Ambiente Benessere Mungitura per produrre latte di Alta Qualità

Documenti analoghi
Il riflesso neuro endocrino responsabile dell eiezione del latte

Prof.ssa Marina Gentili

La mammella nella vacca da latte

Macomer, 12 Ottobre Unione dei Comuni Marghine. P.A. Enrico Costa Tecnico Bonifiche Sarde S.P.A.

STABULAZIONE LIBERA. Prof.ssa Marina Gentili

La macchina mungitrice

Al Distretto Veterinario di ASL di Mantova

STABULAZIONE DELLE VACCHE DA LATTE STABULAZIONE FISSA. Posta lunga Posta corta con paglia senza paglia STABULAZIONE LIBERA

L apparato mammario. Disciplina: Produzioni animali Classe di concorso A052

CONTROLLO UFFICIALE PRESSO ALLEVAMENTO BOVINO LISTA DI RISCONTRO/ CHECK LIST LATTE A.T.V. MUNGITURA Alla posta Sala di mungitura

Tipologie e parametri dimensionali di cuccette per bovini da latte

Esperienze di ricerca: risultati del Progetto Mungiben*: Aspetti Gestionali

FUNZIONAMENTO E MANUTENZIONE DELLA MUNGITRICE MECCANICA

ALLEGATO 2 al MANUALE TECNICO

Servizio di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche

VERBALE DI SOPRALLUOGO PER LA AUTORIZZAZIONE SANITARIA DELLE AZIENDE DI PRODUZIONE LATTE (1) (D.P.R N. 54 D.M. 9/5/91 N.

I principali aspetti legislativi del BA in allevamento

LaStaBen. Stalle da latte: attrezzature e benessere delle bovine

1. A stabulazione fissa 2. A stabulazione libera

DATI IN INTERNO IN ESTERNO

REPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA

LATTE ALLEVAMENTO DI VACCHE DA LATTE INGRASSO. TORI >18 mesi TORELLI 6-18 mesi. VITELLI < 6 mesi VACCHE

REPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA

La consulenza S.A.T.A. (Servizio di Assistenza Tecnica agli Allevamenti )

Legislazione e benessere vitello

Programma di Sviluppo Rurale Sardegna

Il benessere degli animali riduce i costi dell allevamento

Analisi di caso aziendale

L attuale obiettivo di selezione della Frisona

Il metodo IBA - Indice di Benessere dell Allevamento

Valutazione e miglioramento del benessere negli allevamenti di bovini da latte. P. Zappavigna Università di Bologna

2. DESCRIZIONE DELL ATTIVITA ESERCITATA

Produzione e vendita di latte d asina: requisiti igienico-sanitari

Azioni per il controllo della carica batterica del latte alla stalla Il progetto LATTESAN

Allevamento A Anamnesi generale di allevamento

GLI IMPIANTI DI SCARICO INDICAZIONI, VINCOLI E REQUISITI DI PROGETTAZIONE

Benessere Animale e qualità del latte

POMPA DEL VUOTO POMPA DEL VUOTO. L IMPIANTO DI MUNGITURA componenti e gestione

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE LATTE CRUDO DI BUFALA

Alberto Menghi, Paolo Rossi

Esperienze di ricerca, dall'edilizia zootecnica vengono risposte

CONSUMABILI MILKLINE COMPRI QUALITÀ, ACQUISTI RISULTATI

CIDITEC s.r.l. WHN / EHN. cortina d aria.

A.R.T..A. Regolamento (CE) n.1257/1999 del 17 maggio 1999 PIANO DI SVILUPPO RURALE DELLA REGIONE TOSCANA SUDDIVISIONE DEGLI STABILIMENTI:

DICHIARAZIONE IN MERITO ALLA CONSISTENZA DELL'ALLEVAMENTO ALLA DATA 26/01/2016

Modena 7 Giugno Interventi in azienda e controllo delle patologie enteriche. Alessandro Zocca

IL BENESSERE ANIMALE PER ALIMENTI DI QUALITA. A. Mengoni

CHECK-LIST PER LA VIGILANZA SULLE VACCHERIE

Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria USAV

L efficienza di mungitura si può misurare e migliorare

Foto: Braunvieh Schweiz, Lustenberger Natural Pictures, KeLeKi, Luca Nolli.

La normativa e gli sviluppi futuri in Europa

CONSUMABILI MILKLINE COMPRI QUALITÀ, ACQUISTI RISULTATI

In collaborazione con:

512 Spazzatrice uomo a terra

Progetto META: Mungitura: Efficienza, sostenibilità e qualità

Lavasciuga pavimenti. Omnia 26/28/32/42. Lavasciuga pavimenti robusta a batteria. Ha due spazzole e una pista di lavoro da 66, 70, 75, 83, 104 cm

Efficace implementazione dei sistemi di raffrescamento intensivo delle bovine in allevamenti di larga scala in Italia

IMPIANTI DI MUNGITURA

cosa valutare Si NO NP riferimenti normativi note

Relazione FVO (audit maggio 2010)

nelle bovina da latte Informazione&Zootecnia

Principali caratter dei pavimenti fess

PROCEDURE DI CONTROLLO PER ROBOT DI MUNGITURA (MODELLO ASTRONAUT)

Le tappe di un corretto razionamento

MILPROP4C IL LATTE COME NON L AVETE MAI MUNTO

ISTRUZIONI PER L USO SPILLATORI A SECCO A N T A

Direzione Agricoltura Settore A1707A provincia di Torino Flavia Domenighini Giancarlo Bellone

Convegno conclusivo del Progetto GHGE Misura 124 PSR 2012 Legnaro

INDICE 1 Metodologia di valutazione del rischio 2 Cenni di legislazione sull incenerimento 3 Cicli di trattamento n. 5 4 Rischi professionali

Bovini da ingrasso: benessere animale, sistemi di stabulazione e costi

MILPROP4C IL LATTE COME NON L AVETE MAI MUNTO

La pulizia della stalla

QUALE VIA PER LA VALORIZZAZIONE DEL LATTE ITALIANO?, 8 -

Il controllo ambientale nelle stalle per vacche da latte

Ambienti tipici di un allevamento a ciclo chiuso nei suini

RELAZIONE TECNICA SUI RISULTATI OTTENUTI NEL CORSO DEL PROGETTO

La scelta delle madri e delle capretteda rimonta

Carta degli impegni di filiera

La curva di lattazione. Disciplina: Produzioni animali Classe di concorso A052

Emissioni di odori dagli allevamenti zootecnici Laura Valli, Alessandra Immovilli Nicola Labartino, Giuseppe Moscatelli CRPA spa Reggio Emilia

MANUALE POMPE A MEMBRANA

AIUTIAMO GLI ALLEVATORI A LAVORARE MEGLIO, AD ACCRESCERE LA RENDITA, AD AUMENTARE LA QUALITÀ DELLA PRODUZIONE E IL BENESSERE DEGLI ANIMALI

Le nuove norme sulla vendita diretta del latte crudo. Legge 3 maggio 1989, n. 169

SD 43 Monospazzole DATI TECNICI SD 43 SD 43 HD SD 43 HDM SD

Scrubmaster B140R. Scrubmaster B140R. Start Performance Comfort Dati tecnici Economia Service

Una macchina comple. guidata da sensor. La mungitura sarà una DOSSIER ROBOT DI MUNGITURA. Il cuore di un sistema. automatico di. mungitura è un robot

ANATOMIA DEL SENO. FISIOLOGIA DELLA LATTAZIONE

Sistemi di pulizia e automazione per vasche di prima pioggia

Dipartimento federale dell'interno DFI Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria USAV Protezione degli animali

Esempi di collegamento dei collettori

Montichiari 17 febbraio 2017 Precision farming: la sala di mungitura come centro nevralgico della raccolta dati dell azienda

CADF S.p.A. Regolamento del Servizio di fognatura e depurazione SCHEMI TECNICI Pagina 20

Il Controllo Ufficiale nell ambito della Segnalazione Certificata d Inizio Attività (S.C.I.A.)

