Le imprese italiane e la sfida della crescita



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Fondazione CUOA Le imprese italiane e la sfida della crescita Gregorio De Felice Chief Economist Altavilla Vicentina, 2 settembre 2013

Agenda 1 L economia al punto di svolta? 2 La crescita delle imprese parte dai mercati esteri 3 Il nodo delle risorse 1

La congiuntura internazionale Accelera il ciclo manifatturiero negli USA. Prosegue il miglioramento degli indici congiunturali europei, tornati in territorio espansivo per la prima volta dopo due anni. In rallentamento invece quasi tutte le principali economie emergenti. PMI manifatturiero indice di produzione 65 60 65 60 Globale Eurozona 65 60 Globale Giappone 55 55 55 50 50 50 45 Globale USA 40 gen-12apr-12 lug-12 ott-12 gen-13apr-13 lug-13 45 40 gen-12apr-12 lug-12 ott-12 gen-13apr-13 lug-13 45 40 gen-12apr-12lug-12 ott-12gen-13apr-13lug-13 65 60 Globale Cina 65 60 Globale Brasile 65 60 55 55 55 50 50 50 45 40 gen-12apr-12 lug-12 ott-12gen-13apr-13 lug-13 45 40 gen-12apr-12 lug-12 ott-12 gen-13apr-13 lug-13 45 Globale India 40 gen-12apr-12 lug-12 ott-12 gen-13apr-13 lug-13 Fonte: elaborazioni su dati Markit 2

Le proiezioni di crescita per il 2013-14 Variazioni a/a del PIL a prezzi costanti 2010 2011 2012 2013p 2014p Intesa Consensus Intesa Consensus Stati Uniti -3.1 2.4 1.8 2.2 1.6 1.5 3.2 2.6 Giappone -5.5 4.7-0.5 1.9 1.8 1.9 2.3 1.5 Area euro -4.3 1.9 1.5-0.5-0.5-0.6 1.1 0.9 - Germania -5.1 3.9 3.4 0.8 0.6 0.4 1.8 1.7 - Francia -3.1 1.6 2.0 0.0 0.2-0.3 1.1 0.6 - Italia -5.5 1.7 0.5-2.4-2.0-1.8 0.5 0.3 - Spagna -3.7-0.3 0.4-1.4-1.5-1.5 0.6 0.2 OPEC 0.0 5.0 5.1 2.6 2.6 nd 4.7 nd Europa Orientale -5.6 3.6 3.7 2.8 2.2 nd 3.1 nd America Latina* 0.0 5.0 5.1 2.6 2.6 2.9 3.6 3.5 Cina* 9.2 10.4 9.3 7.8 7.8 7.6 7.5 7.5 India* 1.9 3.8 7.5 4.4 4.0 5.6 5.5 6.3 Crescita mondiale -0.6 5.2 4.0 3.2 3.2 2.9 3.8 3.6 * Fonte Consensus: Emerging Market Economic Data Fonte: Servizio Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, Consensus Economics, EMED 3

Stati Uniti: la ripresa si consolida, nonostante il freno fiscale 6 5 4 3 2 1 0-1 -2-3 -4 La ripresa prosegue e la zavorra fiscale si riduce 0.7 0.1 1.4 1.7 2.0 1.5 1.3 1.2 1.1 1.2-0.3-0.3-0.1-0.8-0.5-1.3 Q3 2011 Q4 2011 Q1 2012 Q2 2012 Q3 2012 Q4 2012 Q1 2013 Q2 2013 Consumi Inv. non resid. Invest. resid. Var. scorte Spesa pubblica Esportazioni nette PIL La crescita rimane moderata, in parte per via del contributo negativo della spesa pubblica. La domanda domestica privata però è in espansione. Consumi e investimenti residenziali sono stabilmente in crescita e garantiscono il proseguimento della ripresa. Da fine 2013, la spesa pubblica non darà più contributi negativi alla crescita. La ripresa si va consolidando e nel 2014, il PIL è previsto in aumento del 3,2%. Fonte: Thomson Reuters Datastream 4

