Approccio educativo-didattico: Integrazione scolastica e strategie di intervento Avere un alunno con autismo pone la scuola di fronte alla necessità di progettare un intervento adeguato a quel singolo alunno con quelle specifiche caratteristiche. Pone anche la scuola nella necessità di sapere cosa fare, come fare per rispondere in modo adeguato alle necessità di quell alunno Non è una legge che può garantire l integrazione scolastica, ma sono gli atteggiamenti individuali delle persone coinvolte.
Fattori ambientali Comportamenti Competenze Credenze Identità
Più in profondità c è un livello di credenze cioè ciò in cui noi crediamo e qual è la nostra visione del mondo L identità cioè la nostra storia
In alcuni ambiti le visioni più profonde che riguardano le identità e le credenze non si riescono a mascherare Uno di questi ambiti riguarda appunto la disabilità ed in particolare l autismo Le strategie che noi utilizziamo, per essere efficaci, devono quindi basarsi su un profondo convincimento Solo se c è coerenza tra idea e azione il nostro intervento sarà efficace. Le credenze determinano il modo in cui noi guardiamo e vediamo l alunno che abbiamo davanti. Il nostro agire risente fortemente delle nostre credenze
L educazione è l incontro di esperienze e di spazi di intervento intenzionali all interno di una realtà definita L esperienza educativa In ogni esperienza educativa si insegna - cultura - a un - alunno- utilizzando - strumenti - in una - comunità sociale - con delle finalità.
Le situazioni in cui si trova ad agire un educatore sono molteplici Non tutte le situazioni possono essere predefinite e prevedibili situazioni problematiche casi unici per i quali non sono disponibili linee precodificate di intervento alunni che richiedono attenzioni speciali non ci sentiamo all altezza pensiamo di non avere strumenti adatti Cosa ci permette quotidianamente di agire? Dove troviamo la soluzione? La soluzione è da trovare nel contesto e si concretizza in un fare
L agire pratico è quello in cui siamo chiamati a prendere delle decisioni per far fronte alle situazioni indeterminate E un processo di ricerca attraverso il quale si giunge a definire le azioni da attuare per raggiungere un obiettivo
E la capacità di capire e decidere il momento in cui attuare un azione educativa per conseguire un risultato E la capacità di leggere criticamente la specificità del contesto per valutare quali sono le risorse e i limiti E fatto di Competenze professionali specifiche Regole generali che definiscono le linee d azione da adottare Chiarimenti diagnostici Indicazioni specialistiche importanti Tecniche di intervento Strumenti adeguati Strategie da utilizzare
Buona pratica significa ideazione e progettazione a partire dall esperienza vissuta. Buona pratica è conoscere e saper utilizzare tecniche, strumenti, strategie adeguate all alunno e saperle trasferire su un piano metodologico - operativo Buona pratica è anche pensare e riflettere sull esperienza
DEFINIZIONE DEL DISTURBO DSM IV L Autismo è un disturbo pervasivo dello sviluppo caratterizzato da: Compromissione qualitativa dell interazione sociale Compromissione qualitativa della comunicazione e del linguaggio Modalità di comportamento, interessi ed attività ristretti, ripetitivi e stereotipati Caratteristiche spesso osservabili a scuola sono anche l iperattività, i disturbi dell attenzione, comportamenti aggressivi, disturbi delle funzioni esecutive, la capacità di adattarsi all ambiente, lo scambio, le abilità cognitive, isole di eccezionali abilità, ecc.
I diversi livelli di abilità e di gravità e le diverse modalità con cui queste compromissioni si manifestano e le interconnessione tra le stesse, portano ad avere profili individuali caratterizzati da molteplici differenze Le differenze individuali vanno conosciute e tenute in considerazione per poter attuare il piano educativo adeguato Non bisogna dimenticare che è un alunno con autismo, ma anche un bambino, un giovane, un adolescente. Comunicazione Verbale- usa la lingua nelle forme colloquiali richieste dal quotidiano, produrre messaggi adeguati al destinatario, saper usare il linguaggio adeguato ai contesti Scritta- richiede competenze varie e complesse: attenzione, concentrazione, evocazione di informazioni e idee, conoscenza del codice linguistico, capacità manuale di riprodurre dei segni, ecc. c è un coinvolgimento totale della persona: corpo, mente, pensieri, occhi. Ci vuole molta energia per mettere in movimento in modo coordinato tutte queste competenze Iconica- immagini, foto o disegni che esprimono significati precisi Mimico gestuale
Pur riconoscendo la particolarità di ogni ciclo scolastico esistono elementi comuni che seguono il percorso di integrazione dell alunno con autismo. il percorso Elementi da valutare
Fascicolo individuale documenta il percorso scolastico Inizia dalla scuola dell infanzia Deve essere completa: Diagnosi Funzionale- Profilo Dinamico Funzionale- PEI Deve essere diviso in settori chiari Deve essere facilmente consultabile Deve contenere tutti gli elementi necessari per poter dare continuità al percorso precedente Nella scelta della scuola è bene tener conto: Dell ambiente sociale accogliente e inclusivo Dell esperienza Dell ambiente fisico.