BENESSERE ANIMALE. nuova certificazione e maggiore tutela del consumatore

IC Frisi - Melegnano STRUTTURA ANNESSI CUTANEI FUNZIONI GALLERIA IMMAGINI. Laura L.

Decisione 2006/778/CE del 14 novembre 2006.

Collegamenti verticali meccanizzati: ascensori

Central Vacuum Systems

LISTA DI RISCONTRO LATTE CRUDO E LATTE FRESCO

Transcript:

6 Alta Qualità Ambiente Benessere Mungitura per produrre latte di Alta Qualità 1

2 Alta Qualità

Indice Prefazione 5 Alcuni riferimenti legislativi 7 Premessa 9 Capitolo 1 Latte 11 Stalla 11 Capitolo 2 Locali di mungitura 16 Capitolo 3 Mammella bovina 24 Capitolo 4 Macchina mungitrice 28 Gruppo di mungitura 28 Collettore 29 Lunghi tubi latte 30 Pulsatori 31 Guaine o tettarelle 33 Il vuoto di mungitura 35 Accessori 36 Backflushing 37 Capitolo 5 Manutenzione delle macchine mungitrici 38 Struttura, box, leveraggi, e pistoni 39 Pompa per vuoto 40 Conduttura, intercettori, serbatoi 42 Regolatore del vuoto 43 Vuotometro 43 Pulsatore 44 Tubi di gomma di pulsazione 44 Guaina o tettarella 45 Coppette di lavaggio 46 Lattodotto 47 Collettori, flussometri, lattometri, terminali 47 Pompa latte 48 Programmatore di lavaggio e accessori 48 Altri impianti Capitolo 6 Stoccaggio latte alla stalla 50 Filtrazione latte 50

Refrigerazione del latte alla stalla 51 I serbatoi refrigeranti 52 Manutenzione ai serbatoi refrigeranti 54 Piastre di raffreddamento 54 La consegna del latte 55 Pulizia e disinfezione dei serbatoi refrigeranti 55 Capitolo 7 Tecnica di mungitura 56 Routine di mungitura 60 Processo di mungitura 62 Capitolo 8 L asciutta e la salute della mammella 71 Prelievo campioni sterili 75 California Mastitis Test (CMT) 77 Lactocorder 78 Capitolo 9 Pulizia attrezzature di mungitura e stoccaggio latte in stalla 82 Procedura di pulizia e disinfezione 85 Il lavaggio 86 La pulizia dei locali di mungitura 87 Ambiente 87 Capitolo 10 Organizzazione dell allevamento 91 La gestione della stalla 91 La gestione dell allevamento 95 Capitolo 11 Benessere Animale 98 Conosciamo le bovine 98 Alcuni indicatori per valutare il benessere delle bovine 101 Comprendere il benessere delle bovine 103 Conclusioni 104 Testi a cura di Mauro Codeluppi e Giampaolo Zanirato 4

Prefazione La qualità in Granlatte è una esperienza collettiva, un obiettivo che è diventata strategia, rinnovandosi di sfide condivise in primo luogo con noi stessi. La sfida più importante di tutte consiste nel garantire un futuro alla zootecnia da latte in questo paese. Un grande gruppo come il nostro, la più grande cooperativa italiana, ha una responsabilità che va oltre la comunità dei nostri soci. Per dimensione, ma sopratutto per il radicamento capillare nelle campagne, e grazie al marchio Granarolo, nelle nostre città la cooperativa ha messo a punto un modello che costituisce un punto di riferimento per l intero comparto. I modelli per essere vincenti vanno testati e codificati e i manuali servono a questo, a codificare e a divulgare le migliori pratiche affinchè sia possibile riconoscere i percorsi di crescita professionale che occorre intraprendere per diventare i produttori del miglior latte italiano. La collana si arricchisce di un nuovo volume, un contributo prezioso per i nostri soci e un compendio di conoscenze e d competenze declinate nella pratica quotidiana dell allevamento. Un ringraziamento sentito a coloro che hanno contribuito a questo importante lavoro, ma sopratutto voglio ringraziare i nostri soci che confrontandosi con i nostri tecnici ogni giorno, ci permettono di testare la validità delle nostre procedure. Il Presidente Gianpiero Calzolari 5

6 Alta Qualità

Alcuni riferimenti legislativi Nel 2004 la Comunità Europea ha approvato un gruppo di regolamenti, comunemente indicati come pacchetto igiene, che hanno sostituito dal primo gennaio 2006 le disposizioni comunitarie vigenti in materia d igiene delle produzioni e commercializzazione degli alimenti. Gli obiettivi di tali provvedimenti sono: Aumento del grado di sicurezza degli alimenti con la copertura legislativa di tutte le attività collegate alla produzione, e distribuzione dai campi alla tavola. Identificazione e definizione delle responsabilità dei soggetti coinvolti nella sicurezza alimentare (produttori, fornitori, consumatori). Semplificazione e armonizzazione della legislazione in vigore. I principi in cui si basano i regolamenti, sono l individuazione e la separazione delle responsabilità dei soggetti coinvolti nella sicurezza alimentare, con particolare riferimento a: Produzione; Commercializzazione; Importazione; di un prodotto alimentare sino al consumatore finale. I regolamenti approvati, prevedono l istituzione di attività di controllo ufficiale da parte delle Autorità sanitaria per verificare il rispetto, da parte degli operatori, degli obblighi imposti mediante procedure di controllo. Riferimenti Normativi Per l azienda zootecnica che produce latte, i riferimenti normativi da considerare riguardano la gestione e il controllo delle attività dalla produzione di campagna, la gestione degli animali, degli alimenti zootecnici, dei biocidi, la gestione del prodotto latte in stalla, compresi impianti, attrezzature e strutture. I riferimenti legislativi nazionali e comunitari riguardano: Anagrafe Riproduzione Animali Polizia veterinaria e Medicinali Latte e sua Commercializzazione Benessere e Protezione Animali Rintracciabilità e Sicurezza Alimentare Riportiamo i principali riferimenti legislativi che riguardano il latte, la sua commercializzazione, la rintracciabilità e la sicurezza alimentare: D.M. n. 185 del 09/05/1991 Regolamento concernente le condizioni di produzione zootecnica, i requisiti di composizione e igienico-sanitari del latte crudo destinato alla utilizzazione per la produzione di latte fresco pastorizzato di alta qualità. 7

Legge n. 169 del 03/05/1989 disciplina del trattamento e della commercializzazione del latte alimentare vaccino. Legge 30 maggio 2003, n.119 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 28 marzo 2003, n. 49, recante riforma normativa in tema di applicazione del prelievo supplementare nel settore del latte e dei prodotti lattiero - caseari. Decreto Legislativo 18 maggio 2001, n. 228 Orientamento e Modernizzazione del settore agricolo, a norma dell articolo7 della legge5 marzo2001, n. 57. Decreto Legislativo 2 febbraio 2001, n. 31 Attuazione della Direttiva 98/83/CE riguardante la qualità delle acque destinate al consumo umano. Regolamento CE n. 178/2002 che stabilisce i principi e i requisiti della legislazione alimentare, istituisce l Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare. D.M. 27 maggio 2004 Rintracciabilità e Scadenza del latte fresco. Regolamento CE n. 852/2004 Igiene prodotti alimentari. Regolamento CE n. 853/2004 Norme di Igiene per gli alimenti di origine animale. Regolamento CE n. 854/2004 Organizzazione dei controlli ufficiali sui prodotti di origine animale destinati al consumo umano. Regolamento CE n. 882/2004 Organizzazione dei controlli intesi a verificare la normativa in materia di mangimi e alimenti e alle norme sulla salute e benessere animale. 8

