Comune di Milano. CERTIFICATO DI IDONEITA STATICA (CIS) (art Regolamento Edilizio Comunale)

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Comune di Milano CERTIFICATO DI IDONEITA STATICA (CIS) (art. 11.6 Regolamento Edilizio Comunale) L IMPIEGO DEI METODI SEMPLIFICATI VALUTAZIONE VULNERABILITA SISMICA PER IL RILASCIO DEL CERTIFICATO DI IDONEITÀ STATICA Ottobre 2017 (ing. Tullio Ricci) pag. 1

PREMESSA A. Con l articolo 11.6 (*) del Regolamento Edilizio Comunale, entrato in vigore il 26.11.2014, il Comune di Milano, primo in Italia, ha introdotto le seguenti condizioni: 1. Tutti i fabbricati ultimati da più di 50 anni (o che raggiungeranno i 50 anni entro il 2017) e non in possesso di certificato di collaudo statico dovranno essere sottoposti a verifica e rilascio di Certificato di Idoneità Statica (CIS) entro il 2019; 2. Tutti i fabbricati collaudati da più di 50 anni (o che avranno raggiunto i 50 anni entro il 2014) dovranno essere sottoposti a verifica e rilascio di CIS entro il 2024. La mancata verifica con rilascio di CIS entro i limiti temporali di cui ai punti 1 e 2 comporta: a. L inagibilità del fabbricato; b. L impossibilità di fare atti di compravendita (il notaio dovrà allegare il CIS al rogito); (*) l art. 11.6 del Regolamento Edilizio Comunale richiama esplicitamente il par. 7.2.3 del DM 14.01.2008 (Norme Tecniche per le Costruzioni). Il par. 7.2.3 fa parte del capitolo 7 progettazioni per azioni sismiche del succitato DM e riguarda gli elementi strutturali secondari e gli elementi NON strutturali. Ne segue che il Comune di Milano, mediante l attuazione dell art. 11.6 del proprio Regolamento Edilizi, vuole porre l attenzione anche sugli effetti delle azioni sismiche sulle costruzioni. B. La Legge di Stabilità 2017 (art. 1 comma 2-septies) ha introdotto, per la prima volta in Italia, la valutazione e classificazione del rischio sismico delle costruzioni. A tale scopo il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha emanato le Linee Guida per la valutazione della vulnerabilità degli edifici ai fini della classificazione del rischio sismico degli stessi. Per gli edifici in muratura le Linee Guida contemplano un metodo semplificato che si riassume nella tabella (Tab. 5 Linee Guida) qui di seguito riportata. Si fa notare, come all interno di questa tabella venga considerata anche la zona sismica 3. Il territorio del Comune di Milano ricade in zona sismica 3 con ag comprese tra 0,25-1,00 m/s 2. Si fa notare come per valori di vulnerabilità V4, V5, V6 in zona 3 si hanno rispettivamente una classe di rischio sismico medio (C*) e medio alto (D*). pag. 2

C. Da quanto riportato nei precedenti punti A. e B. risulta evidente la necessità di elaborare e redigere il CIS tenendo conto anche della vulnerabilità degli edifici nei confronti delle azioni sismiche. I metodi semplificati che verranno proposti in questa sede consentono una valutazione speditiva ed affidabile della vulnerabilità, anche sismica, degli edifici, sia in muratura che con struttura in c.a. Va applicata la seguente procedura: verifica di vulnerabilità 1 livello con Metodo Semplificato Se positiva emissione del CIS validità anni 15 da data di emissione del CIS verifica di vulnerabiltà 1 livello con Metodo Semplificato Se negativa emissione CIS con prescrizioni (solo edifici in muratura e per parti NON strutturali edifici in c.a.) entro 2 anni dovranno essere eseguiti gli interventi prescritti verifica 2 livello con Metodo Convenzionale Se verifica di 1 livello riscontra l'inadeguatezza parti strutturali (edifici in c.a.) risulta necessario un secondo livello più approfondito di indagine (metodo convenzionale di valutazione vulnerabilità) Infine, occorre far notare che in capo all amministratore resta la responsabilità civile e penale per fatti riconducibili alle situazioni di pericolo che siano state segnalate all interno dei CIS, ivi comprese quelle relative ai potenziali effetti delle azioni sismiche ancorché in un area a bassa sismicità. pag. 3

DATI STATISTICI EDIFICI RESIDENZIALI COMUNE DI MILANO (CENSIMENTO ISTAT 2011) numero totale edifici in muratura 76.021 numero totale edifici in c.a. 118.625 numero totale edifici altre strutture 27.245 numero totale edifici residenziali 221.891 EPOCA DI COSTRUZIONE <1918 1919/1945 1946/1960 1961/1970 1971/1980 1981/1990 1991/2000 2001/2011 in muratura 14.090 15.857 19.144 11.017 7.371 4.577 2.257 1.708 in c.a. 0 2.875 19.050 29.145 25.798 17.569 10.901 13.287 totali 14.090 18.732 38.194 40.162 33.169 22.146 13.158 14.995 entro il 31.12.2019 CIS per edifici in muratura 60.108 edifici entro il 31.12.2019 CIS per edifici in c.a. 51.070 edifici 111.178 entro il 31.12.2024 CIS per ULTERIORI 33.169 edifici 45.000 40.000 35.000 30.000 25.000 20.000 15.000 10.000 5.000 numero edifici per epoca di costruzione e tipologia strutturale 0 <1918 1919/1945 1946/1960 1961/1970 1971/1980 1981/1990 1991/2000 2001/2011 in muratura in c.a. totali DOVRANNO ESSERE OGGETTO DI CIS 111.178 (DI CUI 60.108 IN MURATURA) EDIFICI ENTRO IL 2019 ED ULTERIORI 33.169 ENTRO IL 2024. pag. 4

METODI SEMPLIFICATI MS -m e MS -ac (edifici in muratura e cls armato) per la VALUTAZIONE della VULNERABILITA e CERTIFICATO IDONEITA STATICA (CIS). In questo contesto il CIS dovrà essere rilasciato anche e soprattutto in base agli esiti dell applicazione dei metodi semplificati per la valutazione della vulnerabilità, anche sismica, sia per gli edifici in muratura che per gli edifici con struttura in c.a. Ciò non toglie che dagli esiti dell applicazione dei metodi semplificati dovranno essere prese in considerazione per una verifica di 2 livello anche tutte quelle condizioni peculiari di taluni elementi strutturali che potranno versare, per diversi motivi, in condizioni critiche. L applicazione di tali metodi semplificati dà luogo ad una procedura standardizzata di valutazioni con analisi molto approfondite in riferimento allo scopo del lavoro e dà anche l indicazione per la prescrizioni di interventi per rendere staticamente idoneo il fabbricato. Tali considerazioni discendono proprio dai contenuti e dalle valutazioni proprie dei metodi. Per chiarire si riportano, qui di seguito, le descrizioni dei parametri strutturali e NON che i metodi vanno a valutare, mentre per i calcoli e le valutazioni si rinvia al manuale d istruzione allegato ai metodi semplificati: EDIFICI IN MURATURA (vedi manuale d istruzione allegato A): PARAMETRO 1 - TIPO ED ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA RESISTENTE Con questa voce si valuta il grado di organizzazione degli elementi verticali, prescindendo dal materiale e dalle caratteristiche delle singole murature. L'elemento significativo è la presenza e l'efficacia dei collegamenti fra pareti ortogonali, nonché la presenza di solai ben collegati alle murature portanti.. PARAMETRO 2 - QUALITA DEL SISTEMA RESISTENTE Questo parametro valuta la qualità della muratura: da un lato il tipo di materiale e la forma degli elementi costituenti le murature, dall'altro l'omogeneità di materiale e di pezzatura per tutta l'estensione della parete. PARAMETRO 3 - RESISTENZA CONVENZIONALE Tale parametro valuta la capacità delle strutture murarie dell edificio di resistere alle azioni sismiche, nonché se il valore medio della tensione normale sulle murature ed il coefficiente di sicurezza rispetto ai valori di rottura. PARAMETRO 4 - POSIZIONE DELL'EDIFICIO E FONDAZIONE Si vuole con questa voce valutare, per quanto possibile con una indagine a vista, l'influenza del terreno e delle fondazioni. Ci si limita pertanto a considerare alcuni aspetti: - consistenza e pendenza percentuale del terreno - eventuali fondazioni a quote diverse - spinte non equilibrate di terrapieni. PARAMETRO 5 ORIZZONTAMENTI Vengono verificati i seguenti requisiti per ogni orizzontamento: a) funzionamento a lastra ed elevata rigidezza per deformazioni nel suo piano (perciò buona connessione degli elementi costruttivi); b) efficace collegamento agli elementi verticali resistenti; pag. 5 PARAMETRO 6 - CONFIGURAZIONE PLANIMETRICA

