INDAGINE E VALUTAZIONE DEGLI ESITI OCCUPAZIONALI DELLE ATTIVITA REALIZZATE CON IL FSE (PLACEMENT) NEL TRIENNIO 2001-2003



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REGIONE MARCHE INDAGINE E VALUTAZIONE DEGLI ESITI OCCUPAZIONALI DELLE ATTIVITA REALIZZATE CON IL FSE (PLACEMENT) NEL TRIENNIO 2001-2003 RAPPORTO FINALE Roma, marzo 2005 R.T.I. CLES S.r.l./GRANDI NUMERI S.r.l.

INDICE INTRODUZIONE...1 1. CONSIDERAZIONI DI SINTESI...6 1.1. Esiti occupazionali degli interventi formativi...6 1.1.1. Rapporto tra tassi di occupazione e variabili socio anagrafiche dei formati...7 1.1.2. Rapporto tra tassi di occupazione e contenitori programmatici...8 1.1.3. Descrittori della condizione lavorativa e professionale a 6 e 12 mesi dalla chiusura delle attività formative e sull utilità degli interventi...9 1.2. Analisi sugli esiti della concessione di aiuti alle assunzioni..14 1.3. L applicazione di alcuni indicatori di valutazione...15 1.4. Le coerenze interne ed esterne al sistema regionale...16 1.5. I possibili impatti sul sistema...18 2. ELEMENTI DI CONTESTO E DELLA PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI SOTTOPOSTI A VERIFICA DEGLI ESITI OCCUPAZIONALI...20 2.1. Principali e più recenti dinamiche del mercato del lavoro regionale...20 2.1.1. La struttura demografica della Regione: alcuni elementi 21 2.1.2. Un confronto analitico tra le variabili del lavoro regionali, ripartizionali e nazionali nella transizione del mercato del lavoro verso la flessibilità...23 2.1.3. Le caratteristiche e le tendenze del mercato del lavoro regionale...26 2.1.4. L economia sommersa e informale...29 2.1.5. Elementi di sintesi...30 2.2. Ricostruzione delle azioni programmate e costruzione di uno schema di riferimento per l analisi del quadro attuativo regionale...32

3. IL CAMPIONE E LA METODOLOGIA DI INDAGINE...37 3.1. Il quadro di riferimento...37 3.2. Costruzione degli universi e dei campioni di indagine...38 3.3. Le interviste ed il questionario: descrizione degli strumenti e modalità di rilevazione...41 4. I PERCORSI FORMATIVI ED I DESTINTARI OGGETTO DI INDAGINE...44 4.1. Caratteristiche degli interventi formativi corsuali e individualizzati (work experience) a cui appartiene il campione di destinatari sottoposti all indagine...44 4.1.1. Attività corsuali...44 4.1.2. Analisi dei percorsi individuali (work experience)...59 4.2. Il profilo socio-anagrafico dei partecipanti alle attività... 61 4.2.1. Caratteristiche socio-anagrafiche dei partecipanti alle attività formative...61 4.2.3. Alcuni indicatori di valutazione... 66 5. RISULTATI DELL INDAGINE SUGLI ESITI OCCUPAZIONALI CON RIFERIMENTO AL CONTENITORE PROGRAMMATICO...67 5.1. Risultati degli esiti occupazionali per Misura...69 5.2. Risultati per tipologia di azione...74 5.3. Una lettura per singola tipologia di azione...79 5.3.1. tipologie di azione...79 5.3.2. Alta formazione...81 5.3.3. Obbligo Formativo...83 5.3.4. Post Obbligo Formativo e post Diploma...85 5.3.5. Istruzione e Formazione Tecnico Superiore (IFTS)...87 5.3.6. Percorsi integrati per la creazione di impresa...88 5.3.7. Percorsi integrati per inserimento lavorativo...90 5.3.8. Work experience - borse di lavoro...91 5.3.9. Work experience - tirocini...93

6. IL CONTRIBUTO DEGLI INTERVENTI FORMATIVI ALLA MODIFICA DELLA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI PARTECIPANTI E ALLA TRANSIZIONE AL LAVORO...95 6.1. Esiti occupazionali a sei mesi dalla conclusione dell intervento...96 6.1.1. Percorso ed esito formativo a sei mesi...98 6.2. Esiti occupazionali a dodici mesi dalla conclusione dell intervento...111 6.3. Evoluzione della condizione occupazionale nell arco temporale intercorso tra i 6 e i 12 mesi dalla conclusione della formazione...115 6.3.1. Persone sempre occupate...116 6.3.2. Occupati a sei mesi non occupati a 12 mesi...130 6.3.3. Non occupati a sei mesi occupati a 12 mesi...132 6.3.4. Sempre disoccupati e sempre inattivi...141 6.4. Lavoro informale...144 7. ESITI DELL INDAGINE SUGLI INCENTIVI ALLE ASSUNZIONI 146 7.1. Principali caratteristiche dei posti di lavoro creati e dei neoassunti...146 7.1.1. Analisi dello spaccato di incentivi all occupazione presi a riferimento per l indagine... 146 7.1.2. I neo-assunti: caratteristiche e distribuzioni...149 7.1.3. Le differenze territoriali... 158 7.1.4. La percezione e il ruolo attribuito agli incentivi... 162 7.2. Trasformazioni e passaggi: da un lavoro all altro e attraverso il lavoro incentivato... 163 7.2.1. Dal vecchio al nuovo lavoro...163 7.2.2. Cambiamenti nel lavoro incentivato... 168 7.2.3. Insuccesso o trampolino di lancio? I posti di lavoro perduti 169 8. I RISULTATI DELL INDAGINE ALLA LUCE DEI PRINCIPALI INDICATORI DI VALUTAZIONE...172 8.1. Indicazioni generali... 172

