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Transcript:

A.Cafiero Slide 1 Ringrazio molto gli organizzatori per avermi invitato e Bernard De Galembert, Forestry Director della Confederazione dell'industria cartaria europea (la CEPI) per il supporto nella preparazione di questa presentazione, che abbiamo cercato di articolare in 3 parti: - alcuni aspetti dell'industria cartaria europea e del suo utilizzo di legname - alcune considerazioni generali sulle politiche europee che impattano sulle risorse forestali - alcune valutazioni sull'utilizzo di pioppo nell'industria cartaria e sull'impatto della politica agricola comune. Slide 2 Vorrei iniziare ricordando alcuni dei principali dati dell'industria cartaria europea riferiti al 2002. Le aziende cartarie sono in Europa 895 con 1257 stabilimenti. Pur essendo il cartario un settore estremamente "capital-intensive", accanto a grandi gruppi multinazionali di livello mondiale continuano ad operare in Europa molte imprese di piccole e medie dimensioni che, come dimostrato da molti casi in Italia, possono ottenere con la flessibilità e la capacità di specializzazione, che è loro propria, ottimi risultati. L'occupazione diretta nel settore è di oltre 250 mila addetti che sono spesso localizzati in zone rurali dove le cartiere sono le principali se non le uniche fonti di occupazione. A questo si deve aggiungere l'effetto sull'indotto che è molto rilevante per l'intensità del capitale utilizzato e, in via conservativa, può essere valutato in un rapporto di 1 a 1 con l'occupazione diretta in altre 250.000 unità. Il fatturato dell'industria cartaria è stato lo scorso anno di 73 miliardi di Euro che rappresenta il 2% di quello dell'industria UE. La produzione di carte e cartoni è ammontata a 90 milioni di tonnellate, di cui, mi permetto di sottolineare, più del 10% ovvero oltre 9 milioni di tonnellate in Italia. La produzione di paste per carta è stata di 39

milioni di tonnellate, mentre l'utilizzo di carta da macero ha superato i 43 milioni di tonnellate. Slide 3 L'industria cartaria dell'unione Europea incide per il 28% sulla produzione mondiale di carte e cartoni. Tale percentuale supererà il 30 con il prossimo allargamento dell'unione ai Paesi dell'europa centro-orientale. Le altre principali aree di produzione con quote sostanzialmente analoghe a quella europea sono ovviamente il Nord America e l'asia, dove anche nel settore cartario si sta registrando una crescita esponenziale dell'industria cinese. Il Sud America, che conta il 5% della produzione cartaria mondiale, sta invece sviluppando un'importante presenza nella produzione di paste per il mercato sia nelle fibre corte a base di eucaliptus con il Brasile sia in Cile con le fibre lunghe di pino radiata. Slide 4 L'utilizzo di legno nei Paesi dell'area CEPI è stato lo scorso anno di 140 milioni di m3. All'inizio degli anni 90 venivano utilizzati circa 110 milioni di m3 e la crescita media annua nel periodo è nell'ordine del 2%. Tuttavia, come potete rilevare dalla slide il dato di utilizzo di legname è rimasto sostanzialmente stabile nell'ultimo quinquennio. Rispetto all'inizio degli anni 90 sono aumentate significativamente anche le importazioni che sono passate da 10 a circa 30 milioni di m3. Anche le importazioni di legname per l'area CEPI si sono sostanzialmente stabilizzate negli ultimi anni. Slide 5 A fronte di una produzione cartaria che, per rispondere ad una domanda crescente, si è sviluppata nell'ultimo decennio ad un tasso medio del 3% il fabbisogno di materia prima è stato soddisfatto principalmente con un crescente ricorso al riciclo. Come si può vedere in questa slide che mostra il mix di materie prime per l'industria cartaria nell'area CEPI, le paste di fibra vergine continuano ad essere lo scorso anno la voce principale di tale mix

