5 Alimenti completi per vitelli ed agnelli 10 Alimenti completi per suini e pollame adulti 20 Altri alimenti completi 10 Alimenti complementari per bovini, 50 ovini e caprini (ad eccezione degli alimenti complementari per gli animali da latte, vitelli e agnelli) Alimenti complementari per suini e pollame adulti 30 Altri alimenti complementari 10 Alimenti complementari per animale da latte, 5 vitelli ed agnelli elementare, il campione globale ed il campione di laboratorio disponendo che il prelievo deve essere effettuato da persona appositamente incaricata, secondo le prescrizioni vigenti in ciascun Stato membro e che durante la campionatura e la preparazione dei campioni di laboratorio deve essere evitata qualsiasi alterazione che possa modificare il tenore di Af e compromettere le analisi o la rappresentatività del campione globale. L Allegato II riguarda la preparazione dei campioni ed i criteri ai quali devono essere adeguati i metodi d analisi per il controllo ufficiale del tenore di Af in taluni prodotti alimentari. L Italia ha recepito le normative europee sia per quanto concerne i limiti massimi consentiti, sia per quanto riguarda le procedure di campionamento ed analisi, integrando tale normativa per gli alimenti non direttamente presi in considerazione nella direttiva, con la Circolare n. 10 del 9 giugno 1999 del Ministero della Sanità, Direttive in materia di controllo ufficiale sui prodotti alimentari: valori massimi ammissibili di micotossine nelle derrate alimentari di origine nazionale, comunitaria e Paesi terzi ( Tabella 5). La Circolare n. 18 del 16 novembre 2000 del Ministero della sanità valori massimi ammissibili di micotossine nelle derrate alimentari provenienti da Paesi comunitari, chiarisce come i valori da noi riportati nella Tabella 5, contemplati nella Circolare n. 10 del 9 giugno 1999, rappresentino i valori tollerabili, per altre matrici alimentari e relativamente ad altre micotossine, individuati a livello nazionale e non compresi nel Regolamento CE n. 1525/98 della Commissione. Questa Circolare stabilisce che, qualora nel corso di un controllo venga riscontrato in prodotti alimentari provenienti da Paesi comunitari, od originari di Paesi che hanno sottoscritto l accordo sullo Spazio Economico Europeo, il superamento dei valori massimi ammissibili riportati nella tabella citata, venga verificata la conformità dei prodotti stessi alle disposizioni vigenti nei Paesi di provenienza e venga valutata la compatibilità di dette disposizioni con l art. 36 del Trattato di Roma che riguarda la libera circolazione delle merci. Accertata la conformità di tali prodotti, i responsabili del controllo ufficiale informeranno il Ministero della sanità (DANSPV) che tramite l Istituto Superiore di Sanità verificherà se tali prodotti, in relazione al tenore di micotossine riscontrato, siano da ritenere accettabili e quindi possano comunque circolare sul territorio nazionale. Per i risvolti che si possono avere sull insorgenza di patologie di tipo cronico-degenerativo con l assunzione di sostanze tossiche con gli alimenti, sono stati promulgati limiti di legge per il controllo del tenore di Af nelle derrate alimentari da parte di almeno 60 paesi in tutto il mondo: è opinione comune che debba essere in vigore una legislazione nettamente più restrittiva nei paesi consumatori a clima temperato se nei paesi produttori a clima subtropicale caldo-umido, i limiti sono tutt ora elevati o, in alcuni casi, addirittura inesistenti. Da una osservazione della Tabella 6 dove sono riportati, come esempio, i limiti fissati in alcuni paesi extra comunitari si evince come nazioni a clima temperato impongano limiti più restrittivi di quelli imposti in paesi a clima tropicale, quali India e Messico, nei quali il rischio tossicologico e sanitario, già elevato a causa di carenze igienico-sanitarie e nutrizionali, risulta accresciuto dalla necessità di

