dal segno al sogno laboratori creativi per genitori e bambini insieme Presentazione Il nostro rapporto professionale con gruppi di genitori delle scuole è nato nell anno scolastico 1995/1996 quando, nell ambito del progetto Arcobaleno, ci è stato chiesto di organizzare un laboratorio serale rivolto ai genitori dei bambini di alcune scuole materne. Da parte delle scuole si evidenziava il bisogno di modificare l offerta formativa rivolta ai genitori, spostando l attenzione dalle conferenze sui vari temi previsti dal progetto Arcobaleno per sperimentare la possibilità di coinvolgere i genitori in modo attivo, produttivo, diretto. La cooperativa unoteatro venne incaricata di elaborare un progetto che potesse rispondere alle nuove esigenze delle scuole coinvolte in questa particolare avventura. Parliamo di avventura perché sia le insegnanti, sia noi, operatori teatrali, percepivamo il rischio di un totale fallimento di una proposta così concepita; si temeva che i genitori potessero essere spaventati di fronte alla proposta di un attività che richiedeva il coinvolgimento personale e attivo, e non la semplice presenza richiesta al fruitore di una classica conferenza. I fatti, in seguito, hanno spazzato via tutti i nostri timori. Dal 1995 al presente anno scolastico i laboratori per genitori continuano ad essere organizzati con modalità che si sono affinate nel tempo. Le finalità Nei primi anni di attività il progetto di laboratorio creativo ha rivolto la sua attenzione esclusivamente ai genitori. La finalità principale era quella di coinvolgere attivamente i genitori in un percorso che permettesse a tutti i partecipanti di sperimentare, riscoprire, e riattivare le proprie potenzialità creative.
In un primo periodo della sperimentazione i linguaggi non verbali costituivano il tema e l'argomento guida per tutte le attività dei laboratori e i laboratori erano strutturati come esposto nello schema. Gli insegnanti e l'animatore che conduceva i laboratori rivolti ai genitori, hanno costituito il punto di riferimento e di mediazione-connessione di tutte le attività, che erano strutturate in percorsi autonomi e non necessariamente comunicanti, cercando di coordinare il laboratorio dei genitori e i laboratori dei bambini, Infine, il momento dell'incontro tra genitori e bambini è consistito essenzialmente nella comunicazione reciproca dei risultati dei diversi laboratori (mostra - spettacolo). Le attività dei laboratori per genitori Le attività di laboratorio per genitori - e i più recenti laboratori per genitori e bambini ruotano intorno al tema dei linguaggi non verbali. Partiamo dalla triade: gesto-suono-immagine che consideriamo essere gli elementi fondamentali, la base su cui poggiano i diversi linguaggi. I temi del percorso di lavoro sono tre: gesto, suono e immagine. I temi vengono affrontati tenendo presente la fattibilità dell'esperienza in tempi necessariamente brevi. I tre temi fondamentali non vengono tuttavia sviluppati separatamente, ma sono sperimentati globalmente come accennato nell'introduzione. Quando parliamo di "sperimentare" intendiamo dire che facciamo mettere in gioco i partecipanti coinvolgendoli direttamente nelle attività per riuscire a sperimentare concretamente le varie attività proposte. Il percorso del laboratorio affronta vari temi e, soprattutto per i genitori, un argomento fondamentale è quello della creatività. La creatività La creatività non è una dote innata, e non è neppure un'attività riservata agli artisti. La creatività è una normale attività della mente che può essere e dovrebbe essere esercitata; la creatività, in qualche modo, si può acquisire: con l'esperienza; cioè accumulando modelli e sperimentando percorsi creativi
cercando di rendersi disponibili nei confronti dell'atto creativo recuperando l'aspetto ludico della vita quotidiana che è diventata la nostra esclusiva realtà. Insomma si tratta di recuperare il bambino che c'è in noi. laboratori genitori I miti della creatività Intorno alla creatività esistono ancora almeno due miti che devono essere sfatati per poter liberare la strada che porta a riappropriarsi del processo creativo. Crepino gli artisti Il primo mito è quello della creatività come attività "propria" degli artisti e di altri simili figuri. "Loro hanno fantasia..." si dice, oppure si associa la capacità creativa a fattori legati alla personalità, al carattere, all'indole, come se la creatività fosse una dote acquisita esclusivamente e una volta per tutte con il patrimonio genetico. Il che è quantomeno dubbio. La mia impressione, anche se solo di un'impressione si tratta e non di un dato scientifico, è che la creatività si possa acquisire come una qualunque altra tecnica mentale. Certo è più facile diventare creativi se si possiede una forma mentale disponibile alla creatività. Questa disponibilità non è comunque di carattere genetico, ma a sua volta si acquisisce. E si acquisisce meglio nei primi anni di vita. Da questa riflessione scaturisce con evidenza quanto sia importante un educazione alla creatività nei primi anni di vita e, di conseguenza, la necessità che la scuola materna e ancor prima il nido, affrontino, unitamente ai genitori, il problema dell educazione alla creatività. Creatività uguale bambini Il secondo mito di cui liberarsi è quello relativo al rapporto, o meglio all uguaglianza, che mette in relazione la creatività con l età anagrafica e mentale. Il riferimento è al luogo comune per cui i bambini sono "naturalmente" creativi e dotati di grande fantasia. Il bambino non è più creativo dell'adulto perché fantasia e creatività presuppongono dati di conoscenza che l'atto creativo "mette insieme" in modo insolito, nuovo, inaspettato, sorprendente. E perciò evidente che un bambino abbia immagazzinato molti meno dati di esperienza rispetto ad un adulto e abbia quindi molte meno potenzialità creative.
