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CORDIVARI S.R.L. ZONA INDUSTRIALE PAGLIARE 64020 MORRO D ORO (TE) Studio Preliminare Ambientale VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA Art. 20 D.L.gs. del 03/04/2006 n. 152 e successive modifiche ed integrazioni, allegato IV punto 8 lettera T TITOLO: Manutenzione e Ampiamento zona di stoccaggio reflui e prodotti chimici complesso industriale (serbatoi di stoccaggio zona reparto zincheria), e realizzazione nuova zona destinata al magazzino prodotti chimici sito Autorizzato AIA (DPC025/226 del 24/11/2017). DATA 06/04/2021 1

1. INTRODUZIONE La Cordivari S.r.l. è stata costituita in data 11/05/1989, esercita attività di produzione di autoclavi, di gruppi termici, di serbatoi e contenitori in genere ad uso civile ed industriale ed ogni altro prodotto affine e connesso con i prodotti e gli articoli sopraelencati, svolge inoltre attività di progettazione e di finitura superficiale dei metalli in riferimento a tutti i prodotti immessi sul mercato. La Zona Industriale Pagliare nella quale è ubicata la ditta Cordivari srl, trova collocazione nella periferia sud-ovest della frazione di Pagliare di Morro D oro. La via di accesso della Zona Industriale Pagliare, trova sfogo nella Strada Statale SS150, strada che collega l Autostrada A14 uscita Roseto degli Abruzzi con l Autostrada A24 uscita Villa Vomano. Il complesso industriale, della ditta Cordivari srl ha una superficie totale di mq 100.542, censito nel Catasto Fabbricati del Comune sopra riportato e nel Catasto Terreni nel fg. 26 part.lle 724-241-221-626-666-652. Nella Zona D3 l indice di Utilizzazione Fondiaria e di 0.55 mq/mq, ciò permette di poter ancora realizzare, oltre ai 27.210 mq attuali, una superficie coperta da utilizzare a capannone di produzione o magazzini pari a 28.088 mq. L azienda rientra per alcune delle sue attività nei progetti sottoposti alla Verifica di Assoggettabilità delle regioni e delle Province autonome come previsto dall allegato IV del D. Lgs. 4/08, e precisamente individuati nei punti: Punto 3 lettera c (Impianti destinati alla trasformazione di metalli ferrosi mediante: laminazione a caldo con capacità superiore di 20 tonnellate di acciaio grezzo all ora). Punto 7 lettera za (impianti di smaltimento di rifiuti pericolosi, mediante operazione di cui all allegato B lettera D2, D8 e da D13 a D15, ed all allegato C da R2 a R9, della parte IV del Decreto legislativo 3 Aprile 2006, n 152). L intervento e sottoposto a procedura A.I.A. ai sensi del D. Lgs. 59/05 La presente relazione costituisce lo Studio preliminare Ambientale da allegare alla domanda di Verifica di Assoggetabilità. 2

2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE DELL IMPIANTO La Zona Industriale Pagliare nella quale è ubicato il sito della ditta Cordivari srl di cui trattasi, è posta nella periferia sud-ovest della frazione di Pagliare di Morro D Oro Il complesso industriale (sito di Pagliare) della ditta Cordivari srl ha una superficie totale di mq. 100.542, ed è censito nel Catasto Fabbricati del Comune di Morro D Oro e nel Catasto Terreni al fg. 26 part.lle 724-241-221-626-666-652. PIANO REGOLATORE del Comune di MORRO D ORO Il vigente Piano Regolatore Generale del Comune di Morro d Oro, inserisce l area in oggetto in gran parte nella sottozona D3 avente destinazione urbanistica Industriale-Artigianale nella quale il PRG si attua attraverso l intervento edilizio diretto nei limiti di quanto stabilito nel Piano di dettaglio del comparto M1. Piccole porzioni, a Nord di via Leonardo da Vinci e ad Ovest di Via Padova sono rispettivamente inserite nella sottozona D2 - Artigianale-Commerciale e D1 Direzionale nella quale il PRG si attua attraverso l intervento edilizio diretto (nel primo caso nei limiti di quanto stabilito nel Piano di dettaglio del comparto M2). Stralcio del PRG di Morro D Oro e relativa legenda 3

PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE Stralcio carta PTP Unità Ambientali L art. 4 delle NTA di P.T.P. definisce le UNITÀ AMBIENTALI come componenti del sistema ambientale e culturale individuate dal P.T.P. come ambiti morfologici omogenei. L Unità Ambientale relativa al nostro sito è la Pianura alluvionale caratterizzata da paesaggio con pattern insediativo vallivo arteriale (IPA) Le Unità ambientali vengono altresì esaminate e dettagliate in ragione di tipi di paesaggio per i quali, per i principali tipi, si forniscono: descrizione, caratteri e indirizzi specifici. La relativa scheda Indirizzi per le unità ambientali, Art. 4 NTA contenuta nell Allegato 2 delle NTA del PRP è la seguente: 1. Descrizione caratteri Comprende i tratti medio e terminale della piana alluvionale delle aste fluviali del Tordino e del Vomano. Si caratterizza per il pattern insediativo costituito prevalentemente da insediamenti arteriali a debole complessità e scarsa profondità, impostati sulla viabilità di collegamento infravalliva tra i nuovi centri consolidati di fondovalle posti sui terrazzi più antichi ed i centri di crinale e di mezza costa del versante opposto, in corrispondenza dei nodi della stessa viabilità con le aste delle statali di fondovalle. Lungo gli stessi collegamenti si collocano anche i maggiori insediamenti produttivi strutturati (aree industriali ed aree N.S.I.), che occupano l intera profondità della piana fino ai margini degli alvei (Bellante, Mosciano S. A., Colleranesco, Castelnuovo Vomano, Notaresco, Roseto) e per molti dei quali è in atto un processo di riconversione commerciale legata alla grande distribuzione. 4