8.2. Verifica dei risultati conseguiti alla luce dei principali indicatori di valutazione...173 8.2.1. Tasso di copertura... 173 8.2.2. Tasso di successo...174 8.2.3. Tasso di dispersione... 174 8.2.4. Tasso di coerenza del lavoro svolto...175 8.2.5. Tasso di conversione delle work experience in contratti di lavoro...176 8.2.6. Tasso di permanenza nel lavoro incentivato...177 9. ANALISI IMPATTI NETTI...178 9.1. Il gruppo di controllo...179 9.2. Motivazione della mancata partecipazione alle attività formative 180 9.3. Condizione di coloro che non hanno partecipato alle attivitià formative a 12 mesi dal periodo di iscrizione...181 9.3.1. Condizione lavorativa...181 9.3.2. Condizione professionale degli occupati...182 9.3.3. Le aspettative nei confronti della formazione al momento di iscrizione al corso...183 9.3.4. Motivazioni della prosecuzione negli studi...184 9.4. Tassi di inserimento lavorativo netto...185 APPENDICE STATISTICA AL CAPITOLO 6...187 APPENDICE STATISTICA AL CAPITOLO 7...206 APPENDICE STATISTICA AL CAPITOLO 9...225

1 INTRODUZIONE Per l avvio di efficaci politiche per lo sviluppo locale, la formazione di capitale umano, la costruzione di capitale sociale e il governo del mercato del lavoro costituiscono ambiti di intervento strategico, unitamente alla capacità di anticipare i cambiamenti e quindi di favorire i processi di crescita improntati all innovazione e alla competitività. A questo proposito, valutare gli esiti delle attività formative misurando quantitativamente l impatto occupazionale, e soprattutto analizzando la qualità dell occupazione creata, rappresenta un elemento fondamentale per conoscere il cambiamento, fronteggiarlo, interpretarlo e renderlo produttivo. La verifica degli esiti occupazionali delle attività formative permette, infatti, di disporre di un sistema che valuta l impatto prodotto sul territorio in termini di contributo allo sviluppo socioeconomico. Soddisfa, inoltre, coerentemente con le indicazioni comunitarie, e le priorità individuate dal POR, l esigenza di rafforzare ed adeguare gli strumenti di monitoraggio delle politiche e degli interventi formativi. La finalità è, quindi, di contribuire a valutare il cambiamento prodotto dalla formazione in termini di crescita professionale individuale, ma anche di impatto economico sul territorio marchigiano. Più nel dettaglio, obiettivo dell attività di valutazione degli esiti occupazionali è anche quello di offrire valore aggiunto in termini di informazioni qualitative che sostengano l azione dell Amministrazione nel qualificare ed innovare l offerta formativa nel suo complesso e promuovere strategie di sviluppo da intendersi come punto di confluenza di diversi livelli: il processo di programmazione definito dalle leggi e dai programmi regionali e provinciali; il complesso delle politiche settoriali (della formazione e del lavoro) e generali che, a vario titolo, determinano gli obiettivi e il contenuto specifico dell azione del FSE in ambito regionale/provinciale.

2 Il presente lavoro ha come oggetto, quindi, i risultati dell indagine retrospettiva finalizzata alla valutazione degli esiti occupazionali delle attività formative unitamente alle caratteristiche dei posti di lavoro creati attraverso l erogazione alle imprese di contributi all assunzione realizzati tramite il finanziamento del Fondo Sociale Europeo, per il triennio 2001/2003 nella Regione Marche 1. Per ciò che concerne le attività formative, l indagine si è proposta di rilevare le informazioni sulla condizione occupazionale, a 6 e 12 mesi dalla fine dell intervento, dei destinatari delle tipologie di azioni formative maggiormente finalizzate all inserimento occupazionale degli allievi. L universo di riferimento dell indagine retrospettiva rivolta ai destinatari delle azioni formative è composto dai destinatari effettivi o rendicontabili 2 delle azioni concluse nel periodo 2001-2003; nello specifico gli intervistati sono sia coloro che hanno concluso l intervento con il conseguimento dell eventuale titolo o attestato previsto, sia coloro che hanno concluso l intervento anche se non hanno conseguito il titolo o attestato previsto, e coloro che si sono ritirati durante lo svolgimento dell intervento formativo. Attraverso una lettura integrata delle parti dedicate, viene offerta una valutazione della rilevanza della formazione professionale come strumento di politica attiva del lavoro, effettivamente strategico rispetto alla valorizzazione del capitale umano, alle caratteristiche dello sviluppo del territorio, così come indicato dagli orientamenti comunitari fissati negli ultimi anni dalla Strategia Europea per l Occupazione (SEO). L efficacia delle politiche formative dal punto di vista della capacità di incrementare le opportunità di inserimento lavorativo è stata valutata sia in relazione all obiettivo specifico dell impatto occupazionale che agli di continuità come la crescita individuale e professionale. Per ciò che concerne, invece, gli aiuti alle imprese per la creazione di nuovi posti di lavoro, l indagine ha avuto come target le persone assunte - grazie agli incentivi erogati dalla Regione, a valere sul POR 2000-2006 - tra il 1 In questa sezione del rapporto di valutazione con il termine Regione si intende l insieme delle Amministrazioni regionale e provinciali. 2 Coloro che essendo effettivamente iscritti al corso si sono ritirati durante lo svolgimento dell intervento ma che hanno svolto una parte del percorso formativo.

