Aglianico del Vulture

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Pecile M., Zavaglia C., Ciardi A. 1. RIFERIMENTI NORMATIVI Nome: N. Codice: 266 Sinonimi ufficiali: (002) Aglianico N. Data di ammissione: 22/03/1971, decreto pubblicato sulla G.U. 98 del 24/04/1971 2. INFORMAZIONI GENERALI Le informazioni presentate in questa sezione sono tratte da: V. Catalano, A. Cersosimo e L. Stramaglia - "", in Principali vitigni da vino coltivati in Italia - Nuova serie, Vol. I, 1989 2.1. Sinonimi (ed eventuali errati) L rappresenta un biotipo della vasta popolazione degli Aglianici differenziatisi, nel corso della loro coltura millenaria, in una zona di vastissima estensione che comprendeva la Campania, la Puglia, la Basilicata, il Molise, ma anche il basso Lazio, l alta Calabria e, in tempi più recenti, la Sardegna. I sinonimi accumulati da questo antichissimo vitigno appartengono ormai alla sua storia, ancora oggi, molti di essi continuano ad essere in uso in alcune zone dell Irpinia e dalla Basilicata. Tra i più diffusi nelle diverse epoche e località si ricordano: Aglianica, Agnanìco, Gnanico (a Potenza, Napoli, Salerno, Avellino, Benevento); Ellenica, Ellenico (a Torre del Greco, Taurasi e Campomaggiore); Ellanico (a Macchiagodena); Agnanico di Castellaneta (a Mottola); Agitano, Gagliano (a Sammarzano); Aglianico tringarulo, Trignarulo (a Calitri); Agliatico (a Gesualdo); Aglianico zerpoluso (ad Avellino); Glianica (a Pontelatone); Ghianna (a Rocca Romana); Uva dei cani (a Corato, Telve, Sogliano, Salve); Uva di Castellaneta (a Pulsano, Francavilla-Fontana); Ghiannara, Ghiandara (a Venafro, Pozzilli, Sesto Campano); Olivello di San Cosmo, Aglinicuccia, Aglianichella, Aglianico femminile (a Pozzuoli) ed ancora: Aglianico mascolino, Spriema, Cascavoglia, Fresella, Cerasole, Aglianico bastardo, Ruopolo, Aglianico nero, ecc. Nomi completamente errati risultano invece quelli di Aleatico (Odart) e Pignolo (Pasquale; Gasparini). C è ancora da ricordare che nomi come: Aglianico forte, Aglianico amaro, Aglianico rosso, Aglianico di razza o Aglianico di Porzia, Aglianico di Somma o Aglianica tosta, Aglianico lungo, Aglianico sorcella, Aglianico dolce, Aglianico piccolo, ecc., pare stessero ad indicare vitigni completamente diversi fra loro e dall Aglianico. Con Decreto del 30 Maggio 2018, pubblicato in Gazzetta ufficiale n. 133 dell 11/06/2018, è stata riconosciuta la sinonimia tra Aglianico del Vulture N. (266) e Aglianico N. (002). 2.2. Descrizione Ampelografica La descrizione è stata effettuata presso l Azienda Agricola Sperimentale "Incoronata" di Melfi (PZ). I dati rilevati sono stati confrontati con quelli osservati presso altri vigneti della zona del Vulture e sui ceppi esistenti nelle collezioni dell Istituto Sperimentale per la Viticoltura. Germoglio (osservazioni su germogli di 10-30 cm) 001 - Forma dell estremità - 7) aperto 002 - Distribuzione della pigmentazione antocianica sull apice - 1) assente 004 - Densità dei peli striscianti (lunghi) sull apice - 9) fortissimo - Colore dell apice - 4) verde giallognolo - Asse del germoglio - 2) curvo (fino a 90 ) appena Foglioline apicali (le prime tre a partire dall apice) - Aspetto del lembo - 1-3) spiegate la seconda e la terza; a gronda la prima - Densità dei peli striscianti (lunghi) - 7) forte - Colore (escluso gli antociani) - 4) verde giallognolo Foglioline basali (quelle ancora in accrescimento poste immediatamente al di sotto delle prime tre) - Aspetto del lembo - 1) spiegate - Densità dei peli striscianti (lunghi) - 1-7) nulla o leggerissima sulla pagina superiore; forte sulla pagina inferiore - Colore (escluso gli antociani) - 4) verde giallognolo Germoglio alla fioritura 006 - Portamento - 1) eretto 007 - Colore della faccia dorsale degli internodi - 1) verde 008 - Colore della faccia ventrale degli internodi - 1) verde 009 - Colore della faccia dorsale dei nodi - 1) verde 010 - Colore della faccia ventrale dei nodi - 1) verde 011 - Densità dei peli diritti (corti) sui nodi - 1) nulla o leggerissima 012 - Densità dei peli diritti (corti) sugli internodi - 1) nulla o Pagina 1 di 5 documento generato il 18-04-2019, 14:30

