Introduzione al risk management



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ALBERTO FLOREANI Introduzione al risk management Un approccio integrato alla gestione dei rischi aziendali

Fotocomposizione e redazione: Studio Norma, Parma ISBN 978-88-17-05810-0 Copyright 2005 RCS Libri S. p. A. Prima edizione Etas Libri: maggio 2005 Prima ristampa Rizzoli Etas: febbraio 2012 Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, Corso di Porta Romana n. 108, Milano 20122, e-mail segreteria@ aidro.org e sito webwww.aidro.org

Sommario Introduzione Note XI XXV capitolo 1 I rischi aziendali e la loro misurazione 1.1 I RISCHI AZIENDALI D IMPRESA E LE NOZIONI ALTERNATIVE DI RISCHIO 1 1.1.1 I rischi aziendali: nozione e caratteristiche 1 1.1.2 Le nozioni alternative di rischio 4 1.2 LA RAPPRESENTAZIONE QUANTITATIVA DEI RISCHI AZIENDALI: VARIABILI ALEATORIE, VALORE ATTESO E MISURE DI RISCHIO 8 1.2.1 La nozione di variabile aleatoria aziendale 8 1.2.2 Il valore atteso e le sue proprietà 11 1.2.3 Lo scarto quadratico medio 12 1.2.4 La subadditività dello scarto quadratico medio e la diversificazione dei rischi 13 1.2.5 Le variabili aleatorie continue e la distribuzione normale 15 1.2.6 La perdita massima potenziale 17 1.2.7 L asimmetria 22 1.2.8 La rappresentazione sintetica di una variabile aleatoria, la valutazione dei rischi e la creazione di valore aziendale 24 1.3 I RISCHI INCREMENTALI 25 1.4 NOTE BIBLIOGRAFICHE 26 Note 27 capitolo 2 La classificazione dei rischi aziendali 2.1 RISCHIO E INCERTEZZA 29 2.2 RISCHI ESTERNI E RISCHI INTERNI 32 2.3 RISCHI SISTEMATICI E RISCHI DIVERSIFICABILI 33 2.3.1 I rischi sistematici 34 2.3.2 I rischi diversificabili 34 2.3.3 Esempi di componente sistematica e diversificabile 35

VI Introduzione al risk management 2.3.4 L additività dei rischi sistematici 36 2.3.5 L atteggiamento degli individui nei confronti dei rischi sistematici e diversificabili 36 2.3.6 La misurazione dei rischi sistematici e diversificabili: cenni e rinvio 37 2.4 I RISCHI SPECULATIVI E I RISCHI PURI 38 2.4.1 I rischi ad asimmetria positiva 39 2.5 I RISCHI D IMPRESA 40 2.5.1 I rischi di business 40 2.5.2 I rischi derivati 42 2.5.3 I rischi puri 43 2.5.4 L impatto dei rischi sull impresa 44 2.6 NOTE BIBLIOGRAFICHE 44 Note 46 capitolo 3 Il risk management 3.1 IL RISK MANAGEMENT 47 3.1.1 Il processo di risk management 47 3.1.2 Gli obiettivi strategici dell istituto e di risk management 49 3.1.3 Il risk assessment 50 3.1.4 Il risk reporting 52 3.1.5 Il risk treatment 53 3.1.6 Il monitoring 54 3.2 GLI APPROCCI ALTERNATIVI AL RISK MANAGEMENT 55 3.2.1 L enterprise risk management 55 3.2.2 Il project risk management 56 3.2.3 Il risk management tradizionale 57 3.2.4 Il financial risk management 57 3.2.5 Il risk control 58 3.3 LA DIMENSIONE ORGANIZZATIVA DEL PROCESSO DI RISK MANAGEMENT 60 3.3.1 Le funzioni aziendali coinvolte nel processo di risk management 61 3.3.2 Il risk management nelle imprese di piccole e medie dimensioni 65 3.4 NOTE BIBLIOGRAFICHE 66 Note 67 capitolo 4 Il risk assessment. L identificazione dei rischi aziendali 4.1 L IDENTIFICAZIONE DEI RISCHI AZIENDALI 69 4.1.1 La mappatura dei rischi puri 69 4.1.2 La descrizione dei rischi 70 4.2 CENNI ALLE PRINCIPALI TECNICHE DI SUPPORTO ALL IDENTIFICAZIONE DEI RISCHI 71 4.2.1 L analisi dell esperienza passata 72 4.2.2 La prompt list 72 4.2.3 L analisi della documentazione tecnica e/o contabile 73 4.2.4 Le interviste 73 4.2.5 Il brainstorming 73 4.3 L INDIVIDUAZIONE DEI PRINCIPALI RISCHI AZIENDALI ATTRAVERSO L ANALISI DELLE INFORMAZIONI CONTABILI 74 4.3.1 La situazione economica e patrimoniale delle imprese non finanziarie 75 4.3.2 I principali rischi che emergono dall analisi della situazione economica e patrimoniale di un impresa non finanziaria 78 4.4 NOTE BIBLIOGRAFICHE 82 Note 82