La scuola materna: svolge nel complesso senza troppe difficoltà il suo compito di integrazione Scuola primaria e scuola secondaria di primo grado: si pongono le basi e si sviluppano le competenze indispensabili per continuare ad apprendere. Inizia l esigenza di svolgimento dei programmi e possono emergere le prime difficoltà. L alunno inizia a correre il pericolo di essere escluso. Negli istituti di secondo grado: aumentano le complessità delle richieste e il rischio esclusione potrebbe essere maggiore, ma.. Anno precedente il passaggio Incontro e confronto fra i: Dirigenti Scolastici, Le figure di riferimento per l integrazione delle due scuole Gli insegnanti della classe in cui verrà inserito l alunno, l insegnante assegnato al sostegno e il collaboratore La famiglia Il servizio sanitario di riferimento La consulente esperta in autismo
Anno precedente il passaggio Orientamento Progetto ponte: interventi che favoriscono la continuità educativa tra ordini diversi di scuola: Inizia dopo l iscrizione Tra scuola dell infanzia e scuola primaria e tra scuola primaria e scuola secondaria di primo grado la prima visita è effettuata da tutta la classe E bene prevedere alcune visite successive dell alunno con autismo accompagnato da un insegnante o collaboratore Se già designato è bene prevedere anche l intervento nella scuola frequentata dall alunno dell insegnante di sostegno o collaboratore per una conoscenza diretta dell alunno e delle modalità di integrazione adottate Incontri di informazione e formazione sulle caratteristiche del ragazzo: punti di forza e di debolezza Se il collaboratore lo segue nella nuova scuola è bene prevedere un periodo di compresenza con il nuovo insegnante per favorire la conoscenza
Attenzioni della scuola Nella scelta dell insegnante di sostegno e del collaboratore si cercherà di tener conto delle competenze delle varie figure presenti nella scuola e della possibilità di dare continuità al percorso scolastico. Nella formazione della classe si cercherà di inserire un gruppetto di compagni con i quali si è creata una relazione privilegiata. Nella individuazione e predisposizione di uno spazio personale dove mettere anche dei ricordi, dei sostegni, degli agganci con il passato A casa durante l estate: Introdurli o reintrodurli nel concetto di scuola utilizzando modalità adeguate: Confronto orale o scritto immagini, se pensiamo che la rappresentazione visiva aiuti ad affrontare l evento. Trovare agganci con il passato per affrontare il nuovo: mostrare fotografie positive a partire dall anno scolastico passato per passare a quelle della nuova scuola Mettere la foto della nuova scuola sul calendario nel giorno di inizio del nuovo anno scolastico Andare insieme a comperare zaino e materiale necessario Preparare lo zaino assieme
Preparare una cartella immagini inerenti al primo giorno di scuola: Alzarsi Colazione Zaino Tragitto Scuola Ritorno a casa E un momento fondamentale per l inserimento dei nuovi alunni Un primo momento sempre organizzato è la presentazione di sé al nuovo gruppo Se non è in grado di presentarsi autonomamente trovare una modalità di presentazione adeguata preparata precedentemente: (portfolio) video, album foto, tabelle, scritto Famiglia, amici Giochi Sport Film Musica Ciò che funziona sono felice quando. Ciò che può costituire un problema entro in ansia quando Modalità di comunicazione
Spesso l alunno all inizio di un nuovo percorso scolastico, soprattutto se non ha nessuna figura di riferimento conosciuta, è in ansia L inizio di un nuovo percorso scolastico richiede la capacità di relazionarsi con nuove persone e con nuovi ambienti Non sempre l alunno con autismo è in grado di avviare e gestire contemporaneamente più relazioni Non sempre è in grado di adattarsi immediatamente ai nuovi ambienti Ogni scuola programma attività varie per favorire la conoscenza, l integrazione e lo star bene Serve a facilitare l ingresso nella nuova scuola e a sostenere gli alunni nella fase di adattamento al nuovo ambiente La definizione dei progetti di accoglienza deve essere condivisa da tutto il personale all interno della scuola Nella scuola dell infanzia l accoglienza è personalizzata per ciascun bambino