3 1 Gennaio 2000 ed il 30 Giugno 2001. L attività 3 si configura come un approfondimento degli aspetti qualitativi dei nuovi posti di lavoro creati ma anche come verifica del rispetto dei vincoli posti dalla Regione in fase di concessione dei contributi alle imprese. Considerate, quindi, le nuove e diverse finalità conoscitive e con l obiettivo di garantire la debita correttezza metodologica, è stato utilizzato uno strumento di rilevazione costruito ad hoc, che potrà essere eventualmente utilizzato dall Amministrazione in eventuali repliche della valutazione. In sintesi vengono pertanto forniti, da un lato un identikit delle professionalità e dei rapporti di lavoro nati a seguito della partecipazione ai corsi, dall altro, il grado di rispondenza e coerenza degli interventi implementati anche in un confronto tra tipologie di intervento alle esigenze dei partecipanti, in modo da valutare l impatto delle politiche rivolte alle risorse umane sul mercato del lavoro e per comprendere il ruolo che gioca la Regione nello sviluppo del suo territorio e nella crescita di competitività e della vocazione internazionale della sua economia. L indagine è stata strutturata in più aree di approfondimento, ed esposta secondo una logica dal generale al particolare, al cui interno sono state ricondotte le principali risultanze dell eleborazione delle informazioni raccolte direttamente presso un campione di partecipanti agli interventi giunti a conclusione. Si tratta, nel dettaglio, di: considerazioni di sintesi (capitolo 1), la cui finalità è quella di dare conto dei tratti salienti desunti dall indagine con riferimento a tre livelli di osservazione quali il contributo della valutazione degli esiti occupazionali in termini di Misure e le tipologie di azioni maggiormente performanti e con risultati duraturi; un rapido confronto in termini di coerenza con le tendenze del mercato del lavoro regionale; un confronto con i risultati conseguiti delle Regioni Obiettivo 3 riportati nella valutazione del QCS; indicazioni per il miglioramento del sistema regionale dell offerta formativa (ricomprendendo amministrazioni e soggetti gestori); analisi di contesto (capitolo 2). Risulta propedeutica, da un lato, all inquadramento generale dei dati di placement rispetto alle dinamiche del 3 L indagine sugli aiuti alla creazione di nuovi posti di lavoro nasce come forma compensativa dell indagine sul placement, in assenza di un numero sufficiente di destinatari delle azioni formative tale da consentire i raggiungimento del tetto di interviste richieste attraverso il bando di gara. La sua realizzazione ha richiesto la definizione di una apposita metodologia e la predisposizione di uno strumento di rilevazione ad hoc e - dati i tempi ristretti previsti per la realizzazione dell indagine completa - per questo ha rappresentato un interessante banco di prova della capacità dell Amministrazione regionale di attivare azioni di verifica sulle proprie attività in modo tempestivo e adeguato rispetto agli oggetti.

4 mercato del lavoro, dall altro, alla valutazione del funzionamento del sistema nel suo complesso, con particolare riferimento agli aspetti della cosiddetta capacità programmatoria; descrizione delle procedure di campionamento e della metodologia di indagine (capitolo 3). Questa parte del rapporto fornisce indicazioni sugli aspetti tecnico procedurali che hanno caratterizzato la realizzazione dell indagine; ricostruzione delle caratteristiche dei progetti conclusi, dai quali sono stati estratti i formati sottoposti all indagine e del profilo socioanagrafico dei partecipanti ad attività formative (capitolo 4). In questa area si è proceduto: sul primo versante, alla definizione dei principali descrittori dei corsi (anno di conclusione delle attività, tipologia di azione, risorse impegnate, tipologia di attestazione rilasciata, incrociate con variabili chiave come la misura di riferimento, il territorio e i soggetti gestori, degli intervistati appartenenti al campione dal punto di vista del sesso, età e titolo di studio) e delle work experience; sul secondo, alla descrizione delle principali caratteristiche socio-anagrafiche come età, sesso, titolo di studio degli intervistati; valutazione complessiva del contributo degli interventi formativi alla modifica della condizione occupazionale dei partecipanti e alla transizione al lavoro (capitolo 5). In questa area si colloca il cuore dell indagine, ovvero si forniscono elementi sugli effetti della formazione sui discenti - sia essa realizzata attraverso attività corsuali ovvero in modo individualizzato - in termini di incremento dei requisiti e delle opportunità per un inserimento nel mondo del lavoro rapido e rispondente alle aspettative e al profilo professionale in ingresso della persona in cerca di occupazione. La scelta è stata quella di offrire una lettura, in termini di benchmark, della capacità dei singoli strumenti adottati (work experience, progetti integrati, ecc.) e dei contenitori programmatici all interno dei quali sono stati individuati (misure del programma) di fornire risposte mirate all effettivo match tra domanda e offerta. Questo tipo di analisi ha affrontato la lettura degli esiti occupazionali anche in chiave di genere, per verificare l eventuale presenza di fattori discriminanti nelle performance tra uomini e donne e - sempre eventualmente - di elementi esplicativi di tali comportamenti; valutazione di dettaglio degli impatti della formazione sul percorso lavorativo e professionale dei formati (capitolo 6). Questa parte della valutazione, pertanto, offre una misura dell impatto della formazione - a sei e dodici mesi dalla conclusione delle attività, a prescindere dalla tipologia di interventi specifica - accanto ad un approfondimento sugli elementi chiave (adeguatezza, coerenza, ecc.) che fanno dei momenti di

