Vendere e Investire in Serbia



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Transcript:

Vendere e Investire in Serbia Porta dei Balcani e Ponte per il Mercato Russo Giugno 2011 A cura di Augusto Cocchioni Oliver Lepori

Presentazione La Serbia oggi é un Paese stabile con una economia in una fase di sviluppo e crescita. Questa pubblicazione vuole contribuire a fornire, in forma agile e scorrevole, un quadro d insieme della situazione economica e delle importanti opportunita che la Serbia rappresenza per le aziende italiane. La Camera di Commercio Italo Serba con sede a Belgrado rappresenta ormai da molti anni una realtà consolidata sul territorio serbo e un importante punto di partenza tanto per gli imprenditori italiani quanto per le aziende serbe alla ricerca di partner italiani. Attraverso le nostre attivita garantiamo alle aziende italiane un importante supporto affinche possano partecipare e contribuire al meglio alla crescita ed allo sviluppo delle proprie attivita in Serbia. Augurandovi una buona lettura, ci auguriamo che questo documento risulti utile e vi invitiamo a contattarci per qualsiasi vostra esigenza. Cav. del Lavoro Dott. Vincenzo Divella Presidente

Introduzione L Italia é uno dei principali sostenitori dell integrazione della Serbia nell'unione Europea ed anche per questo ha acquisito un ruolo molto importante come partner di riferimento per il Paese. Il Paese sta crescendo, il potere di acquisto della popolazione andra progressivamente aumentando nei prossimi anni, e i prodotti italiani sono da sempre stati molto apprezzati in Serbia. Rappresenta quindi un importante mercato sul quale essere presenti per commercializzare i nostri prodotti. É inoltre una piattaforma ideale attraverso la quale, con investimenti produttivi o accordi di collaborazione, si possono raggiungere facilmente mercati di grandi dimensioni e in rapida crescita (come la Russia e i paesi CIS), che altrimenti le nostre piccole e medie imprese difficilmente potrebbero raggiungere direttamente.

Contenuti Presentazione Introduzione La Serbia oggi Perche investire in Serbia I settori prioritari e di principale interesse Le zone franche La posizione strategica della Serbia La porta dei Balcani Il ponte verso l Est L avvicinamento all'unione Europea I Fondi dell Unione Europea I Fondi Italiani Le PMI Italiane in Serbia I rapporti commerciali con l'italia La distribuzione commerciale Conclusioni

La Serbia oggi La Serbia oggi é un paese stabile e in una fase di sviluppo e crescita estremamente interessante. Il Paese è ormai diretto verso la futura adesione all Unione Europea in un percorso chiaramente definito e tracciato. Negli ultimi anni sono avvenuti cambiamenti importantissimi nel Paese che prima della crisi mondiale ha avuto un tasso di crescita del PIL consistente, sempre superiore al +5%. La Serbia ha sicuramente subito la crisi mondiale, ma gia il 2010 si é chiuso con una ripresa che ha visto una crescita del PIL pari all'1,5% (fonte: Istituto Nazionale di Statistica Serbo). Secondo l ultimo sondaggio, il tasso di disoccupazione in ottobre 2010 era al 19,2 % (fonte: Istituto Nazionale di Statistica Serbo) dovuto sia al processo di privatizzazione avvenuto nel Paese in questi ultimi anni che agli effetti della recente crisi mondiale. Anche per questo il governo sostiene molto i nuovi investimenti da parte di investitori esteri, con una particolare attenzione per quelli che generano occupazione. Ma va precisato che nel Paese c é una parte rilevante di economia sommersa che sfugge e rende meno certi e validi i dati ufficiali.

Il Fondo Monetario, nel 2009, è andato incontro alle esigenze del Paese con un prestito stand-by di 2,9 miliardi di Euro. Complessivamente la situazione dei conti pubblici viene considerata sostenibile, il Governo dovra pero presto affrontare il notevole costo della macchina statale e del sistema pensionistico e assistenziale. Nell area dei Balcani per il 2011 ci si attende una crescita generalizzata: Serbia, Albania, Montenegro, Bosnia e Croazia, con velocita diverse avranno tutti una crescita considerata certa. In Serbia ha avuto successo la rigida politica monetaria ottenuta attraverso il deprezzamento del dinaro. Belgrado ha stretto la cinghia con tagli della spesa pubblica: 2 miliardi di euro in meno tra il 2009 e il 2010. Il Fondo Monetario Internazionale prevede per il 2011 una crescita del 3%, per il 2012 del 5% e nel 2013 del 5.5% (fonte: Fondo Monetario Internazionale).

