Lo sviluppo autonomo dei movimenti del bambino

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Transcript:

Lo sviluppo autonomo dei movimenti del bambino Dopo aver descritto e riportato, spero abbastanza dettagliatamente, alcune ricerche e i risultati ottenuti da Emmi Pikler, e dai suoi collaboratori, in quest ultimo capitolo della prima parte, descriverò lo sviluppo motorio dei bambini del centro Lóczy, attraverso la descrizione delle varie fasi, accompagnate dai disegni di Klàra Pap. Per anni l artista ha osservato e disegnato i movimenti dei bambini del centro Lóczy, durante il gioco e il riposo e ha eseguito dei disegni su modelli vivi cha hanno illustrato le pubblicazioni di EP e del centro. Ai bambini di Lóczy non veniva mai intralciato ne affrettato lo sviluppo, con l intervento diretto dell adulto, da quando era coricato sulla schiena e non sulla pancia, i bambini di conseguenza si muovevano con un buon equilibrio tonico, eseguendo gesti e assumendo atteggiamenti molto vari. I disegni ne sono un ottima illustrazione. I bambini che hanno fatto da modello, durante i movimenti, che eseguivano di loro iniziativa, facevano lavorare tutti i loro muscoli, senza che il buon coordinamento di questo insieme tonico, fosse disturbato durante l apprendimento;; a differenza dei bambini a cui certe posizioni o movimenti erano stati insegnati, che si muovevano in modo rigido attivando a livello muscolare solo alcune parti del corpo. Alcuni dei movimenti descritti da EP erano motivati dalla stessa gioia, data dal piacere di muoversi dei bambini, altri invece non fanno altro che accompagnare le attività del bambino, come la manipolazione, gli spostamenti, i giochi. Nelle descrizioni raccolte, non viene mai indicata l età dei bambini, e sono descritti solo i movimenti di grande settore che il bambino utilizzava per spostarsi o cambiare la sua postura e che, a seconda della posizione osservata, caratterizzavano la sua motilità. Per EM e queste osservazioni avevano lo scopo di dare una descrizione precisa che: - Portasse l attenzione sulla molteplicità di movimenti possibili che il bambino realizzava nella sua quotidianità; - Stimolasse l osservazione differenziata di ciascuno di essi - Che fosse un contributo per creare una nomenclatura unitaria. La descrizione dei movimenti spontanei, infatti, e la nomenclatura connessa erano diventate sempre più necessarie perché secondo l equipe, mancavano definizioni univoche e le descrizioni esistenti erano molto carenti; rendendo difficile la comprensione, la comunicazione e il processo scientifico in questo campo di studi. In quegli anni l interesse per lo sviluppo motorio aumentò di pari passo all importanza attribuita all evoluzione

psicosomatica nella primissima infanzia, intesa come base futura personalità del bambino. EP scrisse: Grazie ai suoi movimenti autonomi il bambino sperimenta possibilità e limiti dell ambiente che lo circonda e con il quale ha un contatto diretto. Scopre come orientarsi, come agire e nel fare sviluppa prudenza, costanza e volontà. La conoscenza del repertorio dei movimenti autonomi è essenziale, particolarmente per i fisioterapisti che si occupano di bambini affetti da disordini motori. Grazie ad essa, tenendo conto dell attività spontanea dei bambini, nelle loro terapie, potrebbero completare i loro interventi, per modificarli, nell interesse di migliori risultati. Emmi Pikler 1982 Per permettere una comprensione completa di questo affascinante lavoro di EP, ho voluto riportare la classificazione e le varie descrizioni dei movimenti del bambino, dei disegni, dal suo libro datemi tempo. Per ogni posizione principale, statica, che il bambino assume per settimane, ( posizioni orizzontali, posizioni transitorie, posizione seduta, posizione in piedi) nel libro sono descritti : tutti i movimenti che il bambino riusciva a eseguire in quella determinata posizione; i movimenti che compiva per spostarsi, senza variare la posizione fondamentale e i movimenti con i quali il bambino passava a un altra posizione, abbandonando quella di partenza e assumendone una nuova. La sequenza con cui le posizioni statiche sono elencate o descritte segue approssimativamente il corso dello sviluppo motorio, durante il quale i bambini scoprivano autonomamente, seguendo il loro impulso, come assumere posizioni via via più evolute e come mantenerle, eseguendo cambiamenti di posizione e spostamenti a livelli di maturità sempre maggiori. 1.Le posizioni orizzontali All interno di questo gruppo sono presenti ben tre posizioni: quella sdraiata sulla schiena, quella sul fianco e quella sul ventre e per ognuna di loro sono presenti i disegni e le descrizioni dei movimenti eseguiti in quella posizione, quelli con cui il bambino si sposta e i cambiamenti di posizione. 1.1 POSIZIONE SDRAIATA SULLA SCHIENA 1.1.1 Posizione statica fondamentale Il bambino è considerato in posizione sulla schiena quando la parte dorsale del busto aderisce al piano di appoggio. Il neonato all inizio, tende a tenere il capo più o meno reclinato da un lato, solo in seguito lo mantiene in posizione centrale. La colonna vertebrale aderisce completamente al piano d appoggio e nei primi