All interno di questa maglia insediativa, in continua competizione con le spinte espansive degli insediamenti, il territorio agricolo è quasi interamente destinato a seminativo irriguo e, particolarmente nel tratto terminale della valle del Vomano, alle colture ortofrutticole. 2. Indirizzi specifici I nuovi interventi di trasformazione dovranno tendere a garantire una maggiore complessità funzionale e morfologica degli insediamenti recenti esistenti, senza rilevanti incrementi degli stessi, e la definizione di margini degli insediamenti verso il territorio agricolo e la loro qualificazione morfologica e formale evitando la saldatura tra i diversi aggregati. Le trasformazioni relative agli insediamenti produttivi industriali e commerciali dovranno essere limitate al completamento di quelli esistenti. Eventuali necessari incrementi localizzati degli impianti e degli insediamenti esistenti, non dovranno comportare riduzioni significative del territorio agricolo produttivo né interessare aree ad elevata produttività agricola o comprometterne l utilizzo. Gli interventi relativi a nuovi insediamenti produttivi o alla trasformazione di quelli esistenti dovranno essere commisurati ad un regime di consumo idrico compatibile con i limiti di disponibilità dell area anche con riferimento ad interventi migliorativi o integrativi (reimpiego acque depurate, adduzione tramite canale, ricarica artificiale della falda) e garantire l equilibrio idrologico dell acquifero e l assenza di rischi di inquinamento delle acque sotterranee. Gli ambiti di foce del Tordino e del Vomano si presentano come i meno antropizzati tra le aste fluviali della provincia; dovrà pertanto essere garantita la loro libera evoluzione, senza opere rigide di difesa o per porti e darsene, o comunque limitandone al minimo il loro impatto sulladinamica fluviale naturale. 5

IL SISTEMA INSEDIATIVO B.1 INSEDIAMENTI STORICI Art.18 B.2 INSEDIAMENTI RECENTI CONSOLIDATI Art.18 B.3 INSEDIAMENTI RECENTI IN VIA DI CONSOLIDAMENTO Art.18 B.4 NUCLEI ED INSEDIAMENTI SPARSI Art.18 B.5 INSEDIAMENTI MONOFUNZIONALI Art.19 B.5.1 Da rilocalizzare B.6 COMPARTI DA RISERVARE PRIORITAMENTE ALLO SVILUPPO DEL SISTEMA DEL VERDE URBANO B.7 VARCHI E DISCONTINUITA' DEL SISTEMA INSEDIATIVO DA CONSERVARE PER USI URBANI NON INSEDIATIVI B.8 TERRENI AGRICOLI PERIURBANI CON FUNZIONI DI RIEQUILIBRIO ECOLOGICO RISPETTO ALL'AREA URBANA Art.19 Art.20 Art.22 Art.23 B.9 IL TERRITORIO AGRICOLO B.9.1 Aree agricole Art.24 B.9.2 Aree agricole di rilevante interesse economico Stralcio carta PTP Sistema ambientale ed insediativo Art.24 Ai sensi dell art. 4 delle NTA di PRP il territorio provinciale è articolato in Sottosistemi territoriali ed Unità insediative. Il nostro sito è in gran parte compreso nell art. 19 Insediamenti monofunzionali e, nella parte più a Sud nell art. 24 Territorio agricolo. Tale ultima classificazione è però di fatto superata dall attuale destinazione industriale del sito, a seguito di variante specifica in attuazione di un PRUSST e conseguente parere favorevole della Provincia di Teramo. Pertanto si riporta unicamente quanto previsto dall art. 19: 1. Gli insediamenti monofunzionali sono quelli prevalentemente non residenziali con destinazione e tipologia di utilizzazione dello spazio che, per ragioni di funzionalità proprie ed in rapporto al sistema delle relazioni, richiedono una specifica localizzazione. 2. Le prescrizioni del presente articolo hanno efficacia differita: i Comuni, in sede di formazione e/o di adeguamento dei propri strumenti urbanistici dovranno precisarne, in ragione della loro scala grafica, il perimetro e le norme di uso e di intervento, nel rispetto delle prescrizioni contenute nel presente articolo. 3. Le localizzazioni già individuate negli strumenti urbanistici comunali, in relazione alle norme transitorie di cui al successivo articolo 30, sono da intendersi confermate nel P.T.P. anche se non riportate nella cartografia in scala 1:25.000. Soltanto dopo il loro completamento e la saturazione delle aree in esse disponibili, potrà prevedersi l individuazione di nuove aree. 6