Perche investire in Serbia Il Paese offre una combinazione di opportunita che lo rendono unico e per diversi aspetti estremamente interessante. Il costo del lavoro contenuto (la media dei salari e stipendi mensili nell'industria manifatturiera e mediamente inferiore ai 400 euro: nella capitale oscillano tra i 300 e i 380 euro mensili, mentre in provincia nel settore tessile nei distretti tra i 150 e i 200 euro, con un costo per l azienda pari a circa l 1,7% del netto pagato al dipendente. La disponibilità di risorse umane. Un buon sistema formativo. Gli utili delle imprese tassati al 10%. La esenzione per 10 anni dall'imposta sugli utili societari per investimenti superiori ai 7 milioni di euro o che impieghino almeno 100 nuovi dipendenti. Crediti d'imposta che possono arrivare fino all'80% dell'investimento effettuato. Esenzioni da dazi doganali per attrezzature e materiali importati (al sussistere di determinate condizioni). Crediti e agevolazioni per investimenti greenfield.

Contributi per chi crea occupazione. Una posizione geografica estremamente favorevole al centro dell'europa Sudorientale (nodo quindi per tutti i paesi della Ex-Jugoslavia, di quelli confinanti dei Balcani Occidentali, della Russia, del Kazakistan e della Turchia). Il progressivo avvicinamento all'unione Europea.

I settori prioritari e di principale interesse Molte aziende italiane hanno trovato molto conveniente produrre in Serbia principalmente nei settori delle calzature, del tessile-abbigliamento e del legno-arredo, per fornire i propri mercati tradizionali, ma anche per penetrare i nuovi mercati ad elevato grado di sviluppo (dei Balcani, della Turchia e, particolarmente quello della Russia). Nel settore del legno e arredo la Serbia ha un elevato potenziale molto competitivo, grazie alla grande disponibilità di legname. Altro settore importante e dalle notevoli potenzialita é quello agricolo, infatti nel Paese, soprattutto nella zona settentrionale nella regione della Vojvodina, ci sono terreni di ottima qualita ma ancora poco valorizzati rispetto alle notevoli potenzialita che essi hanno. Importanti aree di potenziale sviluppo sono nel settore agroalimentare, in particolare nella produzione del latte e di tutti i suoi derivati, nel comparto ortofrutticolo, in quello dell allevamento, e in tutte le fasi e i processi di trasformazione e di conservazione dei prodotti. L investimento di Fiat (FAS Fiat Automobili Srbija) e di Magneti Marelli S.p.A a Kragujevac sta creando interessanti opportunita per le imprese italiane nella componentistica e nella subfornitura. Nel settore della meccanica le aziende serbe hanno una rinomata tradizione che garantisce una manodopera adeguatamente qualificata, sia a chi vuole

realizzare investimenti diretti nel paese che per chi vuole siglare accordi di collaborazione produttiva con aziende locali. Altro settore di particolare interesse é quello delle energie rinnovabili ed ecocompatibili, dove anche alcune aziende italiane hanno gia deciso di investire. A solo titolo di esempio, l'azienda italiana SECI Energia, ramo del gruppo industriale Maccaferri, e la societa statale Elektropriverda Srbije (EPS) con la societa elettrica serbo-bosniaca Elektropriverda Republike Srpske (ERS), hanno firmato lo scorso febbraio un accordo preliminare di collaborazione per la costruzione di impianti di energia idroelettrica lungo il fiume Drina ed oggi la neocostituita joint venture italo-serba e gia operativa con i lavori di progettazione.