tre mesi generalmente è incurvata asimmetricamente verso sinistra o destra; solo più tardi diventa simmetrica. Solitamente il neonato tiene le braccia con i gomiti piegati, appoggiate simmetricamente ai lati della testa. Se la testa è girata da un lato, il braccio verso il quale è rivolto lo sguardo è leggermente più teso dell altro. Nelle prime settimane di vita le gambe sono piegate all altezza delle anche e divaricate. Le ginocchia sono sollevate verso l addome. Più avanti in questa posizione di flessione o divaricazione delle gambe diventa sempre meno accentuata. Nel neonato raramente i piedi toccano il piano d appoggio, eventualmente solo con i talloni. 1.1.2 Movimenti possibili Il neonato è già in grado di inclinare e di ruotare la testa da entrambe le parti, come pure di piegarla avanti e indietro. Può piegare o ruotare il busto a sinistra e destra e combinare i due movimenti. Inoltre può sollevare il bacino per qualche secondo. Per farlo punta su testa, spalle, talloni o piante dei piedi. Le articolazioni degli arti superiori si muovono tutte liberamente fino alla retroversione delle spalle. Durante il secondo mese di vita gli impulsi motori non coordinati dell inizio diventano progressivamente più ordinati. Quando è sulla schiena, riesce a manipolare oggetti con una mano o con entrambe. Le articolazioni degli arti inferiori si muovono liberamente. Gli impulsi iniziali sono gradualmente sostituiti da movimenti coordinati e la coordinazione degli arti superiori e inferiori si rafforza fino ai movimenti indipendenti gli uni dagli altri. 1.1.3 Spostamenti da coricato sulla schiena. 1.1.3.1 Spostarsi serpeggiando: il bambino si sposta muovendo il busto da una parte all altra senza l aiuto degli arti. Questi movimenti del neonato sono casuali.. 1.1.3.2 Spostarsi sulla schiena in direzione della testa: il bambino striscia sulla schiena, spingendo con i piedi verso la testa. Anche questo a schema di spostamento volontario.. 1.1.3.3 Strisciare sul dorso in senso circolare: il bambino striscia, stando coricato

sul dorso;; ruotando intorno all asse sagittale, grazie a piccoli passetti laterali che compie con i piedi. 1.1.4 Cambiamento di posizione per abbandonare o per assumere la posizione sulla schiena. 1.1.4.1 Il bambino si volta sul fianco, aiutandosi con le braccia e le gambe, ruotando contemporaneamente testa o bacino.. 1.1.4.2 Dalla posizione sul fianco si volta sull addome, servendosi delle braccia, ruotando la testa, oppure delle gambe, ruotando il bacino. Dalla posizione ventrale torna sulla schiena, ruotando la testa e il tronco oppure il bacino, con uno slancio delle gambe.. 1.1.4.3 Il bambino si gira nella posizione laterale con il gomito appoggiato, puntando un avambraccio e sollevando la testa e il torace. Abbandona la posizione laterale con il gomito appoggiato, voltandosi e appoggiando la testa e il torace sul piano d appoggio, ritornando così sulla schiena. Da questa posizione, poi riesce ad alzarsi direttamente a sedere, soltanto se aiutato da qualcuno oppure se si afferra alle sbarre di un lettino, troppo stretto. Da solo può farlo girandosi su un fianco e passando attraverso la posizione sul fianco con il gomito appoggiato.

1.2 POSIZIONE LATERALE 1.2.1 Posizione statica fondamentale Il bambino è in posizione laterale quando il busto completamente disteso sul piano d appoggio sull uno o sull altro fianco. Anche la testa è appoggiata al piano. L angolo d inclinazione fra il piano d appoggio e il dorso è maggiore di 45. La testa e gli arti sono coinvolti nella funzione di mantenimento dell equilibrio. Spesso il bambino si appoggia anche con il braccio o la gamba superiori. 1.2.2 Movimenti possibili Può muovere la testa sempre in contatto con il suolo soprattutto avanti e indietro; può sollevarla per brevi momenti dal piano di appoggio. Riesce a ruotare il tronco avanti e indietro, variandone l inclinazione rispetto al piano d appoggio. Il dorso può essere disteso, sovresteso o piegato. Gli arti superiori: nella posizione sul fianco può mantenere liberamente il braccio superiore e manipolare con entrambe le mani. Gli arti inferiori: può muovere liberamente la coscia, se non la utilizza per sostenersi. Se gli serve per mantenere l equilibrio, può spostare la gamba sul piano d appoggio, piegandola e stendendola. 1.2.3 Spostamenti dalla posizione sul fianco 1.2.3.1 Si può allontanare dal punto in cui si trova, voltandosi ripetutamente sul dorso sul fianco e viceversa oppure dal ventre sul fianco e poi di nuovo sul ventre. Non sono ancora spostamenti volontari, ma casuali durante la sua sperimentazione. 1.2.4 Cambiamenti di posizione per abbandonate o assumere la posizione sul fianco. 1.2.4.1 Si gira sulla schiena aiutandosi con le braccia e con le gambe e compiendo una torsione del busto. Ancora, dalla posizione sulla schiena, si gira sul fianco, sempre con la torsione del busto e con l aiuto degli arti. In entrambi i casi la testa rimane appoggiata al piano.

1.3 POSIZIONE VENTRALE 1.3.1 Posizione fondamentale statica Il bambino è in posizione ventrale quando con l addome e con il torace, cioè con l intero tronco, aderisce al piano d appoggio, completamente o in parte. Anche le braccia e le gambe, in misura maggiore o minore, fanno parte della superficie d appoggio e contribuiscono al mantenimento dell equilibrio. Se è sveglio e non sta riposando, solitamente tiene il capo sollevato. Quando ha già imparato, in posizione ventrale, a sostenersi sui due avambracci o addirittura con uno solo, tiene sollevato non solo il capo ma anche le spalle e la parte superiore del torace. Le gambe sono più o meno distese: unite o divaricate oppure divaricate e flesse. Raggiunge la forma più evoluta di questa posizione quando si regge sulle palme delle mani, o una sola, con le braccia quasi completamente distese e tenendo torace e testa ben sollevate.

1.3.2 Movimenti possibili Il bambino può muovere la testa liberamente in tutte le direzioni. Può voltarla da entrambe le parti e piagarla avanti e indietro. Sin dall inizio il bambino può piegare il busto su entrambi i lati;; più avanti scopre come ruotarlo. Gli arti superiori. Quando le braccia sono impegnate a sostenere il peso del corpo, non possono essere mosse liberamenti, ma gli permettono un equilibrio per visualizzare tutto lo spazio che lo circonda. Se il bambino si sostiene, solamente sui gomiti, i movimenti degli avambracci e delle mani sono liberi. Se è già in grado di sollevare la parte superiore del tronco, con appoggio su un braccio o una sola mano, può muovere liberamente l altro braccio. Gli arti inferiori: a eccezione della flessione delle anche con le gambe tese, tutti i movimenti delle gambe sono possibili. Movimento simultaneo degli arti inferiori e superiori: talvolta il neonato solleva contemporaneamente dal piano la testa, le braccia e le gambe. In questo modo, per qualche secondo la superficie d appoggio è costituita solamente dall addome e da una parte delle cosce. 1.3.3 Spostamenti partendo dalla posizione ventrale 1.3.3.1 Strisciare sul ventre in senso circolare : di qui il bambino, si sposta, sostenendosi con le mani e spostandosi a piccoli tratti e ruotando circolarmente e in senso orario o antiorario, schema che gli permette di raggiungere gli oggetti che sceglie e di visualizzare in ogni momento lo spazio che lo circonda. 1.3.3.2 Rivoltarsi: si rivolta quando si gira parecchie volte di seguito dalla schiena al ventre e viceversa. Non è ancora un movimento volontario. 1.3.3.3 Rotolare( avanzare rotolando):si gira dalla pancia sulla schiena e ancora sulla pancia, sempre nella stessa direzione, almeno due o tre volte di seguito. In questo modo si avvicina sempre di più all obiettivo che si è posto, ben che rotolando, lo perde di vista ogni volta. 1.3.3.4 Strisciare sul ventre: striscia ventralmente quando, senza sollevare l addome dal piano d appoggio, si sostiene con le braccia e avanza tirando il tronco avanti, poi sposta le braccia davanti a sé e ancora avvicina il tronco alle mani. Talvolta all inizio si sposta all indietro. Può anche con le gambe più o meno distese, puntare le punte dei piedi e, più avanti, inserire lievi torsioni del bacino. In questo caso si spinge in avanti, oltre che con i piedi, con il ginocchio posto

lateralmente. Può compiere questo movimento sempre con la stessa gamba oppure alternativamente con tutte e due. Inoltre, del sistema di avanzamento ventrale esistono numerose varianti che il bambino ottiene combinando i movimenti di braccia, gambe e tronco. Strisciare sulla pancia può divenire un metodo di spostamento davvero rapido, determinato, con il quale il bambino può cambiare direzione a suo piacimento. 1.3.4 Cambiamenti di posizione per abbandonare o assumere la posizione ventrale. 1.3.4.1 Si volta sul fianco; aiutandosi con gli arti e ruotando insieme la testa e il tronco. Dalla posizione sul fianco ruota la testa e il tronco e, aiutandosi simultaneamente con le braccia e le gambe, torna sull addome. 1.3.4.2 Assume la posizione laterale con il gomito appoggiato quando, appoggiato su un avanbraccio, ruota lateralmente il tronco e solleva il braccio opposto. Può abbandonare questa posizione per tornare a quella ventrale, voltando il petto in direzione del piano d appoggio e spingendosi con l avanbraccio. 1.3.4.3Si alza a sedere su un fianco appoggiandosi su una mano: sostenendosi su un braccio teso, ruota su un fianco e sollevando l altro braccio dal piano di appoggio, piega una gamba. Abbandona tale posizione di partenza coricandosi di nuovo sull addome;; poi si gira verso il piano d appoggio, stendendo le gambe e appoggiando il braccio libero. Talvolta piega i gomiti. 1.3.4.4 Si alza sulle quattro gambe, portando le ginocchia sotto l addome, sollevando il tronco e mantenendo l appoggio sugli avambracci o sulle mani e sulle ginocchia. Dalla posizione a quattro gambe può sdraiarsi sul ventre, scivolando sulle braccia e sulle gambe fino a toccare il piano d appoggio.

2. Le posizioni transitorie 2.1 POSIZIONE LATERALE CON APPOGGIO SUL GOMITO 2.1.1Posizione statica fondamentale. Diciamo che il bambino è in posizione laterale con appoggio sul gomito, quando si distende su un fianco sostenendosi sull avambraccio e su gomito oppure solamente sul gomito. In questa posizione solo parte del fianco è appoggiata al piano. Testa, spalla e torace non sono più in contatto con esso. Ne fanno parò parte, oltre a un avambraccio e/o un gomito, la parte inferiore del tronco e gli arti inferiori, in primo luogo la gamba che rimane sotto. La posizione laterale con appoggio sul gomito è il primo passaggio verso la posizione seduta. Appare per la prima volta circa nello stesso periodo in cui il bambino inizia a strisciare sul ventre.

2.1.2 Movimenti possibili La testa si muove liberamente. Il bambino riesce a piegare il tronco, per sollevarlo dal piano d appoggio, e lo può ruotare anche avanti e indietro. Gli arti superiori: il braccio che non è in appoggio può essere mosso liberamente. L avambraccio o il gomito che servono da sostegno possono essere spostati solamente contro al piano d appoggio. Il bambino è libero di usare le mani per manipolare. Gli arti inferiori: la coscia si muove liberamente, quando non viene usata per mantenere l equilibrio. La gamba rimane mobile, sebbene non in ugual misura. 2.1.3 Spostamenti dalla posizione laterale con appoggio sul gomito Nello sviluppo motorio autonomo non è stato osservato alcuno spostamento in questa posizione. 2.1.4 Cambiamenti di posizione per abbandonare o assumere la posizione laterale con appoggio sul gomito. 2.1.4.1 Il bambino si stende sul fianco, facendo scivolare il braccio sul piano d appoggio e stendendolo allo stesso modo anche testa e spalla. Dalla posizione coricata su un fianco si alza nella posizione con il gomito in appoggio, spingendo su questo o su un avambraccio e sollevando la testa e la spalla dal piano. 2.1.4.2 Si sdraia sulla schiena, abbassandola, ruota indietro il busto e posa testa e spalle sul piano d appoggio. Dalla posizione sul dorso, si gira su un fianco, solleva dal piano d appoggio la testa e le spalle e,m puntando, un avambraccio, raggiunge la posizione laterale con il gomito in appoggio. 2.1.4.3 Si stende sul ventre, ruota il busto in avanti distendendo più o meno completamente le gambe. Dalla posizione ventrale, si volta su un fianco, spinge su un avambraccio e, piegando le gambe in maggiore o minore misura, assume la posizione laterale con appoggio sul gomito. 2.1.4.4 Si mette in posizione semiseduta: stende il braccio in appoggio, piega la gamba che sta sotto e si sostiene sulla mano. Di qui si corica nella posizione laterale sul gomito piegando il braccio in appoggio. 2.1.4.5 Il bambino si siede quando solleva l avambraccio e la mano dal piano d appoggio e radrizza il busto. Dalla posizione seduta si corica in quella laterale con il gomito appoggiato, inclinandosi da una parte e spostando il peso del corpo sull avambraccio.