5 rafforzamento delle conoscenze e competenze possedute un reale fattore strategico a fini occupazionali; valutazione di dettaglio sugli incentivi alle assunzioni (capitolo 7). Si tratta di una parte della trattazione che ricomprende tutte le indicazioni inerenti il dispositivo degli aiuti alle imprese, includendo sia la descrizione generale dei partecipanti che gli esiti conseguiti in termini di qualità e stabilità dell occupazione trovata. L obiettivo conoscitivo di partenza per l analisi è reso particolarmente ambizioso dalle condizioni di contesto già brevemente riepilogate e che qualificano la Regione Marche come un territorio a piena occupazione, in cui l incrocio domanda e offerta di lavoro si gioca su un sistema economico fortemente strutturato e con marcate vocazioni produttive all interno del quale collocare soprattutto - seppure piccoli - segmenti di popolazione molto qualificati e ad elevato profilo formativo.

6 1. CONSIDERAZIONI DI SINTESI Il presente capitolo ha l intento di fornire una visione d insieme delle analisi che hanno caratterizzato l indagine sugli esiti delle attività a più forte finalizzazione occupazionale realizzate con il FSE nel triennio 2001-2003 e che, più dettagliatamente, saranno presentate nei capitoli successivi. Si tratta, nello specifico: dei risultati relativi agli esiti occupazionali delle attività formative presentati alla luce delle variabili socio anagrafiche dei formati, dei contenitori programmatici e attraverso i descrittori della condizione lavorativa e professionale a 6 e a 12 mesi dalla conclusione degli interventi; di quanto l analisi ha messo in luce relativamente agli incentivi alle assunzioni erogati alle imprese. A corredo dei dati sui singoli item osservati, vengono inoltre esaminati i risultati dell applicazione di specifici indicatori di risultato con lo scopo di meglio qualificare gli effetti prodotti dalle attività di formazione. Si presenta, inoltre, una interpretazione dei risultati in relazione alla loro coerenza con le indicazioni della SEO, con quelle della programmazione regionale e del mercato del lavoro e con le previsioni delle imprese, secondo quanto evidenziato dall Unioncamere, nonché un breve riferimento ai loro possibili impatti sul sistema. 1.1 Esiti occupazionali degli interventi formativi I risultati dell indagine sugli esiti occupazionali degli interventi formativi vengono sinteticamente presentati in relazione al rapporto tra tassi di occupazione e variabili socio anagrafiche dei formati, al rapporto tra tassi di occupazione e contenitori programmatici, ai descrittori della condizione lavorativa e professionale a 6 e a 12 mesi dalla chiusura delle attività formative e all utilità degli interventi. 1.1.1. Rapporto tra tassi di occupazione e variabili socio anagrafiche dei formati In complesso, i tratti che hanno caratterizzato coloro che sono risultati occupati dopo la conclusione degli interventi formativi sono i seguenti: - le azioni promosse hanno inciso in misura più consistente sulla condizione occupazionale della componente maschile (71,3%) anche se i differenziali tra le performance dei due sessi risultano decisamente meno marcati di

7 quanto non accada all interno del mercato del lavoro regionale (-4,7%). Ciò induce a considerare il passaggio nei percorsi formativi come una fase di riallineamento e compensazione delle disparità che si operano spontaneamente al momento in cui ci si affaccia nel mondo del lavoro; - il titolo di studio posseduto in ingresso dai formati sembra rappresentare un fattore dirimente nei confronti del successo lavorativo: gli esiti occupazionali crescono al suo progressivo innalzamento. Si tratta di un dato in controtendenza rispetto agli andamenti del mercato del lavoro regionale (i disoccupati con alto titolo di studio sono nel 2003 il 4,9% rispetto al dato medio del 3,8%) che può trovare spiegazione sia nel fatto che, proprio a titoli di studio più elevati, si accompagna un numero minore di formati, tale da risentire in misura inferiore di altre categorie di formati della capacità del tessuto delle imprese regionali di assorbire nuova occupazione; sia nel fatto che un titolo di studio elevato associato ad un corso di formazione professionalizzante o comunque integrativo delle elevate conoscenze possedute può costituire un elemento di successo ai fini dell inserimento occupazionale; - circa le fasce di età più performanti, si conferma la maggiore difficoltà degli adulti a trovare un collocazione lavorativa. Infatti, per la classe di 45 anni e oltre il tasso di inserimento risulta a sei mesi pari al 48,1% per passare al 61,5% a dodici mesi, in entrambi i casi, ben al di sotto del valore medio complessivo per i due periodi. Per converso, si riafferma la maggiore propensione delle imprese a puntare sulle classi centrali dei formati, in particolare su quella dei giovani adulti 25-29 anni. Alcune indicazioni, infine, sul territorio. Si manifesta una sorta di dualismo intra-regionale che vede, da un lato, le due Province di Ascoli Piceno e Macerata conseguire tassi di inserimento più contenuti attestati intorno al 60-65%, dall altro le restanti Province con risultati tra il 72 e il 75%. Tali valori vanno letti più approfonditamente rispetto a tre ambiti: le caratteristiche dei soggetti che entrano informazione (evidentemente relativi a gruppi meno appetibili per le imprese); gli andamenti congiunturali dell economia locale; le tipologie di azione messe in campo. Le cause esplicative specifiche esogene ai percorsi formativi in senso stretto, tuttavia, non escludono comunque una riflessione sulla programmazione degli interventi e probabilmente sulla qualità dell offerta formativa e del sistema degli attuatori.