Le zone franche In Serbia sono state create, in prossimità di grandi città o di aree logisticamente strategiche, sette zone franche: a Subotica (al confine con l Ungheria), a Novi Sad (sul corso del Danubio), a Zrenjanin (al confine con la Romania), a Sabac (al confine con la Croazia), a Pirot (al confine con la Bulgaria), a Uzice (al confine con Bosnia-Erzegovina e Montenegro), e a Kragujevac (al centro della Serbia ed al cui interno é localizzato lo stabilimento della FAS). Si prevede a breve l apertura di una ulteriore zona franca a Nis (nel sud del Paese, al cui interno operera il gruppo Benetton). Le zone franche sono istituite per agevolare ed attrarre gli investitori, all intero di queste aree si possono operare attivita commerciali, produttive e logistiche con una serie di vantaggi: Le importazioni e le esportazioni da una zona franca non sono soggette alle procedure di controllo doganale, né alle limitazioni normalmente imposte. Le merci possono essere importate in esenzione dell IVA. I materiali da costruzione, le materie prime e i macchinari utilizzati per la produzione di beni destinati all esportazione si possono importare senza pagare il dazio doganale. I redditi che vengono generati dalle attivita operate all interno delle zone franche possono essere trasferiti senza nessuna limitazione.

All'interno della zona franca si puo utilizzare liberamente la valuta estera che deriva dalle operazioni effettuate all interno della zona stessa. I prodotti che hanno almeno il 51% del valore prodotto all'interno della zona franca sono considerati prodotti nazionali e possono essere liberamente venduti all interno della Serbia; (inoltre la maggior di questi prodotti puo essere venduta liberamente anche in tutti i mercati con i quali il Paese ha particolari accordi commerciali, come ad esempio la Russia).

La posizione strategica della Serbia La Serbia ha una posizione geografica strategica, a Belgrado si incontrano infatti i corridoi VII e X, quest ultimo collega l Austria alla Grecia, passando attraverso i Balcani. L Italia sta promuovendo la costruzione del Corridoio XI che dovrebbe passare per il porto di Ancona fino in Serbia. Il progetto prevede che il Corridoio XI inizi dal porto di Bar (Montenegro) e finisca a Belgrado (Serbia). Per valorizzare la vantaggiosa posizione geografica la Serbia ha stabilito e consolidato relazioni commerciali bilaterali con tantissimi paesi instaurando rapporti privilegiati con la Russia, con gli altri Paesi della ex-jugoslavia, con la Turchia, con la Grecia, con gli Stati Uniti e con l Unione Europea. La Serbia ha infatti siglato importanti accordi di libero scambio con l Unione Europea, con i Paesi CEFTA, con la Federazione Russa, Bielorussia, Kazahstan, la Grecia, la Turchia e gli Stati Uniti. La porta dei Balcani La Serbia vanta ottimi rapporti economici con tutti i Paesi dell area Balcanica (CEFTA): il Montenegro, l Albania, la Bulgaria, la Romania, la Bosnia, la Croazia e la Macedonia rappresentando un unico mercato di oltre 50 milioni di consumatori appartenenti ad una area di libero scambio dentro la quale i beni circolano senza dover pagare dazi.

E in vigore con la Turchia un accordo di libero scambio che prevede una liberalizzazione per i prodotti serbi che potranno essere esportati verso la Turchia senza dover pagare dazi doganali. Inoltre la Serbia confina a Nord con la regione rumena di Timisoara, dove già da diversi anni hanno investito migliaia di aziende italiane, molte delle quali si stanno spostando verso la zona nord della Serbia nella regione della Vojvodina dove ci sono zone franche nelle quali poter operare e dove beneficiano di importanti agevolazioni fiscali. Ponte verso la Russia La Serbia é l unico Paese dell area che ha un rapporto privilegiato con la Federazione Russa. Tra la Serbia e la Russia é stato infatti siglato un importantissimo accordo - il primo che la Russia ha firmato con un paese non appartenente alla Comunità degli Stati Indipendenti - che prevede la graduale eliminazione delle barriere all'esportazione dei prodotti serbi verso il mercato russo. Questo é un fattore di valutazione estremamente importante per le aziende italiane che possono delocalizzare in Serbia parte delle loro produzioni, per raggiungere in modo piu sicuro e meno costoso i mercati emergenti della regione dei Balcani e della Federazione Russa. Inoltre una notevole parte dei beni realizzati per il 51% in Serbia possono entrare in Russia senza pagare i pesanti dazi normalmente vigenti.