2.2 POSIZIONE SEMISEDUTA CON APPOGGIO SU UNA MANO 2.2.3 Posizione statica fondamentale Diciamo che il bambino è in posizione semi-seduta con appoggio su una mano e, con il braccio teso, tiene il busto sollevato in modo tale che la maggior parte del peso del tronco sia sopportata dal gluteo corrispondente alla mano in appoggio. Le gambe sono piegate, una può anche avere il ginocchio sollevato e il piede in appoggio. Il peso è sostenuto principalmente dalla gamba che sta sotto. La posizione seduta laterale con la mano in appoggio compare dopo la posizione laterale sul gomito e prima della posizione seduta senza appoggio.

2.2.4 Movimenti possibili. La testa si muove liberamente. Può ruotare e inclinare il tronco verso la mano in appoggio oppure nella direzione opposta, all indietro; può anche inclinarsi e piegarsi in avanti. Gli arti superiori: Il braccio in appoggio può essere spostato solamente a contatto del piano, variando l angolo di flessione del gomito. L altro braccio si muove liberamente. Gli arti inferiori: generalmente le gambe fanno parte della superficie d appoggio e quindi possono essere mosse solamente su di esso. 2.2.5 Spostamenti nella posizione semi-seduta con appoggio su una mano. Non è stato osservato nessuno spostamento in questa posizione. 2.2.6 Cambiamenti di posizione per abbandonare o per assumere la posizione semi-seduta con appoggio su una mano. 2.2.7 Il bambino scende nella posizione laterale con appoggio sul gomito, facendo scivolare il braccio in appoggio e piegando il gomito. Dalla posizione laterale sul gomito si alza in posizione seduta laterale con la mano appoggiata, stendendo il braccio in appoggio. 2.2.4.2 Si stende sul ventre, girandosi verso il piano d appoggio stendendo le gambe e sostenendosi con il braccio libero. A volte piega anche i gomiti. Dalla posizione ventrale, può alzarsi direttamente in posizione essendo coricato, stia già puntando con le mani e le braccia distese: allora si volta sul fianco, piega le gambe e solleva il braccio libero. 2.2.4.3 Si mette a quattro gambe sulla ginocchia, ruotando il busto, sollevando i glutei e appoggiando mani e ginocchia. Dalla posizione a quattro gambe, assume la posizione seduta laterale con appoggio sulla mano abbassando lateralmente il sedere, portandolo accanto ai piedi e sollevando una mano. 2.2.4.4 Si mette a sedere eretto, partendo dalla posizione ventrale fa scivolare la mano d appoggio spostando il peso del tronco su entrambe le ossa ischiatiche. Così raddrizza il busto, in modo che il braccio in appoggio viene liberato dal peso del tronco e si può muovere. Da seduto, il bambino assume la posizione laterale con la mano in appoggio inclinando il tronco da una parte e sorreggendosi in parte anche su braccio teso e la mano aperta.

2.3POSIZIONE A QUATTRO GAMBE 2.3.1 Posizione statica fondamentale. Diciamo che il bambino sta a quattro gambe quando si tiene in appoggio sulle ginocchia, sulle ginocchia, sul dorso o sulle dita dei piedi e sulle mani o sugli avambracci. Il troco è completamente sollevato dal piano di appoggio e quasi parallelo ad esso. La posizione della testa è generalmente determinata dalla direzione in cui il bambino guarda e influisce anche sul modo di tenere il dorso, che può essere dritto o incurvato verso l alto o verso il basso. I gomiti possono essere distesi o piegati. La posizione a quattro gambe rimane prevalentemente il presupposto fondamentale dello spostamento, fino a camminare con sicurezza. 2.3.2 Movimenti possibili

La testa si muove liberamente. Il bambino può piegare e ruotare il busto da entrambe le parti. I due movimenti possono essere combinati. A seconda di dove il bambino dirige lo sguardo o di come tiene la testa, il tronco può essere dritto o incurvato verso l alto o verso il basso. Gli arti superiori: mentre si sostiene con una mano e con entrambe le ginocchia, muove l altro braccio liberamente. Gli arti inferiori: se si sostiene con entrambe le mani e un solo ginocchio, muove l altra gamba liberamente. Movimenti simultanei degli arti superiori e inferiori: può sollevare per un attimo il braccio e una gamba contemporaneamente, generalmente quelli opposti. Prima di iniziare a spostarsi a quattro gambe, si esercita a distribuire il peso avanti e indietro, dondolandosi in questa posizione. 2.3.3 Spostamenti nella posizione a quattro gambe. 2.3.3.1 Andare a quattro gambe sulle ginocchia ( gattonare, andare a carponi, per altri autori): il bambino cambia appoggio spostando il peso da una mano e dal ginocchio opposto all altra mano e l altro ginocchio, mentre contemporaneamente sposta in avanti gli altri arti che non sono in appoggio. Così facendo avanza. Quando il bambino cammina a quattro gambe, le ginocchia e le anche sono piegate e il tronco è sollevato dal piano d appoggio. Talvolta si appoggia anche sugli avambracci. Diverse possibilità per camminare a quatto gambe: spostarsi su un fondo liscio o irregolare; entrare e uscire da un oggetto cavo; strisciare sotto attrezzi o mobili; salire o scendere da uno oggetto; percorrere una lieve discesa o le scale. L andare a quattro gambe, nella successine dei movimenti si spostamento, generalmente compare dopo lo strisciare e prima dell andatura dell orso e del camminare. Per giocare anche i bambini che sanno già camminare bene continuano ad avanzare a quattro gambe. 2.3.4 Cambiamenti di posizione per assumere o abbandonare la posizione a quattro gambe. 2.3.4 Il bambino si stende sull addome, facendo scivolare le mani e le ginocchia e portando il busto contro il piano d appoggio. Dalla posizione ventrale si alza sulle quattro gambe, puntando mani e ginocchia e sollevando il busto. 2.3.4.2 Il bambino assume la posizione semi-seduta laterale con l appoggio di una mano e di uno dei glutei fra la mano d appoggio e il tallone dello stesso lato. Da tale posizione si alza a quattro gambe ruotando il tronco, sollevando il sedere e