Non attuare progetti, a volte prestabiliti e inseriti nel POF, che possono essere non adatti all alunno con autismo Il passaggio sarà facilitato se, oltre all alunno, nella nuova scuola passa anche il collaboratore all integrazione (mediatore tra l alunno e la nuova struttura) Quando questo non avviene deve essere previsto un periodo da dedicare alla conoscenza reciproca ed all avvio di una relazione Primi giorni di scuola Inizio anno scolastico come tutti i coetanei Conoscenza del nuovo ambiente classe, dei nuovi compagni e dei nuovi insegnanti Avere a disposizione materiale e attività adeguate alle sue capacità e ai suoi interessi e inerenti al progetto di accoglienza predefinito Se è necessario prevedere la presenza di un genitore
Avere a disposizione uno spazio tranquillo Prendersi il tempo necessario per conoscersi e avviare una relazione Non metterlo alla prova Avere fiducia in lui Non essere noi in ansia Non avere paura Evitare situazioni a rischio Guardare oltre i comportamenti più manifesti Se è possibile partire dai suoi interessi Proporre attività semplici, ma adatte all età Se necessario, stabilire i tempi di permanenza a scuola dei primi giorni
Soggetti dell azione educativa L ambiente scolastico Alunno con autismo Insegnante per le attività di sostegno-collaboratore all integrazione Insegnanti curricolari Compagni di classe Famiglia Referente sanitario Consulente pedagogico specializzato in autismo Atteggiamento di ricerca e di curiosità verso l alunno, le nuove pratiche e i diversi approcci L organizzazione scolastica e di classe deve poter variare in rapporto ai bisogni che mutano. Differenziazione come valore
Tutti gli alunni devono trovare le migliori condizioni ambientali e professionali perché ognuno possa sviluppare le sue potenzialità La scuola deve operare in termini di individualizzazione per tutti gli alunni L organizzazione scolastica deve favorire la flessibilità degli itinerari e deve essere in grado di gestire gli eventuali imprevisti. Saper contestualizzare specifiche tecniche sapendo individuare ciò che è compatibile con ciò che non lo è. Trovare un proprio ruolo nell ambiente Essere motivato Essere rispettato Essere percepito come persona con una propria personalità Essere conosciuto Non dobbiamo modificare la persona ma i comportamenti Non dobbiamo togliere tutti i piaceri Trovare equilibrio tra quello che possono fare e quello che sono in grado di sostenere
Verificare la varietà di caratteristiche individuali all interno dei seguenti ambiti D.F. P.D.F. Ambito dell interazione Ambito prassico e delle funzioni esecutive Ambito della comunicazione e linguaggio Ambito cognitivo Ambito neuropsicologico Attenzione Memoria Problem solving Abilità metacognitive Ambito percettivo-sensoriale Ambito delle abilità interpersonali e sociali Ambito dell autonomia personale Ambito dell autonomia sociale Ambito del comportamento
AREE DI INTERVENTO Area della comunicazione Area del linguaggio e dello scambio Area dell interazione Area dell autonomia Area motoria-prassica - ludica Area didattico disciplinare Seguono il processo di integrazione e : Creano nella classe la situazione migliore Facilitano le relazioni interpersonali Favoriscono la comunicazione Conoscono lo stile cognitivo Aiutano a trovare strategie adeguate alle situazioni Trovano i modi migliori per far emergere le competenze e le abilità Propongono materiali e attività legati all età e alle sue capacità
Individuano percorsi adeguati Rassicurano e incitano Individuano e predispongono il contesto migliore per l apprendimento Verificano e valutano gli apprendimenti utilizzando strategie adeguate Vedono oltre i comportamenti più manifesti Lo guidano a porre attenzione al contesto Aiutano a individuare e risolvere eventuali conflitti Collaborano con la famiglia Collaborano con gli specialisti Sono mediatori tra le varie figure di riferimento Creano una relazione significativa e di alleanza con tutti gli alunni della classe Devono avere una adeguata preparazione Devono saper avviare e sostenere una relazione Devono sapere come fare Devono sapere cosa fare Devono sapere quando fare Devono sapere dove andare