Quindi per moltissimi prodotti è sufficiente realizzare in loco solo una parte del manufatto, eventualmente cooperando con le aziende serbe adeguatamente strutturate, che hanno tradizione e manodopera qualificata (hanno infatti da sempre prodotto e tuttora producono anche per aziende italiane). E stato inoltre siglato un accordo anche con gli Stati Uniti che consente un ingresso preferenziale senza dazi per piu di 4.650 prodotti, tra i quali sono compresi la maggior parte dei prodotti finiti e semilavorati e molti prodotti dell agricoltura e dell industria. Questi accordi di libero scambio consento quindi di esportare prodotti in esenzione di dazio ai consumatori di mercati di enormi dimensioni e potenzialita.

L avvicinamento all'unione Europea Dal 2010 la Serbia è entrata a far parte del trattato di libero scambio dell Unione Europea e dal 19 dicembre 2009 i cittadini serbi possono liberamente circolare in qualitá di turisti nel territorio dell Unione Europea (per un periodo massimo di tre mesi), mentre per i cittadini dell Unione Europea é possibile entrare in Serbia dal 12 giugno 2010 muniti della sola carta d identitá. Questa apertura ha portato anche ad un incremento nel traffico aereo delle compagnie di bandiera sullo scalo di Belgrado ed anche all apertura di tratte aeree con le prime compagnie low-cost (da dicembre 2010 il collegamento Wizzair tra Belgrado e Roma Fiumicino). Si prevede la realizzazione di un mercato unico con l Unione Europea. Il Paese ha presentato la propria candidatura per l'adesione alla UE che sara esaminata da Bruxelles ed alla quale sara data risposta ad ottobre di questo anno. Per procedere quindi con il percorso delle importanti riforme necessarie per adeguare ed allineare le istituzioni e le strutture del Paese ai parametri richiesti dell Unione. Già oggi, la maggior parte dei prodotti serbi possono entrare sui mercati dell Unione senza alcun dazio. L Italia in questi anni ha sempre cercato di favorire l ingresso della Serbia nell Unione Europea proprio per i buoni rapporti politici ed economici tra i due paesi. Questo proceso di avvicinamento della Serbia all'unione Europea rappresenta una certezza per il percorso di modernizzazione e di internazionalizzazione del Paese.

I Fondi dell Unione Europea La Serbia già da diversi anni può usufruire di alcuni fondi europei. Particolarmente importanti sono i fondi IPA (Instrument for Pre-accession Assistance) che l Unione Europea ha istituito per assistere la transizione e la costruzione istituzionale nei paesi potenziali candidati. Per esempio l UE attraverso i fondi IPA finanziera la prima fase del piano di sviluppo della rete di broadcasting digitale con un investimento di 14 milioni di Euro. II passaggio dal segnale analogico al digitate terrestre dovrebbe concludersi entro l aprile del 2012. Una seconda fase del piano prevede la modemizzazione del network e l acquisto di set-top boxes da parte di circa 300 mila utenti. Altri fondi destinati alla Serbia sono stati messi a disposizione dalla Banca Mondiale e dalla Banca Europea degli Investimenti. Le aziende italiane hanno contribuito con il Governo serbo ad utilizzare questi fondi al meglio, come ha fatto la societa Italferr con un progetto per il rilancio delle ferrovie serbe. La societa italiana Taddei del gruppo Edimo, insieme a due societa spagnole, ha vinto una gara dell Unione Europea sui fondi IPA (Instrument for Preaccession Assistance) per la costruzione del ponte Zezelj nella citta di Novi Sad, capitale della Vojvodina regione al nord della Serbia. Il ponte sara lungo 474 metri, con 4 corsie ferroviarie e per auto.

