Milano, 19 febbraio 2010. Giuseppe Maurizio Arduino Psicologo ASL CN1, Mondovì. premesse



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Transcript:

MODELLI ORGANIZZATIVI E GESTIONALI DEI SERVIZI DEDICATI ALL AUTISMO Milano, 19 febbraio 2010 Percorsi assistenziali e Linee Guida per l Autismo Giuseppe Maurizio Arduino Psicologo ASL CN1, Mondovì Alcune premesse

L.E.A. Livelli Essenziali di Assistenza D.P.C.M. 24 aprile 2008 Art. 25 Assistenza sociosanitaria alle persone con disturbi mentali 1. Nell ambito dell assistenza distrettuale il Servizio sanitario nazionale garantisce alle persone con disturbi psichiatrici la presa in carico multidisciplinare e lo svolgimento di un programma terapeutico individualizzato che include le prestazioni, anche domiciliari, mediche specialistiche, diagnostiche e terapeutiche, psicologiche e psicoterapeutiche, e riabilitative previste dalle norme vigenti. 2. L assistenza distrettuale alle persone con disturbi mentali è integrata da interventi sociali.

Art. 26 Assistenza sociosanitaria ai minori con disturbi neuro-psichiatrici 1. Nell ambito dell assistenza distrettuale il Servizio sanitario nazionale garantisce ai minori con disturbi neuro-psichiatrici la presa in carico multidisciplinare e lo svolgimento di un programma terapeutico individualizzato che include le prestazioni, anche domiciliari,mediche specialistiche, diagnostiche e terapeutiche, psicologiche e psicoterapeutiche, e riabilitative previste dalle norme vigenti. 2. L assistenza distrettuale ai minori con disturbi neuropsichiatrici è integrata da interventi sociali. Art. 27 Assistenza sociosanitaria alle persone con disabilità 1. Nell ambito dell assistenza distrettuale il Servizio sanitario nazionale garantisce alle persone con disabilità complesse la presa in carico multidisciplinare e lo svolgimento di un programma terapeutico individualizzato che include le prestazioni, anche domiciliari,mediche specialistiche, diagnostiche e terapeutiche, psicologiche e psicoterapeutiche, e riabilitative previste dalle norme vigenti 2. L assistenza distrettuale alle persone con disabilità complesse è integrata da interventi sociali.

Art. 32 Assistenza sociosanitaria semiresidenziale e residenziale alle persone con disturbi mentali 1. Nell ambito dell assistenza semiresidenziale e residenziale, il Servizio sanitario nazionale garantisce alle persone con disturbi mentali, previa valutazione multidimensionale e presa in carico, trattamenti terapeutico-riabilitativi e trattamenti di lungoassistenza, di recupero e mantenimento funzionale, nell ambito dell attività del Dipartimento di Salute Mentale. Art. 33 Assistenza sociosanitaria semiresidenziale e residenziale alle persone con disabilità 1. Nell ambito dell assistenza semiresidenziale e residenziale, il Servizio sanitario nazionale garantisce alle persone con disabilità, previa valutazione multidimensionale e presa in carico, trattamenti socio-riabilitativi a carattere intensivo, estensivo e di mantenimento articolati nelle seguenti tipologie: a) trattamenti socio-riabilitativi intensivi e estensivi a persone con disabilità con elevate necessità assistenziali, in regime semi-residenziale e residenziale; b) trattamenti socio-riabilitativi di mantenimento di diversa intensità, erogati congiuntamente a prestazioni assistenziali e tutelari a persone con gravi disabilità, in regime semi-residenziale e residenziale; c) trattamenti socio-riabilitativi di mantenimento di diversa intensità, erogati congiuntamente a prestazioni assistenziali e tutelari a persone con disabilità prive di sostegno familiare in regime semi-residenziale e residenziale d) trattamenti socio-riabilitativi di recupero in laboratori e centri

2. I trattamenti di cui al comma 1, lettere a) sono a totale carico del Servizio sanitario nazionale. I trattamenti di cui al comma 1, lettera b) sono a carico del Servizio sanitario per una quota pari al 70 per cento della tariffa giornaliera. I trattamenti di cui al comma 1, lettera c) e d) sono a carico del Servizio sanitario per una quota pari al 40 per cento della tariffa giornaliera. Documento finale Tavolo Nazionale Autismo http://www.ministerosalute. it/imgs/c_17_pubblicazioni _779_allegato.pdf

