ECOCARDIOGRAFIA XVI Congresso Nazionale



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ABSTRACT BOOK SOCIETÀ ITALIANA DI ECOGRAFIA CARDIOVASCOLARE 203 Torino, 29 aprile maggio Centro Congressi Lingotto

203 SOCIETÀ ITALIANA DI ECOGRAFIA CARDIOVASCOLARE Via Boscovich, 6-2024 Milano Tel. +39 02 294493 - fax + 39 02 2040282 info@siec.it - www.siec.it Consiglio Direttivo Presidente: Giovanni La Canna Presidente Eletto: Vitantonio Di Bello Segretario: Fausto Rigo Tesoriere: Frank Benedetto Consiglieri: Francesco Antonini Canterin Sara Mandorla Egidio Mariotti Sergio Severino Paolo Trambaiolo Past President: Pio Caso Presidente Onorario: Antonio Pezzano Comitati Comitato Locale: Mauro Giorgi Gloria Demicheli Alfredo Pizzuti Comitato Congresso: Paolo Colonna Ines Monte Mauro Pepi Delegati Regionali Umberto Baldini Giancarlo Bellanti Gianpaolo Bezante Moreno Cecconi Maurizio Civelli Marco Fabio Costantino Antonello D andrea Giovanni D Onghia Mauro Giorgi Vincenzo Manuppelli Stefano Masia Giuseppina Novo Saro Paparoni Bruno Pinamonti Alfredo Posteraro Carmelo Massimiliano Rao Cristiano Sarais Ketty Savino

ABSTRACT BOOK 203 Indice Comunicazioni Orali 5 24 33 Lunedì 29 Aprile Martedì 30 Aprile Mercoledì Maggio Sessioni poster 42 64 Lunedì 29 Aprile Martedì 30 Aprile 87 INDICE DEGLI AUTORI

COMUNICAZIONI ORALI

203 SESSIONE TECNICHE DI TRIDIMENSIONALE 0 THE NORMAL RIGHT ATRIUM BY 3D AND 2D ECHOCARDIO- GRAPHY: VOLUMES AND DEFORMATION PROPERTIES IN YOUNG PEOPLE R. Ancona, S. Comenale Pinto, P. Caso, F. Arenga, M.G. Coppola, V. Sellitto, M. Macrino, R. Calabrò Non Invasive Cardiology, Department of Cardiology, Second University of Naples, Monaldi Hospital, AORN Dei Colli, Napoli Background: So far, data on RA (right atrium) volumes and function are few. The assessment of RA volumes and deformation is important, especially in young people, since RA involvement may occur in several congenital diseases of right heart. Real-time 3D echocardiography (3DE) may represent a more reproducible and robust method for atrial volume measurements than 2D echocardiography (2DE) and Speckle Tracking is a sensitive tool to quantitatively assess regional deformation properties. Purpose: to obtain normal reference ranges for RA volumes, RA EF, by 3D (both software Auto LVQ GE Heathcare and TomTec 4D) and 2D echocardiography and RA deformation properties by Speckle Tracking and intra and inter-observer reproducibility. Methods: 60 subjects, 32 males and 28 famales, aged 25±7 yrs, without any cardiovascular disease, were included. By E9GE we measured RA maximum and minimum volumes by tracing RA endocardial borders at ventricular end-systole and enddiastole. Volumes were indexed for body surface, both by biplane method, and by 3D and 4D methods. By Speckle tracking we measured 2D longitudinal systolic RA Strain (S) and Strain rate (SR) in apical 4-chambers view, at level of RA free wall (basal, medium and apical segments). A reproducibility study of 3D and 2D method was performed to compare the intra and inter-observer variability. Results: We have reported references range of volumes in young people (2DRA maximum 32,35±8,2 ml, indexed 8,27±4,4 ml/mq, minimum 5,46±4,2 ml, indexed 8,7±,9ml/mq; 4DRA maximum 43,09±,2 ml; 24,25±5,25 ml/mq; minimum 22,32±6,4 ml; indexed 2,54±2,86 ml/mq; 3D TomTec 4,68±2,22 ml, indexed 23,35±5,69 ml/mq; minimum 23,3±7,9ml, indexed 3,08±3,7 ml/mq) and RAEF (2D 52±7,5%; 4D 47,8±7,35%; 3D 44,36±7,63%). We found a gradient between different segments for RA S (basal>80%, medium 62,5±9,66%, apical 26,54±3,56%) and RA SR (basal 5,±0,7S-; medium 3,33±0,6S- ; apical 2,±0,26S-). No significant differences were found for RA volumes between the two 3D methods (p=0,6); instead we found significant differences for volumes between 2DE and 3DE methods (p<0,000). Inter and intraobserver variability coefficients were 7% and 4% for 3D volumes and 8% and 4% for S-SR measurements, respectively. Conclusions: The present study provides normal reference values for RA volumes by 2DE and 3DE and normal longitudinal RA deformation values in young people. Measurement of RA volumes by 2DE results in underestimation and it s important to use 3DE, particularly in disease in which there is RA enlargement and remodeling, because it is a reproducible simple method. 02 CONFRONTO TRA DIFFERENTI SOFTWARE DI RICOSTRUZIONE 3D PER LA VALUTAZIONE DELLO STRAIN ECOCARDIOGRAFI- CO DEL VENTRICOLO SINISTRO IN PAZIENTI CON STEMI G. Trocino, F. Soffici, J. Sardella, A. Casati, M. Bianchi Janetti, C. Giannattasio 2, F. Achilli U.O.Cardiologia. AO San Gerardo, Monza, 2 Dip. Scienze Mediche, Università Milano Bicocca, Milano Comunicazioni Orali Lunedì 29 Aprile 203 Background: Le metodiche ecocardiografiche di strain presentano interessanti potenzialità di applicazione in differenti setting clinici. Lo studio dello strain in pazienti con STEMI sottoposti a rivascolarizzazione potrebbe fornire dati predittivi di evoluzione a distanza. Gli algoritmi di ricostruzione sono differenti tra i diversi vendors e sono segnalate possibili variazioni delle misure assolute tra i vari ecografi. Scopo dello studio è di valutare le differenze tra 2 differenti ecografi nel misurare la meccanica e deformazione regionale (Strain) 3D in pazienti con anomalie contrattili post-infartuali Materiali e Metodi: 27 pazienti (66.7%% uomini, età 66.7±.3) trattati con PTCA primaria efficace dopo STEMI (time to baloon = 3.96±3.2) sono stati studiati con eco 2D e 3D predimissione (EcoBasale) con GE Vivid E9 e Toshiba Artida con sonde 3D. Il recupero di funzione contrattile globale è stato valutato con un incremento 5% di FE biplana all eco 2D a 6 mesi dopo la dimissione. I pazienti sono stati divisi in 3 gruppi: Gruppo = 7 pazienti con FE all EcoBasale 55 %; Gruppo 2= 7 pz con FE < 55% all EcoBasale con recupero di funzione; Gruppo 3= 3 pz con FE < 55% all EcoBasale senza recupero di funzione. Per entrambi gli ecografi, mediante software proprietari di ricostruzione off-line (GE EchoPAC e Toshiba ACP), sono stati calcolati, dai rispettivi volumi 3D all EcoBasale, lo Strain globale (G) longitudinale, radiale e circonferenziale (G- SL, G-SR, G-SC) e l Area Strain (G-AS). Risultati: La FE media all eco basale è risultata 48.7±8.96% (G= 60%; G2=42.3%; G3=46%) Al follow up la FE media è risultata 53.3±7.78% (G=6%; G2=55.86%; G3=47.6%). I dati relativi ai parametri di strain divisi per i 3 gruppi sono riportati nella tabella sottostante: Conclusioni. I dati di strain misurati con i 2 ecografi sono risultati differenti con valori di GSL e GSR di Toshiba minori rispetto a quelli di GE e con valori di GSC e AS maggiori; 2. per tutti i parametri di strain è presente un gradiente tra il gruppo (pazienti senza disfunzione contrattile globale post PTCA, gruppo 2 (pazienti con disfunzione a favorevole evoluzione) e gruppo 3 (pazienti con disfunzione contrattile globale senza recupero a distanza); 3. Sia GE che Toshiba misurano questo gradiente ad indicare che, pur in presenza di differenze derivate dai differenti algoritmi, i due software misurano lo stesso fenomeno; 4. I dati confermano che, anche nel setting clinico dello STE- MI, debbano, allo stato attuale, esistere parametri di riferimento differenti per i differenti software. 03 ANALISI QUANTITATIVA DELLA GEOMETRIA DELLA VALVO- LA MITRALE TRAMITE TRANSTORACI- CA TRIDIMENSIONALE: VALORI DI RIFERIMENTO, FATTIBILI- TÀ E RIPRODUCIBILITÀ S. Mihaila,2, D. Muraru, S. Casablanca, D. Peluso, G. Zoppellaro, G. Denas, C. Calore, U. Cucchini, S. Iliceto, L.P. Badano Padova, 2 Bucharest, Romania Background: L analisi quantitativa della valvola mitrale (VM) è in grado di discriminare tra i molteplici meccanismi che determinano l insufficienza della valvola. Tuttavia, non esistono valori di riferimento standardizzati per la geometria della VM, né dati sulla fattibilità e riproducibilità di queste mi- 5