Il comportamento sismico di un edificio dipende, a parità di altri fattori, anche dalla pianta dell'edificio stesso. Nel caso di edifici rettangolari è significativo il rapporto fra le dimensioni del Iato minore e del Iato maggiore Nel caso di piante che si scostano dalla forma rettangolare, oltre alla forma allungata del corpo principale (misurata dal parametro sopra definito) è necessario tener conto dell'entità di tale scostamento. PARAMETRO 7 - CONFIGURAZIONE IN ELEVAZIONE Nel caso di edifici in muratura, soprattutto per quelli più vecchi, la principale causa di irregolarità è costituita dalla presenza di porticati, loggiati e altane. La presenza di porticati è segnalata come rapporto percentuale fra superficie in pianta di porticato (pilotis) e superficie totale del piano (è da considerare quello nelle condizioni più sfavorevoli). Altro elemento da valutare ai fini della irregolarità è la presenza di torri o torrette di altezza e massa significativa rispetto a quelle della restante parte dell'edificio (il rapporto percentuale fra altezza della torre T e altezza totale dell'edificio H è riportato in percentuale); non si tiene conto ai fini della valutazione della irregolarità di appendici di modesta dimensione (comignoli, ecc.). PARAMETRO 8 - DISTANZA MASSIMA FRA LE MURA Con tale parametro si tiene conto della presenza di muri maestri intersecati da muri trasversali posti a distanza eccessiva fra loro. Le classi sono definite in funzione del rapporto dell'interasse (l) tra i muri trasversali e lo spessore (s) del muro maestro. PARAMETRO 9 - COPERTURA Gli elementi che vengono sono essenzialmente due: la tipologia ed il peso. Del primo si tiene conto valutando: - il tipo di copertura peggiore presente: spingente, "poco spingente", non spingente. - la presenza o assenza di cordoli di sottotetto - la presenza o assenza di catene del secondo si tiene conto valutando: - il carico permanente della copertura - la lunghezza d'appoggio della copertura: il perimetro la della copertura. PARAMETRO 10 - ELEMENTI NON STRUTTURALI Si tiene conto con questa voce di infissi, appendici e aggetti, tramezzi, armadi librerie, controsoffitti, ecc. che possono causare con la caduta danno a persone o a cose in caso di eventi sismici. PARAMETRO 11- STATO DI FATTO Si tiene conto con questa voce dello stato di conservazione degli edifici. Si valuta: presenza, ampiezza e diffusione di lesioni; presenza di fuori piombo delle murature; deterioramento dei materiali pag. 6

ALLEGATO 1 VERIFICHE DI PRIMO LIVELLO EDIFICI IN MURATURA CONFRONTO DATI LINEE GUIDA CIS E PARAMETRI METODO SEMPLIFICATO MS A ANALISI STORICO CRITICA a.1 ricerca documentazione di progetto/collaudo informazioni per valutazione da parametro 1 a parametro 9 a.2 ricostruzione storica di eventi eccezionali o modifiche al progetto informazioni per valutazione da parametro 1 a parametro 9 a.3 intervista alla Proprietà/Amministratore a.4 verifica dell'esistenza VVF (CFI) a.5 verifica esistenza pratiche edilizie quali condoni, ampliamenti, eccc informazioni per valutazione da parametro 1 a parametro 9 B DEFINIZIONE DELL'ORGANISMO STRUTTURALE PRIMARIO PARAMETRI 1- TIPO ED ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA b.1 schema statico RESISTENTE b.2 tipologia strutturale portante b.3 e b.5 dimensioni generali e verifica della genesi dell'edificio (ampliamenti e/o sopraelevazioni realizzati in tempi successivi alla costruzione originale) 2- QUALITA' DEL SISTEMA RESISTENTE 5 - ORIZZONTAMENTI 9- COPERTURA 6 - CONFIGURAZIONE PLANIMETRICA 7 - CONFIGURAZIONE IN ELEVAZIONE 8 - DISTANZA MASSIMA TRA MURATURE b.4 b.6 verifica della congruità dei carichi con la destinazione d'uso dei locali presenza di strutture non portanti connesse alle primarie e definizione del loro stato di conservazione fondazioni: qualora deducibile dalla documentazione di b.7 progetto /collaudo descrivere la tipologia e la geometria delle fondazioni C INTERAZIONE CON FATTORI ESTERNI INDIPENDENTI DAL FABBRICATO c.1 interazione con fabbricati attigui, non oggetto della certificazione, e pericoli derivanti c.2 condizioni al contorno di tipo geometrico (interazioni con altri manufatti interrati e fuori terra) c.3 verifica della eventuale sussistenza di evidenti problematiche di natura geologico-geotecnica c.4 allagamenti per risalita di falda e/o esondazioni 3 - RESISTENZA CONVENZIONALE 10 - ELEMENTO NON STRUTTURALI 4 - POSIZIONE DELL'EDIFICIO E FONDAZIONE informazioni per valutazione parametro 4 D SOPRALLUOGHI INTERNI d.1 rilievo visivo della corrispondeza delle geometrie al progetto d.2 ispezione piani cantinati: spessore muri, presenza volte spingenti, ecc.. d.3 ispezione copertura/sottotetto: presenza di strutture spingenti, cordoli, catene, ecc..; stato di conservazione d.4 stato delle scale informazioni per valutazione parametri 1, 6, 7, 8 informazioni per valutazione parametri 2, 3, 4, 5 informazioni per valutazione parametro 9 d.5 presenza di controsoffitti pesanti e stato di conservazione informazioni per valutazione parametro 10 d.6 presenza di masse appesse e stato di conservazione informazioni per valutazione parametro 10 d.7 presenza di impianti in disuso informazioni per valutazione parametro 10 E SOPRALLUOGHI ESTERNI e.1 stato dei cornicioni,cementi decorativi,facciate e.2 stato dei balconi e.3 stato delle ringhiere e ballatoi e.4 stato delle scale e.5 stato del tetto e del manto di copertura e.6 presenza di cancellate, saracinesche e serramenti pesanti e loro stato di conservazione e.7 presenza di strutture di confine (muri, inghiere, paramenti, ecc..) e loro stato di conservazione informazioni per valutazione parametro 10 e.8 stato dei comignoli ed elementi esterni la cui caduta può provocare danni e.9 presenza di cartelloni pubblicitari, insegne ed altre strutture accessorie connesse al fabbricato e.10 presenza di elementi accessori. F ANALISI VISIVA STATO GENERALE f.1 presenza di fessurazioni evidenti f.2 presenza di cedimenti differenziali evidenti f.3 fenomeni di degrado strutturale f.4 fessurazioni tamponamenti NON strutturali f.5 fessurazione delle finiture in relazione a spostamenti della struttura 11- STATO DI FATTO f.6 verifica fuori piombo geometrici f.7 verifica inflessione travi e solai f.8 infiltrazioni e umidità strutture controterra f,9 eventuali anomalie pag. 7

