Edgardo Curcio. Presidente AIEE Associazione Italiana Economisti dell Energia



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Transcript:

Edgardo Curcio Presidente AIEE Associazione Italiana Economisti dell Energia

1. Il quadro economico ed energetico della Sardegna 1.1 I principali nodi strutturali dell economia regionale Attualmente l'economia sarda soffre di un duplice effetto negativo. da un lato l'effetto della crisi che riguarda il nostro Paese, in relazione ad una crescita negativa dell'economia ed alle difficoltà del sistema finanziario di sostenere il sistema produttivo e commerciale; dall'altro lato la sua debolezza strutturale, che affonda le sue radici nel tempo e che tende ad aggravarsi in presenza di situazioni congiunturali difficili. In questo ambito un fattore che incide in maniera negativa nell'economia sarda è il forte peso e costo dell energia e la mancanza di gas naturale.

Se infatti andiamo a considerare la struttura industriale dell Isola rileviamo che: Il settore industriale, inclusa la petrolchimica, pesa per il 44% (contro il 34% dell'italia) sugli impieghi finali di energia, per effetto della presenza di grandi poli industriali energivori legati all uso di combustibili petroliferi; il settore terziario e residenziale pesa per il 13% (contro il 30% dell'italia) per lo scarso impiego dei combustibili gassosi praticamente assenti nel riscaldamento e altri usi domestici il settore dei trasporti è molto sviluppato su strada e pesa per il 29% (contro il 31% dell Italia) per mancanza di infrastrutture regionali

Totale impieghi finali per settore al 2005 (4620 migliaia di tep)

Consumo di fonti primarie 2005 (7310 migliaia di tep)

E' interessante notare la forte prevalenza in questo bilancio energetico di due sole fonti: i combustibili solidi (19%) ed i prodotti petroliferi (77%) Questi ultimi, in relazione alla presenza di grandi raffinerie vengono anche utilizzati per la petrolchimica e per bunkeraggi, oltreché per alimentare alcune centrali termoelettriche. In Italia il mix di fonti fossili è invece più equilibrato come segue: combustibili solidi ( 9%) prodotti petroliferi (43%) gas naturale (36%)

Dal confronto dei consumi finali pro-capite dell Italia con la Sardegna si evidenzia che i consumi nell Isola sono fortemente sbilanciati a favore dell industria mentre sono meno della metà rispetto alla media nazionale, nel settore civile.

In particolare per il settore elettrico: I consumi pro capite di energia elettrica in Sardegna sono stati nel 2008 i più alti a livello regionale. media nazionale Sardegna un consumo di 5.332 kw/h abitante un consumo di 7.154 kw/h abitante +34%. Anche a livello di settore domestico la Regione mostra un consumo pro capite alto: media nazionale Sardegna un consumo di 1.143 kw/h abitante un consumo di 1.349 kw/h abitante +18%. (a causa del maggior uso degli scaldabagni e stufe elettriche nelle abitazioni) Inoltre la Sardegna è la Regione che ha più aumentato il consumo di elettricità per uso domestico in percentuale, rispetto alla altre Regioni d Italia. Ciononostante sul totale di energia elettrica consumata in Sardegna nel 2008 (dati Terna) il 60% va nell industria ed il 19% va nel domestico (l Italia assorbe il 47% nell industria ed il 21% nel settore domestico).

Una ultima annotazione sulla situazione della Sardegna Se andiamo ad esaminare le emissioni di CO2 in Italia secondo l inventario annuale delle emissioni di gas serra recentemente pubblicato dall Enea troviamo che nel 2005 (ultimo anno preso in considerazione) su un totale di 452 milioni di tonnellate di CO2 emesse in Italia Pertanto a fronte di un circa 16 milioni provengono dalla Sardegna. tasso di 7,5 kg/co2/abitante per l Italia abbiamo un tasso di 10 kg/co2/ abitante in Sardegna che è superiore del 33% alla media nazionale

2. Il progetto GALSI ed il suo impatto sulla struttura energetica della Sardegna 2.1 Il progetto GALSI Il progetto GALSI riveste un elevato valore strategico per lo sviluppo del sistema nazionale ed europeo di gas naturale in quanto assicurerà l ottimizzazione delle fonti di approvvigionamento di gas supportando la crescita del mercato energetico europeo e nello stesso tempo consentirà la realizzazione della metanizzazione della Regione Sardegna. Il progetto prevede l arrivo in Sardegna nel 2014 di circa 8 miliardi di mc di gas naturale proveniente dall Algeria.