L eventuale previsione di nuove aree nei nuovi strumenti urbanistici comunali o varianti di quelli vigenti, per ragioni strettamente tecniche derivanti dalle caratteristiche della specifica attività da insediare, dovrà fondarsi su idonea documentazione del bisogno da cui consegue la proposta. La documentazione dovrà verificare l'inopportunità di perseguire l'uso di aree già individuate nel vigente strumento urbanistico, e non attuate, proponendo se necessario la riduzione delle superfici in precedenza previste ma non poste in uso, per una superficie pari alle nuove previsioni. La previsione di nuove aree dovrà comunque tener conto degli ambiti preferenziali di localizzazione di cui al successivo comma 5 per le attività di livello provinciale ed intercomunale, delle aree dimesse o dismettibili da attività produttive, delle prescrizioni e degli indirizzi per il sistema ambientale, delle prescrizioni e degli indirizzi per il sistema infrastrutturale e della mobilità. 4. Per le aree esistenti, insediate o previste come tali dagli strumenti urbanistici vigenti, non compatibili con le condizioni ambientali, idro-geologiche o urbanistiche della zona, contraddistinte con la lettera R, le amministrazioni comunali dovranno prevedere la loro rilocalizzazione, verificando in primo luogo la saturazione delle altre aree già previste e parzialmente utilizzate, nonché la disponibilità di aree nelle quali si sia verificata la dismissione di attività produttive. Sono comunque da considerare come aree da rilocalizzare R le aree insediate e/o previste come insediabili dagli strumenti urbanistici comunali ricadenti entro aree esondabili come risultanti da atti di Enti competenti in materia: Servizi idrografici del Genio Civile, Autorità di Bacino ecc. 5. Gli ambiti preferenziali di localizzazione di nuove attività produttive o di servizio che richiedono una notevole occupazione di suolo sono individuati nella cartografia in scala 1:75.000. Tali ambiti sono distinti in: - aree di incentivazione che possono sopportare ulteriori sviluppi in termini coerenti rispetto al sistema infrastrutturale esistente e di previsione e compatibili con il contesto urbano ed ambientale; - aree di razionalizzazione per le quali si pongono problemi di riorganizzazione e riqualificazione infrastrutturale e di riconfigurazione morfologica. Sono inoltre articolati per livello territoriale, in riferimento alle attrezzature ospitate, e per tipologia: - ambiti di concentrazione di livello provinciale o intercomunale, che si qualificano come aree ad elevato livello di infrastrutturazione, dai confini morfologicamente definiti, strettamente connesse con specifici nodi del sistema della mobilità. Gli strumenti di pianificazione comunale dovranno garantire che non venga compromessa, dagli interventi previsti nelle zone contigue, l accessibilità a detti ambiti dalle infrastrutture di livello provinciale ed intercomunale; - ambiti di diffusione di livello intercomunale, in cui l inserimento di attrezzature ed insediamenti produttivi compatibili è previsto in un contesto a più basso livello di infrastrutturazione, ed intervallato e/o integrato con gli insediamenti urbani e con le aree agricole. 6. Tali ambiti potranno essere precisati in sede di pianificazione urbanistica comunale e dovranno essere attuati per mezzo di un Piano d Area ai sensi dell art. 1 comma 9 delle presenti Norme, promosso dalla Provincia o dai Comuni interessati in forma associata. L attuazione degli interventi 7

previsti dal Piano sarà subordinata alla definizione di un apposito Accordo di Programma. Gli strumenti urbanistici comunali vigenti, anche attuativi, dovranno essere adeguati alle prescrizioni del Piano di Area. Il Piano d Area riguarderà: la connessione con il sistema della mobilità di scala provinciale ed intercomunale; la disposizione delle infrastrutture, degli impianti tecnologici, della viabilità e dei parcheggi, delle attrezzature generali, del verde pubblico; dovrà definire i tipi di attività insediabili compatibili con le caratteristiche ambientali, idro-geologiche ed urbanistiche. Inoltre dovrà curare l inserimento delle nuove previsioni nella struttura urbanistica del territorio interessato. Tipologie, caratteristiche, indici e requisiti funzionali degli interventi dovranno rispettare le indicazioni e le prescrizioni relative alle attrezzature ed alle aree produttive non agricole di cui ai successivi artt. 20 e 21. 7. Gli insediamenti monofunzionali individuati nelle tavole 1:25.000 di tipo produttivo industriale e/o artigianale, situati all interno degli insediamenti recenti consolidati, o contigui ad essi, costituiscono ambiti di elevata propensione alla trasformazione di rilevanza strategica per l assunzione di nuove funzioni a scala urbana e territoriale. Gli strumenti urbanistici comunali dovranno individuare quelle defunzionalizzate o di prevedibile defunzionalizzazione e definirne specifici indirizzi e regole di utilizzo e trasformazione. Il loro recupero dovrà contribuire all elevamento degli standards urbanistici ed ambientali dell insediamento. Pertanto dovrà essere garantita almeno il 70% della superficie fondiaria libera da costruzioni ed il rispetto delle prescrizioni e degli indici di cui al comma 3 dell art. 17 delle presenti Norme. 8

Stralcio carta PTP Sistema della mobilità Nell analisi del sistema della mobilità l impianto è ubicato in prossimità della Strada Statale 150 avente elevato scorrimento e a circa 2 Km. dal casello Roseto dell autostrada A14. PIANO REGIONALE PAESISTICO Il nostro sito, nell ambito delle "Categorie di tutela e valorizzazione" secondo cui è articolata nel P.R.P (Art. 4 delle NTA), la disciplina paesistica ambientale, ricade all interno di una zona: C) TRASFORMAZIONE CONDIZIONATA Complesso di prescrizione relativa a modalità di progettazione, attuazione e gestione di interventi di trasformazione finalizzati ad usi ritenuti compatibili con i valori espressi dalle diverse componenti ambientali. In particolare ricade nella Categoria di tutela e valorizzazione C1 dell ambito fluviale 8. Fiumi - Tordino e Vomano le cui disposizione sugli usi compatibili sono contenute nell art.71. Stralcio carta PRP 9

GEOLOGIA, GEOMORFOLOGIA, IDROGEOLOGIA (dati tratti da uno studio del geologo Dott. Umberto Biferi del 10/10/2008) Stralcio carta PTP Carta geologica LEGENDA GEOLOGICA DEPOSITI CONTINENTALI DEL QUATERNARIO DEPOSITI FLUVIALI DELL ALVEO ATTUALE (Olocene). Ciottoli eterometrici calcarei (dalle ghiaie arrotondate fino a grossi blocchi) in matrice sabbiosa e subordinatamente limoso-sabbiosa. DEPOSITI ALLUVIONALI DEL TERRAZZO RECENTE DI FONDOVALLE (Olocene). Ciottoli e ghiaie in matrice sabbiosa e limoso-sabbiosa, di natura prevalentemente calcarea e subordinatamente arenacea. I depositi sono ricoperti da una coltre di origine eluvio-colluviale litologicamente costituita da limi e limi argillosi di colore bruno-marrone con calcinelli inglobati. DEPOSITI ALLUVIONALI TERRAZZATI ANTICHI (Pleistocene medio-superiore) Ciottoli eterometrici di natura prevalentemente calcarea e subordinatamente arenacea, con più o meno abbondante matrice sabbiosa o sabbioso limosa. 10