I Fondi Italiani Le operazioni di internazionalizzazione in Serbia da parte delle imprese italiane hanno il sostegno di diversi strumenti, come per esempio quelli gestiti da Simest e Finest, come il finanziamento di societa miste, la apertura di piattaforme logistiche e commerciali, ed altre; le assicurazioni dei crediti da parte della Sace e i finanziamenti del Fondo Italiano per i Balcani. A seguito dell utilizzo della prima Linea di Credito del Governo italiano si è generato un Fondo Rotativo, ad oggi del valore di circa 5 milioni di Euro, al quale le PMI serbe possono accedere tramite le 5 Banche commerciali Serbe selezionate. La seconda Linea di Credito consente di finanziare alle imprese serbe l acquisto di macchinari italiani a condizioni particolarmente vantaggiose (tasso di interesse del 4,85% e 8 anni per la restituzione, di cui 2 anni di grazia). Oltre che alle PMI, il finanziamento é ora aperto anche alle aziende municipalizzate per l acquisto di attrezzature utili ai servizi cittadini (distribuzione di gas, luce e acqua, monitoraggio ambientale, trattamento dei rifiuti, gestione delle acque reflue). Nel caso delle PMI vengono accettati progetti con un valore totale compreso tra 50 mila e 1 milione di Euro. E previsto che l'utilizzo del prestito sia diviso in due componenti:

- un importo minimo del 70% del prestito dovrà essere utilizzato per finanziare l'acquisto di beni e servizi di origine italiana, quali: attrezzature, tecnologia, assistenza tecnica, manutenzione, licenze industriali. - un importo massimo del 30% del prestito potrà essere utilizzato per la copertura di spese locali quali: attrezzature, materie prime, parti di ricambio e servizi e/o capitale circolante in relazione ai requisiti del progetto di investimento e anche destinato a contratti con fornitori locali o società di costruzioni serbe.

Le PMI Italiane In questi ultimi anni è diventato sempre più importante e strategico per le aziende italiane investire in Serbia. Il Paese è di fatto diventato per l Italia un hub strategico ed una piattaforma per penetrare i mercati dell Europa sudorientale per i rapporti privilegiati che ha con la Russia e la Turchia. Le piccole e medie imprese italiane sono presenti gia da diversi anni in Serbia, soprattutto nei settori del tessile, nel settore calzaturiero e dell'industria del legno-arredo, nel settore delle costruzioni e componenti per l'edilizia, aziende di utilities, produttori di energia ed altri. Sono ormai piu di 200 le aziende italiane di medie e piccole dimensioni che hanno investito nel Paese. Spicca particolarmente il nuovo grande investimento di Fiat Automobili Serbia. In linea con il piano di sviluppo del Governo serbo si sta sviluppando un polo dell automotive nella cittadina di Kragujevac (nella Serbia Centrale), dove nel 2009 é stato firmato l accordo di collaborazione tra lo Stato serbo, il gruppo FIAT e la Zastava: l investimento del gruppo torinese (circa 900 milioni di euro) sta portando alla ricostruzione dello stabilimento produttivo, che dovrebbe fornire i mercati mondiali di un nuovo veicolo (segmento L0) giá a partire da fine 2011-inizio 2012. A ció hanno fatto seguito le delocalizzazioni di diverse societá italiane nel settore automotive, come la Magneti Marelli, e diverse altre PMI italiane che

nei diversi settori dall automotive alla meccanica, dalle costruzioni ai trasporti, beneficeranno della creazione di questo nuovo centro industriale. Questo importante investimento aprira importanti opportunita alle aziende italiane della componentistica e nella subfornitura che potranno anche avvantaggiarsi di importanti incentivi previsti in questo settore. A titolo di esempio, il Gruppo italiano Vescovini, specializzato nella produzione di componenti meccaniche per il settore automobilistico e per le costruzioni industriali, costruira un impianto nella citta di Sabac, nella Serbia occidentale, con un investimento stimato di 5-7 milioni di Euro e l'assunzione di circa 75 persone. L'azienda italiana Dytech, produttrice di componenti per auto, ha avviato i lavori di costruzione del proprio impianto a Nis. L investimento totale sara di circa 13,3 milioni di euro e creera 403 nuovi posti di lavoro. La Dytech beneficera di sussidi dal Govemo Serbo per un valore di 10 mila euro per ogni nuovo lavoratore assunto. Nel settore tessile-abbigliamento le piu note aziende che hanno investito in Serbia sono Calzedonia, Golden Lady, Pompea, Fulgar. Il gruppo Benetton ha firmato un primo accordo il 31 gennaio 2011 con la citta di Nis ed il Ministero dell Economia Serbo per trasformare l azienda tessile NITEX. L accordo prevede investimenti per 43,2 milioni di euro e l assunzione di 2.700 dipendenti nei prossimi 4 anni. A cio ha fatto seguito l accordo operativo del 31 maggio 2011.

