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UNIVR Facoltà di Economia Corso di Matematica finanziaria 2008/09 1 Massimi e minimi liberi Indice 1 Punti di massimo o di minimo e punti stazionari 1 2 Condizioni di ottimalità 2 21 Condizione necessaria di ottimalità del primo ordine 2 22 Condizioni necessarie di ottimalità del secondo ordine 3 23 Condizioni sufficienti di ottimalità del secondo ordine 3 In questa dispensa vediamo alcuni risultati teorici riguardanti i punti di massimo e di minimo delle funzioni derivabili di più variabili Vediamo anche come, in conseguenza di tali risultati, si procede nella ricerca dei punti di massimo e di minimo Ci sono due situazioni generali ben distinte: la ricerca dei massimi e minimi cosiddetti liberi e la ricerca dei massimi e minimi vincolati In questa dispensa tratto i massimi e minimi liberi 1 Punti di massimo o di minimo e punti stazionari Iniziamo con un paio di definizioni fondamentali, già incontrate in precedenza per le funzioni di una variabile Definizione Sia A un sottoinsieme di R n eventualmente può anche essere tutto R n Sia f : A R n R una funzione definita in A Diciamo che il punto x A è un punto di massimo globale di f se vale fx fx, per ogni x A Analogamente diciamo che il punto x A è un punto di minimo globale di f se vale fx fx, per ogni x A Osservazione Un punto di massimo minimo globale è un punto in cui la funzione assume il suo valore massimo minimo L aggettivo globale sta a significare che prendo in considerazione tutto il dominio in cui è definita la funzione Come sempre non si deve fare confusione tra il massimo della funzione e il punto di massimo: il punto di massimo è un punto del dominio di f, mentre il massimo è il massimo dei valori che la funzione assume Quindi, se ad esempio f : R 2 R, il punto di massimo appartiene ad R 2, mentre il massimo è un numero reale Osservazione Non è detto ovviamente che tutte le funzioni abbiano punti di massimo o di minimo globale Lo studente sa già fornire controesempi con funzioni di una sola variabile e potrebbe provare a fornire qualche esempio anche con funzioni di due variabili Definizione Sia A un sottoinsieme aperto di R n potrebbe essere anche tutto R n Sia f : A R n R una funzione definita in A Diciamo che il punto x A è un punto di massimo locale di f se esiste un intorno U di x tale che fx fx, per ogni x U Analogamente diciamo che il punto x A è un punto di minimo locale di f se esiste un intorno U di x tale che fx fx, per ogni x U Osservazione Ci sono da osservare due importanti differenze con le definizioni precedenti La prima è che l insieme in cui la funzione è definita è aperto: questo per garantire che ogni punto sia interno, e cioè che per ogni punto ci sia un suo intorno tutto contenuto in A La seconda è che ora ci si accontenta che la disequazione valga in un intorno del punto x e non in tutto il dominio di f Osservazione In realtà possiamo dare senza troppa fatica la definizione di punto di massimo minimo locale anche nel caso in cui la funzione sia definita in un generico sottoinsieme di R n anche non aperto, con una piccola avvertenza in più Possiamo cioè dire che x A è un punto di massimo locale di f se esiste un intorno U di x tale che fx fx, per ogni x U A e analogamente per il minimo