DEPOSITI MARINI DEL PLIO-PLEISTOCENE MEMBRO ARGILLOSO-MARNOSO (Pliocene sup. - Pleistocene inf.). Argille sabbiose di colore grigio-azzurro, stratificate, con sabbia fine tra gli straterelli. In profondità le argille assumono una componente marnosa. CORDIVARI Srl INQUADRAMENTO GEOLOGICO GENERALE Il substrato geologico della zona è costituito dalle Argille sabbioso-marnose di colore grigio-azzurro (membro inferiore e intermedio della Formazione Mutignano), di origine marina, del Pliocene superiore - Pleistocene inferiore, che caratterizzano i rilievi collinari che circondano l area e visibili in affioramento lungo le zone calanchifere. Tale membro è litologicamente costituito da argille stratificate a componente sabbiosa, di colore grigio e grigio-azzurro, che in profondità e spostandosi verso Ovest assumono una componente marnosa. In discordanza angolare sulle argille-sabbiose della Formazione Mutignano, poggiano i sedimenti di origine continentale del Quaternario riferibili, in questa zona, ad un ambiente deposizionale di tipo fluviale e di tipo eluvio-colluviale. I depositi alluvionali sono morfologicamente distribuiti in quattro ordini principali di terrazzi a seconda delle quote che occupano sul livello del mare. I più antichi (I e II ordine - Depositi alluvionali terrazzati antichi del Pleistocene medio-superiore) sono presenti solo in sinistra idrografica; quelli recenti (III e IV Ordine, rispettivamente Depositi alluvionali del terrazzo recente di fondovalle (Olocene) e Depositi alluvionali dell alveo attuale (Olocene)) sono presenti anche in destra idrografica. Entrambi sono litologicamente costituiti da ciottoli eterometrici (da ghiaie fino a grossi blocchi) di natura prevalentemente calcarea, subordinatamente arenacea, in matrice sabbiosa e sabbioso-limosa. I depositi alluvionali della piana recente di fondovalle sono ammantati da una coltre di origine eluvio-colluviale, di spessore variabile e che tende a diminuire spostandosi dalla base dei versanti collinari verso l alveo attuale del Vomano. Questi terreni di copertura sono litologicamente costituiti da limi argillosi e limi sabbiosi di colore da avana a bruno con inglobati minuti relitti delle rocce pelitiche del substrato e noduli concrezionari calcitici ( calcinelli ). Le modalità di sedimentazione della coltre sono legate ad un accumulo nelle aree più depresse ad opera delle acque di ruscellamento superficiale che trasportano i materiali a grana fine e finissima provenienti dal progressivo smantellamento superficiale dei versanti. Dal punto di vista geo-morfologico la zona d interesse non è interessata da fenomeni, pur essendo posta in prossimità di orli di scarpata fluviale o torrentizia, peraltro NON attivi. 11

Stralcio carta PTP Carta geomorfologica INQUADRAMENTO IDROGRAFICO E IDROGEOLOGICO L area oggetto di studio, ricade nella porzione medio-inferiore del bacino idrografico del Fiume Vomano, che scorre nella parte settentrionale dell Abruzzo ed il suo percorso (68 Km) è quasi completamente compreso nella Provincia di Teramo ad esclusione di un breve tratto iniziale nella Provincia di L Aquila. Esso confina a Nord con il bacino del Tordino e a Sud, procedendo dalle zone interne verso la costa, con il bacino dell Aterno - Pescara, con il bacino del Fino - Tavo - Saline e con il bacino del Fiume Piomba. 12

Il sito del Polo Produttivo di Via Padova è ubicato in sinistra idrografica del Fiume Vomano (corpo idrico principale), ad una distanza di circa 1 km dal suo alveo attuale, nella porzione di bacino compresa tra le località Notaresco e Santa Lucia di Roseto degli Abruzzi. In particolare l area in studio è compresa tra il Fosso di Morro ad Ovest e il Fosso Pagliare ad Est e a Sud dal Fosso Mulino Savini. Il Fosso di Morro e il Fosso Pagliare, alimentati dalle piogge dirette e dai terrazzi alluvionali antichi, hanno un andamento circa N-S e dopo un percorso rettilineo si immettono nel Fiume Vomano, alimentando in parte, durante il loro percorso, l acquifero di fondovalle. Il Formale Mulino Savini scorre per un primo tratto in direzione E-W, circa parallelamente al Vomano, per poi deviare il suo percorso in direzione S-SE per immettersi nel Fiume Vomano. Complessi Idrogeologici Sulla base delle litologie presenti nell intorno dell area, è possibile distinguere terreni con caratteristiche idrogeologiche differenti che sono stati distinti e raggruppati in complessi idrogeologici. A tal fine distinguiamo: Complesso delle argille marnose e sabbiose (Pliocene superiore - Pleistocene inferiore). E litologicamente caratterizzato da argille più o meno marnose, ben stratificate e costituisce il substrato geologico sul quale poggiano i depositi continentali quaternari. Si caratterizza per una bassissima permeabilità e quindi da una circolazione sotterranea molto limitata o assente, svolgendo la funzione di acquiclude, e sostenendo le falde contenute nei depositi alluvionali di fondovalle. Complesso dei depositi alluvionali terrazzati antichi (Pleistocene). Comprende i depositi alluvionali antichi distribuiti sul versante della sinistra idrografica del Vomano e solo in parte sul versante della destra idrografica. E litologicamente caratterizzato da corpi lentiformi con più o meno abbondante matrice sabbioso-limosa, variamente estesi e con diverse intercalazioni di strati e lenti di sabbie e sabbie limose, più frequenti e spesse nella porzione sommitale del singolo episodio alluvionale. La permeabilità di questo complesso idrogeologico, varia piuttosto sensibilmente (da modesta ad elevata) in funzione della granulometria e dell abbondanza della più fine frazione interstiziale. I depositi terrazzati antichi risultano di limitato spessore e sono talora separati da affioramenti del substrato argilloso. Questo fa sì che essi non costituiscano un acquifero di particolare importanza, ma rappresentano spesso degli acquiferi isolati con funzioni di ricarica di depositi terrazzati bassi sia direttamente che attraverso le coltri eluvio-colluviali. Complesso dei depositi alluvionali attuali e recenti di fondovalle (Olocene). Esso caratterizza la piana alluvionale recente del fiume Vomano. E litologicamente costituito da ciottoli calcarei e subordinatamente arenacei, ghiaie calcaree e sabbie. Lo spessore di tale complesso è variabile crescendo gradualmente procedendo verso l alveo attuale e verso la costa. Tale complesso è sede di un acquifero monostrato a superficie libera la cui ricarica è data dalle pioggie dirette e dai contributi provenienti dai territori a monte, in particolare dai terrazzi antichi posti a quote più elevate rispetto al fondovalle. 13

