DOSSIER Lunedì, 09 febbraio 2015



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DOSSIER Lunedì, 09 febbraio 2015 6 9 febbraio 09/02/2015 La Nuova Prima Pagina Pagina 10 Valorizzazione del commercio: 4 progetti E' possibile presentare le... 1 08/02/2015 Pagina 13 «Non si devono disperdere i legami con il territorio» 2 06/02/2015 Tempo Franchising: un'opportunità? 4 06/02/2015 Pagina 4 I consumi proprio non ingranano 5 05/02/2015 Notizie Avanti c'è posto 6 05/02/2015 Voce Sarà il franchising a salvare il dettaglio? 7

9 febbraio 2015 Pagina 10 La Nuova Prima Pagina SASSUOLO Buoni fino a 1000 euro su 65mila euro di contributi complessivi. Valorizzazione del commercio: 4 progetti E' possibile presentare le domande per i voucher E' ancora possibile presentare le domande per ottenere il Voucher, fino a mille euro, per i nuovi esercizi che hanno aperto o apriranno entro il 30 giugno prossimo in centro storico. Il Voucher rientra nel progetto di «Valorizzazione del Commercio in Centro Storico» che vede uniti Comune di Sassuolo, Comitato Commercianti del Centro Storico, Cna, Lapam, Confcommercio, Confesercenti e i loro Cat. Si tratta di 50.000 euro di contributi regionali e 15.000 euro di contributi comunali destinati al progetto di «Valorizzazione del Centro Storico». Sono quattro i progetti che, attraverso questi fondi, verranno finanziati. Sassuolo a Bottega è un' azione di sostegno alla creazione di nuove imprese che viene realizzata nell' ambito del Progetto sperimentale di valorizzazione e gestione condivisa del centro storico di Sassuolo. I soggetti che potranno accedere al bando saranno le newco operanti nel settore terziario commercio e pubblici esercizi con nuova apertura nel centro storico del Comune di Sassuolo effettuata nel periodo dal 01/01/2015 al 30/06/2015. Le aziende avranno diritto ad un voucher di 1.000 euro da utilizzare per servizi di consulenza tecnica e per servizi di comunicazione (massimo 40% del valore complessivo). di promozione commerciale dei negozi del centro storico. Nel portale ruoteranno tutte le promozioni singole di ogni attività che volesse pubblicizzare eventi tipici della propria azienda (sconti, promozioni...) e quelle collettive e coordinate all' interno del centro stesso. SASSUOLOCENTRO Questo progetto punta sui due eventi sassolesi: I Giovedì di Luglio e le Fiere d'ottobre. I contributi saranno finalizzati alla realizzazione di eventi che amplino il periodo e le occasioni di visita al centro storico, anche integrandole con iniziative culturali, sportive e ludiche oltre alla realizzazione di un piano di comunicazione per la valorizzazione dell'immagine del centro storico di Sassuolo. I servizi logistici saranno affidati a SGP. 1

8 febbraio 2015 Pagina 13 «Non si devono disperdere i legami con il territorio» «I flussi del credito non vanno concentrati a danno della nostra economia» Il decreto non convince e si spera in una revisione. Carretti voce fuori dal corobanche»gli IMPRENDITORI COMMENTANO LA RIFORMA DELLE POPOLARI. Il decreto di riforma delle 10 maggiori banche Popolari italiane, destinate a essere trasformate da cooperative a società per azioni, fa discutere e coinvolge a pieno titolo il mondo imprenditoriale modenese. A Modena ha sede Bper per non parlare di Bsgsp, controllato dal Banco Popolare. Ecco allora una serie di valutazioni e pareri di imprenditori e loro rappresentanti sui possibili mutamenti dei rapporti fra aziende e settore bancario. Silvia Manicardi, imprenditrice del commercio, è anche presidente Lapam della zona di Modena: «Il modello dell' economia globalizzata afferma va coniugato con i sistemi di economie locali che hanno fatto la storia e il successo del made in Italy. Proprio le banche popolari sono state e devono continuare a essere protagoniste di questo processo perché, anche grazie alla loro struttura societaria, sono attente e rispettose delle esigenze delle piccole imprese radicate nel territorio. Nella nostra zona lo sviluppo delle pmi commerciali e artigianali è storicamente legato a istituti bancari attenti alle esigenze degli