Mercato del lavoro: il miglioramento è «sostanziale» Tasso di disoccupazione: il trend è chiaro 8.2 15 Il mercato del lavoro mostra chiari segni di miglioramento, in linea con le previsioni della Fed. 8 7.8 7.6 7.4 7.2 300 250 lug-12 ago-12 set-12 ott-12 nov-12 dic-12 gen-13 feb-13 mar-13 apr-13 mag-13 giu-13 lug-13 U-6 Tasso di disoccupazione, sx Nuovi occupati non agricoli 152 media Q3 2012 208 media Q4 2012 197 media H1 2013 14.5 14 13.5 5 La crescita degli occupati si è mantenuta vicina ai 200 mila nuovi posti al mese. Su base annua, l occupazione cresce intorno all 1,5% a/a; la forza lavoro aumenta molto più lentamente (circa 0,5% a/a). Gli occupati crescono più della forza lavoro: così scende il tasso di disoccupazione 200 0 150 162-1 100-2 50-3 0-4 -5 gen-07 apr-08 lug-09 ott-10 gen-12 apr-13 var. occupati non agricoli, migliaia media var. occupati non agricoli, a/a var. forza lavoro, a/a Fonte: Thomson Reuters Datastream. U6=tasso di disoccupazione allargato a individui scoraggiati, marginalmente attaccati alla forza lavoro e a occupati part-time per motivi economici 2 1

Giappone - BoJ: impegno a raggiungere l obiettivo di inflazione al 2% entro il 2015 L'obiettivo di base monetaria e le proiezioni per il bilancio della BoJ (tln yen) Fine 2012 effettivo Fine 2013 previsto Fine 2014 previsto Base monetaria 138 200 270 Disaggregazione del bilancio JGB 89 140 190 CP 2.1 2.2 2.2 Corporate bonds 2.9 3.2 3.2 ETF 1.5 2.5 3.5 J-REIT 0.11 0.14 0.17 Programma supporto prestiti 3.3 13 18 Totale attività (incluse altre) 158 220 290 Banconote 87 88 90 Depositi correnti 47 107 175 Totale passività (incluse altre) 158 220 290 Fonte: BoJ Le misure del QQE 1) aumento base monetaria di 60-70 tln di yen all anno 2) acquisti di JGB per circa 50 tln di yen all anno con scadenza media di 7 anni 3) acquisti di ETF di 1 tln e di J-REITs di 30 mld di yen all anno 4) acquisti di carta commerciale e corporate bonds in modo da detenere 2,2 tln e 3,3 tln di yen a fine 2013 Per memoria: PIL Giappone: 476 tln di yen (1 trimestre 2013) La Bank of Japan (BoJ) continua a reiterare l impegno a fornire stimolo monetario finalizzato al raggiungimento dell obiettivo di inflazione al 2% entro 2 anni. Nella valutazione dello scenario economico, si rileva che l economia ha iniziato a riprendersi moderatamente, e si indica che lo stimolo è appropriato. Nel 2014 la BoJ potrebbe dover ampliare le misure espansive, se verrà attuato il rialzo dell imposta sui consumi (aprile 2014). 6

L economia ha già risposto allo stimolo monetario: un ciclo anomalo spinto dai consumi 8% 4% 0% -4% Il PIL cresce grazie ai consumi L economia è in ripresa, trainata da consumi e spesa pubblica, con qualche timido segnale di ripresa di investimenti privati ed esportazioni. La crescita del PIL nel primo semestre 2013 è stata sostenuta (+0,9% t/t nel 1 trimestre, +0,6% t/t nel 2 ). L inflazione dovrebbe essere positiva da fine 2013. -8% Q1 2010 Q3 2010 Q1 2011 Q3 2011 Q1 2012 Q3 2012 Q1 2013 Consumi privati Inv. fissi non resid. PIL Fonte: Thomson Reuters Datastream. Variazioni a/a. Ultimo dato disponibile: 2 trimestre 2013. Il governo sta valutando una modifica del programma di rialzo dell imposta sui consumi. In autunno verrà comunicato il piano fiscale: il governo potrebbe introdurre aumenti dell imposta più graduali rispetto a quelli originariamente annunciati. 7

