William Klein, New York, 1958
Darwin: L espressione delle emozioni (1872) Charles Bell (Anatomy of Expression) definisce il corrugatore del sopracciglio il muscolo più importante della faccia umana. Esso aggrotta le sopracciglia con energico sforzo, il quale in modo inspiegabile, ma con molta chiarezza, rivela l attività della mente Guillaume-Benjamin Duchenne (Mécanisme de la Physionomie Humaine): il corrugatore «è il muscolo della riflessione» i «Un uomo può essere assorbito nei più profondi pensieri, eppure le sue sopracciglia rimarranno spianate fino a quando non incontrerà un ostacolo nel corso del suo ragionamento, o verrà interrotto da qualcosa che lo disturba; e allora un corrugamento passerà come un ombra sulle sue sopracciglia. Un uomo affamato può pensare intensamente a come procurarsi il cibo, ma probabilmente non aggrotterà la fronte, a meno che non incontri qualche difficoltà nella realtà o nel ragionamento, o non si accorga che il cibo che è riuscito ad ottenere è cattivo» (Darwin, 1872, trad. it. p. 252).
Adattamento Rottura dell equilibrioequilibrio Stato di equilibrio Stato di equilibrio Sforzo di riequilibrio
Adattamento t e intelligenza (1) Jean Piaget: assimilazione e accomodamento alla base sia dello sviluppo organico sia dello sviluppo psichico Henry Plotkin: non solo l intelligenza lli è adattiva ma l adattamento stesso è una forma di intelligenza
Adattamento e intelligenza (2) «In questo modo, se gli adattamenti sono conoscenza, e se ciò che noi chiamiamo comunemente intelligenza (o, meglio, la nostra capacità di produrre intelligenza) è un adattamento, allora ciò che nella nostra vita di tutti i giorni chiamiamo conoscenza è effettivamente una forma speciale di questo fenomeno molto più ampio, ciò che io chiamo qui conoscenza biologica» (Plotkin, 1994, p. XVI).
Intelligenza e linguaggio (1) «Prima di tutto: se il linguaggio, perché sia vera comunicazione, deve coinvolgere un altro individuo, con chi parlava il primo mutante grammaticale? Una risposta potrebbe essere: e con quel cinquanta per cento dei fratelli, delle sorelle e dei figli che condividevano il nuovo gene per eredità comune. Ma una risposta più generale è che i vicini potevano parzialmente comprendere ciò che stava dicendo il mutante anche se mancava loro il circuito ultimo modello, semplicemente grazie all uso dell intelligenza in tutta la sua potenza» (Pinker, 1994, trad. it. pp. 357-358). 358)
Intelligenza e linguaggio (2) sbandata macchina incidente ospedale Come può essere intelligente una mente modulare?
Modularità e Intelligenza (1) La teoria modulare della mente nasce in opposizione alla tesi dell intelligenza generale «La mente deve essere fatta di parti specializzate perché deve risolvere problemi specializzati. Soltanto un angelo potrebbe essere un risolutore di problemi in generale; noi mortali non possiamo che trarre conclusioni fallibili da informazioni frammentarie. Ognuno dei nostri moduli mentali risolve il suo insolubile problema tramite un atto di fede su come funziona il mondo, tramite ipotesi indispensabili ma indifendibili: ipotesi il cui unico fondamento sta nel fatto che hanno funzionato abbastanza bene nel mondo dei nostri antenati» (Pinker, 1999, trad. it. p. 35).
Modularità e Intelligenza (2) L illusione di Müller-Lyer (1889) I moduli sono automatici, veloci e obbligati. La velocità di risposta è una delle caratteristiche alla base del loro ruolo adattivo. Da questo punto di vista i moduli sono assimilabili ai riflessi (sono profondamente inintelligenti).
Condizioni per essere flessibili La mente umana come un sistema «brulicante di moduli» «di continuo, diversi moduli competono per l energia del cervello necessaria all elaborazione degli input a loro disposizione. i i Piuttosto t che unordine globale e fisso di prelazione, che in questo caso non risulterebbe adattivo, deve essere all opera qualche procedura di distribuzione sensibile al contesto» t (Sperber, 2005, pp. 61-62). 62)
Competizione tra moduli Equilibrio e pertinenza Caccio o scappo? Flessibilità e appropriatezza
Emozioni e appropriatezza Tendenza all azione «I meccanismi di controllo emozionale sono simili ad allarmi antifurto che si attivano in presenza di un intruso; sono segnali che implicano che c è qualcosa che richiede attenzione; devono essere presi in considerazione nel corso di una sequenza di azioni, sebbene non indicano esattamente cosa sia accaduto o cosa si dovrebbe fare» (Oatley, 1992, trad. it. 1997, p. 117). Carattere valutativo «i marcatori somatici [ ] assistono il processo di cernita entro tale ricchezza di particolari i anzi, essi riducono il bisogno di cernita perché forniscono una rilevazione automatica dei componenti dello scenario che è probabile siano più rilevanti» (Damasio, 1994, trad. it. pp.246-247).
Triangoli cognitivi
Il processo di elaborazione del flusso del parlato ato