Mantengono e promuovono un atteggiamento inclusivo Creano nella classe la situazione migliore Individuano e concordano strategie adeguate Collaborano, verificano e valutano gli apprendimenti utilizzando strategie adeguate e nel giusto contesto Garantiscono a tutti pari opportunità di successo formativo Collaborano e condividono il progetto dell alunno Collaborano e condividono le attività Programmano attività extracurricolari adeguate a tutti gli alunni Non devono accettare l alunno solo se si dissolve Collaborano con la famiglia Collaborano con gli specialisti I compagni di classe devono conoscere, essere informati e preparati ad accogliere e a relazionarsi con il loro compagno con disturbo autistico Vengono informati : Della problematica autistica Degli aspetti particolari Di alcune manifestazioni conoscere per non spaventarsi Delle modalità comunicative utilizzate dal compagno Delle eventuali stereotipie Dei comportamenti problematici Dei possibili comportamenti aggressivi che spesso rappresentano l unico modo che hanno per comunicare un disagio
Si incoraggeranno a: Attivare rapporti di amicizia, solidarietà, di interazione e di cooperazione Vedere oltre la disabilità Creare curiosità e voglia di conoscere Non mandare messaggi assistenzialistici o pietistici Aiutare il compagno senza sostituirsi a lui Vedere oltre i comportamenti manifesti Relazionarsi con lui anche se apparentemente sembra non essere coinvolto Non spaventarsi di fronte a comportamenti aggressivi
Incontro scuola- famiglia prima dell inizio di ogni nuovo percorso scolastico Rispetto e confronto sulle scelte Il rapporto deve basarsi sulla fiducia e la collaborazione Trovare una mediazione tra le aspettative dei genitori, la realtà della classe e le competenze dell alunno Colloqui frequenti La scuola non deve rimandare sempre un immagine problematica dell alunno
La complessa sintomatologia del disturbo autistico pone spesso l insegnante di fronte a una difficoltà di comprensione con la conseguente difficoltà ad intervenire Un insegnante di sostegno o curricolare o un collaboratore non possono essere esperti in tutte le forme di disabilità I referenti sanitari forniscono la diagnosi e danno un supporto importante al funzionamento che deve essere poi tradotto in attività quotidiane
Collabora con la scuola Nell analisi della diagnosi funzionale o delle valutazioni fatte da centri specializzati in modo da trasformarli in obiettivi e attività concrete adatte per l alunno in quella situazione con quelle risorse in quell ambiente Nell osservazione diretta dell alunno nel contesto scolastico Nella progettazione di attività didattiche e nel delineare gli interventi educativi e le strategie da utilizzare nel lavoro quotidiano Nel fornire competenze specifiche per indirizzare verso l uso di strategie adeguate Nel fornire formazione e supporto alla conoscenza delle varie strategie e modalità di lavoro inerenti a una disabilità così varia e complessa Nel sapersi mettere positivamente in relazione con gli insegnanti, i genitori e gli specialisti
E inutile dire che nell azione educativa e didattica è auspicabile una effettiva integrazione delle competenze e delle professionalità
Far familiarizzare l alunno con i vari spazi della scuola Quando è necessario predisporre un adattamento degli spazi Si possono modificare gli stimoli ambientali che facilitano l insorgere di comportamenti problematici Il materiale da utilizzare deve essere facilmente accessibile Evitare confusione e disordine Nella scuola materne gli spazi sono già organizzati in modo da essere visivamente chiari La classe Portarlo in classe in assenza dei compagni e fargli conoscere ed esplorare l ambiente Capire quale può essere il posto più adatto a lui: Davanti: se è facilmente infastidito dagli oggetti e dai compagni Dietro: se preferisce avere l ambiente sotto controllo o se ha necessità di muoversi Lontano dalla porta se tende a voler uscire Vicino al muro: se può dargli sicurezza impedendogli facili spostamenti Vicino alla finestra: se il guardare fuori serve a stare meglio in classe Vicino ai compagni che preferisce
La comunicazione: verbale e non verbale Il linguaggio: comprensione e espressione L adattamento all ambiente L interazione La capacità di passare da uno stimolo a un altro L imitazione congiunta L imitazione di movimenti fino e grosso motori L imitazione di azioni con oggetti L imitazione di suoni e di parole Le autonomie personali e sociali La capacità di orientarsi nello spazio e nel tempo La capacità di utilizzare autonomamente il materiale necessario La capacità di preparare il materiale La capacità di controllare il comportamento
