Primo proteggere il capitale



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L investitore istituzionale Laborfonds Primo proteggere il capitale Si tratta della maggiore iniziativa negoziale territoriale multicategoriale del nostro paese e opera nel Trentino Alto Adige. È gestita con estrema attenzione e dinamismo, al punto da avere meritato nel 2010 il premio come migliore fondo pensione italiano. I quattro comparti hanno tutti sovraperformato i rispettivi benchmark, anche nei momenti più difficili del mercato a cura di Alessandro Secciani IVONNE FORNO, VICEDIRETTORE GENERALE DEL FONDO PENSIONE LABORFONDS Laborfonds è il più grande fondo pensione complementare negoziale territoriale multicategoriale italiano e uno fra i più importanti fondi pensione a livello nazionale. Vi possono aderire i lavoratori dipendenti del settore privato e pubblico con sede di lavoro nella Regione Trentino Alto Adige e i loro soggetti fiscalmente a carico. Laborfonds è stato istituito dalle parti sociali (sindacati e associazioni di categoria) in forma di associazione con personalità giuridica e senza scopo di lucro ed è operativo dal 2000. A oggi questa iniziativa vanta un ottimo livello di adesione: il 46% del bacino dei potenziali aderenti è già iscritto (la percentuale a livello nazionale è del 20%). Le adesioni sono in via del tutto prevalente di carattere collettivo-aziendale, anche se il fondo ammette, come detto, la possibilità di aderire su base individuale ai soggetti fiscalmente a carico degli aderenti. A parlare di Laborfonds è Ivonne Forno, che dal 2009 è entrata a fare parte dello staff come responsabile legale & amministrazione. Da aprile 2011 è vicedirettore generale. Precedentemente aveva lavorato presso Pioneer Investment Management sgr e Monte Paschi Asset Management sgr (ora Prima sgr) e quindi a Bolzano presso PensPlan Invest sgr, ove ha rivestito il ruolo di responsabile legale del progetto di previdenza complementare della Regione Trentino Alto Adige denominato PensPlan. Voi avete una struttura multicomparto: può illustrare i diversi comparti, l adesione a ciascuno di essi da parte dei lavoratori e i risultati ottenuti? «Laborfonds è un fondo pensione multicomparto con quattro linee di investimento che si differenziano per diverso profilo di rischio/rendimento e orizzonte temporale. L offerta si sviluppa da un comparto che offre la garanzia di restituzione del capitale e un rendimento minimo del 2% (comparto garantito), a un comparto prudente etico (max 25% equity e particolare focus sui Sri), a uno bilanciato (max 40% equity), fino ad arrivare a un comparto dinamico (max 60% equity). Gli asset in portafoglio si differenziano a seconda delle diverse politiche di investimento dei singoli comparti e il fondo pensione, attraverso i gestori finanziari incaricati, privilegia un approccio di diversificazione degli investimenti, sia in termini di tipologia sia di allocazione settoriale e geografica, con una particolare attenzione ai profili commissionali (anche impliciti) e al controllo del rischio: la piena trasparenza rispetto agli investimenti effettuati, per 54 361GRADI/Febbraio 2012