Area euro: l economia sembra aver svoltato Dopo sei trimestri consecutivi di contrazione, il PIL dell eurozona è tornato a crescere nel 2 trimestre (0,3% t/t), trainato da Germania (0,7% t/t) e Francia (0,5% t/t); continua a contrarsi, ma meno del previsto, l attività economica in Spagna (-0,1% t/t) e Italia (-0,2% t/t). Il PMI composito è tornato al di sopra del valore-soglia dopo 2 anni. L indice manifatturiero segnala una svolta del ciclo di ordini e scorte. I dati di produzione industriale avevano mostrato un recupero già dai mesi primaverili. La ripresa per il momento è ancora trainata dall export. L industria ha svoltato 15 10 5 0-5 PMI man., ord.-scorte (+6m) -10 Prod. Ind. a/a, dx -15 98 00 02 04 06 08 10 12 14 15 10 5 0-5 -10-15 -20-25 60 55 50 45 40 35 La ripresa è ancora trainata dall export PMI man,exp.ord.+6m Exp.a/a,dx -10-20 30-30 O-03 A-05 O-06 A-08 O-09 A-11 O-12 A-14 30 20 10 0 Fonte: Markit, Eurostat e elaborazioni Intesa Sanpaolo 8

La ripresa si consoliderà nel secondo semestre Ci attendiamo che la ripresa seppur debole continui nel secondo semestre, per il momento ancora alimentata dalle esportazioni. L inflazione rimarrà sotto la soglia del 2% per almeno un anno, anche se una modesta accelerazione è possibile nel 2014. Soltanto la Germania dovrebbe registrare una crescita del PIL positiva in media annua nel corso del 2013, e una ripresa relativamente sostenuta nel 2014. PIL (a/a) IPCA (a/a) 2012 2013P 2014P 2012 2013P 2014P Germania 0.9 0.6 1.8 2.1 1.7 1.8 Francia 0.0 0.2 1.1 2.2 1.1 1.4 Italia -2.4-2.0 0.5 3.3 1.4 1.8 Spagna -1.4-1.5 0.6 2.4 2.0 1.7 Olanda -1.0-0.9 0.9 2.8 2.6 1.9 Belgio -0.3 0.0 1.1 2.6 1.3 1.4 Fonte: Intesa Sanpaolo 9

La politica fiscale rimane restrittiva La Commissione Europea, esaminati i programmi di stabilità 2013-16, ha raccomandato una correzione fiscale strutturale aggiuntiva in particolare per Francia e Spagna. Di riflesso, nel 2014, la politica fiscale peserà per lo 0,3% di PIL, mentre le previsioni della Commissione di primavera indicavano un espansione dello 0,1%. 1.6 1.4 1.2 1.0 0.8 0.6 0.4 0.2 0.0-0.2-0.4 1.4 Variazione del saldo primario strutturale: aggregato e contributo per Paese BEL+NLD Altri FRA DEU ESP ITA EUR 0.6 0.6 2012 2013 Prev Prim 2013 Post Racc 2014 Prev Prima 2014 Post Racc -0.1 0.3 Nota: Altri = PRT, IRL, GRC, SLJ, SLK Fonte: Commissione Europea previsioni di primavera e raccomandazioni della Commissione Europea del 29/05/2013 10

BCE: arriva la forward guidance anche in Europa Arriva la guidance sui tassi di interesse anche in Europa, mossa molto più utile di una limatura dei tassi ufficiali. La BCE si è impegnata a mantenere i tassi d interesse chiave (refi e tasso sui depositi) sui livelli attuali o su livelli più bassi per un periodo prolungato di tempo. Le previsioni sull andamento della politica monetaria non cambiano ma l introduzione della guidance è un chiaro segnale che ulteriori mosse non troverebbero ostacoli all interno del Consiglio. Se i dati macro dovessero confermare i timidi segnali di recupero dell eurozona, la BCE manterrà il refi allo 0,5%; tuttavia, una limatura del refi rimane un opzione (priva di costi e benefici rilevanti). Un tasso negativo sui depositi, potenzialmente più rilevante ma anche più problematico, potrebbe arrivare se la frammentazione dei mercati interbancari europei non dovesse migliorare ulteriormente. 11

