SICUREZZA SUL LAVORO E PROFESSIONI INTELLETTUALI ATTUALE NORMATIVA E PROPOSTE DI MODIFICA Sarmeola di Rubano, 16 maggio 2009 Intervento arch. G. Cappochin, Presidente C.U.P. Veneto CUP e Ordini nazionali e provinciali, sensibili alla crisi economica che sta vivendo il Paese, sono impegnati a tutto campo per definire un pacchetto di misure anticrisi per il rilancio delle professioni intellettuali da proporre al Governo, con l obiettivo di lavorare tutti, lavorare di più e ridurre i costi di esercizio degli studi professionali. Alcune di queste misure sono di interesse di tutte le professioni, altre invece sono specifiche delle singole aree economico/giuridica, sanitaria e tecnica. Il CUP Veneto che, ricordo, è costituito da 106 Ordini e Collegi professionali delle sette province del Veneto, rappresentativi di oltre 100.000 iscritti, con l odierno convegno intende affrontare un tema, quello della sicurezza, di interesse di tutte le professioni intellettuali che, a nostro giudizio, deve entrare nel pacchetto delle misure anticrisi. Premessa la doverosa condivisione della necessità di misure di prevenzione dei rischi infortunistici nei luoghi di lavoro, non possiamo non denunciare che la vigente normativa prevede indistintamente per tutte le attività economiche, onerosi e indifferenziati adempimenti, accompagnati da pesanti sanzioni pecuniarie e responsabilità penali. Tali adempimenti e sanzioni, come verrà dimostrato nella relazione scientifica di Guido Cassella, sono assolutamente fuori scala per gli studi professionali e per gli uffici in genere, tenuto conto che secondo la tabella degli indici di frequenza d infortunio in Italia, per gruppo di tariffa INAIL riferita alla invalidità permanente, al gruppo di tariffa Uffici e altre attività, corrisponde un indice di frequenza di infortuni pari a 0,72 che è in assoluto, di gran lunga, il livello più basso. Il CUP Veneto chiede quindi con forza, considerata la peculiarità delle prestazioni di natura intellettuale, un alleggerimento degli adempimenti di carattere formale e
relative sanzioni ed una semplificazione della disciplina, proporzionati alle effettive esigenze di tutela connesse al basso livello di rischio. Altro ambito importante modificato dal D. Lgs. 81/08 oggetto dell odierno Convegno, è quello relativo alla sicurezza dei cantieri che, seppur non interessando la totalità delle professioni, ne coinvolge comunque una buona parte. I dati del Rapporto sugli infortuni dell Inail (consuntivo del 2006), parlano di 103.894 infortuni sul lavoro nel comparto delle costruzioni, in calo rispetto ai 106.436 del 2005, ma pur sempre un valore assai importante. E soprattutto dal 2003 al 2006 nell edilizia vi sono stati 1.265 morti. Numeri non accettabili per un Paese civile, corrispondenti a circa il 27% delle morti per lavoro in Italia nel quadriennio 2003-2006. E in questo quadro i lavoratori extracomunitari si possono collocare tra le fasce più a rischio. Oggi l occupazione nelle costruzioni sfiora i 2 milioni di occupati, con un sistema imprenditoriale particolarmente frammentato. Iscritte alla Camera di Commercio vi sono poco meno di 750.000 imprese di costruzione, una ogni trenta famiglie italiane, un valore che non ha riscontro in nessun altro Paese europeo. Oltre 60.000 di queste imprese, secondo i dati delle Camere di Commercio, hanno un titolare extracomunitario o neo-comunitario. Si può sostenere che gli stranieri rappresentano almeno il 20% degli occupati regolari in edilizia: 400.000 unità. Secondo la stima del CRESME, sono inoltre da considerare quanto meno altre 100.000/130.000 unità che operano nel mercato irregolare dell edilizia. Come dimostrato da molte fonti, esiste una stretta correlazione fra incidenza del rischio e regolarità del lavoro. Cioè in altri termini il rischio aumenta vorticosamente quando il lavoro è sommerso. L evasione della regolarità contrattuale ha conseguenze spesso tragiche nel settore delle costruzioni perché comporta l evasione totale delle prescrizioni relative alla sicurezza.
