Simulatori contro i rischi



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1 Porto di Venezia N e w s l e t t e r # 0 6-2 0 0 9 SOMMARIO pag. 3 - Italia bocciata in formazione continua pag. 5 - La formazione è strategica per il Porto di Venezia pag. 6 - Il rizzatore, professione tutta da scoprire Simulatori contro i rischi Unire la tecnologia alla formazione per migliorare il livello di safety e security Nel campo della formazione sui trasporti si riconosce l importanza del fattore umano nell abilità di saper manovrare mezzi e navi. La scelta di investire sui simulatori è giustificata dai risultati che si ottengono con l uso del training. L apprendimento attraverso la simulazione e l addestramento consente di migliorare il livello di safety e security e di conseguenza: Eliminare il rischio di danni a persone e cose. Evitare la mancata produttività dei mezzi operativi. Creare difficoltà gestendo opportunamente gli scenari di addestramento Verificare oggettivamente con il monitoraggio degli esercizi il livello raggiunto pag. 7 - Nuovi corsi, istruzioni per l uso pag. 8 NOTIZIE IN PILLOLE Il porto raddoppia La nuova banchina di Transped Container e project cargo da Venezia per l India a partire dal 2010 Marghera work in progress Porti e interporti Il simulatore di gru in uso al CFLI Newsletter mensile On Line dell Autorità Portuale di Venezia e di Apv Investimenti spa Autorità Portuale di Venezia Fabbricato 13 Santa Marta 30123 Venezia Tel 041.5334111 Fax 041.5334254 apv.ufficiostampa@port.venice.it Direttore editoriale PAOLO COSTA Direttore responsabile FABIO TAMBURINI Redazione Gruppo Il Sole 24 Ore Via Monte Rosa 91 20149 Milano Tel 02.30221 Fax 02.30224500 In redazione: Manuela Brambati (Caposervizio) Progetto Grafico Davide Mazzucchi (Studio Mudita ) www.muditaservice.net Raccolta pubblicitaria: Direzione Pubblicità Apv Investimenti spa Fabbricato 16 Santa Marta 30123 Venezia

2 innovazione Presso il Porto di Venezia ci sono due società, Cfli (Centro Formazione Logistica Intermodale) e VeMarS (Venice Maritime School), che si occupano rispettivamente di formazione dei lavoratori portuali e del personale marittimo navigante. Grazie alle più moderne tecnologie sono attivi corsi teorico-pratici per gruisti ed ufficiali della marina mercantile che impiegano per la parte pratica simulatori dell ultima generazione. VEMARS VeMarS, acronimo che indica Venice Maritime School, è un consorzio fondato il 6 ottobre 2004 dall unione fra quattro soggetti: l Autorità Portuale di Venezia, Actv S.p.a., Pianura Armatori srl. e SSMC (Società di gestione e consulenze sulla sicurezza navale). Il consorzio, accreditato presso la Regione Veneto, opera nella Formazione Continua e Superiore con il compito di addestrare, riqualificare e formare il personale marittimo, è autorizzato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per il rilascio di certificati internazionali richiesti da STCW 78 95. Vemars si trova nella zona portuale di S.Marta/ Venezia, nel modernissimo Magazzino 16 all interno del quale trovano spazio aule attrezzate per lo svolgimento dei corsi di formazione per il settore marittimo e portuale. In particolare, per l addestramento degli ufficiali della Marina Mercantile, il Centro dispone di uno dei più avanzati simulatori navali a livello europeo. La struttura è inserita in un area di circa 180 mq ed è composta di sei navi interattive controllate indifferentemente da una delle due stazioni esterne dalle quali l istruttore può verificare la regolarità di svolgimento degli esercizi. Per il debriefing degli esercizi il centro dispone di una sala dedicata direttamente collegata alla rete del sistema. L impianto è equipaggiato di quattro stazioni radio GMDSS, due ubicate a bordo delle navi principali e due annesse alle stazioni esterne, dedicato a chi si prepara per sostenere l esame specifico di abilitazione. Le due navi principali dispongono per la visione degli scenari: di schermi di un settore di 310 per l unità maggiore, e di uno schermo da 3 mq per l unità minore. Il software dell impianto è stato creato dalla Transas (Portsmouth UK), leader mondiale nel campo dei simulatori navali ed aeronautici mentre il simulacro è un progetto realizzato da Vemars. L intero sistema ha ottenuto l approvazione sia dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sia dal DOT/MCA inglese. Il Centro di eccellenza, attraverso certificazioni che seguono la normativa IMO (International Maritime Organization), garantisce la formazione di personale altamente qualificato per la corretta amministrazione e gestione della nave, in linea con le esigenze delle compagnie