Ricerca, brevetti e nuove tecnologie in Italia: ragioni e conseguenze di un declino Alessandro Sterlacchini UNIVERSITÀ POLITECNICA DELLE MARCHE Dipartimento di Scienze Economiche e Sociali a.sterlacchini@univpm.it
Ricerca, innovazione, tutela dell ambiente P. A. Buiges, L'industrie dans le pays européens, Revue d'économie Industrielle, 2011. Paesi UE che guadagnano competitività: Germania, Austria, Svezia, Finlandia e, seppur in misura inferiore, Belgio e Paesi Bassi Pesi UE che perdono competitività: Francia, Regno Unito, Spagna e Italia Il primo gruppo di paesi si caratterizza per: maggiori spese in R&S sul PIL, sostenute principalmente dal settore privato salari medi più alti della media UE aiuti di stato o sussidi pubblici particolarmente rivolti a tutela dell'ambiente, risparmio energetico e fonti rinnovabili di energia
La debolezza italiana nella ricerca scientifica e tecnologica E un problema che emerge fin dall epoca post-rinascimentale Dipende principalmente da una ridotta domanda di conoscenze scientifiche e tecnologiche da utilizzare per scopi pratici o produttivi : ciò, ovviamente, ha ricadute negative anche sull offerta Il problema si è aggravato a partire dai primi anni Novanta, proprio quando emerge la cosiddetta Economia della conoscenza
Lucio Russo ed Emanuela Santoni (2010) Ingegni minuti. Una storia della scienza in Italia, Feltrinelli. Periodo 1575-1670. "La differenza italiana aveva forse la sua origine più nella struttura sociale ed economica che nella pigrizia culturale dei matematici. Mancava, o non era sufficiente, quel pubblico di utilizzatori di metodi numerici che in paesi come l'inghilterra e la Francia era presente già all'inizio del XVII secolo" (pag. 180).
Periodo 1838-1890. "La ricerca scientifica italiana, non sufficientemente stimolata dalla realtà produttiva del paese, il più delle volte si limitava ad apportare contributi a ricerche che, nate altrove, avrebbero trovato in altri paesi conclusione e applicazione. [...] Si innescò così un circolo vizioso tra la scarsa produttività economica della ricerca italiana e la scarsità dei suoi finanziamenti privati; un circolo vizioso che, come vedremo, si è perpetuato a lungo, pur non escludendo alcune notevoli eccezioni" (pag. 351).
Spesa in R&S sul PIL e contributo delle imprese: 2008 Totale Imprese Contributo imprese UE (27) 1,92 1,21 63% Germania 2,68 1,86 69% Spagna 1,35 0,74 55% Italia 1,23 0,65 53%
Il ritardo italiano nella R&S industriale Solo il 25% del gap (rispetto alla Germania) è imputabile alla specializzazione settoriale Il divario è principalmente dovuto: alla scarsa presenza di grandi imprese alla bassa propensione delle imprese ad investire in R&S Il secondo fenomeno si è aggravato nel corso del tempo, anche se negli ultimi anni (2006-2008) vi è stato un leggero recupero
Italia: R&S/PIL 1.30 1.20 1.10 1.00 0.90 0.80 0.70 Totale Imprese 0.60 0.50 0.40 0.30
R&S/Valore aggiunto: Settore manifatturiero 8 7 6 5 4 3 Germany Italy Spain 2 1 0
R&S/Valore aggiunto: Settori a medio-alta tecnologia 14 12 10 8 6 Germany Italy Spain 4 2 0
Una causa (spesso sottovalutata) del ritardo Insieme alla forte presenza di PMI, un ruolo chiave è giocato dalla ridotta propensione delle grandi imprese ad investire in ricerca e nuove tecnologie In tutti i paesi le spese private in R&S sono molto concentrate: pochi settori e, in questi, poche grandi imprese, fanno la parte del leone Come vedremo, anche le imprese italiane che a livello nazionale appaiono come leader tecnologici risultano invece assai più deboli dei loro concorrenti internazionali
Il caso della Fiat (27% della R&S delle imprese italiane nel 2000, 19% nel 2008) Spese R&S 2009-10 Intensità sul fatturato Valore miliardi di $ BMW 5.5% Honda 5.5% Volkswagen 5.4% 9.20 General Motors 5.1% 6.96 Daimler 5.0% Renault 4.7% Nissan 4.6% Ford 3.9% Toyota 3.8% 8.49 Chrysler 3.6% Fiat 3.3% 1.40