quanto attiene ad esempio quelli in parti di Oicr, è elemento imprescindibile per il fondo che, attraverso il cosiddetto look through sui costituent, attua un costante monitoraggio degli stessi. Di seguito si riportano, per ciascun comparto, il patrimonio e il numero di aderenti alla data del 31 dicembre 2011 (tabella 1). La tabella 2 dà conto, invece, dei rendimenti perseguiti dai diversi comparti nell anno 2011 e dall inizio della gestione». Tra le diverse linee c è n è una garantita, con un rendimento minimo del 2%. Come fate in una fase come l attuale a garantire un risultato di questo genere? «La gestione del patrimonio della linea non viene effettuata direttamente da parte del fondo, bensì attraverso un mandato di gestione conferito al gestore Unipol Assicurazioni, che si è contrattualmente impegnato a garantire al fondo (o meglio agli aderenti) la restituzione del capitale versato e il maggiore valore fra il rendimento annuo composto del 2% sui versamenti effettuati da ogni singolo aderente e il controvalore dato dalla somma di tutte le quote di ogni aderente valorizzate al maggior valore unitario della quota registrato nell ultimo giorno di ogni anno. La garanzia opera alla scadenza del contratto con il Tabella 1 Linea d investimento Patrimonio (al 31/12/2011) Aderenti (al 31/12/2011) Linea garantita 111.201.895 euro 13.790 Linea prudente-etica 90.502.470 euro 8.837 Linea Bilanciata 976.502.613 euro 87.784 Linea dinamica 32.046.721 euro 2.848 Totale 1.209.808.699 euro 113.259 361GRADI/Febbraio 2012 55

L investitore istituzionale Laborfonds «Per la linea prudente-etica vengono valutati l aderenza dell operato delle aziende alle convenzioni internazionali e alle linee guida sull ambiente,i diritti umani e la corruzione» Tabella 2 Linea d investimento Inizio gestione Rendimento 2011 Rendimento da inizio gestione Linea garantita 30/01/2008 +1,06% +10,10% Linea prudente-etica 30/04/2008 +2,75% +12,12% Linea Bilanciata 10/12/2011-0,04% +26,52% Linea dinamica 30/04/2008-1,98% +2,47% gestore (31 gennaio 2013) e nei casi specificatamente previsti dalla normativa e puntualmente riportati nell ambito della nota informativa per i potenziali aderenti. Non è quindi il fondo che garantisce, ma il gestore del comparto che si è assunto contrattualmente questo obbligo e la conseguente alea del rischio. Tenuto conto della difficile fase di mercato e soprattutto per quegli aderenti che sono entrati di recente o entreranno nel comparto entro la data sopra richiamata, stante appunto l approssimarsi della scadenza della convenzione, il rischio in capo a Unipol di dovere fare fronte all obbligo contrattuale del risultato con mezzi propri è del tutto reale e molto alto». Avete anche una linea prudente-etica: quali sono le scelte etiche di fondo di questa linea? «Ciò che rende un prodotto etico diverso da un prodotto tradizionale è la procedura di screening degli strumenti finanziari acquisibili, ovvero il processo di definizione dell universo investibile, da cui il gestore attinge per strutturare il portafoglio di investimento. Nel caso della linea prudente-etica di Laborfonds, l universo investibile viene definito da Global ethical standard investment services (Ges). Ges opera in maniera strutturata e il punto di partenza è uno screening sistematico delle società target a livello internazionale. In particolare, vengono valutate l aderenza dell operato delle aziende alle convenzioni internazionali e alle linee guida sull ambiente, i diritti umani e la corruzione. L approccio seguito per la selezione è del tipo di esclusione o di inclusione. Sono esclusi dalla white list dei titoli target strumenti finanziari che siano in via diretta riconducibili ai criteri di seguito elencati: violazione delle norme internazionali; alcolici, tabacco e gioco d azzardo; pornografia; disprezzo per l ambiente; riciclaggio; armi; violazione dei diritti umani. Sono invece inclusi: criteri ambientali quali la consapevolezza circa problematiche ambientali e impatto ambientale e criteri sociali». Nel 2010 avete ricevuto a Monaco l Ipe award come Migliore fondo pensione italiano : quali sono state le mosse vincenti che vi hanno permesso di raggiungere questo importante riconoscimento? «Essere premiati come Migliore fondo pensione italiano del 2010 è stata una grandissima soddisfazione. Ciò è avvenuto a coronamento e al termine del percorso, durato oltre due anni, di complessiva revisione del modello di gestione della linea bilanciata, il principale comparto di investimento. A fronte di una rinnovata asset allocation strategica, il consiglio di amministrazione ha rivisto anche l approccio di gestione, che si caratterizza ora per essere strutturato per il 60% da una gestione cosiddetta passiva o a benchmark affidata a Eurizon Capital sgr, per il restante 40% da una gestione attiva/tattica affidata a Black- Rock e per un overlay sull intero comparto, affidato sempre al gestore attivo/tattico, che ha per oggetto la componente equity, la duration della parte obbligazionaria e la currency. La revisione complessiva dell Aas è stata considerata unica nel suo genere e veramente innovativa nell ambito del panorama dei fondi pensione italiani. Si è trattato di un progetto complesso che ha visto la forte collaborazione fra tutti i soggetti coinvolti (il fondo, in primis, ma anche sette gestori, la banca depositaria, il service amministrativo) e che per la prima volta in Italia ha portato all utilizzo del cosiddetto transition management in un operazione di ristrutturazione dei portafogli di ge- 56 361GRADI/Febbraio 2012