203 Comunicazioni Orali Lunedì 29 Aprile 203 sure su data sets 3D ottenute con le recenti tecniche di ecocardiografia transtoracica (ETT3D). Scopo del lavoro: Stabilire valori di riferimento per le dimensioni e la geometria dell anulus della valvola mitrale in soggetti normali tramite ETT3D. Metodi: Abbiamo acquisito data sets 3D full-volume (32±2 vps) dell apparato valvolare mitralico in 8 volontari sani (età media 43±3 anni, range 8-70; 33 maschi) con buona finestra acustica apicale utilizzando l ecocardiografo Vivid E9 (BT 2, GE Healthcare, Horten, N). I data sets della VM sono stati analizzati a posteriori usando un software creato recentemente per ETT3D (VM 2.0, TomTec Imaging System, Unterschleissheim, D). Abbiamo inoltre valutato la riproducibilità intra ed interosservatore delle misure in 5 soggetti che è stata espressa come coefficiente di correlazione intraclasse (CCI). Risultati: Cinque soggetti sono stati esclusi per la bassa qualità del data set 3D con scarsa visualizzazione della VM (fattibilità 94%). Il tempo medio di analisi di un data set (incluso l editing manuale) è stato di 2. I valori di riferimento dei parametri della VM e la loro riproducibilità sono riportati nella Tabella. Il tenting dei lembi e le misure dell anello sono risultati correlati positivamente con la superficie corporea (BSA, r=0.34-0.53, p<0.00), ma non con l età. I parametri della VM indicizzati per BSA erano simili tra maschi e femmine. Conclusioni: L analisi quantitativa della VM tramite ETT3D è risultata fattibile e riproducibile. Il nostro studio propone i valori di riferimento per la geometria della VM normale. Questi risultati potrebbero incoraggiare l utilizzo dell analisi quantitativa della VM tramite ETT3D in ambito clinico. TE 2D e TT 3D nel riconoscimento e localizzazione del prolasso mitralico (PM) con la valutazione chirurgica intraoperatoria. MATERIALI E METODI: Sono stati valutati in modo prospettico 30 pazienti consecutivi con insufficienza mitralica (IM) severa causata da prolasso; 27 di essi sono stati sottoposti a valutazione completa con le tre tecniche (ETT 2D, ETE 2D e ETT 3D) prima dell intervento chirurgico, e arruolati nello studio. Un ulteriore analisi degli esami ETT 2D ed ETT 3D, dopo l acquisizione, è stata condotta da operatori non esperti. I dati ecocardiografici ottenuti sono stati confrontati con la successiva ispezione chirurgica intraoperatoria. RISULTATI: È stata impiegata la tecnica ETT 3D in 27 pazienti su 30, con un tempo medio di esecuzione di 8 + / - 4 minuti. L ecocardiografia transtoracica tridimensionale (ETT 3D) ha mostrato una maggiore accuratezza rispetto alla tecnica bidimensionale (2D) nell identificare il prolasso del lembo posteriore (89% vs 77%) e nelle lesioni complesse (in caso di coinvolgimento di due o più segmenti o nel caso di rottura di corde, 96% vs 8%), ed una accuratezza simile nell identificazione del prolasso del lembo anteriore (89% vs 92%). In particolare la tecnica ETT 3D ha mostrato una migliore accuratezza diagnostica nell analisi delle immagini da parte di operatori non esperti (77% vs 44% per il lembo posteriore, 85% vs 70 % per il lembo anteriore e 85% vs 77% nel caso di lesioni complesse). ETT 3D risulta avere accuratezza simile rispetto all ecocardiografia 2D transesofagea, con un notevole vantaggio in termini di tolleranza del paziente. CONCLUSIONI: L ecocardiografia transtoracica 3D è una tecnica fattibile, non invasiva ed efficace nella localizzazione del prolasso mitralico, sia singolo sia complesso, e nella valutazione dell apparato valvolare, anche quando l analisi delle immagini è eseguita da operatori non esperti. 05 STUDIO DEL RECUPERO DI FUNZIONE CONTRATTILE DOPO INFARTO MIOCARDICO ACUTO. VALUTAZIONE CON STRAIN GLOBALE E REGIONALE MISURATO CON TRIDIMENSIONALE (3D) F. Soffici, G. Trocino, J. Sardella, A. Casati, M. Bianchi Janetti, C. Giannattasio 2, F. Achilli U.O.Cardiologia, AO San Gerardo, Monza, 2 Dip. Scienze Mediche, Università Milano Bicocca, Milano 04 L 3D CONSENTE UNA LOCALIZZAZIONE PIù SEMPLICE DEL PROLASSO MITRALICO PER OPERATORI NON ESPERTI G. Alunni, M. Giorgi, E. Picardi, F. Conrotto, I. Meynet, M. Andriani, E. Cerrato, C. Grasso, A. Milan, S. Marra S.C. Cardiologia 2, Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino BACKGROUND: Un approfondita valutazione ecocardiografica pre-operatoria dell anatomia della valvola mitrale (VM) è essenziale nei pazienti con insufficienza mitralica severa da prolasso valvolare. L ecocardiografia transtoracica (ETT) e transesofagea (ETE) bidimensionali (2D) forniscono informazioni anatomiche precise, ma richiedono una notevole esperienza dell operatore nell acquisizione e valutazione delle immagini, basandosi su multiple proiezioni nei diversi piani dello spazio. La tecnica transtoracica tridimensionale (ETT 3D) permette una ricostruzione anatomica simile alla visione chirurgica e può facilitare la visualizzazione delle anomalie complesse dell apparato valvolare e l identificazione dei singoli segmenti prolassanti. SCOPO DELLO STUDIO: L obiettivo di questo studio è di paragonare l accuratezza delle tecniche ecocardiografiche TT 2D, Background: Varie tecniche di studio dello stunning dopo infarto miocardico sono state testate nel corso degli anni. Scintigrafia miocardica, eco-stress farmacologici, ecocontrastografia e risonanza magnetica hanno dimostrato di poter fornire informazioni prognostiche utili sul fenomeno dello stunning dopo infarto miocardico (STEMI), ma con protocolli complessi o con metodiche poco disponibili. è stato segnalato come lo studio ecocardiografico dello strain possa dare informazioni in materia di stunning con software di ricostruzione di facile utilizzo. Anche l eco 3D consente le misurazioni dello strain in tutte le sue componenti. Scopo dello studio è di valutare il ruolo delle metodiche 3D ecocardiografiche di studio dello strain nel predire recupero di funzione contrattile dopo STEMI. Materiali e Metodi: sono stati studiati con eco 2D e 3D 57 pazienti (72% uomini, età 65±2) trattati con PTCA primaria efficace dopo STEMI (time to baloon = 4±3h). All eco predimissione è stata valutata la Frazione di Eiezione (FE biplana 2D) ed è stato acquisito il volume 3D mediante allineamento di 6 sub-volumi da 6 cicli consecutivi per ottenere un frame rate di almeno 40 fps (acquisito con GE Vivid E9 e processato off-line con sofware GE EchoPAC). Sono stati calcolati lo Strain globale (G) longitudinale, radiale e circonferenziale (G-SL, G-SR, G-SC) e l Area Strain (G-AS). Gli stessi parametri sono stati misurati nell area infar- 6

203 Comunicazioni Orali Lunedì 29 Aprile 203 tuale (AI) identificata dall asinergia di base e corrispondente al territorio di distribuzione della coronaria occlusa. Il recupero di funzione contrattile globale è stato valutato con un incremento 5% di Frazione di eiezione (FE biplana all eco 2D) a 3-6 mesi dopo la dimissione. Risultati: 32 pazienti presentavano un recupero al FUP (Gruppo :) e 25 no (Gruppo 2). Nella Tabella sono riportati i confronti tra i valori medi nei due gruppi e i valori di sensibilità e specificità nel predire il recupero di funzione contrattile globale utilizzando per ogni singolo parametro il cut-off derivato dalla curva ROC. Conclusioni:. Nei pazienti con recupero di funzione contrattile i parametri di strain globale e regionale sono significativamente superiori a quelli dei pazienti che non recuperano 2. Le misure di deformazione globale presentano elevata specificità ma sensibilità relativamente bassa nel predire recupero di funzione contrattile globale. 3. La valutazione dello strain limitata alla sola area infartuale non modifica la sensibilità e specificità del parametro due metodi (Tabella). Il range CCI è stato 0.99-0.80 per ETE3D e 0.98-0.78 per ETT3D. Conclusioni: L AQVM tramite ETT3D ha dimostrato una buona riproducibilità e concordanza con l approccio ETE3D, anche se con una più bassa fattibilità e limiti di concordanza relativamente ampi in singoli pazienti. In pz con buona finestra acustica, l ETT3D potrebbe essere la metodica più appropriata sia come primo approccio che per il follow-up rispetto al ETE3D. 06 ACCURATEZZA E RIPRODUCIBILITÀ DELL TRANSTORACICA TRIDIMENSIONALE PER L ANALISI QUAN- TITATIVA DELLA VALVOLA MITRALE: CONFRONTO CON L APPROCCIO ECOCARDIOGRAFICO TRANSESOFAGEO 3D E. Piasentini, D. Muraru, S. Mihaila,2, L. Dal Bianco, D. Peluso, G. Kocabay, S. Casablanca, C. Sarais, S. Iliceto, L.P. Badano Dipartimento di Scienze Cardiache, Toraciche e Vascolari, Università di Padova, Padova, Italia; 2 Università di Medicina e Farmacia Carol Davila, Bucharest, Romania Background: L analisi quantitativa della valvola mitrale (AQVM) ha fornito importanti dati sul meccanismo del rigurgito mitralico ed ha permesso un miglioramento delle tecniche chirurgiche di riparazione. Nessuno studio ha però messo a confronto l AQVM tramite ecocardiogramma 3D transtoracico (ETT3D) e transesofageo (ETE3D). Scopo del lavoro. Stabilire l accuratezza e riproducibilità della valutazione dell anulus mitralico con ETT3D rispetto alla stessa analisi ottenuta tramite ETE3D. Metodi: In 30 pazienti (pz) con indicazione all esecuzione di ETE, sono stati acquisiti due data sets sulla VM tramite ET- T3D (3±6 vps) e ETE3D (28±3 vps, p=ns) usando Vivid E9 con sonde 4V 6VT-D (GE Healthcare, N). Sono stati esclusi i pz con bassa qualità dei data sets 3D. I data sets sono stati analizzati a posteriori utilizzando un software dedicato (4DVM 2.0, Tom- Tec, D). La riproducibilità intra ed inter-osservatore è stata stimata tramite correlazione intraclasse (CCI) in 5 pz. Risultati. Come atteso, la qualità dei data sets ETE3D è risultata superiore (buona o eccellente in 8% vs 54% dei data sets ETT3D, p<0.00). Basandoci sulla qualità e completezza di visualizzazione della VM, i data sets 3D sono risultati adeguati per AQVM in 28 pts (93%) tramite ETE3D e in 22 pts (73%) tramite ETT3D. Una buona correlazione (r=0.86-0.69, p<0.00) e concordanza è stata trovata tra le misure di AQVM ottenute tramite ETE3D e ETT3D senza differenze significative tra i 07 LO STRAIN LONGITUDINALE 2D E LO STRAIN CIRCONFEREN- ZIALE 3D RISULTANO PREDITTORI ACCURATI DI NECROSI TRANSMURALE ALLA RISONANZA MAGNETICA DOPO UNO STEMI D. Ermacora, D. Peluso, D. Muraru, L.P. Badano, M. De Lazzari, M. Perazzolo Marra, G. Zoppellaro, S. Casablanca, U. Cucchini, S. Iliceto Dipartimento di Scienze Cardiache, Toraciche e Vascolari, Università di Padova BACKGROUND: L estensione transmurale della necrosi dopo STEMI, valutata mediante risonanza magnetica cardiaca (RMC), rappresenta un importante fattore prognostico. La valutazione ecocardiografica dello strain miocardico mediante 2D e 3Dspeckle tracking si è dimostrata essere una metodica accurata per la valutazione quantitativa della funzione miocardica globale e regionale. SCOPO DEL LAVORO: Valutare se i parametri ecocardiografici bi- e tridimensionali di deformazione miocardica permettono di identificare la presenza di necrosi transmurale, definita mediante RMC. METODI: 46 pazienti ricoverati per STEMI sono stati sottoposti, dopo 8±3 giorni dall evento, a ecocardiogramma e RMC, a distanza di massimo 24 ore. L estensione della necrosi alla RMC è stata valutata per segmenti e giudicata come assente (0%), non transmurale (0-50%) e transmurale (5-00%) in base all estensione del late enhancement. Con l ecocardiografia sono stati misurati 2D-strain longitudinale (2D-Lε) e 3D-strain: longitudinale (3D-Lε), circonferenziale (3D-Cε), radiale e area strain. Le immagini sono state acquisite con l ecocardiografo Vivid E9 ed analizzate con software dedicato (BT, GE Healthcare, Horten, N). Criteri di selezione: buona qualità delle immagini, ritmo sinusale e fattibilità dello speckle tracking 2D e 3D in almeno 4 su 7 segmenti. I pazienti sono stati divisi in un gruppo di definizione (27 pazienti), dalle cui curve ROC sono stati identificati i valori soglia dello strain per definire la necrosi transmurale alla RMC, e un gruppo di validazione (9 pazienti), in cui i valori selezionati sono stati prospetticamente testati. RISULTATI: I volumi 3D del ventricolo sinistro, la frazione di eiezione, il wall motion score index all ecocardiogramma e le dimensioni dell infarto ottenute alla RMC sono risultate simili tra i due gruppi (p>0.5 per tutti). L analisi è stata possibile nel 92.6% dei segmenti per 2D-L e nel 92.4% per 3D-strain (p>0.000). Nel gruppo di definizione, il 2D-L ed il 3D-C hanno dimostrato si- 7