Premessa Gli appunti del presente opuscolo hanno lo scopo di fornire agli operatori impegnati nell allevamento della vacca da latte (mungitori, allevatori) alcune indicazioni di carattere organizzativo, tecnico e pratico, finalizzate al miglioramento delle qualità del latte. L allevamento delle vacche da latte, sempre più esposto alla concorrenza nazionale e internazionale, rischia di mutare il rapporto con l ambiente agricolo di riferimento. Questo comporta la necessità di ridurre i costi di produzione, incrementare la produttività per capo, abbassare il fabbisogno di manodopera, aumentare la consistenza dell allevamento, ricorrere a tecnologie e attrezzature sempre più complesse. E quindi necessaria la presenza di un imprenditore attento, impegnato e preparato a compiere scelte adeguate sia dal punto di vista tecnico che economico. Oltre a queste problematiche s inseriscono quelle legate alla sicurezza per gli addetti e alla salubrità dell ambiente di lavoro. Occorre quindi considerare la produzione di latte come un sistema di fattori, in cui la variazione di ciascun elemento influenza positivamente o negativamente gli altri elementi che entrano nel processo produttivo. Le attuali forme di allevamento, caratterizzate da un impostazione certamente intensiva, devono consentire il miglior benessere per gli animali per favorire una migliore risposta sia qualitativa che quantitativa della produzione del latte. Il formidabile lavoro di miglioramento genetico ha reso oggi le vacche potenzialmente sempre più produttive a condizione di una corretta e idonea gestione in grado di limitare ogni possibile causa di stress, sociale, ambientale e nutrizionale. Con questi tipi di animali appare quindi contro ogni logica fare dei passi indietro nelle tecniche d allevamento, in nome di un ritorno alla presunta naturalità nella produzione del latte. Qualsiasi soluzione tecnica proposta per migliorare la produttività e il benessere animale, non ha alcuna efficacia se il personale aziendale è scarsamente motivato nel proprio lavoro. Le vacche felici sono le più sane, le più fertili, le più longeve, le più produttive e quindi le più efficienti. Indipendentemente da questi vantaggi, esiste una direttiva comunitaria, la 98/58, che disciplina il rispetto del benessere degli animali da reddito. In questa direttiva sono stabiliti i doveri dell allevatore nei confronti degli animali che detiene e sono indicati con discreta precisione le attenzioni che egli deve avere: alimentazione, personale, ricoveri ecc. L uomo, proprio perché in grado di scelte autonome e intelligenti, ha il dovere di esercitare la sua superiorità secondo la logica del custode della natura praticando tutte quelle attenzioni sul benessere degli animali che consentono, come riscontro, di incrementare il proprio reddito. 9

10 Alta Qualità

Capitolo 1 Latte Per definizione, il latte è il prodotto della mungitura regolare completa e ininterrotta della mammella di bovine che si trovano in buono stato di salute, di nutrizione e di benessere. Il latte è uno dei pochi alimenti completi ed equilibrati dal punto di vista dei micronutrienti, ma deperisce in fretta se non sono rispettate le condizioni igieniche adeguate. Per legge (Reg. 853/04 sez. IX e del D.M. 9 maggio 1991, n.185) sono stati definiti dei parametri per identificare il latte alimentare ed il latte crudo di alta qualità. Tabella 1 - Parametri del latte Requisiti Limite latte crudo Limite latte crudo Alta Qualità C. B. T. 100.000 UFC /ml (*) 100.000 UFC/ml (*) Cellule somatiche 400.000ml (**) 300.000 ml (**) Residui di sostanze inibenti < LMR (***) < LMR (***) Tenore in grasso Non fissato Non < al 3,50% Tenore di proteine Non fissato 32 g/litro Aflatossine 50 ppt 50 ppt (*) Media geometrica mobile, calcolata su un periodo di due mesi, con almeno due prelievi al mese (**) Media geometrica mobile, calcolata su un periodo di tre mesi, con almeno un prelievo al mese (salvo metodologie diverse decise dalle autorità competenti. (***) Limiti massimi residuali Le qualità del latte dipendono da molti fattori: razza delle vacche, età, stato di salute e di benessere, alimentazione, stipo di stabulazione, periodo dell anno, clima, routine e igiene di mungitura, ecc.. Solo un attenta gestione da parte dell allevatore può permettere di ottenere latte di qualità con un sapore caratteristico che si possa conservare nei diversi processi, fino alla consegna al consumatore finale. Il latte di alta qualità non è uno slogan commerciale ma una vera e propria categoria merceologica di latte definita dalla legge n 169/89. I requisiti necessari affinché il latte sia definito di Alta Qualità sono così rigorosi che solo un impegno costante e l applicazione di tecniche di allevamento all avanguardia possono permettere di produrre questo tipo di latte. Stalla La stalla oltre a proteggere le bovine in modo adeguato dal sole, dalle alte temperature e, in certe aree, dal vento, deve anche essere concepita in modo da consentire un livello igienico accettabile, facilitando l allontanamento delle deiezioni (pavimento fessurato o ruspette) o il loro mascheramento (lettiera). Inoltre deve facilitare la movimentazione delle vacche e garantire loro l accesso alle aree di ali- 11

Struttura stalla vacche da latte aperta Interno stalla, corsia alimentazione. Teli ombreggianti frangivento mentazione, abbeverata, riposo. Una stalla moderna che si propone di mantenere al massimo livello la produzione di latte (ovvero consentire a tutte le bovine di esprimere il massimo potenziale produttivo), non può fare a meno di garantire il benessere delle vacche stesse. Benessere inteso come temperatura, velocità e umidità dell aria, superfici di riposo adeguate con lettimi asciutti che non arrecano ferite agli arti, pavimentazioni non scivolose, cuccette dimensionate adeguatamente. Le più recenti tipologie di struttura d allevamento per bovine da latte sono ormai orientate alla realizzazione dell area di riposo a cuccette, nettamente distinta dalle corsie impiegate per gli spostamenti. Con questo tipo di stabulazione i vantaggi per gli animali, rispetto alla stabulazione a lettiera permanente, consistono essenzialmente in una maggior tranquillità, minori rischi di lesioni da schiacciamento, mammelle più pulite, migliori condizioni igieniche della zona di riposo. La progettazione delle dimensioni delle cuccette deve necessariamente tener conto del tipo di animali che le dovranno utilizzare. Non è possibile perciò fornire delle indicazioni standard, ma bisogna prendere in considerazione la razza allevata, le sue caratteristiche morfologiche e la mole delle bovine presenti in azienda. Se le dimensioni della cuccetta sono corrette anche il livello di pulizia degli animali sarà maggiore. Le cuccette troppo lunghe permettono che la bovina sporchi all interno delle stesse, se invece sono troppo larghe l animale può girarsi e sporcare dove dovrebbe invece appoggiare la testa. Le cuccette troppo corte sono sempre negative, poiché obbligano l animale a movimenti innaturali nell alzarsi e nello sdraiarsi. La corretta utilizzazione della cuccetta prevede che l animale assuma una posizione parallela ai battifianchi, e che la vacca si alzi e si corichi con facilità, entrandovi con rapidità e senza esitazioni. Per ottenere questo risultato, in fase di progetto è indi- Raschiatore per la pulizia corsia stalla con pavimento in gomma Vacche in cuccetta 12