Italia: la strada verso la ripresa è ancora lunga La previsione sul PIL per il 2013 era stata rivista al -2% a inizio maggio, per effetto principalmente di un deludente 1 trimestre. Da allora, si è verificata una sorpresa «positiva» sul trimestre primaverile, meno negativo di quanto anticipato (-0,2% t/t, dopo il -0,6% t/t del 1 trimestre). Ad oggi è dunque possibile che il consuntivo 2013 risulti lievemente migliore del -2%. Permangono tuttavia dei rischi, derivanti principalmente dalle incertezze sulla stabilità (e la durata) del governo, che potrebbero incidere su condizioni finanziarie e fiducia di imprese e famiglie. La stabilità del quadro politico, accanto al mantenimento del ciclo espansivo mondiale, appare condizione necessaria per un miglioramento in corso d anno e nel 2014. Il miglioramento del quadro ciclico nei restanti paesi dell eurozona costituisce il principale fattore positivo, oltre all attenuarsi del freno rappresentato dalla politica fiscale e al procedere del pagamento dei debiti arretrati della PA (secondo l aggiornamento del 6 agosto, 17 miliardi dei 20 complessivi previsti per il 2013 sono stati resi disponibili agli enti debitori, e di questi 5 miliardi sono stati già pagati ai creditori). 12

ma gli indicatori forward-looking anticipano la possibilità di un recupero per fine anno Già da qualche mese/trimestre, alcuni indicatori maggiormente affidabili nell anticipare le tendenze di medio termine, come il leading indicator dell OCSE o la massa monetaria M1 al netto dell inflazione, segnalano una possibile svolta ciclica tra fine 2013 e inizio 2014. Tali indicatori sono tuttavia più affidabili come segnalatori dei punti di svolta del ciclo che non dell intensità del ritmo della ripresa, che sarà assai modesta. PIL e indicatore composito dell OCSE 1.5 1.0 0.5 0.0-0.5-1.0-1.5-2.0-2.5-3.0 Pil t/t LEI t/t +1T -3.5 giu-05 giu-07 giu-09 giu-11 giu-13 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat, OCSE, Banca d Italia PIL e M1 reale a/a 5 3 1-1 -3-5 PIL a/a (sx) M1 reale a/a +1a -7 g-99 g-01 g-03 g-05 g-07 g-09 g-11 g-13 11 9 7 5 3 1-1 -3-5 -7 13

Primi segnali di stabilizzazione dalle indagini sulle imprese La fiducia delle imprese manifatturiere (sia secondo l indagine Istat che in base alla survey PMI) mostra da qualche mese un trend di ripresa. A luglio l indice PMI manifatturiero è tornato in territorio espansivo per la prima volta dopo due anni. Gli ordini dall estero continuano ad essere trainanti, ma la novità degli ultimi mesi è il minor pessimismo delle imprese anche sulle commesse dal mercato domestico. Non solo le indagini sulle imprese, ma anche i dati reali sugli ordini all industria hanno mostrato un recupero già dai mesi primaverili. Le indagini segnalano che il peggio è passato per l attività economica nell industria -15-10 -5 0 5 10 15 20 25 g-05 g-06 g-07 g-08 g-09 g-10 g-11 g-12 g-13 PMI scorte-ord. +4m ( sx inv.) 15 10 5 0-5 -10-15 -20-25 Prod. ind. a/a, dx Prosegue la ripresa degli ordini dall estero e si nota anche un primo rimbalzo dai minimi per le commesse dall interno 64 60 56 52 48 44 40 PMI man.,ord.est.(sx) 36 PMI man.,ord.int.(dx) 32 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 4 2 0-2 -4-6 -8-10 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat, Markit Economics 14

Meno pessimiste anche le famiglie Da aprile, per la prima volta dopo due anni e mezzo, le retribuzioni contrattuali sono tornate in territorio positivo in termini reali. Nel 1 trimestre il reddito disponibile reale delle famiglie è aumentato per la prima volta dopo 8 trimestri di contrazione (+0,5% t/t, grazie a una crescita dello 0,8% t/t del reddito disponibile nominale). In recupero anche per la propensione al risparmio (al 9,3%, in aumento di 0,9 punti percentuali rispetto sia al trimestre precedente sia a un anno fa). Da qualche mese le retribuzioni contrattuali sono tornate in positivo in termini reali 3.0 2.5 2.0 1.5 1.0 0.5 0.0-0.5-1.0-1.5-2.0-2.5 2005 Salari reali 2007 2009 2011 Salari contrattuali a/a (dx) 5 4 3 2 1 0 2013 e si nota un tentativo di rimbalzo dai minimi del potere d acquisto delle famiglie (e del tasso di risparmio) 8% 17 6% 4% 15 2% 13 0% 11-2% -4% 9-6% 7 dic-00 dic-03 dic-06 dic-09 dic-12 Potere d'acquisto a/a Tasso di risparmio (dx) Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat, Markit 15