UNIVR Facoltà di Economia Corso di Matematica finanziaria 2008/09 2 Ci sono metodi generali per la ricerca dei punti di massimo o di minimo sulla frontiera di un insieme e li vedremo nella prossima dispensa 1 A volte però si può arrivare a concludere qualcosa anche senza usare questi metodi più avanti ci sono un paio di esempi in merito Osservazione Lo studente rifletta sull importanza dell ipotesi sull insieme A Consideri in particolare che, se ad esempio l insieme A fosse chiuso e se x fosse un punto di frontiera per A, la prima definizione data non avrebbe senso: nessun punto di frontiera potrebbe essere punto di massimo o di minimo locale Osservazione Un punto di massimo minimo globale per una funzione definita in un insieme aperto è anche ovviamente di massimo minimo locale Non vale il viceversa e non è una novità: questo succede anche con le funzioni di una sola variabile Si pensi ad esempio alla funzione x 2x 3 3x 2 + 1, definita in tutto R Essa ha in 0 un punto di massimo locale e in 1 un punto di minimo locale, ma non ha punti né di massimo né di minimo globali Può essere un utile esercizio di ripasso verificare il tutto con un semplice studio della funzione in questione Esempi La funzione f : R 2 R, definita da fx, y = x 2 + y 2, ha in x = 0, 0 un punto di minimo globale 2 La funzione f : R 2 R, definita da fx, y = e x2 y 2, ha in x = 0, 0 un punto di massimo globale per giustificare questo basta dire che la funzione ad esponente ha ovviamente un punto di massimo globale nell origine e la funzione esponenziale è monotona Diamo ora un altra importante definizione, che non dovrebbe sorprendere lo studente che ricorda i risultati visti con le funzioni di una sola variabile Definizione Sia f : A R n R una funzione di classe C 1 definita nell insieme aperto A 3 Diciamo che il punto x A è un punto stazionario di f se x = 0 Osservazione Lo studente non confonda i concetti di punto di massimo minimo e di punto stazionario Si noti che nelle definizioni di punto di massimo minimo non si fa nessuna ipotesi sulla derivabilità, e che invece nella definizione di punto stazionario la derivabilità è ovviamente necessaria Si ricordi a tale proposito che ad esempio la funzione di una variabile fx = x ha in 0 un punto di minimo locale e globale ma non è in tale punto derivabile 2 Condizioni di ottimalità Si tratta delle condizioni necessarie o sufficienti che ci consentono di studiare i punti di massimo e di minimo Per comprendere e ricordare meglio i risultati che ora enuncerò, lo studente potrebbe rivedere rapidamente gli analoghi risultati validi per le funzioni di una sola variabile 21 Condizione necessaria di ottimalità del primo ordine Proposizione Se f è una funzione di classe C 1 nell aperto A e f ha in x un punto di massimo o minimo locale, allora x è un punto stazionario di f Osservazione Tale risultato viene talvolta indicato come la condizione necessaria del primo ordine per l esistenza di un punto di massimo o di minimo locale per funzioni derivabili 4 Osservazione Ricordo che non vale il viceversa della proposizione appena vista Non è vero cioè che, se x è stazionario, allora sia necessariamente o di massimo o di minimo Si ricordi il classico controesempio in una variabile dato da x x 3, che in x = 0 ha un punto stazionario, che però non è né di massimo né di minimo Esempio Come controesempio in R 2 possiamo considerare la funzione fx, y = x 2 y 2 Si vede facilmente che l origine x = 0, 0 è un punto stazionario di f Infatti f è certamente di classe C 1 e si ha fx, y = 2x, 2y Pertanto risulta f0, 0 = 0, 0 Ora possiamo vedere altrettanto facilmente che l origine non è punto né di massimo né di minimo di f A tale proposito ci possono tornare utili le restrizioni di f Se consideriamo la restrizione di f alla