spensabile tener conto di alcuni comportamenti tipici dei bovini, che possono influenzare le decisioni da prendere in questa fase. Per quanto riguarda la frequenza e durata del decubito è bene ricordare che le vacche preferiscono rimanere sdraiate (normalmente 10-14 ore il giorno) durante la ruminazione. Una cuccetta mal dimensionata comporta a una riduzione del tempo trascorso dagli animali in decubito per cui quando si notano animali in piedi nella cuccetta senza un buon motivo sono un sicuro indice di errato dimensionamento della stessa. I problemi derivanti da questo comportamento si traducono in un maggior stress con aumento della incidenza dei problemi agli arti ed un calo produttivo (il flusso ematico mammario è maggiore del 20-25% quando l animale è sdraiato) ed aumento del conteggio delle cellule somatiche nel latte. Uno scorretto uso della cuccetta determina anche il cosiddetto fenomeno di perching o appollaiamento, in base al quale la bovina sta con gli arti anteriori dentro la cuccetta (in decubito o in piedi), mentre con il posteriore si dispone in corsia. Questa anomalia comportamentale è causa dell insorgenza di patologie della mammella e del piede e di lesioni per schiacciamento della coda. Le lesioni agli arti posteriori possono essere causate anche in funzione del tipo di lettiera utilizzato nel riempimento delle cuccette. Quando la bovina si vuole sdraiare si piega sulle zampe anteriori, s inginocchia e porta una le gambe posteriori sotto il corpo. Quando l animale vuole rialzarsi, esegue una serie di movimenti inversi ai precedenti. Lo spazio necessario per compiere queste manovre senza costrizioni può arrivare fino a 3 metri (in base anche al peso vivo dell animale stesso), consi- Le cuccette devono sempre essere piene di lettime pulito e asciutto Ripartizione delle attività quotidiane di una bovina Frequenza delle lesioni agli arti riguardo al tipo di lettiera 13

derando che la testa e il corpo di una bovina pienamente sviluppata sono spinti in avanti di circa 60-70 cm. Durante questa fase e che l animale in decubito occupa circa 170 cm di spazio. A) con modalità anormale, detta a cavallo B) con modalità normale Movimenti che il bovino esegue per alzarsi La costruzione o trasformazione di una nuova stalla deve tenere come obiettivo principale il benessere delle bovine creando ambienti che limitino il manifestarsi di stress. Ad esempio in alternativa ai pavimenti tradizionali di calcestruzzo nelle stalle per vacche da latte a stabulazione libera stanno riscuotendo interesse da parte di tecnici e allevatori i pavimenti deformabili di gomma. I principali vantaggi della pavimentazione di gomma sono una diminuzione dell incidenza delle lesioni ai piedi, una migliore deambulazione delle vacche, una maggiore evidenza dei calori dato che la vacca si sente più sicura e può manifestare i comportamenti tipici di questa fase del ciclo riproduttivo. La riduzione delle lesioni ai piedi, rispetto ai pavimenti pieni tradizionali di calcestruzzo dal 22 al 33 % (fonte CRPA e DIPROVAL BO). L utilizzo della gomma deformabile rappresenta un costo aggiuntivo non indifferente nella pavimentazione delle stalle, ma uno studio di ricercatori del CRPA ha evidenziato i vantaggi economici che si possono avere con tale scelta (oltre 4.000 E/anno per una mandria di 100 vacche). 14

Gli operatori di stalla dovrebbero eseguire le diverse attività in un ambiente ben progettato e salubre. Questo facilita l esecuzione dei compiti assegnati in modo corretto permettendo di ridurre gli errori. Una stalla ben progettata deve tener conto anche della la sicurezza degli operatori oltre che delle specifiche previste per rumore, luce, energia elettrica, umidità, temperatura, scivolosità dei pavimenti. score descrizione 1,0 andatura normale - con parte posteriore stesso livello dell anteriore 2,0 lievemente zoppa - in piedi schiena a livello leggero arco mentre cammina 3,0 moderatamente zoppa schiena arcuata sia in piedi sia mentre cammina passo corto 4,0 zoppa schiena fortemente arcuata sia in piedi sia mentre cammina- un passo alla volta - insicura 5,0 gravemente zoppa cammina su tre arti - rifiuta di appoggiare il proprio peso su uno o più arti Indice valutazione «qualità» camminata e postura schiena di una bovina da latte (indice di benessere) 15

Capitolo 2 Locali per la mungitura In un allevamento di vacche da latte circa il 45% del tempo totale di lavoro è impiegato nelle operazioni di mungitura e nelle attività a esse correlate. Il costo della mungitura può arrivare a rappresentare oltre il 25% del costo di produzione del latte anche perché i costi d investimento per il locale e l impianto possono essere molto rilevanti. Di conseguenza diventa importante, sia per i progettisti che per allevatori, valutare con molta attenzione tutte le soluzioni possibili, adeguate alle dimensioni e al tipo di allevamento, senza mai dimenticare che la mungitura si compie almeno due volte il giorno e che non è la macchina mungitrice a essere spostata per raggiungere il singolo animale, ma sono le vacche che si devono muovere per andare a farsi mungere. Il sistema (edificio + impianti), nel suo insieme, deve essere semplice, efficiente, accessibile (camion ritiro latte) e facile da pulire. Deve essere garantita la possibilità di allacciamento all acqua e all energia elettrica e la facile evacuazione delle acque reflue. Il complesso di mungitura dovrebbe comprendere: - zona di attesa, - sala di mungitura vera e propria, - locale latte, - locale motori, - locale caldaia, - spogliatoi, - servizi igienici, - ufficio. Locali e disposizione componenti macchina mungitrice in sala Pavimento sala di mungitura regolabile in altezza. Permette ai mungitori di diversa altezza di operare con braccia e schiena in posture normali corrette, meno faticose Elenchiamo alcune attenzioni, indicazioni e consigli per la costruzione dei locali sopra citati. I dati per il progetto sono già stati ampiamente trattati nei manuali precedenti. 16