Conseguenze del ritardo Il problema non è soltanto quello di avere pochi o nessun leader tecnologico (neanche di nicchia ) Diversamente dal passato, imitare/utilizzare le tecnologie prodotte da altri è un processo sempre più complesso Investire in ricerca (e, ovviamente, in capitale umano) diventa essenziale per assorbire le nuove conoscenze generate in altri paesi
I brevetti internazionali Anche dal punto di vista delle domande di brevetto presso l European Patent Office si registra un ritardo; inoltre, il gap rispetto alla media UE è cresciuto a partire dai primi anni Novanta Quasi la metà dei brevetti italiani proviene dal settore della meccanica (dove sono più presenti inventori occasionali) e non da quelli ad alta tecnologia Come per la R&S, le attività brevettuali risultano molto concentrate: nel 2011, 10 imprese detenevano il 10% delle domande complessive di brevetto EPO (circa 15mila su 143mila) Crescente uso dei brevetti a fini strategici
Domande brevetti EPO per milione di abitanti 120 100 80 60 EU (27) Italy Spain 40 20 0
IL CASO DELLA INDESIT (MERLONI) Principali imprese nel mercato europeo degli elettrodomestici bianchi: quote di mercato nel 2005 e brevetti EPO 2000-2005 Fatturato (milioni di euro) 2005 Unità vendute (milioni) 2005 Brevetti EPO 2000-2005 Brevetti per milione di unità vendute BSH 5500 14.0 364 26.0 Electrolux 5150 18.0 174 9.7 Indesit 2880 12.0 38 3.2 Whirlpool 2400 10.0 114 11.4 Arçelik 2300 8.0 23 2.9 Miele 1680 3.5 62 17.7 Fagor-Brandt 1420 7.0 49 7.0 Candy 850 4.5 55 12.2 LG n.a. n.a. 29 n.a. Samsung n.a. n.a. 54 n.a.
Eco-innovazioni e politiche pubbliche Domande di brevetto internazionale riguardanti fonti rinnovabili di energia Relazione positiva tra sostegni pubblici alle energie rinnovabili e brevetti (i casi di Danimarca e Spagna) Impatto positivo sui brevetti internazionali esercitato da interventi pubblici flessibili, rigorosi e stabili nel tempo Posizione dell Italia su 40 paesi considerati: 31 sulla flessibilità, 21 sul rigore e 26 sulla stabilità delle politiche
Domande di brevetto EPO concernenti l attenuazione dei cambiamenti climatici 800 700 600 500 400 Efficienza energetica Fonti rinnovabili Veicoli elettrici ed ibridi 300 200 100 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Fonte: OCDE (Patent Database)
Domande di brevetto EPO 1998-2006: il ruolo dei brevetti verdi Percentuali sul totale UE15 Indici di specializzazione Domande totali Efficienza energetica Energie rinnovab. Veicoli elett./ibridi Efficienza energetica Energie rinnovab. Veicoli elett./ibridi Austria 2.5 3.7 4.0 1.7 1.48 1.58 0.70 Belgio 2.7 1.6 2.0 0.1 0.60 0.75 0.05 Danimarca 1.9 2.3 10.1 0.0 1.21 5.41 0.00 Finlandia 2.8 1.0 1.8 0.5 0.35 0.65 0.18 Francia 15.4 7.2 6.6 22.7 0.47 0.43 1.47 Germania 43.0 45.2 45.1 59.1 1.05 1.05 1.37 Italia 7.9 4.9 5.9 5.9 0.62 0.75 0.74 Paesi Bassi 8.3 24.3 5.2 1.9 2.95 0.62 0.23 Spagna 2.1 0.4 6.3 1.0 0.18 2.97 0.45 Svezia 5.3 1.8 3.1 3.0 0.34 0.58 0.57 Regno Unito 8.1 7.1 7.6 3.6 0.88 0.94 0.45 Totale UE15 53022 2306 2005 801
Il sostegno alla R&S delle imprese La UE non può supplire alle carenze dell Italia Incentivi automatici di natura fiscale soprattutto sulla variazione degli investimenti in R&S Incentivi stabili,attivati per un periodo lungo Confindustria, Progetto imprese per l Italia (30/09/11): almeno 1 miliardo di euro all anno per almeno 10 anni Incentivi alle PMI che intendono svolgere attività stabili di ricerca (assunzione di personale qualificato) Situazione attuale: la spesa pubblica per misure di questo tipo non dovrebbe essere sottoposta a vincoli di bilancio
Come sostenere i brevetti delle PMI? Accordo UIB-EPO: ricerca di anteriorità (a spese del governo italiano) corredata da un opinione scritta sui brevetti depositati in Italia (dal 1 luglio 2008) London Agreement: riduzione dei costi di traduzione (10% circa del costo totale di un brevetto europeo). Entrato in vigore il 1 maggio 2008. L Italia non ha ratificato l accordo Brevetto Europeo: procedura centralizzata, convalida nazionale quasi automatica e un unica giurisdizione che si occupi delle controversie legali. Nel 2011, 25 paesi UE (mancano Italia e Spagna) hanno sottoscritto una bozza di accordo il cui iter, tuttavia, non si è ancora concluso