spostando il peso sulle ginocchia e sulle mani. 2.3.4.3 Si mette seduto raddrizzando il tronco fino alla verticale e appoggiando il sedere sui talloni o fra i talloni con le gambe piegate e divaricate oppure a sinistra o a destra dei talloni sul piano d appoggio. Da seduto, si mette a quattro gambe, sollevando il sedere e sostenendosi con le mani e le ginocchia. 2.3.4.4 Si alza nella posizione eretta in ginocchio, dapprima tenendosi, poi senza sostegno, raddrizzando il tronco e caricando il peso sulle ginocchia e sulle cosce. Dalla posizione in ginocchio, assume quella quattro gambe, chinandosi in avanti e appoggiando le mani.

2.4 POSIZIONE DLL ORSO 2.4.1 Posizione statica fondamentale Il bambino è nella posizione dell orso quando si appoggia sulle mani e sulla pianta dei piedi, tenendo le braccia e le gambe più o meno tese. Riesce a mantenere l equilibrio anche con tre soli punti di appoggio. Il tronco si allontana dal pavimento e dal piano orizzontale quanto più le gambe sono tese e le braccia in verticale o quasi. In questa posizione i piedi sono volti in avanti. La testa è più bassa del bacino, a volte viene anche usata come punto d appoggio. 2.4.2 Movimenti possibili La testa si muove liberamente. Riesce a piegare o ruotare il busto da entrambe le parti. È possibile anche la combinazione di due movimenti. A seconda della posizione in cui volge lo sguardo e della posizione in cui tiene la testa, il dorso può essere diritto o arcuato, verso l alto o verso il basso. Gli arti superiori: il braccio che non è d appoggio si può muovere liberamente. Gli arti inferiori: la gamba che non è d appoggio si può muovere liberamente. Movimenti simultanei degli arti superiori e inferiori: per qualche istante il bambino può alzare contemporaneamente la mano e la gamba opposte. 2.4.3 Spostamenti nella posizione dell orso 2.4.3.1 Nell andatura dell orso il bambino si muove in avanti a passi alternati, per farlo solleva una mano o un piede soltanto, oppure

contemporaneamente i due arti opposti. Ecco le diverse possibilità per usare la posizione dell orso: Può avanzare su un fondo liscio o irregolare o passare sotto gli oggetti. Può entrare e uscire da un oggetto cavo, salire e scendere da un lieve pendio, percorrere nei due sensi una scala a pioli o gradini, mandando avanti la testa oppure i piedi. 2.4.4. Cambiamenti di posizione per abbandonare o assumere la posizione dell orso. 2.4.4.1 Si mette a quattro gambe flettendo le ginocchia e appoggiandole a terra. Di qui assume la posizione dell orso, distendendo le gambe e appoggiando le piante dei piedi. 2.4.4.2 Il bambino si accovaccia, flettendo le ginocchia, spostandosi sulla piante dei piedi e raddrizzando il busto. Le mani possono essere sul piano d appoggio o sollevate. Dalla posizione accucciata assuma la posizione dell orso chinandosi in avanti, appoggiando le mani e distendendo in misura maggiore o minore le ginocchia. 2.4.4.3 Si alza in piedi, raddrizzando progressivamente il busto e, tenendo di solito le gambe divaricate con un angolo di flessione più o meno ampio delle anche e delle ginocchia, distribuisce il suo peso sulle piante dei piedi. Si alza in piedi afferrandosi a un oggetto stabile oppure senza sostegno, dopo essersi dato una spinta con le mani sul pavimento. Dalla posizione eretta scende in quella dell orso, piegandosi in avanti, e appoggiando entrambe le mani a terra.

2.5 POSIZIONE ERRETTA SULLE GINOCCHIA 2.5.1 Posizione statica fondamentale. Il bambino è eretto sulle ginocchia quando tiene il busto più o meno verticale e carica il suo peso sulle ginocchia. Contribuiscono all appoggio anche il dorso o le dita dei piedi. Il sedere non ha contatto con i piedi, né con il pavimento. Le anche possono essere distese o leggermente piegate. Il bambino tiene la testa eretta, salvo che non segua la direzione dello sguardo. All inizio si tiene con entrambe le mani o con una;; più avanti si mette in ginocchio anche senza sostegno. Può anche toccare terra con le mani, senza per questo appoggiarsi. Quando sta in ginocchio su una gamba sola, carica il peso prevalentemente sul ginocchio in appoggio, ma anche in parte sul piede dell altra gamba, di solito piegato.