Tale complesso idrogeologico è ricoperto da una coltre eluvio-colluviale, litologicamente costituita da limi argillosi debolmente sabbiosi, di spessore variabile da 3,5 m a 5,2 m, caratterizzata da bassi valori di permeabilità. Per una visione areale dei Complessi Idrogeologici sopra descritti si rimanda alla CARTA IDROGEOLOGICA: Piezometria Al di sotto del Polo Produttivo Cordivari è presente una falda idrica di subalveo, ad andamento circa W-E alimentata dalle acque del Fiume Vomano e dai contributi provenienti dai territori posti a Nord e cioè dalle acque sotterranee presenti nei terrazzi antichi (I e II ordine). Ad Ovest del Polo Produttivo, tra le località di Monte Gualtieri e Passamadama, a causa di processi erosivi in atto, il fiume scorre incassato nelle argille marnose di base, a quote più basse di quelle dello strato ghiaioso, creando, quindi, le condizioni per il drenaggio della falda da parte del fiume e causando nell intorno della zona d alveo, un abbassamento generalizzato dei livelli idrici dell acquifero alluvionale. Nella TAV. 5 viene riportata la carta piezometrica dell acquifero alluvionale del fiume Vomano. La profondità della falda idrica è stata misurata, con un freatimetro elettrico, all interno di due pozzi ad uso industriale (P1 e P2) e di un piezometro a tubo aperto (S.1) presenti all interno della proprietà Cordivari (vedi TAV.3). Qui di seguito si riporta una tabella dei livelli idrici misurati. 11/10/2000 19/11/2001 17/01/2002 29/07/2004 Pozzo P1-14,60 m dal p.c. - 15,60 m dal p.c. Pozzo P2-12,80 m dal p.c. - 12,32 m dal p.c. Piezometro S1-11,60 m dal p.c. - 11,33 m dal p.c. 14

Vulnerabilità dell acquifero Le caratteristiche idrogeologiche del territorio determinano le condizioni di vulnerabilità del corpo idrico sotterraneo, in pratica l attitudine del corpo stesso ad essere raggiunto da sostanze inquinanti. Nel nostro caso la falda acquifera è da considerarsi protetta da eventuali sversamenti superficiali di sostanze inquinanti. L acquifero, infatti, è protetto da una coltre limoso-argillosa a bassa permeabilità (k = 10-4 10-6 cm/sec), di spessore variabile da 3,50 m a 5,20 m, e da uno strato di terreno di riporto, spessore 0,50 0,7 m, che lo isolano dalla superficie topografica. 15

Stralcio carta PTP Carta idrogeologica PIANO DI BACINO FENOMENI GRAVITATIVI E PROCESSI EROSIVI (PAI) Per l inquadramento territoriale è stato valutata la classificazione dell area a livello di Piano Stralcio di Bacino per l'assetto Idrogeologico dei Bacini Idrografici di Rilievo Regionale Abruzzesi e del Bacino Interregionale del Fiume Sangro "Fenomeni Gravitativi e Processi Erosivi" (di seguito denominato PAI). Nel PAI, dal punto di vista dei fenomeni gravitativi e processi erosivi, l area non ricade in nessuna delle aree classificate a livello di pericolosità (pericolosità moderata P1 - pericolosità elevata P2 - pericolosità molto elevata - P3 Pscarpate), né nelle quattro classi di rischio (moderato R1, medio R2, elevato R3 e molto elevato R4); anche dal punto di vista geomorfologico non emergono aspetti significativi come si evince dagli stralci delle rispettive carte che seguono. PIANO STRALCIO DI DIFESA ALLUVIONI (PSDA) In merito ad alluvioni ed esondazioni, dal Piano stralcio di difesa alluvioni (PSDA) risulta analogamente che l area, distante circa 1,5 Km. dall alveo del fiume Vomano, non ricade in nessuna delle aree classificate a livello di pericolosità idraulica (molto elevata, elevata, media, moderata), né nelle quattro classi di rischio (moderato R1, medio R2, elevato R3 e molto elevato R4, come si evince dagli stralci delle rispettive carte che seguono. 16

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Carta della pericolosità da frana 18