retta t, 0, con t R, otteniamo la funzione f 1 t = t 2, 1 Dove parleremo di massimi e minimi vincolati 2 Il risultato si trova immediatamente pensando che la funzione assume sempre valori non negativi e si annulla nell origine 3 Ricordo che dicendo che f è di classe C 1 in A si intende che f ha derivate continue in A Più avanti, dicendo che f è di classe C 2 in A si intende che f ha derivate seconde continue in A 4 Il risultato esprime infatti che la stazionarietà, cioè l annullarsi della derivata, è condizione necessaria per avere un punto di massimo o di minimo Dicendo primo ordine ci si riferisce all ordine di derivazione: qui si usa infatti la derivata prima

UNIVR Facoltà di Economia Corso di Matematica finanziaria 2008/09 3 per cui 0, 0 non può essere punto di massimo Se invece consideriamo la restrizione di f alla retta 0, t, con t R, otteniamo la funzione f 2 t = t 2, per cui 0, 0 non può essere nemmeno punto di minimo Osservazione Possiamo in generale fare uso di un fatto abbastanza intuitivo: se f ha in x un punto di massimo minimo locale, allora ogni restrizione passante per x deve avere anch essa in corrispondenza di x un punto di massimo minimo locale 5 Osservazione Per la ricerca dei punti di massimo o di minimo, valendo la condizione del primo ordine, conviene cercare intanto gli eventuali punti stazionari La condizione però non consente di decidere se i punti stazionari trovati siano di massimo o di minimo o nessuna delle due Si osservi che anche con le funzioni di una variabile si procede nello stesso modo Anche con quelle, inoltre, sapere che f x 0 = 0 non ci consente di dire nulla sul punto x 0 Con una variabile occorre studiare o il segno della derivata prima in prossimità di x 0 oppure la derivata seconda in x 0 Anche per le funzioni di più variabili un aiuto per poter dire qualcosa sulla natura del punto stazionario viene dalle derivate seconde: i risultati generali che dicono come stanno le cose sono le condizioni del secondo ordine Ecco una prima condizione, anche questa necessaria per la presenza di un punto di massimo o di minimo 22 Condizioni necessarie di ottimalità del secondo ordine Proposizione Sia f di classe C 2 nell aperto A, e sia x A un punto stazionario per f Se x è punto di massimo locale, allora 2 x è definita negativa o semidefinita negativa; se x è punto di minimo locale, allora 2 x è definita positiva o semidefinita positiva Osservazione Ovviamente 2 x è il gradiente secondo o matrice Hessiana calcolato nel punto x Qui occorre ricordare le definizioni viste in precedenza: lo studente, se necessario, vada a rivedere le definizioni di forma quadratica o matrice simmetrica semidefinita, definita e indefinita Osservazione Come conseguenza delle condizioni necessarie del secondo ordine abbiamo che, se il gradiente secondo di f nel punto x è indefinito, allora x non è né punto di massimo né punto di minimo locale Come tutte le condizioni necessarie, esse solitamente non bastano per concludere che i punti stazionari in esame sono di massimo o di minimo Bastano però per concludere che non lo sono Ecco ora le condizioni sufficienti per poter dire che un punto è di massimo o di minimo locale 23 Condizioni sufficienti di ottimalità del secondo ordine Proposizione Sia f di classe C 2 nell aperto A, e sia x A un punto stazionario per f Se 2 x è definita negativa, allora x è punto di massimo locale; se 2 x è definita positiva, allora x è punto di minimo locale; se 2 x è indefinita, allora x non è né di massimo né di minimo locale 6 Osservazione