leggerissima 015 - Pigmentazione antocianica delle gemme - 1) nulla Cirri 016 - Distribuzione sul tralcio - 1) discontinua 017 - Lunghezza - 5) medi - Tipo - 2-3) bifidi o trifidi Foglia giovane (le prime 6 foglie dell apice, alla fioritura) 051 - Colore della pagina superiore - 1) verde 053 - Densità dei peli striscianti tra le nervature della pagina inferiore - 3) leggera 055 - Densità dei peli striscianti sulle nervature principali della pagina inferiore - 3) leggera Apice - Forma dell estremità - 7) aperto - Densità dei peli dritti (corti) sull apice - 3) leggera - Colore (escluso gli antociani) - 3-4) giallo bronzato o verde - Asse del germoglio - 1) eretto o appena curvo Foglioline apicali - Aspetto del lembo - 1-3) spiegata la terza; a gronda la prima e la seconda - Densità dei peli striscianti - 7) forte - Colore - 4) verde Foglioline basali - Aspetto del lembo - 1) spiegate Foglia adulta 065 - Taglia - 3-5) piccola o media 066 - Lunghezza - 3-5) corta o media 067 - Forma del lembo - 3) pentagonale 068 - Numero dei lobi - 2-3) trilobata o pentalobata 069 - Colore della pagina superiore del lembo - 5) verde medio - Colore della pagina inferiore del lembo - 3) verde chiaro 073 - Ondulazione del lembo fra le nervature principali o secondarie - 1) assente 074 - Profilo del lembo - 1) piano - Profilo dei lobi - 1) piano 075 - Bollosità della pagina superiore del lembo - 3) leggera 076 - Forma dei denti - 3) a lati convessi 077 - Lunghezza dei denti - 3) corti 078 - Lunghezza dei denti in rapporto alla larghezza della loro base - 3) corti - Regolarità - 1) irregolari - Prominenza - 1) poco pronunciati - Larghezza della base - 1) a base larga 079 - Forma del seno peziolare - 5-6) chiuso o a lobi leggermente sovrapposti 080 - Forma della base del seno peziolare - 2) sagomata a V 081 - Particolarità del seno peziolare - 3) presenza molto frequente di un dente sul bordo 082 - Forma dei seni laterali superiori - 2-3) chiusi o a lobi leggermente sovrapposti 083 - Forma della base dei seni peziolari superiori - 1) sagomata ad U - Forma dei seni laterali inferiori - 2) chiusi - Angolo della sommità dei lobi terminali - 3) ottuso 085 - Densità dei peli dritti fra le nervature della pagina inferiore - 3) leggera 087 - Densità dei peli dritti sulle nervature della pagina inferiore - 3) leggera 088 - Pelosità strisciante sulle nervature principali della pagina superiore - 1) assente - Densità dei peli striscianti sulla pagina superiore - 1) nulla o leggerissima - Lucentezza - 1) opaca - Sporgenza delle nervature - 1) sporgenti 090 - Densità dei peli striscianti sul picciolo - 1) nulla o leggerissima 092 - Lunghezza del picciolo - 3) corto 093 - Lunghezza del picciolo in rapporto alla nervatura mediana - 3) più corto - Grossezza del picciolo - 1-2) sottile o medio - Sezione trasversale del picciolo con canale - 1) evidente Tralcio erbaceo - Sezione trasversale - 1) circolare - Contorno - 1) liscio - Tomentosità - 1) glabro - Colore - 1) verde - Diffusione del colore - 1) interamente diffuso Sarmento (tralcio legnoso, dopo la caduta delle foglie) 101 - Sezione trasversale - 1) circolare 102 - Superficie - 1) liscia 103 - Colore generale - -) nocciola rossastro ai nodi - Distribuzione del colore - 1) uniforme - Superficie - 2) parzialmente pruinosa 104 - Lenticelle - 1) assenti - Corteccia - 2) resistente - Lunghezza - 3) corto - Consistenza - 4) elastico - Aspetto - 1) poco ramificato - Nodi - 2) non molto evidenti 105 - Densità dei peli dritti sui nodi - 1) nulla o leggerissima 106 - Densità dei peli dritti sugli internodi - 1) nulla - Gemme - 1) appuntite - Gemme - 2) evidente - Cercine peziolare - 2) stretto - Cercine peziolare - 1) sporgente - Sezione longitudinale del tralcio all altezza del nodo - 2) Pagina 2 di 5 documento generato il 18-04-2019, 14:30

