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Indice IX 1 Il riconoscimento del soggetto economico e gli strumenti per la tutela degli interessi istituzionali 1 1.1 Premessa 1 1.2 Le differenti configurazioni di soggetto economico 3 1.3 Dalla nozione di soggetto economico a quelle di portatori di interessi istituzionali e assetti proprietari 11 1.4 Strumenti di tutela degli interessi istituzionali 16 1.4.1 Corporate governance 16 1.4.2 Comunicazione economico-finanziaria 23 1.5 Prime considerazioni tratte dall analisi degli orientamenti dottrinali 39 2 Istanze operative nella tutela degli interessi istituzionali: evidenze empiriche 43 2.1 Premesse concettuali alle ricerche empiriche in materia di comunicazione economico-finanziaria 43 2.2 Le ricerche empiriche relative all offerta di comunicazione economico-finanziaria 52 2.3 Le ricerche empiriche relative alla domanda di comunicazione economico-finanziaria 67 2.3.1 Investitori istituzionali 79 2.3.2 Analisti finanziari 82 2.4 Elementi di giudizio emersi dalle evidenze empiriche 84 3 Il paradigma europeo della tutela degli interessi istituzionali attraverso la comunicazione economico-finanziaria 89 3.1 Principi informatori e obiettivi del piano di azione dell Unione Europea 89 3.2 Gli interessi meritevoli di tutela nel quadro d azione comunitario 96 3.3 Corporate governance 102

VIII Indice 3.4 Disclosure 108 3.5 I presupposti concettuali del Framework dello IASB 112 3.5.1 Interessi rilevanti 113 3.5.2 Corporate governance 115 3.5.3 Disclosure 116 3.6 Valutazioni di sintesi emerse da una visione complessiva del quadro d azione comunitario 119 4 Il recepimento delle direttive europee nel sistema giuridico italiano 125 4.1 Rapporti tra ordinamento giuridico italiano e orientamenti comunitari nella tutela degli interessi 125 4.2 Il rafforzamento dei poteri delle autorità di vigilanza nel contesto nazionale 136 4.3 Il recepimento dei Principi Contabili Internazionali in Italia: due paradigmi contabili a confronto 138 4.4 Fair Value e redditi non realizzati: prime evidenze empiriche dell applicazione dello IAS 1 revised 146 4.5 Spunti di riflessione relativi all evoluzione dell orientamento italiano nella tutela degli interessi 166 5 Considerazioni conclusive 171 Allegato A 177 Allegato B Allegato C 181 183 Allegato D 185 Allegato E 187 Allegato F 191 Allegato G 193 Allegato H 195 Allegato I 197 Allegato L 199 Bibliografia 201

I cambiamenti intercorsi negli ultimi decenni nei mercati finanziari e reali, successivi all ampliamento dell attività economica su scala globale, hanno indotto ricercatori ed organismi pubblici e privati ad una riconsiderazione del rapporto dialettico tra le a- ziende e l ambiente nel quale esse operano. In particolare, una nuova attenzione è stata rivolta ai soggetti che con le imprese interagiscono secondo differenti modalità e per molteplici ordini di ragioni. Le istanze variegate che pervengono all azienda da parte del pubblico degli interlocutori, unitamente alla consapevolezza della rilevanza di questi in ordine al mantenimento di capacità competitive adeguate al contesto internazionale, hanno condotto in primo piano le riflessioni inerenti agli interessi meritevoli di tutela e gli strumenti idonei a tale fine. L individuazione delle attese primarie convergenti nell impresa costituisce un argomento ampiamente dibattuto da larga parte della Dottrina economico-aziendale. In tale processo analitico sono infatti da ravvisarsi le premesse logiche implicite all impostazione adottata nelle relazioni tra azienda e individui e nella disciplina normativa e di autoregolamentazione ad esse indirizzata. Il concetto di soggetto economico rappresenta in tal senso il punto nodale a partire dal quale muovere l indagine relativa agli interessi istituzionali ed alla interpretazione che ne è stata data di volta in volta nel tempo, al fine di porne in luce eventuali cambiamenti e specificazioni, nonché le implicazioni correlate a tale spostamento