I programmi per la cura tutela delle persone con disturbi di tipo autistico richiedono un cambiamento di paradigma nell approccio alla disabilità imperniato sulla persona, i suoi diritti, le sue necessità le sue potenzialità.questo approccio comporta una politica generale dei servizi rispettosa della globalità della persona con autismo, dei suoi progetti di vita di quelli della sua famiglia; questa politica complessiva deve svilupparsi su tutto l arco della vita delle persone con autismo. Inoltre la tutela della salute, l accesso ai processi di abilitazione di inclusione sociale devono essere garantiti ad ogni soggetto indipendentemente dalla natura e gravità della sua disabilità, o dalla sua età. Ministero della Salute TAVOLO NAZIONALE DI LAVORO SULL AUTISMO RELAZIONE FINALE, 2008 Va perseguita una azione che permetta la diffusione di processi diagnostici precoci, di una presa in carico globale che si sviluppi per tutto l arco della vita. I trattamenti cognitivo comportamentali e psicoeducativi costituiscono attualmente il nucleo centrale e essenziale degli approcci abilitativi e terapeutici che vanno attivati il più precocemente possibile. Ministero della Salute TAVOLO NAZIONALE DI LAVORO SULL AUTISMO RELAZIONE FINALE, 2008

La rete dei servizi sanitari, sia territoriali che ospedalieri, sia specialistici che di base, deve garantire un approccio multiprofessionale e interdisciplinare per poter affrontare con competenza e coesione la complessità e l eterogeneità delle sindromi autistiche. E essenziale il raccordo e coordinamento tra i vari settori sanitari coinvolti così come l integrazione tra gli interventi sanitari e quelli scolastici, educativi e sociali, tra servizi pubblici e servizi del privato e del privato sociale, le famiglie e le loro Associazioni. Ministero della Salute TAVOLO NAZIONALE DI LAVORO SULL AUTISMO RELAZIONE FINALE, 2008 Tre pilastri per l organizzazione di servizi per l autismo Evidence Based Medicine Linee Guida Percorsi Diagnostici Terapeutici e Assistenziali

Evidence Based Medicine La Medicina basata sulle evidenze è il coscienzioso, esplicito e accorto uso delle migliori evidenze disponibili per decidere l assistenza sanitaria da fornire. La pratica della EBM implica l integrazione dell esperienza clinica individuale con le migliori evidenze disponibili ricercate in modo sistematico (glossario del centro Evidence-Based Medicine di Oxford) l applicazione della EBM richiede esplicitamente l integrazione di due componenti: 1. la considerazione delle migliori evidenze scientifiche disponibili al momento 2. l esperienza clinica del singolo professionista, cioè le abilità e capacità critiche, che il professionista acquisisce col tempo, nel fare diagnosi, nel decidere la terapia e nel coinvolgere il paziente e che lo portano a decidere se le evidenze fornite dalla letteratura possono essere applicate a quel particolare paziente. R. Iovine, P. Morosini, Medicina Basata sulle Evidenze, Formazione Qualità, Capitolo 3,Terza edizione, Roma-Ancona, aprile 2004 Dalle revisioni della letteratura alle Linee Guida ALCUNI RIFERIMENTI INTERNAZIONALI Schreibman, L., The Science and Fiction of Autism, Harvard University Press, 2005 Simpson R.L. et al. Autism Spectrum Disorders. Intervention and Treatments for Children with Autism.Corwin Press 2005 Fuentes-Biggi J. et al. (Grupo de Estudio Ministerio de Sanidad, Espana) Guia de buena pratica para el tratamiento de los trastornos del espectro autista. Rivista Neurol 2006

Gli approcci al trattamento sono inseriti in una delle seguenti categorie tenendo conto dei dati della ricerca: Efficaci/Raccomandati Presumibilmente efficaci/comunque raccomandati Di dubbia efficacia/raccomandati solo in studi sperimentali Inefficaci/non raccomandati Efficaci/Raccomandati Metodologie Comportamentali Presumibilmente efficaci/comunque raccomandati CAA, TEACCH, DIR* Di dubbia efficacia Diete, Terapie integrazione sensoriale Inefficaci/non raccomandati Comunicazione Facilitata, Holding, Pet Therapy * Indicato da Schreibman, 2005