Per lo studio dei massimi e dei minimi locali di una funzione di più variabili di classe C 2 si inizia quindi con la ricerca dei punti stazionari Poi occorre studiare la natura degli eventuali punti stazionari trovati Si calcola il gradiente secondo e si studia il segno della forma quadratica associata al gradiente secondo Se il gradiente secondo risulta o definito o indefinito si può concludere Se invece il gradiente secondo risulta semidefinito le condizioni del secondo ordine non consentono di concludere nulla Quindi non sempre si riesce a stabilire la natura del punto stazionario con le derivate seconde Nemmeno questa è una novità: anche con funzioni di una variabile, se trovo un punto x 0 tale che f x 0 = f x 0 = 0, da questa sola informazione non posso concludere nulla sul fatto che x 0 sia di massimo o di minimo Solitamente per studiare la natura di un punto stazionario di una funzione di una variabile si studia il segno della derivata prima: con le funzioni di più variabili questo non si fa, dato che non ci sono risultati analoghi in questo senso 5 Più precisamente, se f ha in x un punto di massimo minimo locale e se γ è una curva tale che γt 0 = x, allora la restrizione f γ ha in t 0 un punto di massimo minimo locale 6 Questa in effetti, come detto, è una conseguenza delle condizioni necessarie del secondo ordine

UNIVR Facoltà di Economia Corso di Matematica finanziaria 2008/09 4 Osservazione Il comportamento locale di una funzione in prossimità di un suo punto stazionario dipende quindi dal segno del suo gradiente secondo Non fornisco dimostrazioni dei risultati precedenti, ma c è un modo abbastanza semplice per capire il motivo di questi: il gradiente secondo, o meglio la forma quadratica ad esso associata, fornisce un approssimazione della variazione della funzione f, un approssimazione del secondo ordine 7 In pratica succede allora che se il gradiente secondo è indefinito si ricordi qual è il significato originario di questo termine ci sono direzioni lungo le quali i valori della funzione aumentano e ci sono altre direzioni lungo le quali i valori di f diminuiscono A questa situazione, in cui non c è né massimo né minimo, si dà il nome di punto di sella Se invece il gradiente secondo è definito, ad esempio positivo, e anche qui si riveda la definizione del termine in tutte le direzioni i valori della funzione aumentano e pertanto si ha la presenza di un punto di minimo È il momento di vedere qualche esempio di studio dei massimi e minimi di una funzione Esempi Cerchiamo i punti di massimo e di minimo locale della funzione fx, y = 2x 3 6xy + 3y 2 I punti stazionari si trovano calcolando anzitutto il gradiente di f: fx, y = 6x 2 6y, 6x + 6y Lo si pone poi uguale al vettore nullo e si risolve cioè il sistema { 6x 2 6y = 0 che ha le due soluzioni 0, 0 e 1, 1 8 6x + 6y = 0 Questo significa che, in tutto R 2, la funzione f ha soltanto questi due punti stazionari Ora dobbiamo studiare la natura di questi punti Ci serve intanto il gradiente secondo, che risulta Studiamo la natura del punto 0, 0 calcolando 2 f0, 0 = 0 6 6 6 2 fx, y = Pertanto l origine non è né di massimo né di minimo Studiamo la natura del punto 1, 1 calcolando 2 f1, 1 = 12 6 6 6 Pertanto 1, 1 è punto di minimo locale Consideriamo i semplici casi delle funzioni 12x 6 6 6 Si tratta di una matrice indefinita 9 Si tratta di una matrice definita positiva 10 fx, y = x 2 + y 2 e gx, y = x 2 y 2 Abbiamo fx, y = 2x, 2y e gx, y = 2x, 2y 7 Analogamente, la forma lineare associata al gradiente, cioè