Zona di attesa Può essere circolare (per grandi allevamenti) o rettangolare. Il tipo rettangolare è maggiormente diffuso in Italia. Gli accorgimenti da adottare in fase di progettazione e realizzazione per il benessere delle vacche e per rendere il lavoro più agevole e con elevate produttività, sono: A) la dimensione della sala che deve essere calcolata in funzione del numero delle poste e del numero dei mungitori. La sala di attesa deve contenere il numero massimo di vacche che possono essere munte in 60 70 minuti di mungitura. Se gli animali rimangono in sala di attesa per più tempo si stressano e soffrono ai piedi a scapito della produzione. B) La larghezza della sala di attesa non dovrebbe essere superiore ai cancelli di ingresso delle vacche in sala di mungitura. Se non è possibile bisogna chiudere gli angoli della sala di attesa verso la sala di mungitura con cancelli inclinati per agevolare l ingresso delle vacche nella struttura di mungitura. Per la sicurezza degli operatori in sala di attesa bisogna sempre prevedere delle vie di fuga. C) Il pavimento della sala di attesa non dovrebbe essere scivoloso (meglio se ricoperto con gomma morbida) e presentarsi in salita con una pendenza ( 5-7%) verso l ingresso della sala di mungitura. Durante l attesa le vacche devono guardare la sala di mungitura. D) Spingi vacche (o cane ). Per gli allevamenti medio grandi può essere un aiuto per il mungitore per velocizzare l ingresso delle vacche in sala di mungitura. L utilizzo di questo dispositivo è frequente ma spesso viene impiegato in modo errato compromettendo la mungitura. In condizioni di normalità il semplice rumore del cicalino e l avanzamento dello spingi vacche a circa 1 metro dagli animali è sufficiente per gestire l ingresso in sala di mungitura. L uso dello spingi vacche a ridosso degli animali e le scariche elettriche a bassa tensione innervosiscono le vacche che, entrate in sala di mungitura, scalciano al momento della spinatura dei capezzoli allungando i tempi di mungitura. Sala di mungitura A) Piano di calpestio. Tutte le diverse configurazioni di sala devono rispettare alcuni parametri ergonomici che rendono meno faticoso il lavoro dell addetto alla mungitura. Tra di essi il più importante è la posizione dell operatore che deve essere tale da fargli trovare i capezzoli a circa 120 centimetri di altezza dal suo piano di calpestio e a circa 25 30 centimetri dal suo asse verticale. Ciò comporta che le vacche devono essere poste a un livello differente da quello dell operatore che lavora in una fossa di mungitura profonda da novanta a 100 centimetri, rispetto al piano di calpestio degli animali. Per rendere il lavoro dei mungitori più agevole e meno faticoso è possibile predisporre il piano del mungitore mobile. Questa soluzione permette di variare la differenza di livello tra il piano del mungitore e quello delle vacche. Mungitori di altezze differenti, possono lavorare con postura e posizione corrette con un affaticamento minore. Indipendentemente dal tipo di sala di mungitura bisogna ricordare alcuni aspetti importanti come le pavimentazioni, gli scarichi dei reflui e la presenza di un lavabo 17

per la pulizia e disinfezione delle mani. B) Pavimentazioni e scarichi. Le pavimentazioni della sala di mungitura oltre ad evitare scivolamenti e cadute alle vacche (meglio quelle in resina o in gomma) devono avere pendenze tali da velocizzare l allontanamento dello sporco ed una veloce asciugatura. Gli scarichi dei reflui non devono avvenire a cielo aperto ma devono essere accompagnati in condotti appositamente predisposti. In sala di mungitura non devono essere presenti pozzetti dei reflui aperti (sopratutto in prossimità del vaso terminale). La necessità di doversi lavare e disinfettare le mani è frequente. Un piccolo lavabo con comandi rubinetti a pedali in un angolo della fossa del mungitore e la presenza di spazzole lava stivali in ingresso dalla sala di attesa aiuta a ridurre la presenza di sostanza organica in sala di mungitura. C) Illuminazione e ventilazione. E importante predisporre un sistema d illuminazione che non produca ombre ma che dia la possibilità di vedere i capezzoli e i primi gatti del latte. Una doppia fila di tubi fluorescenti (circa 200 lux) è da considerarsi sufficiente. La ventilazione dovrebbe essere prevista per circa venti ricambi di aria all ora nei mesi invernali e di quaranta in estate. Per la miglior comodità dei mungitori, in particolare nei mesi invernali, il riscaldamento dovrebbe avvenire con un getto di aria calda soffiata dal basso. La disposizione dei punti illuminazione in sala devono permettere di osservare mammelle e getti di latte 18

D) Tipi di sala di mungitura: Sala di mungitura a tandem. E adatta per una mandria con un numero non elevato di capi che presentano tempi di mungitura diversi in cui si desidera una cura individuale delle vacche. Oltre al trattamento individuale si ha una visione globale dell animale e la massima libertà nella routine di mungitura. A Misure indicative d ingombro in metri. Sale Tandem (fonte Tecnozoo impianti) L N. poste A L 2 + 2 6,00 6,00 3 + 3 8,50 6,00 4 + 4 11,00 6,00 Sala di mungitura Tandem * Per le sale dotate di cancelli regolazione flusso vacche fra attesa e sala, A + 0,50 Sala di mungitura a spina di pesce. E il tipo di sala più diffuso in Italia. La struttura della sala a spina di pesce prevede che le vacche in mungitura siano collocate con un angolo che varia da 25 a 90, rispetto alla fossa del mungitore. Questo tipo di sala permette produttività del lavoro elevate e semplifica il lavoro del mungitore in quanto le vacche vengono introdotte a gruppi in sala di mungitura riducendo i movimenti del mungitore. Nella realizzazione della sala è opportuno dimensionarla (gruppi di mungitura) e dotarla di optional adeguati tali da poter organizzare una routine di mungitura corretta in funzione del numero degli operatori. La sala a spina di pesce può essere con barriere anteriori fisse o mobili. Per le sale di piccole dimensioni,(6-8 gruppi per lato o per linea) la barriera anteriore può essere fissa. Quando il numero di animali aumenta, per evitare rallentamenti eccessivi nello scarico delle vacche dalla sala è preferibile la barriera anteriore mobile per velocizzare l uscita. A Misure indicative d ingombro in metri. Sale Spina di pesce con ritorno esterno (fonte Tecnozoo impianti) L N. poste A L 4 + 4 7,20 6,00 6 + 6 9,40 6,00 8 + 8 11,60 6,50 10 + 10 13,80 7,00 Sala di mungitura Spina di pesce Sala di mungitura a pettine (parallela). Le vacche sono disposte perpendicolarmente alla fossa del mungitore. I gruppi di mungitura vengono applicati dalla parte posteriore. Il vantaggio di questa soluzione è dato dalla compattezza dell impianto (70 cm/capo),da una migliore movimentazione 19

degli animali e da una migliore posizione di lavoro. Tra gli svantaggi occorre considerare la scarsa o assente visione delle mammelle e la posizione non ottimale del gruppo di mungitura. Diversi impianti parallelo o pettine soffrono di errori di progettazione o di realizzazione. In particolare la mammella delle vacche viene schiacciata dalla barriera posteriore o sulla canalina di raccolta delle feci e urine provocando stress e sofferenza per l animale. Le operazioni di pulizia e attacco dei capezzoli sono più difficoltose in quanto le mammelle risultano essere distanti in avanti. A Misure indicative d ingombro in metri. Sala di mungitura parallela (fonte Tecnozoo impianti) L N. poste A L 8 + 8 7,30 11,00 16 + 16 13,80 13,00 20 + 20 17,00 14,00 24 + 24 20,00 14,00 28 + 28 23,00 15,00 Sala di mungitura Parallelo o a Pettine Sala di mungitura a giostra. La tipologia di questo tipo di sala di mungitura è diversa a seconda della disposizione delle vacche rispetto alla fossa del mungitore. Esistono due tipi di giostre: quelle in cui l operatore è all interno della fossa e le vacche si posizionano a tandem o a spina sul bordo esterno della giostra e quelle in ci gli operatori sono all esterno della piattaforma e le vacche sono disposte perpendicolarmente al bordo della fossa (gli animali si guardano). Sala di mungitura a giostra vacche disposte a spina di pesce con mungitori all interno. Sala di mungitura a giostra vacche disposte a pettine con mungitura posteriore dall esterno. Misure indicative d ingombro in metri, locale per contenere una sala di mungitura a giostra parallelo N. poste Diametro giostra Lunghezza Larghezza 24 8,70 35,00 10,00 36 12,50 40,00 15,50 48 16,50 50,00 19,00 60 20,10 55,00 22,00 20

Misure indicative d ingombro in metri, locale per contenere una sala di mungitura a giostra a spina di pesce Sala di mungitura a giostra a spina di pesce con operatori di mungitura all interno N. poste Diametro giostra Lungh. Largh. 20 10,20 26,00 11,50 28 13,30 36,00 14,50 32 13,95 38,00 15,50 40 17,20 44,00 19,00 Robot di mungitura Il robot di mungitura si propone come che permette alla bovina da latte un più naturale e quindi fisiologico accesso alla mungitura. Tutto ciò è accompagnato da un sistema di registrazione e controllo di parametri in grado di descrivere il comportamento produttivo, qualitativo e sociale sia del singolo capo che dell intera mandria. La mungitura rappresenta sicuramente il lavoro più oneroso e meno accettato, anche se il più delicato ed importante, per la produzione del latte e la sanità della mandria a. Il robot di mungitura costituisce una innovazione radicale che stravolge l attuale organizzazione aziendale in quanto le bovine si recano autonomamente a farsi mungere in apposite stazioni. La presenza percorsi predefiniti obbliga la bovina a passare dal robot per farsi mungere, (mediamente 2,6 2,7 munte per bovina al giorno con un minimo di almeno 2 munte giornaliere anche per le bovine meno produttive). Il robot non risolve i problemi di alta conta cellulare ma anzi può peggiorare la situazione se si introdotto problemi soprattutto in mandrie con presenza di batteri contagiosi. E auspicabile che, a seguito della diffusione di tali sistemi di mungitura, la ricerca tecnologica possa migliorarne le funzionalità per risolvere i problemi che ancora presenta tale tecnologia. Dimensionamento sale di mungitura. La scelta e il dimensionamento della sala e dell impianto di mungitura devono essere compiuti con molta razionalità poiché tale impianto diventa il perno dell intera organizzazione aziendale. La scelta va fatta in funzione dei seguenti fattori: consistenza delle vacche in mungitura, durata della mungitura, prestazioni delle diverse soluzioni impiantistiche. Importante non dimenticare i tempi di emissione latte delle vacche della mandria, il livello di automazione dell impianto ed il numero di gruppi compatibili con i tempi di routine e di completa occupazione degli operatori. Prima di decidere il dimensionamento e le caratteristiche dell impianto di mungitura è opportuno prevedere le espansioni dell allevamento nel medio periodo. Nella maggior parte dei casi, per evitare eccessivi affaticamenti agli operatori che comprometterebbero la corretta routine di mungitura, è opportuno non superare, le 2,5-3,0 ore 21

totali di mungitura. E inoltre consigliabile mungere ogni gruppo nell arco di 1-1,5 ore. Altro parametro importante da tenere in considerazione è il numero delle vacche munte per gruppo di mungitura all ora per le diverse categorie d impianto (valori standard) (vedi tabella) Tabella 2 - Valori standard per le diverse categorie d impianto in sala di mungitura di capi munti per gruppo all ora Tipo impianto Capi /ora per gruppo TANDEM 4,0 5,0 TANDEM AUTOMATIZZATO 6,0 7,0 SPINA TRADIZIONALE 3,5 4,0 SPINA AUTOMATIZZATA 4,0 4,5 PETTINE AUTOMATIZZATO 4,5-5,0 ROTATIVA 5,0 6,0 Il numero delle vacche munte per singolo gruppo all ora dipende dal tempo di emissione del latte, dalla routine di mungitura, dai tempi di ingresso e uscita delle vacche e dalla capacità e velocità dei mungitori Tabella 3 - Produttività teorica massima della manodopera per alcune tipologie d impianto in sala di mungitura TIPO IMPIANTO GRUPPI ADDETTO CAPI/ADDETTO ORA TANDEM 4,0 5,0 24-28 TANDEM AUTOMATIZZATO 5,0-6,0 32-36 SPINA TRADIZIONALE 8,0 12 36-56 SPINA AUTOMATIZZATA 12-16 60-72 PETTINE AUTOMATIZZATO 12-16 66-80 GIOSTRA 14-22 80-104 I valori sopra riportati si riferiscono ad impianti dotati di stacco e rimozione automatici dei gruppi di mungitura. Tabella 4 - Produttività (vacche /ora) sale di mungitura a Spina di pesce e a pettine con uscita rapida e con dispositivo di stacco automatico gruppi (Armstrong 1993 modificata Codeluppi 2002) Sala a Spina di Pesce Operatori n 2 x 6 2 x10 2 x 14 2 x 20 2 x 28 2 x 40 1 48 80 110 - - - 2 56* 94 129 160 210 260 3 - - 132* 188 247 310 Sala a Pettine o Parallelo Operatori n 2 x 6 2 x10 2 x 16 2 x 20 2 x 28 2 x 40 1 55 87 119 125 - - 2-94* 140 160 230-3 - 124* 152* 200 270 360 22

Tabella 5 - Fabbisogno di lavoro per una mungitura (min/uomo) per tipo di sala e per consistenza della mandria (Benninger, 1993 modificato Codeluppi, 2002) Tipo Sala Consistenza della mandria (media capi in lattazione) Tandem 40 100 160 3 131 - - 2 + 2 104 - - Sala Auto tandem 3 + 3 82 142-4 + 4 56 129 187 5 + 5-138 173 Spina di pesce 4 125 - - 3 + 3 98 - - 4 + 4 85 152-5 + 5-135 - 6 + 6-125 208 Parallelo 4 118 - - 3 + 3 95 - - 4 + 4-131 - 5 + 5-107 202 Vacche in sala d attesa 23

Capitolo 3 Mammella bovina Riteniamo utile richiamare alcuni concetti di anatomia e fisiologia della mammella per meglio interpretare il funzionamento di alcuni elementi della macchina mungitrice e le tecniche di una corretta mungitura per vacche ad alta produzione di latte. Caratteristiche mammelle nelle diverse specie Con i moderni sistemi intensivi di allevamento le caratteristiche della mammella sono importanti per garantire una corretta mungitura meccanica. Le mammelle con conformazione globosa, cioè sviluppate maggiormente in profondità, possono creare difficoltà all attacco del gruppo durante le operazioni di mungitura. Tali mammelle sono inoltre più soggette al rischio di traumi. Le mammelle con consistenza carnosa sono le meno produttive perché hanno poco tessuto secernente che è stato sostituito da quello connettivo. Questi tipi di mammelle riducono poco il loro volume dopo la mungitura. Con mammelle con quarti asimmetrici, cioè con quarti di diverso volume e quindi capacità, si rischia la sovra mungitura del quarto più piccolo con conseguenti traumi dello sfintere del capezzolo ed un maggior rischio di mastiti. La selezione genetica deve mirare a ridurre queste differenze attraverso la scelta di vacche con mammelle sviluppate in lunghezza, con un ampio sviluppo dei quarti anteriori, incremento della longevità produttiva, riduzione dei fattori predisponenti le mastiti, per facilitare le operazioni di mungitura con conseguente riduzione dei costi. Da 24

questo punto di vista una buona mammella è quella con una conformazione compatta, sviluppata maggiormente in senso laterale e anteriore. Presentano mammelle di questo tipo vacche con groppa lunga, larga e quasi orizzontale con bacino ampio e orizzontale che favorisce un estensione più ampia in senso antero - posteriore e laterale dei legamenti sospensori. Questa conformazione della mammella fa sì che la parte anteriore si sviluppi meglio garantendo il 40% della produzione di latte. Vacche con mammelle di forma compatta hanno carriere produttive più longeve. Il piano della mammella deve trovarsi sopra dei garretti ed essere equilibrato e parallelo al suolo. I capezzoli devono essere impiantati verticalmente al centro di ogni quarto, di uguale dimensione e conformazione. La lunghezza ideale dei capezzoli è di circa 6 cm. Una mammella ricca di tessuto secretivo deve essere morbida, elastica e spugnosa al tatto e dopo la mungitura deve presentarsi flaccida. I legamenti sospensori mediani della mammella decorrendo in senso antero - posteriore, dividono la mammella in due metà (destra e sinistra), ognuna costituita da due ghiandole (quarto anteriore e quarto posteriore). I legamenti sospensori laterali, ricchi di fibre elastiche, si trovano su entrambi i lati della mammella. Quando entrambi i legamenti cedono la mammella pende. La forza, la larghezza degli attacchi e la profondità dei legamenti rappresentano caratteri primari perché indicativi Mammella di una bovina di vacche con carriere produttive lunghe. La mammella è una ghiandola tipica dei mammiferi, deputata alla produzione del latte. Le mammelle sono presenti in entrambi i sessi, anche se poco sviluppate fino alla pubertà, dopodiché il loro accrescimento è maggiore nella femmina. Il numero, la forma, il volume e la posizione delle mammelle varia nelle diverse specie ed inoltre dipende dallo stato funzionale. La vacca presenta quattro mammelle, due per lato, chiamate anche quarti, separati tra di loro da tessuto connettivo e dai legamenti sospensori mediani. Il corpo ghiandolare della mammella è una struttura tubuloalveolare composta (lobi), a secrezione apocrina. Le unità secernenti sono gli alveoli il cui lume è delimitato da cellule disposte concentricamente su una lamina basale. Più alveoli costituiscono un lobulo e confluiscono il loro secreto in un dotto intralobulare. Più lobuli costituiscono un lobo i cui dotti intralobulari confluiscono in un condotto lattifero. La mammella dei ruminanti è di tipo semplice: più condotti lattiferi confluiscono in un seno lattifero, molto ampio e disposto alla base del capezzolo che a sua volta afferisce a un unico dotto papillare. Dal dotto papillare il latte fuoriesce all esterno attraverso il poro lattifero munito di sfintere. La pelle che ricopre il corpo della mammella si presenta fine, coperta da una rada peluria e untuosa al tatto per la presenza di numerose ghiandole sudoripare e sebacee. La pelle che ricopre il capezzolo è invece rugosa. I capezzoli sono dotati di uno stretto canale che si apre dorsalmente in una cisterna più ampia rivestita da un epitelio bi stratificato. 25

Principali fonti di contaminazione microbica della porzione distale del capezzolo Le principali difese del capezzolo L assenza di latte e il scivolamento dei prendi capezzoli permette alle goccioline di latte inquinate di superare la barriera dello sfintere entrare nella cisterna del capezzolo e in mammella In condizioni fisiologiche, il canale del capezzolo viene tenuto chiuso attraverso l azione dello sfintere dotato di fibre muscolari lisce e al tessuto elastico. Il lume in sezione appare come una stretta fessura stellata rivestita di uno spesso strato di epitelio squamoso e cheratinizzato. Strutturalmente la parete del capezzolo comprende cinque strati di tessuto distinti: l epidermide superficiale, il derma, lo strato intermedio, la lamina fibrosa e l epitelio interno del canale dl capezzolo. Sotto l epidermide, il derma è dotato di un sistema capillare molto ricco e di numerosi agglomerati di fibre sensoriali che derivano dai nervi lombari. Nonostante il suo spessore relativo la cute del capezzolo è molto sensibile grazie all azione delle papille dermiche che contengono le terminazioni nervose sensoriali. Questa ricca innervazione accoglie gli stimoli tattili e manda lo stimolo a livello centrale che permette il rilascio dell ossitocina che determina l eiezione del latte. La produzione del latte deve essere sostenuta da un adeguata circolazione ematica. A livello della ghiandola mammaria circolano dai cinque ai 9 litri di sangue il minuto. 26

La quantità di sangue circolante è correlata con l entità della secrezione lattea. In generale sono necessari 500 volumi di sangue per la formazione di un volume di latte. Il rendimento del lavoro della mammella è superiore a qualsiasi altro tessuto dell organismo e raggiunge quasi l 80%. Il livello di secrezione mammaria è influenzato anche dalla pressione intra-mammaria. L aumento della frequenza delle mungiture comporta un incremento della quantità di latte prodotto. Il controllo della lattazione è di natura prevalentemente ormonale (la prolattina, gli ormoni surrenali, tiroidei, somatotropo, gli estrogeni.) L eiezione del latte è un processo fisiologico di tipo riflesso con meccanismo neuro ormonale. Gli stimoli nervosi (olfattori, tattili uditivi, riflessi di tipo condizionato: sala di mungitura, rumore, della mungitrice, alimento somministrato, eccetera) associati alla distensione mammaria determinano la liberazione e la messa in circolo da parte della neuroipofisi dell ormone ossitocina. L ormone ossitocina è sintetizzato a livello dei nuclei ipotalamici ed è trasportata alla neuroipofisi dalle cellule nervose. Quest ormone è composto di otto amminoacidi ed i suoi livelli massimi di concentrazione ematica durano alcuni minuti dalla secrezione. Durata azione ossitocina in una bovina Azione ossitocina in una bovina L ossitocina arriva a livello mammario dopo circa 50-80 secondi dallo stimolo e permette un azione di contrazione delle cellule mio epiteliali. Questa contrazione provoca un azione di spremitura degli alveoli e dei piccoli dotti con conseguente flusso del secreto latteo verso le cisterne dove avviene accumulato. Quest accumulo associato all azione pressoria della contrazione delle cellule mio epiteliali determina un netto aumento della pressione intra-mammaria. La pressione intra-mammaria positiva associata alla suzione aspirazione del vitello e alla mungitura manuale o meccanica determina l apertura dello sfintere del capezzolo con conseguente fuoriuscita secreto latteo della mammella. L eiezione del latte nelle vacche è invece inibita dal rilascio dell ormone adrenalina che viene liberato in caso di stress o spavento. 27

Capitolo 4 Macchina mungitrice Per quanto riguarda i principi del funzionamento, del dimensionamento, delle caratteristiche delle diversi parti che compongono la macchina mungitrice esistono diversi manuali con ampie e convincenti trattazioni conosciute sia dai progettisti, sia dagli installatori, che dagli allevatori e dai loro tecnici. Nella presente trattazione vorremmo analizzare le caratteristiche e i parametri dei vari componenti della macchina mungitrice che hanno effetto diretto sui capezzoli e sulle mammelle e che possono causare un innalzamento delle cellule somatiche e/o la mastite alle bovine. La mungitura meccanica cerca di imitare quanto in natura fanno i piccoli dei mammiferi; in altre parole una suzione accompagnata dalla pressione esercitata dalla lingua con un leggero massaggio. In realtà la macchina mungitrice non agisce esattamente come il vitello, ma la sua azione può esservi assimilata. All interno del capezzolo esiste una pressione pari a quella atmosferica esterna (circa 100 KPa), (con la scarica di ossitocina abbiamo un leggero aumento di circa cinque KPa). Il primo obiettivo, per far fuoriuscire il latte, è quello di realizzare una suzione che garantisca l apertura dello sfintere del capezzolo. Per imitare la suzione inseriamo il capezzolo in un ambiente sotto vuoto (pressione inferiore a quella atmosferica) in modo da creare un sistema di forze che dall interno del capezzolo verso l esterno e provocano il rigonfiamento e l apertura dello sfintere del capezzolo e la conseguente fuoriuscita del latte presente nella cisterna capezzolare. Com è possibile comprendere una buona mungitura dipende dalle caratteristiche e dai parametri operativi dei componenti dei gruppi di mungitura. Visione di una moderna sala di mungitura parallela (foto: M. Codeluppi) Gruppo prendicapezzoli con ingresso aria sulla testa guaina Gruppo di mungitura Il gruppo di mungitura è l insieme delle parti che permettono di mungere contemporaneamente più vacche sullo stesso impianto. 28