Carta del rischio da frana 19

Carta della pericolosità idraulica Carta del rischio idraulico 20

3. IMPATTI AMBIENTALI Questo capitolo è preposto alla descrizione dell ambiente ed in particolare dell impatto generato dall impianto sulle diverse componenti ambientali. ARIA La qualità dell aria è influenzata dalle emissioni da sorgenti e dalle interazioni atmosferiche. Le sorgenti di inquinamento possono essere distinte in mobili e fisse. Le prime includono autoveicoli, aerei, navi, treni ecc, le seconde includono centrali termoelettriche, centrali termiche civili, raffinerie, impianti industriali ecc. Per ciò che concerne il caso in esame le emissioni in atmosfera sono generate dalle varie tipologie di lavorazioni svolte dai reparti della Codivari srl come riportate nell Elaborato Tecnico Descrittivo ed autorizzati secondo la normativa vigente, tutte le Autorizzazioni sono incluse nell Autorizzazione A.I.A. n 20 del 01/09/2006. In fase di cantiere, per tutta la durata dei lavori la qualità dell aria sarà influenzata dalle emissioni di sorgenti mobili, ossia mezzi d opera, in quanto l intervento non prevede la demolizione di manufatti esistente, quali potenziali sorgenti per il rilascio di sostanze in atmosfera. SUOLO E SOTTOSUOLO Le aeree esterne sono pavimentate con asfalto, i rifiuti sono stoccati in aree coperte, all esterno non vengono svolte lavorazioni o magazzini di materie prime, ma vengono stoccate alcune tipologie di prodotto finito e avvengono alcune operazioni di carico e scarico merci. E stata svolta un analisi del sottosuolo con relazione tecnica che e allegata alla documentazione consegnata come prevista dalla procedura. L area oggetto dell intervento non subirà nessun mutamento. ACQUA Il principale corso d acqua che scorre nelle vicinanze del sito produttivo della Cordivari srl è il Fosso Molino Savini che si immette successivamente nel fiume Vomano. Dal ciclo lavorativo, in particolare nelle fasi di trattamento dei metalli, si genera dell acqua di scarto che viene inviata all impianto di depurazione aziendale. Tale scarico è autorizzato dalla provincia di Teramo VIII settore Ambiente Energia Servizio tutela acque, ed e incluso nell Autorizzazione A.I.A. n 20 del 01/09/2006. In fase di cantiere, e previsto consumo di acqua solo ed esclusivamente per le fasi costruttive. FLORA, FAUNA, ECOSISTEMI L impianto della Cordivari srl non va ad alterare ed influenzare la flora e la fauna caratterizzanti l area in oggetto in quanto priva di vegetazione Al fine di ridurre l impatto della nuova costruzione non ha nessun impatto. 21

RUMORE E VIBRAZIONI Il rumore generato dall impianto è misurato da relazione tecnica dove sono riportati i punti di misura allegata alla documentazione consegnata come previsto dalla procedura. Il rumore generato dall impianto è misurato da relazione tecnica dove sono riportati i punti di misura allegata alla documentazione consegnata come previsto dalla procedura. L attività di cantiere prevista non produce emissioni sonore, che possono inalterare quelle esistenti delle attività produttive esistenti. Le emissione sonore prodotte non saranno superiori ai valori limiti di immissione/emissione consentiti dalla normativa vigente. Non sono generate vibrazioni. RADIAZIONI Allegata alla documentazione consegnata come prevista dalla procedura relazione dei campi elettromagnetici. Non vi sono lavorazioni che emettono radiazioni. PAESAGGIO L impianto è già esistente e si integra con il paesaggio circostante in quanto consta essenzialmente di edifici industriali mitigati lungo tutto il perimetro con piantagioni e verde. Non esistono strutture che generano impatto visivo o che alterano il paesaggio esistente. Non sono previste nuove costruzioni. Manutenzione Straordinaria, e nuova realizzazione della zona di stoccaggio reflui e prodotti chimici: Nell area esterna zona ovest adiacente all impianto di zincatura a caldo esiste una zona di stoccaggio riportato nel giudizio CCRVIA n 2774 del 23/03/2017 e nel provvedimento dell Autorizzazione Integrata Ambientale DPC025/226 del 24/11/2017. La zona di stoccaggio esistente presente nell Autorizzazione sopra citata, e composta da due vasche di contenimento, una di mc 59 dove sono alloggiati sei serbatoi di polietilene che hanno una capacità di stoccaggio di litri 33.000 per serbatoio, e una di 10 mc adiacente a quella di 59 mc collegata tra di esse tramite dei fori in quando la natura dei prodotti stoccati e la stessa, dove e alloggiato un serbatoio in vetroresina che ha una capacità di stoccaggio di litri 15.000 (non sottoposta a nessuno intervento dopo un analisi fatta si ritiene che sia il serbatoio che l impianto idraulico e il trattamento del bacino di contenimento sia integro e non mostra segni di invecchiamento essendo stato realizzato in un secondo momento da quello sottoposto a manutenzione). 22

Nella zona sopra descritta l azienda ha deciso di intervenire con una manutenzione straordinaria, in quanto sia l impianto idraulico che collega i sei serbatoi e gli stessi sono datati, e quindi si ritiene per una tranquillità e una sicurezza ambientale si deve intervenire con uno smantellamento dell impianto esistente e il ripristino con un nuovo impianto di stoccaggio. Per i motivi sopra riportati e per rendere lo stoccaggio più sicuro si è studiato e progettato la soluzione che di seguito viene esposta: L intervento prevede la separazione della vasca di contenimento attualmente in uso, in due tramite la realizzazione di un muro in cemento armato, una di 38 mc dove saranno alloggiati quattro serbatoi da 20.000 lt e una di 21 mc dove saranno alloggiati due serbatoi da 20.000 lt, e la manutenzione di tutto il bacino di contenimento mediante il rifacimento totale del trattamento di impermeabilizzazione antiacido dello stesso, l intervento prevede la realizzazione di un nuovo collegamento idraulico degli stessi. I serbatoi saranno destinati a contenere i liquidi sotto riportati: Vasca di contenimento da 21 mc: i due serbatoi da 20.000 lt saranno adibiti a scorta di sicurezza per contenere i reflui proveniente dell impianto di verniciatura a polvere (attualmente i reflui provenienti dal pretrattamento dell impianto di verniciatura a polvere vanno direttamente allo stoccaggio dell impianto di depurazione dove e previsto uno stoccaggio a servizio dell impianto) si è pensato di prevedere e realizzare uno stoccaggio di emergenza in caso ci sia un fermo tecnico dell impianto di depurazione e i serbatoi attuali si riempiono e l intervento di ripristino non e terminato si provvederà ad utilizzare i due serbatoi di stoccaggio che l azienda ha pensato di prevedere per non bloccare la produzione nel reparto da cui proviene il refluo. Se si ha l esigenza di utilizzare i serbatoi per quanto sopra descritto una volta finita l emergenza e l impianto di depurazione viene rimesso in marcia, e previsto il trasferimento dei reflui stoccati tramite una pompa dedicata e con una conduttura già esistente ai serbatoi già in uso per gli stessi reflui collegati all impianto di depurazione. Vasca di contenimento da 38 mc: in questa vasca saranno posizionati quattro serbatoi da 20.000 lt, i quali saranno destinati a contenere i seguenti liquidi: Due destinati a contenere acido cloridrico puro ad una concentrazione del 32 33% da utilizzato nella preparazione del decapaggio del pretrattamento dell impianto di zincatura a caldo. Uno destinato a contenere reflui provenienti dal pretrattamento del reparto zincatura a caldo da depurare. Uno rimane vuoto destinato come stoccaggio di sicurezza. 23