EDIFICI IN CLS (vedi manuale d istruzione allegato B): 1. TIPO ED ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA RESISTENTE La struttura in c.a. - se a telai - reagisce chiamando in causa le murature generalmente presenti nei campi di telaio. I comportamenti dei tre tipi principali sono così schematizzabili: 1) La costruzione è rigida per la presenza di pareti in c.a. o murature consistenti nei campi di telaio; si ipotizza un mantenimento delle caratteristiche di resistenza anche in occasione e al termine dell'evento sismico atteso più intenso; 2) La costruzione con murature non consistenti ha un comportamento rigido-fragile iniziale, al sopraggiungere del sisma, seguito da messa fuori uso degli elementi rigidi (murature e pannelli) e successivo comportamento con buone caratteristiche di resistenza e duttilità, anche se con maggiore deformabilità, per la presenza di telai antisismici ; 3) La costruzione ha un comportamento rigido-fragile iniziale per la presenza di murature inefficaci, seguito da un forte decadimento delle caratteristiche di rigidezza e resistenza per la non presenza di telai antisismici con un comportamento deformabile-debole 2. QUALITÀ DEL SISTEMA RESISTENTE Il giudizio sulla qualità del sistema resistente è dato sulla base dei seguenti gruppi di informazioni: a) Tipo e qualità dei materiali usati. b) Caratteristiche di esecuzione dell opera. c) Caratteristiche di progettazione dell opera. calcestruzzo 1 buona consistenza calcestruzzo 2 privo di zone a vespaio 3 duro alla scalfitura 4 ben eseguito 5 riprese di getto ben eseguite acciaio 6 ad aderenza migliorata 7 non in vista 8 non ossidato murature 9 elementi compatti e non degradati 10 malta non degradata, non si asporta facilmente progettazione 11 buone scelte progettuali 3. RESISTENZA CONVENZIONALE Il parametro tiene conto di una sorta di grado di sicurezza rispetto a forze sismiche di riferimento, calcolato con le seguenti ipotesi: a) Azioni statiche equivalenti. b) Assenza di eccentricità o irregolarità in pianta. c) Messa in conto, ai fini della resistenza, dei soli elementi del sistema resistente principale nella direzione più sfavorevole La forza resistente di ogni sezione è convenzionalmente pag. 8

A in cui A è l area della sezione e assume i valori indicati nei Criteri di definizione del tipo ed organizzazione del sistema resistente. d) Si valuta anche lo sforzo normale sul pilastro più sollecitato in riferimento alla sua minore dimensione in sezione 4. POSIZIONE DELL EDIFICIO E FONDAZIONI Gli aspetti da prendere in esame sono: 1) Esistenza (o meno) di fondazioni e loro tipologia. 2) Caratteristiche del terreno. 5. ORIZZONTAMENTI I requisiti a cui deve soddisfare un orizzontamento per il funzionamento come diaframma sono di due tipi: a) funzionamento a lastra ed elevata rigidezza per deformazioni nel suo piano (perciò buona connessione degli elementi costruttivi); b) efficace collegamento agli elementi verticali resistenti. 6. CONFIGURAZIONE PLANIMETRICA La definizione della configurazione planimetrica è legata a: 1) Distribuzione delle masse e delle rigidezze. 2) Forma in pianta. 7. CONFIGURAZIONE IN ELEVAZIONE Il primo criterio è basato sulle semplificazioni di calcolo proposte dal S.E.A.O.C., facendo riferimento ad uno schema di una base di larghezza b ed una torre di larghezza t ed altezza T, mentre tutto l edificio (base + torre) è di altezza H. Il secondo criterio è basato su variazioni nel sistema resistente, che possono essere di due tipi: a) differenze di livello nel tipo strutturale del sistema resistente principale; b) differenze nell ambito dello stesso livello, dovute alla diversa quantità e/o tipo di elementi resistenti. Mentre le variazioni da sistema resistente meno rigido a più rigido (dal basso verso l alto) elevano notevolmente la richiesta di duttilità e vanno penalizzate in maniera considerevole (come riportato nella tabella), le variazioni di segno opposto sono meno pericolose dal punto di vista della vulnerabilità (conducono generalmente all esaltazione di alcuni modi di vibrazione). Il terzo criterio tiene conto di possibili distribuzioni favorevoli dal punto di vista del comportamento dinamico (piramidi, coni o tronchi, ecc.) o sfavorevoli (masse crescenti verso l alto). 8. COLLEGAMENTI ED ELEMENTI CRITICI Sono definite collegamenti le zone di connessione fra gli elementi strutturali (nodi travepilastro, zone di unione trave-solaio, nodi fondazione-pilastri o pareti, giunti fra gli elementi strutturali se prefabbricati). Sono definiti elementi critici tutti quelli di primaria importanza per la resistenza alle azioni sismiche. Rientrano in questa definizione quasi tutti i collegamenti (possono essere esclusi i nodi trave-pilastro centrali e ben confinati, quasi pag. 9

tutte le zone di unione trave-solaio); i pilastri; le pareti di c.a.; i pannelli di c.a.; tutti gli elementi che abbiano una forza media di compressione superiore al 15% di quella ultima; gli elementi tozzi. 9. ELEMENTI CON BASSA DUTTILITÀ Il parametro tiene conto dei casi in cui il comportamento dell edificio o di parti di esso è reso critico da elementi fragili, e/o notevolmente rigidi e relativamente poco duttili. I criteri di definizione sono di due tipi: a) l altezza libera dell elemento resistente; b) l elevata richiesta di duttilità. 10. ELEMENTI NON STRUTTURALI I criteri per la classificazione sono due: 1) Esistenza o meno di collegamenti reagenti anche a trazione (armature, colle, tasselli o simili). 2) Stabilità alle azioni sismiche (anche in mancanza di collegamenti). Gli elementi non strutturali possono essere divisi in due gruppi: 1) Elementi che possono cadere all esterno (tamponature, cornicioni, comignoli, parapetti). Saranno chiamati brevemente esterni. 2) Elementi che possono cadere solo all interno (tramezzi, mobili, oggetti appesi al soffitto o ai tramezzi). Saranno brevemente chiamati interni. 11. STATO DI FATTO Gli elementi di cui occorre valutare l integrità sono (in ordine di importanza): 1) Elementi resistenti in elevazione (pilastri, pareti, tamponature, travi, solai). Devono essere considerati, in particolare, gli elementi classificati come critici (parametro 9). 2) Elementi resistenti in fondazione. 3) Elementi non strutturali (parametro 10) pag. 10