armatoriali. I corsi di addestramento che richiedono l uso del simulatore coprono le principali aree di interesse marittimo e comprendono: Radar Basic; Radar ARPA; Bridge Teamwork Ricerca e Soccorso (SAR); Bridge Team Management; Ship Handling; Tugs & Mooring Operations; GMDSS; VTS Control; Modulo di allineamento per Ufficiali di navigazione di coperta e macchina. Cfli Cfli è il centro di formazione voluto e promosso dall Autorità portuale di Venezia come struttura a sostegno della formazione in materia di sicurezza in Porto e centro di formazione per i giovani veneziani e della terraferma. Mezzi quali le gru di banchina, di piazzale, etc. La nave principale dispone di una plancia simile sia nel lay-out sia negli equipaggiamenti a quella di una nave dell ultima generazione. costituiscono, quindi, riferimenti importanti per la produttività delle piattaforme intermodali (porti, interporti etc.); è per questo che sin dalla fine del 1993 con un investimento di circa 1 milione di Euro Cfli. si è dotata di un Sistema di simulazione per GRU allo scopo di accompagnare gli operatori nel loro primo approccio e, in seguito, anche nella loro crescita professionale, in condizioni di sicurezza ed efficacia formativa, a saper affrontare con la miglior preparazione possibile compiti sempre più impegnativi; agli skills didattici si affiancano l innovazione tecnologica anche nella didattica. Il simulatore di gru in uso al Cfli è un sistema complesso racchiuso in un container, dunque trasportabile, attraverso il quale è possibile far vivere le sensazioni e l esperienza invasività formativa di un gruista all interno della cabina dalla quale si comandano e si gestiscono realmente il caricamento e scaricamento di container e materiali/rinfuse in aree logistico-portuali. Per ogni sessione training si ottiene: lista dei movimenti effettuati e media della movimentazione con dettaglio dei tempi e delle collisioni eventuali Valutazione relativa delle prestazioni dei diversi allievi Possibilità di evidenziare la traiettoria seguita Analisi del movimento (Percorsi e traiettorie) ed individuazione degli errori

3 rapporto Secondo i dati del Ministero del lavoro le aziende italiane forniscono la metà dei corsi ai dipendenti rispetto alla media europea, scarsa anche la partecipazione ai processi formativi Italia maglia nera in Europa per la formazione continua. Emerge dal Rapporto annuale presentato dal Ministero del lavoro della salute e delle politiche sociali e realizzato in collaborazione con l Isfol (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori). I dati parlano chiaro: la media europea delle imprese che hanno offerto formazione ai propri dipendenti è pari al 60%, mentre nel nostro Paese raggiunge appena il 32%. Una performance decisamente negativa che colloca l Italia al terzultimo posto in Europa. Con un livello di partecipazione della popolazione adulta al lifelong learning pari al 6,1%, l Italia è dunque ancora lontana dai valori europei (12,5%), ma nonostante ciò è in crescita la domanda potenziale di formazione continua delle imprese rispetto agli anni precedenti. Le motivazioni. Dipende principalmente dall assetto che il nostro sistema produttivo assume in alcuni settori tradizionali (come il tessile, il turismo e il commercio al dettaglio), ovvero una ridotta struttura dimensionale e una bassa intensità di innovazione tecnologica. Entrando nel dettaglio, nel ITALIA bocciata in formazione continua I numeri del fenomeno italiano 32% le imprese italiane che offrono formazione ai dipendenti contro il 60% della media europea. 1,3% l investimento in formazione continua delle aziende italiane in rapporto al costo del lavoro 30% il tetto massimo di partecipanti over 50 a processi formativi aziendali e individuali 14,2% le imprese italiane con più di nove dipendenti che favoriscono la formazione continua con un accordo integrativo 6,1% la partecipazione della popolazione adulta italiana all apprendimento permanente contro il 12,5% della media europea