Large Animals Review, Anno 8, n. 1, Febbraio 2002 9 Tabella 4 Limiti massimi tollerati di Af imposti dal Regolamento CE n. 1525/98 della Commissione del 16 luglio 1998 Prodotto Af: contenuti massimi ammessi (µg/kg) AfB 1 Af totali AfM 1 (B 1 +B 2 +G 1 +G 2 ) Arachidi, frutta a guscio e frutta secca Arachidi, frutta a guscio, frutta secca e prodotti derivati, destinati al consumo umano diretto o all impiego come ingredienti di derrate alimentari 2(*) 4(*) Arachidi destinate ad essere sottoposte a cernita o ad altri trattamenti fisici, prima del consumo o dell impiego come ingredienti di derrate alimentari 8(*) 15(*) Frutta a guscio e frutta secca destinate ad essere sottoposte a cernita o ad altri trattamenti fisici, prima del consumo o dell impiego come ingredienti di derrate alimentari 5(*)(**) 10(*)(**) Cereali (compreso il grano saraceno, Fagopyrum spp.) Cereali (compreso il grano saraceno, Fagopyrum spp.) e prodotti derivati destinati al consumo umano o all impiego come ingredienti di derrate alimentari 2 4 Cereali (compreso il grano saraceno, Fagopyrum spp.) e prodotti derivati destinati ad essere sottoposti a cernita o ad altri trattamenti fisici, prima del consumo umano o dell impiego come ingredienti di derrate alimentari (***) (***) Latte (latte crudo, latte destinato alla fabbricazione di prodotti a base di latte, latte alimentare trattato termicamente, quali definiti dalla direttiva 92/46/CEE del Consiglio del 16 giugno 1992, che stabilisce le norme sanitarie per la produzione e commercializzazione di latte crudo, di latte trattato termicamente e di prodotti a base di latte) 0,05 (*) I limiti massimi si applicano alla parte commestibile delle arachidi, della frutta a guscio o della frutta secca. Se i frutti a guscio vengono analizzati per intero, il contenuto di AF va calcolato supponendo che tutta la contaminazione sia contenuta nella parte commestibile (**) I limiti massimi dovranno essere riesaminati, in funzione delle nuove acquisizioni scientifiche e tecnologiche, entro il 1 luglio 1999. (***) Qualora nessun limite specifico venga fissato prima del 1 luglio 1999, ai cereali di cui al presente punto si applicheranno i limiti previsti al punto precedente. esportare le derrate meno contaminate a danno del consumo locale di prodotti spesso altamente inquinati. Il Giappone, il maggior importatore mondiale di prodotti agricoli impone per l AfB 1 il limite legale pari a zero, obiettivo molto difficile da realizzare in quanto le metodiche analitiche ufficiali non hanno una sensibilità così elevata da garantire il rilevamento del residuo zero e inoltre, essendo le Af contaminanti naturalmente presenti nei substrati alimentari, risulta impossibile annullare completamente il rischio di esposizione. Le Ocratossine Con la Circolare n. 10 del 9 giugno 1999 il Ministero della Sanità, su parere favorevole dell Istituto Superiore di Sanità, ha previsto la fissazione sul suolo nazionale di valori massimi ammissibili di OtA in alcuni alimenti (Tabella 7). Pur mancando indicazioni specifiche sull effettiva tossicità di OtA e una normativa comunitaria in materia, molti paesi europei hanno emanato, sulla base di considerazioni economiche, politiche o semplicemente in base ai limiti di rilevabilità raggiunti con le moderne tecniche analitiche, valori guida o veri e propri limiti legali del tenore della tossina in alcuni alimenti (Tabella 8). Con apposita circolare emanata del Ministero della Sanità, con la quale veniva recepita la direttiva comunitaria in materia di Af, sono stati introdotti dal giugno dello scorso anno, limiti di legge in alcune matrici alimentari riguardanti il tenore massimo ammissibile di OtA. CONCLUSIONI Tabella 5 Valori guida riportati nella Circolare n. 10 del Ministero della Sanità del 9 giugno 1999 Prodotto Valore limite (µg/kg) AfB 1 Af totali AfM 1 (B 1 +B 2 +G 1 +G 2 ) Alimenti per l infanzia 0.1 0.01 Spezie 10 20 Piante infusionali e loro parti 5 10 L obiettivo di ottenere alimenti totalmente privi di micotossine, almeno allo stadio attuale delle nostre conoscenze, non è possibile. È possibile invece cercare di ottenere una graduale e costante riduzione della contaminazione attraverso un impegno delle Autorità preposte, che devono predisporre piani organici e sistematici di sorveglianza, monitoraggio, adeguati piani di campionamento, e del settore produttivo, che deve incentivare i piani HACCP. Infine è possibile definire i limiti di legge relativi alla presenza di questi tossici negli alimenti dato che sem-