Per affermare che un gruppo compie una buona mungitura deve: Evitare maltrattamenti chimico fisici e microbiologici al latte; Evitare fluttuazioni di vuoto all interno della guaina (dovute al latte in transito e ai movimenti di apertura e chiusura delle guaine; Evitare fluttuazioni di vuoto nel collettore; Evitare cadute dei gruppi di mungitura (il peso del gruppo deve essere distribuito su tutti i quattro quarti); Eseguire la sgocciolatura in modo completo senza l intervento del mungitore; Essere pulibile, disinfettabile e smontabile con facilità; Essere costruito con materiali che non necessitano eccessive manutenzioni; Essere accompagnato da istruzioni di uso e manutenzioni sia ordinarie sia straordinarie compresa la durata dei materiali di consumo. Il foro ingresso aria nel collettore deve sempre essere presente e mantenuto pulito Il bravo mungitore, saltuariamente, deve osservare i capezzoli delle vacche, prima e dopo la mungitura. Se rileva un aumento di diametro tra prima e dopo la mungitura è indice di scelta del tipo di guaine inadatte e di pulsatori mal funzionanti o tarati male Collettore La capacità, la forma, il peso, il tipo di chiusura e la portata sono le caratteristiche fondamentali per un collettore. E importante che il collettore abbia una capacità tale da permettere la separazione tra il latte proveniente dai quarti ed il vuoto di mungitura. La capacità è legata al livello produttivo della mandria e alle caratteristiche di mungibilità delle vacche. Capacità eccessive del collettore provocano lo sbattimento del latte che è bene evitare. La capacità effettiva del collettore, con mungitura con pulsazioni alternate senza suddivisione dei quarti non dovrebbe essere inferiore 200 cc per mandrie con produzioni medio basse, e tra 250-400 cc per le mandrie con produzioni medio elevate. Un altra caratteristica importante che incide sulla funzionalità del collettore è il diametro interno dei nippli (connessioni tra guaine e collettori); per mandrie poco produttive e con bassi flussi emissione del latte sono sufficienti 8-10 mm di diametro mentre per Collettore con quattro camere separate per prevenire la contaminazione incrociata. (Fonte: Westfalia Surge) 29

mandrie ad elevata produzione ed emissione è meglio arrivare ad un diametro di 14-15 mm. Esistono collettori sprovvisti di nippli, dove la connessione tra guaina e camera del collettore è di 20 mm. Il collettore tradizionale deve essere provvisto di un foro immissione aria di circa che consenta il passaggio di 7-9 litri/minuto. Se la velocità di immissione dell aria risulta superiore aumenta la velocità di deflusso del latte con il pericolo di modificarne le caratteristiche chimiche, fisiche e microbiologiche. I raccordi dei tubi corti del latte devono essere posti con inclinazioni tali da distribuire il peso del collettore su tutti i quarti e da farlo rimanere in parallelo alla mammella. L errato bilanciamento del collettore compromette la mungitura e innesta fenomeni che predispongono l aumento del conteggio cellulare delle mastiti. Ultimamente si tende ad alleggerire il peso del collettore per evitare traumi alla mammella e consentire un vuoto di mungitura più basso. E buona norma, in occasione dell acquisto di un nuovo collettore, farsi consegnare dal venditore la documentazione tecnica comprovante le prove eseguite ai diversi flussi di latte e con diversi tipi d impianti (lattodotto linea bassa e alta). La lunghezza dei tubi gemellari non deve essere eccessiva per evitare l aumento delle fluttuazioni del vuoto e il cattivo funzionamento del pulsatore. Una eccessiva lunghezza dei tubi, in particolare negli impianti a linea alta del latte, appesantisce il gruppo prendi capezzoli sui quarti anteriori velocizzandone la mungitura a scapito di quella dei quarti posteriori. Alcune ditte di impianti di mungitura, per rendere il vuoto più stabile nel collettore con elevati flussi di latte, propongono collettori con evacuazione centrale del latte centrale attraverso un tubo che preleva il latte dal fondo del collettore. Altre ditte, per limitare il fenomeno di cross contamination (impatto), propongono collettori che all interno presentano una suddivisione per quarti (4 camere separate). Lunghi tubi latte Il latte, una volta estratto dalla mammella e raccolto nel collettore, deve essere trasferito ai dispositivi di misurazione individuale ( se presenti) o semplicemente al lattodotto. Poi, tramite il gruppo terminale il latte viene trasferito a pressione atmosferica nel serbatoio di stoccaggio. Il lungo tubo latte può incidere negativamente sulla stabilità del vuoto in quanto vi è la presenza simultanea sia di latte munto che di aria. Bisogna pertanto rispettare alcune regole basilari. Tra gli errori più comuni riscontriamo spesso, negli impianti di mungitura provvisti di lattodotto con linea alta, un eccesso del diametro e della lunghezza del lungo tubo del latte. Con tali impianti il diametro massimo del lungo tubo del latte deve essere 14 14,5 mm. Per quanto riguarda l altezza del lattodotto non dovrebbe eccedere i170 centimetri dal piano della posta mentre il lungo tubo del latte non deve mai appoggia a terra. Per i lattodotto a linea bassa (posti sotto il piano di calpestio delle vacche) il diametro dei lunghi tubi del latte dovrebbe dai da 15 ai 16 mm. Qualche ditta installa anche tubi con diametro di 18 mm. Minore è lo sviluppo in lunghezza e maggiore sarà la stabilità del vuoto nel collettore. I materiali dei tubi latte sono generalmente la gomma nitrilica che è resistente alla depressione (non si devono schiacciare durante 30

la mungitura) o il silicone. Un altra caratteristica importante dei tubi lunghi del latte è la maneggevolezza ed il peso per evitare di interferire sulla funzionalità del gruppo di mungitura. Pulsatori L invenzione del pulsatore risale al 1895 e la realizzazione nel 1902 (prima macchina mungitrice con cannelli a doppia camera dove l aspirazione costante poteva essere interrotta regolarmente dal pulsatore). Con tale componente s interrompeva l aspirazione continua verso il capezzolo riducendo i danni provocati dall azione continua del vuoto sul canale del capezzolo. Nelle diverse fasi di sviluppo della macchina mungitrice l invenzione del pulsatore ha rappresentato un passaggio decisivo verso le macchine mungitrici utilizzate oggi. Il pulsatore alternando aria atmosferica a vuoto nella camera di pulsazione permette alla guaina di chiudersi e aprirsi ciclicamente. Un movimento completo della guaina (chiusura/apertura) è un ciclo di pulsazione che corrisponde alla fase di massaggio e mungitura. L andamento delle due fasi all interno della camera di pulsazione viene rappresentato in modo chiaro dal diagramma di pulsazione che indica la variazione del vuoto in funzione del tempo. In altre parole Fasi ciclo di pulsazione con movimento della guaina. (Fonte: Interpuls s.p.a.) Schema di funzionamento pulsatore elettronico 31