2.5.2 Movimenti possibili. La testa si muove liberamente. Può piegare il tronco lateralmente, in avanti e indietro e lo può anche ruotare a destra e a sinistra. Questi tre momenti possono anche essere combinati tra loro. Gli arti superiori: se il bambino usa le mani per tenersi, egli può solamente piegare o distendere le braccia. Se si tiene con una mano sola, egli può muovere liberamente un braccio; se non si tiene affatto può muovere entrambe le mani. Gli arti inferiori: il bambino può piegarli e distenderli in corrispondenza delle anche e sollevare o appoggiare davanti a sé, alternativamente un piede o l altro. 2.5.3 Spostamenti nella posizione sulle ginocchia. 2.5.3.1Camminare sulle ginocchia: quando è eretto in ginocchio, il bambino può avanzare tendendo anche il busto eretto o leggermente inclinato avanti, caricando il peso su un ginocchio e spostando avanti l altro alternativamente. Quando avanza sulle ginocchia, può tenersi oppure muoversi senza sostegno. 2.5.4 Cambiamenti di posizione per abbandonare o assumere la posizione eretta sulle ginocchia. 2.5.4.1 Il bambino scende sulle quattro gambe piegando il busto in avanti appoggiando le mani a terra. Dalla posizione a quattro gambe si alza eretto in ginocchio, sollevando le mani da terra e mantenendosi in equilibrio sulle ginocchia. Per farlo, si attacca a qualcosa oppure si alza senza sostegno. 2.5.4.2 Si mette seduto, appoggiando il sedere sui talloni o in mezzo ad essi. Da seduto si alza eretto in ginocchio, distendendo le anche e sollevando il sedere. 2.5.4.3 Il bambino si accovaccia, tenendosi con la mano a qualche oggetto oppure appoggiandosi al pavimento, spostando il peso sul lato di appoggio, sollevando l altro ginocchio e appoggiando a terra completamente la pianta del piede. Allo stesso modo appoggia anche il secondo piede. In posizione accovacciata si alza eretto sulle ginocchia, appoggiandole a terra e stendendo le anche in misura maggiore o minore. Per farlo può attaccarsi o no a un sostegno. 2.5.4.4 Si alza in piedi, generalmente passando dalla posizione in ginocchio su una gamba, appoggiando quindi un piede davanti a sé e caricandolo con il suo peso. Per alzarsi distende il ginocchio e l anca;; porta in avanti anche il secondo piede e distribuisce il peso su entrambi. D alla posizione in piedi, si mette in ginocchio appoggiando contemporaneamente entrambe le ginocchia oppure inginocchiandosi dapprima su una gamba sola.

2.6 POSIZIONE ACCOVACCIATA. 2.6.1 Posizione statica fondamentale. Il bambino si accovaccia quando, con le anche e le ginocchia piegate al massimo, mantiene l equilibrio in asse sopra i talloni. Di solito il tronco è poco inclinato in avanti. La posizione della testa è determinata dalla direzione dello sguardo. Le natiche sono molto vicine al pavimento, ma non lo toccano. D Di solito le gambe sono divaricate, con i piedi rivolti in avanti. Braccia e mani possono contribuire al mantenimento dell equilibrio: il bambino teneva una o entrambe per attaccarsi a qualcosa pe appoggiarsi a terra, oppure come contrappeso. 2.6.2 Movimenti possibili. La testa si muove liberamente. Il bambino può piegare il busto o ruotarlo lateralmente. Può anche compiere i due movimenti insieme. Gli arti superiori: quando si tiene in appoggio su una mano sola, gli rimane libero solo un braccio, se mantiene la posizione senza alcun sostegno, può utilizzare liberamente entrambe le mani. Gli arti inferiori: il grado di flessione e di divaricazione può essere variabile. 2.6.3 Spostamenti nella posizione accovacciata. È raro che il bambino si sposti stando accovacciato ed eventualmente ciò avviene quando ha già imparato a camminare. Comunque i sistemi per avanzare in tale posizione sono due: nell andatura dell anatra si muove in avanti a piccoli

passi, si appoggia con le mani al pavimento oppure senza sostegno; quando salta a ranocchio, da accovacciato, distende le braccia in avanti, sposta il suo peso fino ad appoggiare le mani a terra, poi avvicina le gambe alle mani con un piccolo salto. Per farlo, solleva il sedere e si dà la spinta spingendo con i metatarsi e con le dita dei piedi. Poi carica il nuovo peso sui piedi e stende le braccia per il salto successivo. 2.6.4 Cambiamenti di posizione per abbandonare o per assumere la posizione accovacciata. 2.6.4.1Il bambino si mette a quattro gambe piegandosi in avanti e distribuendo il peso sulle mani e sulle ginocchia. Sposta il peso sulle piante dei piedi e, dopo aver raddrizzato il busto, assume la posizione accovacciata. 2.6.4.2 Assume la posizione dell orso, piegandosi, appoggiando aa terra mani e piedi e stendendo le ginocchia. Dalla posizione dell oro, si accovaccia flettendo le ginocchia, spostando il peso sulle piante dei piedi e raddrizzando il busto. Tiene le mani sollevate o le lascia appoggiate a terra. 2.6.4.3 Il bambino s inginocchia portando il peso in avanti, appoggiando le ginocchia a terra, con le anche più o meno distese e il busto eretto. Dalla posizione in ginocchio eretta, si accovaccia, sollevando le ginocchia da terra e spostando il peso sulle piante dei piedi. Con le mani si dà la spinta necessaria per alzarsi da terra oppure si attacca a un oggetto stabile. Altre volte si accovaccia senza tenersi. 2.6.4.4 Il bambino si mette seduto, spostando il peso dai piedi ai glutei e abbassandosi fino a terra. Da seduto, è raro che si metta direttamente in posizione accovacciata; se mai, lo fa quando si trova davanti a qualcosa cui si può attaccare. 2.6.4.5Il bambino si alza in piedi distendendo le articolazioni delle ginocchia e delle anche, di solito a gambe divaricate. Per farlo si attacca saldamente a qualcosa, o si dà una piccola spinta con le mani a terra oppure si alza completamente senza sorreggersi. Dalla posizione in piedi, tenendosi a qualcosa o senza sostegno, si accovaccia, piegando ginocchia e anche.