4 rapporto 2008 le imprese italiane hanno speso per le attività di formazione continua l 1,3% del costo del lavoro. E il 29% dei dipendenti (2,5 milioni) è stato coinvolto in corsi di formazione rispetto al 33% della media europea. Nel nostro Paese, la durata media dei corsi è leggermente inferiore rispetto a quella comunitaria: 26 ore contro 27, mentre sono più alti i costi sostenuti per partecipante. Si evidenzia, comunque, rispetto al passato, una riduzione del gap con l Europa grazie a una serie di fattori, primo fra tutti la diminuzione della spesa per l acquisto di servizi formativi dai fornitori esterni. Gli strumenti per la formazione. A sostegno delle iniziative formative delle imprese si registra un consolidamento dei fondi paritetici interprofessionali (attualmente 15), che raccolgono ormai il 42% delle imprese private italiane e circa 6,2 milioni di addetti. Dalla loro partenza al giugno 2008 hanno finanziato circa 6.800 piani formativi coinvolgendo più di 40mila imprese e 850mila lavoratori e impegnando a tale scopo più di 850 milioni di euro. La contrattazione. La tornata di rinnovi dei Il miglior strumento per battere la crisi? La formazione continua. E questa la filosofia del Fondo nazionale per la formazione continua dei lavoratori del Terziario recentemente promosso da Confcommercio, Confetra e Cgil, Cisl e Uil. Per far fronte alle esigenze di aziende e lavoratori, offrendo loro ulteriori servizi e opportunità, queste istituzioni hanno destinato infatti quasi 90 milioni di euro a interventi formativi, prevedendo ulteriori iniziative a favore delle imprese in crisi oppure alle prese con difficoltà occupazionali. L attuale scenario economico, del resto, impone strategie mirate per superare le difficoltà presenti sul mercato. Vero, la fase più acuta della recessione sembra alle spalle. Tuttavia, soprattutto per le aziende del terziario, è indispensabile puntare sulla qualificazione professionale per migliorare la qualità dei servizi offerti. Del resto, muoversi in questa direzione è come giocare d anticipo: nel momento in cui l economia ripartirà con decisione (stando alle previsioni ciò Il ministro Sacconi: Il 2010 sarà l anno della formazione Un fondo nazionale per investire sui lavoratori avverrà nel secondo semestre dell anno prossimo) poter contare su una maggiore preparazione consentirà di essere più competitivi ed efficienti. La formazione continua agisce su due fronti, entrambi fondamentali. Su quello delle imprese, che hanno la necessità di dare una risposta concreta alla crisi in termini di strategie di sviluppo e di innovazione. Ma anche su quello dei lavoratori, che proprio attraverso la rigenerazione continua delle competenze si garantiscono l occupabilità. Dopo un anno all insegna della recessione e della cassa integrazione, il 2010 ruoterà attorno alla formazione. Parola del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Non solo, le politiche per il ricollocamento dei disoccupati dovranno essere riconsiderate alla luce delle esigenze reali delle imprese. Sacconi ha annunciato la svolta a metà dicembre, in occasione di un vertice con Regioni e parti sociali, durante il quale ha definito in 2,5 miliardi di euro le risorse per la formazione disponibili nel 2010 (oltre a 150 milioni già destinati alle regioni). Una dote che andrà utilizzata seguendo le rinnovate linee guida che saranno condivise entro gennaio. Tra queste spicca ed è un concetto condiviso anche da Confindustria l attivazione di una cabina di regia nazionale di valutazione dei fabbisogni di competenze a livello territoriale. In particolare, ha precisato Sacconi, sarà incentivato l accesso degli inoccupati a tirocini di inserimento e ai contratti di apprendistato, privilegiando l apprendimento nell impresa. Contratti collettivi nazionali del 2008 ha visto l intervento delle parti sociali volto a favorire la diffusione della formazione in azienda e, in particolare, la previsione di un monte ore per la partecipazione dei lavoratori alle attività formative e l utilizzo della formazione per aumentare le competenze necessarie alla progressione di carriera. L attuazione di queste novità trova, tuttavia, un notevole ostacolo nella scarsa diffusione della contrattazione decentrata dove, peraltro, è ancora limitata la presenza di disposizioni riguardanti la promozione della formazione continua. A conferma di quanto detto il dato secondo il quale solo il 14,2% delle imprese italiane con più di 9 dipendenti applica un accordo integrativo aziendale che favorisce la formazione continua. Il coinvolgimento degli over 50. La ricerca affronta e descrive le politiche di active aging, ossia le azioni tese a stimolare la partecipazione dei lavoratori over 50. Il quadro che emerge riferisce ancora di numerosi ostacoli che ritardano il raggiungimento dell obiettivo, a partire dalla difficoltà di individuare percorsi di formazione ad hoc, integrati da servizi e metodi di apprendimento adatti alle capacità cognitive dei soggetti. Il risultato è che la quota di over 50 che partecipa a processi formativi sia aziendali, che individuali supera raramente il 30% dei partecipanti totali, nonostante vengano spesso indicati tra i destinatari prioritari sia dalle Regioni che dai fondi paritetici interprofessionali.