di prospettiva. Questi aspetti si connettono e si intrecciano in un rapporto di reciproca determinazione con il processo di interpretazione delle problematiche progressivamente emerse in merito allo svolgimento dell attività aziendale e con le soluzioni elaborate in ambito sia accademico, sia regolamentare. Il comprovato legame intercorrente tra crescita dei mercati finanziari, efficienza delle imprese in essi attive e tutela dei soggetti che vi operano, ha posto in evidenza la vitale necessità di garantire adeguati presidi a questi ultimi in vista di più ampi obiettivi di crescita economica. In quest accezione, una funzione centrale è svolta dalla comunicazione economico-finanziaria, quale efficace strumento teso a garantire una maggiore trasparenza gestionale e, per tale via, livelli di protezione maggiormente in linea con le attese degli attori del mercato, attraverso una più chiara comprensione delle dinamiche aziendali al duplice fine di supportarne il processo decisionale e di consentire il corretto esercizio dei diritti ad essi riconosciuti dall ordinamento giuridico. Alla luce di quanto osservato, il presente lavoro è rivolto all analisi del contributo effettivo apportato dalla comunicazione economico-finanziaria alla tutela degli interessi istituzionali, in un contesto caratterizzato da forte dinamismo, crescita dimensionale delle imprese e internazionalizzazione dei mercati finanziari.

X Più in dettaglio, l obiettivo risiede nel riscontro della valenza riconosciuta alla trasparenza societaria all interno del processo di armonizzazione intrapreso negli ultimi decenni dall Unione Europea, così come successivamente recepito nel contesto italiano. L indagine in questo modo condotta risulta orientata a individuare l eventuale corrispondenza tra quanto enunciato sul piano teorico e le tendenze in atto a livello internazionale, all interno di un percorso teso alla convergenza e alla condivisione delle pratiche societarie ritenute più efficaci. A tale fine, il primo capitolo è dedicato alla disamina dei concetti di soggetto economico e di comunicazione economico-finanziaria, attraverso l approfondimento dei contributi della Dottrina economico-aziendale. L attenzione è stata dunque rivolta all ambito inerente al concetto di soggetto e- conomico e ai caratteri ad esso propri, al fine di indagare il ruolo della disclosure in relazione alla protezione degli interessi istituzionali. A tale proposito, pare opportuno anticipare alcune precisazioni in merito agli oggetti di analisi dianzi menzionati. In primo luogo, l accezione stessa di soggetto economico assume differenti connotazioni in termini di prerogative, diritti e responsabilità ad esso riconosciuti, in rapporto sia agli ambiti di riferimento, sia all evoluzione esperita dal contesto economico, in particolare negli ultimi decenni. Secondariamente, la nozione di comunicazione e, nello specifico, di comunicazione economico-finanziaria si distingue per l ampiezza dei significati e dei contenuti ad essa attribuiti. Ciò rende di primaria importanza il preventivo chiarimento degli elementi in esame e della prospettiva di osservazione, al fine di circoscrivere il campo di indagine e di palesare le logiche sottese alla trattazione. In siffatta prospettiva, assumono rilievo le istanze presentate sotto il profilo operativo dagli attori del mercato finanziario, quali portatori di interessi connotati da specifiche esigenze conoscitive. Il secondo capitolo procede pertanto ad una disamina delle ricerche empiriche condotte a livello nazionale ed internazionale in merito all identificazione dei dati resi disponibili al pubblico dagli emittenti quotati, da un lato, e del grado di rispondenza di questi alle esigenze manifestate dagli utilizzatori esterni, dall altro. L osservazione dei risultati conseguiti dagli studi considerati ha condotto ad individuare le tipologie di informazioni ritenute maggiormente significative dai soggetti che interagiscono con le aziende, nonché