C era una volta. Le pensioni ieri ed oggi Dalla riforma Amato a Monti.
I fondamentali della previdenza Piramide società Spesa Protezione sociale Speranza di vita Rapporto attivi/non attivi
L invecchiamento della popolazione e il calo dei tassi di fecondità hanno alterato il rapporto tra le varie classi di età! 1. La speranza di vita ha incrementi che vanno dagli 81,4 anni del 2007 agli 87 anni del 2050 (+ 5 / 6 anni ) nel medio periodo, mentre nel lungo periodo si prevede un incremento fra i 3.3 anni o i 7,8 anni. 2. Nel 2010 la speranza di vita degli uomini alla nascita è stata di 79,1 anni, per le donne di 84,3 anni. Ultima rilevazione Anno. 2005 2030 2050 Vita media: Uomini 77,4 81,0 83,6 Donne 83,3 86,6 88,8 Fecondità: Numero medio figli per donna 1,34 1,48 1,60
Quale sistema previdenziale e assistenziale sostenibile in un Paese che vedrà più che raddoppiare il rapporto tra anziani e attivi : dal 29% al 63% da oggi al 2050? Nel lungo periodo, le mutate condizioni demografiche potranno dare luogo ad una popolazione che nel 2050 sarà composta per il 33,6% di over 65enni e soltanto per il 12,7% da giovani fino a 14 anni di età. (Dati stimati suscettibili di variazioni) Nel 2050 il tasso di fecondità si attesterà gradualmente a 1,6 figli per donna. Tra il 2030 ed il 2050, la popolazione in età attiva si ridurrà fino a 30 milioni di individui, poco meno del 54% totale. (Dato stimato) L indice di vecchiaia, (il rapporto numerico tra anziani e giovani) cresce costantemente, passando da 138 anziani per 100 giovani nel 2005, a 222 nel 2030 e ad un numero di 264 nel 2050. In Italia, c è chi prevede un anziano ogni tre persone nel 2050, ciò deve portare a predisporre da subito riforme e strutture di welfare, adatte ad assorbire, positivamente ma con equità, l'impatto della nuova situazione.
La dinamica della spesa sociale in Europa. Spesa sociale in Europa* Germania Francia Italia Gran Bretagna Media UE Pensioni di vecchiaia e superstiti 12,1 12,7 15,4 10,8 11,9 Sanità 8,0 7,7 5,4 5,1 6,5 Pensioni invalidità, infortuni, 3,5 2,2 2,2 3,1 2,4 Aiuti alla disoccupazione 2,0 2,0 0,5 1,6 1,9 Formazione e orientamento 0,8 0,4 0,0 0,3 0,3 Politiche della casa 0,2 0,9 0,0 1,8 0,5 Famiglia 2,2 2,4 0,8 2,6 1,8 Maternità 0,2 0,4 0,1 0,3 0,3 Altro 0,0 0,4 0,0 0,4 1,1 Spesa d'amministrazione 1,3 1,7 1,3 1,1 1,3 Totale 30,3 30,9 25,8 27,3 28,5 *Valori in % del PIL (dati 2007)
Età pensione Germania Francia U.K. Spagna Italia Anni 65-67 62 + 8 m. 65 65-67 M. 66 - D. 62 Spesa sociale per le pensioni in Europa* Spesa pensioni /Pil Età Germania Francia Italia U.K. Media UE 2007 10,4 13,3 14,0 6,6 11,07 2020 10,5 13,9 14.1 6,9 12,97 2030 11,5 14,5 14.8 7,6 12,1 2040 12,1 14,7 15.6 8,0 12,6 2050 12,3 14,5 14.7 8,1 12.4 *Valori in % del PIL (Dati 2009 U.E.)
Pensioni: riforme per tutti Le riforme del sistema pensionistico marciano spedite a partire dal 1992, di pari passo con il rapporto percentuale del debito/pil [nel 1990 era a quota 94,7 e nel 2010 a quota 119 ]. Introduzione dell euro il 1 gennaio 2002 Si cimentano tutti: da Amato, a Dini a Prodi, a Maroni, poi ancora Prodi, per arrivare fino a Monti.
