Riconoscimento e trattamento reazioni trasfusionali RICONOSCIMENTO AZIONE SEGNALAZIONE

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Pag. 1/5 immediato: RICONOSCIMENTO AZIONE SEGNALAZIONE Febbre Brividi Ipotensione/Ipertensione Tachicardia/Aritmia Dolore (Lungo via di infusione, toracico, lombare) Dispnea, laringospasmo Emissione di urine scure Sanguinamento inspiegabile Orticaria Senso di costrizione toracica Severa apprensione STOP trasfusione (mantenendo via e.v.), poi Chiamare il medico Assicurare funzioni vitali Mantenere aperta la via ev (Fisiologica) Nuova verifica dati (Paragrafo Verifica pre-trasfusione ) Registrare la reazione in cartella clinica Se la trasfusione viene definitivamente interrotta: Compilare il modulo di reazione trasfusionale (RPA 31-05) Prelevare un campione di sangue (EDTA 3,5 ml) Inviare il residuo della sacca con deflussore, modulo di reazione trasfusionale e prelievo al ST Il medico curante, eventualmente consultando il medico di medicina trasfusionale, stabilisce l opportunità di riprendere la trasfusione. La gestione definitiva della reazione, con le eventuali ulteriori indagini (es. urine, Rx torace, emocolture ecc.) e gli accorgimenti per eventuali trasfusioni successive, dipende dalla natura della reazione. Reazioni trasfusionali acute Reazioni emolitiche acute Febbre, brivido, dolore (lungo la via di infusione, toracico, lombare), tachicardia, ipotensione, emissione di urine scure, senso di costrizione toracica. Una sensazione di severa apprensione ( disastro incombente ) viene talvolta riportato come segno precoce. In pazienti non coscienti o in anestesia generale un sanguinamento non controllabile da CID è talvolta l unico segno. La maggior parte è conseguenza di trasfusione di sangue AB0 incompatibile, risultato di errore umano (scambio di paziente, non corretta identificazione dei campioni pre-trasfusionali). Emolisi eritrocitaria non immune degli eritrociti nell unità trasfusa può essere conseguente a distruzione fisica (conservazione a temperatura non corretta, traumi meccanici, fluidi non isotonici)

Pag. 2/5 Informare immediatamente il Servizio Trasfusionale (un altro paziente potrebbe essere coinvolto in uno scambio di unità). Spesso è necessario il trattamento in terapia intensiva per la gestione dell ipotensione e per il mantenimento del flusso renale. E essenziale la stretta osservanza dei protocolli di corretta pratica trasfusionale. La prevenzione dell emolisi non immune richiede lo scrupoloso rispetto delle norme di corretta preparazione, conservazione, trasporto e somministrazione degli emocomponenti. Reazioni brivido-ipertermia Anticorpi del ricevente contro leucociti o frammenti leucocitari dell emocomponente Citochine accumulate nel prodotto trasfusionale durante la conservazione Più frequenti con piastrine (10-20%) che con eritrociti (1-3%). Vanno distinte dalla febbre dovuta alla patologia del paziente o a infezioni intercorrenti (valutazione temperatura pre-trasfusione). Sintomatico (Paracetamolo). La febbre può essere il sintomo iniziale di reazioni più gravi (sepsi da contaminazione batterica dell unità, reazioni emolitiche). Seguire lo schema Trattamento immediato di sospetta reazione trasfusionale. La febbre isolata o il brivido possono consentire la ripresa della trasfusione. Se si associano significative variazioni pressorie o altri segni o sintomi, la trasfusione deve essere definitivamente interrotta. Una parte di pazienti può avere reazioni simili alle successive trasfusioni: in questo caso utilizzare emocomponenti filtrati. Reazioni orticarioidi (allergiche) Proteine plasmatiche dell emocomponente Frequenza 1%. In rare occasioni può associarsi edema della laringe e broncospasmo. In caso di orticaria isolata (senza febbre o altri sintomi), rallentare la velocità o sospendere temporaneamente la trasfusione. Non è necessario investigare la reazione. Considerare la somministrazione di antistaminici prima di riprendere la trasfusione. Se si associano altri sintomi la trasfusione deve essere definitivamente interrotta. Reazioni allergiche severe (anafilattiche) Segni di instabilità cardiovascolare (ipotensione, tachicardia, perdita di coscienza, aritmie, shock, arresto cardiaco). Talvolta il coinvolgimento respiratorio (dispnea, stridore laringeo) è prominente. Allergia alle proteine plasmatiche contenute nell emocomponente trasfuso