con il 42,6%. Tuttavia, l'incidenza delle paste è scesa sensibilmente rispetto al 1992 quando era vicina al 50%. Negli stessi 10 anni l'utilizzo di carta da macero è cresciuto dal 37 al 42%, che in termini quantitativi è significato un incremento di 16 milioni di tonnellate per giungere ai 43 milioni di tonnellate di carta da macero riciclati dall'industria cartaria lo scorso anno. E' ovvio, ma vale la pena di sottolinearlo in una sede prestigiosa come questa che tra utilizzo di fibre vergini e riciclo non c'è contrasto ma complementarità, in quanto si tratta di aspetti diversi di uno stesso ciclo che partendo da una gestione sostenibile delle risorse forestali permettono di utilizzare al meglio una risorsa rinnovabile e riciclabile come il legno. Slide 6 La domanda di prodotti cartari, originati da fibre vergini o da riciclo, ha registrato in Europa nell'ultimo decennio un tasso di crescita medio del 2,7%. Per quanto, come si può notare nella slide, si sono registrate delle oscillazioni congiunturali come quella dell'ultimo biennio collegata al noto rallentamento dei principali Paesi europei, la CEPI ritiene affidabili previsioni di un'ulteriore crescita della domanda di carte e cartoni nei prossimi anni anche in prospettiva dell'auspicata ripresa economica e per le conseguenze dell'allargamento dell'unione Europea. Slide 7 La crescita della produzione cartaria per soddisfare lo sviluppo della domanda sul mercato europeo è peraltro avvenuta in un contesto in cui le risorse forestali europee stanno aumentando. Questa slide compara con dati relativi agli ultimi 5 decenni, l'incremento annuo netto delle foreste europee con i prelievi. Come si può rilevare, la progressiva divaricazione delle due linee è notevole e, nel 2000, la crescita delle foreste europee è stata calcolata in 25 m3 al secondo di cui 12 non vengono utilizzati.

Slide 8 Questo risultato relativo alla media europea dipende ovviamente da situazioni nazionali diverse e dagli interventi (o dai non interventi) posti in essere nell'ambito delle politiche adottate in campo forestale a livello nazionale e locale. Come CEPI, abbiamo richiamato più volte che un più forte coordinamento della politica forestale in campo europeo è spesso apparso come auspicabile. Come è ben noto non esiste una base giuridica per lo sviluppo di una politica forestale da parte dell'unione Europea. Anche nell'ambito della Convenzione europea non è stato ritenuto opportuno di procedere in questa direzione e le possibilità che la Conferenza intergovernativa attualmente in corso possa portare ad una diversa valutazione e all inserimento di una politica forestale comune nel testo della nuova Costituzione europea, sono scarse. In questo contesto l'applicazione della strategia forestale europea per il periodo 1998-2003 ha portato all'adozione di misure sparse, che per quanto importanti non sempre sembrano aver realizzato il coordinamento che la strategia sicuramente si proponeva. Gli interventi più importanti in questo contesto riguardano, da un lato, la forestazione delle terre dismesse, e dall'altro, una serie di politiche che rispondono ad obiettivi non strettamente forestali ma che pure hanno un rilevante impatto sulle risorse forestali e la loro gestione. Slide 9 In relazione ai risultati degli interventi realizzati in applicazione del Regolamento UE 2080/92 ritengo utile nel contesto della mia presentazione richiamare alcuni degli aspetti principali, anche se sono ben noti a molti partecipanti a questa Conferenza. I rimboschimenti nel totale dell'unione Europea sono ammontati a circa 1 milione di ettari e sono avvenuti principalmente nell'ordine, come potete vedere dalla slide, in Spagna, Regno Unito, Irlanda, Portogallo e Italia.

Le specie oggetto degli impianti sono state per il 60% latifoglie e formazioni miste e per il 40% conifere. Secondo i dati che mi ha fornito la CEPI, la forestazione con specie a rapido accrescimento ha riguardato il 4% del totale. Di questi per la maggior parte si è trattato di nuovi pioppeti per 34.000 ettari realizzati in Francia e Italia. In alcuni Paesi, come l'irlanda, il pioppo non rientra tra le specie incentivabili con i fondi comunitari. Slide 10 Tra le politiche che impattano sulla gestione delle risorse forestali, il primo posto spetta sicuramente alle scelte volte a rafforzare la conservazione dei valori naturali delle foreste. Per evitare fraintendimenti, desidero sottolineare che non intendo qui criticare questo o altri approcci. Scelte di politica forestale di preservazione di valori naturali, quando sono coerenti e basate su dati scientifici, sono largamente condivisibili in quanto costituiscono un fondamento dello sviluppo sostenibile unitamente ai dati relativi agli aspetti sociali ed economici di occupazione, fatturato, produzione che per il settore cartario ho richiamato in precedenza. Per sviluppare politiche coerenti si deve però riconoscere esplicitamente che le scelte di preservazione impattano sui risultati della gestione in termini di riduzione dei prelievi e spesso in termini di cambiamenti delle specie e qualità del legno disponibile. Slide 11 Anche politiche sviluppate per finalità importantissime, ma sostanzialmente di natura non forestale, come le azioni concordate nel protocollo di Kyoto per limitare le emissioni di gas-serra hanno un rilevante impatto sulla gestione forestale. L'industria cartaria sta partecipando con molta attenzione al processo di applicazione delle misure previste dal protocollo, nonostante le note incertezze relativa alla sua ratifica. Il settore