diaframma piano-convesso Tronco - Aspetto - 2) medio Infiorescenza 151 - Sesso del fiore - 3) ermafrodita 152 - Livello d inserzione della prima infiorescenza - 1) primo o secondo nodo 153 - Numero di infiorescenze per tralcio - 2) 1,1 a 2 infiorescenze 154 - Lunghezza dell infiorescenza prossimale - 3) corta (da 5 a 10 cm) - 5) media (da 10 a 15 cm) - Forma del bottone fiorale - 2) piriforme - Dimensione del bottone fiorale - 2) medio - Fertilità del fiore - 1) autofertile Grappolo 201 - Numero medio di grappoli per tralcio - 2) da 1,1 a 2 grappoli 202 - Taglia - 3) piccolo 203 - Lunghezza - 3-5) corto o medio - Forma del grappolo - 1-2) conico o cilindrico - Forma del grappolo - 1-2) semplice o alato 204 - Compattezza del grappolo - 5) medio 205 - Numero degli acini - 3-5) basso o medio 206 - Lunghezza del peduncolo - 3) corto (da 3 a 5 cm) 207 - Lignificazione del peduncolo - 5) media (semilegnoso) - Grossezza del peduncolo - 1) sottile Acino 220 - Grossezza - 3-5) piccolo o medio 221 - Lunghezza - 3) corto (da 10 a 17 mm) 222 - Uniformità della grossezza - 2) uniforme 223 - Forma dell acino - 3) arrotondata 224 - Sezione trasversale - 2) circolare 225 - Colore dell epidermide - 6) bleu-nero 226 - Uniformità del colore dell epidermide - 2) uniforme 227 - Pruina - 7) forte 228 - Spessore della buccia - 5) media - Consistenza della buccia - 1) tenera 229 - Ombelico - 2) apparente - 2) prominente 230 - Colorazione della polpa - 1) scarsamente colorata 232 - Succulenza della polpa - 2) succosa 233 - Rendimento in succo - 5) medio 234 - Consistenza della polpa - 1) molle 236 - Particolarità del sapore - 1) nessuna 238 - Lunghezza del pedicello - 3) corto (da 4 a 8 mm) 239 - Separazione del pedicello - 2) facile - Colore del pedicello - 1) verde - Cercine - 1) evidente - Colore del cercine - 1) verde - Lunghezza del pennello - 1) corto - Colore del pennello - 1) non colorato con qualche sporgenza rosso violacea 241 - Presenza di semi - 3) presenti - Numero medio di vinaccioli per acino - 2) fino a 2 semi 242 - Lunghezza dei semi - 3-5) corti o medi - Forma dei semi - 2) piriforme - Forma del becco - 1) a becco grosso 243 - Peso medio di 100 semi da acini della parte centrale di 10 grappoli - 1) molto leggero (meno di 10 mg/seme) 244 - Scanalature (striature) sulla faccia dorsale dei semi - 2) presenti 2.3. Fenologia 301 - Epoca di germogliamento - 5-7) media o tardiva 302 - Epoca di fioritura - 5-7) media o tardiva 303 - Epoca di invaiatura - 5-7) media o tardiva 304 - Epoca della maturazione fisiologica - 5-7) media o tardiva 305 - Inizio dell agostamento (lignificazione) - 5) medio 306 - Colorazione autunnale delle foglie - 5) rosso 351 - Vigore del tralcio - 3-5) esile o medio 352 - Crescita dei germogli pronti - 3) leggera 353 - Lunghezza degli internodi - 3) corti (da 60 a 90 mm) 354 - Diametro medio degli internodi - 3-5) sottile o medio Dati produttivi 502 - Peso medio del grappolo - 3) basso (circa 200 g) 503 - Peso medio dell acino (media di 100 acini) - 3) basso (circa 2 g) 504 - Produzione media di uva per ettaro - 5) media 505 - Tenore in zucchero del mosto (in %) - 5) medio (circa 18,50%) 506 - Acidità totale del mosto (acido tartarico g/1) - 5-7) media (fino al 9,9 ) o elevata; ph: 2,95-3,05 - Fertilità delle femminelle - 4) scarsa 2.4. Caratteristiche ed Attitudini colturali Vitigno di media vigoria con fenologia medio-tardiva. Nella zona del Vulture, ove viene coltivato con discreti risultati anche a 700-900 metri di altitudine, fornisce produzioni medio-basse che vanno dai 40-60 q/ha delle zone meno fertili, agli 80-100 q/ha delle zone più favorevoli. Presenta una buona adattabilità nei riguardi del terreno, anche se preferisce quelli vulcanici e quelli argilloso-calcarei di buona struttura. La forma di allevamento tradizionale era quella detta alla "Latina" rappresentata da una o più viti allevate ad alberello e sorrette da alcune canne. Una di queste, la più robusta, doveva anche contrastare la spinta del vento dominante (canna controvento). Il sistema prevedeva tre varianti in funzione del numero delle viti che venivano raggruppate. Si aveva così il sistema a "Pagliaio" o alla "Pagliarella" quando con quattro canne venivano raggruppate quattro viti disposte a quadrato (sesto m lxl); il sistema Pagina 3 di 5 documento generato il 18-04-2019, 14:30