203 Comunicazioni Orali Lunedì 29 Aprile 203 mile valore predittivo nell identificare la presenza di transmuralità (AUC 0.82 e 0.8, valore soglia ottimale -.5% per 2D-Lε e -0.5% per 3D-C). Applicando questi valori al gruppo di validazione, 2D-L ha mostrato maggiore sensibilità (68% vs 60%), minore specificità (79% vs 82%) e simile accuratezza (75% per entrambi) rispetto 3D-C nel predire la transmuralità. In tutti i 46 pazienti, 2D-L ed 3D-C hanno dimostrato un simile valore predittivo nell identificare i segmenti con necrosi transmurale (AUC 0.84 vs 0.80, p=ns). CONCLUSIONI: In pazienti ricoverati per STEMI, il 3D-C ed il 2D-L si sono dimostrati strumenti accurati nel valutare l estensione transmurale dell infarto; il 3D-C, rispetto al 2D-L, ha dimostrato minore fattibilità nell identificare i segmenti con estensione transmurale della necrosi. 08 ACCURATEZZA DIAGNOSTICA DELLO STRAIN NELL IDENTI- FICAZIONE DELLA NECROSI TRANSMURALE NEI PAZIENTI CON STEMI: SUPERIORITÀ DEL 2D RISPETTO AL 3D G. Zoppellaro, D. Peluso, D. Muraru, L. P. Badano, D. Ermacora, E. Piasentini, S. Casablanca, L. Ucci, M. De Lazzari, U. Cucchini, G. Kocabay, S. Iliceto Dipartimento di Scienze Cardiache, Toraciche e Vascolari, Università di Padova Background: La valutazione ecocardiografica dello strain miocardico mediante 2D e 3D-speckle tracking ha dimostrato essere una metodica accurata per la valutazione quantitativa della funzione miocardica ed è stata evidenziata una correlazione con la presenza di vitalità miocardica e la disfunzione ventricolare dopo uno STEMI. Scopo del lavoro: Confrontare l accuratezza dello strain miocardico longitudinale misurato con eco bidimensionale (2DLs) e tridimensionale (3DLs) nell identificazione dei segmenti ventricolari ipo-acinetici o con evidenza di necrosi transmurale alla risonanza magnetica cardiaca (RMC) in pazienti con recente STEMI. Materiali e metodi: 26 soggetti sani (età 8-75 aa; media 44±4 aa) e 46 pazienti (58±3 aa) con recente STEMI sono stati sottoposti ad ecocardiogramma (8±3 giorni dall evento acuto) con valutazione del 2DLs (70±9 fps), ottenuto dalle 3 sezioni apicali del ventricolo sinistro, e del 3DLs (3±4 fps), ottenuto da un data set tridimensionale full-volume 4 battiti. Le immagini sono state acquisite mediante l ecocardiografo Vivid E9 e analizzate mediante un software dedicato (BT, GE Healthcare, Horten, N). Nel gruppo dei pazienti, il 2DLs ed il 3DLs sono stati comparati con il wall motion score valutato su data set 3D (3D-WMS) e con la presenza di late enhancement (LE) alle immagini di RMC, eseguita a meno di 24 ore di distanza dall ecocardiogramma. Risultati. Nei soggetti sani, i valori di 2DLs globale erano significativamente maggiori rispetto a quelli del 3DLs (-2.4±.7% vs -9.9±2.%, p<0.00). Nel gruppo di pazienti, l estensione della necrosi misurata con RMC, il 3D-WMS index e la frazione di eiezione risultano correlare meglio con il 2DLs globale rispetto al 3DLs (rispettivamente r=0.65 vs. 0.36, 0.70 vs. 0.48, -0.68 vs. -0.56, p 0.0 per tutti). Inoltre la valutazione del 2DLs segmentario dimostra un maggior potere discriminante i segmenti normali da quelli coinvolti da necrosi, non-transmurale e transmurale (F ANOVA = 44 vs 50 per 2D-Ls vs 3D-Ls, p<0.000). L analisi delle curve ROC ha dimostrato che il 2DLs segmentario presenta un valore predittivo significativamente maggiore rispetto al 3DLs nell individuare segmenti a-discinetici (AUC 0.80 vs 0.67) o con necrosi transmurale (AUC 0.83 vs 0.7, p<0.000 per tutti). Conclusioni. La deformazione miocardica misurata con 2DLs mostra valori significativamente superiori al 3DLs, sia nei soggetti sani che nei pazienti con STEMI. Inoltre, nei pz con STEMI, il 2DLs misurato pre-dimissione ha dimostrato maggiore accuratezza rispetto al 3DLs nell identificare i segmenti necrotici e nel valutare il grado di disfunzione globale del ventricolo sinistro. 8

203 Comunicazioni Orali Lunedì 29 Aprile 203 SESSIONE 2 FOLLOW UP ECOCARDIOGRAFICO POST-PROCEDURE INTERVENTISTICHE 0 IMPIANTO PERCUTANEO DELLA VALVOLA AORTA: FOLLOW UP ECOCARDIOGRAFICO A 5 ANNI. NOSTRA ESPERIENZA A.Marchese, W. Deste 2, V. Bottari 2, P. Aruta 2, E. Benvenuto 2, M. Mizzi 2, D. Giannazzo 2, G. Millan 2, A. Indelicato 2, I. Monte 2, S. Mangiafico 2, S. Scandura 2, S. Gulino 2, A. Giarratana 2, A. Dilandro 2, L. Santonoceto 2, C. Sgroi 2, C. Tamburino 2 Unità Operativa di Cardiologia Ospedale Umberto I Siracusa, 2 Divisione di Cardiologia Ospedale Ferrarotto, Università di Catania, Catania Introduzione: La sostituzione aortica percutanea (TAVI) rappresenta una tecnica emergente nel trattamento di pazienti sintomatici con stenosi aortica severa ad alto rischio o con controindicazioni alla chirurgia. Fondamentale risulta il ruolo dell ecocardiografia nella selezione del paziente da sottoporre a TAVI ed al follow-up per determinare la performance della protesi e le variazioni emodinamiche nel tempo. Noi riportiamo la nostra esperienza ecocardiografica di 256 pazienti che sono stati sottoposti ad impianto percutaneo della valvola aorta in un follow-up a 5 anni. Materiale e metodi: Da luglio 2007 a febbraio 203, 356 pazienti, età media 8 ± 5 anni, con logistic euroscore di 2±4, il 64.% maschi, sono stati sottoposti a TAVI e successivamente valutati con follow up clinico ecocardiografico rispettivamente a 24 ore, un mese, sei mesi, e ogni anno dalla procedura. L area valvolare aortica media prepocedurale era 0.59±0.2 cm2, la media del gradiente massimo e medio era rispettivamente 89±26 mmhg e 56± 26 mmhg. La frazione di eiezione era 52%±0%. Risultati: Dopo la procedura, il 9% dei pazienti ha avuto un miglioramento della classe funzionale NYHA. L area valvolare aortica è passata da 0.59 a.7±0.3 cmq, con un decremento di -0.06 cmq per anno, il gradiente medio (P<.000), si è ridotto da 56 a 0 mmhg dopo la procedura, mantenendosi stabile al follow-up. Nell insieme dei pazienti la funzione contrattile entro un anno è migliorata con FE di 56%±5%. I leaks periprotesici sono stati evidenziati nel 88% dei casi, ma solo 4 di questi hanno determinato un insufficienza residua di 3 grado. Al controllo post-procedurale l insufficienza periprotesica risultava di grado nel 6%, di 2 grado nel 25% e di 3 grado nel 2% dei casi. Nessuna insufficienza residua è peggiorata nel follow up a 5 anni, al contrario nel 9.7% dei casi si è ottenuto una riduzione di un grado nel follow up, verificatasi prevalentemente dopo sei mesi- anno dalla TAVI. A dimostrazione che l endotelizzazione della protesi determina la riduzione del rigurgito. La sopravvivenza a tre anni è stata del 7% ed a 5 anni del 6%. Conclusioni: L impianto percutaneo della valvola aorta ha evidenziato una buona persistenza di risultati a medio e lungo termine. Il follow up a 5 anni ha mostrato il corretto posizionamento e funzionamento della protesi aortica percutanea. La procedura sembra offrire un adeguata soluzione in pazienti ad alto rischio chirurgico affetti da stenosi aortica severa sintomatica. 02 LEFT VENTRICULAR FUNCTION IMPROVEMENT AND MASS REDUCTION AFTER TRANSCATHETER AORTIC VALVE IMPLANTATION P. Aruta, W. Deste, A. Marchese, V. Bottari, C. Sgroi, D. Giannazzo, A. Indelicato, G. Millan, I. Monte, S. Mangiafico, M. Barbanti, S. Immè, S. Scandura, C. Tamburino Department of Cardiology, Ferrarotto Hospital Catania, Catania Left ventricular (LV) hypertrophy is an adaptive process that leads to left ventricular mass (LVM) increase in aortic stenosis. Increased LVM has been identified as an independent risk factor for cardiovascular mortality and morbidity. Several studies have examined the regression of LVM after surgical aortic valve replacement (AVR), but few data are still available after transcatheter aortic valve implantation (TAVI). Our aim is to evaluate changes in left ventricular function and regression of LVM early after TAVI, comparing them to surgical results. We report our echocardiographic experience of the patients who underwent successful transcatheter aortic valve implantation at one month of follow-up. Methods: 82 patients (mean age 8 ± 5 years) with contraindications to surgery (mean logistic Euro-score 22 ± 4) who underwent TAVI, were evaluated by 2D-echocardiography follow-up at month after the procedure. Left ventricular function, left ventricular mass, transaortic pressure gradient, aortic valve area and aortic regurgitation were assessed. To allow comparisons to surgical experience we performed a bibliographic searches including 20 articles published between 2000 and 202 about the outcome of surgical valve replacement in aortic stenosis patients. Results: Pre-operative LVM was 38 ±92.3 g. Pre-procedural aortic valve area was 0.59 ± 0.2 cm2, transaortic peak pressure gradient and mean pressure gradient averaged 89 ± 26 mmhg and 56 ± 26 mmhg respectively. Ejection fraction was 52% ± 0%. After TAVI, aortic valve area significantly increased and both peak and mean transaortic pressure gradients decreased (P <.000 and P <.000, respectively). 2D-echocardiography showed a significant regression of LV mass (220 ±87.6 g) with mild improvement of LV ejection fraction (54 ± 7.4%) only after one month. Preliminary comparison of these data with surgical experience shows that after surgery a significant ventricular mass regression occurs primarily within 6 months, while in our experience this regression was obtained within one months with a higher increase in ejection fraction. Conclusions: Echocardiography at one month after TAVI shows a significant regression of LV mass with improvement 9