1.1.2. Rapporto tra tassi di occupazione e contenitori programmatici 8 Nel periodo 2001-2003, a dodici mesi dalla conclusione degli interventi, le Misure che evidenziano una maggiore capacità di generare occupazione sono quelle relative ai percorsi integrati volti alla creazione di impresa (D3) e al miglioramento delle risorse umane nel settore della ricerca e sviluppo tecnologico (D4). Fanno seguito quelle rivolte ai soggetti svantaggiati (B1), alla formazione post secondaria (C3), a combattere la disoccupazione di breve e lungo periodo. Quest ultime - nonostante raggiungano risultati apprezzabili - determinano tra i formati un tasso di occupazione inferiore. In relazione alle varie tipologie di azione, gli esiti osservati permettono di individuare differenziazioni tra impatti dei dispositivi tali da consentire la valutazione sulle modalità e sui casi di migliore impiego. In particolare, ciò si verifica per l alta formazione - che, a dodici mesi, rappresenta l attività con maggiore capacità di creare occupazione con l 86,5% dei casi di successo a cui si associa una bassa percentuale di disoccupati (11,9%) - e per i percorsi volti alla creazione di impresa (82,9%), seguiti dagli IFTS (78,6%), dalle borse di lavoro (77,8%) e dai tirocini (71,3%). Si conferma, dunque, la maggiore valenza occupazionale dell approccio che negli ultimi anni, con l introduzione dell integrazione tra sistemi, ha modificato significativamente la struttura dei processi formativi mettendo direttamente a contatto allievi ed imprese con varie modalità. Un successo più contenuto registrano le attività di formazione nell ambito dell Obbligo formativo e Post obbligo formativo e post diploma, ovvero le attività maggiormente promosse e con il maggior numero di allievi formati. Probabilmente i corsi Post obbligo formativo e post diploma conseguono risultati meno positivi perché impartiscono contenuti non spendibili dal punto di vista delle conoscenze tecniche. Alla luce del fatto che l indagine ha evidenziato come più spendibili nei contesti lavorativi le competenze di cultura generale e sulle capacità relazionali, è necessario effettuare un grosso investimento di miglioramento della qualità dei percorsi affinché i contenuti erogati incidano sull occupabilità più di quanto non accada attualmente, anche adeguando e recependo strumenti e contenuti dai modelli formativi più forti.

9 1.1.3. Descrittori della condizione lavorativa e professionale a 6 e 12 mesi dalla chiusura delle attività formative e sull utilità degli interventi. La rilevazione degli esiti occupazionali a 6 mesi dalla conclusione dell intervento evidenzia un tasso di occupazione pari al 60,4% che nella rilevazione a 12 mesi sale al 67,9%. In corrispondenza, per quanto riguarda la componente dei disoccupati, è stato registrato un sensibile calo pari al 5% su un dato iniziale a sei mesi del 27,1%. E interessante evidenziare anche i dati relativi ai soggetti inattivi, al cui interno sono inclusi gli studenti, che a 6 mesi rappresentano il 12% dei formati, a 12 mesi il 10%. Questo gruppo di soggetti è composto in maggioranza da donne (58% a 6 mesi e 61% a 12 mesi), giovani tra i 20 e i 29 anni (64% a 6 mesi e 69,7% a 12 mesi) e diplomati (70,6% a 6 mesi e 79% a 12 mesi). Si constata dunque un buon risultato di partenza, affermato dagli esiti occupazionali misurati a breve distanza dalla conclusione delle azioni formative che tende a migliorare con il trascorrere del tempo, tratteggiando una positiva durabilità, ovvero una buona capacità di incidere sui processi di inserimento lavorativo dei formati in intervalli temporali superiori a sei mesi. Il grafico seguente illustra la situazione occupazionale a 6, a 12 mesi e nell arco temporale compreso tra i 6 e i 12 mesi dalla conclusione dell intervento. A 6 mesi dalla conclusione A 12 mesi dalla conclusione Arco temporale 6-12 mesi 27,1 11,1 1,4 1,9 8,1 22,1 6,1 13,6 25,9 60,5 67,9 54,3 inattivi studenti disoccupati occupati inattivi studenti disoccupati occupati occupati a 6 e non a 12 non occ. a 6 e occ. a 12 sempre inattivi sempre occupati