Il governo dara un incentivo di 9.000 euro per ogni lavoratore assunto e la citta di NIS istituira una zona franca per farvi rientrare anche gli attuali stabilimenti della Nitex. Le imprese italiane hanno il vantaggio di avere in Serbia la presenza di due grandi gruppi italiani con una presenza radicata su tutto il territorio: Banca Intesa-San Paolo (prima banca nel Paese) e Unicredit le quali insieme oggi contano su una quota di mercato di circa 25% dell intero settore bancario serbo. A queste si aggiunge la presenza dei gruppi assicurativi Delta Generali e Fondiaria SAI con una quota complessiva di mercato che nel 2010 era del 45%. Le Autorità di Belgrado considerano l Italia uno dei principali sostenitori per l integrazione della Serbia all'unione Europea. Anche grazie a questo rapporto l'italia ha acquisito il ruolo di di partner economico molto importante e di Paese di riferimento tra i grandi paesi dell Unione Europea. Nei primi 3 mesi del 2011 l Italia si è confermata il terzo partner commerciale della Serbia con un incremento del proprio export del 22%.

I rapporti commerciali con l'italia Per la Serbia l Italia rappresenta il primo e piu importante paese dove dirige le proprie esportazioni, molte di queste sono subforniture di aziende serbe realizzate per aziende italiane. L'Italia é per la Serbia un fornitore importante collocandosi al terzo posto nel 2010, dopo la Russia (che è per la Serbia il principale fornitore di energia) e la Germania. L Italia esporta in Serbia principalmente: veicoli, prodotti tessili e di abbigliamento, macchinari e medicinali. La Serbia sta crescendo, il potere di acquisto dei serbi andra progressivamente aumentando nei prossimi anni, e i prodotti italiani sono da sempre stati molto apprezzati nel paese. Il Paese inoltre dovra nel prossimo futuro importare i macchinari necessari a rinnovare e a potenziare l attivita manifatturiera in rapido sviluppo sostenuta anche da molti investimenti stranieri. L Italia in questo settore eccelle ed é molto competitiva. Come gia descritto in precedenza tra Italia e Serbia vi sono importanti aree di potenziale sviluppo sono nel settore agroalimentare, per questo motivo e stata costituita (nell ambito del Business Council intergovernativo Italia-Serbia) una Commissione Agro-Industria, affidata al Presidente della Camera di Commercio Italo-Serba Cav. Divella, con lo scopo di individuare a livello

governativo i sottosettori chiave su cui sviluppare le azioni di partneriato congiunto italo-serbo. Presso la Camera e stata inoltre costituita una Commissione Agroalimentare e uno specifico Desk informativo Agroalimentare con lo scopo di agevolare e promuovere lo scambio tra i due Paesi nell ambito di questo importante e strategico settore.

La distrubuzione commerciale La rapida crescita e lo sviluppo in atto sono dimostrati anche dai cambiamenti significativi che sta attraversando il settore della distribuzione: chiudono alcuni grandi nomi del passato, nascono e si consolidano le nuove realta private locali, ed entrano nel mercato le grandi catene internazionali, soprattutto quelle dei prodotti alimentari e di beni di largo consumo. Tra queste ultime citiamo: la METRO, che dispone attualmente di 4 punti vendita (2 a Belgrado, 1 a Zemun ed 1 a Kragujevac), la francese Ipermarche, con la propria azienda per i Balcani Intex, ha 4 punti vendita, a Cacak, a Zajecar, a Nis e Sabac, e la DM DROGERIE MARKT nel settore dei cosmetici e articoli per l'igiene della casa e della persona. Nel settore dell'abbigliamento, il gruppo italiano Fibest ha acquistato la catena di distribuzione ATEKS, che ha piu' di 50 negozi in tutta la Serbia. Nel settore della distribuzione, il piu grande gruppo nazionale é la DELTA Holding, che detiene i negozi di abbigliamento DELTA Sport, la importante rete capillare di negozi al dettaglio e di supermercati un tempo appartenenti alla PEKABETA, i magazzini Cash & Carry TEMPO, il gruppo C-MARKET principale catena di prodotti alimentari del Paese, ed infine la catena di supermercati MAXI, che é stata aquisita dagli investitori Belgi la Delhaize Group.