lx = fx x x, fornisce un approssimazione del primo ordine della variazione della funzione f In un punto stazionario però il gradiente è nullo e quindi la forma lineare è nulla e non dà informazioni Ecco perché serve il gradiente secondo 8 Attenzione in generale qui I sistemi che si ottengono annullando un gradiente non sono in genere dei sistemi lineari, e quindi qui non valgono i risultati, visti in Algebra lineare, come i teoremi di Cramer o di Rouché-Capelli Per risolvere un sistema come questo si può però semplicemente ricavare una delle incognite da una delle due equazioni e sostituire quanto trovato nell altra Qui ad esempio dalla seconda equazione si ricava y = x; sostituendo nella prima equazione si ha x 2 x = 0, che dà per soluzioni x = 0 oppure x = 1 Da x = 0 si trova quindi y = 0 quindi il punto 0, 0 e da x = 1 si trova y = 1 il punto 1, 1 9 Abbiamo imparato che lo studio del segno della fq può essere condotto attraverso il calcolo dei minori principali In questo caso det 2 f0, 0 < 0, e quindi, trattandosi di un minore principale di ordine pari, la fq è indefinita 10 I minori principali di NO sono entrambi positivi e quindi la fq è definita positiva

UNIVR Facoltà di Economia Corso di Matematica finanziaria 2008/09 5 Entrambe hanno, come unico punto stazionario, l origine 0, 0 I gradienti secondi sono 2 fx, y = 2 0 0 2 e 2 gx, y = 2 0 0 2 Il primo è definito positivo, il secondo è indefinito Pertanto f ha in 0, 0 un punto di minimo locale in realtà è di minimo globale e g ha in 0, 0 un punto che non è né di massimo né di minimo classico punto di sella, come avevamo già concluso prima, utilizzando le restrizioni Ora un caso in cui non si riesce a concludere Consideriamo la funzione fx, y = x 2 + y 4 Il gradiente è fx, y = 2x, 4y 3, da cui l unico punto stazionario è l origine 2 fx, y = 2 0 0 12y 2 e quindi 2 f0, 0 = 2 0 0 0, che però è semidefinito Quindi le condizioni del secondo ordine non ci consentono di concludere In realtà non è un caso particolarmente complicato dato che, osservando che la funzione è non negativa in tutto R 2 e che nell origine si annulla, possiamo dire facilmente che l origine è punto di minimo globale Osservazione Generalmente la ricerca dei punti di massimo o minimo globali è più complicata Una funzione potrebbe avere ad esempio due punti di massimo locale e un punto di minimo locale, ma per sapere se ci sono punti di massimo e di minimo globali non possiamo concludere con il semplice confronto dei valori della funzione in corrispondenza di tali punti Se la funzione è definita in tutto R 2, non possiamo trascurare quello che succede ad esempio all infinito Si consideri ancora l esempio già visto di fx, y = 2x 3 6xy +3y 2, che ha un minimo locale in 1, 1, oltre ad un punto stazionario né di massimo né di minimo in 0, 0 Non possiamo certo dire che 1, 1 è punto di minimo globale, se la motivazione è che si tratta dell unico punto di minimo trovato Possiamo però dire che f non ha punti di massimo globale, dato che se ne avesse, questi sarebbero anche punti di massimo locale, mentre di questi non ne abbiamo trovati In realtà f non ha nemmeno punti di minimo globale, in quanto è illimitata inferiormente Infatti, se consideriamo la restrizione che si ottiene con la curva γt = t, 0, otteniamo f γt = 2t 3 che, variando t in tutto R, non è limitata, né inferiormente, né superiormente Quindi non lo è nemmeno f Esempi Cerchiamo i punti di massimo e minimo della funzione fx, y = xe y 1, in tutto R 2 Il gradiente è fx, y = e y 1, xe y, da cui l