ALLEGATO 2 VERIFICHE DI PRIMO LIVELLO EDIFICI IN C.A. confronto dati Linee Guida CIS e parametri metodo semplificato MS A ANALISI STORICO CRITICA a.1 ricerca documentazione di progetto/collaudo informazioni per valutazione da parametro 1 a parametro 9 - MS a.2 ricostruzione storica di eventi eccezionali o modifiche al progetto informazioni per valutazione da parametro 1 a parametro 9 - MS a.3 intervista alla Proprietà/Amministratore a.4 verifica dell'esistenza VVF (CFI) verifica esistenza pratiche edilizie quali condoni, ampliamenti, a.5 eccc informazioni per valutazione da parametro 1 a parametro 9 - MS B DEFINIZIONE DELL'ORGANISMO STRUTTURALE PRIMARIO PARAMETRI MS 1- TIPO ED ORGANIZZAZIONE DEL b.1 schema statico SISTEMA RESISTENTE b.2 tipologia strutturale portante 2- QUALITA' DEL SISTEMA RESISTENTE 5 - ORIZZONTAMENTI 8- COLLEGAMENTI ED ELEMENTI CRITICI b.3 e b.5 b.4 b.6 dimensioni generali e verifica della genesi dell'edificio (ampliamenti e/o sopraelevazioni realizzati in tempi successivi alla costruzione originale) verifica della congruità dei carichi con la destinazione d'uso dei locali presenza di strutture non portanti connesse alle primarie e definizione del loro stato di conservazione 6 - CONFIGURAZIONE PLANIMETRICA 7 - CONFIGURAZIONE IN ELEVAZIONE 9 - ELEMENTI CON BASSA DUTTILITA' 3 - RESISTENZA CONVENZIONALE 10 - ELEMENTO NON STRUTTURALI b.7 C c.1 c.2 c.3 fondazioni: qualora deducibile dalla documentazione di progetto /collaudo descrivere la tipologia e la geometria delle fondazioni INTERAZIONE CON FATTORI ESTERNI INDIPENDENTI DAL FABBRICATO interazione con fabbricati attigui, non oggetto della certificazione, e pericoli derivanti condizioni al contorno di tipo geometrico (interazioni con altri manufatti interrati e fuori terra) verifica della eventuale sussistenza di evidenti problematiche di natura geologico-geotecnica c.4 allagamenti per risalita di falda e/o esondazioni D SOPRALLUOGHI INTERNI 4 - POSIZIONE DELL'EDIFICIO E FONDAZIONE informazioni per valutazione parametro 4 d.1 rilievo visivo della corrispondeza delle geometrie al progetto informazioni per valutazione parametri 1, 6, 7, 8 d.2 ispezione piani cantinati: spessore muri, presenza volte spingenti, ecc.. informazioni per valutazione parametri 2, 3, 4, 5 d.3 ispezione copertura/sottotetto: presenza di strutture spingenti, cordoli, catene, ecc..; stato di conservazione informazioni per valutazione parametro 9 d.4 stato delle scale d.5 presenza di controsoffitti pesanti e stato di conservazione informazioni per valutazione parametro 10 d.6 presenza di masse appesse e stato di conservazione informazioni per valutazione parametro 10 d.7 presenza di impianti in disuso informazioni per valutazione parametro 10 E SOPRALLUOGHI ESTERNI e.1 stato dei cornicioni,cementi decorativi,facciate e.2 stato dei balconi e.3 stato delle ringhiere e ballatoi e.4 stato delle scale e.5 stato del tetto e del manto di copertura presenza di cancellate, saracinesche e serramenti pesanti e loro e.6 stato di conservazione presenza di strutture di confine (muri, inghiere, paramenti, ecc..) e e.7 loro stato di conservazione stato dei comignoli ed elementi esterni la cui caduta può e.8 provocare danni presenza di cartelloni pubblicitari, insegne ed altre strutture e.9 accessorie connesse al fabbricato e.10 presenza di elementi accessori. F ANALISI VISIVA STATO GENERALE f.1 presenza di fessurazioni evidenti f.2 presenza di cedimenti differenziali evidenti f.3 fenomeni di degrado strutturale f.4 fessurazioni tamponamenti NON strutturali fessurazione delle finiture in relazione a spostamenti della f.5 struttura f.6 verifica fuori piombo geometrici f.7 verifica inflessione travi e solai f.8 infiltrazioni e umidità strutture controterra f,9 eventuali anomalie informazioni per valutazione parametro 10 11- STATO DI FATTO pag. 11

TIPOLOGIE INTERVENTI DI RAFFORZAMENTO LOCALE Qui di seguito, a titolo indicativo, le tipologie di interventi di rafforzamento locale. ELEMENTO STRUTTURALE FONDAZIONI SETTI MURARI, FACCIATE, PILASTRI ARCHI E VOLTE pag. 12 INDICATORI DI VULNERABILITA Si deve intervenire solo in presenza di dissesti mirando alla massima uniformità nelle condizioni di appoggio 1.MURATURE DI SCARSA QUALITA E/O BASSO SPESSORE, 2. ASSENZA DI CATENE, 3. CONNESSIONI SCADENTI TRA PARETI, 4. PRESENZA DI ELEMENTI CHE RIDUCONO LO SPESSORE DELLE MURATURE (canne fumarie, nicchie, ecc..) 5. PRESENZA DI APERTURE TROPPO VICINE AD INTERSEZIONI DI MURATURE E/O NON ALLINEATE IN DIREZIONE VERTICALE, 6. ASSENZA DI ARCHITRAVI RIGIDI 7. PRESENZA DI DEFORMAZIONI E FUORI PIOMBO, 8. DEGRADO ELEMENTI STRUTTURALI 1.ASSENZA DI CATENE O DISPOSITIVI PER ELIMINAZIONE SPINTE. 2. PRESENZA EVENTUALI LESIONI SUGGERITI INTERVENTI SUGGERITI/SCONSIGLIATI A.AMPLIAMENTO BASE FONDALE MEDIANTE SOTTOMURAZIONE. SCONSIGLIATI A. Interventi con micropali o altre soluzioni di consolidamento dei terreni potranno essere effettuati ove non esistano possibilita di ampliamento base fondazioni SUGGERITI: A. COLLEGAMENTO DELLA FACCIATA ALLE PARETI LATERALI CON L INSERIMENTO DI DUE CATENE, ANCORATE ALLA FACCIATA E CORRENTI IN ADIACENZA ALLE DUE PARETI E FISSATE IN CORRISPONDENZA DI UNA PARASTA. B. RIPARAZIONE DI EVENTUALI LESIONI, AMMORSAMENTO TRASVERSALE MEDIANTE INSERIMENTO DI DIATONI IN BRECCIA DI MURATURA DI MATTONI DI DIMENSIONI SXS OVE S = SPESSORE MURATURA. C. INSERIMENTO DI DIATONI ARTIFICIALI IN CA AD INTERASSE PARI A CIRCA 3 VOLTE LO SPESSORE DELLA MURATURA ARMATI CON BARRE D8MM E STAFFE D6MM A SPIRALE. IN ALTERNATIVA INSERIMENTO DI CHIAVI IN CA DA 15 CM DI DIAMETRO ARMATE CON BARRE D8MM E STAFFA A SPRALE D6MM POSTE AD INTERASSE MASSIMO DI 1X1M. E. RISTILATURA PROFONDA DEI GIUNTI DI MALTA. F. INIEZIONI DI MISCELE CEMENTIZIE (SOLO SE LA MURATURA RISULTA INIETTABILE) G. CERCHIATURE DEI PILASTRI E/O MASCHI MURARI H. INSERIMENTO DI ARCHITRAVI METALLICI SULLE APERTURE OVVERO CERCHIAGGIO DELLE STESSE, I. CERCHIAGGIO DELLE APERTURE TROPPO VICINE O NON ALLINEATE OVE NON SIA POSSIBILE UNA DIVERSA UBICAZIONE PLANO-ALTIMETRICA M. CHIUSURA CON MURATURA STESSO TIPO ESISTENTE (O IN MATTONI PIENI) DELLE CAVITA SCONSIGLIATI A. Iniezioni di miscele leganti (solo dopo aver verificato l iniettabilità della muratura). B. Cuciture armate, C. inserimenti di elementi in cls armato D. precompressione, E. perforazioni armate SUGGERITI A. INSERIMENTO DI CATENE ALLE RENI DI ARCHI E VOLTE, B. REALIZZAZIONE DI FRENELLI E RINFIANCHI CON MATERIALE COERENTE ALLEGGERITO SULLE VOLTE. C. INSERIMENTO DI TIRANTI INCIROCIAITI SULLE VOLTE SCONSIGLIATI A. Cappe in cls SUGGERITI A.IRRIGIDIMENTO DEL PIANO DEL SOLAIO LIGNEO CON UN SECONDO TAVOLATO SOVRAPPOSTTO ORTOGONALMENTE AL PRIMO OVVERO GETTO CALDANA IN CA COLLEGATA ALLA MURATIRE D AMBITO CON BARRE D ACCIAIO.