imprenditori e capaci di "leggere" con sapienza le singole situazioni e di intervenire in modo adeguato. Ci auguriamo che le banche popolari non siano messe nelle condizioni di dovere perdere lo stretto rapporto con il territorio e con il tessuto economico del Paese, per questo siamo contrari alla riforma». «Innanzitutto dice Umberto Venturi, presidente di Cna Modena occorre sgombrare il campo da un equivoco: la forma cooperativa delle banche non è di per sé un disvalore. A dimostrarlo ci sono esempi europei come quello tedesco, dove landesbanke e le sparkasse operano al fianco dei grandi gruppi, ciascuno con la sua peculiarità giuridica. E mi pare anche che la crisi finanziaria non sia stata provocata dalle piccole banche, ma piuttosto dai grandi gruppi. Detto questo, è evidente che alcune Popolari abbiano raggiunto una dimensione tale da rendere necessaria una riforma. Nel perseguirla, però, occorre tenere conto dei legami con il territorio di gran parte di questi istituti di credito e che "liberalizzarle" in toto, ovvero trasformarle in spa, implica il rischio che queste possano diventare prede di grandi fondi internazionali che a loro volta potrebbero decidere di investire la raccolta in altri Paesi. La proposta di autoriforma presentata da Assopopolari va tenuta in considerazione, non fosse altro perché i provvedimenti condivisi sono quelli che hanno più efficacia». Gilberto Luppi, imprenditore meccanico di Camposanto e San Felice, è anche membro di Giunta Continua > 2

8 febbraio 2015 Pagina 13 < Segue Lapam: «Il problema dell' accesso al credito è un problema generale dice Luppi Ovviamente gli istituti che lavorano di più sono quelli che hanno più radicamento sul territorio, perché hanno anche un valore sociale. Non si deve andare verso l' uniformità del sistema bancario, crediamo ci debba essere un equilibrio e che l' offerta debba essere ampia e diversificata: di per sé diventare grandi non è necessariamente un fatto positivo. Dobbiamo registrare come il localismo bancario abbia contribuito allo sviluppo del sistema produttivo italiano rappresentato per il 95% da piccole e piccolissime imprese. Per questo siamo contrari alle ipotesi di riforma delle banche popolari e chiediamo un ripensamento e una revisione del provvedimento». Giacomo Ferraresi, responsabile Area economico finanziaria di Apmi Confimi Impresa Modena: «La principale preoccupazione delle nostre imprese, anche in relazione a questo annuncio, è la disponibilità di credito, che ha a che fare con la capacità delle banche di essere a stretto contatto con l' azienda e con l' imprenditore, di conoscerne la storia e, non ultimo, di poterne valutare la visione e i progetti. La tenuta e la crescita delle nostre pmi non può essere accompagnata da robot che stilano asetticamente indici e statistiche. Risulta quindi elemento sempre più indispensabile che la banca sia davvero "vicina" all' impresa, che "respiri la stessa aria", che ne conosca storia e uomini. Non spaventa quindi l' eventualità di lavorare con istituti di grandi dimensioni, la tendenza è in questa direzione; abbiamo esempi assolutamente positivi di grandi banche molto vicine al territorio e alle nostre piccole e medie imprese. La nostra preoccupazione è che l' eventuale mutata morfologia del sistema bancario corrisponda a una volontà di concentrare anche i flussi del credito, a danno delle economie come la nostra. È soprattutto su questo pericolo che occorre vigilare». Sicuramente aperto alla riforma l' imprenditore carpigiano Giorgio Carretti, titolare di un' azienda tessile di Carpi. «Oggi dice Carretti l' imprenditore che si rapporta con un istituto di credito non guarda certo la ragione sociale del partner finanziario. A fare la differenza sono le condizioni praticate, l' assistenza: è il mercato, e non la forma societaria, il soggetto che impone le regole per fare profitto. Di sicuro le banche sono imprese come tutte le altre, per cui comunque, opereranno in una logica di profitto indipendentemente dal modello di governance adottato. Rimane da valutare l' impatto che potrebbe avere