Quindi con l intervento sopra descritto inserendo sei serbatoi da 20.000 lt, al posto dei sei da 33.000 lt si aumenta la sicurezza ambientale dell impianto, oltre ad avere una capacità superiore di stoccaggio della vasca di contenimento, in caso di un eventuale rottura di un serbatoio o di qualsiasi altra tipologia d incidente che potrebbe verificarsi, le quantità di prodotto che si potrebbero sversare e molto inferiore dai serbatoi presenti nello stoccaggio attuale. Per una ripartizione dei liquidi in modo più sicuro a livello ambientale, l azienda ha deciso di dedicare un altra zona per il contenimento di reflui provenienti dalle lavorazioni, spostando il magazzino dei prodotti chimici in un'altra zona che di seguito descriviamo, e dove è attualmente situato il magazzino dei prodotti chimici con vasca di contenimento collegato allo stoccaggio reflui del depuratore, la struttura già predisposta con muro di contenimento su tutte e quattro i lati e con un apertura di circa tre metri con griglia di sicurezza per bloccare eventuali fuoriuscite di prodotti all esterno del magazzino. Per l ottenimento di una vasca di contenimento verrà realizzato un muro in cemento armato a chiusura dell apertura di tre metri che attualmente consente come sopra descritto l ingresso di carrelli elevatori, sarà eliminato il collegamento con lo stoccaggio dei reflui del depuratore per l ottenimento di un bacino ermetico, l intera vasca verrà impermeabilizzata con trattamento antiacido, ed avrà una capacità di contenimento pari ha 76 mc. All interno del nuovo bacino di contenimento saranno posizionati sei serbatoi da 20.000 lt l uno, e saranno destinati come sotto riportato: Uno destinato a contenere reflui provenienti dal pretrattamento del reparto zincatura a caldo da depurare. Tre destinati a contenere acido esausto da inviare ad impianti terzi per le operazioni di smaltimento. Due rimangono vuoti come stoccaggio di sicurezza. La soluzione che l azienda propone per (l eliminazione dei sei serbatoi da 33.000 lt ancora performanti ma datati con sei da 20.000 lt, con il rifacimento di tutte le condutture idrauliche e la manutenzione straordinaria tramite impermeabilizzazione antiacido del bacino di contenimento esistente, e la realizzazione di un nuovo bacino di contenimento sempre impermeabilizzato con trattamento antiacido con altre sei serbatoi da 20.000 lt), l azienda dopo un attenta valutazione del rischio ambientale e sicura di realizzare una zona di stoccaggio reflui e prodotti chimici molto più efficiente e sicura, ottenendo una sicurezza ambientale ad un rischio uguale a zero rispetto alle condizioni ed alla capacità dei serbatoi attualmente installati. Tutti i serbatoi installati nei due bacini di contenimento saranno chiusi ermeticamente e gli stessi saranno collegati nella parte superiore tramite un collegamento idraulico che ha la funzione di captare i vapori che probabilmente si sviluppano e la conduttura che collega i serbatoi viene fatta finire all interno di un serbatoio che contiene acqua per la depurazione degli stessi (l acqua contenuta nel serbatoio denominato di gorgogliatore periodicamente viene inviata all impianto di 24

depurazione aziendale facendola confluire nei serbatoi denominati reflui impianto di zincatura essendo loro della stessa natura). Di seguito si riporta un confronto della situazione di stoccaggio attuale e di quella che l azienda intende realizzare: Stoccaggio Attuale Stoccaggio Futuro Differenze di stoccaggio Due serbatoi da 33.000 lt per lo stoccaggio di acido cloridrico 32 33%. Due serbatoi da 20.000 lt l uno per lo stoccaggio di acido cloridrico 32 33%. Avremo una potenzialità di stoccaggio di acido cloridrico 32 33% inferiore di 26.000 lt. Due serbatoi di stoccaggio da 33.000 lt per l acido esausto. Un serbatoio di stoccaggio da 33.000 lt per i reflui dell impianto di zincatura. Un serbatoio di stoccaggio di stoccaggio da 33.000 lt di sicurezza. Tre serbatoi da 20.000 lt l uno per acido esausto. Due serbatoi di stoccaggio da 20.000 lt l uno per i reflui impianto di zincatura. Tre serbatoi di stoccaggio da 20.000 lt l uno di sicurezza. / Due serbatoi di stoccaggio da 20.000 lt l uno di sicurezza per i reflui del reparto verniciatura. Avremo una potenzialità di stoccaggio di acido esausto inferiore di 6.000 lt. Avremo una potenzialità di stoccaggio di reflui provenienti dall impianto di zincatura maggiore di 7.000 lt. Avremo una potenzialità di stoccaggio di sicurezza maggiore di 27.000 lt. Avremo una potenzialità di sicurezza di 40.000 lt a servizio dell impianto di verniciatura/depurazione. Da un analisi della tabella sopra schematizzata, si evidenzia che l azienda attualmente ha una capacità di stoccaggio che da 198.000 lt, quella futura sarà di 240.000 lt quindi avremo un incremento di 42.0000 lt. Nella situazione attuale da una capacità di stoccaggio di 198.000 lt e previsto uno stoccaggio di sicurezza di 33.000 lt, nella situazione futura con 240.000 lt di stoccaggio prevista avremo 60.000 lt di stoccaggio di sicurezza, analizzando quando sopra riportato si evidenzia che attualmente senza considerare i serbatoi previsti di sicurezza la capacità di stoccaggio e di 165.000 lt e nel progetto che l azienda intende realizzare senza considerare i serbatoi previsti di sicurezza la capacità di stoccaggio sarà di 180.000 lt, l incremento della capacità di stoccaggio sarà di 15.000 lt, ma se si prende in considerazione la destinazione riportato sul progetto e nella tabella sopra riportata possiamo anche dire che i due serbatoi con una capacità complessiva di 40.000 lt che verranno installati come stoccaggio di sicurezza per il reparto verniciatura resteranno sempre inutilizzati ma se per un eventuale emergenza ci sarà la necessità dell utilizzo lo stesso sarà per un periodo di poche ore o qualche giorno. Si ritiene che la capacità dei bacini di contenimento rispondano a quanto previsto dal D.L.gs. 152/1999 e dal D.L.gs. 258/2000. 25