Sommario VII capitolo 5 Il risk assessment. La stima dei rischi aziendali 5.1 LE TECNICHE DI STIMA DEL RISCHIO 83 5.1.1 La scelta della tecnica di stima da utilizzare 83 5.1.2 I benefici economici delle tecniche quantitative 85 5.2 LA STIMA QUALITATIVA DEI RISCHI PURI TRAMITE LA MATRICE PROBABILITÀ-IMPATTO 85 5.2.1 La tecnica probabilità-impatto 85 5.2.2 I limiti della tecnica probabilità-impatto 88 5.3 LA STIMA SEMIQUANTITATIVA DEI RISCHI PURI TRAMITE LA MATRICE PROBABILITÀ-IMPATTO 90 5.3.1 La stima semiquantitativa e il coefficiente di severità 90 5.3.2 I limiti delle tecniche semiquantitative 92 5.3.3 Le tecniche qualitative e semiquantitative come strumento di comunicazione 92 5.4 INTRODUZIONE ALLA STIMA QUANTITATIVA DEI RISCHI AZIENDALI 93 5.4.1 Obiettivi della stima quantitativa 93 5.4.2 Il processo di stima quantitativa 94 5.4.3 Alcune esemplificazioni grafiche 96 5.5 NOTE BIBLIOGRAFICHE 99 Note 99 capitolo 6 La valutazione dei rischi 6.1 INTRODUZIONE ALLA VALUTAZIONE DEI RISCHI 101 6.1.1 La valutazione del rischio 101 6.1.2 Stima quantitativa, valutazione quantitativa e criteri decisionali razionali 103 6.2 IL CRITERIO RAZIONALE NEOCLASSICO 106 6.2.1 La stima dei flussi aleatori incrementali originati dalla decisione 107 6.2.2 La rappresentazione analitica dei flussi incrementali 109 6.2.3 La determinazione del fair value 111 6.2.4 Gli effetti delle imperfezioni 120 6.3 LE DECISIONI DI RISK MANAGEMENT: COME AVVIENE LA CREAZIONE DI VALORE AZIENDALE 125 6.4 IL CRITERIO DELL UTILITÀ ATTESA E LE CRITICHE AL CRITERIO RAZIONALE NEOCLASSICO 129 6.4.1 Il criterio dell utilità attesa 129 6.4.2 Le critiche al criterio razionale neoclassico 131 6.5 IMPERFEZIONI E MOTIVAZIONI AL RISK MANAGEMENT 133 6.5.1 Le imperfezioni sfavorevoli alle decisioni di risk management 134 6.5.2 Le imperfezioni favorevoli alle decisioni di risk management 136 6.5.3 Le imperfezioni che influenzano la convenienza a introdurre un processo di risk management 140 6.6 NOTE BIBLIOGRAFICHE 141 Note 143 capitolo 7 Le modalità di gestione dei rischi 7.1 LE MODALITÀ DI GESTIONE EX ANTE 145 7.1.1 La non assunzione 146 7.1.2 La prevenzione e la protezione 146 7.1.3 La diversificazione 148 7.1.4 La copertura 150 7.1.5 La ritenzione, il grado di assorbimento del capitale di rischio e le politiche di accantonamento 153 7.2 IL MONITORAGGIO DELL ESPOSIZIONE E DELL ANDAMENTO DEI RISCHI 158 7.2.1 Il controllo dell esposizione al rischio 158 7.2.2 Il controllo dell andamento dei rischi 158

VIII Introduzione al risk management 7.3 LE MODALITÀ DI GESTIONE EX POST 159 7.3.1 Le misure di contenimento e di riduzione del danno 159 7.3.2 I piani di finanziamento 160 7.4 CENNI AL BUSINESS CONTINUITY MANAGEMENT E AL CRISIS MANAGEMENT 162 7.4.1 Il business continuity management 162 7.4.2 Il crisis management 166 7.5 LA CLASSIFICAZIONE DELLE OPERAZIONI DI COPERTURA 168 7.5.1 I mercati in cui si negoziano le coperture e le tipologie di rischio coperte 169 7.5.2 Obiettivi di copertura 172 7.5.3 Gli strumenti di copertura 177 7.5.4 La variabile obiettivo e la frequenza delle negoziazioni 184 7.6 NOTE BIBLIOGRAFICHE 185 Note 186 capitolo 8 Il trattamento delle diverse tipologie di rischi d impresa 8.1 I RISCHI STRATEGICI 187 8.1.1 I rischi strategici e il comportamento proattivo 187 8.1.2 I rischi strategici, la valutazione dei rischi e le decisioni di risk management 190 8.1.3 La decisione di realizzare il processo di risk management 191 8.2 I RISCHI OPERATIVI, IL RISCHIO DI VOLUME E LA LEVA OPERATIVA 193 8.2.1 I rischi operativi 193 8.2.2 Il rischio di volume e introduzione alla leva operativa e alla sua gestione 194 8.3 I RISCHI FINANZIARI 199 8.3.1 Gestione attiva, gestione passiva e risk management 200 8.4 I RISCHI PURI 202 8.4.1 Le caratteristiche dei rischi puri 203 8.4.2 Le decisioni di prevenzione e protezione 205 8.4.3 Le decisioni di copertura tramite assicurazione 207 8.5 NOTE BIBLIOGRAFICHE 214 Note 215 capitolo 9 Il risk management nelle organizzazioni non lucrative 9.1 IL RISK MANAGEMENT DELLE ORGANIZZAZIONI NON LUCRATIVE: CARATTERISTICHE E DIFFERENZE CON L ENTERPRISE RISK MANAGEMENT 218 9.1.1 La rilevanza della componente aziendale e gli obiettivi delle organizzazioni 218 9.1.2 Il processo di risk management e le modalità di trattamento del rischio 219 9.1.3 La diffusione della cultura di risk management nelle organizzazioni non lucrative 220 9.2 LA VALUTAZIONE DEI RISCHI IN PRESENZA DI OBIETTIVI MULTIPLI: L ANALISI COSTI-BENEFICI E LA COST EFFECTIVENESS ANALYSIS 222 9.3 CENNI AL RISK MANAGEMENT DEGLI ISTITUTI SANITARI 226 9.3.1 Clinical risk management e risk management aziendale negli istituti sanitari 226 9.3.2 Obiettivi del risk management sanitario, criteri valutativi e modalità di trattamento 228 9.4 NOTE BIBLIOGRAFICHE 232 Note 233 Riferimenti bibliografici 235 Indice analitico 241