2. 2 Il piano delle reti Accanto alla struttura portante del gasdotto che attraversa la Sardegna dal basso in alto è prevista la realizzazione di un piano di reti che collegano il metanodotto principale ai 38 bacini di utenza in cui è stato suddiviso il territorio regionale..

Nelle tabelle seguenti è indicato lo stato delle procedure per ogni bacino e il riepilogo totale dei procedimenti NUMERO BACINI NUMERO PAESI STATO PROCEDIMENTO 19 141 AGGIUDICAZIONE GIA AVVENUTA 7 77 AGGIUDICAZIONE IN CORSO 3 6 LAVORI IN CORSO 1 36 LAVORI CONCLUSI 1 4 GARA IN FASE DI INDIZIONE 31 264 TOTALE

Con l'arrivo del GALSI e del metano la struttura energetica della Regione dovrebbe modificarsi fortemente. Per simulare l'impatto che la metanizzazione potrà avere sul bilancio e quindi sulla struttura industriale ed economica dell'isola abbiamo elaborato un Bilancio energetico regionale al 2020, anno in cui si prevede che il processo di metanizzazione abbia prodotto in larga parte i suoi effetti sui consumi e sulla struttura energetica dell'isola.

Le ipotesi assunte per determinare l impatto del metano nel sistema energetico sardo sono state le seguenti: Produzione termoelettrica: La produzione termoelettrica utilizzerà nel 2020 il seguente mix: 39% combustibili solidi (43%, nel 2005); 22% prodotti petroliferi (49%, nel 2005); 24% combustibili gassosi (0%, nel 2005); 15% rinnovabili (8%, nel 2005). E previsto, per l utilizzo di cicli combinati a gas, una riduzione di perdite di trasformazione di energia elettrica che passano dal 65% al 55%

Industria: nascita di nuove industrie a media e bassa intensità energetica in relazione alla metanizzazione della Regione (così come avvenuto nel Mezzogiorno). Trasporto: riduzione dei consumi sia per un minor consumo/km auto sia per un maggior uso di carburanti più efficienti (metano) e sia per una razionalizzazione del trasporto ferroviario attualmente a diesel.

Residenziale: aumento dei consumi delle famiglie che sostituiscono l 80% dei combustibili petroliferi con il metano, ma che incrementano (anche se sostituiscono gli scaldabagni elettrici con quelli a gas) il consumo di elettricità a causa di un maggior benessere e di una ulteriore penetrazione di questa fonte nei consumi domestici.

Terziario: aumento dei consumi del terziario (alberghi, ristoranti, grande distribuzione) che sostituiscono il 70% del riscaldamento degli edifici con il metano ma che incrementano il consumo elettrico per la nascita di nuove imprese e per una maggiore penetrazione di questa fonte.

In definitiva, i consumi finali crescono dal 2005 al 2020 dell 8,8% e cioè dello 0,5% anno (compreso crisi 2008-2009) e rispetto al 2005 sono così previsti (migliaia di tonnellate equivalenti di petrolio): Ripartizione dei consumi energetici finali (migliaia di tep) 2005 2020 Var% media annua 2020-2005 Agricoltura 102 114 0,70% Industria 1406 1400-0,03% Residenziale 372 527 2,30% Terziario 218 476 5,30% Trasporti 1327 1214-0,60% Totale consumi finali (1) 3425 3731 0,50% (1) escluso bunkeraggi e petrolchimica

Consumi energetici finali al 2020 (3730 migliaia di tonnellate di petrolio equivalente) 2005 2020

In termini di mix energetico si ha il seguente mutamento strutturale: (migliaia di tonnellate di petrolio equivalente) Nota: l energia elettrica prodotta è qui riportata tra le fonti primarie, pur non essendola, dato l importanza che assume nel nostro sistema energetico.