cartario è peraltro uno dei sei settori industriali interessati sin dalla prima fase all'applicazione della direttiva UE sull'"emission Trading" recentemente approvata. Dall'implementazione delle misure previste per i cosiddetti "sinks" forestali per aumentare le capacità di assorbimento del carbonio, che saranno oggetto di discussione nella prossima COP 9 di Milano, possono derivare opportunità ma anche rischi. Tali rischi sono collegati in particolare ad incentivi a ritardare i prelievi e a cambiare le pratiche di gestione. Slide 12 L'area sicuramente più critica riguarda tuttavia le politiche di incentivazione dell'utilizzo di legno come fonte di energia rinnovabile. Come noto, a livello europeo sono state sviluppate delle ambiziose politiche per raddoppiare dal 6 al 12% entro il 2010 la quota delle rinnovabili sul totale delle produzioni energetiche. Per la sostanziale impossibilità di espandere ulteriormente l'idroelettrico e per fattori economici legati alle altre fonti, gran parte dell'impegno per raggiungere gli obiettivi è sulle biomasse e, in particolare, sul legno L'industria cartaria in questo campo si trova in una posizione particolare per valutare gli effetti di tali politiche in quanto, da un lato, è come settore il principale produttore di energia da biomassa con il 17% del totale, ma dall'altro, sente gli effetti delle misure adottate negli approvvigionamenti di legname e nei costi dell'energia elettrica sui quali si scarica gran parte dell'onere delle incentivazioni. Per quanto riguarda gli effetti per gli approvvigionamenti di legname sono già evidenti agli operatori le distorsioni derivanti sul mercato dal fatto che una destinazione del materiale, quella per la produzione di energia elettrica, venga incentivata, mentre i flussi tradizionali del legname come materia prima non lo siano.

Slide 13 In relazione agli impatti futuri delle politiche finora richiamate la CEPI ha realizzato lo scorso anno uno studio di previsione sulle disponibilità di legname, di cui mi permetto di richiamare in questa slide i risultati. Per chi fosse interessato ad approfondire sia i risultati che la metodologia dello studio, che non mi è possibile per motivi di tempo richiamare oggi, invito a consultare il sito web della CEPI. Ovviamente quando si realizza uno studio che ambisce a prevedere andamenti nei prossimi 50-60 anni le assunzioni, le variabili e le incognite sono molte. Quello che ritengo sia interessante per la riflessione è, aldilà dei numeri, l'andamento del grafico proiettato e la tendenza che esso evidenzia. Partendo da una situazione di sostanziale equilibrio tra domanda e offerta come quella attuale, lo studio evidenzia a fronte di un forte sviluppo della domanda di legno come materia prima e soprattutto per la produzione di energia elettrica, una potenziale carenza di capacità di mobilizzazione del legno anche in relazione all'applicazione delle politiche e degli strumenti previsti dal Protocollo di Kyoto. Come potete rilevare i numeri sono impressionanti, in quanto lo studio indica una carenza di 27 milioni di m 3 già nel 2010 che potrebbe aumentare per raggiungere gli 89 milioni nel 2030 e addirittura a 195 milioni di m 3 nel 2060. Slide 14 Anche a voler prendere con cautela i numeri che sono emersi dallo studio commissionato da CEPI, le pressioni sulle risorse forestali sono già sentite dagli operatori e ritengo ragionevole che in mancanza di interventi possano portare pesanti effetti sul mercato in pochi anni. Le specie a rapido accrescimento, e tra queste sicuramente il pioppo, possono pertanto svolgere un ruolo molto importante per rispondere in tempi rapidi a delle sfide che vengono imposte alle risorse forestali europee con tempi che sono più quelli della politica che quelli propri della loro gestione.