a "Ventaglio", se le quattro canne raggruppavano solo due viti; ed il sistema ad "uno", quando ogni singola vite veniva sorretta da tre canne. I sesti d impianto, un tempo molto stretti (m 1,10 x 1,00), sono andati via via allargandosi fino agli attuali m 2,50 x 1,40, in funzione soprattutto dell uso delle macchine. II sistema di allevamento segue gli orientamenti imposti dalla fertilità del terreno e dalle risorse idriche della zona. In terreni fertili viene adottato un sistema di potatura mista, alla Guyot, con capo a frutto più o meno lungo (4-6 gemme) e sperone a 2 gemme. Nelle zone di minore fertilità si alleva invece un alberello con una o due branche costituite da corti speroni (2-4 gemme). Il comportamento del vitigno nei riguardi del portinnesto ha evidenziato in passato una scarsa affinità con la Rupestris du Lot e con alcuni suoi ibridi con la Riparia (3309 C. e 101-14 Mill. de Gr.). Migliore affinità mostra invece con i portinnesti del gruppo: Berlandieri x Riparia: 140 Ru; 225 Ru e 157-11 C. Mostra segni di sofferenza alle elevate temperature estive ed al prolungarsi dei periodi siccitosi. Presenta una discreta resistenza alle crittogame anche se, in annate particolarmente piovose e nelle zone umide stagnanti, può subire gravi attacchi di peronospora. Buona invece la sua resistenza al marciume. Resistenze (aspetti macroscopici) - Alle avversità climatiche - 3) buona - Agli agenti parassitari - 3) buona Comportamento nella moltiplicazioni vegetativa - Affinità d innesto con i più diffusi portinnesti - 3) buona Vitigno tipicamente da vino con prevalente vinificazione in purezza. Fornisce un vino pregiato rosso rubino, sapido, di gusto delicato e profumo caratteristico. Equilibrato, giustamente tannico e vellutato, migliora dopo adeguato invecchiamento in botti di rovere, favorito dalla sua elevata gradazione alcoolica e dal buon livello dell acidità totale. 3. COLTIVAZIONE 3.1 Classificazione 3.1.1. Idonea In tutta la regione: Basilicata 3.2 DOP ed IGP La varietà è ammessa nelle seguenti denominazioni di origine e/o indicazioni geografiche. 3.2.1. DOCG Superiore 3.2.1. DOC 3.2.1. IGT Basilicata 2.5. Utilizzazione 4. CLONI ISCRITTI AL REGISTRO Codice Nome Data emanazione Codice proponente G.U. del 001 I - VCR 11 1997-09-01 2 G.U. 254 1997-10-30 002 I - VCR 14 1997-09-01 2 G.U. 254 1997-10-30 003 I - UNIMI-VITIS-AGV VV401 2006-02-02 33/58 G.U. 61 2006-03-14 004 I - UNIMI-VITIS-AGV VV404 2006-02-02 33/58 G.U. 61 2006-03-14 005 I - Ampelos VCP - VL 5 2012-03-23 68/69/60 G.U. 137 2012-06-14 Legenda codici proponenti 2 ) - Vivai Cooperativi di Rauscedo 60 ) - C.I.V.V. AMPELOS 33 ) - Università degli Studi di Milano - Dipartimento di Produzione Vegetale (Di.Pro.Ve.) - Sez. di Coltivazioni Arboree 68 ) - Vivai Cooperativi di Padergnone 58 ) - Vitis Rauscedo Società Cooperativa Agricola 69 ) - Az.Agr.Vivaistica Viticola Longobardi Antonio 5. SUPERFICIE VITATA Evoluzione della superfice vitata dal 1970 ad oggi, rilevata dai censimenti ISTAT (dati espressi in ettari). 1970 1982 1990 2000 2010 - - - 2.333 2.413 Pagina 4 di 5 documento generato il 18-04-2019, 14:30

6. PRODUZIONE VIVAISTICA Di seguito sono riportate le produzioni di barbatelle innestate, divise per categoria di materiale, dal 2009 all'ultimo dato disponibile. Anno Standard Certificato Base Iniziale * 2017 38.173 210.418 3.007-2016 30.127 147.360 1.639 114 2015 67.753 83.480 436-2014 74.988 96.000 1.493-2013 30.386 86.562 2.445-2012 33.273 139.905 760-2011 18.253 122.207 18-2010 26.132 128.373 2.050-2009 59.754 164.135 3.688 - * : la categoria "Iniziale" è stata introdotta nel 2005 Pagina 5 di 5 documento generato il 18-04-2019, 14:30