Migliaia di tep Confronto del totale impieghi finali BER 2005 e 2020

3. Le ricadute economiche della metanizzazione nell isola 3.1 I vantaggi del metano Prima di procedere a valutare i vantaggi che l'arrivo del metano potrà portare all'economia sarda, vale la pena fare un breve raffronto tra i prezzi di questa fonte e quelli degli altri prodotti concorrenti a parità di potere calorifico. I prezzi sono presi da documenti ufficiali e riguardano il III trimestre 2009.

COMBUSTIBILE ARIA PROPANATA 1,40 PREZZI (iva inclusa) /mc (iva 20%) COSTO (Iva inclusa) /Mcal 0,1166 (28% in più) Vantaggio del metano (=100) 128 GPL 1,05 /l (iva 20%) 0,175 (più del 200%) 200 GASOLIO 1,10 METANO 0,73 /l (iva 20%) /mc (iva 10-20%) 0,0917 110 0,0834 100

A questi vantaggi di prezzo, il metano aggiunge altri vantaggi di ordine economico quali: maggiore rendimento nella sua trasformazione in energia elettrica e termica minori perdite e costi di trasporto maggior facilità di impiego Naturalmente il metano offre anche importanti vantaggi di tipo ambientale.

3.2 I vantaggi nel settore residenziale Per valutare i benefici economici di una famiglia sarda abbiamo utilizzato i dati di uno studio realizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico nel 2007 dal titolo "Rapporto sul Costo di Cittadinanza". In questo studio si mettono a confronto i costi (o meglio la spesa) che una famiglia media abitante in varie città italiane sostiene per l'energia (elettrica e gas). I dati vengono espressi in due diversi modi: costo di energia standard che confronta i dati delle varie città, assumendo consumi di elettricità e gas (e/o altri combustibili) identici. Pertanto la differenza è data solo dal maggior costo dei combustibili utilizzati da città a città; costo di energia effettiva che confronta i dati delle varie città assumendo i relativi consumi energetici di ogni città. Pertanto la differenza è data dal costo dei combustibili moltiplicato per i maggiori o minori consumi.

La tabella indica i seguenti valori per Cagliari, città presa a riferimento per la Sardegna nello studio citato. Costo di energia standard Cagliari: euro/famiglia 2.113 (gas 1.691; elettricità 422) media altre città: euro/famiglia 1.511 (gas 1.089; elettricità 422) Costo di energia effettiva Cagliari: euro/famiglia 1.079 (gas 518; elettricità 561) media altre città: euro/famiglia 1.276 (gas 807; elettricità 469)

Da questa ultima voce si evince che Cagliari ha un costo più elevato per l'energia elettrica rispetto ad altre città in quanto la famiglia sarda utilizza di più questa fonte in mancanza di metano, soprattutto per gli scaldabagni elettrici, mentre ha un costo più modesto per il gas (aria propanata e/o GPL) perché ne consuma molto meno. Infatti, contro un consumo medio della famiglia italiana (dati 2009) di 1.400 mc, in Sardegna si ha un consumo medio di aria propanata di 550 mc/anno che equivalgono a 730 mc di metano (cioè la metà). La spesa relativa è valutata attualmente in circa 600 a famiglia

Assumendo quindi di sostituire l aria propanata utilizzata da una famiglia media sarda con metano, e tenendo conto del diverso potere calorifico, ma anche del diverso prezzo, si avrebbe un risparmio per la famiglia sarda di circa 170 euro l'anno per la sola sostituzione del combustibile, a cui si dovrebbe però aggiungere il vantaggio di usare il metano per gli scaldabagni elettrici, con un risparmio stimato di riduzione della bolletta elettrica di circa 100 euro a famiglia. Quindi un risparmio, di circa 270 euro l'anno a famiglia, che per il totale delle famiglie sarde allacciate alla rete (circa 500.000) porta ad un vantaggio economico per il solo settore domestico della Sardegna di circa 140 milioni di euro. Questo dato potrebbe essere aumentato nel momento in cui i consumi di metano nel settore residenziale si avvicinassero alla media nazionale.