SOLAI TETTI 1.ASSENZA DI COLLEGAMENTI EFFICACI DEI SOLAI ALLE MURATURE, 2. SCARSA RIGIDEZZA DEI SOLAI NEL PROPRIO PIANO 1.COPERTURE SPINGENTI, 2.ASSENZA DI COLLEGAMENTI EFFICACI TRA COPERTURA E MUARATURE 3.TETTI DI PESO ELEVATO B. IRRIGIDIMENTO DI SOLAI CON TRAVI IN FERRO E TAVELLONI O VOLTINE MEDIANTE GETTO DI CALDANA IN CA COLLEGATA ALLE MURATIRE D AMBITO CON BARRE D ACCIAIO. C. COLLEGAMENTO RIGIDO DELLE TESTATE DELLE TRAVI IN LEGNO / ACCIAIO ALLE MURATURE. D. INCATENEMENTI PERIMETRALI PUNTUALI. SCONSIGLIATI A. Cordoli in breccia in ca, SUGGERITI A.CONTROVENTAMENTO DELLE FALDE CON TIRANTI METALLICI OVVERRO CON DOPPIO TAVOLATO (PER TETTI IN LEGNO) IL SECONDO ORTOGONALE AL PRIMO. B.CONNESSIONE DEGLI ELEMENTI LIGNEI TRA LORO ED ALLE MURATURE PORTANTI. C.RAFFORZAMENTO DEL PUNTO DI CONTATTO TRA MURO E TETTO CON TIRANTI-CORDOLI. D. REALIZZAZIONE CORDOLO IN SOMMITA MURATURA D APPOGGIO COPERTURA E. INSERIMENTO DI TIRANTI/CATENE TRASVERSALI. F. COLLEGAMENTO DELLE TRAVI DI COLMO O DI TERZERE AL TIMPANO MEDIANTE PIASTRE METALLICHE. INSERIMENTO DI UN PROFILO METALLICO PERIMETRALE COLLEGATO ALLA MURATURA MEDIANTE BARRE D ACCIAIO INIETTATE PER VINCOLO TIRANTI DI CONTROVENTAMENTO SCONSIGLIATI A. Tetti in cls armato, latero cementizi o latre soluzioni di massa e rigidezza elevate pag. 13

EDIFICI ESISTENTI IN CA INDICATORI DI VULNERABILITA OBIETTIVI GENERALI DEGLI INTERVENTI DESCRIZIONE INTERVENTI 1. INADEGUATA CONFIGURAZIONE DELLA STRUTTURA IN TERMINI A. NEL CASO DI EDIFICI FORTEMENTE IRREGOLARI (IN TERMINI DI RESISTENZA E/O A. RINFORZO DI TUTTI O DI PARTE DEGLI ELEMENTI STRUTTURALI, MEDIANTE: GEOMETRICI E/O RIGIDEZZA) L INTERVENTO DEVE - INCAMICIATURE IN CA O ACCIAIO DISTRIBUZIONE DELLE MIRARE A CORREGGERE TALE DEGLI ELEMENTI RESISTENTI, RIGIDEZZA (eccentricità SITUAZIONE SFAVOREVOLE. - PLACCATURA O FASCIATURA IN MATERIALI FIBRORINFORZATI baricentro masse/rigidezze) UNA MAGGIORE REGOLARITA DEGLI ELEMENTI RESISTENTI 2. PRESENZA DI TELAI IN UNA PUO ESSERE OTTENUTA TRAMITE B. MODIFICA SOLA DIREZIONE IL RINFORZO DI UN CERTO DELL ORGANIZZAZIONE 3. PRESENZA DI PIANI NON NUMERO DI ELEMENTO OVVERO STRUTTURALE: TAMPONATI (PIANO PILOTIS) CON L INSERIMENTO DI - RIDUZIONE DELLE MASSE 4. PRESENZA DI TRAVI FORTI E ELEMENTI AGGIUNTIVI - RIDUZIONE ECCENTRICITA TRA PILASTRI DEBOLI SISMORESISTENTI (PARETI A BARICENTRI DELLE 5. PRESENZA DI PILASTRI TOZZI TAGLIO) MASSE/RIGIDEZZE 6. INADEGUATA STAFFATURA PER NODI TRAVI/PILASTRO E B. SONO SEMPRE OPPORTUNI INTERVENTI FINALIZZATI A - AGGIUNTA DI NUOVI ELEMENTI RESISTENTI, PILASTRI MIGLIORARE LA DUTTILITA - SALDATURA DI GIUNTI TRA CORPI DI 7. INSUFFICIENTI ANCORAGGI E LOCALE. FABBRICA OVVERO AMPLIAMENTO DEI GIUNTI, SOVRAPPOSIZIONI DELLE C. E NECESSARIO VERIFICARE SE GLI - ELIMINAZIONE DI ELEMENTI ARMATURE INTERVENTI DI RINFORZO LOCALE PARTICOLARMENTE DEBOLI, 8. INSUFFICIENTE QUALITA DEL NON RIDUCANO LA DUTTILITA - ELIMINAZIONE DI EVENTUALI PIANI CLS SIA IN TERMINI DI GLOBALE DEBOLI (PILOTIS) RESISTENZA CHE DI GETTO C. INTRODUZIONE DI UN SISTEMA IN GRADO DI ASSORBIRE PER INTERO L AZIONE SISMICA. D. INTRODUZIONE DI UNA PROTEZIONE PASSIVA MEDIANTE STRUTTURE DI CONTROVENTO DISSIPATIVE O ISOLATORI SISMICI ALLA BASE. pag. 14

ALLEGATO A VULNERABILITA SISMICA DEGLI EDIFICI in MURATURA ISTRUZIONI PER LA VALUTAZIONE DEI PARAMETRI Ogni dato va contrassegnato con la lettera corrispondente alla qualità dell'informazione (o grado di attendibilità) nei dati di valutazione di ogni parametro. E - qualità elevata: informazioni prevalentemente dirette (misure effettuate in sito, letture di elaborati grafici affidabili, visione diretta degli elementi di informazione) con un grado di attendibilità vicino alla certezza. M - qualità media informazioni prevalentemente dedotte (letture indirette quali quelle desunte da fotografie, misure desunte da elaborati non esecutivi, saggi non distruttivi di scarsa attendibilità, letture dirette su situazioni analoghe, informazioni orali di persone di fiducia del rilevatore) con un grado di attendibilità intermedio fra il precedente (E) ed il seguente (B). B - qualità bassa: informazioni prevalentemente presunte (misure dedotte da ragionevoli ipotesi conoscitive quali quelle sulle usuali modalità e sulle più frequenti scelte progettuali, informazioni orali diverse dalle precedenti) con un grado di attendibilità di poco superiore ad una scelta puramente casuale della classe. A - informazione assente: con un grado di attendibilità intorno ai limiti di una scelta casuale. In questi casi la valutazione del rilevatore ha valore puramente indicativo. pag. 15

PARAMETRO 1 - TIPO ED ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA RESISTENTE CLASSE Classe A Classe B Classe C Classe D TIPOLOGIA EDIFICIO Edifici costruiti in accordo con le normative sismiche per le nuove costruzioni. Edifici con murature consolidate e/o riparate secondo le prescrizioni delle norme sulle riparazioni Edifici che presentano a tutti i livelli e su tutti i lati liberi collegamenti realizzati mediante cordoli perimetrali o catene e ammorsamenti in grado di trasmettere azioni taglianti verticali. Edifici che, pur non presentando cordoli o catene a tutti i livelli, sono costituiti da pareti ortogonali ben ammorsate fra loro. Edifici con pareti ortogonali non efficacemente legate PARAMETRO 2 - QUALITA DEL SISTEMA RESISTENTE L attribuzione di un edificio ad una delle quattro classi si effettua in funzione di due fattori: da un lato il tipo di materiale e la forma degli elementi costituenti le murature, dall'altro l'omogeneità di materiale e di pezzatura per tutta l'estensione della parete. A proposito del secondo fattore va notato che la presenza ad esempio di ricorsi in mattoni estesi a tutto lo spessore del muro non costituisce un elemento di disomogeneità per una muratura in pietrame. La tipologia da indicare (quale elemento di valutazione) è quella relativa al piano di verifica, secondo i codici seguenti: CLASSE CLASSE A CLASSE B CLASSE C CLASSE D TIPOLOGIA Murature in laterizio di buona qualità, murature in pietrame o tufo ben squadrati, purché omogenee in tutta la loro estensione. Murature a sacco ben intessute ed omogenee, purché dotate di collegamenti fra i due fogli. Murature in laterizio, pietrame o tufo ben squadrati ma non omogenee, anche a sacco purché dotate di collegamenti fra i due fogli. Murature in pietrame grossolanamente squadrato o in laterizio di cattiva qualità, in presenza di irregolarità. Murature a sacco, in tufo o pietrame, bene intessute ma prive di collegamenti fra i due fogli. Murature in pietrame irregolari. Murature in laterizio di cattiva qualità con inclusione di ciottoli. Murature a sacco male intessute e prive di collegamenti fra i due fogli. pag. 16

PARAMETRO 3 - RESISTENZA CONVENZIONALE Nell'ipotesi di un perfetto comportamento scatolare la valutazione della resistenza di un edificio in muratura alle azioni sismiche può essere condotta con ragionevole affidabilità. Il procedimento di seguito riportato rappresenta una necessaria semplificazione e richiede il rilevamento dei dati di seguito specificati, relativi al piano di verifica: N At Ax,Ay Numero di piani a partire da quello di verifica (incluso) area coperta media al disopra del piano di verifica area totale degli elementi resistenti in due direzioni ortogonali. La lunghezza degli elementi resistenti è misurata tra gli interassi dei muri ortogonali di intersezione. area degli elementi inclinati di un angolo a rispetto alla direzione considerata va moltiplicata per cos 2 α. Indicando con: A valore minimo di Ax e Ay B valore massimo di Ax e Ay Si ha: ao=a(x;y)/at e ɣ = B/A si dimostra che il rapporto C fra il taglio ultimo a livello del piano di verifica ed il peso P della parte di edificio al disopra è dato da: Nella formula compaiono, oltre ai parametri già definiti, il valore della resistenza tangenziale di riferimento, τk caratteristica del tipo di muratura ed il valore q del peso medio, per unità di area coperta, di un livello dell'edificio (somma del peso di un solaio e di un interpiano di muratura). I valori di τk e di q possono essere stimati sulla base dei seguenti criteri. Il peso medio per unità di area coperta q può essere valutato in funzione del peso specifico medio della muratura pm, del peso medio per unità di superficie del solaio ps e della altezza media di un interpiano h; si ha: Per la determinazione dei valori della resistenza tangenziale di riferimento τk, in assenza di informazioni sperimentali dirette, si può fare riferimento alla tabella c h e s e g u e che si ispira ai valori suggeriti dal D.M. 2 luglio 1981 e relative circolari. pag. 17

Tipo di muratura VALORI DELLA RESISTENZA TANGENZIALE DI RIFERIMENTO (T/MQ) a) Murature non consolidate, non lesionate τk τk* - Mattoni pieni - malta bastarda 6-12 12 - Blocco modulare con caratteristiche rispondenti alle prescrizioni del D.M. 24.1.1986 - malta bastarda 8 8 - Blocco in argilla espansa o calcestruzzo - malta bastarda 18 18 - Murature in pietra (in presenza di ricorsi di mattoni estesi a tutto lo spessore del muro il valore di k può essere incrementato del 30%) - pietrame in cattive condizioni (non squadrato) 2 2 - pietrame squadrato e ben organizzato 7-9 7 - a sacco in buone condizioni 4 4 - blocchi in tufo 2-10 10 b) Murature nuove - Mattoni "pieni" con fori circolari - malta cementizia Rm non minore di 1450 t/mq 20 20 - Forati doppio UNI rapp. vuoto/pieno = 40% - malta cementizia - Rm non minore di 1450 t/mq 18 18 c) Murature consolidate - Murature, in mattoni pieni pietrame squadrato, consolidate con due lastre in calcestruzzo armato da cm 3 (minimo) 11 11 - Pietrame iniettato - Murature in pietra a sacco consolidate con due lastre in calcestruzzo armato da cm 3 (minimo) 11 11 Con: α = C/0,4 CLASSE EDIFICI CON CLASSE A α >= 1 CLASSE B 0,6 <= α < 1 CLASSE C 0,4 <= α < 0,6 CLASSE D α < 0,4 pag. 18

PARAMETRO 4 - POSIZIONE DELL'EDIFICIO E FONDAZIONE CLASSE TIPO TERRENO E FONDAZIONI PENDENZA (p) DISL. Q.TE IMPOSTA FOND. (Δh) CLASSE A 1= roccia con fondazioni; 2= roccia senza fondazioni p <= 10% // CLASSE A 3= sciolto non spingente con fondazioni; 4=sciolto non spingente senza fond. p <= 10% Δh = 0 CLASSE B 1= roccia con fondazioni; 2= roccia senza fondazioni 10% < p <= 30% // CLASSE B 3= sciolto non spingente con fondazioni; 10% < p <= 30% Δh <= 1,00 CLASSE B 4=sciolto non spingente senza fondazioni 10% < p <= 20% Δh <= 1,00 CLASSE C 1= roccia con fondazioni; 2= roccia senza fondazioni 30% < p <= 50% // CLASSE C 3= sciolto non spingente con fondazioni; 30% < p <= 50% Δh <= 1,00 CLASSE C 4=sciolto non spingente senza fondazioni 20% < p <= 30% Δh <= 1,00 CLASSE C 5=sciolto spingente con fondazioni p <= 50% Δh <= 1,00 CLASSE C 6=sciolto spingente senza fondazioni p <= 30% Δh <= 1,00 CLASSE D 1= roccia con fondazioni; 2= roccia senza fondazioni p > 50% CLASSE D 3= sciolto non spingente con fondazioni; 4= sciolto non spingente senza fond. p > 50%, oppure Δh >1,00 CLASSE D 5= sciolto spingente con fondazioni; p > 50%, oppure Δh >1,00 CLASSE D 6= sciolto spingente senza fondazioni p > 30%, oppure Δh >1,00 Ai fini dell'attribuzione della classe si fa riferimento alla condizione più sfavorevole. PARAMETRO 5 - ORIZZONTAMENTI E importante verificare i seguenti requisiti per ogni orizzontamento: c) funzionamento a lastra ed elevata rigidezza per deformazioni nel suo piano (perciò buona connessione degli elementi costruttivi); d) efficace collegamento agli elementi verticali resistenti; CLASSE REQUISITI SOLAIO Presenza (=0) / assenza (=1) di catene o cordoli Presenza (=0 )/ assenza(=2) soletta Presenza (=0) / assenza (=1) piani sfalsati CLASSE A rigido e ben collegato 0 0 0 CLASSE B rigido e ben collegato 0 0 1 CLASSE C deformabile e ben collegato 0 2 0 o 1 CLASSE D rigido e mal collegato 1 0 0 o 1 CLASSE D deformabile e mal collegato 1 2 0 o 1 PESO PARAMETRO As = area solai rigidi e ben collegati At = area totale dei solai αo = As/At (in %) p5 = 0,5 x (100%/ αo) In presenza di orizzontamenti di natura diversa in uno stesso edificio, per l'assegnazione dell'edificio ad una classe, vale la condizione definita dali'orizzontamento peggiore, purché esteso ad una porzione non trascurabile del piano. pag. 19

PARAMETRO 6 - CONFIGURAZIONE PLANIMETRICA CLASSE β1 = a/l % β2 = b/l % CLASSE A β1 >= 80% β2 <= 10% CLASSE B 60% <= β1 < 80% 10% < β2 <= 20% CLASSE C 40% <= β1 < 60% 20% < β2 <= 30% CLASSE D β1 < 40% β2 > 30% L assegnazione di un edificio alle varie classi avviene sulla base della più sfavorevole, nel piano di verifica, delle condizioni poste dai parametri b1 e b2 PARAMETRO 7 - CONFIGURAZIONE IN ELEVAZIONE Nel caso di edifici in muratura, soprattutto per quelli più vecchi, la principale causa di irregolarità è costituita dalla presenza di porticati, loggiati e altane. La presenza di porticati è segnalata come rapporto percentuale fra superficie in pianta di porticato (pilotis) e superficie totale del piano (è da considerare quello nelle condizioni più sfavorevoli).altro elemento da valutare ai fini della irregolarità è la presenza di torri o torrette di altezza e massa significativa rispetto a quelle della restante parte dell'edificio (il rapporto percentuale fra altezza della torre T e altezza totale dell'edificio H è riportato in percentuale); non si tiene conto ai fini della valutazione della irregolarità di appendici di modesta dimensione (comignoli, ecc.). Per la valutazione delle variazioni di massa si tiene conto del rapporto: +-ΔM/M in cui: ΔM è la variazione di massa fra due piani successivi con segno + se si tratta di aumento con il segno - se si tratta di diminuzione (verso l'alto) M è la massa del piano inferiore. pag. 20

Variazioni percentuali inferiori al 10% possono essere valutate come nulle. Di norma il rapporto +-ΔM/M può essere sostituito dal rapporto: +-ΔA/ A, dove A e ΔA sono rispettivamente la superficie coperta di piano e la sua variazione. CLASSE % SUPERFICIE P0RTICATA= Sp % VARIAZIONI DI MASSA % RAPPORTO T/H =ΔA CLASSE A Sp = 0 ΔA <= 10% T/H <= 10% CLASSE B Sp <= 10% 10% < ΔA <= 20% 0% < T/H <= 10% CLASSE C 10% < Sp <= 20% ΔA > 20% 10% < T/H <= 40% CLASSE D Sp > 20% // T/H > 40% Se nella realizzazione delle strutture verticali dell'edificio sono stati utilizzati materiali diversi ai vari livelli, tali da portare variazioni di classificazione nella "qualità del sistema resistente e se tali variazioni comportano, a giudizio del rilevatore, cambiamenti significativi nelle caratteristiche di rigidezza e/o resistenza delle strutture verticali, di ciò si terrà. conto con le seguenti condizioni: - gli edifici che, per geometria apparterrebbero alle classo A e B, vengono posti nella classe C; - gli edifici che, per geometria apparterrebbero alla classe C, vengono posti In classe D. PESO PARAMETRO p7 = 0,50 se presenti portici, altrimenti = 1,0 Il criterio guida per l'assegnazione della classe è in ogni caso quello relativo alla condizione peggiore. PARAMETRO 8 - DISTANZA MASSIMA FRA LE MURATURE Con tale parametro si tiene conto della presenza di muri maestri intersecati da muri trasversali posti a distanza eccessiva fra loro. Le classi sono definite in funzione del rapporto dell'interasse (l) tra i muri trasversali e lo spessore (s) del muro maestro. CLASSE RAPPORTO MAX: l/s CLASSE A l/s <= 15 CLASSE B 15 < l/s <= 18 CLASSE C 18 < l/s <= 25 CLASSE D l/s > 25 PARAMETRO 9 - COPERTURA Gli elementi che caratterizzano l'influenza delle coperture sul comportamento sismico di un edificio sono essenzialmente due: la tipologia ed il peso. Del primo si tiene conto nella definizione delle quattro classi mentre il secondo influisce sulla determinazione del peso da attribuire a questo parametro. Gli elementi di valutazione necessari sono: a. il tipo di copertura peggiore presente: spingente, "poco spingente", non spingente (fig. 6a 6g) b. la presenza o assenza di cordoli di sottotetto c. la presenza o assenza di catene d. il carico permanente della copertura e. la lunghezza d'appoggio la della copertura: il perimetro la della copertura. (fig. 5). pag. 21

CLASSE NON SPINGENTE (=0) - POCO PRESENZA (=0) / ASSENZA (=1) DI PRESENZA (=0) / ASSENZA (=1) DI SPINGENTE (=1) SPINGENTE (=2) CORDOLI CATENE ΣMAX CLASSE A 0 0 1 1 CLASSE A 0 1 0 1 CLASSE B 0 1 1 2 CLASSE B 1 0 1 2 CLASSE B 1 1 0 2 CLASSE C 1 1 1 3 CLASSE C 2 0 1 3 CLASSE C 2 1 0 3 CLASSE D 2 2 2 6 PESO PARAMETRO α1=0,25 per copertura in latero-cemento (o di peso maggiore a 200kg/mq, altrimenti α1=0. α2=0,25 se il rapporto tra perimetro copertura ed lunghezza totale appoggi è >=2., α2 =0 altri casi p9 = 0,5 + α1 + α2 pag. 22