D'altra parte è anche vero che un adulto non esercitato creativamente è molto più "legato" di un bambino nella produzione di libere associazioni proprio perché il tipo di esperienza pratica concreta e reale dell'adulto (il principio di realtà) rende più difficile e poco plausibile l'associazione fantastica. Ma oltre a questo elemento di maggiore "libertà" di associazioni analogiche il bambino non ha alcun vantaggio creativo rispetto all'adulto. I linguaggi Una volta chiarito (ai genitori) che la creatività è attività possibile e piacevole per tutti, vengono affrontati i percorsi sui linguaggi verbali e non verbali. Si comincia cioè a pasticciare con gesti, suoni, immagini, con il colore e la musica, con la parola e il gesto etc Consideriamo: e cioè l'immagine, il gesto, il suono che produciamo in modo più o meno controllato. Anche in questo caso il concetto fondamentale di globalità riguarda non tanto i linguaggi, ma la persona che, unica e indivisibile, produce e percepisce una serie di linguaggi contemporaneamente. L'obiettivo del lavoro è quello di riappropriarsi di tutti i linguaggi, a partire da quelli più direttamente legati alla propria corporeità ( comunque tutti i linguaggi, a diversi livelli, sono legati al proprio corpo) ma anche di tutti gli altri. Lo scopo di questa ri-appropriazione non è quello di diventare artisti o attori, ma quello di riacquistare la possibilità di una vita armonica completa e di educare all'armonia e alla completezza i propri figli, i propri alunni. Per non negarsi la pratica di utilizzo dei linguaggi non verbali è necessario sgomberare il campo dal mito dell'artista a cui è delegata la competenza dei linguaggi non verbali. Il pittore, il regista, l'attore, il cantante, il fotografo...vengono ritenuti i soli depositari dell'arte. Solo a loro è concesso l'utilizzo dei linguaggi dell'arte, gli esperti, i professionisti. Non si vuole qui negare la necessità di approfondimento nel sapere artistico come in tutti gli altri saperi. Si vuole semplicemente rivendicare la necessità di un recupero della creatività e del piacere di fare arte, di usare i linguaggi non verbali, non per diventare tutti professionisti dell'arte, ma per non negarsi il piacere di giocare con l'arte. laboratori genitori
Progetto di laboratori comuni ai diversi soggetti. Sulla base del primo periodo di sperimentazione è stata elaborata una seconda ipotesi di lavoro che, all obiettivo di offrire al gruppo dei genitori delle occasioni in cui si capisce per agire, si fa per capire e, ancor meglio, delle situazioni per "capirsi" e per "agirsi" all'interno del gruppo, aggiunge quello di sperimentare laboratori rivolti a genitori, insegnanti, animatori, bambini insieme. Dove i tempi e l organizzazione lo permettono si attuano laboratori distinti per bambini, per insegnanti e per genitori come primo passo per arrivare ad un grande laboratorioperformance-museo-mostra dove agiscono contemporaneamente e insieme genitori, bambini, insegnanti, senza ruoli definiti, senza compiti specifici: un laboratorio dove agiscono persone di diverse età. L esperienza si attua in diverse fasi. laboratorio propedeutici:introduzione ai genitori e inizio del lavoro con i bambini 1 fase: laboratori propedeutici Una prima fase preparatoria dove, all'interno della scuola, si organizzano laboratori specifici su argomenti, tecniche, temi, diversi e rivolti separatamente a genitori, insegnanti e alunni. Laboratori propedeutici Sono previsti laboratori autonomi, cioè laboratori dei bambini e laboratori dei genitori mediati e connessi sia dal team animatori-insegnanti, sia dal tema-argomento. Questo laboratori li abbiamo definiti laboratori propedeutici, perché utili ad una preparazione alla fase successiva. Più precisamente gli obiettivi di questi laboratori propedeutici sono: la ricerca e la sperimentazione di tecniche di comunicazione la rielaborazione dell'argomento-tema da svolgere attraverso le tecniche del punto precedente l'acquisizione di competenze in termini di modalità e metodi didattici, che permettano un lavoro di produzione comune tra bambini, genitori e insegnanti. 2 fase: l'incontro L'incontro tra genitori, bambini, animatore e insegnanti avviene nella seconda fase, quella di produzione. Questo lavoro di "produzione comune" serve per costruire un momento di comunicazione che sarà diverso dal comunicarsi reciprocamente (cioè tra genitori, bambini e insegnanti) quanto è stato fatto nei laboratori propedeutici della prima fase.