L esecuzione spontanea L esecuzione su richiesta L indicare spontaneamente L indicare autonomamente su richiesta L indicare con la facilitazione Il corpo in movimento Le funzioni esecutive Attenzione e attenzione condivisa Memoria Memoria e capacità di apprendimento Apprendimento e applicazione delle conoscenze Raggruppare Comparare Esplorare Contare Ordinare Manipolare Giocare
Scarabocchiare Disegnare Scrivere Leggere Comprendere Stile cognitivo Le disarmonie cognitive Abilità di studio Iperattività Passività Stati d ansia I comportamenti problema Auto ed etero aggressività Stereotipie Disturbo sensoriale
Definire: Cosa fa da solo Cosa fa su richiesta Cosa fa su imitazione Cosa fa su modello La presenza di iniziativa Come partecipa alle attività Verificare l effettivo livello generale di partecipazione dell alunno con autismo Verificare l effettivo livello di partecipazione dei coetanei Verificare la partecipazione verso le attività che lo interessano Verificare le difficoltà e le barriere che le determinano
Con chi: Da solo In condivisione: Con l adulto Con quali educatori che fanno cosa Con quali e quanti bambini Dove Quando e con quale frequenza Con che strutturazione dello spazio In che modo: Completamente indipendente Indipendente ma con materiale preparato dall adulto Con supporto verbale Con supporto fisico Solo in rapporto 1 a 1 Solo in piccolo gruppo assente
La programmazione deve partire dall analisi dell organizzazione standard della giornata: Ingresso Passaggi Sequenze Attività Routine esistenti Individuare tutte le attività a cui l alunno può partecipare nel corso della giornata Barriere Competenza comunicativa Competenza sociale Competenza individuale Fattori ambientali Facilitatori Atteggiamento positivo Motivazione Ambiente fisico adeguato Ausili e tecnologie Mediazione e supporto
Scelta e strutturazione: Dell attività Degli spazi Dei tempi Del gruppo Scelta di facilitazioni e strategie Partire dalle attività in cui si prevede che il bambino possa avere un margine di successo Partire da attività legate al raggiungimento di obiettivi considerati fondamentali per quell alunno in quel contesto Cogliere gli interessi e partire da quelli Diversificare le attività Suddividere le attività in sequenze di azioni semplici (analisi del compito) e insegnare un azione per volta Proporre nelle attività una complessità progressivamente crescente
Prendere spunto dalle attività proposte al resto della classe Adattare le attività proposte alla classe all effettivo livello dell alunno Trovare attività che facilitano le relazioni Diminuire gradualmente la mediazione dell adulto Generalizzare le abilità acquisite: Lavorare in contesti tranquilli in rapporto 1 a 1 e aumentare gradualmente le persone coinvolte una volta appresa l abilità Prevedere se le attività devono essere svolte: Individualmente nell aula Individualmente nell aula con attività adattate o diverse Individualmente in uno spazio predisposto In un piccolo gruppo
Adattabilità all ambiente Come si muove nell ambiente Cosa lo attrae Dove svolgere l attività o il compito e perché Facilmente accessibile e idoneo rumorosità, dispersione dell ambiente, luminosità, colori, ecc. Adeguati alle necessità dell alunno Se necessario strutturati Spazio personale: accetta la vicinanza, il contatto Il posto deve favorire il lavoro Il posto deve favorire l osservazione dei compagni Il posto deve favorire la partecipazione e l interazione con i compagni
Di attenzione e di tenuta Di adattamento all ambiente Di attivazione Dei tempi necessari alle risposte Definire quando avviene l attività, per quanto tempo Concordare o definire i tempi di permanenza in classe Adeguare l attività ai tempi di attenzione e di tenuta del bambino Informare sempre il bambino dei tempi di lavoro: a voce, con strisce di attività, routine, ecc. Delle sequenze delle varie materie Delle attività programmate Degli insegnanti che si alterneranno Dare tempo per esplorare e conoscere Dare il tempo necessario per riflettere Dare il tempo necessario per attivarsi Dare il tempo necessario per trovare la risposta corretta Dare tempo per permettergli di superare l ansia Aumentare gradatamente i tempi di lavoro Informarlo sempre sulla successione delle attività