La riforma Amato (D.L. 30/12/1992 n.503) introduce le prime novità: 1. Si alza la soglia di età della pensione di vecchiaia da 55 a 60 anni per le donne e da 60 a 65 per gli uomini (occorreranno 20 anni di contribuzione anziché 15 anni) 2. Si stabiliscono nuove regole per il calcolo dell assegno pensionistico utilizzando la media delle retribuzioni in un dato periodo ( (es. la media delle retribuzione degli ultimi 10 anni lavorativi e non più dei 5 anni prima esistenti); nascono le pensioni complementari* 3. Le pensioni vengono sganciate dai salari ed agganciate, anziché alla scala mobile, alle variazioni dell indice Istat nei prezzi al consumo, tenendo conto degli indicatori economici del paese rispetto al PIL perequazione automatica * è con il Decreto Lgs.vo 124 /1993 che nascono le pensioni complementari.
Nel 1994 naufraga un tentativo di rimettere mano al sistema delle pensioni, cade il Governo Berlusconi Sul tema PENSIONI ogni Governo applica la sua ricetta. Ma nel conteggio delle risorse spese per le pensioni si bara perché nella spesa totale dell INPS sono inserite tutte le sue voci di gestione e non solamente quella utilizzata per pagare le pensioni, che altrimenti chiuderebbero con un bilancio attivo. e gli succede il Governo Dini che attua la nuova riforma delle pensioni con la Legge 335/1995.
Gli attacchi al sistema previdenziale. Legge 8 agosto 1995, n.335), la riforma Dini. Fra le principali novità: 1. I nuovi sistemi di calcolo ( retributivo retributivo e contributivo ) 2. Il Il sistema delle quote per la pensione di anzianità 3. I fondi di previdenza integrativa 4. I coefficienti di trasformazione
IL SISTEMA RETRIBUTIVO La riforma del sistema pensionistico attuata con la Legge 335 del 1995 (c.d Legge Dini ), attua il passaggio graduale dal metodo Retributivo (calcolo della pensione sulla base delle ultime retribuzioni percepite) al metodo Contributivo (calcolo sui contributi versati durante l intera attività lavorativa prestata), Ciò ha comportato una consistente diminuzione dell'entità della pensione erogata dal sistema pubblico.
IL SISTEMA CONTRIBUTIVO Si applica ai lavoratori privi di anzianità contributiva al 1 gennaio 1996. Con tale sistema si calcola la pensione sulla base di tutti i contributi versati durante l intera vita lavorativa/assicurativa, rivalutati sulla base dell andamento del prodotto interno lordo (Pil).
IL SISTEMA MISTO Si applica ai lavoratori con meno di 18 anni di contribuzione assicurativa previdenziale al 31 dicembre 1995. La pensione viene calcolata applicando il sistema retributivo(per tutte le anzianità maturate fino al 31 dicembre 1995) ) ed in parte applicando il sistema contributivo (per le anzianità maturate dal 1 gennaio 1996). Se, però, si possiede un anzianità contributiva pari o superiore a 15 anni (di cui almeno 5 successivi al 1995) è possibile esercitare l opzione del passaggio alla contabilizzazione piena della pensione calcolata esclusivamente con il sistema contributivo.
Retributivo e contributivo a confronto: Il Rubicone : 1 gennaio 1996 1. La riforma Dini" comporta l apertura piena alla previdenza integrativa o complementare (2 Pilastro) di cui detta le regole, che si affianca a quella Pubblica (1 Pilastro). 2. Dai Fondi Pensione chiusi, a quelli aperti ai P.I.P. (Piani Individuali Pensionistici). Inoltre si gettano le basi per l individuazione dei lavori usuranti.
Calcolo pensione contributiva Il calcolo della pensione contributiva somma i contributi annui, cioè il 33% circa della retribuzione, rivalutati in base a coefficienti comunicati annualmente dall Istat e relativi al tasso di crescita dell economia. Al risultato, detto Montante Individuale, si applicano i seguenti coefficienti di trasformazione correlati all età: Età Coefficiente fino al 2009 57 4,720 % 58 4,860 % 59 5,006 % 60 5,163 % 61 5,334 % 62 5,514 % 63 5,706 % 64 5,911 % 65 6,136 % Coefficiente dal 2010 4,419 % 4,538 % 4,664 % 4,798. % 4,940 % 5,093 % 5,257 % 5,432% 5,620% È previsto l adeguamento dei coefficienti ogni tre anni e dal 2019 ogni due anni. Il prodotto del montante per il coefficiente costituisce la pensione annua lorda. L opzione per il calcolo contributivo è consentita a quanti al 31/12/95 avevano meno di 18 anni di contributi, a condizione che abbiano almeno 15 anni di contribuzione, di cui 5 dall 1/1/96. Per quanti possono esercitare l opzione è previsto che gli enti previdenziali predispongano a richiesta due schemi di calcolo per consentire all interessato una scelta consapevole.