unico punto stazionario è 0, 0 0 e 2 y fx, y = e y xe y e quindi 2 f0, 0 = 0 1 1 0 La matrice è indefinita e quindi 0, 0 non è né di massimo né di minimo Quindi con le condizioni del secondo ordine in questo caso possiamo concludere Proviamo a convincerci di questo con le restrizioni Possiamo osservare che ad esempio le restrizioni lungo gli assi non dicono molto Infatti f 1 t = ft, 0 = 0 e f 2 t = f0, t = 0 Proviamo con la restrizione lungo la retta di equazione y = x: f 3 t = ft, t = te t 1 Lungo questa retta l origine sembrerebbe un punto di minimo, dato che per ogni t 0 risulta f 3 t > 0 Ma lungo la retta di equazione y = x si ha: f 4 t = ft, t = te t 1,

UNIVR Facoltà di Economia Corso di Matematica finanziaria 2008/09 6 e qui l origine assomiglia invece ad un punto di massimo locale, dato che risulta f 4 t < 0 per ogni t 0 Abbiamo quindi il tipico comportamento di un punto di sella Si vede facilmente che f non è limitata: lo provano le due restrizioni f 3 ed f 4 : f 3 non è limitata superiormente e f 4 non lo è inferiormente Cerchiamo i punti di massimo e minimo della funzione fx, y = e x2 y 2, in tutto R 2 Il gradiente è fx, y = 2xe x2 y 2, 2ye x2 y 2, da cui l unico punto stazionario è 0, 0 2 21 2x 2 e x2 y 2 4xye x2 y 2 fx, y = 4xye x2 y 2 21 2y 2 e x2 y 2 e quindi 2 f0, 0 = 2 0 0 2 Si tratta di una matrice definita negativa e quindi l origine è un punto di massimo locale di massimo globale: lo si capisce ad esempio considerando che f0, 0 = 1 e È in realtà un punto e x2 y 2 1 per ogni x, y R 2 Gli esempi visti riguardano funzioni definite in tutto R 2 Le condizioni enunciate però valgono in generale in insiemi aperti Possono quindi essere utilizzate anche ad esempio nell insieme dei punti interni al dominio di una funzione Esempio Consideriamo la funzione fx, y = x log y La funzione f è definita nel semipiano delle y > 0, che è un insieme aperto Cerchiamo i punti stazionari calcolando intanto fx, y = log y, x, che si annulla nel punto 0, 1 y 2 fx, y = 0 1 y 1 y x y 2 e quindi 2 f0, 1 = 0 1 1 0 La matrice è indefinita e quindi il punto non è né di massimo né di minimo Si può confermare questa conclusione utilizzando ad esempio le restrizioni date dalle curve γ 1 t = t, 1 + t e γ 2 t = t, 1 t Presento tre ultimi esempi in cui la funzione è definita o viene considerata in un insieme chiuso A volte si può arrivare ad una conclusione completa, altre no Esempi Consideriamo la funzione fx, y = 1 x 2 y 2 { } La funzione è definita nel cerchio unitario C = x, y R 2 : x 2 + y 2 1, che è un insieme chiuso Calcoliamo il gradiente di f ovviamente nei punti interni a C: fx, y = x 1 x2 y 2, y 1 x2 y 2 Il gradiente di f si annulla nell origine, che è punto interno a C Lascio per esercizio il calcolo del gradiente secondo di f nel punto 0, 0 Si trova che f0, 0 = I, cioè l opposto della matrice identità Pertanto, essendo il gradiente secondo definito negativo, l origine è punto di massimo locale per f Senza altre informazioni non potremmo dire di più Osservando però che f0, 0 = 1 e 1 x 2 y 2 1 per ogni x, y C, possiamo dire che l origine è punto di massimo globale Anche sui minimi possiamo concludere, dato che sulla frontiera di C la funzione si annulla e, essendo non negativa, necessariamente tutta la frontiera di C è fatta di punti di minimo globale { } Consideriamo la funzione f : C R, con fx, y = x + y e C = x, y R 2 : x 2 + y 2 1 11 11 La funzione esiste anche all esterno del cerchio C, ma la consideriamo solo nel cerchio