203 Comunicazioni Orali Lunedì 29 Aprile 203 of LV ejection fraction, while in surgical experience this regression was obtained within six months with a lower improvement of ejection fraction. These findings however are limited, therefore further investigation are needed to demonstrate their real prognostic impact. 03 TROMBOSI SU DEVICE DOPO CHIUSURA PERCUTANEA DI FORAME OVALE PERVIO E DIFETTO INTERATRIALE S. Dogliani, A. Dellavalle, D. Pancaldo, A. Bassignana, M. Debenedictis, D. Tedeschi, B. Doronzo Ospedale Ss.Annunziata, Savigliano (CN) INTRODUZIONE: il riscontro di trombi su device utilizzati per chiusura percutanea di forame ovale pervio (FOP) o difetto interatriale (DIA) è un evento raro descritto in letteratura. Tali eventi occorrono prevalentemente nelle prime 4 settimane dalla procedura e sono più frequenti su device di vecchia generazione. La comparsa di episodi di fibrillazione atriale post procedurali e la presenza di aneurisma del setto interatriale sono fattori predittivi di possibilità di formazione di trombi. Anche l utilizzo di dispositivi con parti metalliche non rivestite può aumentare il rischio di formazione trombotiche. METODI:nel nostro centro, nel periodo compreso tra marzo 2008 e gennaio 203, sono stati sottoposti a procedura di chiusura percutanea 49 pazienti (26 M e 23 F, età media 49aa, 40 con FOP e 9 con DIA tipo ostium secundum). Sono stati utilizzati device di diverso tipo: 22 Cardia Atriasept, 2 Cardia Intrasept, 2 Cardia Ultrasept,0 Amplatzer, 8 Amplatzer Cribriform, 5 Occluteck. La procedura è stata eseguita con controllo ecocardiografico intracardiaco (ICE) per quanto riguarda i FOP e con ICE ed ECO transesofageo per quanto riguarda i DIA. Nessuno dei pazienti ha avuto episodi di fibrillazione atriale post-procedurale. In 20 pazienti ( con DIA e 9 con POF) era descritta presenza di aneurisma del setto interatriale (ASA). Tutti i pazienti sono stati trattati con doppia antiaggregazione (ac. acetil salicilico 75 mg + ticlopidina 250 mg bid o clopidogrel 75 mg) per i primi 2 mesi e con sola aspirina fino a 6 mesi. RISULTATI: tutti i pazienti sono stati sottoposti a controllo con ECO transesofageo (TEE) ad un mese dalla procedura. è stato rilevato un solo caso di trombosi a partenza dal perno metallico del device (dispositivo impiantato Cardia Atriasept 25mm per chiusura POF) sul versante atriale sinistro (Fig.). Trattato con warfarin per 5 mesi (in associazione con ac. acetil-salicilico), al controllo ECO TEE eseguito a due e a quattro mesi dal primo si osservava progressiva riduzione del trombo fino a totale risoluzione (Fig 2). Il paziente non ha avuto complicanze cliniche, prosegue terapia con aspirina per polimorfismo dei fattori II e V di Leiden. CONCLUSIONI: anche in una piccola casistica di pazienti e nonostante l utilizzo di dispositivi di ultima generazione è ancora possibile riscontrare casi di formazioni trombotiche su device interatriali. Questo dato conferma ulteriormente l indicazione a controllo TEE ad una mese dalla procedura. 04 INSUFFICIENZA MITRALICA ISCHEMICA LIEVE: NUOVE EVIDENZE G. Novo, P. Spatafora, N. Manzullo, F. Castellano, R. Di Miceli, M. Pugliesi, M. Fiore, V. Bonomo, K. Fattouch, S. Novo Division of Cardiology University of Palermo Gvm Care and Research, Maria Eleonora Hospital, Palermo Background: Una frequente complicanza dell infarto del miocardio è l insufficienza mitralica. Essa può essere legata al rimodellamento del ventricolo sinistro che altera la geometria valvolare impedendo una corretta coaptazione dei lembi mitralici, in questo caso il rigurgito è di tipo funzionale. È noto che il vizio valvolare di grado severo o moderato è un fattore prognostico negativo nei pazienti con cardiopatia ischemica, poche sono invece le informazioni riguardo il grado lieve. Obiettivo del nostro studio è stato valutare l impatto dell insufficienza mitralica ischemica lieve (ERO > 0 mm² e < 20 mm²) sull outcome dei pazienti con pregresso infarto. Metodi: Sono stati arruolati 88 pazienti con storia di infarto del miocardio, 44 con insufficienza mitralica ischemica e 44 senza, appaiati per età e frazione d eiezione. Tutti sono stati sottoposti ad anamnesi, esame obiettivo, esame ecocardiografico e coronarografia. Il follow-up, che è durato in media 3±0,6 anni, è stato eseguito sottoponendo nuovamente i casi e i controlli a visita cardiologica completa ed i casi ad ulteriore valutazione ecocardiografica. Sono stati considerati eventi avversi al follow up: la morte cardiaca, il reinfarto l ospedalizzazione per CHF, l insorgenza di fibrillazione atriale e la rivascolarizzazione tramite PCI o BAC. Risultati: Dai dati raccolti al follow-up, è emerso che le seguenti variabili presentavano una relazione statisticamente significativa con l insorgenza di eventi avversi totali: insufficienza mitralica (p=0,0330); classe NYHA III o IV (p=0,0002) e FE (p=0,006). Una relazione statisticamente significativa con la variabile IM era presente anche con l evento fibrillazione atriale (FA) (p=0,0027) e con l evento Rivascolarizzazione (p=0,0444); ai limiti della significatività si poneva invece l ospedalizzazione (p=0,087). All analisi multivariata FE (p=0,0385) e insufficienza mitralica (p=0,0277) sono risultate le variabili indipendentemente associate agli eventi totali Costruendo le curve ROC, infine, si è identificato il valore di ERO=3 mm² come il più sensibile e specifico nel predire l insorgenza di eventi. Conclusioni: L insufficienza mitralica ischemica anche lieve è un fattore prognostico negativo nei pazienti con cardiopatia ischemica. 0

203 05 MASSE SU ELETTROCATETERI IN PAZIENTI SENZA SEGNI SISTEMICI INFETTIVI M. Giorgi, P.G. Golzio, A.L. Fanelli, M. Vinci, E. Pelissero, G. Alunni, M. Andriani, C. Grasso, P. Sbarra, M. Morello, W. Grosso Marra, C. Budano, E. Gallo, F. Gaita, S. Marra Cardiologia 2, Azienda Ospedaliera Città della Salute, Torino BACKGROUND. Il riscontro ecocardiografico di masse su un elettrocateteri (EC) in pazienti portatori di PM/ICD con sepsi fa porre diagnosi di endocardite. Tuttavia, se il Paziente (Pt) ha solo segni locali di infezione o se è asintomatico, non è noto che significato abbia. Potrebbe trattarsi di un reperto molto comune anche nella popolazione generale dei portatori di device, ma non riscontrato per il bias di selezione nell esecuzione dell ecocardiogramma transesofageo (TE). SCOPO DEL LAVORO. Valutare la prevalenza di masse su EC in una popolazione di Pts asintomatici, senza segni clinici di infezione, paragonandola a quella dei Pts sottoposti ad intervento di estrazione con indicazione infettiva locale. MATERIALI E METODI. Abbiamo effettuato uno studio di prevalenza, sottoponendo ad Ecocardiogramma TransEsofageo (ETE) Pts portatori di device in follow-up presso le Cardiologie della Città della Salute e della Scienza di Torino, senza evidenza clinico-anamnestica di infezione. I controlli positivi sono stati rappresentati dai Pts consecutivi sottoposti ad intervento di estrazione percutanea degli elettrocateteri con indicazione infettiva locale, tutti valutati con ETE prima della procedura. Abbiamo confrontato la prevalenza di masse su elettrocateteri nei due gruppi. RISULTATI. Abbiamo studiato due popolazioni di 50 Pts, omogenee per età (p 0,249), sesso (p 0,53), tipo di dispositivo (PM/ ICD 0,070, CRT/nonCRT 0,308) e durata dell impianto (p 0,509). Le popolazioni sono inoltre risultate confrontabili per caratteristiche cliniche e comorbilità (IRC, diabete, dialisi, BPCO, CAD, valvulopatie, FA, epatopatia, storia di ischemia cerebrale, neoplasie attive, con p >0,05 per ogni caratteristica). La prevalenza di masse su EC è risultata: 4% nei Pts senza evidenza clinico-anamnestica di infezione e 40% nei Pts con indicazione infettiva locale sottoposti ad estrazione (p 0.000). CONCLUSIONI. Nei Pts asintomatici, l incidenza di masse su EC è risultata significativamente più bassa rispetto ai Pts senza sepsi e con segni locali di infezione: questo ci porta ad escludere che le masse siano da ricollegare al bias di selezione dei pazienti nell esecuzione dell ETE. Anche in Pts asintomatici esistono masse su EC: potrebbe trattarsi di masse non infettive, di infezioni silenti o pregresse. Il dovere etico di impostare terapia antibiotica e anticoagulante in questi Pts, la bassa numerosità del campione e il breve follow up, non ci permettono di rispondere. Rimaniamo in attesa di risultati su casistiche più ampie per definire prevalenza e significato delle masse su EC in questa popolazione. 06 INDEXED MAXIMAL LEFT ATRIAL VOLUME PREDICTS RESPONSE TO CARDIAC RESYNCHRONIZATION THERAPY A. Malagoli¹, L. Rossi¹, MF. Piepoli¹, F. Franchi², V. Malavasi², E. Casali², G. Rusticali¹, Gq. Villani¹ ¹Dipartimento di Cardiologia, Ospedale Guglielmo Da Saliceto, Piacenza ²Dipartimento di Cardiologia, Azienda Policlinico, Università di Modena e Reggio Emilia, Modena BACKGROUND: Cardiac resynchronization therapy (CRT) has shown morbidity and mortality benefits in patients with drugresistant advanced congestive heart failure (HF). Since about one-third of the patients did not appear to respond to CRT, it Comunicazioni Orali Lunedì 29 Aprile 203 would seem reasonable to try to identify patients more accurately before implantation. Left atrial (LA) dimension has been proposed as a powerful outcome predictor in patients with heart disease. SCOPO DELLO STUDIO: The aim of this study is to prospectively assess the predictive value of LA for selecting CRT responders. MATERIALI E METODI. 52 consecutive patients with refractory HF, sinus rhythm and left bundle branch block were enrolled in the study and planned for CRT implantation. Clinical and echocardiographic evaluation were performed before CRT implantation and after 6 months. Three LA volumes indexed to body surface area (ilav) were computed to evaluate the LA complexity: maximal LAV at ventricular end-systole where LA size is maximal (ilavmax), LAV just before atrial systole (ilavpre), and minimal LAV after atrial systole (ilavpost). CRT responders were defined as those who presented a reduction of >0% in LVESVi at 6-month follow-up. RISULTATI. Responders (63%) and nonresponders (37%) had similar baseline clinical characteristics and pre-implantation LV volumes. However, baseline LA volumes were significantly associated with the extent of LV reverse remodeling: in particular, baseline ilavmax was remarkably lower in responders than in nonresponders (50.2±4. ml/m2 vs 65.8±5.7 ml/ m2, p=0.00)(fig. ). CONCLUSIONI. Patients with small ilav results as better responders to CRT than larger one. ilavmax is an independent predictor for LV reverse remodeling and allows to indentify best candidates for CRT 07 PERCUTANEOUS CLOSURE OF ATRIAL SEPTAL DEFECT IN ADULTS: LONG-TERM CLINICAL OUTCOME AND EFFECTS ON AORTIC AND MITRAL VALVE FUNCTION A. Pullara, M. Giorgi 2, P. Scacciatella 2, F. Orzan, M. Morello, G. Ferraro 2, M. Marchetti, L. Biasco, F. Gaita, S. Marra 2 Cardiologia Universitaria, Azienda Città della Salute, Ospedale Molinette, Torino, 2 Cardiologia Ospedaliera, Azienda Città della Salute, Ospedale Molinette, Torino Aim. To determine the long term clinical outcome of atrial septal defect (ASD) percutaneous closure in adult patients and to evaluate the 2-months effects of the device on aortic and mitral valve function. Methods. 0 consecutive patients underwent to ASD closure in our Institution over a thirteen years period. A yearly clinical follow up was conducted and any adverse event was recorded. In a 55 patients echocardiographic cohort, the aortic

203 and mitral regurgitation rates were recorded baseline and at 2 months. No significant differences were identified between the overall and the echocardiographic cohort. Results. Mean age was 50,9±7 years (range8-80), 75% of patients were female. Mean ASD echocardiographic dimensions were 7,6±6,2 mm (range 5-36). A small device (0 to 5 mm) was used in 2% of patients, a medium device (6 to 25 mm) in 6% of patients, a large device (26 to 40 mm) in 26% of patients. Procedural success was obtained in 98% (2 device embolizations, percutaneously and surgically retrieved). On a mean clinical follow up of 60,±34,8 months (range 6-67), mortality rate was 2%, 2% of patients were surgically treated for an incomplete defect closure, no case of thrombosis, endocarditis or erosion was detected. The atrial fibrillation rate was 4%. The Kaplan-Meier analysis showed an event-free survival at 20 months of 9,%. The aortic regurgitation rate was % baseline (% mild, 0% moderate, 0% severe) and 8% at 2 months (6,3% mild,,8 % moderate, 0%severe), p=ns. The mitral regurgitation rate was 44% baseline (40% mild, 4% moderate, 0% severe) and 47% at 2 months (43,6% mild, 4% moderate, 0%severe), p=ns. Conclusions. Transcatheter ASD closure is a safe procedure with satisfactory long term clinical outcomes. The ASD device does not significantly affect aortic and mitral valve function. Comunicazioni Orali Lunedì 29 Aprile 203 08 IMPACT OF THE ANATOMICAL AND CLINICAL FEATURES ON PERSISTENT SHUNT AFTER PERCUTANEOUS CLOSURE OF PATENT FORAMEN OVALE M. Giorgi, P. Scacciatella, G. Alunni, A. Pullara, I. Meynet, P. Cerrato, S. Marra Cardiologia 2, Neurologia, Città della Salute Molinette, Torino Purpose. Transcatheter patent foramen ovale (PFO) closure in patients with cryptogenic stroke is a widespread and accepted procedure; incomplete closure is frequent despite optimal positioning of the device. Our aims were to determine the anatomical and clinical features predicting the persistence of shunt after the closure. Methods. 39 patients underwent PFO closure in our center; contrast trans-esophageal echocardiography (TEE) was performed at baseline and 6 months after the procedure; persistent shunt was defined as the passage of >20 bubbles from the right atrium leftward. Results. At 6-months TEE, 9 patients 6.5% had significant residual shunt; 3 of them required repeated closure ( percutaneous and 2 surgical). At the univariate analysis, the only factor predicting shunt persistence was the initial sizing of the fossa ovalis (p = 0.009); this correlation was confirmed (p=0.0) at the logistic regression, in a model including device size (p=0.6), atrial septum aneurysm (p=0.4), indication for closure (p=0.5), age (p=0.2) and the severity of basal shunt (p=0.07). Conclusions. The width of the defect is a strong independent predictor of residual shunting after PFO closure, and it is thus an additional high risk factor to be considered while evaluating patients for closure. 2