a definire il divario esistente tra il lato dell offerta e quello della domanda di disclosure. Ciò ha permesso di porre in risalto gli aspetti di maggiore rilievo in termini comunicativi, nonché gli spazi di miglioramento esistenti a tale riguardo. Muovendo da quanto emerso relativamente al rapporto dialettico tra produttori e fruitori di comunicazione economico-finanziaria, nel terzo capitolo si è inteso prendere in esame l attività esplicata dall Unione Europea nell ambito della disciplina dei mercati finanziari e delle società quotate, al fine di cogliere la ratio sottesa ai differenti interventi realizzati, a partire dalla lettura critica dei contenuti degli stessi. La scelta del contesto comunitario si collega principalmente a due fattori, ossia alla sistematicità del piano d azione intrapreso, nonché all ampiezza di carattere sovranazionale del mercato e della stessa autorità europea. Questa, travalicando i confini dei singoli Stati membri, ne costituisce il riferimento e trasmette agli stessi i propri orien-

XI tamenti che, seppure nei margini di autonomia previsti dai principi istitutivi, si inseriscono nel quadro giuridico e culturale proprio alle singole realtà locali. Tale ultima considerazione ha condotto ad approfondire nel quarto capitolo le modalità di recepimento di detti provvedimenti all interno dell ordinamento italiano, nell intento di chiarire il rapporto dialettico intercorrente tra indirizzi e finalità comunitari, da un lato, e impianto normativo e assetti imprenditoriali peculiari al contesto nazionale, in relazione ad origini ed evoluzione storica, dall altro. A tale fine, avendo particolare riguardo al rilievo assunto dall introduzione dei Principi Contabili Internazionali, si è ritenuto di approfondire gli assunti concettuali sottesi al paradigma contabile comunitario e a quello nazionale, in ordine all identificazione delle principali divergenze rilevabili sotto il profilo teorico, idonee a riflettersi su principi e criteri di redazione del bilancio. Allo scopo menzionato è stata inoltre effettuata una ricerca empirica, condotta su un campione di 110 società quotate alla Borsa Valori, inerente al grado di adesione al nuovo disposto dello IAS 1 revised per quanto attiene la presentazione nei documenti di sintesi del comprehensive income. L indagine condotta risulta significativa, consentendo di formulare una prima riflessione sia sull introduzione di una nozione di reddito allargata, inclusiva di componenti economiche non realizzate, parzialmente estranea alla cultura contabile italiana, sia sull impatto potenziale che tale provvedimento si rivela idoneo a produrre sull utilità percepita dagli utilizzatori esterni della disclosure, in termini di incremento del grado di trasparenza delle dinamiche gestionali. Desidero, infine, esprimere la mia gratitudine a coloro che in questi anni mi hanno indirizzato e accompagnato nel percorso di studio e di crescita personale: la professoressa Anna Maria Fellegara, per gli insegnamenti ricevuti sotto il profilo scientifico ed umano e per i preziosi consigli nell attività di ricerca e didattica, il cui esempio costituisce un punto di riferimento costante, il professor Marco Elefanti, dalla cui e- sperienza e competenza ho attinto nei progetti di ricerca che mi hanno permesso di ampliare le conoscenze della Dottrina economico-aziendale, il professor Paolo Andrei, il professor Stefano Azzali e la professoressa Federica Balluchi, con i quali ho potuto collaborare presso l Università degli Studi di Parma, che mi hanno guidato nei primi anni di attività universitaria. Un ringraziamento infine va a colleghi e amici della Sezione di Ricerche Aziendali Gino Zappa dell Università degli Studi di Parma, con i quali ho condiviso esperienze, interessi e proficui momenti di confronto e a chi mi ha dato supporto durante la stesura del lavoro. Naturalmente, a me sola devono essere ricondotti eventuali errori e contenuti interpretativi presentati in questo volume.