Segnali positivi dall export I dati sulle esportazioni, in particolare verso i Paesi extra-ue, hanno mostrato segnali di riaccelerazione nei mesi primaverili. Nel 1 trimestre del 2013 il commercio con l estero aveva fornito un contributo negativo al PIL per la prima volta dopo più di 2 anni (-0,1% t/t). La stabilizzazione del ciclo nei Paesi UE fa sperare in segnali meno negativi anche dalle vendite verso quelli che rimangono i maggiori partner commerciali dell Italia. Prosegue il trend di miglioramento della bilancia commerciale specie verso i Paesi extra-ue L andamento della domanda mondiale resta coerente con una crescita dell export 2000 1600 1200 800 400-400 0-800 -1200-1600 -2000-2400 -2800-3200 2005 Bil. Comm. Tot. Bil. Comm. Ue Bil. Comm. Extra-Ue 2007 2009 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat, Markit 2011 2013 30 20 10 0-10 -20-30 60 50 40 30 d-06 d-07 d-08 d-09 d-10 d-11 d-12 d-13 Export Italia a/a (sx) Indice PMI globale (ponderato per pesi export IT) + 3m 16

Scenario macro gradualmente meno negativo Prevediamo un ritorno alla crescita su base congiunturale nell ultimo trimestre dell anno. La ripresa dovrebbe poi consolidarsi su ritmi modesti nel 2014. Nel nostro scenario, gli interventi su IMU e IVA sono a fronte di adeguate coperture in quanto i margini per misure genuinamente espansive appaiono pressoché inesistenti. 2012 2013P 2014P 2012 2013 2013P 2013P 2013P 2014P 2014P 4 1 2 3 4 1 2 PIL (prezzi 2005, a/a) -2.4-2.0 0.5-2.8-2.3-2.0-2.1-1.1-0.3 0.2 - var.ne % t/t -0.9-0.6-0.2-0.3 0.1 0.2 0.2 Consumi delle famiglie -4.3-2.4 0.2-0.8-0.5-0.4-0.4 0.0 0.2 0.2 Consumi collettivi -2.9-0.4-0.4 0.1 0.1 0.0-0.3-0.2-0.1 0.0 Investimenti fissi -8.0-7.4 0.1-1.8-3.3-2.3-0.7 0.5 0.1 0.2 Importazioni -7.8-3.5 2.0-1.1-1.6 0.1-0.2 0.1 0.7 0.7 Esportazioni 2.2-0.4 3.1 0.1-1.9 0.5 0.5 0.6 0.8 0.9 Contributo alla crescita: Commercio estero 2.8 0.8 0.4 0.3-0.1 0.1 0.2 0.2 0.1 0.1 Domanda finale interna -4.7-2.8 0.1-0.8-0.9-0.6-0.4 0.1 0.1 0.1 Prezzi al consumo (a/a) 3.0 1.4 1.8 2.5 1.9 1.2 1.1 1.3 1.5 1.9 Disoccupazione (%) 10.6 12.0 12.2 11.2 11.8 11.9 12.2 12.3 12.4 12.3 Reddito disponibile reale -4.8-1.4 0.2 Tasso di risparmio 8.2 9.2 9.2 Partite correnti (% PIL) -0.6 0.3 0.6 Variazioni percentuali rispetto al periodo precedente, ove non diversamente specificato. Nota: le previsioni non incorporano il rialzo dell 1% dell aliquota ordinaria IVA dal 1 ottobre. Fonte: Intesa Sanpaolo 17

Agenda 1 L economia al punto di svolta? 2 La crescita delle imprese parte dai mercati esteri 3 Il nodo delle risorse 18