l' ingresso, nel management delle popolari, di gruppi stranieri, facilitati in queste operazioni dalla trasformazione in spa. Ma non si deve demonizzare questa eventualità: credo che una delle motivazioni che potrebbero spingere grandi investitori ad acquisire banche locali sia proprio il valore delle relazioni che queste ultime non vorranno azzerare». Andrea Abbruzzese, patron della Next Italia, azienda attiva nella produzione e nel commercio di capi tech e di borse e accessori: «È evidente come sia stata proprio la struttura cooperativa delle banche popolari a garantire un forte legame tra credito e sistema economico produttivo territoriale, capace di fare crescere le imprese locali è il parere di Abbruzzese Dunque la prospettata riforma pone interrogativi seri su come potrebbe essere cambiata la vocazione delle banche popolari a cui siamo affezionati. Ma l' auspicio è che la loro possibile trasformazione in spa porti con sé una ventata di aria fresca, prima ancora che un nuovo apporto di capitali, capace di fare tornare con vigore la voglia di investire e accompagnare sui mercati internazionali pmi di assoluto valore e per le quali, di fronte a un mercato interno sempre più asfittico, quella dell' export è strada obbligata». Eugenia Bergamaschi di Confagricoltura Modena: «Cosa comporterà questa riforma per il mondo dell' agroalimentare ancora non è possibile saperlo, ma rimaniamo vigili su come evolverà e su quali saranno le ripercussioni. Non è una novità che queste banche si interessino a noi: investendo nel settore agricolo, le banche hanno sempre perso poco, il loro rischio è vicino allo zero, perché la maggior parte delle aziende agricole rispetta gli impegni». 3

6 febbraio 2015 Tempo Franchising: un'opportunità? Il franchising non è sinonimo di successo. Non rappresenta la ricetta contro la crisi ma può costituire un'alternativa, un'opportunità al commercio tradizionale. Un canale di vendita che, in questo momento storico, sta prendendo piede e quindi necessita di essere maggiormente compreso, per poterne valutare pro e contro. Con queste parole Tommaso Leone, imprenditore e presidente di Confcommercio Carpi ha introdotto il seminario dal tema Franchising e forme di finanziamento. Il franchising può essere un'occasione di rilancio, uno strumento per riconvertire la propria attività e avere alle spalle un sistema consolidato che, a fronte di un mercato che non ammette errori, ti sostiene e ti tutela ma, lo ribadisco prosegue Leone anche un esercizio in franchising presenta rischi imprenditoriali che devono essere valutati con grande attenzione. Il volume del commercio carpigiano è costituito in larga parte dal commercio tradizionale ma, a fronte dell'ascesa del fenomeno franchising, Confcommercio (che da sempre segue le pratiche di finanziamento alle attività attraverso Confidi e banche, spiega il presidente) ha deciso, insieme ad Assofranchising, di essere ancor più vicina ai propri associati, proponendo un momento di informazione relativamente alle forme di finanziamento offerte dal sistema bancario per l'avvio e la gestione di punti vendita in affiliazione commerciale. Il nostro desidero sottolinea Tommaso Leone è quello di essere sempre più degli specialisti nel supportare le nostre aziende. Offrendo un servizio a tutto tondo. Scelta da Assofranchising come partner, nelle sue sedi provinciali (Modena compresa), Confcommercio ha già aperto degli sportelli franchising dove operano dipendenti appositamente formati. A Massimiliano Villa, Unicredit Area Manager Carpi, il compito di fare un po' di educazione bancaria. Il suo consiglio? Recarsi negli istituti di credito preparati, consci di ciò che si vuole aprire, con tanto di business plan, dati e credibilità del franchisor scelto alla mano. Solo in questo modo la banca potrà valutare il rischio di impresa e offrire il prodotto più rispondente alle esigenze del cliente. Al momento, come hanno spiegato Alberto Ballestri e Andrea Saguatti di Unicredit, i numeri, l'esperienza e l'affidabilità maturata nel tempo dai vari franchisor saranno annoverati solo