5 intervista Tiziano Barone presidente di Cfli, spiega che questa tematica è strettamente legata alla sicurezza nei luoghi di lavoro La formazione del personale, soprattutto di quello che lavora nei porti, è diventata di fondamentale importanza perchè strettamente connessa al problema della sicurezza. E il porto di Venezia è l unico in Italia ad aver investito in maniera continuativa in questo settore nel corso del tempo ottenendo i migliori risultati. Ne è convinto Tiziano Barone, presidente di Cfli, il Consorzio di formazione logistica intermodale controllato dall autorità portuale veneziana, al quale abbiamo rivolto alcune domande. s Quanto è importante la formazione dei lavoratori per il porto di Venezia? La formazione è di fondamentale importanza per il porto di Venezia perchè legata alla questione della sicurezza. In particolare nell ultimo anno si sono fatti passi in avanti, riunendo La formazione è strategica per il Porto di Venezia una commissione bilaterale che comprendeva oltre all autorità portuale anche i lavoratori e le imprese che lavorano nei terminal per definire con chiarezza le categorie maggiormente a rischio: per queste ultime è stata prevista l obbligatorietà della formazione. Questo principio vale per i lavoratori assunti da tempo, ma è tanto più valido per i nuovi. s Venezia in questo è differente dagli altri porti? Lo è nella misura in cui negli altri porti è prevista una sola giornata dedicata alla formazione, mentre Venezia ha reso obbligatoria la formazione continua dei lavoratori. s Esistono delle problematiche speficiche legate alla formazione nei porti? Le difficoltà maggiori sono legate all utilizzo di sistemi in qualche modo pericolosi e pesanti, come quelli delle gru e dei containers. Per questo nelle fasi di formazione è imprescindibile utilizzare i simulatori, perchè lavorare su macchinari che operano effettivamente sul campo non è pensabile. s La formazione può essere considerata un investimento importante per uscire dalla crisi? La considerazione preliminare è che i porti stanno sempre più diventando espressione delle realtà locali e come tali funzionali alla movimentazione delle merci e alle connessione tra i sistemi economici dei diversi territori. Nell ambito di un cambiamento nelle priorità commerciali (tanto per fare un esempio prima nel veneziano si investiva molto nel settore della chimica, ora in quello dei servizi e della logistica) c è una domanda di lavoro significativa, non solo per quanto riguarda le funzioni manuali ma anche per quanto concerne tutte le tecnologie di automazione e quindi l uso di strumenti informatici. s Che progetti avete in cantiere? Un progetto importante che riguarda la formazione di conduttori di imbarcazioni fluviali visto che al momento non esistono. Il progetto è legato alla partenza - il primo gennaio prossimo - di container su chiatta lungo il percorso fluviale di collegamento tra il porto di Venezia e quelli di Mantova e Cremona. Si tratta di un modo efficace di togliere le merci pericolose dal traffico su gomma. s E in futuro quali saranno le priorità del Cfli? Lavoriamo su tre versanti: il primo è relativo alla necessità di servire i sistemi logistici territoriali con personale sempre più qualificato, il secondo riguarda invece la costituzione di un Accademia della sicurezza per tutti i porti dell Adriatico (da Bari a Igoumenitsa) un soggetto capace di qualificazione nell ambito di safety e security la cui creazione rientra nell ambito del Napa, l associazione dei porti del Nord Adriatico, e infine il terzo ha come scopo il miglioramento dell innovazione per quanto riguarda i simulatori di navigazione e movimentazione. Elida Sergi