Dopo la rete di negozi del gruppo Delta, la seconda catena della grande distribuzione serba e quella del gruppo Mercator, che ha acquisito anche la catena Rodic che vanta una rete di 135 negozi -. Citiamo inoltre gli ipermercati del gruppo greco Veropoulos. Nel fai da te troviamo la societa slovena Mercur. Da ultimo citiamo l importante gruppo locale LILLY nel settore dei cosmetici e articoli per l'igiene della casa e della persona. Negli ultimi periodo le catene di distribuzione e i supermercati hanno avuto un notevole sviluppo e una grande diffusione, riportiamo qui di seguito i principali. La locale catena TEMPO ha avuto una grande espansione con un nuovo format di supermarkets a prezzi scontati, i TEMPO EXPRESS, ne sono stati aperti 8 in tutta la Serbia di cui 3 a Belgrado. La slovena MERCATOR ha aperto tre centri commerciali, Roda Center a Sabac, a Sombor e a Senta. La catena francese MS BRICOLAGE ha aperto il suo primo punto vendita a Nis, mentre la locale REAL MARKET il suo primo ipermercato a Belgrado. La catena croata IDEA ha aperto un supermercato a Novi Sad, e la slovena TUS ha aperto un supermercato in Kragujevac.

Conclusioni La Serbia oggi é un paese stabile e in una fase di sviluppo e crescita estremamente interessante, diretto verso la futura adesione all Unione Europea, che rappresenta una certezza per il percorso di modernizzazione ed internazionalizzazione del Paese, anche attraverso l afflusso dei fondi Europei di preadesione. Offre una combinazione di opportunita che lo rendono unico ed estremamente interessante: costo del lavoro contenuto, sistema fiscale favorevole, punto di riferimento geopolitico per i paesi dell area, una posizione geografica strategica che lo rende una ideale localizzazione sia per la esportazione nei paesi dell area della ex Jugoslavia e dei Balcani, che come piattaforma per la produzione di beni da esportare in mercati ad alto grado di sviluppo come quelli della Turchia e soprattutto della Russia, attraverso accordi commerciali vantaggiosissimi siglati con questi paesi. Augusto Cocchioni Consulente e Project-Manager per l Internazionalizzazione Il consulente-project-manager italiano con esperienza nella specifica area é una figura chiave per operare al meglio in questi particolari mercati. La sua esperienza consente all azienda italiana di avere un interlocutore ideale con la realta locale. Conosce le esigenze e le modalità operative dell'impresa italiana e le riesce a coniugare al meglio con le caratteristiche del Paese dove va ad operare. Puo supportare l azienda come consulente (per singole e occasionali esigenze specifiche), come project-manager (per gestire un particolare progetto) o come manager temporaneo (per gestire fasi particolari in azienda). La sua esperienza gli consente di minimizzare i rischi, di contenere i costi e di massimizzare le probabilita di successo. Puo essere utilizzato per la definizione della migliore modalita di ingresso, per la ricerca personalizzata del partner, per la conclusione di accordi di vendita o di collaborazione, e per tutte le esigenze di gestione e management (start up, gestione di cambiamenti, ecc.) tipiche della piccola media impresa, ed a volte utili e valide anche per la grande azienda. Oliver Lepori Consulente ed esperto Agroalimentare Amministratore ELCONS Management & Consulting di Belgrado, societa che si occupa di gestione di investimenti nei settori dell agribusiness (produzioni di analisi settoriali, costutuzione di uffici di rappresentanza e di imprese, preparazione di progetti di investimento, due diligence, deal structuring), di risorse umane (performance management, formazione, coaching, trattative sindacali, post acquisizione e fusioni, licenziamenti), dello sviluppo di idee progettuali (per il finanziamento da parte di partner locali ed esteri, instituzioni, fondi di investimento, ONG), di strategie di agribusiness, PR & Marketing, soluzioni ERP e IT.