Questo ruolo che il pioppo e altre specie possono svolgere nell'interesse collettivo richiede che a loro favore vengano sviluppate a livello comunitario, nazionale e locale delle politiche di incentivazione coerenti. Sicuramente è necessario che venga sgombrato il campo da critiche e vincoli basati su presunte ragioni ambientali e paesaggistiche, che devono essere discusse sulla base di dati scientifici invece che di pregiudizi come purtroppo spesso avviene. In questa direzione penso che gli utilizzatori e le loro Associazioni debbano fornire un convinto supporto ai pioppicoltori e alle loro organizzazioni. Slide 15 Per quanto riguarda l'utilizzo di pioppo nell'industria cartaria, la CEPI, in mancanza di dati specifici a livello europeo, ha raccolto per questa presentazione alcuni interessanti andamenti a livello nazionale che sono riassunti in questa slide. In alcune produzioni di carte grafiche, come le carte per cataloghi, il pioppo è arrivato ad incidere fino al 30% dell'input di fibre. In conseguenza di questo trend l'industria cartaria finlandese prevede di aumentare l'utilizzo annuo di pioppo a 2 milioni di m 3 entro il 2005, con una crescita di 800.000 m 3 rispetto ai livelli attuali Al contrario, in Francia le indicazioni ricevute sono per una tendenza alla riduzione degli acquisti di pioppo perché considerato troppo caro rispetto ad altre specie con un minore contenuto di umidità In Italia, l'utilizzo di pioppo per la produzione di paste viene previsto costante nei prossimi anni ad un livello di circa 200.000 m 3 /anno Possibili carenze di offerta di pioppo sono previste infine per i prossimi anni in Belgio e Olanda rispetto agli attuali livelli di acquisto con la possibile conseguenza di aumenti delle importazioni dalla Germania Slides 16 e 17 La CEPI ha anche compilato una lista di elementi pro e contro l'utilizzo di pioppo nell'industria cartaria. Tali elementi vanno dalle caratteristiche tecniche delle fibre, che evidenziano l'importanza

della qualità della fornitura, agli aspetti economici del prezzo, che possono variare ovviamente nei vari Paesi. Ne segnalo la presenza nella presentazione che viene distribuita, ma non mi soffermo, anche per motivi di tempo, nella lettura delle voci. Slide 18 Passo invece a sottoporvi alcune considerazioni sulla riforma della Politica Agricola Comune dal punto di vista della CEPI. Nell'insieme, anche in considerazione dei noti e stringenti vincoli di bilancio, sono ritenuti apprezzabili gli sforzi effettuati per rendere più chiare e di più facile applicazione le misure di intervento con particolare riguardo al comparto forestale. Altrettanto positivamente viene valutata la decisione di prolungare il supporto alla forestazione delle terre agricole dismesse nel quadro delle sfide che si profilano per le risorse forestali europee in conseguenza di politiche concordate a livello comunitario In relazione a tali sfide sicuramente meno positiva è invece la valutazione sulla decisione di garantire il supporto alle specie a rapido accrescimento, tra cui il pioppo, solo nella fase di impianto. Si ritiene che questo debba essere bilanciato assicurando alle specie a rapido accrescimento la possibilità di rientrare nelle incentivazioni previste per la produzione di biomassa per la produzione energetica. Slide 19 Mi avvio a concludere con tre considerazioni. In un contesto di mercato sempre più aperto ed integrato a livello mondiale, lo sviluppo di distorsioni sui mercati europei del legname derivanti da una cattiva implementazione di importanti politiche, quali quelle relative alla produzione energetica di biomasse o ai cambiamenti climatici, possono minare la competitività dell'industria cartaria europea che, nonostante il forte sviluppo del riciclo, continua ad avere nelle fibre vergini la sua principale materia prima. Tali distorsioni si tradurrebbero per altro in uno svantaggio di medio-

lungo termine anche per quei soggetti che in un'ottica di breve termine potrebbero trarne dei vantaggi. La riforma della Politica Agricola Comune offre delle significative opportunità per il pioppo e per le specie a rapido accrescimento di portare un rilevante contributo alle pressioni che le risorse forestali europee dovranno affrontare nei prossimi anni. Tali opportunità dovrebbero essere adeguate per riconoscere l'importanza di interventi in tempi relativamente brevi. La rilevanza delle questioni aperte in campo forestale e le loro interrelazioni con materie di grande interesse per la collettività richiedono un intenso dialogo tra produttori e utilizzatori a tutti i livelli per contribuire insieme a formare scelte politiche di buon senso. Grazie per l'attenzione.