6 PROFESSIONI Dietro alla facciata di uno scalo portuale, riconoscibile per la propria imponenza e la presenza costante di traghetti, navi e gru, esiste una realtà interna piuttosto complessa, normalmente sconosciuta ai non addetti ai lavori. Le persone coinvolte nella vita di un porto sono moltissime e ogni professione, anche la meno nota, risulta essere di fondamentale importanza, dal momento che ogni giorno tutti i tecnici contribuiscono operativamente al funzionamento dello scalo, sia per quanto riguarda le merci che i passeggeri. Il rizzatore, ad esempio, è una figura fondamentale che si occupa del fissaggio del carico su un container o su una nave, sia in stiva che in coperta (il rizzaggio appunto); allo stesso modo si occupa anche della fase di derizzaggio ovvero di togliere, con utilizzo di avvitatori pneumatici, gli ancoraggi (catene, tornichetti) sistemati all imbarco e fissati sulle margherite per garantire la stabilità del carico in navigazione. Intesa quale attività da espletarsi a bordo, al fine di garantire la sicurezza della navigazione, l attività di rizzaggio e derizzaggio consiste pertanto nelle operazioni volte a stabilizzare il carico sistemato in colli sovrapposti mediante l impiego di rizze, impedendo in questo modo agli oggetti mobili del carico di spostarsi all interno della stiva o sopra coperta per effetto del rollio e del beccheggio durante la navigazione. L operazione di derizzaggio rappresenta invece l attività preparatoria allo sbarco della merce, consistendo nel togliere le rizze precedentemente poste per garantire la stabilità del carico. L attività di rizzaggio e derizzaggio viene rivolta anche ai contenitori, attraverso l impiego di dispositivi di bloccaggio di vario tipo (stacking cones, bridgefittings, twistlocks, ad azionamento manuale, semiautomatico o automatico), nonché ai trailers, fissati con catene e tenditori al paiolato della nave ro/ro. Per l espletamento di tali attività vengono impiegati tenditori pneumatici, pin- Il rizzatore, professione tutta da scoprire È una figura fondamentale che si occupa del fissaggio del carico sulla nave ze, cesoie, regge e sigilli in acciaio, tasselli in legno, teloni impermeabili al fine di coprire adeguatamente la merce garantendone l integrità anche sotto attacco di agenti atmosferici. Questa figura professionale ricopre un ruolo di assoluto rilievo ed è tenuta in alta considerazione dallo stesso capitano dal momento che chi opera il rizzaggio si assume anche la responsabilità di eventuali danni alla merce. Proprio per la sua peculiarità, sulla base di quanto disposto dalla Commissione Formazione per il porto di Venezia per poter ottenere l abilitazione alla mansione di rizzatore è attualmente previsto un modulo formativo di 96 ore complessive, comprendenti una prima parte teorica di formazione/ informazione in materia di organizzazione e sicurezza nell ambito del territorio portuale di Venezia ed una seconda parte di formazione specifica (tra cui spiccano le nozioni circa le caratteristiche generali di una nave, gli elementi di base delle forze, i cenni sulle attrezzature per il rizzaggio, componenti, loro dimensionamento, angoli di lavoro, nozioni di imbracatura delle merci, la prevenzione infortuni nonché cenni di lingua inglese). I rizzatori operano in squadre formate da due addetti che, durante un turno di circa 6 ore, effettuano in media 112 operazioni di rizzaggio, provvedendo a preparare ed agganciare le catene agli appositi supporti che vengono poi tensionati con gli avvitatori pneumatici. Per assicurare le merci è possibile utilizzare, ad esempio, il sistema aeroquip che prevede l utilizzo di rotaie in metallo provviste di incastri ai quali ancorare bretelle e reggette metalliche o, in alternativa, per merci delicate delle sacche di plastica gonfiabili per occupare gli interspazi fra merci o fra gli imballaggi. Ai sensi della vigente normativa, ed in particolare secondo quanto disposto dalla Circolare del Ministero dei Trasporti e della Navigazione Serie VI n 33 del 15 febbraio 1996, le attività di rizzaggio e derizzaggio possono essere eseguite dall armatore facendo ricorso al proprio personale (in ossequio al cosiddetto diritto al self-handing o Continua a pagina 7