UNIVR Facoltà di Economia Corso di Matematica finanziaria 2008/09 7 Le condizioni studiate valgono nei punti interni a C, cioè nell insieme { } x, y R 2 : x 2 + y 2 < 1 12 Osservando che f = 1, 1, possiamo dire che non ci sono punti stazionari interni a C, e quindi non ci sono punti di massimo o di minimo interni a C Attenzione a non pensare a questo punto che non ci siano punti di massimo o di minimo in C: certamente ce ne sono, dato che, essendo C un insieme chiuso e limitato ed essendo f continua, il teorema di Weierstrass dice che f ha almeno un punto di massimo e almeno un punto di minimo in C Evidentemente tali punti non sono interni a C se lo fossero sarebbero punti stazionari, e devono stare quindi sulla frontiera di C, cioè sulla circonferenza di equazione x 2 + y 2 = 1 Impareremo più avanti come trovarli Consideriamo la funzione fx, y = x 2 y 2 nel quadrato Q = [ 1, 1] [ 1, 1] Q è un insieme chiuso e limitato di R 2, e quindi anche qui il teorema di Weierstrass garantisce che esistono un punto di massimo e un punto di minimo di f in Q Annullando il gradiente di f, come già visto, si trova l origine come unico punto stazionario, che però non è né di massimo né di minimo Anche in questo caso allora i punti di massimo e minimo globali stanno sul bordo Per trovarli si potrebbero utilizzare le restrizioni di f al bordo del quadrato Lo studente provi a farlo: 13 troverà che ci sono due punti di massimo globale in 1, 0 e 1, 0 dove la funzione vale 1, e due punti di minimo globale in 0, 1 e 0, 1 dove la funzione vale 1 Si noti anche che la funzione si annulla nei punti di Q che stanno lungo le rette di equazioni y = x e y = x Ecco altri esercizi Esercizi Si determinino i punti di massimo e di minimo locali delle seguenti funzioni: a fx, y = x 4 + y 4 4xy b fx, y = x + y 1 3 x3 + y 3 c fx, y = 1 x 2 y + x 2 d fx, y = x 2 + y 2 xy 2 e fx, y, z = x 4 + y 2 4xy + z 2 + 2z Soluzioni a fx, y = x 4 + y 4 4xy Si ha fx, y = 4x 3 4y, 4y 3 4x Troviamo i punti stazionari risolvendo il sistema { 4x 3 4y = 0 4y 3 4x = 0 { 4x 3 = 4y 4y 3 = 4x { x 3 = y x 9 = x e quest ultimo fornisce le soluzioni 0, 0, 1, 1 e 1, 1 Allora si ha 2 fx, y = 2 f0, 0 = 2 f1, 1 = 2 f 1, 1 = 12x 2 4 4 12y 2 0 4 4 0 12 4 4 12, che è indefinit0;, che è definito positivo Pertanto possiamo concludere che 1, 1 e 1, 1 sono punti di minimo locale, mentre 0, 0 non è né di massimo né di minimo 12 Si rifletta su questo particolare: le condizioni, mettiamo quelle del primo ordine, non sono necessarie sul bordo del cerchio, cioè in altre parole non è detto che in un punto di massimo che sta sul bordo il gradiente debba essere nullo, dato che il fatto che il punto sia di massimo potrebbe dipendere non tanto dalle caratteristiche della funzione quanto da quelle del bordo e la condizione del primo ordine non tiene in nessun conto come è fatto il bordo 13 Ad esempio, per trovare la restrizione di f sul lato superiore del quadrato, basta pensare alla curva γt = t, 1, con t [ 1,1], che ha per sostegno appunto questo lato del quadrato La restrizione di f è allora la funzione t t 2 1