10 Le Micotossine: disposizioni di legge Tabella 6 Limiti massimi tollerati in vigore in alcuni paesi extracomunitari per le Af Nazione Alimento Valore limite (µg/kg) AfB 1 Af totali AfM 1 U.S.A Mangimi 20 Tutti gli alimenti 20 Latte 0.5 Australia Arachidi e prodotti derivati 15 Tutti gli alimenti 5 Latte per l infanzia 0.1 Latte e prodotti caseari 0.5 Giappone Tutti gli alimenti 0 Mangimi misti per animali da latte 10 Mangimi misti per altri animali 20 Brasile Latte e prodotti caseari 0.05 Latte per l infanzia 0.01 India Tutti gli alimenti 30 Messico Tutti gli alimenti 20 Romania Latte e prodotti caseari 0 bra che i valori oggi in vigore siano ulteriormente ritoccabili e perfezionabili sulla base di nuove scoperte scientifiche. I limiti che vengono proposti dal legislatore, sia comunitario che nazionale, devono tener conto di vari parametri, tra i quali ricordiamo i consumi alimentari differenziati per i singoli prodotti a rischio, i valori massimi ammissibili di intake differenziati per fasce di popolazione, i dati d incidenza di contaminazione delle singole tipologie di prodotti, le variazioni dei livelli di tossina conseguenti a procedimenti tecnologici, il limite di rilevazione dei metodi analitici e per ultima, ma non ultima per importanza, la situazione dei singoli Paesi, ognuno con i propri sistemi alimentari e le condizioni di preparazione degli alimenti, e le Tabella 7 Valori guida riportati nella Circolare n.10 del Ministero della Sanità, del 9/6/99 Prodotto Valore limite (ppb) Alimenti per l infanzia 0.5 Caffè crudo 8.0 Caffè tostato e caffè solubile 4.0 Cacao e prodotti derivati 0.5 Birra 0.2 Carne suina e prodotti derivati 1.0 Cereali e prodotti derivati 3.0 Tabella 8 Valori limite di OtA in vigore in paesi europei ed extraeuropei Nazione Alimento Valore limite (ppb) Annotazioni Brasile Riso, orzo, mais 50 Rene suino 25 Eliminazione dell intera carc a s s a Danimarca Rene suino 10 Eliminazione degli organi interni Rene suino <10 Eliminazione dei soli reni Francia Cereali 30 Ungheria Tutti gli alimenti 20 Israele Grano per mangimi 300 Olanda Cereali 3 Romania Tutti gli alimenti 5 Mangime completo per pollame 1000 Svezia Mangime completo per suino 100 Inghilterra Cereali 10 Grecia Caffè 20

Large Animals Review, Anno 8, n. 1, Febbraio 2002 11 differenze di interessi tra paesi produttori e paesi importatori di derrate alimentari a potenziale rischio tossicologico. Il continuo ritrovamento di micotossine negli alimenti determina, sia a livello nazionale che comunitario, ed ancor più internazionale, una situazione di notevole disagio e di preoccupazione e qualsiasi decisione, da qualunque organismo o Stato verrà presa, dovrà scaturire da risultati ottenuti da ricerche scientifiche e tecnologiche multidisciplinari per impedire l insorgere di nuove barriere alla libera circolazione delle merci impedendo lo sviluppo di scambi a livello internazionale. Pur riconoscendo l importanza dell aspetto economico, tuttavia non bisogna disconoscere che l obiettivo primario da raggiungere è quello di garantire la qualità igienicosanitaria degli alimenti per ridurre al minimo il grado di esposizione della popolazione in generale e delle classi a rischio in particolare. Pertanto, a conclusione di questa se pur breve ed incompleta disamina dello stato dell arte sulle micotossine, riteniamo che fissare i loro limiti massimi ammissibili nelle diverse matrici alimentari, siano esse destinate agli animali o all uomo, trovi la sua giustificazione sia in motivi di carattere igienico-sanitario che nell esigenza di fornire agli organi di controllo ed alle imprese alimentari un quadro preciso di riferimento normativo per espletare le loro attività. Parole chiave Aflatossine, legislazione Key words Aflatoxins, legislation. Legislazione citata Decreto Ministeriale n. 241 del 11 maggio 1998; G.U. n. 170 del 23/07/1998, pag. 6. Regolamento CE n. 1525/98 della Commissione; G.U.C.E. L 201 del 17/07/1998, pag. 43. Direttiva n. 98/53/CE della Commissione; G.U.C.E. L 201 del 17/07/1998, pag. 93. Circolare n 10/99; G.U.C.E. L 135 del 11/06/1999, pag. 52.