10 I dettagli sulle situazioni che si sono venute a creare a valle degli interventi promossi dalla regione Marche e dalle Province attraverso il FSE vengono di seguito riepilogati, distinguendo le fasi temporali scandite nella rilevazione del placement. 1.1.3.1. Occupati a 6 mesi dalla conclusione dell intervento Per coloro che risultano occupati a 6 mesi la condizione lavorativa e professionale e il giudizio sull utilità del percorso di formazione è la seguente: - tipologie contrattuali prevalenti: un tratto significativo dei nuovi occupati è che la maggioranza dei soggetti (65,5%) svolge un lavoro dipendente, 16,0% ha contratti di co.co.co. e 97 sono lavoratori autonomi (con o senza partita IVA). Fra i lavoratori dipendenti il 38,1% ha un contratto a tempo indeterminato mentre il contratto a tempo determinato coinvolge il 36,1% degli occupati; il17,7% sono occupati con contratto di apprendistato, con CFL, con PIP e con tirocinio professionale. Una parte degli occupati ha dichiarato di svolgere la propria attività sulla base di un accordo informale senza contratto modalità che si attesta sulle 64 unità pari al 7,7%, se calcolato sulla somma di coloro che hanno dichiarato di svolgere un lavoro alle dipendenze o di essere lavoratori in cooperative di cui erano sia soci che dipendenti, e al 5,2% se calcolato sul totale degli occupati (1.240). La maggioranza dei rispondenti ha un lavoro a tempo pieno (806 unità, pari al 65%). L orario di lavoro ha una durata media e di circa 33 ore settimanali; - durata dei contratti di lavoro: prevalenza dei contratti di mediobreve estensione. In circa il 61,8% dei casi si tratta di contratti che arrivano massimo a un anno; - reddito percepito: la maggioranza degli occupati a sei mesi percepisce un reddito che non supera i 1.050. In particolare il 27,4% degli occupati si colloca nella fascia di reddito tra i 650 e gli 850 ; - settori: maggiormente rilevante in termini di inserimento occupazionali è l industria manifatturiera nella quale è impiegato il 19,2% degli occupati totali; a seguire si trova il settore dei servizi pubblico-sociali ed alla persona (17,7%), quindi il settore commerciale (15,2%) ed il settore immobiliare e dell informatica con il 12,8%; - dimensioni delle imprese: la maggioranza degli occupati è impiegata in piccole e medie imprese che vedono da 6 a 25 addetti (30,5%) ed in imprese con un numero compreso tra 2 e 5 addetti (26,9%). - momento dell inserimento lavorativo: tendenzialmente, la maggioranza degli occupati ha trovato lavoro nel primo semestre dell anno (60,9%);

11 - canale di accesso: il canale di accesso più diffuso è la segnalazione diretta ai futuri datori di lavoro tramite parenti, amici e familiari (il 29,4%), seguito dall invio di domande ai datori di lavoro (il 22%), a conferma delle comuni prassi di ricerca del lavoro. Coloro che hanno trovato lavoro presso l'azienda in cui hanno svolto lo stage/tirocinio sono l 11,7%, a testimonianza di come questo tipo di percorsi - che mette a diretto contatto con le imprese - possa incidere favorevolmente per l inserimento in un contesto lavorativo. Il 44,3% ritiene che i contatti stabiliti durante il corso siano stati per niente utili, ma, allo stesso tempo, una percentuale di poco superiore (il 45,7%) esprime un giudizio positivo circa l utilità dei contatti stabili. - giudizi sull utilità del percorso: per quanto concerne le competenze specialistiche, la netta maggioranza dei formati esprime un giudizio positivo (68,3%); in relazione alle capacità relazionali, il giudizio è positivo per l 81,2%; l 81,2% utilizza conoscenze di cultura generale apprese durante il corso di formazione nello svolgimento del proprio lavoro; relativamente all acquisizione di competenze informatiche spendibili sul lavoro il 61,9% le ritiene utili per lo svolgimento del proprio lavoro. - coerenza tra il titolo di studio o l attestato di formazione con le mansioni svolte: la maggioranza degli intervistati (il 71,5%) trova il titolo di studio o l attestato di formazione posseduto adeguato rispetto alle mansioni svolte; il 15,2% lo giudica eccessivo, il 13,3% insufficiente. 1.1.3.2. Situazione occupazionale a 12 mesi dalla conclusione dell intervento A 12 mesi dalla conclusione dell intervento i formati possono trovarsi in una di queste situazioni verificatesi nell intervallo di tempo oggetto delle due rilevazioni: hanno trovato lavoro; sono sempre occupati ma possono aver cambiato posizione professionale e lavoro; possono aver perduto il lavoro trovato a 6 mesi dalla conclusione dell intervento; sono sempre disoccupati e sempre inattivi. Questi i principali elementi descrittivi: - Non occupati a 6 e occupati a 12 mesi. Si tratta di 279 individui in maggioranza donne (oltre il 60%) occupati prevalentemente con contratto di lavoro dipendente (solo il 24,4% hanno contratti cosiddetti atipici e il 6,5% sono autonomi). I rapporti di lavoro si configurano attraverso contratti a breve durata ((il 67,3% inferiore ad un anno) e si caratterizzano anche, per, una percentuale significativa come rapporto di lavoro a tempo parziale (per il 39,8%). Il livello di inquadramento è medio basso (sono per lo più di impiegati ed operai) a cui corrisponde un livello di retribuzione anch esso di basso importo. Sono posizionati soprattutto in imprese di piccole e piccolissime dimensioni nel settore dell industria, seguita dall artigianato