203 SESSIONE 3 L NELLE SINDROMI INTERNISTICHE 0 DETECTION OF LEFT VENTRICULAR LONGITUDINAL DYSFUNCTION IN PATIENTS WITH DIABETES MELLITUS DESPITE NORMAL EJECTION FRACTION, STRATIFIED BY BMI: A SPECKLE TRACKING ECHOCARDIOGRAPHY STUDY L. Conte, I. Fabiani, R. Liga, V. Barletta, C. Cucco, C. Giannini, M. De Filippi 2, C. Bianchi 2, V. Di Bello Dipartimento Cardio-Toracico, Ospedale di Cisanello, Università di Pisa, Pisa, 2 Dipartimento di Endocrinologia e Metabolismo, Ospedale di Cisanello, Università di Pisa, Pisa Background. Diabetes mellitus (DM) and obesity, creating a left ventricular volumetric overload, could be responsible of further damage on left ventricular function. Aim of this study was to demonstrate the effect of BMI on left ventricular function in diabetic patients, selected in absence of cardiovascular complications and with normal ejection fraction. Methods. We have evaluated 70 stable diabetics patients (mean age: 6 +/- 7 yrs; 40% females; HBAc: 7,2+/- 0,8; duration DM: 0 +/- 9, yrs) and 2 healthy controls (HC) (40% females; mean age: 58,4+/- 0 yrs.; BMI: 22+/-). We have stratified diabetic patients in three subgroups according to BMI (A: BMI <25; B: >25 <30; C: >30 Kg/mq). The following parameters were evaluated by conventional two dimensional (2D) echocardiography (GE VIVID 7) and TDI imaging: left ventricular dimensions (LVIDd; PWTd; IVSd), Left Ventricular Volumes (LVV), Ejection Fraction (EF) (by biplane Simpson s method), Left Ventricular Mass (by ASE formula), peak mitral annular velocity at septal and lateral levels (Sm and Sl). Global longitudinal strain (GLS) was obtained by Speckle tracking imaging method using Echopac 0 software. Results. Group A, B and C are comparable for diabetes duration and HBAc level. The EF was similar in the three groups (A: 62 +/-6%; B: 63 +/- 5%; C: 63 +/- 4%), while it was significantly higher in A compared to control group (HC: 57 +/- 4 vs 62 +/-7 yrs. p=0,03). LVM indexed for height was significantly higher in C in comparison with HC ( 45+/-8 g/m 2.7 vs. 38+/-5 g/m 2.7 ; p<0.0). The stroke volume index (SVI) was significantly lower in C vs A (C: 34 +/- 7ml/m 2 ; A: 43 +/ 7ml/m 2 ; p=0,0). GLS was significantly lower in diabetics, but the significance was reached in the comparison between group C and HC (HC: 2 +/-,2%; C: 8+/-2,%; p<0,006). Conclusions. In patients with not complicated Diabetes, the presence of first degree obesity plays an incremental role in adversely affecting the left ventricular function and remodeling. The evaluation of GLS by Speckle Tracking echocardiography is useful and respect to conventional echocardiographic methods, such as the EF and the TDI, is more sensitive in identifying the early LV dysfunction. Comunicazioni Orali Lunedì 29 Aprile 203 02 INCREMENTO DELLA PRESSIONE SISTOLICA POLMONARE NEI REPARTI NON CARDIOLOGICI: INCIDENZA E CARATTERISTICHE CLINICHE DEI PAZIENTI. UNA FOTOGRAFIA SCATTATA DAI TECNICI DI F. Spanò, D. Cassani, I. Trolese, B. De Chiara, G. Santambrogio, O. Belli, F. Musca, L. Vicario, P. Vallerio, M. Alloni, A. Moreo, C. Giannattasio Centro di Ecocardiografia Clinica, S.C. Cardiologia IV, Dipartimento Cardiotoracovascolare A. De Gasperis, A.O. Ospedale Niguarda Università di Milano-Bicocca, Milano BACKGROUND. è noto come sia difficile stimare la reale incidenza di ipertensione polmonare quando si utilizzi l ecocardiografia (ECO) Doppler per la presenza di un numero non trascurabile di falsi positivi. Tuttavia, possedere una stima indiretta di pressione sistolica polmonare può porre l accento su una condizione epidemiologicamente rilevante per reparti non cardiologici. SCOPO DEL LAVORO. Valutare l incidenza di incremento della pressione sistolica polmonare nei pazienti ricoverati in reparti internistici del nostro ospedale e le caratteristiche cliniche di tali pazienti tramite l esecuzione di un ECO Doppler da parte dei tecnici di ecocardiografia. MATERIALI E METODI. Nel periodo compreso tra giugno e settembre 202, 570 pazienti ricoverati in reparti non cardiologici sono stati sottoposti a ECO dal tecnico di ecocardiografia con ecografo portatile secondo un minimal data set concordato con gli ecocardiografisti dell ambulatorio centrale. Sono stati selezionati i pazienti aventi una velocità del flusso transtricuspidalico 3 m/s e sono stati raccolti i dati anamnestici relativi alle patologie eziologicamente correlate. RISULTATI. Nel periodo in esame 39 pazienti (24.4%) presentavano un flusso transtricuspidalico 3 m/s. L età media era 76± anni, il 64% erano femmine. Il 45.4% dei pazienti presentava patologia disventilatoria (BPCO 8.0%, interstiziopatia 4%, altro 5%), il 50.3% interessamento del cuore sinistro (cardiomiopatia 54.3%, patologia valvolare 45,7%); inoltre, patologia reumatica nel 5%, epatopatia cronica nel 9.4% e tromboembolia polmonare nel 6.5%. Circa un terzo dei pazienti (3,7%) presentava almeno due copatologie e la PAPs incrementava progressivamente con il numero di copatologie (p=0.0 tra gruppi). Venti pazienti presentavano una patologia polmonare isolata e 34 pazienti una cardiaca isolata; tra questi due gruppi non abbiamo registrato una differenza statisticamente significativa in termini di TAPSE, PAPs, grado dell insufficienza tricuspidalica e dimensioni medio-laterali del ventricolo destro. è rilevante come nel 6.5% dei casi l ipertensione polmonare stimata all ECO rimaneva di causa ignota (78% di sesso femminile, età 75±5 anni) ma con PAPs di minor entità rispetto ai pazienti con comorbidità (40.5±5 vs 47±0 mmhg, p<0.000). CONCLUSIONI. L ECO nei reparti non cardiologici è ormai considerato un esame insostituibile per la gestione del paziente anziano e con numerose comorbidità. Circa paziente su 4 presenta il sospetto di ipertensione polmonare; la raccolta sempre più sistematica di tale reperto è possibile per la diffusione della figura del sonographer che esegue esami ECO completi al letto del malato. Sarà utile nel futuro verificare l importanza di questa informazione per il medico curante nell impostare una terapia più appropriata e nel perseguire un iter diagnostico più mirato. 03 UN INSIDIOSO CASO DI MASSA INTRACARDIACA S.Gambetti, G.Labanti, S.Urbinati U.O. Cardiologia Ospedale Bellaria, Bologna Caso clinico: Presentiamo il caso di una donna di 54 anni, fumatrice, con un anamnesi sostanzialmente negativa. Un giorno, trovandosi alla guida dell auto, presenta un episodio di diplopia persistito per circa un ora. Recatasi in PS viene sottoposta a TC encefalo, risultata negativa. Agli esami ematici si riscontra lieve leucocitosi (GB.470/mmc). ECG: ritmo sinusale, nei limiti. Visita oculistica: nella norma. Ecocardiogramma TT: massa rotondeggiante adesa al lembo anteriore mitralico. Successivamente viene eseguito ecocardiogramma TE che conferma la presenza di una massa rotondeggiante calcifica adesa al versante ventricolare del LAM e consente di apprezzare una massa meno ecodensa, non calcifica ed a margini friabili sul versante atriale, con insufficienza valvolare moderata. La RMN cardiaca mostra una formazione solida rotondeggiante 3

203 di 8 x 9 mm a margini irregolari adesa al versante ventricolare del LAM e all apparato sottovalvolare con enhancement contrastografico tardivo sulla superficie e porzione centrale scarsamente vascolarizzata, compatibile con fibroelastoma; è inoltre visibile un area di ritardato wash out del gadolinio al segmento inferiore medio del ventricolo sinistro compatibile con necrosi miocardica suggestiva per piccolo infarto embolico. Nel sospetto di fibroelastoma e visto il precedente TIA la paziente viene operata e la valvola mitrale viene sostituita con protesi meccanica. La diagnosi anatomo-patologica rivelerà un endocardite trombotica abatterica della valvola mitrale con alterazioni degenerative dei lembi valvolari costituite da displasia, fibrosi e noduli necrotico-calcifici. A posteriori vengono valorizzati alcuni aspetti clinici (acrocianosi periferica, fenomeno di Raynaud, artralgie alle mani) che conducono ad una diagnosi di sclerodermia con positività per gli anticorpi anti-pl. La diagnosi finale è quella di endocardite di Libman Sacks. Discussione: il caso presenta alcune peculiarità. La diagnosi risulta insidiosa perchè la paziente inizialmente non aveva un anamnesi nota di malattia reumatologica che avrebbe potuto far sospettare un endocardite abatterica, ma presentava una clinica sfumata che è stata valorizzata solo a posteriori. Inoltre all ecocardiogramma la massa era costituita da porzioni con aspetto molto diverso per ecogenicità, forma, localizzazione e mobilità. In aggiunta la RMN cardiaca, per quanto di valore limitato nella valutazione di masse piccole e mobili, poneva erroneamente il sospetto di fibroleastoma. Comunicazioni Orali Lunedì 29 Aprile 203 04 EARLY DIASTOLIC AND SYSTOLIC DYSFUNCTION DESPITE NORMAL EJECTION FRACTION IN PATIENTS WITH DIABETES MELLITUS- IN SEARCH OF THE MISSING LINK L. Conte, I. Fabiani, R. Liga, V. Barletta, C. Cucco, C. Giannini, M. De Filippi 2, C. Bianchi 2, M.G. Delle Donne, V. Di Bello Dipartimento Cardio-Toracico, Ospedale di Cisanello, Università di Pisa, Pisa, 2 Dipartimento di Endocrinologia e Metabolismo,Ospedale di Cisanello, Università di Pisa, Pisa Background. Previous data usually show an early diastolic impairment of ventricular function in the presence of a normal ejection fraction. Aim of this study was to demonstrate the effect of diabetes on left ventricular systolic and diastolic functional parameters. Methods. We have evaluated 69 stable asymptomatic diabetics patients (D) (mean age: 62 +/- 8 yrs; 40% females; HBAc: 7,2+/- 0,8; duration DM: 0 +/- 8 yrs) and 22 healthy controls (N) (40% females; mean age: 59,6+/- 9, yrs). The following parameters were evaluated by conventional two dimensional (2D) echocardiography (GE VIVID 7) and Doppler imaging: left ventricular dimensions (LVIDd; PWTd; IVSd), Left Ventricular Volumes (LVV), Left atrial volume, Ejection Fraction (EF) (by Biplane Simpson s method), Left Ventricular Mass (by ASE formula), mitral inflow velocities (E, A, E/A, dect), peak mitral diastolic annular velocity at septal and lateral levels (E, a m and E,a l). Global longitudinal strain (GLS) was obtained off-line by Speckle tracking imaging method using Echopac 0 software. Results. Diabetics and controls showed similar EF values (N: 6% +/- 4 vs D: 63 +/-5; p=0,8) and Left atrial volume (N: 55,9+/- 6 vs D:56,5 +/-4; p= 0.79). LVM indexed for height was significantly higher in Diabetics in comparison with controls (N: 4 +/-6 g/m 2.7 vs D: 46 +/-0 g/m 2.7 ; p<0.02).in diabetic patients mitral inflow velocities showed a pattern of impaired relaxation (N: E/A,0 +/- 0.; D: 0,7 +/-0,; p < 0,000; dectime N: 90 +/- 30 msec; D: 205+/-0,9 msec p<0,02) and reduced PW-TDI mitral annulus proto-diastolic velocities (E lat N:,8+/- 3, ; D: 9,0 +/-2; p<0,000; E lat/a lat N:,2 +/-0,4 vs D: 0,8+/-0,3; p<0.000). E/E was significatively lower in controls (N: 6,20 +/-,2 vs D: 8,6+/-3,0; p<0,002). Radial strain was lower in diabetics patients although not significatively as well as circumferential strain. Only GLS was significantly lower in diabetics (N: -20,7 +/-,5%; D: -8,3+/-2,%; p<0,0). Conclusions. In not complicated, asymptomatic Diabetes patients diastolic dysfunction is usually the earlier sign of diabetic cardiomyopathy. Conventional echocardiographic methods showed usually a normal EF, thus creating the wrong conception of a pure diastolic Heart Failure. In spite of this GLS by Speckle Tracking echocardiography shows an early systolic functional impairment. 4