3.2 I vantaggi nel settore terziario e dei servizi In questo settore i maggiori usi termici (riscaldamento e acqua sanitaria) sono forniti da gasolio e GPL. I consumi di questi combustibili sono stimati nel 2008 intorno a 150 migliaia di tep che se sostituiti con metano darebbero un risparmio di qualche milione di euro ma molto di più in termini di rendimento come risulta da alcuni semplici esempi: Caso scuola: (500 alunni, 4.000 m 2 consumo 650 MWh) prendendo a riferimento la sostituzione di una caldaia tradizionale a gasolio con una condensazione a metano si ha un risparmio anno di 17.000 euro. Caso ospedale: (100 posti letto) la sostituzione di una caldaia a olio combustibile con una a metano a condensazione porta ad un risparmio anno di 35.000 euro. Solo in questa tipologia di utenze considerato il numero di scuole ed ospedali esistenti in Sardegna si avrebbe un vantaggio economico dell'ordine dei 13-14 milioni di euro l'anno. A queste andrebbero aggiunti i risparmi conseguibili negli edifici della P.A. e nel settore alberghiero e turistico che hanno parametri di consumi per riscaldamento ed acqua sanitaria molto elevati, che porterebbe a vantaggi economici teorici di qualche decina di milioni di euro l'anno per tutto il settore terziario.

3.3 La sostituzione degli attuali combustibili con il gas nel settore industriale Attualmente le industrie in Sardegna, oltreché usare molta energia elettrica per gli specifici usi dei settori dell'alluminio, della chimica, dello zinco e della raffinazione, utilizzano diversi prodotti petroliferi (gasolio, olio combustibile e GPL) per uso di riscaldamento, di processo ed anche gas di sintesi per usi vari energetici. L'arrivo del metano andrebbe a sostituire gran parte degli attuali combustibili (circa 480 migliaia di tep) con un risparmio valutabile intorno a qualche centinaia di milioni di euro, ma favorirebbe anche la nascita di molte nuove imprese (come è accaduto in Mezzogiorno) sopratutto nei settori dove l'uso del metano costituirebbe un elemento determinante e di vantaggio competitivo per la produzione e vendita di prodotti.

Tra queste categorie di imprese citiamo: industria della ceramica e del gas industria cartaria industria del legno e dei truciolati industria dei materiali di costruzione industria alimentare ed agroalimentare Va ricordato che il metano può essere utilmente usato nella cogenerazione e cioè per produrre energia elettrica e calore e quindi molte industrie potrebbero trovare un vantaggio economico dall'utilizzo di questa fonte che farebbe risparmiare loro, per un migliore rendimento termico, circa il 30% del loro consumo in energia. In base a queste valutazioni si può stimare che il settore industriale potrebbe avere un vantaggio economico dall'arrivo del metano valutabile in circa 200 milioni di euro.

3.5 I cambiamenti attesi nella generazione elettrica ed i vantaggi economici relativi Attualmente la generazione elettrica in Sardegna è basata per il 45% da prodotti petroliferi, il 51% da combustibili solidi ed il 5% da fonti rinnovabili. Vi è attualmente una piccola quota di energia elettrica che viene esportata. Il costo dell energia elettrica in Sardegna è elevato sia per il mix di fonti utilizzate e sia per la scarsa interconnessione interna e con il continente che determina scompensi e prezzi zonali elevati. L arrivo del metano con la realizzazione di due centrali a ciclo combinato a gas (400MWe + 200MWe) avrà un duplice effetto sul sistema termoelettrico: da un lato ridurrà i costi di generazione elettrica per effetto del miglior rendimento delle nuove centrali a gas dall altro lato consentirà l abbattimento di CO 2 ed altri inquinanti rendendo la Sardegna più pulita.