La legge Maroni Berlusconi (Legge n 243 del 2004) Si alza gradualmente l età pensionabile e si attuano misure di sostegno della previdenza complementare, mettendo mano al riordino degli enti previdenziali.
Le varie forme pensionistiche: Pensione di vecchiaia Pensione anticipata (ex anzianità) Pensione d invalidità Pensione d inabilità Pensione ai superstiti
Come dicevamo nel 2007: Basterà? - C è bisogno di un patto generazionale - Bisogna dare speranza ai giovani - Bisogna evitare la guerra delle farine LA SCELTA - Incidere sugli indici di conversione - Allungare l uscita dal mondo del lavoro
Requisiti, come erano nel 2007. Accordo Governo Parti sociali del 20 luglio 2007 Anno Età e contribuzione Contribuzione e qualsiasi età 1.1.2008 58 anni 40 1.7.2009 59 anni e quota 95 40 1.1.2011 60 anni e quota 96 40 1.1.2013 61 anni e quota 97 40 Requisiti minimi previsti per i lavoratori dipendenti con almeno 35 anni di contribuzione.
LA PENSIONE PRIMA DI MONTI. LE REGOLE IN VIGORE FINO AL 2011 I requisiti di pensionamento nel settore Privato erano: Pensione di vecchiaia con 40 anni di contribuzione, oppure (uomini) 65 anni di età anagrafica e donne 61 anni Pensione di anzianità quota 96 con almeno 60 anni di età (somma dell età anagrafica e del servizio prestato). Decorrenza della pensione dopo 12 mesi dal raggiungimento dei requisiti. Mantenimento della soglia dei 60 anni per le Donne che abbiano maturato tale età entro il 31.12.2010. i sistemi di calcolo della pensione previgenti. Lavoratori con almeno 18 anni di contribuzione al 31.12.1995 si applicava il sistema retributivo. Lavoratori con meno di 18 anni di contribuzione al 31.12.1995 si applicava il sistema retributivo fino a tale data e successivamente quello contributivo (ex sistema misto). Lavoratori che avevano iniziato l attività lavorativa dopo il 31.12.1995 si applicava il sistema contributivo.
Dalle pensioni di anzianita alla pensione anticipata del Governo Monti. Come erano e come saranno, dal 2012 in poi Districarsi nel complesso di novità della riforma è complicato.
La Pensione con la controriforma Monti-Fornero. Se hai 52 anni, sei uno sfigato! 1. abolite le pensioni di anzianità 2. innalzata gradualmente l età di pensione 3. applicata la speranza di vita che allunga i periodi di attesa 4. Le donne, come gli uomini 5. Si va verso il lavoro fino ai.70 anni, ma per lavorare tanto e ricevere poco, solo pensioni con il calcolo contributivo.