7 PROFESSIONI Nuovi corsi, istruzioni per l uso Segue da pagina 6 autoproduzione) o appoggiandosi a società iscritte al registro come previsto dal Codice della Navigazione. In questo caso l equipaggio della nave deve risultare composto da un numero di elementi superiore a quello fissato per la tabella di armamento necessaria per la condotta nautica della nave; conseguentemente, i marittimi destinati ad assicurare il carico debbono obbligatoriamente risultare in possesso delle qualifiche idonee ed adeguate, anche per numero, alle attività da svolgere ed i loro nominativi devono essere previamente comunicati all Autorità Portuale o, per gli scali nei quali non è prevista, all Autorità Marittima. I rizzatori sono tenuti ad eseguire il proprio lavoro indossando sempre i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), e devono tenersi costantemente in contatto con l operatore della gru, in modo da poter segnalare ogni situazione di pericolo presente e garantire lo svolgimento delle operazioni in sicurezza. Attualmente sono 8 le società iscritte nel Registro di cui all art. 68 del Codice della Navigazione, ai sensi dell Ordinanza n 210/2005, e conseguentemente risultano autorizzate allo svolgimento dell attività di rizzaggio, derizzaggio, fardaggio e copertura merci a bordo delle navi nel porto di Venezia: quasi tutte operano con esperienza pluridecennale nello specifico settore, a garanzia della qualità e professionalità del servizio erogato all utenza portuale. Il Consorzio Cfli, nato nel 1993, è stato istituito prevalentemente allo scopo di assolvere alle esigenze di formazione professionale delle società consorziate. Nel 1996 sono state avviate le prime proposte formative indirizzate all esterno con l offerta di progetti a catalogo e/o a finanziamento per le aziende del comparto trasporti logistico su Venezia, Genova, Milano, Novara, Livorno e Cremona. Attualmente il Consorzio è di partecipazione esclusiva dall Autorità Portuale di Venezia (100%) diventando il braccio operativo del porto di Venezia dedicato allo sviluppo delle attività formative negli ambiti: Portuale, Marittimo, Aeroportuale, Logistico, Trasportistico, Safety e Security. La formazione è destinata sia a persone occupate in aziende di settore, sia a giovani in cerca di occupazione che intendono avvicinare il mondo della portualità, dei trasporti marittimi (compreso il crocieristico e la nautica da diporto), dell aeroportualità e della logistica e dei trasporti in genere. Cfli si è specializzato sulla formazione nelle principali aree della catena di movimentazione delle merci e del servizio logistico in aree dedicate e complesse. I corsi, strutturati in maniera flessibile, secondo la Learning Objects Methodology hanno permesso al Cfli di ottenere STANNO PER ESSERE ATTIVATI I CORSI PER P.F.S.O. PORT FACILITY SECURITY OFFICER - Durata: 24 ore (nel 2003) la certificazione del suo Sistema di Qualità ISO 9001 per la: Progettazione ed erogazione di servizi di formazione. Oltre a svolgere corsi on-site su specifiche esigenze aziendali Cfli attualmente opera in dedicato sulle unità locali di: Venezia: Magazzino 16 zona portuale di S. Marta 30123. Ambiti formativi: portuale-marittimo, interportuale, aeroportuale ed autotrasporto Genova: Porto di Voltri - Torre del Distripark 16158. Ambiti formativi: portuale-marittimo ed autotrasporto Ancona: c/o Autorità Portuale di Ancona Molo Santa Maria Ancona CORSO DI MERCEOLOGIA PER OPERATORI DELLA LOGISTICA - Durata: 8 ore MODULO BASE in MATERIA DI SICUREZZA NELLE AREE PORTUALI (ai sensi dell ordinanza dell Autorità Portuale n. 282 del 1. Ottobre 2008) - Durata: 8 ore CORSO DI FORMAZIONE PER PREPOSTI DI IMPRESE PORTUALI (ai sensi del D.lgs 81/2008 art.19 e 37) - Durata: 8 ore ADDETTI AL PRONTO SOCCORSO Cat. B e C (ai sensi del D.M. 388 del 15/07/2003)- Durata: 12 ore ANTINCENDIO RISCHIO MEDIO - Durata: 8 ore CORSO DI FORMAZIONE PER DIRIGENTI IN MATERIA DI SICUREZZA (ai sensi del D.lgs 106/09)- Durata: 4 ore