Il laboratorio comune non serve cioè per raccontarsi il già fatto. L'aspetto essenziale dell'incontro è il produrre insieme per comunicare ad altri (al quartiere, alla città...) attraverso un momento di performance collettiva, il significato dell'incontro, mostrando l'opera nel suo divenire, nel suo prodursi, mostrando cioè il metodo e il percorso di produzione oltre che il risultato. momenti di lavoro comune genitori-bambini in preparazione della festa Laboratori comuni Il laboratorio di ricerca e produzione comune è strutturato in più laboratori paralleli, di piccole dimensioni, dove bambini, genitori e insegnanti possono ricercare, sperimentare e produrre insieme intorno all'argomento-tema proposto. Problemi e bisogni In questa fase di laboratori comuni sorgono inevitabilmente molti problemi: come i genitori si rapportano ai bambini nel nuovo contesto e come i bambini si rapportano ai loro genitori e al gruppo di figure adulte e, ancora, come i bambini si rapportano alle insegnanti alla presenza dei genitori infine, le insegnanti come adattano il loro ruolo rispetto ai bambini e ai genitori Non è facile mediare le diverse esigenze, le diverse visioni delle cose e la diversità di esperienze. Così come non è facile stabilire un rapporto di parità senza per questo perdere la necessaria autorità di figura adulta (genitore o insegnante). Spesso le figure adulte (genitori, insegnanti) non si astengono dall intervenire per modificare, guidare e condizionare le proposte dei bambini. Parimenti difficoltoso è accettare la visione e la critica dei bambini rispetto alle proposte avanzate dagli adulti. Il laboratorio comune di produzione è inevitabilmente un laboratorio di contraddizioni. Pensiamo semplicemente alla produzione di un disegno su di un argomento-tema. Le capacità tecnico, motorie e mentali degli adulti sono molto diverse da quelle dei bambini e quindi anche il risultato grafico è evidentemente diverso. Si deve quindi evitare che il confronto con le capacità degli adulti avvilisca il lavoro dei bambini. D altro canto non è neppure auspicabile che i genitori e gli insegnanti, nell ambito del laboratorio comune, giochino con i bambini il ruolo della maestra buona, della fatina comprensiva che lascia fare tutto ciò che si vuole.
Anche l attività dei laboratori comuni deve essere governata da regole chiare e condivise. I laboratori propedeutici devono servire a "prevenire" questi problemi, preparando sia i bambini sia i genitori ad una massima disponibilità. I ruoli Nel laboratorio di produzione comune anche gli insegnanti devono perdere il loro ruolo e devono giocarsi come i genitori e i bambini nella produzione intorno al tema-argomento. Tutti sono costretti a rinunciare al ruolo solitamente rappresentato, per tornare ad essere delle persone che esprimono, secondo i propri bisogni e le proprie possibilità, tutto ciò che l argomento-tema suggerisce loro. Naturalmente le tecniche proposte nei laboratori propedeutici, la situazione ambientale e la struttura generale dei laboratori di produzione comune devono essere studiati per favorire la libera espressione dei singoli e, contemporaneamente, il lavoro collettivo. 3 fase: la comunicazione finale Infine c'è il momento della comunicazione finale. La comunicazione finale è rivolta ad altri, a persone che non hanno partecipato all'esperienza. Quindi il momento della comunicazione (che nel precedente periodo di sperimentazione del progetto serviva da momento e strumento di incontro tra genitori e bambini) ha come obiettivo quello di far incontrare gli altri (esterni all'esperienza) con il prodotto del laboratorio comune, o meglio: di farli incontrare con il prodotto dell'incontro tra persone diverse per età che vengono normalmente definite come genitori, insegnanti e bambini. La comunicazione finale può non essere uno spettacolo o, almeno, non solo quello. Certo si può sempre produrre uno spettacolo con genitori, insegnanti e bambini. Ma, oltre al momento spettacolare, si può comunicare il significato profondo dell'incontro di lavoro tra genitori, insegnanti e bambini all'interno dei laboratori comuni di produzione. Per fare questo è necessario non solo documentare bene le diverse fasi dell'esperienza, dai laboratori propedeutici al momento finale, ma anche mostrare direttamente le fasi della produzione comune, il metodo e il percorso di lavoro che ha portato al prodotto finito per far rivivere in qualche modo il significato vero dell'esperienza. momento della festa spettacolo alla scuola materna statale del Pascolo-Calolziocorte
Le esperienze di laboratori con genitori e con genitori e bambini condotte in questi anni hanno dimostrato la fattibilità del progetto nella sua più recente evoluzione: laboratori rivolti a genitori e bambini che ruotano su un grande progetto comune e che sfociano in iniziative rivolte al territorio. Citiamo brevemente solo alcune tipologie di intervento che ci paiono significative dell evolversi del progetto: momenti di spettacoli realizzati dai genitori per i bambini delle scuole materne agli spettacoli comuni, cioè prodotti insieme, genitori e bambini, e rappresentati dai bambini e dal gruppo di genitori del laboratorio di teatro agli altri genitori e agli abitanti del quartiere
momenti dello spettacolo di fine anno scolastico realizzato da genitori e bambini della scuola materna statale di Lorentino di Calolziocorte -LC- per finire con veri e propri progetti che la scuola ha realizzato sul territorio dove bambini della scuola materna, genitori degli stessi bambini, coordinati dagli insegnanti e dall operatore teatrale, hanno realizzato feste-spettacolo di fine anno scolastico coinvolgendo le altre scuole (elementari, medie) i ragazzi portatori di handicap del Centro Socio Educativo del quartiere, banda musicale, associazioni di volontariato etc Festa-spettacolo di fine anno della scuola materna statale del Pascolo di Calolziocorte con il coinvolgimento di altre scuole, CSE, e associazioni. L ultima tipologia di esperienza citata è stata finalizzata anche al progetto di continuità fra scuola materna e scuola elementare, ed ha trovato un effettiva continuità alla ripresa dell anno scolastico, quando cioè i bimbi di cinque anni della materna si sono ritrovati in prima elementare, perché ancora una volta, genitori e bambini si sono ritrovati insieme per la realizzazione di un grande momento di animazione.
genitori delle scuole elementari (già coinvolti nei progetti di laboratorio della scuola materna) che interpretano i ruoli di re e di regina nella festa di inizio anno scolastico rivolta alle classi prime e la partenza della mongolfiera che conclude la festa Conclusione Il coinvolgimento dei genitori nelle scuole è tema sempre all ordine del giorno. Il nostro è un tentativo -fra i tanti - di raccogliere le potenzialità e gli elementi di novità che i genitori possono esprimere e di metterle al servizio del progetto educativo della scuola. Costruire un rapporto con i genitori che non sia limitato alle tradizionali richieste di aiuto e di supporto delle attività che nella scuola si svolgono ( aiuti di carattere organizzativo, come manodopera, o recupero materiali ), ma che veda i genitori partecipi e direttamente coinvolti in alcune attività e progetti della scuola, che li veda co-protagonisti di particolari momenti educativi. I partecipanti a queste attività generalmente arrivano al primo incontro di laboratorio vestiti con i panni del genitore, della mamma e del papà interessati a quanto la scuola propone loro e ai loro figli. Il risultato più interessante è che questi stessi genitori escono dall esperienza come "persone": si svestono ciò dei panni di genitore attento alla problematiche della scuola dei loro figli per spostare il loro interessate verso le attività proposte dal laboratorio, ritrovando il piacere di fare per sé, ritrovando il divertimento del gioco con gli altri.