3 La posizione seduta 3.1 IL BAMBINO STA SEDUTO 3.1.3 Posizione statica fondamentale. Il bambino sta seduto quando riesce a mantenere il busto eretto in equilibrio sulle natiche. Quando è seduto a terra, con le gambe piegate o tese, aumenta la superficie d appoggio. Se si siede su qualche oggetto adatto, il contatto della pianta dei piedi con il pavimento lo aiuta a mantenersi eretto in equilibrio. Quando è sicuro in questa posizione, generalmente tiene il bacino dritto. Anche la testa è eretta sulla colonna vertebrale completamente distesa, quando non segue la direzione dello sguardo. Anche la schiena resta dritta, sia che il bambino sieda a terra sia su qualcosa di più alto, e non è appoggiata, nemmeno se il sedile ha lo schienale. I bambini che sanno mantenere bene la posizione seduta si appoggiano ancora

a terra talvolta con una o entrambe le mani oppure si afferrano a un sostegno. Grazie a tutti gli altri movimenti, ( strisciare, quattro gambe e le posizioni transitorie) infatti, la muscolatura del tronco si irrobustisce e il bambino riesce a tenere la schiena sempre più dritta avendo un equilibrio maggiore. È capace di stare seduto, quando si siede da sdraiato o in piedi senza aiuto, senza attaccarsi a un sostegno e non ha bisogno di appoggiare la schiena, né le mani per mantenere l equilibrio. Sa stare seduto, quando è in grado di variare o abbandonare da sé la posizione e riesce, stando seduto, a muovere liberamente la testa, il tronco e gli arti superiori senza perdere l equilibrio. Il bambino messo in posizione seduta, o mantenuto in tale posizione da oggetti, sostegni, o con l aiuto dell adulto, non è considerato capace di star seduto, sino a quando non raggiungerà la posizione autonomamente. La definizione corretta, infatti, sarebbe mantiene la posizione seduta. 3.1.4 Movimenti possibili. La testa si muove liberamente. Il bambino può piegare e ruotare il tronco da entrambe le parti, può chinarsi in avanti o indietro. Inoltre può inclinare il busto eretto in avanti o indietro, flettendo le articolazioni delle anche. Gli arti superiori: si possono muovere liberamente, se non svolgono una funzione di sostegno. Gli arti inferiori: contribuiscono in maniera decisiva a mantenere il busto in posizione eretta, soprattutto grazie alla mobilità delle anche. Se il bambino siede a terra, a seconda della posizione, può muovere liberamente una o entrambe le gambe, piegandole, distendendole, o ruotandole sul piano d appoggio. 3.1.5 Spostamenti in posizione seduta. Nello sviluppo motorio autonomo non si registrano spostamenti in questa posizione, visto gli schemi acquisiti dal bambino, e utilizzati in precedenza. A volte è stato comunque osservato lo strisciare in posizione seduta: il bambino stando seduto, mette in appoggio alternativamente mani o piedi e, con le ginocchia piegate, sposta il seder in avanti strisciando a terra. ( schema osservato solo in bambini che aveva avuto minori occasioni di altri spostamenti, per malattie o difficoltà motorie) 3.1.6 Cambiamenti di posizione per abbandonare o assumere la e sulle ginocchia.. 3.1.6.1 Il bambino si mette semi-seduto con appoggi quando inclinato il tronco lateralmente e si appoggia sulla mano, tenendo il braccio teso. Dalla posizione laterale in appoggio si mette in posizione seduta distribuendo il peso sulle ossa ischiatiche, liberando la mano in appoggio.. 3.1.6.2 Assume la posizione laterale con appoggio sul gomito, inclinandosi lateralmente e appoggiandosi sull avambraccio. Dalla posizione laterale a gomito appoggiato, dallo stesso lato si spinge sull avambraccio e sulla mano per staccarsi dal piano di appoggio e raddrizza il tronco fino a trovarsi

in posizione seduta.. 3.1.6.3 Il bambino si mette a quattro gambe partendo dalla posizione seduta laterale o sui talloni o fra i talloni, appoggiandosi su entrambe le mani, sollevando i glutei e caricando il peso sulle mani e sulle ginocchia. Da questa posizione raddrizza il busto e si mette a sedere, spostando il peso indietro e appoggiando i glutei sui talloni o fra i talloni oppure lateralmente, accanto ai talloni.. 3.1.6.4 Il bambino si mette eretto in ginocchio quando, stando seduto sui talloni o fra essi, solleva i glutei e sposta il peso sulle ginocchia. Dalla posizione eretta in ginocchio, si siede, abbassando il sedere sui talloni o fra essi. Il tronco non perde la posizione eretta. 3.1.6.5 Il bambino si può alzare in piedi direttamente da seduto solamente se si alza da un sedile rialzato da terra, con le piante dei piedi appoggiate a terra. Sposta il carico del busto inclinandolo in avanti e si alza in piedi distendendo le articolazioni delle anche e delle ginocchia. Quando è in piedi, può direttamente sedersi solo se si siede su un oggetto rialzato da terra. Inclina il busto in avanti, piega le anche e le ginocchia e appoggi il sedere, spostando il peso dalla pianta dei piedi alle ossa ischiatiche.