Una indagine di una Commissione parlamentare di inchiesta, conclusa a marzo 2006, ha evidenziato 3 punti chiave che caratterizzano l attuale situazione del cantiere: le piccole imprese sono quelle a maggior rischio; il caporalato si è spostato al nord ed al centro e non è più solo un fenomeno del sud; la formazione è spesso una sola formalità. Naturalmente concordiamo con la Commissione d Inchiesta sulla necessità del monitoraggio, vigilanza e prevenzione, ma per affrontare quella che è da ritenersi una priorità nazionale, queste azioni, per essere efficaci, non possono prescindere: dalla revisione del criterio del massimo ribasso per le gare d appalto e relativi servizi professionali: un gioco al massacro che privilegia furbi ed irregolari in tutti i settori a scapito della sicurezza le statistiche lo dimostrano ma anche della imprescindibile qualità dell opera di architettura; dalla garanzia sui livelli di competenza imprenditoriale degli imprenditori edili per evitare il fenomeno della concorrenza sleale; dal miglioramento della formazione in particolare degli stranieri e degli addetti a lavorazioni in quota. Il D. Lgs. 81/08 ha introdotto, anche in merito alla sicurezza nei cantieri, un inutile appesantimento di procedure burocratiche e relative sanzioni, nonchè l allargamento a progettisti e direttori dei lavori della figura di responsabile dei lavori generando una ingiustificata confusione di ruoli. La nostra proposta, che verrà illustrata dall avv. Giovanni Scudier, prevede che non ci sia nessun tipo di collegamento tra l eventuale delega di responsabile dei lavori e lo svolgimento della funzione di progettista o direttore dei lavori; prevede inoltre la soppressione dell obbligo di verifica da parte del responsabile dei lavori, sull operato dei coordinatori.
Su tali temi abbiamo predisposto puntuali proposte di modifica al D. Lgs. n 81/08 che verranno illustrate nelle relazioni scientifiche, che auspichiamo trovino il consenso anche del CUP Nazionale per un azione di lobbing politica sinergica tra il sistema ordinistico nazionale e territoriale.
PRESENTAZIONE RELATORI DEL CONVEGNO Nella prima parte del Convegno sono previste le relazioni scientifiche sui temi appena illustrati relativamente alle tre aree del CUP Veneto. Per l area tecnica interviene l ing. GUIDO CASSELLA, direttore tecnico della Esse Ti Esse, grande esperto della materia, che illustrerà l attuale legislazione in materia di sicurezza degli studi professionali e le nostre proposte di modifica. Per l area sanitaria interverrà LIVIANO VIANELLO, Medico del lavoro, Dirigente sanitario dello SPISAL ULSS 16 Padova. Per l area economico/giuridica interverrà l avv. GIOVANNI SCUDIER, dello Studio Casella e Scudier, che affronterà il tema della sicurezza dei cantieri, anche in questo caso illustrando gli elementi meno condivisi della vigente normativa e le proposte di modifica. Sempre per l area economico/giuridica interverrà poi il prof. GERMANO FARINA, Professore di Diritto Previdenziale e Sicurezza sociale dell impresa Facoltà di Economia Università di Bari. In merito alle modifiche legislative attualmente allo studio interverranno poi: l ing. GIUSEPPE PIEGARI della Direzione Generale Attività Ispettive del Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali; il dott. FLAVIO COATO, Coordinatore del gruppo di lavoro interregionale Prevenzione nel settore edile e Responsabile tecnico, per conto del Coordinamento delle Regioni, al Piano Nazionale di prevenzione in edilizia 2008-2010; la d.ssa ANTONELLA ZANGIROLAMI, componente effettivo della Commissione Consultiva Permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro e Direttore SPISAL, ULSS 18 Rovigo. I lavori saranno chiusi da MARINA CALDERONE.