Performance diversificate in funzione delle dimensioni aziendali Manifatturiero italiano: variazione cumulata del fatturato tra il 2008 e il 2011 Mediana imprese migliori e mediana imprese peggiori (%) Imprese peggiori (1) 60 40 47.6 40.7 38.2 Imprese migliori (2) 30.9 20 0-20 -40-60 Differenza tra migliori e peggiori -44.0-42.7-39.3-37.1 Micro imprese Piccole imprese Medie imprese Grandi imprese +91.6 +83.4 +77.5 +68.0 (1) Imprese peggiori: mediana del peggior 20% della distribuzione delle imprese (2) Imprese migliori: mediana del miglior 20% della distribuzione delle imprese Fonte: ISID (Intesa Sanpaolo Integrated Database) 19

dei settori Previsioni su fatturato (a prezzi costanti) ed EBITDA 2014 per settore 18 gas 15 elettromedicali EBITDA margin 12 9 6 farmaceutica apparati per generazione e trasmissione 3 siderurgia 0 12 9 6 3 0 3 6 Variazione % del fatturato Fonte: Intesa Sanpaolo - Prometeia 20

del territorio Evoluzione del fatturato e Redditività nelle province italiane (valori mediani) 9 8 EBITDA margin, 2011 7 6 5 Var. % fatturato 2011: Min -3%; Max 10,1% EBITDA margin 2011: Min 4,9%; Max 8,9% 4-4 -2 0 2 4 6 8 10 12 Variazione % del fatturato nel 2011 57.081 imprese manifatturiere italiane con almeno un milione di euro di fatturato nel 2008. Fonte: ISID (Intesa Sanpaolo Integrated Database) 21

e delle strategie Fatturato: distanza dai livelli pre-crisi per leva strategica (variazione % del fatturato tra il 2008 e il 2011; valori mediani) +1,7 +3,1 +3,1 +4,4 +4,3 +6,5 Impresa CON partecipate estere Impresa SENZA partecipate estere Impresa CON attività di export Impresa SENZA attività di export Imprese CON marchio internazionale Imprese SENZA marchio internazionale Imprese CON certificati di qualità Imprese SENZA certificati di qualità Imprese CON brevetto Imprese SENZA brevetto Imprese CON certificati ambientali Imprese SENZA certificati ambientali -8.0-7.0-6.0-5.0-4.0-3.0-2.0-1.0 0.0 57.081 imprese manifatturiere italiane con almeno un milione di euro di fatturato nel 2008. Fonte: ISID (Intesa Sanpaolo Integrated Database) 22

Industria italiana sempre più orientata all estero La propensione all export dell industria manifatturiera italiana salirà quest anno al 45,4%. Era al 36% nel 2009. Domanda interna e domanda estera per settore nel 2013-14 (variazioni m.a. a prezzi costanti) Prod. e materiali da costruzione Mobili Elettrodomestici Autoveicoli e moto Sistema moda Meccanica Altri intermedi Largo consumo Prodotti in metallo Alimentare e Bevande Elettrotecnica Elettronica Metallurgia Intermedi chimici Farmaceutica Industria manifatturiera Fonte: Intesa Sanpaolo - Prometeia Domanda interna Domanda estera -6-3 0 3 6 9 23

L alto potenziale dei «nuovi mercati». 70 Peso dei «nuovi mercati» e dei mercati maturi* sulle importazioni mondiali di beni manufatti (%) mercati maturi nuovi mercati 60 50 40 30 2000 2003 2006 2009 2012 2015 * Mercati maturi: UE15, USA, Giappone, Svizzera e Norvegia Fonte: elaborazioni su dati BACI e EIU 24

ma anche degli Stati Uniti Prodotti manufatti: destinazioni a più alto potenziale al 2016 e quote di mercato dell Italia Quote di mercato dell Italia nel 2010 8 7 6 5 4 Turchia Germania Russia Nei 15 mercati a più alto potenziale al 2016 solo in Germania, Russia e Turchia la quota di mercato italiana supera il 4% 3 Australia India 2 Canada Singapore Stati Uniti Sud Corea Messico Cina 1 Hong Kong Thailandia Indonesia Malaysia 0 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 Potenziale (0-100) Potenziale: aumento import al 2016 in % aumento import mondiale al 2016. Fonte: elaborazioni su dati BACI e EIU 25