4 Posizione in piedi 4.1 IL BAMBINO STA IN PIEDI 4.1.1 Posizione statica fondamentale. Diciamo che il bambino sta in piedi quando si mantiene completamente l equilibrio, bilanciandosi sulla pianta dei piedi in posizione più o meno eretta. Se il peso del corpo è caricato al centro della pianta dei piedi, il carico sarà distribuito

fra punta e il tallone. Il peso, distribuito in questo modo, contribuisce a formare l arco nei piedi, tenuti paralleli e anche nei casi in cui all inizio siano rivolti verso l interno. Dapprima si tiene con entrambe le mani o una sola, oppure tenta di mantenere l equilibrio con le braccia e le mani. Più avanti, quando cammina con tranquillità, senza bisogno di tenersi, abbandona le braccia lungo il corpo. Generalmente inizia a stare in piedi con le gambe divaricate, le ginocchia e le anche leggermente piegate e, di conseguenza, il busto non perfettamente eretto. A volte i piedi sono rivolti all esterno. Più tardi, quando è capace di mantenersi in piedi con le gambe unite e le ginocchia e le anche tese, tiene i piedi rivolti in avanti. Il bambino è realmente in grado di stare in piedi quando sa alzarsi da solo, senza essere aiutato, e in questa posizione, riesce a muovere liberamente testa, tronco, braccia e gambe senza perdere l equilibrio. Viceversa, non sa stare in piedi de l adulto che lo alza e che lo tiene sotto le ascelle o per le mani. In questo caso il piccolo, infatti, riesce solo a puntare i piedi verso terra, spesso toccando il suolo solo con le punte o i talloni. 4.1.2 Movimenti possibili. La testa si muove liberamente. Il tronco e gli arti superiori ed inferiori si muovono liberamente in tutte le direzioni. Gli arti inferiori: la mobilità delle caviglie gli consente di mantenere l equilibrio quando è in piedi. Il bambino generalmente tiene appoggiati a terra entrambi i piedi e, finché sta in piedi reggendosi a un sostegno, fa largo uso della flessione e della distensione delle ginocchia e delle anche: ondeggia. Se riesce, con o senza sostegno a stare in piedi su un piede solo, può muovere liberamente l altra gamba in tutte le direzioni. 4.1.3 Spostamenti in piedi. 4.1.3.1 Quando il bambino compie qualche passo reggendosi a un sostegno, non significa ancora che sappia davvero camminare, anche se i piedi sono rapidi e sicuri. Quando cambia piede ancora, si tiene a qualche sostegno o sbarre. Può anche attaccarsi alternativamente a diversi oggetti stabili e spostarsi inizialmente compiendo piccoli passi aterali, con i piedi paralleli. Né sa camminare quando compie qualche passo guidato dall adulto per due o una sola mano o sorretto da particolari oggetti. 4.1.3.2 Il bambino cammina quando si muove da solo con il busto eretto, spostando a ogni passo il peso del corpo da un piede all altro, senza bisogno di attaccarsi per mantenere l equilibrio. Quando cammina, ha sempre un piede a terra, i piedi non sono mai sollevati contemporaneamente. Sa farlo su un fondo liscio o irregolare, su un piano orizzontale o inclinato. Sa salire e scendere le scale, dapprima

usando sempre lo stesso piede, percorrendo un gradino alla volta, poi alternando i piedi per scendere uno scalino dopo l altro. 4.1.3.2.1 Il bambino fa alcuni pasi senza sostegno, avanza con incertezza, mantenendo l equilibrio con le braccia aperte. Di solito procede a piccoli passi, a gambe divaricate, piedi rivolti avanti e le dita deipiedi come se volessero afferrare il terreno. Tutta l attenzione del bambino è rivolta a mantenere l equilibrio;; si aiuta anche bilanciandosi con le mani per mantenere a ogni passo il peso alcentro del piede. Spesso compie i primi passi senza sostegno tenendo un giocattolo in mano, come se cercasse un appiglio, andatura che caratterizza le prime settimane che seguono il momentoin cui il bambino si è messo in piedi per la prima volta, da solo. 4.1.3.2.2.Il bambino cammina con sicurezza, quando riesce con facilità a cambiare direzione mentre cammina; si arresta rimanendo in piedi senza difficoltà e riprende a camminare altrettanto facilmente. Non appoggia le mani e non si attacca a nulla. 4.1.4 Cambiamenti di posizione per abbandonare o per assumere la posizione in piedi. 4.1.4.1 Si accovaccia quando, generalmente a gambe divaricate, flette del tutto le articolazioni delle anche, delle ginocchia e dei piedi. Dalla posizione accovacciata si alza in piedi stendendo le gambe. 4.1.4.2 Si mette in ginocchio eretto appoggiando a terra prima in ginocchio, poi l altro oppure entrambi insieme. Di qui, si alza in piedi, le prime volte tenendosi con le due mani o con una sola, appoggiando un piede davanti a sé e poi caricando il peso su di esso, poi sull altro e quindi alza tenendo le ginocchia. 4.1.4.3 Il bambino assume la posizione dell orso chinandosi e appoggiandole mani al pavimento. Il bambino abbandona la posizione dell orso e si alza in piedi, spostando il peso sulla pianta dei piedi e raddrizzando progressivamente il tronco. Piò attaccarsi a un mobile oppure alzarsi senza sostegno, dandosi una spinta da terra con le mani. Questo modo di alzarsi precede immediatamente i primi passi o compare nel medesimo periodo. 4.1.4.4 Quando è in piedi, si può sedere direttamente solo su un sedile rialzato da terra, inclinando in avanti il busto, piegando le ginocchia e le anche e, mentre il sedere è appoggiato, sposta il peso dalla pianta dei piedi alle ossa ischiatiche. Si può alzare in piedi direttamente da solo se è seduto su un oggetto rialzato da terra, con le piante dei piedi a contatto del pavimento. Inclina il busto in avanti, carica il peso della parte superiore del corpo sui piedi e si alza, distendendo le articolazioni delle anche e delle ginocchia. In tutti questi movimenti può tenersi oppure agire senza sostegno.

Le ricerche scientifiche svolte dalla pediatra, madre e direttrice del centro Lóczy, Emmi Pikler, hanno reso possibile la creazione di questi affascinanti studi sullo

sviluppo motorio del bambino, donando a esperti, studiosi, professionisti, ma soprattutto alle famiglie e i loro bambini, un metodo educativo mirato a favorire, realmente, lo sviluppo del bambino. Attraverso l osservazione dei disegni, che accompagnano l opera di EP, è possibile vedere come lo sviluppo motorio spontaneo, permetta al bambino di scoprire se stesso, l ambiente, il movimento, il piacere, secondo le sue originali iniziative, sostenute da una sicurezza corporea, affettiva, e ambientale.