tra i parametri qualitativi necessari unitamente a quelli quantitativi che hanno, ovviamente, un peso maggiore per dare credito all'imprenditore. Un passo avanti, seppur piccolo, per sostenere una tipologia commerciale che, negli ultimi cinque anni, continua a segnare un trend positivo in termini di occupazione e volume di affari. Tradizionale o no, il commercio dev'essere sostenuto ha concluso Tommaso Leone soprattutto per quanto riguarda il tema della programmazione finanziaria. E sarà questo l'impegno della nostra associazione, anche attraverso l'organizzazione di altri seminari. Una programmazione non curata correttamente, infatti, può segnare la fine di un'ottima e sana idea imprenditoriale. Jessica Bianchi 4

6 febbraio 2015 Pagina 4 dati confcommercio. I consumi proprio non ingranano Stagnazione anche a dicembre. Solo le auto in controtendenza. ROMA I consumi delle famiglie arretrano ancora nel 2014 anche se la tendenza è meno forte degli anni precedenti. È quanto emerge dall' indicatore dei consumi di Confcommercio (Icc) secondo il quale a dicembre si registra una diminuzione dello 0,1% su novembre e dello 0,8% tendenziale. Nel complesso del 2014 l' indicatore evidenzia una diminuzione dei volumi dei beni e servizi acquistati dalle famiglie dello 0,7%, in netta attenuazione rispetto al crollo rilevato nel biennio precedente ( 6,7% cumulato). «La stabilizzazione dei consumi rilevata negli ultimi mesi sottolinea in una nota l' associazione dei commercianti si inserisce in un contesto generale che, pur caratterizzato da una perdurante stagnazione, lascia intravedere timidi segnali di miglioramento il cui consolidamento nei prossimi mesi potrebbe dare l' avvio alla tanto attesa ripresa del sistema». Sul versante della fiducia, il sentiment delle famiglie e delle imprese ha manifestato, a gennaio, un deciso recupero con giudizi positivi in crescita sia per il clima economico e personale degli intervistati, sia per le attese riguardanti il futuro. Segnali di miglioramento sembrano emergere anche nel mercato del lavoro, secondo i dati diffusi dall' Istat su dicembre (+93.000 occupati su novembre, +100.000 su base annua). La riduzione ( 0,1%) registrata dall' indicatore dei consumi a dicembre rispetto a novembre è il risultato di un aumento dello 0,1% della domanda per la componente relativa ai servizi e di un calo dello 0,2% della componente relativa ai beni. I dati destagionalizzati hanno registrato un modesto aumento rispetto a novembre per i beni e ai servizi per la mobilità (+0,5%), grazie ad un incremento della vendita di motocicli, per gli alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (+0,2%), per i beni e servizi ricreativi (+0,1%); poco rilevante l' aumento per abbigliamento e calzature (+0,1%) nonostante il periodo delle feste natalizie e di fine anno. In leggero calo è risultata la spesa per i beni e servizi per le comunicazioni ( 0,5%), per gli alimentari e tabacchi ( 0,5%), per i consumi relativi ai beni e servizi per la casa ( 0,3%) e la spesa per i beni e servizi per la cura della persona ( 0,3%). A dicembre si sono riscontrate variazioni positive, su base annua, solo per i beni e servizi per le comunicazioni (+1,9%) e per i beni ed i servizi per la mobilità (+1,4%) sui quali ha inciso l' incremento delle vendite di auto ai privati. La spesa si è ridotta in maniera significativa nel segmento dei beni e servizi per la casa ( 1,7%), negli alimentari, bevande e tabacchi ( 1,4%) e negli alberghi, pasti e consumi fuori casa ( 1,3%). 5

5 febbraio 2015 Notizie Franchising e forma di finanziamento: se ne è parlato in Confcommercio Avanti c'è posto Mentre a Modena apre Mango, Confcommercio Carpi, presso la sua sede, con Unicredit ha organizzato un seminario formativo sulle forme di finanziamento offerte dal sistema bancario per l'avvio e la gestione di un punto in franchising. E' stata un'occasione per parlare dell'argomento con Tommaso Leone, presidente di Confcommercio Carpi, indiscusso re del franchising locale avendo ben otto negozi, con cinque marchi diversi, con questa formula. Crede nel franchising, modalità in controtendenza nei numeri sia per le aperture che i dipendenti, ma non in tutti i franchising. Quelli che hanno successo hanno un mix ben dosato di marketing, logistica, prodotto, location, promozione, sono questi aspetti a creare la catena del valore. Leone osserva che la vera forza è avere l'azienda giusta alle spalle per replicarne la forma sul proprio territorio, ma prima bisogna capire bene cos'è il progetto. Il franchising è una squadra e funziona solo se vincono sia il franchisor, il produttore, che il franchisee, il gestore del punto vendita. Il settore del franchising è vitale e abbiamo ragione di ritenere che sarà sempre più uno sbocco imprenditoriale, capace di creare valore e occupazione. Alla domanda se Carpi può ancora ospitare negozi in franchising, Leone risponde pronto: C'è sempre posto per qualcosa d'altro. A volte non aumenta il volume o il fatturato, ma se entra un nuovo attore sul mercato, ce la giochiamo. Ammette di credere a qualcosa legato alla ristorazione, ma non in una piccola città come Carpi, la dimensione sono le grandi piazze. Vicino a noi penso a Bologna anche se ci si può pensare per una città come Modena. Una confidenza riusciamo a strappargliela, crede nel supermercato di quartiere. Chissà che non sia qui uno dei suoi prossimi impegni, ma sicuramente lo immagina in una nuova chiave. Sarà interessante vedere se nascerà qualcosa di nuovo. 6

5 febbraio 2015 Voce Sarà il franchising a salvare il dettaglio? CARPI E' un mercato che esiste fi n dagli anni Settanta, ma è a partire dal 2004, anno di uscita della legge che lo regolamenta, che il franchising ha conosciuto un vero e proprio boom, invadendo le piazze di città grandi e piccole, Carpi inclusa. C'è anzi chi considera le catene in franchising le sole in grado di reggere all'urto della crisi se è vero che nell'ultimo quinquennio e nonostante la recessione economica, sono riuscite a crescere di oltre il 5 per cento, con aumento degli addetti occupati del 4,6 per cento. E questo a dispetto di un'immagine di qualità standard e omologata che un po' le penalizza nell'opinione comune. Per conoscere più da vicino questa realtà e compiere una panoramica delle possibili soluzioni di fi nanziamento al franchising, Confcommercio Carpi ha organizzato un seminario formativo che ha visto le partecipazioni di Tommaso Leone, presidente dell'associazione, Massimo Fontanarosa, direttore e Massimiliano Villa, area manager di Unicredit, che hanno annunciato l'apertura di uno sportello per il franchising a Carpi, in grado di assistere nella stesura di un business plan, nella tenuta dei libri paga, nell'individuazione delle location, nelle campagne promozionali e nella consulenza legale. E' intervenuto anche Emanuele Basile, coordinatore degli sportelli di Assofranchising, associazione che raggruppa circa mille brand in Italia, per esporre i principali servizi degli sportelli, dal recruting, alla formazione, ai fi nanziamenti, ai contatti internazionali. «Aprire un punto vendita in franchising signifi ca lanciarsi in una realtà già consolidata e avere la possibilità di ricevere consulenza, formazione e affi ancamento nell'apertura della propria attività, oltre che un continuo aggiornamento ha spiegato. Il rischio imprenditoriale esiste, ma è decisamente inferiore rispetto a un'attività indipendente. Esistono tantissimi tipi di attività in franchising e non sono sempre sinonimo di omologazione. Anzi, la qualità ha sottolineato rimane altissima perché i prodotti sono sottoposti a controlli accurati, ed è possibile trovare punti vendita che offrono anche articoli unici e ricercati». Sono stati Alberto Ballestri e Andrea Saguatti, di Unicredit, a spiegare quali siano i requisiti di accesso al credito bancario e le possibilità di fi nanziamento, mentre Domenico Scalzo (Uffi cio credito Confcommercio) ha esposto le nuove opportunità messe in campo dai consorzi e dalle cooperative di garanzia per accedere non solo ai fi nanziamenti bancari a tassi agevolati, ma anche al microcredito per imprenditori giovani, stranieri o donne. 7