richiede un ulteriore riposizionamento delle nostre esportazioni I principali mercati di sbocco del settore manifatturiero italiano (in %, 2012) Hong Kong 1.2 Brasile 1.3 1.5 Giappone 1.5 Romania 1.5 Austria 2.1 Cina 2.3 Paesi Bassi 2.3 Polonia 2.4 Russia 2.6 Belgio 2.6 Turchia 2.8 Emirati Arabi Uniti Spagna Regno Unito Svizzera Stati Uniti Francia Germania Nota: in blu i mercati maturi. Fonte: Istat 26 4.7 4.9 5.9 Nonostante i progressi degli ultimi anni, l export italiano è ancora concentrato sui paesi europei 7.1 11.1 12.3 0 2 4 6 8 10 12 14

Occorre una maggiore proiezione internazionale 40.0 Addetti delle partecipate estere in % degli addetti nazionali (2010) 35.0 35.3 30.0 25.0 20.0 20.5 15.0 10.0 5.0 6.3 9.3 0.0 Spagna Italia Germania Francia Fonte: Intesa Sanpaolo da Istat ed Eurostat 27

lungo tutte le filiere Fatturato realizzato da partecipate estere in % del fatturato nel proprio paese (2010) Gas ed elettricità Manifatturiero Informazione e comunicazione Commercio Attività professionali Trasporto e magazzinaggio Costruzioni Fornitura di acqua; rifiuti Germania Italia 0.0 5.0 10.0 15.0 20.0 25.0 30.0 35.0 40.0 Fonte: Intesa Sanpaolo da Istat ed Eurostat 28

con più investimenti all estero che in Italia Probabilità di apertura/ampliamento degli stabilimenti entro la fine del 2013 per classe di addetti (%, somma risposte «abbastanza» e «molto probabile») 25 20 All'estero In Italia 15 10 5 0 20-49 50-199 200-499 > 500 Totale Fonte: Intesa Sanpaolo da Banca d Italia - Supplemento al Bollettino Statistico novembre 2012 29

Le strategie competitive contano Evoluzione delle esportazioni (var. % 2014-17) e diffusione delle strategie non price (% di imprese) 6.0 Elettrotecnica Farmaceutica Var.% m.a. export 2014-17 (pr.costanti) 5.0 4.0 3.0 2.0 1.0 Pr.metallo Sistema moda Mobili Altri intermedi Pr.Costr. Elettronica Alimentare Largo consumo Metallurgia Auto&moto Meccanica Int.chimici Elettrodomestici 0.0 0.0 10.0 20.0 30.0 40.0 50.0 60.0 Peso % imprese con strategie non price Strategie non price: brevetti, marchi, partecipate estere, certificazioni di qualità e ambientali Fonte: ISID (Intesa Sanpaolo Integrated Database) e Intesa Sanpaolo-Prometeia 30

Tra le piccole imprese meno diffuse le strategie non-price 75 60 Imprese esportatrici che adottano strategie non-price per classe dimensionale (in % imprese) Imprese micro e piccole Imprese medie e grandi 45 30 15 Differenza 0 Gruppo Partecipazioni estere Marchio internazionale Certificati di qualità o ambientali Brevetti EPO Reti di imprese +30,1 +30,4 +25,1 +14,7 +19,0 +1,4 Fonte: ISID (Intesa Sanpaolo Integrated Database) 31

Un sostegno dalla modernizzazione della distribuzione Peso della distribuzione sulle esportazioni di manufatti (%, 2010) Fatturato delle partecipate estere nella distribuzione (% fatturato nazionale, 2010) Investimenti ICT nella distribuzione (% sul valore aggiunto media 2006-08) 13.5 35 2.4 13.0 30 25 2.2 2.0 12.5 20 1.8 12.0 15 1.6 11.5 10 5 1.4 1.2 11.0 Italia Germania 0 Italia Germania 1.0 Italia Germania Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Eurostat, Istat e KLEMS 32

Agenda 1 L economia al punto di svolta? 2 La crescita delle imprese parte dai mercati esteri 3 Il nodo delle risorse 33