Dalla valutazione sopra relazionata, possiamo tranquillamente affermare che il progetto proposto dall azienda e che la stessa intende realizzare, evidenzia dei notevoli miglioramenti di sicurezza ambientale, in rapporto allo stoccaggio attualmente presente in azienda. L operazione consisteste nello smantellamento dell impianto esistente e i materiali smantellati verranno trattati come rifiuti e mandati al recupero o smaltimento tramite ditte autorizzate (materiale plastico), la realizzazione del muro in cemento armato per la separazione del bacino esistente e la realizzazione di un muro di cemento armato di circa tre metri per la realizzazione del secondo bacino di contenimento, verrà fatta una manutenzione di impermeabilizzazione straordinaria delle vasche di contenimento con prodotti antiacido, installazione di nuovi serbatoi realizzati e certificati a contenere prodotti chimici e i reflui trattati dall azienda, realizzazione della conduttura idraulica in materiale plastico atto a trasferire i liquidi stoccati, montaggio impianto di aspirazione e di abbattimento vapori collegato ad un impianto di gorgogliamento già esistente e riportato nell autorizzazione in essere dell azienda denominato E27. Il magazzino dei prodotti chimici che attualmente e collocato dove e progettato il nuovo bacino di contenimento, viene spostato in una zona coperta adiacente all impianto di depurazione già esistente(come da tavola allegata al procedimento), dove sarà realizzato un bacino di contenimento con pozzetto di raccolta, ci sara installata una scaffalatura e l intera superfice interessata al magazzino verrà trattata con un prodotto antiacido. Tutti i rifiuti prodotti nelle attività di smantellamento e manutenzione sopra descritti, compreso i sei serbatoi da 33.000 lt saranno gestiti come rifiuti quindi classificati e inviati presso impianti terzi come previsto dalla normativa vigente per attività di recupero o smaltimento. 1. IMPATTI AMBIENTALI Questo capitolo è preposto alla descrizione dell ambiente ed in particolare dell impatto generato dall impianto sulle diverse componenti ambientali. ARIA La qualità dell aria è influenzata dalle emissioni da sorgenti e dalle interazioni atmosferiche. Le sorgenti di inquinamento possono essere distinte in mobili e fisse. Le prime includono autoveicoli, aerei, navi, treni ecc, le seconde includono centrali termoelettriche, centrali termiche civili, raffinerie, impianti industriali ecc. Per ciò che concerne il caso in esame le emissioni in atmosfera sono generate dalle varie tipologie di lavorazioni svolte dai reparti della Codivari srl come riportate nell Elaborato Tecnico Descrittivo ed autorizzati secondo la normativa vigente, tutte le Autorizzazioni sono incluse nell Autorizzazione A.I.A. n 20 del 01/09/2006. Durante le operazioni di smantellamento dell impianto esistente non ci saranno operazioni o lavorazioni che creano emissioni in atmosfera. SUOLO E SOTTOSUOLO 26

Le aeree esterne sono pavimentate con asfalto, i rifiuti sono stoccati in aree coperte, all esterno non vengono svolte lavorazioni o magazzini di materie prime, ma vengono stoccate alcune tipologie di prodotto finito e avvengono alcune operazioni di carico e scarico merci. E stata svolta un analisi del sottosuolo con relazione tecnica che e allegata alla documentazione consegnata come prevista dalla procedura. Non sono previsti interventi sul suolo e sottosuolo. ACQUA Il principale corso d acqua che scorre nelle vicinanze del sito produttivo della Cordivari srl è il Fosso Molino Savini che si immette successivamente nel fiume Vomano. Dal ciclo lavorativo, in particolare nelle fasi di trattamento dei metalli, si genera dell acqua di scarto che viene inviata all impianto di depurazione aziendale. Tale scarico è autorizzato dalla provincia di Teramo VIII settore Ambiente Energia Servizio tutela acque, ed e incluso nell Autorizzazione A.I.A. n 20 del 01/09/2006. Non previsto l utilizzo di acqua in caso di cantiere di cantiere e in produzione non vi sono variazioni da quelle attuali. FLORA, FAUNA, ECOSISTEMI L impianto della Cordivari srl non va ad alterare ed influenzare la flora e la fauna caratterizzanti l area in oggetto. Non sono previsti interventi che possono influenzare l ecosistema. RUMORE E VIBRAZIONI Non vi sono emissioni rumorose durante l attività di cantiere. Non sono generate vibrazioni. RADIAZIONI Allegata alla documentazione consegnata come prevista dalla procedura relazione dei campi elettromagnetici. Non sono previste emissioni di radiazioni. PAESAGGIO L impianto è già esistente e si integra con il paesaggio circostante in quanto consta essenzialmente di edifici industriali mitigati lungo tutto il perimetro con piantagioni e verde. Non esistono strutture che generano impatto visivo o che alterano il paesaggio esistente. Morro D Oro, lì 06 Aprile 2021 IL TECNICO INCARICATO 27