8 notizie in pillole Il Comitato portuale ha approvato la delibera per l avvio della procedura di acquisizione dell Area Montefibre e della contigua area ex-syndial a Marghera nei pressi del canale industriale Ovest. L operazione rientra nella strategia in atto di recupero e sviluppo delle potenzialità occupazionali e di reddito del settore portuale e logistico nell area di Porto Marghera per aumentare la risposta alla domanda di servizi portuali e logistici del Nord Est. L acquisizione delle due aree 67 ettari l Area Montefibre e 22 ettari l Area Syndial consolida la basea portuale e logistica grazie alla realizzazione di un Terminal container e/o di un District Park, che Venezia è disposta a condividere con i maggiori interporti del Nord Est. Il porto raddoppia La nuova banchina di Transped Inaugurata la nuova banchina della Transped che dà sul canale industriale ovest sulla quale transiteranno artefatti d acciaio, del peso di oltre 8oo tonnellate, lastre di vetro, bricole ed altre merci sfuse destinate soprattutto all industria. La spesa per la realizzazione della banchina e il restauro delle aree limitrofe ammonta a 5o milioni/. Un pezzo di porto Marghera che ritorna quindi ad usare i canali di grande navigazione oltre che a svolgere logistica integrata e lavorazioni ad alto valore aggiunto. Container e project cargo da Venezia per l India a partire dal 2010 Anche il Porto di Venezia ha partecipato al vertice India-Italia, alla presenza del Ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola, con una delegazione guidata dal Presidente dell Autorità Portuale di Venezia Paolo Costa. Due gli obiettivi attesi dall appuntamento: fare del Porto di Venezia uno snodo cruciale per lo sviluppo di traffici di General Cargo, project cargo e container con i porti di Mumbai e Chennai (ex Madras) entro il 2010, e collaborare a creare entro il 2012 una zona zona franca nel retroporto di JNPT (Nhava Sheva), per permettere agli industriali veneti che producono o esportano in India di effettuare lavorazioni industriali di trasformazioni dei prodotti senza il pagamento di IVA o dogana. Marghera work in progress Invitato a partecipare al convegno su La riconversione di Porto Marghera, il Presidente Paolo Costa è intervenuto sottolineando quali siano le prospettive di sviluppo e di riconversione del porto e della logistica, in considerazione delle previste riduzioni del traffico collegato all attività industriale. Porti e interporti Il Segretario Generale del Porto di Venezia Franco Sensini ha fatto da padrone di casa al Convegno Il disegno dell Interportualità italiana - il Sistema Nord Est. Fattori di crescita, sviluppo della logistica e dinamiche terrioriali organizzato dal Consorzio ZAI. L iniziativa rientra nel roadshow promosso da UIR (Unione Interporti Riuniti) in collaborazione con il CENSIS sulla centralità degli interporti rispetto al sistema logistico nazionale. Lo studio del Censis, si è posto l obiettivo di analizzare le potenzialità di crescita, le criticità e il contesto in cui operano gli interporti italiani. Il SG Sensini ha sottolineato quanto la relazione tra porto e interporto sia fondamentale per il potenziamento delle infrastrutture di una regione, quale il Nordest, che per la sua centralità geografica diventerà l anello di congiunzione dei commerci tra l Europa e l Oriente.