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L OMS ha riconosciuto l importanza del cancro cervicale e di altre malattie HPV-correlate come problemi sanitari globali, raccomandando la vaccinazione di routine e includendola nei programmi di immunizzazione nazionali, a condizione che l introduzione del vaccino sia fattibile a livello di programmazione, vi sia la sostenibilità economica e il rapporto costo-efficacia delle possibili strategie di introduzione e di vaccinazione nel Paese o nella regione considerata sia favorevole. 2
Nel definire la popolazione target per l immunizzazione, una considerazione chiave è che l infezione da HPV si trasmette sessualmente e di solito è acquisita nei primi anni dopo il debutto sessuale. Idealmente, quindi, il vaccino deve essere somministrato prima dell esordio sessuale. La popolazione target primaria è costituita dalla più giovane coorte di età, con possibilità di catch-up (recupero dei bambini sfuggiti a un programma vaccinale e quindi non vaccinati). 3
La slide indica varie possibilità, con i risultati raggiungibili in termine di copertura vaccinale. 4
Nella slide vengono indicati i Paesi ove la vaccinazione anti-hpv è stata introdotta. Tale situazione è in continua evoluzione. 5
La slide evidenzia nel dettaglio la situazione in Europa (rilevazione dell ECDC). 6
Tutte le regioni italiane hanno avviato l offerta della vaccinazione contro l infezione da HPV 16 e 18 entro la fine del 2008, con un ampia finestra temporale da luglio 2007 a novembre 2008. In accordo con l intesa del 20 dicembre 2007 tra il Ministero della Salute e le regioni/province autonome, la vaccinazione viene offerta attivamente e gratuitamente alle dodicenni tramite i servizi vaccinali del Servizio Sanitario Nazionale in tutte le regioni. Sette regioni hanno esteso l offerta attiva e gratuita a una seconda coorte compresa tra il 15 e il 18 anno di vita e una regione a quattro coorti di nascita. Per le fasce d età non incluse nel target dell offerta attiva quasi tutte le regioni, inoltre, prevedono il pagamento agevolato (prezzo sociale o co-pagamento). 7
Il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2012-2014, ora in discussione per la sua ridefinizione, per 3 dosi di HPV prevede il raggiungimento delle seguenti coperture vaccinali: 70% nelle dodicenni a partire dalla coorte del 2001; 80% nelle dodicenni a partire dalla coorte del 2002; 95% nelle dodicenni a partire dalla coorte del 2003; con la valutazione degli obiettivi di copertura vaccinale delle tre dosi a partire dalla coorte delle dodicenni del 1997. 8
Questa è la situazione aggiornata dello stato di avanzamento della campagna vaccinale anti-hpv con indicazioni delle tempistiche, delle coorti e delle tipologie di vaccino utilizzate. Estremamente variabile! 9
I dati relativi alle corti 1997-2000 si attestano su una copertura pari al 74% per almeno una dose di vaccino e al 68-9% per tre dosi di vaccino; circa il 5% delle ragazze non ha completato il ciclo vaccinale. Al momento dell ultima rilevazione, l invito della coorte 2001 era stato completato in poche regioni e la chiamata attiva per le coorte 2002 era ancora in corso in tutte le regioni. 10
I risultati ottenuti evidenziano un ampio range di copertura vaccinale per 3 dosi di vaccino tra le regioni per tutte le coorti, variando dal 26% all 86% per la coorte 1997. Anche per le coorti successive (dati non indicati) si mantiene un elevata variabilità: 26-83% per la coorte 1998, 26-80% per la coorte 1999, 29-80% per la coorte 2000. 11
La slide evidenzia le possibili strategie per aumentare le coperture mediante il coinvolgimento di tutte le figure professionali coinvolte e mediante l utilizzo dei più moderni mezzi di comunicazione. Tali strategie devono essere condotte in modo sinergico per aumentarne l efficacia. 12
La possibilità di ampliare il target a popolazioni diverse rispetto alle attuali deve essere presa in considerazione in relazione alla copertura vaccinale raggiunta. 13
La vaccinazione delle popolazioni target secondarie anziani, femmine adolescenti o giovani donne è consigliata solo se esistono i presupposti indicati. 14
Il razionale sulla possibilità di acquisizione dell infezione a varie età può far prendere in considerazione nuove coorti di nascita, come ad esempio le donne di 25 anni. Nel grafico si evidenzia come il rischio di infezione rimanga costante anche dopo il debutto sessuale, nonostante diminuisca, e che dopo 5 anni di follow-up sia molto simile nelle donne tra i 20-24 anni e in quelle tra i 15 e i 19 anni. 15
Il secondo target riguarda il sesso maschile, per il quale solo pochi Paesi hanno attuato programmi di prevenzione primaria e non esiste un test di screening standardizzato per l infezione da HPV, inducendo una disuguaglianza di genere. 16
Le raccomandazioni dell AAP per quanto attiene la vaccinazione anti-hpv inseriscono, oltre alle tradizionali coorti femminili, anche come nuova frontiera la vaccinazione nel sesso maschile, facendo riferimento anche a particolari gruppi a rischio. Negli Stati Uniti esiste il programma Medicaid, che segue le raccomandazione AAP e in questo caso include la vaccinazione anche nei maschi fino a 21 anni di età come offerta obbligatoria e gratuita per chi possiede una copertura assicurativa. Sotto Medicaid troviamo il Vaccine for Children Program, che offre gratuitamente il vaccino fino a 18 anni di età anche ai bambini non assicurati. 17
A livello internazionale esistono Paesi ove tale vaccinazione è già stata avviata. 18
In Europa la situazione è variegata e nella slide vengono evidenziate le principali indicazioni effettuate dall ECDC nel 2012, ma 19
Nel 2014 viene effettuato un aggiornamento per la presenza di nuove evidenze riportate nella slide. 20
La slide riporta una sintesi delle motivazioni che vengono espresse dalle varie realtà che hanno inserito la vaccinazione nel maschio nei propri programmi vaccinali. 21
Anche in Italia qualcosa si muove 22
In sintesi la vaccinazione anti-hpv attualmente è effettuata prevalentemente nel sesso femminile, con il raggiungimento di coperture non soddisfacenti per cicli vaccinali completi. Sicuramente la nuova schedula vaccinale a due dosi dovrebbe aumentare la compliance degli attuali gruppi target. Da tenere in considerazione, oltre alle raccomandazioni di fattibilità, la possibilità di intervenire su nuovi target, come avvenuto in altri Paesi, per ridurre la circolazione del virus e di conseguenza il burden della malattia. 23