A proposito della terapia di Lovaas los programas conductuales y la técnica basadas en las teorias del aprendizaje son elementos fundamentales en el apojo a las personas con autismo. El error surge cuando se confunde un amplio campo de intervencion pedagogica con un programa concreto, el propuesto por Loovas Aunque historicamente se le reconosce el valor de haber sido el primero en introducir estrategias educativas como tratamiento de los TEA, la terapia Lovaas es un tratamiento que no incorpora el conocimiento actual sobre las alteraciones cognitivas y emocionales de los TEA Puede crear una esperanza de curacion en las familias que no se corresponde con la realidad y generar un significativo estrés familar, y es incompatibile con la integracion del tratamiento en loso centros educativos Fuentes-Biggi J. et al, pag 428 Linee Guida le linee guida (LG) sono «raccomandazioni di comportamento clinico, elaborate mediante un processo di revisione sistematica della letteratura e delle opinioni di esperti, con lo scopo di aiutare i medici e i pazienti a decidere le modalità assistenziali più appropriate in specifiche situazioni cliniche». Cluzeau F. Littlejohns P, Grimshaw J, Feder G, Moran S. Development and application of a generic methodology to assess the quality of clinical guidelines. Int J Qual Health Care 1999; 11: 21-28 DAL PROGRAMMA NAZIONALE PER LE LINEE GUIDA ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ

Le linee guida nascono quindi per rispondere a un obiettivo fondamentale: assicurare il massimo grado di appropriatezza degli interventi, riducendo al minimo quella parte di variabilità nelle decisioni cliniche che è legata alla carenza di conoscenze e alla soggettività nella definizione delle strategie assistenziali. Linee Guida SINPIA e altri documenti nazionali e internazionali http://www.aress.piemonte.it/download/ SlideGallery/Torino20090507/arduino_l atoni_relazione.pdf

Percorsi Diagnostici Terapeutici e Assistenziali (PDTA) Si dicono invece «profili di cura» o «percorsi diagnostico-terapeutici» i risultati degli adattamenti delle linee guida alle situazioni locali, con le loro specifiche caratteristiche organizzative e gestionali. i Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali rappresentano la contestualizzazione di Linee Guida, relative ad una patologia o problematica clinica, nella specifica realtà organizzativa di un'azienda sanitaria, tenute presenti le risorse ivi disponibili. I PDTA sono quindi modelli locali che, sulla base delle linee guida ed in relazione alle risorse disponibili, consentono un'analisi degli scostamenti tra la situazione attesa e quella osservata in funzione del miglioramento della qualità. I PDTA sono, in pratica, strumenti che permettono all'azienda sanitaria di delineare, rispetto ad una patologia o un problema clinico, il miglior percorso praticabile all'interno della propria organizzazione Aress Piemonte Raccomandazioni per la costruzione di PDTA e PIC nelle Aziende Sanitarie della Regione Piemonte

Il percorso assistenziale (clinical o critical pathways) può anche essere definito come un piano multidisciplinare e multiprofessionale, elaborato per una specifica categoria di pazienti, che identifica la sequenza degli atti da effettuare al fine di conseguire le migliori efficacia e efficienza possibili in uno specifico contesto locale Negli ultimi dieci anni è diventato essenziale tenere conto, nella formulazione dei percorsi assistenziali, dei principi della Evidence Based Medicine. Per questo motivo, si potrebbero anche considerare i percorsi assistenziali come linee guida clinico organizzative. Giorgio Casati, Massimiliano Panella, Francesco Di Stanislao, Maria Cristina Vichi, Pierluigi Morosini GESTIONE PER PROCESSI PROFESSIONALI E PERCORSI ASSISTENZIALI Vantaggi dei PDTA La messa a punto di Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali consente di omogeneizzare l attività che i servizi svolgono per rispondere ai bisogni di salute di pazienti con determinate patologia. Favoriscono l efficacia degli interventi in quanto basati su Linee Guida EBM e l efficienza dei servizi in quanto definiscono la sequenza di azioni necessarie e sufficienti per rispondere ai bisogni del paziente. Tra i vantaggi per gli utenti va anche considerata la possibilità di rendere più trasparenti i percorsi assistenziali dando ai diversi utenti le stesse informazioni sull iter che li aspetta.

