Non esiste un investimento perfetto in assoluto, esiste invece un investimento ottimale per ognuno di noi.

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Transcript:

ANALISI DEGLI INVESTIMENTI Non esiste un investimento perfetto in assoluto, esiste invece un investimento ottimale per ognuno di noi. Come un comodo abito ogni investimento deve essere fatto su misura. L attività di investimento dovrebbe essere in teoria una attività sartoriale, un abito su misura, evitando a priori qualsiasi investimento preconfezionato destinato ad una platea indistinta di risparmiatori. Chi ha piacere di essere considerato un semplice numero, un perfetto sconosciuto? Quello che in una orrenda terminologia finanziaria viene definito come il parco buoi, cioè una potenziale vittima sacrificabile. Ognuno di noi è diverso dagli altri, così come sono differenti le singole esigenze, le esperienze, i progetti e le aspettative alle quali aspiriamo. Prima di intraprendere un investimento, il piccolo investitore dovrebbe aver ben chiaro per cosa risparmia, quali sono gli obiettivi che desidera raggiungere, che tempo ha a disposizione per realizzare ognuno di essi. Allo stesso modo dovrebbe avere ben presente qual è la sua capacità di sopportare una perdita e di conseguenza dovrebbe saper prezzare o quantificare il grado di rischio dell investimento finanziario verso il quale si sta orientando. La ragnatela decisionale è quindi composta da molteplici fattori; dal patrimonio disponibile, dal rendimento atteso, dal rischio sostenibile e dall orizzonte temporale di riferimento. In poche parole si tratta di acquisire un minimo di cultura e consapevolezza finanziaria e sulla base delle nostre necessità imparare a decifrare i parametri dei tanti servizi e prodotti finanziari offerti sul mercato, traducendoli in modo comprensibile ed evitando entro i limiti dell imprevedibile, spiacevoli ed inattese sorprese. A tale scopo sarebbe utile ripercorrere un minimo di storia di quella che è divenuta l odierna Scienza degli investimenti finanziari, per comprenderne l evoluzione. Fino agli anni '50 l'aspetto del rischio di un investimento finanziario non veniva esplicitamente considerato, e se questo veniva fatto, lo si affrontava dal solo punto di vista qualitativo.

Con la nascita della Moderna Teoria di Portafoglio, che fa riferimento essenzialmente al contributo di H. M. Markowitz, sono stati sviluppati diversi modelli per misurare e dare un prezzo al rischio; il modello più conosciuto è il Capital Asset Pricing Model (CAPM) di Sharpe e Linter. Il processo di selezione del portafoglio ottimale proposto da Markowitz può essere riassunto come il tentativo di definire un portafoglio efficiente distinguendolo così da quello inefficiente (sono detti portafogli efficienti i portafogli che massimizzano il rendimento atteso dell'investimento per un dato livello di rischio ),Su questa strada si giunge alla definizione di "frontiera efficiente"; il termine indica in genere il luogo dei portafogli caratterizzati dalla minima varianza (o deviazione standard) ammissibile per un dato livello di rendimento atteso. Alcune regole fondamentali del concetto di volatilità sono : La deviazione standard misura lo scostamento dalla media ossia la variabilità dei rendimenti A parità di rendimento atteso, due investimenti con deviazione standard differente hanno rischio

differente; l investimento con deviazione standard maggiore è più rischioso. A parità di deviazione standard, gli investitori preferiscono l investimento con rendimento atteso maggiore: Investitori avversi al rischio preferiscono alti rendimenti e bassa deviazione standard Combinando i titoli in un portafoglio è possibile ridurre la deviazione standard del portafoglio al di sotto del livello che si otterrebbe calcolando la semplice media ponderata delle deviazioni standard Questo è possibile in virtù dei coefficienti di correlazione. Le diverse combinazioni ponderate di titoli in un portafoglio che (a parità di rendimento) minimizzano la deviazione standard, costituiscono l insieme dei portafogli efficienti. Ciò che rende il mercato azionario così rischioso è la dispersione dei risultati possibili Il rischio di un azione può essere separato in due parti - Rischio specifico - Rischio sistematico (o di mercato) Un portafoglio interamente diversificato è caratterizzato solamente da rischio di mercato Il contributo di una singola azione al rischio di un portafoglio interamente diversificato dipende dalla sua sensibilità alle variazioni di mercato - questa sensibilità è misurata dal beta dell azione. Il beta misura quanto il valore del titolo si muova in sintonia col mercato. Matematicamente, il beta è proporzionale alla covarianza tra rendimento del titolo e andamento del mercato. Al fine di definire un profilo di rischio-rendimento di un investimento deve essere introdotto il concetto di "benchmark", che è è rappresentato da un insieme di indici, definiti da società specializzate, che rappresentano mercati specifici. I mercati possono essere definiti in termini di "asset class" (ad esempio, monetario euro, obbligazionario globale ed azionario internazionale) oppure in termini di mercati geografici (ad esempio, mercati obbligazionari ed azionari relativi alle aree USA, Europa e Pacifico). Variando l'impiego e la composizione dei mercati è possibile ottenere diversi profili di rischio-rendimento laddove la valutazione delle alternative deve essere effettuata congiuntamente su due fattori: il rischio (inteso come rischio di fluttuazione dell'investimento nel tempo) ed il rendimento (remunerazione nel tempo del grado di rischio assunto). Le relazioni tra i mercati all'interno di un benchmark sono più importanti dei singoli mercati che lo compongono in quanto ne definiscono l'andamento complessivo. Infatti, per poter ridurre significativamente il rischio è necessario comporre benchmark o portafogli le cui singole componenti risultino correlate negativamente o comunque non altamente correlate; in altre parole, i singoli mercati devono essere caratterizzati da trend con oscillazioni tendenzialmente opposte o comunque diverse. Altro concetto molto importante da considerare prima di intraprendere un investimento è il cosìdetto maximum drawdown, ovvero la massima perdita che si subirebbe se si entrasse nel mercato (o sul singolo titolo) nel momento peggiore (ovvero nel momento in cui un titolo segna un massimo, per poi ripiegare in maniera decisa).