12 del legno, del tessile abbigliamento e della fabbricazione di prodotti in cuoio e pelle. L orario medio svolto è di 32,2 ore alla settimana. Una quota molto rilevante di occupati ritiene poco utili o per niente utili (complessivamente il 76,5%) i contatti stabiliti durante la frequenza dell attività formativa. Il rapporto diretto (invio di domanda di assunzione, 19,4%) o indiretto (segnalazione da parte di familiari al datore di lavoro, 41,2%) con i titolari delle imprese sono i canali di inserimento occupazionale più efficaci. Il giudizio sull utilità della formazione nel contesto lavorativo è articolato nel modo seguente: le competenze specialistiche acquisite sono risultate rilevanti per oltre la metà degli intervistati; quelle relazionali hanno avuto un effetto positivo maggiore (77,4%); decisamente elevato l utilità riconosciuta alle competenze generale (92%); le conoscenze acquisite sull uso delle tecnologie informatiche sono state considerate positive dal 62% degli occupati. In relazione al lavoro svolto dagli occupati il titolo di studio o la qualifica professionale posseduti risultano adeguati nel 64,5% dei casi. - Cambiamento della condizione lavorativa: sono complessivamente 48, di questi il 70,8% sono donne. Relativamente all età, si tratta soprattutto dei più giovani (da 20 a 34 anni). Coloro che hanno cambiato posizione professionale hanno nella maggioranza dei casi il diploma di maturità o qualifica post diploma. Rispetto alla tipologia di contratto, nel 77% dei casi si tratta di dipendenti, nel 12,5% di lavoratori autonomi. In relazione al rapporto di lavoro, si nota come quello più diffuso sia il contratto a tempo indeterminato (il 63,2%), cui fa seguito quello a tempo determinato (il 28,9%). La maggioranza dei contratti ha una durata compresa tra i 4 mesi e l anno (10 unità su 18); solo un lavoratore ha contratto di durata inferiore al mese. Fra coloro che cambiano posizione professionale, dichiarano di svolgere lavoro a tempo pieno l 81,3% e percepiscono un reddito compreso fra gli 850 ed i 1.050 (47,9%) e fra i 650 e gli 850 (20,8%). Sensibile anche la percentuale di coloro che hanno una retribuzione compresa fra i 1.050 e i 1.450 (il 18,8%). - Cambiamento del lavoro: si tratta complessivamente di 156 individui, dei quali il 67,9% donne. Coloro che hanno cambiato occupazione sono per lo più lavoratori dipendenti (69,5%) cui fanno seguito chi svolge forme di lavoro atipico, in particolare con contratti di collaborazione coordinata e continuativa (il 16,9%). I contratti di lavoro di questo gruppo sono a tempo indeterminato nel 31,7% dei casi e a tempo determinato nel 40,2%, spesso di durata non superiore all anno (68,3% dei casi). Una consistente quota dei contratti è a tempo pieno (il 72,9%). L orario medio settimanale delle imprese in cui sono inseriti è per tutto il territorio regionale di 35,3 ore lavorative; i redditi percepiti medio bassi. Relativamente ai settori in cui sono impiegati coloro che hanno cambiato lavoro, si evidenzia

13 una contrazione degli occupati prevalentemente nel settore dei servizi domestici (-80%) e immobiliare (-36%) e un loro aumento principalmente nel settore dell agricoltura, dove si registra l occupazione di 4 addetti contro nessuno a 6 mesi dall intervento, della pubblica amministrazione (+250%) e dell industria manifatturiera (+25%). Le imprese in cui i partecipanti alle attività formative sono occupati sono prevalentemente aziende di piccole dimensioni (67,7%) delle quali il 9,5% è costituito da ditte individuali. Relativamente ai canali più utilizzati per trovare lavoro, si tratta dell invio di domande ai datori di lavoro (26,3%) e la segnalazione agli stessi da parte di familiari (42,3%). In relazione all utilità delle competenze specialistiche, relazionali, di cultura generale o inerenti l uso di tecnologie informatiche per lo svolgimento dell occupazione, l analisi mette in evidenza che fra coloro che cambiano lavoro il 74,4% giudica abbastanza o molto utili le competenze volte alla capacità di rapportarsi con gli altri, il 71,2% ritiene abbastanza o molto utili le conoscenze di cultura generale. Riguardo le competenze specialistiche e quelle relative all utilizzo di tecnologie informatiche, invece, i giudizi positivi sono più contenuti: per le prime la percentuale è pari al 54,5%, per le seconde al 56,4%. Il titolo di studio o l attestato di formazione è nella maggioranza dei casi giudicato adeguato alla mansione svolta (67,9%). - Occupati a 6 mesi non occupati a 12 mesi. Costituiscono il 6,1% del totale dei formati (126 individui). Si tratta in prevalenza di donne (il 61,1%), di disoccupati in cerca di nuova occupazione (82,5%) mentre meno cospicua è la quota degli studenti (11,9%) e di coloro che sono in cerca della prima occupazione o sono inattivi (entrambi lo 0,8%). Gli studenti si sono orientati prevalentemente verso un corso universitario (il 66,7%) e, in secondo luogo, verso un corso di studi post-obbligo o post universitario (entrambi il 13,3%). Fra le motivazioni al proseguo degli studi emerge in primo luogo la volontà di accrescere il patrimonio culturale (33,3%), ancor più che la volontà di inserirsi nel mondo del lavoro e di aggiornarsi professionalmente (20,0%). Il 68,6% ricerca attivamente lavoro e fra coloro che non cercano attivamente lavoro una consistente percentuale (il 73,7%) non era subito disponibile ad inserirsi in un contesto lavorativo. - Sempre disoccupati e sempre inattivi. Si tratta in totale di 531 soggetti (25,9% del campione), in prevalenza donne (65,0%), di età tra i 25 e i 29 anni (25,8%), con il diploma di maturità o una qualifica post-diploma che costituisce il titolo di studio più diffuso (61,8%). Coloro che si trovano in posizione indicano tra i motivi per cui hanno deciso di studiare in percentuale più consistente l esigenza di crescita culturale (42,4%) e di inserimento occupazionale (30,5%). La maggioranza ha comunque cercato attivamente lavoro (60,5%) a testimonianza della volontà di inserirsi nel contesto lavorativo. Fra coloro che dichiarano di non averlo cercato solo il