LA RIFORMA Monti-Fornero. La pensione anticipata Chi ha maturato il diritto alla pensione con il sistema vigente entro il 31.12.2011, anche se in attesa della prossima finestra di uscita, manterrà i diritti acquisiti e la decorrenza prevista, ma i periodi eventualmente lavorati dal 2012, ai fini della pensione, saranno conteggiati con il sistema contributivo pro-rata. Nel 2011 per le pensioni di anzianità vigeva Quota 96, cioè la somma dell età anagrafica (minimo 60 anni + l anzianità di servizio). A decorrere dall 1.1.2012 la pensione anticipata sostituirà le pensioni di anzianità prescindendo dall età anagrafica, ma si dovranno raggiungere le nuove soglie di servizio minimo prestato, indispensabili per ricevere la pensione. Su tutte le nuove mensilità dall 1.1.2012 si applicherà il sistema del calcolo contributivo Le nuove soglie saranno incrementate dalla speranza di vita secondo la sua progressiva evoluzione (segue tabella) Chi è entrato al lavoro versando contributi dall 1.1.1995 potrà andare in pensione a 63 anni, con il requisito minimo dell anzianità contributiva di 20 anni
Disincentivi e salvaguardie per CHI vorrà la pensione anticipata. Chi andrà in pensione con meno di 62 anni di età con il sistema misto avrà una riduzione della pensione pari all 1% sulla parte contributiva maturata prima dell1.1.2012, per ciascun anno di anticipo dalla soglia per i due anni precedenti, mentre la penalizzazione crescerà oltre tali soglie a causa della penalizzazione del 2% per ogni anno di anticipo oltre i primi due) Le donne dipendenti del settore privato con anzianità contributiva minima di 35 anni e l età minima di 57 anni, mantengono l opzione del calcolo integralmente contributivo della pensione, rinunciando a quello retributivo, fino al 2015 (qualora possedessero meno di 18 anni di contributi alla data del 31.12.1995); pertanto entro la fine dell anno 2015 esse potranno optare per il calcolo integralmente contributivo della loro pensione I lavoratori (uomini e donne) del settore privato che maturano la vecchia quota 96 (minimo 60 anni di età e 35 anni di contribuzione) entro il 2012 potranno ottenere la pensione al raggiungimento dei 64 anni di età anagrafica A tutte le pensioni future, ad iniziare dal 2013 e successivamente ogni 3 anni saranno applicati gli adeguamenti alla speranza di vita, (incremento della soglia minima da 1 a 3 mesi per ciascuna sessione).
La pensione di vecchiaia dal 2012 al 2021 * Anno Età Donne (anni) Età Uomini (anni) 2012 62 66 2013 62 e 3 mesi 66 e 3 mesi 2014 63 e 9 mesi 66 e 3 mesi 2015 63 e 9 mesi 66 e 3 mesi 2016 65 e 7 mesi 66 e 7 mesi 2017 65 e 7 mesi 66 e 7 mesi 2018 66 e 7 mesi 66 e 7 mesi 2019 66 e 11 mesi 66 e 11 mesi 2020 66 e 11 mesi 66 e 11 mesi 2021 67 e 2 mesi 67 e 2 mesi * Vale per tutti i lavoratori dipendenti con requisito minimo pari a 20 anni di contribuzione, mentre per gli assunti dall 1.1.1996 ( sistema contributivo integrale) c è la condizione aggiuntiva per cui l importo minimo dell assegno spettante sia pari a 1,5 volte l assegno sociale, rivalutato in base al Pil. È stata inclusa la speranza di vita, salvo l effettivo accertamento da parte dell Istat.
La pensione anticipata dal 2012 al 2021 * LAVORATORI DIPENDENTI (Pubblici, Privati o Autonomi) Anno Anzianità contributiva Uomini Anzianità contributiva Donne 2012 42 anni e 1 mese 41 anni e 1 mese 2013 42 anni e 5 mesi 41 anni e 5 mesi 2014 42 anni e 6 mesi 41 anni e 6 mesi 2015 42 anni e 6 mesi 41 anni e 6 mesi 2016 42 anni e 10 mesi 41 anni e 10 mesi 2017 42 anni e 10 mesi 41 anni e 10 mesi 2018 42 anni e 10 mesi 41 anni e 10 mesi 2019 43 anni e 2 mesi 42 anni e 2 mesi 2020 43 anni e 2 mesi 42 anni e 2 mesi 2021 43 anni e 5 mesi 42 anni e 5 mesi Il dato mensile della speranza di vita potrà essere variato nel corso dei prossimi anni.
La pensione anticipata dal 2012 al 2021 * LAVORATORI DIPENDENTI (Pubblici, Privati o Autonomi assunti dall 1.1.1996). Anno 2012 63 anni Età Uomini 2013 63 anni e 3 mesi 2014 63 anni e 3 mesi 2015 63 anni e 3 mesi 2016 63 anni e 7 mesi 2017 63 anni e 7 mesi 2018 63 anni e 7 mesi 2019 63 anni e 11 mesi 2020 63 anni e 11 mesi 2021 64 anni e 2 mesi La possibilità dell anticipo è riservata ai lavoratori assunti a partire dal 1 gennaio 2006 qualora essi possiedano l anzianità di servizio minima di 20 anni e purché l assegno loro spettante sia pari ad almeno 2,8 volte l assegno sociale. Nel 2011 l assegno sociale era pari a 417,30 euro mensili.