Dovendo valutare i vantaggi economici dell arrivo del metano nel settore termoelettrico della Sardegna abbiamo considerato due fattori principali: la riduzione dei combustibili utilizzati per produrre le stesse quantità di energia elettrica e quindi essenzialmente olio combustibile e gasolio e la riduzione della CO 2 con i relativi costi. Nel primo caso avremo che a fronte di circa 2.687 combustibili fossili usati oggi, si risparmierebbero con il metano circa 250.000 tep a parità di MWe prodotto e quindi valorizzando questi combustibili come olio combustibile e gasolio si avrebbe un risparmio di circa 100 milioni di euro. Nel caso della CO 2 risparmiata si avrebbero altri risparmi di circa 50 milioni di euro. Complessivamente circa 150 milioni di euro a cui si dovrebbe aggiungere il risparmio per un minor costo dell elettricità prodotta.

3.6 La metanizzazione nel settore dei trasporti Attualmente in Sardegna il trasporto privato e pubblico non può utilizzare uno dei carburanti a più buon mercato e pulito che è il metano. Con l arrivo del gas naturale la Regione potrebbe sviluppare, come già avviene nel Continente, una rete stradale di colonnine a metano per gli automobilisti privati e nello stesso tempo adottare il metano per le flotte di mezzi di trasporto pubblici. I vantaggi economici sarebbero modesti ma l impatto ambientale ed i vantaggi per gli automobilisti sardi che potrebbero utilizzare auto a metano sarebbero notevoli.

In conclusione i vantaggi economici della metanizzazione in Sardegna si possono valutare in oltre 500 milioni di euro/l anno, comprensivi dei diversi settori presi in esame e dell abbattimento della CO 2. 37

4. Le ricadute occupazionali della metanizzazione in Sardegna Guardando gli occupati in Sardegna per settori troviamo che il maggior numero di occupati è nel comparto dei servizi (73%) seguito dell'industria (20%) e dall'agricoltura (7%). Questo dato peraltro è diverso da quello nazionale ed anche da quello del Mezzogiorno dove l'attività dei servizi occupa rispettivamente il 66% ed il 70% del totale degli occupati. D'altronde in tutte le provincie sarde la maggior parte del valore aggiunto è prodotto dalle attività dei servizi. In Ogliastra, a Cagliari ed in Gallura la quota del terziario sul totale è pari a 80% principalmente per il peso della pubblica amministrazione nelle prime due provincie, e del commercio e turismo nella Gallura.

Minore è il peso dell'attività dei servizi in altre provincie come a Carbonia, Iglesias e nel Medio Campidano dove l'industria è più presente. Peraltro proprio in queste zone dove è presente la grande industria mineraria e metallurgica sarda, sono a rischio un gran numero di posti di lavoro e quindi occorrono interventi strutturali che passano anche attraverso una riconversione energetica del territorio. E' infatti noto che il costo dell'energia in generale, e di quella elettrica, in particolare, penalizza gravemente le industrie sarde, sia per la struttura del parco di generazione elettrico spostato verso il carbone e l'olio combustibile, sia per la scarsa interconnessione di rete che aumenta i prezzi zonali.

4.2 La metanizzazione in Sardegna ed i suoi riflessi sull occupazione nei vari settori Se andiamo a valutare le ricadute occupazionali della metanizzazione della Sardegna troviamo che essa ha andamenti diversi in funzione delle varie fasi in cui il processo di metanizzazione avviene. In una prima fase, caratterizzata dai lavori di costruzione della rete principale e dalla realizzazione delle reti secondarie e reti urbane per la distribuzione del metano alle varie utenze (già in corso di costruzione) avremo un aumento netto di occupazione locale in gran parte temporanea, legata al periodo di esecuzione dei lavori per un totale di circa 3.500 addetti impiegati nella costruzione delle reti secondarie e urbane (escluso quindi il gasdotto).