a Paola

Introduzione Without theory there is no comprehension of the reality of human action. Ludwig von Mises Con il termine enterprise risk management (ERM) si intende la gestione globale e integrata dei rischi d impresa. Il tema è complesso e difficile da affrontare, in parte per la natura tecnica della materia, in parte perché continuano a coesistere approcci anche profondamente differenziati tra loro. Infatti i termini rischio, risk management e enterprise risk management assumono spesso diversi significati a seconda del contesto in cui sono inseriti. In questa introduzione ci si propone di: delineare le motivazioni di ambiente che stanno portando a una rapida diffusione dell ERM; chiarire che l ERM coinvolge tutta l impresa e soprattutto il top management, in quanto comporta un nuovo approccio proattivo alla gestione aziendale; illustrare in che modo l ERM può contribuire a creare valore per l impresa che lo attua; sottolineare gli snodi fondamentali dell enterprise risk management e le scelte dell autore rispetto a ciascuno di questi. In particolare: la complessità dell ERM può essere ridotta definendo chiaramente e univocamente l obiettivo d impresa; in tutto il volume, ad e - sclu sione del conclusivo capitolo 9, si assume che il management agisce al fine di soddisfare gli interessi economici dei portatori di capitale di rischio (shareholder approach); l ERM riguarda necessariamente tutti i rischi aziendali e tutte le modalità che possono essere attivate per gestirli; il risk management è un attività di supporto al processo direzionale d impresa e non di mero controllo dei rischi aziendali;

XII Introduzione al risk management il risk management può essere affrontato razionalmente solo utilizzando un approccio statistico-quantitativo, mentre l approccio alternativo, di tipo descrittivo-qualitativo, ha più limitati ambiti di applicazioni e richiede particolari cautele. Le motivazioni d impresa e d ambiente alla diffusione dell enterprise risk management La necessità di introdurre un approccio globale, integrato e a valenza strategica alla gestione dei rischi d impresa inizia a farsi strada nelle imprese più virtuose a partire dalla seconda metà degli anni 90. Una prima motivazione alla diffusione di questo nuovo approccio (Dickinson, 2001, p. 360) è legata al successo dei modelli di pianificazione strategica basati sulla teoria di creazione di valore aziendale (shareholder value approach), che a sua volta deriva dalla teoria razionale neoclassica della finanza d impresa. Mentre nei precedenti modelli di pianificazione strategica l attenzione ai rischi era modesta, la moderna teoria della finanza attribuisce ai rischi un ruolo centrale. Una seconda motivazione allo sviluppo dell ERM è da ricondurre alla crescente consapevolezza che ai rischi tradizionalmente oggetto di risk management (rischi finanziari e rischi assicurabili) si aggiungono nuovi elementi di vulnerabilità aziendale di origine esterna che non possono essere trascurati. Tali sono, per esempio: le strategie e le politiche commerciali aggressive attuate dalle imprese dei paesi emergenti; il terrorismo internazionale; la vulnerabilità dei dati e dei sistemi informatici. La principale motivazione alla diffusione dell ERM è però da attribuire a uno specifico orientamento politico maturato nelle economie più avanzate. Si è infatti compreso che in un contesto economico e finanziario sempre più integrato e competitivo, la capacità di fronteggiare le minacce e di sfruttare le opportunità non è importante solo per garantire l equilibrio e la crescita della singola impresa, ma anche per la stabilità e la crescita di interi settori dell economia, dei mercati finanziari e dei sistemi-paese. È sulla base di questa consapevolezza che, anche alla luce di importanti crisi aziendali, è stato avviato un processo volto a imporre o favorire l introduzione di adeguati sistemi di controllo e di gestione dei rischi aziendali. Meritano in proposito di essere ricordati: