MISSIONE IN CALABRIA 1 DICEMBRE 2009 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GAETANO PECORELLA 1/6 La seduta inizia alle 16.40. PRESIDENTE. Grazie di essere qui. Ci scusiamo per il ritardo con cui iniziamo i nostri lavori, ma è una giornata molto piena anche per noi. Dalle dichiarazioni rilasciate da chi l ha preceduta ci è stato delineato un quadro, ma vorremmo iniziare con alcune domande. Se lei intende affrontare qualche aspetto specifico relativamente al tema di cui ci occupiamo, quindi rifiuti e possibili collegamenti con attività di malavita organizzata, è libero di farlo, sapendo anche che adesso siamo in seduta libera, per cui tutto viene registrato, ma, se ha qualche cosa da dire che ritiene debba essere secretato, è sufficiente che ce lo indichi e secreteremo quella parte. Vorrei subito iniziare con una domanda rispetto al rinvenimento di discariche abusive, perché i numeri sono diversi: si parla di qualche centinaio, poi si tende ovviamente a specificare che non si tratta di abbandoni, ma di strutture più organizzate nel momento in cui si parla di discarica abusiva. Vorremmo quindi sapere se abbiate svolto un lavoro di censimento, perché l assessore regionale ha dichiarato che questo lavoro è stato compiuto con il Corpo forestale, quindi con voi. Le chiederemmo quindi di spiegarci a cosa si faccia riferimento nel parlare di queste 400 discariche abusive presenti nella regione e se abbiate compiuto un lavoro sistematico, se abbiate un report che ci potete consegnare. CARLO FERRUCCI, Vice comandante regionale del Corpo forestale dello Stato. Abbiamo iniziato dal 2002 con un attività di monitoraggio sistematico del territorio, soprattutto quello agrosilvopastorale, la nostra zona di attività prevalente, e abbiamo individuato una serie di siti, che più o meno coincidevano con quelle che un tempo erano le discariche comunali. Ogni comune calabrese aveva una sua discarica. Quel lavoro iniziato in maniera abbastanza sperimentale si è gradualmente affinato. Nel 2007, abbiamo realizzato un ulteriore approfondimento, che ci fu chiesto dall allora Prefetto De Sena, che era Prefetto di Reggio Calabria e Prefetto coordinatore dei prefetti
2/6 calabresi, e nell anno in corso l abbiamo messo a sistema. Tutto il nostro personale che opera sul territorio quando si imbatte in una discarica o in un sito di abbandono effettua una serie di rilevazioni, compresa la perimetrazione del sito, per poterlo poi georeferenziare e archiviare sul nostro GIS di riferimento, che è il sistema informativo della montagna, e su questo, che è un sistema in continua evoluzione, al momento abbiamo monitorato 485 siti. Nella relazione che abbiamo trasmesso in risposta alla vostra richiesta di metà ottobre e di cui ho portato un paio di copie, sono indicati i numeri che troviamo sul territorio. Abbiamo 485 siti nel momento in cui scrivevamo, ma, proprio ad avvalorare questo continuo aggiornamento, prima di uscire dall ufficio ho dato un ultima occhiata e constatato che erano diventati 486. Oggi, quindi, qualche pattuglia sul territorio ha individuato un altro sito, anche se adesso non so dire se sia una discarica o un sito di abbandono. Di questi 485 siti da noi al momento individuati e censiti, 57 risultano attivi, di cui 16 discariche autorizzate, le discariche consortili, e 365 siti sono più o meno interrati, ma non sono bonificati così come previsto dalla norma. Sono stati semplicemente ricoperti, presumibilmente lasciando sotto il materiale. ALESSANDRO BRATTI. Con 57 attivi intende CARLO FERRUCCI, Vice comandante regionale del Corpo forestale dello Stato. Non sono discariche. Le discariche autorizzate sono 16. Riteniamo attivi gli altri, perché abbiamo potuto rilevare la presenza di rifiuti urbani appena depositati ALESSANDRO BRATTI. Quindi sono utilizzati in maniera abusiva. CARLO FERRUCCI, Vice comandante regionale del Corpo forestale dello Stato. Sì, in maniera abusiva. Noi abbiamo anche individuato la tipologia dei rifiuti, per cui in 281 di questi siti c è presenza di rifiuti urbani, in 215 rifiuti speciali, e lì andiamo soprattutto ALESSANDRO BRATTI. Mi scusi, ma voi avete effettuato analisi? CARLO FERRUCCI, Vice comandante regionale del Corpo forestale dello Stato. No, si
3/6 tratta di un ispezione visiva, condotta dal personale percorrendo il sito. Non abbiamo fatto carotaggi perché non abbiamo le strumentazioni idonee. Quando ci imbattiamo in situazioni che devono essere approfondite, ovviamente ci avvaliamo dell ARPACAL come struttura di analisi più dettagliata. Come dicevo, in 215 siti si rinvengono rifiuti speciali DANIELA MAZZUCONI. Rifiuti speciali di che tipo? CARLO FERRUCCI, Vice comandante regionale del Corpo forestale dello Stato. Soprattutto inerti provenienti da demolizioni, molte carcasse di pneumatici. In parecchie zone, ci sono sia accumuli che interramenti di pneumatici in numero consistente. In alcuni casi, ci sono residui di macellazioni abusive o effettuate presumibilmente in maniera legittima, ma che poi proseguono il loro cammino con il disfacimento dei rifiuti in maniera illegittima. Queste sono le tre fattispecie prevalenti. Poi ci sono carcasse di auto e i soliti rifiuti ingombranti provenienti da appartamenti (elettrodomestici, mobili, letti, materassi). Circa il 25 per cento di questi siti si trova in area boscata, e questo costituisce un ulteriore pericolo, perché normalmente per coprire gli odori o per mascherare la quantità di accumulo di materiale viene dato fuoco e da lì questo si propaga molto facilmente al bosco. Purtroppo, la Calabria è una delle regioni più intensamente colpite dal fenomeno degli incendi boschivi, che spesso partono da questo sito di abbandono dei rifiuti. Il nostro database, che è in continua evoluzione, è suscettibile di ampliamento in base a eventuali richieste che potrebbero essere formulate, cioè di approfondimenti su una determinata tipologia di dato. Abbiamo anche misurato le superfici coperte da queste discariche, che sono pari a circa 200 ettari in Calabria (circa 2 chilometri quadrati). Nel corso dell indagine del 2007, in alcuni casi avevamo anche verificato le volumetrie, per fornire al Prefetto De Sena ed eventualmente alla Regione anche una misura per la possibile bonifica e l individuazione dei siti nei quali trasferire il materiale bonificato o quantificare le spese necessarie DANIELA MAZZUCONI. A che cifra siete arrivati? CARLO FERRUCCI, Vice comandante regionale del Corpo forestale dello Stato. È un analisi che risale al 2007 e che adesso non ho tenuto in conto. Dal 2007, con l uso
4/6 continuo di siti che la gente continua a sfruttare in maniera illegittima, crescono e diminuiscono, perché fra il 2007 e il 2009 ci sono state due operazioni di ripulitura operate dall Azienda forestale regionale calabrese, che ha utilizzato parte del loro personale per rimuovere soprattutto il materiale accumulato nelle aree boscate, che è stato portato in luoghi di stoccaggio temporaneo e di cui non sappiamo se sia stato effettuato lo smaltimento o piuttosto non si sia nuovamente ridistribuito malamente sul territorio. DANIELA MAZZUCONI. Per quanto riguarda le sue conoscenze, anche lei conferma che si tratta di materiale di provenienza regionale oppure ci sono siti che racchiudono rifiuti magari con particolari dati di tossicità che provengono da altre regioni? CARLO FERRUCCI, Vice comandante regionale del Corpo forestale dello Stato. Siamo stati interessati da un indagine su un consistente movimento di pneumatici, che partiva dal Friuli e attraverso la Calabria arrivava anche in Sicilia. Siamo tuttora interessati, insieme a Carabinieri, Capitaneria di porto e ARPACAL, al presunto smaltimento dei bidoni tirati fuori dalla Jolly Rosso, la motonave che si arenò sulle coste di Amantea. La Procura di Paola sta continuando a chiederci un monitoraggio al metro quadro di tutta l area del torrente Olivo, dove siamo impegnati con cinque squadre con geomagnetometro, per individuare l eventuale presenza di sostanze tossiche presumibilmente racchiuse in fusti. Il resto, quello in cui ci siamo imbattuti normalmente dal 2002 ad oggi è quasi sicuramente di provenienza locale. Mel maggio di quest anno, l Operazione Leucopetra ci ha portato a chiudere un indagine lunga quattro anni, finalizzata all individuazione dei fanghi di combustione della centrale Enel di Brindisi, che sono stati portati e artatamente declassificati e miscelati con argille nell area di Lazzaro, Motta San Giovanni, un Comune sullo Jonio a quindici chilometri da Reggio Calabria. All interno di queste cave sono state portate circa 100.000 tonnellate di rifiuti. Questa indagine è stata condotta dal Procuratore Pignatone con il nostro supporto e nel mese di maggio si è chiusa con una decina di arresti e con il sequestro di parecchio materiale e di mezzi utilizzati per il trasporto dalla Puglia. ALESSANDRO BRATTI. Quell indagine si è chiusa.
5/6 CARLO FERRUCCI, Vice comandante regionale del Corpo forestale dello Stato. Sì, il 12-13 maggio abbiamo chiuso con dieci arresti sia su Brindisi, che su Reggio Calabria, quindi sul punto di partenza Centrale Enel e sul punto di arrivo proprietari del territorio della cava, nella quale venivano occultati questi rifiuti. ALESSANDRO BRATTI. L indagine che state conducendo sul torrente Olivo è in corso, ma vorrei comunque sapere se abbiate trovato qualcosa, perché le prime notizie parlavano di un anomalo livello di radioattività in alcune zone, ma sembrava che questa anomalia non potesse far pensare alla presenza di materiale radioattivo in grande quantità, ma essere legata alla presenza di rifiuti ospedalieri e non di fusti specifici. Avete qualche situazioni in atto? CARLO FERRUCCI, Vice comandante regionale del Corpo forestale dello Stato. No, al momento non abbiamo trovato ancora niente. Siamo partiti con una squadra con il geomagnetometro, poi sono diventate tre e adesso, sempre su richiesta della Procura, le stiamo portando a cinque. Si rileva quindi l attenzione della Procura di Paola verso questo sito. Poiché con il geomagnetometro in una giornata si riescono a coprire un centinaio di metri quadri e si tratta di decine di ettari, il lavoro è molto accurato e molto consistente. Finora, però, non abbiamo riscontrato nulla. DANIELA MAZZUCONI. Siccome prima in un passaggio molto veloce i comandanti del NOE hanno presentato una situazione disastrosa della depurazione delle acque e il settore della depurazione produce un rifiuto particolare, che sono i fanghi da lavorazione, per quanto riguarda lo smaltimento dei fanghi avete registrato che si segua un cammino ordinario, oppure che questi fanghi vengano dispersi nel territorio? Forse, il Corpo forestale ha un occhio particolare su questo. CARLO FERRUCCI, Vice comandante regionale del Corpo forestale dello Stato. I depuratori, soprattutto quelli che funzionano male, sono ubicati prevalentemente lungo le linee di costa
DANIELA MAZZUCONI. È il mare che ne fa le spese. 6/6 CARLO FERRUCCI, Vice comandante regionale del Corpo forestale dello Stato. Sì, è più il mare che ne fa le spese e noi siamo meno competenti su questo. DANIELA MAZZUCONI. A quel punto, non vale più la pena di occuparsi dello smaltimento dei fanghi. CARLO FERRUCCI, Vice comandante regionale del Corpo forestale dello Stato. Sì. Ma questa non è una notizia certa. DANIELA MAZZUCONI. È tipico delle regioni di mare. CARLO FERRUCCI, Vice comandante regionale del Corpo forestale dello Stato. Per conoscenza diretta o per quanto riferito dal personale che opera sul territorio, succede spesso che, quando un impianto inizia ad andare in sofferenza, le condotte di adduzione all impianto vengano aperte nei tombini, che sversano direttamente a mare. Questa è un usanza purtroppo molto diffusa soprattutto nel reggino. Poiché spesso queste aperture sono in coincidenza di piccoli valloncelli, diventa più complicato l onere della prova, perché contestualmente allo sversamento, fatto anche ad arte nel momento in cui c è un carico di acqua nel torrente o pioggia che porta via quanto raccolto lungo il percorso dell asta fluviale, si aggiunge anche questo. Consegno a voi la stessa relazione che abbiamo trasmesso con questi dati con una simulazione del nostro database. Restiamo a disposizione per eventuali interessi di approfondimenti. PRESIDENTE. La ringrazio e dichiaro conclusa l audizione. La seduta termina alle 16,58.