In una seconda fase, che è quella dell'arrivo del metano alle varie utenze servite, avremo un bilancio occupazionale essenzialmente neutro in quanto avremo nuovi posti di lavoro che si potranno realizzare dall'installazione e vendita di nuovi apparecchi ed impianti legati all'uso del gas. Tra questi citiamo: le nuove caldaie a metano gli scaldabagni a gas gli impianti di riscaldamento e di condizionamenti i distributori stradali a metano gli impianti industriali a gas le nuove centrali a ciclo combinato a gas ma anche esuberi di personale attualmente utilizzato per il trasporto e la gestione dei combustibili tradizionali

In una terza fase che possiamo immaginare come quella in cui la metanizzazione della Sardegna sarà, completata dovremmo avere un bilancio occupazionale nuovamente positivo sopratutto in funzione delle nuove attività industriali e commerciali che l'arrivo del gas promuoverà nel tessuto industriale ed economico della Sardegna. In particolare si valuta che, sulla base anche delle esperienze della metanizzazione del Mezzogiorno, i seguenti settori potrebbero essere avvantaggiati dall'arrivo del metano in Sardegna e quindi creare nuove iniziative (o potenziare quelle esistenti) con una positiva ricaduta occupazionale diretta e indiretta: agroindustria (incluso biocarburanti) sughero ed affini ceramica e vetro laterizi e manufatti in cemento cartaria legno e mobilio Senza dimenticare le imprese impiegate nella manutenzione delle reti e degli impianti domestici, che assorbirà non meno di 2000 nuovi addetti. Nel settore commerciale avremo invece ricadute positive nei comparti della grande distribuzione, turismo e servizi collaterali.

Facendo un bilancio totale possiamo stimare i valori di nuovi occupati come segue: Occupazione stagionale Occupazione fissa nella I fase n 2.000 1.500 nella II fase n // // nella III fase industria n 1.000 500 servizi n 3.000 2.000 Totale n 6.000 4.000 Complessivamente avremo un aumento di nuova occupazione locale per 10.000 addetti di cui il 60% stagionale e il 40% fisso

5. I vantaggi ambientali dell arrivo del metano nell Isola 5.1 La riduzione dei gas serra La metanizzazione della Sardegna contribuisce al programma di riduzione delle emissioni di gas-serra che l Italia è tenuta a effettuare nell ambito delle direttive europee (in particolare, riduzione del 20% delle emissioni di anidride carbonica) per due considerazioni: Il metano emette meno CO 2 a parità di energia termica liberata rispetto agli altri combustibili fossili che va a sostituire (olio combustibile, gasolio, GPL, carbone e anche propano) Le caratteristiche del metano permettono in molti casi di trasformare o utilizzare l energia termica sviluppata con rendimenti superiori a quelli ottenibili con altri combustibili.

Fatta uguale a 100 la quantità di CO 2 rilasciata per unità di energia termica sviluppata dal metano, il valore corrispondente nel caso del petrolio è 130 e nel caso del carbone è compreso tra 169 e 188. Nel caso della generazione elettrica, a questo vantaggio si somma l aumento del rendimento: infatti una centrale a ciclo combinato funzionante a gas naturale di ultima generazione ha un rendimento tipicamente del 58% rispetto al valore dell ordine del 40% di una centrale a vapore funzionante a olio combustibile La sostituzione della prima alla seconda porta quindi a una riduzione del 47% (praticamente un dimezzamento!) delle emissioni di CO 2 nella produzione di elettricità.

Supponendo quindi che vengano dismesse centrali termoelettriche funzionanti a olio combustibile per 320 MW e 320 MW a gasolio sostituite con equivalente potenza di centrali a ciclo combinato funzionanti a gas metano, e assumendo un numero annuale di ore di funzionamento pari a 6.000, si avrà una riduzione di emissione di CO 2 di circa 2 Mt/anno.

