IMPLICAZIONI PSICOLOGICHE NELLA MALATTIA DI PARKINSON

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Transcript:

IMPLICAZIONI PSICOLOGICHE NELLA MALATTIA DI PARKINSON Disturbi acquisiti della comunicazione 11 aprile Lamezia Terme Dott. Domenico Mauro Psicologo-Psicoterapeuta

INTRODUZIONE La malattia di Parkinson, com è noto, è una patologia neurodegenerativa che colpisce selettivamente le aree cerebrali deputate al movimento. Oltre ai sintomi rilevanti, inerenti a tali aree (tremori a riposo, blocchi, bradicinesie, rigidità muscolare, ipocinesie, acinesie etc.), sono sovente presenti altri disturbi (i c.d. disturbi non motori) che rendono, oltremodo, problematica la vita di pazienti e familiari: ci riferiamo ai disturbi della sfera cognitiva, psichica ed emotiva.

GLI ASPETTI COGNITIVI Riguardano deficit e compromissioni di talune funzioni che si possono manifestare con maggiore evidenza nelle fasi più avanzate della malattia. Alterazione di alcuni aspetti del linguaggio e della fluidità verbale; Deficit dell attenzione; Disturbo della memoria e delle funzioni esecutive; Bradifrenia; difficoltà della risoluzione di problemi e della formazione di concetti.

LA RIABILITAZIONE COGNITIVA La letteratura recente evidenzia come la plasticità cerebrale sia osservabile anche in caso di lesioni in individui adulti. Per il recupero di taluni deficit o il rallentamento del deterioramento cognitivo possono risultare molto utili previa opportuna valutazione neuropsicologica programmi di training di riabilitazione cognitiva (esercizi verbali, carta e penna o con l ausilio di software specifici)

LA DIMENSIONE PSICOPATOLOGICA I disturbi più frequenti riscontrati nel paziente affetto da Parkinson riguardano quelli inerenti all umore, all ansia e al ritmo sonno-veglia. In letteratura vengono riportate alte percentuali di casi di disturbi depressivi (25-40%) e di disturbi dello spettro dell ansia (in particolare attacchi di panico e ansia generalizzata anch essi con un incidenza intorno al 40%); Molto frequentemente, infine, sono presenti disturbi del sonno.

LA SFERA EMOTIVA L avanzare della malattia e l aumento della disabilità da essa causata possono determinare una riduzione della qualità della vita; La persona affetta da Parkinson può chiudersi nel suo dolore arrendendosi all isolamento, alla paura del giudizio e al senso di inadeguatezza.

Anche sul piano relazionale incontra notevoli ostacoli nella misura in cui la difficoltà nel modulare il tono della voce, la lentezza nel parlare e il tipico volto a maschera - cioè un viso privo di espressione che non comunica a causa della riduzione della mimica facciale (conseguenza dell acinesia) - possono essere fraintesi come perdita di interesse verso l interlocutore. La conseguente perdita di spontaneità nell interazione con l altro, relega la persona ad una sempre maggiore chiusura emotiva.

L INTERVENTO PSICOTERAPICO Si può verificare spesso una condizione per la quale tutta la vita della persona affetta da Parkinson sia centrata sulla malattia: i ritmi della giornata sono scanditi dai sintomi e dai farmaci o dalle varie strategie per fronteggiarli. Il rischio maggiore, dal punto di vista psicologico, è che l individuo si identifichi con la malattia, perdendo di vista la propria soggettività.

Un primo obiettivo della psicoterapia deve essere quello di evitare che si verifichi questa sorta di spersonalizzazione e recuperare la dimensione soggettiva di persona. Come persona si può affrontare la malattia concentrandosi sulla propria esperienza soggettiva per fronteggiare le difficoltà, attingendo alle proprie risorse interiori con consapevolezza e realistica fiducia.

L INTERVENTO DI GRUPPO Un altro fondamentale obiettivo che deve prefiggersi l approccio psicoterapico è la prevenzione dell isolamento. L isolamento si evita col solo strumento della relazione. Per tale motivo è di cruciale importanza creare situazioni psicoterapiche di gruppo.

Condividere la propria esperienza personale, raccontarsi, ascoltare l altro traendo dall altrui esperienza conforto e spunti propositivi, offre la possibilità di fronteggiare con più forza le asperità della malattia. Il Gruppo di Incontro (sul modello rogersiano) rappresenta un esperienza intensiva di gruppo che ha lo scopo di favorire la crescita psico-emotiva e le competenze relazionali dei partecipanti.