UNIVR Facoltà di Economia Corso di Matematica finanziaria 2008/09 8 b fx, y = x + y 1 3 x3 + y 3 Si ha fx, y = 1 x 2, 1 y 2 Troviamo i punti stazionari risolvendo il sistema { 1 x 2 = 0 1 y 2 = 0 { x 2 = 1 y 2 = 1 e quest ultimo fornisce le soluzioni 1, 1, 1, 1, 1, 1 e 1, 1 Allora si ha 2 f1, 1 = 2 f1, 1 = 2 f 1, 1 = 2 f 1, 1 = 2 fx, y = 2x 0 0 2y 2 0, che è definito negativo; 0 2 2 0, che è indefinito; 0 2 2 0, che è indefinito; 0 2 2 0, che è definito positivo 0 2 Pertanto possiamo concludere che 1, 1 è un punto di massimo locale, 1, 1 è punto di minimo locale, 1, 1 e 1, 1 non sono né di massimo né di minimo c fx, y = 1 x 2 y + x 2 Si ha fx, y = 2xy + 2x, 1 x 2 Troviamo i punti stazionari risolvendo il sistema { 2xy + 2x = 0 1 x 2 = 0 { x 2 = 1 2x1 y = 0 e quest ultimo fornisce le soluzioni 1, 1 e 1, 1 Allora si ha 2 fx, y = 2 f1, 1 = 2 f 1, 1 = 2y + 2 2x 2x 0 0 2, che è indefinito; 2 0 0 2, che è indefinito 2 0 Pertanto possiamo concludere che i due punti stazionari non sono né di massimo né di minimo d fx, y = x 2 + y 2 xy 2 Si ha fx, y = 2xxy 2 + yx 2 + y 2, 2yxy 2 + xx 2 + y 2 e non conviene svolgere i conti Troviamo i punti stazionari risolvendo il sistema Una prima soluzione immediata è x, y = 0, 0 { 2xxy 2 + yx 2 + y 2 = 0 2yxy 2 + xx 2 + y 2 = 0

UNIVR Facoltà di Economia Corso di Matematica finanziaria 2008/09 9 A parte questa è facile vedere che non ci sono altri punti stazionari con una componente nulla Pertanto possiamo ottenere il sistema equivalente { x 2 + y 2 = 2 x y xy 2 2yxy 2 + xx 2 + y 2 = 0 Sostituendo nella seconda equazione otteniamo { x 2 + y 2 = 2 x y xy 2 2yxy 2 2x x y xy 2 = 0 Il sistema ha le uniche soluzioni I punti stazionari sono pertanto Il gradiente secondo di f è Allora si ha 1, 1 e 1, 1 14 0, 0, 1, 1 e 1, 1 6xy 4 3x 2 fx, y = 2 + 3y 2 3x 2 + 3y 2 6xy 4 2 f0, 0 = 2 f1, 1 = 2 f 1, 1 = 4 0 0 4 2 6 6 2 { x 2 + y 2 = 2 x y xy 2 2xy 2 y2 x 2 y = 0, che è definito negativo;, che è indefinito Possiamo concludere che 0, 0 è punto di massimo locale, mentre 1, 1 e 1, 1 non sono né di massimo né di minimo È facile verificare la conclusione circa il punto di massimo locale, dato che esiste certamente un intorno dell origine in cui la funzione è negativa, a parte l origine stessa, in cui la funzione è nulla Non è invece così immediato verificare l altra conclusione, relativa ad esempio al punto 1, 1 le considerazioni valgono anche per l altro punto, dato che la funzione è simmetrica rispetto all origine Provando a vedere cosa succede lungo qualche restrizione, possiamo osservare che, lungo le rette y = x e y = 1 la funzione f ha un punto di minimo in 1, 1 Infatti fx, y = 2x 2 x 2 2 e fx, y = x 2 + 1x 2, y=x y=1 e con qualche semplice calcolo si trova che la situazione è quella indicata Lungo la retta y = 2 x risulta invece fx, y = 2x 4 + 8x 3 16x 2 + 16x 8 y=2 x e la funzione ha un punto di massimo La questione se il punto di massimo trovato sia globale è di immediata soluzione e fx, y, z = x 4 + y 2 4xy + z 2 + 2z Si ha fx, y = 4x 3 4y, 2y 4x, 2z + 2 Troviamo i punti stazionari risolvendo il sistema 4x 3 4y = 0 2y 4x = 0 2z + 2 = 0 z = 1 y = x 3 y = 2x e quest ultimo fornisce le soluzioni 0, 0, 1, 2, 2 2, 1 e 2, 2 2, 1 14 Per trovarle si può considerare la seconda equazione, dove deve annullarsi o xy 2 o y 2 x 2 Se si annulla il primo, sostituendo nella seconda si vede che torniamo ad avere la soluzione nulla Se si annulla y 2 x 2, le soluzioni possibili sono per y = x oppure y = x Si vede facilmente che non ci sono soluzioni con y = x Con y = x, sostituendo nella prima equazione, si trovano le due soluzioni indicate

UNIVR Facoltà di Economia Corso di Matematica finanziaria 2008/09 10 Allora si ha 2 f 2 f0, 0, 1 = 2 f 2, 2 2, 1 2, 2 2, 1 2 fx, y, z = = = 12x 2 4 0 4 2 0 0 0 2 0 4 0 4 2 0 0 0 2 24 4 0 4 2 0 0 0 2 24 4 0 4 2 0 0 0 2, che è indefinito;, che è definito positivo;, che è definito positivo Pertanto possiamo concludere che il punto 0, 0, 1 non è né di massimo né di minimo e che gli altri due punti sono di minimo locale