Una situazione analoga si riscontra nei settori civile e industriale, dove la sostituzione con metano di utenze funzionanti con prodotti petroliferi può portare, oltre al guadagno stechiometrico, ad aumenti del rendimento negli usi finali. Un esempio per tutti: l utilizzo di caldaie a condensazione (con un aumento del rendimento dell ordine del 10%) è molto più facile nel caso del metano a causa della assenza di zolfo, generalmente presente nei prodotti petroliferi, che crea problemi di corrosione in presenza dell acqua di condensazione. Supposto quindi di sostituire nei settori civili e industriali 550 migliaia di tep di prodotti petroliferi con metano e ipotizzando (conservativamente) un corrispondente aumento del 5% nel rendimento degli usi finali, si arriva così a calcolare una riduzione di emissioni di 0,5 Mt/anno di CO 2 emessa da parte dei settori civile e industriale.

Per quanto riguarda il settore trasporti, il contributo del metano in termini di riduzione delle emissioni di gas serra è relativamente modesto. Complessivamente quindi sommando le riduzioni nel settore elettrico, negli usi termici industriali e civili e nei trasporti, arriviamo ad una stima di riduzione complessiva di circa 2,5 Mt/anno di CO 2 che corrisponde a circa il 14 % delle attuali emissioni di CO 2 della Sardegna

5.2 La riduzione di emissioni inquinanti La sostituzione del metano ad altri combustibili ha anche effetti fortemente positivi per quanto riguarda le emissioni di inquinanti atmosferici, in specie ossidi di zolfo, idrocarburi aromatici e non, particolato e metalli, che vengono tutte ridotte quasi a zero. La riduzione delle emissioni di ossidi di azoto è meno drastica, essendo dovuta non direttamente alla composizione del combustibile, quanto alla possibilità di controllare più efficacemente le temperature di combustione. Pertanto si può assumere che, soprattutto nel settore elettrico ed industriale la sostituzione di combustibili petroliferi con metano porterà ad una riduzione di almeno il 30% di emissioni inquinanti, in specie NOx SOx e idrocarburi aromatici.

5.3 Altri vantaggi ambientali (logistica del metano) Una serie di vantaggi ambientali indiretti del metano rispetto ai prodotti petroliferi (per non parlare del carbone) derivano dal suo trasporto mediante tubazioni, che riducono la necessità di trasporto tramite autobotti o camion (per le bombole). Questo comporta una minore emissione di inquinanti in fase di trasporto e distribuzione e un alleggerimento della congestione del traffico.

Conclusioni Con l arrivo del metano in Sardegna, l economia sarda avrà notevoli vantaggi sia sul piano economico, che su quello industriale, occupazionale ed ambientale. Con una proiezione al 2020 dei consumi di energia si stima, infatti, che il processo di metanizzazione porterà all economia sarda: un risparmio annuo di oltre 500 milioni di euro per una maggiore razionalizzazione e minor costi dei consumi energetici, sia per le famiglie (che avrebbero maggiori possibilità di spesa), sia per i servizi e l industria (che potrebbero aumentare la loro attratività e competitività). un miglioramento del mix energetico dell Isola; una riduzione del costo dell energia elettrica con ricadute positive sulle grandi industrie energivore, ma anche sulle medie e piccole industrie; nuova occupazione, a regime, di circa 10.000 unità di cui il 60% stagionale ed il 40% fisso; una riduzione delle emissioni di CO 2 di circa 2,5 milioni di tonnellate (14% di quelle attuali) e degli altri inquinanti (-30%).

Inoltre, la struttura industriale ed economica della Sardegna sarà più equilibrata e più simile a quella dell Italia, raggiungendo un armonizzazione dei consumi e delle fonti (soprattutto energetiche) con le altre Regioni. La Sardegna si avvicinerà così alle altre Regioni italiane ma soprattutto all Europa rispondendo alla sfide energetiche ed ambientali poste al 2020 in termini di risparmio, di mix energetico, di sviluppo di fonti a basso contenuto carbonico e di riduzione di gas serra.