PARAMETRO 10 - ELEMENTI NON STRUTTURALI Si tiene conto con questa voce di infissi, appendici e aggetti che possono causare con la caduta danno a persone o a cose. CLASSE CLASSE A e CLASSE B CLASSE C CLASSE D TIPOLOGIE Edifici privi di infissi, appendici o aggetti o controsoffitti. Edifici con infissi ben collegati alle pareti, con comignoli di piccole dimensioni e di peso modesto e con controsoffitti ben collegati. Edifici con balconi costituenti parte integrante delle strutture degli orizzontamenti. Edifici con infissi esterni o insegne di piccole dimensioni mal vincolate alle pareti e con controsoffitti di piccola estensione mal collegati ovvero di grande estensione e ben collegati. Edifici che presentano comignoli o altre appendici in copertura mal vincolate alla struttura, parapetti di cattiva esecuzione o altri elementi di peso significativo che possono crollare in caso di terremoto. Edifici con balconi o altri aggetti (servizi, ecc.) aggiunti in epoca successiva alla costruzione della struttura principale e ad essa collegati in modo sommario. Edifici con controsoffitti di grande estensione e mal collegati. PARAMETRO 11- STATO DI FATTO Si tiene conto con questa voce dello stato di conservazione degli edifici. Le quattro classi sono definite come segue: CLASSE CLASSE A CLASSE B CLASSE C CLASSE D TIPOLOGIE Murature in buone condizioni senza lesioni visibili. Edifici che presentano lesioni capillari non diffuse, ad eccezione di casi in cui queste siano state prodotte da terremoti. Edifici con lesioni di media entità (ampiezza della lesione: 2-3 mm) o con lesioni capillari di origine sismica. Edifici che, pur non presentando lesioni, sono caratterizzati da uno stato di conservazione delle murature tale da determinare una significativa diminuzione di resistenza. Edifici che presentano pareti fuori piombo e/o lesioni gravi anche se non diffuse. Edifici caratterizzati da grave deterioramento dei materiali. Edifici che, pur non presentando lesioni, sono caratterizzati da uno stato di conservazione delle murature tale da determinare una grave diminuzione di resistenza. pag. 23

ALLEGATO B VULNERABILITA SISMICA DEGLI EDIFICI in C.A. ISTRUZIONI PER LA VALUTAZIONE DEI PARAMETRI pag. 24

PARAMETRO 1: TIPO ED ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA RESISTENTE La struttura in c.a. - se a telai - reagisce chiamando in causa le murature generalmente presenti nei campi di telaio. I comportamenti dei tre tipi principali sono così schematizzabili: 4) La costruzione di tipo A) è rigida per la presenza di pareti in c.a. o murature consistenti nei campi di telaio; si ipotizza un mantenimento delle caratteristiche di resistenza anche in occasione e al termine dell'evento sismico atteso più intenso; 5) La costruzione di tipo B) ha un comportamento rigido-fragile iniziale, al sopraggiungere del sisma, seguito da messa fuori uso degli elementi rigidi (murature e pannelli) e successivo comportamento con buone caratteristiche di resistenza e duttilità, anche se con maggiore deformabilità, per la presenza di telai antisismici ; 6) La costruzione di tipo C) ha un comportamento rigido-fragile iniziale, come la precedente, seguito da un forte decadimento delle caratteristiche di rigidezza e resistenza. Per individuare il sistema resistente principale occorre valutare - sia pure in modo approssimato - la resistenza offerta dai singoli elementi resistenti nella direzione individuata come la peggiore. A tale scopo si fanno due ipotesi di base: a) si considerano le sezioni interamente reagenti; b) ogni piano può subire solamente traslazioni orizzontali o rotazioni intorno ad un asse verticale (deformazione shear-type). Sotto tali ipotesi la ripartizione avviene proporzionalmente a momenti di inerzia e aree di taglio. Poiché si assume che gli elementi resistenti siano prevalentemente pareti di c.a. e/o murature in campi di telaio, si può trascurare la deformazione per flessione. Se, ancora, si assumono i fattori di forma delle sezioni uguali all unità, si può concludere che ad ogni sezione compete una forza proporzionale a A cos 2 / h in cui A è l area della sezione, è l angolo acuto fra la direzione di riferimento e quella del piano forte della parete, h è l altezza dell elemento e è una resistenza tangenziale avente i seguenti valori: - murature soddisfacenti i requisiti della classe A = 30 35 t/m 2 - murature soddisfacenti i requisiti della classe B = 15 20 t/m 2 - pareti in c.a. (e pilastri di c.a.) = 150 250 t/m 2 (La grande variabilità dell ultimo valore tiene conto della quantità di armatura presente). Si può assumere E = 30.000 per la muratura e E = 15.000 per il c.a. Si definisce sistema resistente principale () quello che assume su di sé più del 70% delle azioni orizzontali. La valutazione del sistema resistente principale è necessaria ai fini dell assegnazione della classe. pag. 25

CLASSE TIPOLOGIA murature % area apert. / area murat. CLASSE A pareti in c.a., murature armate CLASSE A CLASSE B CLASSE C Telai in c.a con murature consistenti e ben collegate ai telai Telai in c.a con murature consistenti e ben collegate ai telai Telai in c.a con murature NON consistenti e ben collegate ai telai Rapp. h/b ( b= spessore tamp.). Distacchi mur/tel. Aggetto tampon. (spessore tamp. = b) Amin, tr/pil telaio circoscritto Rapp. Rigidezze tr/pil e RC // // // // // // // Mattoni pieni, blocchi cls (anche alleggerito), pietra maturali, artificiali piene e squadrate Mattoni pieni, blocchi cls (anche alleggerito), pietra maturali, artificiali piene e squadrate Mattoni in laterizi forati <= 30% < 20 <= 1,00 cm 30% < a,ap/a,mur <= 60% < 30 <= 3,00 cm <= 0,2 b >= 25 b <= 0,3 b >0 20 b > 1,5; RC classe B // // // // // <= 1,5; RC classe A PARAMETRO 2: QUALITÀ DEL SISTEMA RESISTENTE CLASSE CONDIZIONE A CONDIZIONE B CONDIZIONE C CONDIZIONE D CLASSE A Il calcestruzzo è di consistenza Le murature sono costituite da buone scelte progettuali buona, privo di grandi zone a Barre non elementi compatti e non riferite anche all anno di vespaio, duro alla scalfittura e ben visibili degradati, la malta non è costruzione se post eseguito. Le riprese di getto sono appena visibili e ben eseguite degradata e non si asporta facilmente classificazione sismica CLASSE B CLASSE C Il calcestruzzo è scadente, con zone a vespaio. Le riprese di getto sono scadenti. Cattive modalità esecutive Barre visibili ed ossidate, mal disposte Murature di qualità scadenti (né classe A, né B) Cattive scelte progettuali riferite anche all anno di costruzione se ante classificazione sismica La qualità del sistema resistente è in classe C anche se si verificano solo due delle condizioni, negli altri casi viene classificata in B. Per la classe A debbono verificarsi contemporaneamente tutte le 4 condizioni. PARAMETRO 3: RESISTENZA CONVENZIONALE Il parametro tiene conto di una sorta di grado di sicurezza rispetto a forze sismiche di riferimento, calcolato con le seguenti ipotesi: e) Azioni statiche equivalenti. f) Assenza di eccentricità o irregolarità in pianta. g) Messa in conto, ai fini della resistenza, dei soli elementi del sistema resistente principale nella direzione più sfavorevole (in caso di assenza di murature vanno considerate le sole sezioni dei pilastri, che vanno divise a metà per telai non soddisfacenti i requisiti del livello B, per il tipo di struttura principale). h) La forza resistente di ogni sezione è convenzionalmente A in cui A è l area della sezione e assume i valori indicati nei Criteri di definizione del tipo ed organizzazione del sistema resistente. pag. 26