203 SESSIONE 4 LE CARDIOPATIE FLOGISTICHE/INFETTIVE 0 PROGNOSI DELLE MIOPERICARDITI E PERIMIOCARDITIS. RISULTATI DI UNO STUDIO PROSPETTICO MULTICENTRICO ITALIANO M. Imazio, A. Brucato, A. Barbieri, F. Ferroni, F. Bonomi, F. Mantovani, A. Chinaglia, P. Di Corato, R. Lugli, P. Valenti, G. Della Casa, R. Belli Cardiologia Ospedale Maria Vittoria, Torino, Medicina Interna, Ospedali Riuniti Bergamo, Cardiologia Policlinico di Modena, Modena Premessa: La prognosi delle miopericarditi/perimiocarditi è poco nota e dati recentemente pubblicati hanno presentato risultati contrastanti. Scopo di questo lavoro è quello di valutare la prognosi di queste sindromi infiammatorie miopericardiche in uno studio prospettico multicentrico. Metodi: Sono stati valutati prospetticamente 486 pazienti (età media 39 anni, range 8-83, 300 uomini) con pericardite acuta o sindrome infiammatoria miopericardica (miopericardite/perimiocardite) da Gennaio 2007 a Dicembre 20. L eziologia è stata idiopatica nel 85% dei casi, autoimmune (collagenopatia o sindrome da lesione pericardica) nel % dei casi e d infettiva nel 5% dei casi. I pazienti sono stati arruolati in 3 centri urbani di riferimento per le patologie in oggetto (Ospedale Maria Vittoria, Torino, Ospedali Riuniti, Bergamo ed il Policlinico di Modena). La diagnosi di pericardite acuta è stata basata sulle presenza di almeno 2 di 4 criteri clinici (dolore toracico pericarditico, presenza di sfregamenti pericardici, sopraslivellamento diffuso del tratto ST o sottoslivellamento del tratto PR e la presenza di versamento pericardico). Un coinvolgimento infiammatorio miocardico è stato sospettato in presenza di un elevazione della troponina e/o evidenza di nuova disfunzione ventricolare all ecocardiografia e confermato per mezzo di esame di risonanza magnetica cardiaca. Una diagnosi di miopericardite è stata fatta nei casi con pericardite con coinvolgimento miocarditico senza segni di disfunzione ventricolare (frazione d eiezione conservata ed assenza di alterazioni delle cinesi), La diagnosi di perimiocardite è invece stata formulata per i casi con pericardite, coinvolgimento miocarditico e disfunzione ventricolare. Risultati: Dopo un follow-up medio di 36 mesi (range 6-66 mesi) la normalizzazione della funzione ventricolare è stata registrata nel 90% dei casi con miopericardite/perimiocardite. Non sono state registrate morti né evoluzione verso lo scompenso cardiaco o la disfunzione ventricolare sx sintomatica. Le recidive sono state complicazioni più comuni nei pazienti con pericardite acuta (32%) che in quelli con miopericardite (%) o perimiocardite (2%; p<0.00). All analisi multivariata, il versamento pericardico alla presentazione (HR 2.2) e la terapia corticosteroidea (HR 6.7) sono risultati fattori di rischio per la comparsa di recidive. Conclusioni: La prognosi delle sindromi infiammatorie miopericardiche è benigna. A differenza delle sindromi coronariche acute, l elevazione della troponina non è un marker prognostico negativo in queste patologie. Comunicazioni Orali Lunedì 29 Aprile 203 02 Endocardite batterica su valvola aortica bicuspide complicata da ascesso para-aortico in giovane donna alla trentaduesima settimana di gestazione C. Maceroni, G. Gizzi, G. Fiore, A. Cosenza, M.C. Di Saverio, B. Iadanza Lanzaro, D. Fabiani 2, M. Penco, C. Napoletano 2 Scuola di Specializzazione in Malattie dell Apparato Cardiovascolare - Università degli Studi de L Aquila, 2 Dipartimento Cuore e Vasi - U.O. Complessa Cardiologia - O.C. G. Mazzini Teramo Donna di 34 anni, portatrice di valvola aortica bicuspide veniva trasferita, da altro presidio ospedaliero, nella nostra U.O. di Rianimazione cardiochirurgica, per quadro clinico di sub-edema polmonare insorto circa una settimana dopo parto cesareo pretermine (32 settimana) resosi necessario per la persistenza, da alcuni giorni, di stato febbrile associato a dispnea ingravescente. Il quadro laboratoristico era caratterizzato da elevati indici di flogosi e da leucocitosi neutrofila. L ecocardiogramma transtoracico, eseguito in urgenza nella struttura di provenienza, evidenziava vegetazioni a carico delle semilunari aortiche, prolasso della cuspide coronarica destra con insufficienza valvolare di grado moderato e aneurisma del seno di Valsalva non coronarico, insufficienza mitralica di grado moderato e lieve versamento pericardico. L ecocardiogramma transesofageo documentava vasto ascesso para-aortico esteso posteriormente alla valvola aortica e aneurisma del tessuto fibroso intervalvolare mitro-aortico. Si avviava trattamento antibiotico con Vancomicina, Penicillina e Gentamicina. L Rx torace evidenziava la presenza di versamento pleurico nel seno costo-frenico di destra. La TC torace confermava le alterazioni anatomopatologiche finora descritte. Data la gravità del quadro clinico-strumentale la paziente veniva sottoposta, in emergenza, ad intervento cardiochirurgico durante il quale si riscontrava pericardite fibrino-purulenta; dopo aspirazione del pus e disinfezione del cavo pericardico si procedeva a rimozione della valvola aortica e toilette dell anulus, a riparazione della continuità mitro-aortica con punti rinforzati con patch di pericardio e ad impianto di protesi meccaniche in sede mitralica e aortica. La paziente tornava a fine intervento in rianimazione cardiochirurgica in sedazione completa. In relazione al riscontro di alta attività endotossinica GRAM all emocoltura si procedeva a trattamento di purificazione del sangue da sepsi con Toramixin. Al fine di avere una precisa valutazione delle strutture anatomiche post-intervento si eseguiva ecocardiogramma transesofageo con sonda 3D che permetteva di descrivere, a nostro parere con buoni vantaggi rispetto al 2D, la presenza di voluminosa cavitá para-aortica (esito di ascesso) parzialmente sepimentata comunicante tramite piccola soluzione di continuo con il tratto di efflusso del ventricolo sinistro, assenza di importanti ripercussioni emodinamiche conseguenti a tale condizione anatomica, il perfetto funzionamento delle protesi meccaniche St. Jude n. 25 in posizione mitralica e St. Jude n. 9 in posizione aortica. La paziente dopo 8 giorni di degenza in Rianimazione e 5 nella Divisione di Cardiochirurgia é stata dimessa in buone condizioni generali ed emodinamiche. 03 LEFT VENTRICULAR-AORTIC DISCONTINUITY COMPLICATING PROSTHETIC VALVE ENDOCARDITIS C.A. Greco, A. Scotto Di Quacquaro, G.P. Floris, M. Pano, G. Scrascia, D. Rocco, M. Cazzato, A. Leggittimo, G. Centonze, S. Zaccaria U.O.C. Cardiochirurgia, Ospedale V. Fazzi, Lecce A 5 years old male, who underwent few months before aor- 5

203 tic valve replacement with implantation of a bioprosthesis, was referred to our Hospital for suspected myocardial ischemia. Coronary angiography and arteriography showed a normal coronary pattern, an enlargement of the aortic root, and a partial detachment of the bioprosthesis with associated severe aortic regurgitation. The transesophageal echocardiography confirmed the angiographic diagnosis showing as well several endocarditic vegetations and perianular abscess. Therefore the Patient was transferred to the OR for emergent surgery. The intraoperative findings, surprisingly, showed a complete detachment of the aortic root from the left ventricular output tract (LVOT) caused by a circumferential perianular abscess, while the prosthetic aortic valve was detached for 2/3 of the circumference. After an accurate surgical toilette, the LVOT-Aorta continuity was restored using interrupted Ti-cron U stitches reinforced with Teflon pledgets and a bileaflet mechanical prosthesis was successfully implanted. The postoperative was uneventful and patient was discharged on XVth postoperative day. Six months later echocardiography showed normal prosthetic velocities and leaflets movements. Prosthetic valve endocarditis is commonly present within the sewing ring of the valve. However some patients are seen late in the course of the disease or have endocarditis due to a particularly virulent and invasive organism. Spread of the infection from the sewing ring to the adjacent annulus induces abscess formation and prosthetic dehiscence. The extension of the valve infection to the aortic root with the formation of annular abscesses, intracardiac fistulas and false aneurysms produces extensive tissue destruction up to determine discontinuity between the left ventricle and aorta. Although debridement and primary suture closure of a small aortic root abscess is possible in conjunction with valve replacement, larger abscesses associated with loss of annular fibrous tissue provide a more difficult management problem, as the remaining tissue is not suitable for suture placement. In conclusion left ventricular-aortic discontinuity is a rare complication of endocarditis and difficult to diagnose. It should be considered for perioperative risk evaluation in case of large prosthetic detachment and periannular aortic abscess because it is a serious complication of endocarditis burdened by a high failure rate. 04 imaging ed ecchinococcosi cardiaca: descrizione di due casi clinici a differente presentazione esclusivamente cardiologica C.Andreoli, D. Bovelli 2, P. Chiocchi, C. Poltronieri 2, M. Principi 3 SC di Cardiologia PO di Foligno, Foligno, 2 SC di Cardiologia AO Terni, 3 SC di Radiologia AO Terni, Terni BACKGROUND: la presentazione clinica della ecchinococcosi è Comunicazioni Orali Lunedì 29 Aprile 203 molto varia: il coinvolgimento cardiaco (EC) isolato è evenienza molto rara con evidenza di cisti idatidee soltanto nello 0.5%-2%. Più frequente il coinvolgimento del ventricolo sinistro (VS), eccezionale l interessamento del setto interventricolare. SCOPO DEL LAVORO: l ecocardiografia (ETT) rappresenta presidio diagnostico di scelta in caso di sospetto clinico di cisti idatidee intra o para cardiache, la tomografia (TC) e la risonanza magnetica cardiache (RMC) possono aggiungere numerose informazioni anatomo-funzionali: riportiamo 2 casi di EC con diversa presentazione clinica e prognostica, esclusivamente cardiaca. RISULTATI: descrizione di 2 casi clinici. Caso n.: paziente (p) donna di 35 anni immigrata dal Marocco, con anamnesi di astenia e sincopi negli ultimi mesi. All ECG anomalie diffuse della ripolarizzazione ventricolare in sede anteriore. L ETT evidenzia una massa cistica polilobata inglobata all interno della parete laterale del VS; l esame transesofageo (ETE) conferma assenza di invasione endocavitaria. Una TC ed una RMC confermano la diagnosi e l assenza di altre localizzazioni: alla luce della storia clinica e della sede critica delle cisti, la p è stata sottoposta ad intervento chirurgico: venivano estirpate le cisti figlie e la membrana pericistica. Successivo benessere a 5 anni di distanza con resezione completa delle lesioni al follow up clinico e strumentale. Caso n. 2: p donna di 67 anni italiana, affetta da ipertensione arteriosa: all ECG severa ipertrofia ventricolare sinistra, BAV con PQ 440 msec. All ETT riscontro di VS con ipertrofia concentrica asimmetrica per la presenza di una formazione rotondeggiante fibro-calcifica di diametro 4,0 X 3,5 cm, sotto la valvola mitralica e vicino al tratto di efflusso del VS, determinante lieve ostruzione al flusso mitralico anterogrado, insufficienza mitralica moderata, ipertensione polmonare moderata-severa. La TC conferma la presenza della formazione intramiocardica a livello del setto interventricolare basale posteriore e della parete inferiore basale del VS di morfologia ovalare, causante lo spostamento del piano mitralico verso il centro della cavità VS, e risultante in una riduzione dell area valvolare mitralica. L analisi RMC del segnale, ha suggerito la presenza al suo interno di un liquido con sostanze in soluzione ad elevata suscettibilità magnetica con potenziamento sottile alla periferia della massa dopo soluzione di contrasto, e potenziamento a margini sfumati a carico della parete anteriore media del VS di tipo transmurale. La p (classe NYHA 2-3) considerata la sede critica della lesione è in follow-up clinico e strumentale CONCLUSIONI: i due casi clinici presentati dimostrano che l EC isolata, seppur rara e con diagnosi spesso occasionale e casuale, può presentarsi con diversi quadri clinici e di imaging: l ETT è esame fondamentale nella diagnosi di livello, la TC e la RMC aggiungono ulteriori informazioni sulle caratteristiche delle cisti e sulle eventuali localizzazioni non cardiache, ausilio prezioso per soluzioni chirurgiche o per il follow up clinico. 6

203 SESSIONE 9 - I parte Topics trasversali 0 LA VELOCITÀ DI FLUSSO CORONARICO È IN GRADO DI PREDIRE LA PRESENZA DI STENOSI CORONARICHE (DALLO STUDIO MULTICENTRICO APRES) E. Grolla, N. Gaibazzi 2, F. Pigazzani 2, P. Faggiano 3, Gf. Mureddu 4, S. Carerj 5, C. Bussadori 6, A. Moreo 7, C. Giannattasio 8, F. Rigo Divisione Cardiologia Ospedale dell Angelo, Mestre (VE) 2 Dipartimento Cardiologia Ospedale di Parma, Parma 3 Dipartimento Cardiologia Spedali Civili e Università, Brescia 4 Dipartimento di Malattie Cardiovascolari, Ospedale S.Giovanni Addolorata, Roma 5 Divisione Cardiologia e Università degli Studi di Messina, Messina 6 Divisione Cardiologia Pediatrica, S. Donato Milanese, Milano 7 IV Divisione Cardiologia, Dipartimento Cardiovascolare A. De Gasperis, Ospedale Niguarda Ca Granda, Milano 8 Università degli Studi Milano-Bicocca, Milano BACKGROUND. L aumento della velocità di flusso a riposo della coronaria discendente anteriore (DA) misurata in un punto sembra correlare con la riduzione dell area del vaso in quel tratto e quindi con la presenza di stenosi coronariche. SCOPO DEL LAVORO. Studiare l ipotesi che la valutazione noninvasiva della velocità di flusso sul tratto distale della DA, misurata a riposo con metodo Doppler durante ecocardiogramma transtoracico, oltre che risultare ampiamente fattibile, sia predittiva della presenza di stenosi coronariche ostruttive determinate alla coronarografia (CNG). MATERIALI E METODI. Sono stati arruolati prospetticamente 405 pazienti con indicazione clinica alla CNG, senza storia di eventi cardiaci ischemici o precedente rivascolarizzazione. Sono stati sottoposti ad esame obiettivo, stratificazione del rischio con il Framingham Risk Score (FRS), doppler carotideo ed ecocardiogramma transtoracico, includendo il campionamento del tratto distale della DA sotto guida color-doppler, quando fattibile. Dopo la CNG sono stati divisi in un gruppo con coronarie normali o con stenosi <50% (G0, N=65), e un gruppo con almeno una stenosi >50% (G, N=240). RISULTATI. I pazienti del primo gruppo erano più anziani (67±0 vs 64±0.5yrs, p<.0), più frequentemente affetti da ipertensione arteriosa (80.26% vs 66.26%, p <.0) e diabete mellito (33.48% vs 8.40%, p<.00), con più alto FRS (7± vs ±8, p<.000). La velocità nel tratto distale della DA è stata misurabile in 344 dei 405 pazienti arruolati (85%), 43 nel gruppo G0 e 20 nel gruppo G. La velocità media nel gruppo G0 era 36±9 cm/sec rispetto a 48±32 cm/ sec nel gruppo G (p=0.07). La velocità sulla DA distale rimaneva significativamente correlata alla presenza di stenosi coronarica >50% anche dopo correzione dei dati con il FRS (OR=.030, 95%CI.009-.05, p<0.0). Inoltre, selezionando il gruppo di pazienti con malattia della DA o del tronco comune, il valore predittivo positivo di una velocità > 60 cm/sec risultava 93.5%. CONCLUSIONI. La valutazione Doppler della velocità di flusso a riposo sulla DA è altamente fattibile, ed è utile nel predire la presenza di stenosi coronariche ostruttive alla CNG; è particolarmente significativo il suo valore predittivo positivo nell individuare stenosi della DA o del tronco comune. Perciò lo screening della velocità di flusso distale della DA, è proponibile come analisi integrata per lo screening della cardiopatia ischemica con ecocardiografia, a prescindere dal rischio generico del paziente. Comunicazioni Orali Lunedì 29 Aprile 203 02 DIAGNOSI COMPLESSA DI ANEURISMI CORONARICI: RUOLO DELL IMAGING MULTIMODALE G. Demicheli, C. Cavozza, A. Audo, G. Camporini, M. Serra, A.M.Costante 2, S. Ghidella 2, G. Pistis 2, D. Mercogliano Cardiochirurgia, Azienda Ospedaliera Alessandria, Alessandria, 2 Cardiologia Azienda Ospedaliera Alessandria, Alessandria Un paziente maschio di 70 anni è stato inviato per consulenza presso il nostro Dipartimento in merito al riscontro di massa paracardiaca/mediastinica di ndd evidenziata alla TC torace. Le indagini strumentali effettuate hanno evidenziato i seguenti reperti : -Ecocardiogramma: presenza di due strutture ecoprive di aspetto cistico con più chiara visualizzazione di quella di destra che determinava compressione e deformazione delle sezioni destre. (Fig.) -Coronarografia: l albero coronarico appariva incompleto per la dispersione a partire da 2 cm circa dopo il tronco comune e dopo l ostio della coronaria destra del mezzo di contrasto in due enormi dilatazioni coronariche che non permettevano la progressione dello stesso nella parte periferica dei rami impedendone la visualizzazione. Per una miglior definizione dell albero coronarico al fine di una eventuale strategia chirurgica il paziente è stato sottoposto ad angiotc coronarica 64-slides in fase arteriosa tardiva che ha mostrato dettagliatamente l anatomia dei vasi permettendo di definire la fattibilità della rivascolarizzazione chirurgica.(fig.2, 3). è stato inoltre eseguito, in fase perioperatoria, ecocardiogramma transesofageo 3D che ha permesso di evidenziare ulteriori caratteristiche anatomiche, morfologiche e funzionali per ottimizzare la strategia chirurgica (Fig.4) Le immagini 3D hanno mostrato con precisione i rapporti tra le varie strutture cardiache ed evidenziato la bassa velocità di flusso e le apposizioni trombotiche all interno degli aneurismi. Il paziente è stato sottoposto con successo ad intervento di rivascolarizzazione miocardica utilizzando una tecnica innovativa pianificata in base alle multiple informazioni ottenute dall approccio diagnostico con imaging multimodale. 7

203 03 IL VALORE PREDETTIVO DELLE CALCIFICAZIONI CARDIACHE ALL ECOCARDIOGRAMMA TRANSTORACICO NELLA PREDIZIONE DI CORONAROPATIA G. Faden, 2 Gaibazzi, 3 F. Rigo, 4 G.F. Mureddu, 5 A. Moreo, N. Berlinghieri, 6 C. Bussadori, 7 R. Facchetti, 7 F. Cesana, 5 F. Musca, 8 A. Paini, 9 M. Mohammed, 5,7 C. Giannattasio, P. Faggiano, A Nome dei Collaboratori Studio APRES Cardiologia, Spedali Civili di Brescia, Brescia, 2 Cardiologia, Ospedale di Parma, Parma, 3 Cardiologia, Ospedale Dell Angelo, Venezia-Mestre, 4 Cardiologia, Ospedale San Giovanni Addolorata, Roma, 5 Cardiologia IV, Dipartimento Cardiovascolare A. De Gasperis, Ospedale Niguarda Ca Granda, Milano, 6 U.O. di Cardiologia, Policlinico San Donato, Milano, 7 Università Milano-Bicocca, Milano, 8 Clinica Medica, Università e Spedali Civili di Brescia, 9 Cardiologia, Università di Messina, Messina Background: Numerosi studi hanno mostrato una buona associazione tra il riscontro ecocardiografico di depositi di calcio a livello della valvola aortica e/o dell apparato valvolare mitralico (annulus, lembi, muscoli papillary) o di un significativo ispessimento delle pareti dell aorta ascendente ed eventi cardiovascolari su base aterosclerotica. Scopo dello studio: Scopo dello studio è stato quello di indagare il valore delle calcificazioni cardiache nella predizione di coronaropatia (CAD) in un ampia casistica di pazienti sottoposti a studio angiografico (CA). Metodi: Sono stati arruolati 405 pazienti con indicazione clinico-strumentale a CA, in assenza di storia di infarto miocardico e/o pregressa rivascolarizzazione miocardica. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a valutazione clinica, esami ematochimici, stratificazione del rischio cardiovascolare mediante algoritmo di Framingham (FRS) ed ecocardiogramma transtoracico con particolare attenzione alla valutazione semiquantitativa della presenza ed entità di calcificazioni della valvola aortica e dell apparato valvolare mitralico e di ispessimento delle pareti dell aorta ascendente mediante calcolo di uno score numerico (variabile da 0 a 8). Dopo essere stati sottoposti a CA i pazienti sono stati suddivisi in due gruppi, G (n= 64) e G2 (n=238) in base all assenza o presenza di CAD (definita come presenza nell albero coronarico di almeno una stenosi 50%). Risultati: I pazienti con CAD erano più anziani (67±0 vs 64±0.5 aa media +DS, p<.0) e presentavano una maggior incidenza di ipertensione arteriosa (80.26% vs 66.26%, p <.0) e diabete mellito (33.48% vs 8.40%, p<.00). Inoltre tali pazienti presentavano valori più elevati di FRS (7± vs ±8, p<.000) e di calcium score (2.55 ±.86 vs.5 ±.44, p <.000). Non sono state rilevate differenze statisticamente significative fra i due gruppi per quanto riguarda la presenza di dislipidemia (70.26% vs 60.74% p= NS), familiarità cardiovascolare (56.7% vs 50.0% p= NS) e fumo di sigaretta (25.97% vs 32.72% p= NS). L analisi delle curve ROC ha evidenziato un valore statisticamente significativo del calcium score,sia da solo che combinato con il FRS, nella determinazione di CAD (AUC 0.67 and 0.69, p<.05). Inoltre valori più elevati di calcium score risultavano associati a coronaropatia multi-vasale (p <.000). Conclusioni: I nostri dati sottolineano l importanza della ricerca di depositi di calcio a livello delle strutture intracardiache, mediante ecocardiografia transtoracica. La valutazione semiquantitativa di tali depositi è un parametro non invasivo e facilmente ottenibile che correla in maniera significativa con la presenza di CAD e con la sua estensione. Comunicazioni Orali Lunedì 29 Aprile 203 04 RISCONTRO DI STENOSI AORTICA SOPRAVALVOLARE DURANTE GRAVIDANZA A.M. Costante 2, G. Demicheli, S. Ghidella 2, F. Provera 2, C. Cavozza, A. Audo, E. Rovetta 3, G. Pistis 2, D. Mercogliano Cardiochirurgia, Azienda Ospedaliera Alessandria, Alessandria, 2 Cardiologia Azienda Ospedaliera Alessandria, Alessandria, 3 Ostetricia e Ginecologia, Azienda Ospedaliera Alessandria, Alessandria La stenosi aortica sopravalvolare è una rara cardiopatia congenita con un incidenza, valutata in diversi studi, che va dallo 0,2 al 6. Scarsissimi sono i dati in letteratura di questa patologia in relazione alla gravidanza. è stata richiesta una consulenza presso il nostro dipartimento (cardio- toraco -vascolare) per una paziente di 23 anni alla 32 esima settimana di gravidanza, alla quale è stato riscontrato soffio sistolico alla visita di controllo. L ECG mostrava: ritmo sinusale 80 bpm, ipertrofia ventricolare sinistra. è stato effettuato ecocardiogramma transtoracico che ha evidenziato: stenosi sopravalvolare aortica cm al di sopra della giunzione sino tubulare che riduce il diametro sino a 5 mm, con gradienti di 33 max - 97 medio mmhg. Bulbo ed aorta ascendente di normali dimensioni nei restanti tratti. Ventricolo sn ipertrofico, lievemente dilatato, con funzione sistolica globale conservata e diastole pseudonormale. Atrio sn dilato. Lievissima insufficienza mitralica ed insufficienza aortica. Sezioni dx e pressioni polmonari normali. (Fig ) Alla valutazione cardiochirurgica si decide di monitorare la paziente dal punto di vista emodinamico (pressione arteriosa) e clinico (sintomatologia soggettiva) cercando di portarla a termine della gravidanza. Viene programmato parto assistito (cesareo) con anestesia epidurale e con stand by cardiochirurgico per la gestione di eventuali complicanze cardiache. Il parto ha avuto decorso regolare e la paziente è rimasta asintomatica. La paziente è stata inserita in lista operatoria per la correzione della cardiopatia congenita. 8

203 Comunicazioni Orali Lunedì 29 Aprile 203 SESSIONE 9 - II parte Topics trasversali 0 STUDIO NON INVASIVO DELL EMODINAMICA CARDIACA: EFFETTI DELLA RIDUZIONE ACUTA DI VOLUME A. Milan, E. Avenatti, E. Della Valle, A. Fabbri, S. Abram, M. Chiarlo, G. Bruno, I. Losano, L. Sabia, M. Pozzato 2, G. Ferrari 3, F. Quarello 2, F. Aprà 3, F. Veglio Centro Ipertensione, Divisione di Medicina Interna, Dipartimento di Scienze Mediche, Ospedale Universitario S. Giovanni Battista, Università degli Studi di Torino, Torino, 2 Divisione di Nefrologia, Ospedale San Giovanni Bosco, Torino, 3 Divisione di Medicina d Urgenza, Ospedale San Giovanni Bosco, Torino BACKGROUND: La valutazione dello stato volemico risulta centrale nella regolazione della pressione arteriosa e nel trattamento dell ipertensione. L ecografia consente una stima non invasiva e a basso costo dello stato volemico. SCOPO DEL LAVORO: Valutare l effetto della deplezione acuta di volume su parametri ultrasonografici ed individuare tra di essi quelli in grado di predire il grado di sovraccarico volemico del paziente. MATERIALI E METODI: Sono stati valutati ecograficamente 27 pazienti (età media 55.7 ± 2.2 anni) affetti da insufficienza renale (IRC) terminale in trattamento dialitico trisettimanale. Ogni paziente è stato sottoposto ad un esame ecocardiografico completo prima della seduta dialitica, a 90 minuti e al termine della stessa. Sono stati esclusi i pazienti con significativa valvulopatia, riduzione della funzione sistolica o fibrillazione atriale. RISULTATI: I livelli di pressione arteriosa si sono significativamente ridotti nei primi 90 minuti di dialisi (30 ± 20 mmhg vs 26 ± 8 mmhg, p< 0,000) per poi stabilizzarsi nel prosieguo della seduta dialitica su livelli significativamente ridotti rispetto al baseline (30 ± 28, p 0.02). I volumi del ventricolo sinistro (predialisi vs end dialisi 98 ± 32 vs 82±3 cc, p 0.003) e dell atrio sinistro ( 28 ± 0cc/m2 vs 2±9 cc/m2 p< 0.00) si sono significativamente ridotti. Dal punto di vista funzionale si è osservata una significativa riduzione della funzione sistolica (FE 6.6 ± 9 vs 58.7±9%) delle velocità di afflusso ventricolare diastolico (i.e. E/A.3±0.37 vs 0.87±0.38 p<0.00) e in associato dell annulus mitralico al TDI (i.e. E lat 0.6±3 vs 9.4±3 cm/sec p 0.000). In merito alla stima del grado di sovraccarico, abbiamo osservato che il lavoro sistolico (R2 0.7 p 0.004) e il diametro telediastolico indicizzato per altezza elevato alla 2.7 (DTD2.7 R 0.9 p 0.002) sono risultati in grado di predire a priori la percentuale di sovraccarico di volume ( p< 0.00). CONCLUSIONI: Pressione arteriosa, morfologia e funzione cardiaca vengono significativamente e consensualmente modificate dalla riduzione acuta di volume. Alcuni parametri ecocardiografici, in particolare lo stroke work e il DTD 2.7 risultano significativamente associati al grado di sovraccarico volemico. 9

203 02 SINDROME DI TAKO-TSUBO ATIPICA PERI-PARTUM DOPO SOMMINISTRAZIONE DI OSSITOCINA: CASO CLINICO M.C. Di Saverio, B. Iadanza Lanzaro, G. Fiore, D. Fabiani 2, M.C. Striglioni 2, A. Moscianese Santori 2, S. Delle Monache 2, L. Restauri 2, M. Penco, C. Napoletano 2 Scuola di Specializzazione in Malattie dell Apparato Cardiovascolare, Università degli Studi de L Aquila, 2 Dipartimento Cuore e Vasi,U.O. Complessa Cardiologia, O.C. G. Mazzini, Teramo Donna di 29 anni alla quarantunesima settimana di gestazione, dopo 2 ore di travaglio veniva sottoposta a taglio cesareo per difficoltá all espletamento del parto naturale. Nel periodo prepartum veniva somministrata Ossitocina 5 UI e.v. quale induttore del travaglio. In III giornata post-operatoria si assisteva alla comparsa di malessere generale, riscontro di marcato incremento della pressione arteriosa. Il quadro clinico era sostenuto da tachicardia sinusale in assenza di instabilitá emodinamica. All ECG si evidenziavano alterazioni della ripolarizzazione ventricolare caratterizzate da onde T alte ed aguzze non presenti nei precedenti tracciati e il quadro laboratoristico era sostenuto da innalzamento degli enzimi di danno miocardico (TpT hs 27 pg/ml, CPK 323 U/l, CK-Mb 5.02 ng/ml) e del pro-bnp (460 pg/ ml). All ecocardiogramma si evidenziava ipocinesia del SIV medio-apicale, dell apice e dei segmenti anteriore medio ed apicale, con risultante lieve riduzione della funzione sistolica globale (FE 45%). Si inizia terapia con Catapresan 50 mg x 2, con solo parziale controllo dei valori tensivi e si eseguiva screening sierologico per i più comuni agenti eziologici della miocardite con esito negativo. La Cardio-RM eseguita in VII giornata confermava la lieve riduzione della funzione sistolica globale (FE 49%) ed individuava aree di ipo-acinesia del setto e della parete anteriore in sede basale e medio-ventricolare. Nelle sequenze dedicate, si individuava edema nei segmenti medio-basali della parete anteriore e del SIV anteriore; non si evidenziavano deficit di perfusione e non si riscontravano zone di late gadolinium enhancement. Il quadro emergente dai dati clinico-strumentali ci induceva a porre diagnosi di forma atipica di Sindrome di Tako- Tsubo peri-partum. La paziente veniva dimessa in VIII giornata, dopo normalizzazione del pro-bnp, degli indici di miocardionecrosi e della funzione sistolica globale del ventricolo sinistro. Al controllo a una settimana si confermava il parziale recupero della funzione contrattile e al controllo a 2 settimane si assisteva alla completa normalizzazione del quadro ecocardiografico. Comunicazioni Orali Lunedì 29 Aprile 203 03 DISPNEA POST PARTUM IN DONNA DI COLORE S. Conti, G. Maragoni U.O. Cardiologia, Ospedale di Spoleto, Spoleto (PG) Donna di 37 aa originaria della Repubblica Domenicana a 7 gg da parto gemellare indotto, si presenta per dispnea ormai persistente. Questa dispnea era insorta a poche ore dal parto e si associava a tosse stizzosa. A domicilio era stata iniziata terapia con broncodilatatori e antibiotici nell ipotesi di genesi flogistica polmonare. All ingresso in cardiologia la paziente era ortopnoica, SSM 3/6, edemi declivi simmetrici, ipofonesi basale bilaterale maggiore a dx. l RX Torace mostrava presenza di versamento pleurico bilaterale, congestione vascolare ilare e aumento dei diametri cardiaci. ECG con tachicardia sinusale. L EGA mostrava un ipossiemia ipocapnica. Pro-BNP elevato (=948 pg/ml), lieve anemia ipocromica microcitica, lieve piastrinosi. All ETT: ventricolo sinistro dilatato (TDVSD=35 mm/m2- VTDVS=80 ml/m2) con FE=50%, pattern diastolico di tipo restrittivo (E/A=3,4 con dec. Time=08 m/s, E/E =4) AS dilatato (diametro ant-posteriore=53 mm, volume = 54 ml/m2). Rigurgito mitralico centrale come per IM di grado moderato-severo. IT di grado medio con ipertensione polmonare di grado medio (= 47 mmhg). Ad un anamnesi più approfondita la pz riferiva dispnea con ortopnea notturna dal 5 mese di gravidanza associata ad edemi declivi ed interpretata dal ginecologo come stato nella gravidanza non patologico. Non riferita abitudine tabagica, gestosi, diabete gestazionale o rialzo dei valori pressori. La pz aveva avuto una gravidanza 2 anni prima priva di alcuna complicanza. Nella diagnosi differenziale dobbiamo considerare una valvulopatia mitralica organica con insufficienza preesistente, una cardiomiopatia dilatativa primitiva o una cardiomiopatia peripartum. L anamnesi raccolta ed i reperti strumentali ci orientano verso l ipotesi di una cardiomiopatia peripartum; è stata perciò intrapresa terapia con betabloccante ( carvedilolo 6,25 mg x2), spironolattone 50 mg e furosemide 25 mg x2/die con notevole beneficio clinico fino a scomparsa della sintomatologia. Un controllo ETT a 40 giorni dalla dimissione ha mostrato un ventricolo sinistro di normali dimensioni (TDVSD=5 mm) con FE=60%. AS con diametro antero-posteriore=35 mm. Normale funzione diastolica. Lieve jet di rigurgito mitralico. La paziente è ancora in trattamento con betabloccanti. Il decorso clinico con la restitutio dei reperti eco ci hanno confermato l ipotesi iniziale di cardiomiopatia peripartum. 20