14 38,6% era disposto ad inserirsi immediatamente in un contesto lavorativo alla fine dell attività formativa. 1.2. Analisi sugli esiti della concessione di aiuti alle assunzioni L indagine sugli esiti dell erogazione di incentivi alle assunzioni alle imprese marchigiane, costituisce un tassello portante dell azione di autovalutazione attivata dalla Regione Marche a maggiore finalizzazione occupazionale ed ha evidenziato quanto segue: - caratteristiche delle imprese destinatarie degli incentivi. L 87% delle assunzioni incentivate hanno avuto luogo in imprese di piccoli dimensioni appartenenti all industria (con una netta prevalenza del comparto manifatturiero tessile e conciario) e al terziario, principalmente nel commercio e nei servizi a carattere sociale e personale; - caratteristiche dei neo-assunti. I neo-assunti sono in maggioranza disoccupati in senso stretto, hanno già avuto una precedente esperienza professionale, sono in prevalenza donne, hanno (nel 60% circa dei casi) fra i 35 e i 44 anni e posseggono per lo più un diploma di maturità (49,3%); - caratteristiche in relazione al territorio. Il numero più consistente di nuovi impieghi è relativo alla Provincia di Ascoli Piceno (con il 40% sul totale), seguita, in ordine decrescente e a notevole distanza, da Macerata, Ancona e Pesaro e Urbino. Diverse le priorità nella creazione di lavoro: Macerata e Ascoli Piceno hanno puntato soprattutto al contrasto della disoccupazione di breve e di lunga durata, mentre Pesaro e Urbino ed Ancona hanno richiamato, nei loro interventi, soprattutto l esigenza di riequilibrare la presenza di donne e uomini in ambito occupazionale; - permanenza nel lavoro incentivato. A due anni dall assunzione risulta in servizio più dell 83% di lavoratrici e l 80,6% dei lavoratori uomini (complessivamente l 82%). In generale, il settore più interessato da fenomeni di interruzione dei contratti incentivati è il terziario e a lasciare il lavoro sono prevalentemente gli uomini e i soggetti con scarsi livelli di istruzione. A motivare l interruzione del rapporto sono meno spesso le crisi aziendali e l insoddisfazione dei lavoratori. Il più delle volte, infatti, il movente è costituito dall insorgere di nuove opportunità di lavoro (per quasi il 30% dei soggetti che hanno lasciato il lavoro incentivato) oppure da problemi di carattere familiare o personale (soprattutto per le donne); - percezione e ruolo attribuito agli incentivi. Solo un lavoratore su tre è a conoscenza degli incentivi che hanno favorito la sua assunzione con le donne e i più giovani che sembrano essere più consapevoli. Una parte

15 non irrilevante di intervistati (il 12%) non è in grado di valutare gli effetti che queste misure possono produrre. Poco meno del 40% dei neo-assunti esprime, invece, un giudizio moderatamente positivo riguardo all importanza degli incentivi economici nella creazione di lavoro aggiuntivo, mentre quanti forniscono un parere parzialmente o radicalmente negativo rappresentano il 30% del totale. Ad esprimere pareri più favorevoli sono le donne e i più giovani e i senior. 1.3. L applicazione di alcuni indicatori di valutazione In estrema sintesi, si riportano i valori assunti dagli indicatori di risultato applicati ai dati dell indagine: - il tasso di copertura evidenzia che complessivamente le attività corsuali coinvolgono il 35,8% dei disoccupati della Regione per il triennio di riferimento; in particolare, l azione che offre un maggior tasso di copertura per l intero triennio è la formazione post-obbligo formativo e post diploma (12,4%); - segue il tasso di successo, dato dalla somma del tasso di inserimento occupazionale lordo e del tasso di inserimento nell istruzione, pari al 76%; - ulteriore indicatore di performance considerato è il tasso di dispersione dal quale emerge che, complessivamente, l abbandono dei corsi è circoscritto al 9,9% dei partecipanti; - il tasso di coerenza complessivo raggiunge il 71,5%, mostrando l elevata capacità programmatoria nei confronti delle esigenze del sistema del mercato del lavoro locale, in particolar modo per le work experience; - il tasso di conversione delle w.e. in contratto di lavoro è molto elevato per il triennio in esame, risultando infatti pari al 79,4% dei tirocinanti e borsisti; - infine, il tasso di permanenza nel lavoro incentivato, che permette di valutare la quota degli lavoratori che a due anni di distanza sono ancora inseriti nell impresa che li ha assunti, è risultato elevato e pari all 82,0% (la quasi totalità delle interruzioni dei rapporti di lavoro è avvenuta per scelta del lavoratore).