L esempio del Percorso Autismo della Regione Piemonte http://www.regione.piemonte.it/sanita /program_sanita/dip_materno_inf/dw d/dps.pdf EPISODI CHE COMPONGONO IL PERCORSO Sospetto diagnostico avanzato dal PLS o dal MMG Accoglienza; Valutazione clinica neuropsichiatrica; Valutazione psicodiagnostica; Restituzione della diagnosi ai genitori; Valutazione funzionale; Trattamento; Passaggio servizi età evolutiva a quelli per l età adulta

Valutazione funzionale La valutazione (e ri-valutazione) funzionale avviene in modo multiprofessionale e prevede: Utilizzo del PEP-3 o PEP-R (possibili scostamenti per piccoli e poco collaboranti). Annuale fino a 6 anni, poi ai passaggi di scuola e ulteriori a necessità; Valutazione del comportamento adattivo almeno ai passaggi di scuola con scala Vineland ; Intersoggettività: osservazione e videoregistrazione; Valutazione logopedica; Valutazione neuropsicomotoria (offre elementi prognostici fondamentali e utili alla definizione di priorità negli interventi); Eventuale utilizzo di checklist di valutazione funzionale (Portage). La valutazione funzionale è la premessa indispensabile per il corretto sviluppo e orientamento dei trattamenti, ma non esistono attualmente le condizioni perché tutti i centri della rete regionale possano, autonomamente, essere in condizione di erogare tale attività secondo gli standard proposti Si sollecita in tal senso l approvazione di accordi interaziendali utili a permettere alle aziende sanitarie l organizzazione codificata dei percorsi codificati per l accesso a competenze specialistiche di singoli professionisti, per l erogazione di tali attività... La restituzione della valutazione deve essere scritta e preceduta da confronto con l inviante.

MODI E TEMPI DELL ATTUAZIONE DELLE LINEE REGIONALI In considerazione della attuale diffusione delle risorse e competenze necessarie per l erogazione di tali attività nei centri della rete regionale, si propone una azione graduale che porti in un triennio alla copertura di almeno il 50% dei progetti per bambini di età inferiore a 6 anni con trattamenti di tipo cognitivo - comportamentale o con elementi di tipo comportamentale.. In ogni caso, e funzionalmente a tale obiettivo, si chiede di garantire, prevedendo opportune azioni formative, la presenza di operatori competenti in almeno un trattamento cognitivo comportamentale in ciascun centro della rete regionale. MODI E TEMPI DELL ATTUAZIONE DELLE LINEE REGIONALI Sono inoltre condivisi i seguenti orientamenti degli interventi, in ragione delle diverse fasce di età: 2-6 anni, interventi multimodali e intensivi (psicomotricità, logopedia, interventi psicoeducativi, parent & caregiver training); 6-11 anni, interventi psicoeducativi (scuola) e abilitativi delle competenze (psicomotricità, altri interventi); dagli 11 anni, interventi psicoeducativi a minore intensità, più interventi assistenziali.

MODI E TEMPI DELL ATTUAZIONE DELLE LINEE REGIONALI Una continuità nella presa in carico è assicurata con: Incontri (almeno 3 annui) tra operatori che hanno in carico il soggetto; Contatti periodici con i genitori (con la erogazione di prestazioni dirette o colloqui dedicati): Sotto ai 6 anni almeno una volta ogni 2 mesi; Dai 6 ai 14 almeno una volta ogni 4 mesi; Dai 14 almeno una volta all anno. MODI E TEMPI DELL ATTUAZIONE DELLE LINEE REGIONALI Il monitoraggio delle caratteristiche dei trattamenti, della loro evoluzione e del rispetto degli obiettivi indicati avverrà annualmente su di un campione significativo definito dalla Regione e con la collaborazione delle strutture per la rilevazione dei dati (attraverso l applicativo regionale NPI.NET). Alla famiglia deve essere illustrato, in seguito alla definizione della diagnosi, il piano del trattamento che sarà attivabile anche per rendere possibile la scelta del cittadino di orientarsi verso altra struttura; ferma restando la competenza della ASL territorialmente competente sulle attività relative all inserimento scolastico, etc.

Quali sequenze di episodi sono applicabili al vostro servizio? Quale sistema di monitoraggio? Quali PDTA possono essere condivisi tra i diversi servizi a cui appartenete? Grazie per l attenzione

15.40/16.20 dott. Maurizio Arduino Epidemiologia e percorsi assistenziali nei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo in età adulta. L analisi epidemiologica consente di mappare la domanda e richiede un sistema informativo con al centro il singolo paziente e il suo percorso di diagnosi, cura e riabilitazione, all interno della rete dei servizi. La presenza di percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (PDTA), soprattutto per le patologie croniche, consente di attivare interventi con un livello più alto di appropriatezza, tenere conto di criteri specifici di priorità, di valutare la qualità e i costi dell intervento e gli eventuali scostamenti rispetto ad uno standard (il tutto allo scopo di modificare, se necessario, il lavoro dei servizi).