IL TRATTAMENTO DELLA SPASTICITA Anna Vagnetti LAVORO DI EQUIPE SVOLTO DAI FISIOTERAPISTI DELL UNITA SPINALE DELL OSPEDALE S. CORONA DI PIETRA LIGURE: BERNARDIS E., DELL ANNO F., FIRPO L., MANDRACCIA S., MARINO T., MULLER I., MUSIZZANO S., TASSISTRO F., VENEGONI A., ZARCONE I. PAROLE CHIAVE: SPASTICITA, FISIOTERAPIA, ERGOTERAPIA. La spasticità viene definita come un disturbo motorio caratterizzato da un incremento velocitàdipendente dei riflessi tonici di estensione (tono muscolare), con riflessi tendinei esagerati dovuti ad una ipereccitabilità del riflesso di estensione che è parte integrante della sindrome dei motoneuroni superiori. Clinicamente è rappresentata da ipertonicità, riflessi di estensione muscolare iperattivi e riflessi spinali anomali. In alcuni pz. è possibile osservare clono e spasmi muscolari. La valutazione viene fatta attraverso la scala Ashworth e viene considerata severa (punteggio > 3) quando interferisce con la mobilità e le A.V.Q. Una grave spasticità può interferire e a volte rendere difficoltosi o addirittura impossibili i trasferimenti, causare dolore, limitare la capacità di movimento e, in caso di lesioni midollari incomplete, rendere difficile la deambulazione. A volte può essere causa di gravi danni secondari come vizi di postura, fratture e piaghe da decubito che a loro volta influenzano e limitano l indipendenza e la qualità di vita del paziente influenzando negativamente, non solo le funzioni fisiche, ma anche quelle sociali e psicologiche. Inizialmente il trattamento del controllo della spasticità di origine spinale si basa su metodi non invasivi come l eliminazione degli stimoli nocicettivi, la riabilitazione motoria, l ergoterapia per proseguire poi, nei casi più gravi, con antispastici orali e per finire con bacoflene intratecale. In questo lavoro ci siamo dedicati al trattamento fisio-ergoterapico di una lesione completa dall inizio del ricovero fino alla dimissione, seguendo tutte le fasi dell approccio riabilitativo e delle strategie che mettiamo in atto nella nostra Unità Spinale. Tutto questo non vuole essere punto di riferimento assoluto sul trattamento ma una esperienza che portiamo alla vostra attenzione per trarne spunto di discussione e confronto. Il lavoro che illustriamo sarà rappresentato tramite un video per meglio cogliere gli aspetti che citiamo nella nostra relazione. Il caso illustrato riguarda G.M. di anni 42 affetto da tetraplegia C3-C7 da ischemia midollare avvenuta il 24/01/02. All ingresso nel nostro reparto punteggio F.I.M., S.C.I.M. e A.S.I.A.
Il programma riabilitativo inizia con un corretto posizionamento a letto e utilizza posture inibenti la spasticità estensoria. E stato applicato il protocollo per il posizionamento della mano funzionale. Dopo un mese, nel rinforzo dei movimenti attivi di flesso-estensione del polso, il paziente presenta un recupero del movimento spontaneo delle dita.
In palestra il trattamento privilegia il movimento passivo condotto in tutta l ampiezza fisiologica per prevenire i problemi correlati all immobilità, evitando eccessivi squilibri nei rapporti agonistaantagonista. L utilizzo dello standing ha presentato problemi di tipo pressorio, pur riconoscendone l importanza per la riduzione della spasticità agli arti inferiori e al tronco. In associazione al trattamento in palestra abbiamo abbinato l attività motoria in acqua, proponendo sequenze di esercizi che hanno le caratteristiche di globalità: rilassamento, respirazione in galleggiamento supino, mobilizzazione del tronco e svincolo dei cingoli. Durante la terapia in piscina si è verificata una diminuzione della spasticità ma l effetto è stato solo temporaneo. Comunque la momentanea riduzione dell ipertono ha permesso l esecuzione di movimenti passivi con una maggior gamma di esercizi. Parallelamente il nostro intervento è mirato all individuazione della postura in carrozzina, che è determinante, non solo per muoversi nello spazio, ma per ridurre spasmi e cloni.
Per arrivare alla definitiva scelta dell ausilio sono state fatte una serie di valutazioni sia posturali che di abilità residue. La spasticità, influenzando anche la motricità residua, ci ha costretti a fare diverse valutazioni per trovare gli ausili e le strategie più idonee per le A.D.L. Attualmente il paziente è autonomo in tutte le A.V.Q., l ipertono è notevolmente diminuito e viene costantemente monitorato.