Dieci anni di espansione del credito La recente flessione del credito segue un periodo di forte espansione della dinamica degli impieghi bancari, sostanzialmente raddoppiati nell arco di un decennio. Anche durante la recessione del 2009, il credito all economia è stato più dinamico rispetto alle variabili reali. Prestiti alle società non finanziarie e principali driver della domanda di credito (*) (marzo 2000=100) 220 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 (*) Investimenti fissi a valori nominali Fonte: Istat, Banca d Italia, elaborazioni Servizio Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo 34 Prestiti alle società non finanziarie Fatturato Investimenti fissi Produzione industriale

Sofferenze in aumento per effetto della crisi Lo stock di sofferenze lorde ha raggiunto 138 miliardi e il 7,1% dei prestiti a giugno. La crescita delle sofferenze ha accelerato a oltre il 20% da marzo in poi (+22% a/a a giugno). Rapporto Sofferenze / Prestiti (%) 7 6 5 4 3 138 mld 2 1 40 mld Discontinuità statistica 0 giu08 giu09 giu10 giu11 giu12 giu13 Fonte: Banca d Italia, elaborazioni Servizio Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo 35

Forte dipendenza delle imprese dal finanziamento bancario L incidenza dei prestiti bancari sul totale dei debiti finanziari è molto elevata nel confronto internazionale. Negli ultimi anni, il grado di dipendenza dal credito bancario è rimasto sostanzialmente invariato, mentre è diminuito nell area euro e soprattutto nei paesi anglosassoni, a fronte dell accresciuto ricorso al mercato obbligazionario. Quota di debiti bancari sul totale dei debiti finanziari delle imprese (%) 70 60 50 40 30 20 10 0 67 37 53 50 29 30 ITA FRA GER Area Euro UK USA 2007 2011 2012 Fonte: Banca d Italia 36

e contenuto ricorso al capitale di rischio La capitalizzazione di Borsa delle imprese italiane non finanziarie risultava pari nel 2012 al 18% del PIL, un valore molto più ridotto rispetto a quello dei maggiori partner dell area euro e dei paesi anglosassoni. 100% Imprese non finanziarie: capitalizzazione di Borsa (% del PIL) 80% 60% 40% 20% 0% Italia Francia Germania Spagna UK USA Fonte: Banca d Italia 2007 2012 37

E necessario diversificare le fonti di finanziamento A fine 2011 è stata introdotta ACE (Aiuto alla Crescita Economica), una agevolazione che mira a riequilibrare il trattamento fiscale tra capitale di debito e capitale di rischio, attraverso una riduzione dell imposizione sui redditi commisurata ai nuovi apporti di capitale proprio. Tra il 2011 e il 2012 sono stati predisposti incentivi fiscali per società e persone fisiche che investono nel capitale di rischio di start up innovative e fondi di venture capital. Con l obiettivo di favorire una maggiore diversificazione delle fonti di finanziamento, nel 2012: sono stati eliminati i limiti quantitativi all emissione da parte di società non quotate; è stato uniformato il regime fiscale delle obbligazioni e titoli similari emessi da società quotate o non quotate; è stata modificata la disciplina delle cambiali finanziarie; è stata introdotta la possibilità per le società non quotate di emettere obbligazioni subordinate partecipative. 38

Le sfide per le imprese italiane (in sintesi) Il mercato estero continuerà ad essere il principale driver di crescita delle imprese, da servire sempre di più con proprie strutture in loco, marchi noti e prodotti nuovi e differenziati. Aumenteranno le pressioni competitive: molte imprese dovranno confrontarsi con risultati economico-finanziari in deterioramento. Resterà elevata la differenziazione dei risultati in funzione della dimensione aziendale, del settore, del territorio e delle capacità competitive. Migliori performance continueranno a caratterizzare i settori e le imprese che adottano con più intensità strategie non-price. La modernizzazione e l internazionalizzazione della distribuzione garantirà un sostegno importante, soprattutto alle PMI più in difficoltà, per attuare il salto verso i mercati esteri. Occorrerà superare le difficoltà di accesso, in particolare da parte delle PMI, a fonti di finanziamento alternative al credito bancario, da tempo identificate ma mai divenute realmente efficaci. 39