Pag. 3/5 I casi più severi possono essere dovuti ad anti-iga in soggetti con deficit congenito di IgA Se necessario procedere alla rianimazione cardio-respiratoria. Considerare la somministrazione di adrenalina sol. 1:1000, 0.01 ml/kg i.m./ s.c. (o e.v. lenta) Dosaggio di IgA In caso di pazienti con anti-iga è necessario utilizzare emocomponenti lavati o prodotti plasmatici da donatori con deficit di IgA: in caso di ulteriore necessità trasfusionale contattare il Servizio Trasfusionale. Sepsi da contaminazione batterica Febbre elevata, brivido, rigidità, severa ipotensione, nausea e/o diarrea I batteri possono contaminare la sacca al momento del prelievo, dalla cute, da batteriemia del donatore o dai materiali utilizzati durante il prelievo o la lavorazione del sangue. I batteri proliferano durante la conservazione. Sono stati implicati sia Gram- che Gram+. A causa delle condizioni di conservazione il rischio è maggiore per i concentrati piastrinici. Fornire terapia di supporto, prelevare emocolture e iniziare terapia antibiotica ad ampio spettro Il Servizio Trasfusionale provvederà ai tests microbiologici sul residuo dell unità. Ispezionare attentamente le unità prima della trasfusione: in alcuni casi la contaminazione può essere sospettata (coaguli, emolisi, anomalie del colore). E importante la corretta conservazione degli emocomponenti. Evitare tempi di infusione > 4 ore. TRALI (Transfusion Related Acute Lung Injury) Distress respiratorio acuto Edema polmonare senza causa apparente Ipossiemia Infiltrati alveolari o interstiziali bilaterali all Rx Insorgenza 2-8 ore dopo la trasfusione Anticorpi del donatore contro leucociti del ricevente (o viceversa) Citochine nel prodotto trasfuso Sintomatico (O2, può essere necessaria intubazione e respirazione meccanica) Il quadro in genere si risolve in 24-72 ore Sovraccarico circolatorio Rapido aumento del volume ematico in cardiopatici o pazienti pediatrici

Pag. 4/5 Sospendere la trasfusione, eventualmente somministrare O2 e diuretici Evitare liquidi se non necessari e usare appropriate velocità di infusione degli emocomponenti. Tossicità da citrato Sintomi da ipocalcemia o ipomagnesemia, fino a deficit miocardio e coagulopatia. Il citrato è l anticoagulante utilizzato nei prodotti trasfusionali; ha la caratteristica di legare gli ioni calcio e magnesio. Rallentare o sospendere temporaneamente la trasfusione. La correzione di ipocalcemia o ipomagnesemia può essere richiesta per i casi sintomatici Il Servizio Trasfusionale provvederà ai tests microbiologici sul residuo dell unità. Reazioni trasfusionali ritardate e a lungo termine Emolisi ritardata Anticorpi diretti contro antigeni degli eritrociti trasfusi. Gli anticorpi possono non essere rilevati ai tests pre-trasfusionali perché in concentrazione troppo bassa. Dopo la trasfusione si ha una risposta immune di tipo anamnestico, con aumento del titolo anticorpale e riduzione della sopravvivenza eritrocitaria con emolisi, generalmente extra-vascolare. Riduzione ingiustificata dell Hb Raramente sintomatologia clinica (febbre, ittero) Alloimmunizzazione (piastrine) Refrattarietà all incremento piastrinico post-trasfusionale Produzione di anticorpi diretti contro antigeni piastrinici (HLA, HPA). Può richiedere la trasfusione di piastrine HLA o HPA compatibili. Utilizzo di prodotti filtrati. Tr-GVHD (Transfusion related Graft Versus Host Disease) Febbre, rush cutaneo, pancitopenia, diarrea, insufficienza epatica Insorgenza 8-10 giorni dopo la trasfusione (intervallo più lungo nell infanzia) Mortalità 80%

Pag. 5/5 T-Linfociti vitali nell unità trasfusa attecchiscono in un ricevente immunodepresso, proliferano e danneggiano organi bersaglio (cute, midollo osseo, tubo digerente, fegato). Il rischio è sensibilmente più elevato in caso di trasfusione da donatore consanguineo. Utilizzo di prodotti irradiati nei pazienti a rischio. Porpora post-trasfusionale Severa piastrinopenia, porpora, manifestazioni emorragiche Insorgenza 5-15 giorni dopo la trasfusione Anticorpi del ricevente contro antigeni piastrinici dell emocomponente trasfuso che per un certo periodo di tempo distruggono piastrine autologhe anche se prive dell antigene. Plasma exchange, Ig e.v. La trasfusione di concentrati piastrinici, in associazione alla terapia, è eventualmente indicata solo con importante sanguinamento in atto. Sovraccarico di ferro Ferro contenuto negli emocomponenti contenenti eritrociti. La tossicità inizia dopo la saturazione dei depositi, con danno diffuso agli organi (cuore, sistema endocrino, fegato ecc.) Terapia chelante istituita precocemente in pazienti in terapia trasfusionale cronica. Trasmissione di malattie infettive Diversi agenti infettivi possono essere trasmessi con la trasfusione. Ogni caso di trasmissione di malattie infettive conseguente a terapia trasfusionale deve essere riportato al Servizio Trasfusionale per le relative indagini. Il rischio di infezione virali post-trasfusionali è attualmente considerato estremamente basso (1/1.000.000 trasfusioni per HIV, 1/500.000 per HCV, 1/200.000 per HBV) Considerare vaccinazione HBV nei politrasfusi.