analizzare gruppo Se e come manifesta interesse verso gli altri Ha iniziativa sociale La presenza di segnali comunicativi Gruppo: I bambini scelti in base a: Disponibilità Competenze specifiche Capacità relazionali Capacità di organizzarsi nel gioco Scelta fatta dal bambino con autismo Quanti devono essere in base : All attività Alle necessità di stimolare la relazione Alla necessità di stimolare le autonomie Al livello di dipendenza Al numero massimo tollerato Sollecitarlo ad osservare i compagni Farlo sentire effettivamente parte di un gruppo
L obiettivo è quello di abituarlo a stare in classe prima con la presenza costante di una figura di riferimento E successivamente alcuni momenti da solo Avviare l inserimento con gradualità concordando tempi e modalità con l alunno e con gli insegnanti di classe Usare un linguaggio semplice e chiaro Guida fisica Facilitazione fisica Fare da modello L indicazione Utilizzare schemi Utilizzare immagini Utilizzare simboli Utilizzare il linguaggio gestuale
Togliere il materiale non necessario e che può distrarre Dividere le attività in singole azioni e lavorare su una competenza per volta Rendere prevedibile la situazione Fare una richiesta alla volta e dare tempo Gratificare i risultati Se è necessario ignorare comportamenti disturbanti Fiducia nell altro Buona relazione Contesto positivo di scambio e di collaborazione Trovare lo stimolo adeguato che favorisce l attenzione al compito (parola gesto, immagine) Messaggi semplici e chiari Motivazione Trovare le strategie migliori per far emergere le abilità Trovare e utilizzare le strategie migliori per facilitare l apprendimento disciplinare Trovare le strategie migliori per facilitare lo studio
Gli obiettivi e le competenze Dopo un attenta analisi di tutti i fattori che determinano e influenzano l alunno nel suo ambiente di apprendimento si passa alla programmazione della fase operativa vera e propria Un progetto di intervento, anche di massima, adatto per tutti gli alunni con autismo è impossibile Nella definizione degli obiettivi è bene tener presente sia gli obiettivi educativi che gli obiettivi didattici Scegliere gli obiettivi individualizzati dopo aver analizzato gli obiettivi della classe e applicare l analisi del compito per adattarli alle caratteristiche dell alunno Gli obiettivi e le competenze Devono essere individuati partendo dai comportamenti osservati nei vari ambiti ed essere funzionali all alunno in rapporto all età e ai requisiti necessari per stare e vivere nel contesto Devono seguire una gradualità partendo dalle abilità e dall età Le attività, nei vari cicli scolastici devono essere scelte in base agli obiettivi di apprendimento e in riferimento ai traguardi per lo sviluppo delle competenze da raggiungere Ricordarsi che deve emergere anche la spontaneità e la persona
La nuova organizzazione dei curricoli prevede la programmazione per competenze La programmazione per competenza parte da ciò che l alunno ha dentro e si sviluppa se trova l ambiente adatto Da la possibilità di avere sempre qualcosa da cui partire La competenza è l applicazione di conoscenze e abilità, nonché di emozioni, motivazioni e atteggiamenti adeguati conclusione Un alunno dopo l esame di licenza media Prof. Potremmo andare a fare un viaggio Dove ti piacerebbe andare? Potremmo andare a cercare l ombelico del mondo. Dicono che porti immensamente fortuna. Il percorso da fare è come un viaggio: ci si incontra, si ricerca il materiale, si programma, si parte, si affrontano imprevisti e difficoltà, ma anche sorprese e piaceri. Si può decidere di fare qualche deviazione, di cambiare o adattare i tempi, i mezzi e le strategie adeguandoli alle esigenze o agli interessi che via via emergono. A volte è necessario essere molto caparbi e non arrendersi di fronte a momenti o occasioni complesse, ma si può anche giocare, divertirsi, chiacchierare senza mai però dimenticare le tappe che vogliamo raggiungere. All arrivo saremo sicuramente tutti diversi.