Il piccolo investitore deve quindi aver ben presente qual è la sua capacità di sopportare una perdita. Ovviamente la quantificazione esatta è molto difficile, però un idea l investitore la deve avere per forza, altrimenti sarà molto difficile costruire un portafoglio coerente e che non renda l investitore insoddisfatto. Una precisazione: ovviamente il problema del maximum drawdown e dell entrata sui massimi, sembrerebbe facile da risolvere con il market timing, ovvero azzeccare il timing giusto, per entrare in un titolo, cogliendone solo il nuovo movimento di rialzo e non il ribasso; tuttavia il market timing è cosa molto difficile per il piccolo investitore, ci si può aiutare con l analisi tecnica (vedremo un po più avanti come) e con alcuni indicatori dell analisi fondamentale che ci dicono se il titolo sia sottovalutato o meno, però tuttavia una qualche perdita, anche solo per momenti ridottissimi, la si deve sempre mettere in conto; con le informazioni, le conoscenze ed i mezzi, che la maggior parte di noi possiede, è difficile azzeccare ripetutamente e per lungo tempo l entrate ideale in qualsiasi strumento Ulteriore tassello dell analisi degli investimenti è quello dell orizzonte temporale, ossia un periodo di tempo nel quale si valuta la bontà di un investimento, per il quale l investitore rinuncia alle proprie disponibilità finanziarie e le investe al fine di conseguire un rendimento in linea con gli obiettivi prefissati. Assieme al capitale ed al rischio è una delle tre variabili che vanno assolutamente considerate. Ogni investitore dovrebbe effettuare un investimento coerente con il proprio orizzonte temporale. Ci sono due elementi che determinano l orizzonte temporale: - la disponibilità effettiva dei risparmi. Se, ad esempio, dispongo dei risparmi solo per sei mesi, devo effettuare un investimento che possa essere smobilizzato entro tale data. Se invece la disponibilità è per un periodo maggiore potrò permettermi una scelta diversa. Questo si definisce solitamente orizzonte liquido o di disponibilità; - la disponibilità ad accettare possibili oscillazioni del valore del capitale investito. Questa forma di orizzonte temporale dipende dalla capacità che ho di accettare le variazioni del valore dell investimento senza volerlo abbandonare. Se, ad esempio, dispongo di 100mila euro che non mi serviranno per lungo tempo, in base a questo lungo orizzonte liquido decido di acquistare dei BTP a 10 anni. Il prezzo di questi titoli di Stato si muove quando i tassi di interesse variano. Supponiamo che il valore di mercato del mio investimento alla fine del primo anno si sia ridotto a 95mila euro. Ci sono due possibilità : 1) non prendo iniziative e aspetto la scadenza naturale dell investimento; 2) impaurito dalla possibilità di maturare ulteriori perdite, decido di liquidare l investimento ed acquistare titoli più a breve termine. Nel primo caso il mio orizzonte temporale coincide con l orizzonte temporale liquido, ma nel secondo caso il mio orizzonte temporale effettivo è più breve dell orizzonte temporale liquido. Scegliendo titoli di durata superiore ad esso ho commesso un errore. Purtroppo in questo modo tanti risparmiatori hanno perso buona parte dei loro investimenti. L'incidenza dei costi La definizione dell'orizzonte temporale di investimento è fondamentale anche per la valutazione

della politica commissionale adottata dai vari prodotti di investimento. Così, ad esempio, una commissione d'ingresso è accettabile solo se l'investimento si muove in un'ottica di lungo periodo, perché in caso contrario rischia di compromettere l'utilità dell'investimento, fino al rischio estremo di portare a un ritorno negativo per il risparmiatore.