stione. Si è trattato inoltre della prima implementazione in Italia da parte di un fondo pensione di una strategia di risk overlay nei termini sopra descritti e della prima significativa esperienza di utilizzo di Etf nell ambito della gestione. L adozione e lo sviluppo del nuovo modello di gestione sono stati inoltre affiancati da una sostanziale revisione degli assetti di corporate governance e del controllo del rischio. Il consistente utilizzo di Oicr nella gestione ha portato da un lato una maggiore efficienza in termini commissionali, dall altro lato a una maggiore diversificazione degli investimenti, con conseguente riduzione del rischio, ma anche alla necessità di monitorare l investimento effettuato attraverso specifiche verifiche di look through sui costituent degli Oicr acquisiti. Ciò per avere piena contezza degli investimenti effettuati, potere effettuare le necessarie verifiche circa il rispetto dei limiti agli investimenti e, non da ultimo, realizzare tutte le necessarie analisi di rischio e performance attribution». A chi affidate la gestione dei vari comparti? Come scegliete i gestori? «La gestione degli asset della linea garantita è effettuata da Unipol Assicurazioni; quella della linea prudente-etica da Credit Suisse. Come già precedentemente accennato, la gestione della linea bilanciata è affidata per il 60% del patrimonio al gestore Eurizon Capital sgr (mandato di gestione passivo) e per il restante 40% a BlackRock (mandato di gestione attivo/tattico). BlackRock è anche incaricato dell overlay sull intero comparto e della gestione della linea dinamica. I gestori sono selezionati secondo la procedura prevista dalla normativa di riferimento. Una volta determinate da parte del fondo le caratteristiche del mandato di gestione da assegnare, è pubblicato il bando con il quale si richiede ai soggetti autorizzati di manifestare il proprio interesse ad assumere l incarico. Si effettua dapprima una selezione formale sulle proposte pervenute e successivamente coloro che sono stati inseriti nella short list sono invitati a un colloquio singolo. Al termine dell intero processo di selezione, il fondo, tenuto conto dei criteri fissati in fase di definizione del bando, assegna il mandato di gestione». Come controllate i gestori? «Esistono molteplici livelli di controllo circa l operato dei gestori: il money manager deve infatti trasmettere al fondo, in genere con periodicità settimanale e mensile, i dati sull andamento della gestione e del portafoglio; questi dati sono controllati da parte del fondo, anche attraverso la funzione di risk management che, peraltro, produce autonoma reportistica di controllo sulla base dei dati forniti dal service amministrativo. Si tratta nello specifico di report di carattere quantitativo e qualitativo su base settimanale e mensile. Da parte sua la banca depositaria effettua una serie di verifiche ex post (si vedano ad esempio le verifiche ef- 361GRADI/Febbraio 2012 57

L investitore istituzionale Laborfonds fettuate circa il rispetto dei limiti agli investimenti) rendicontate nell ambito di reportistica trasmessa al fondo e, ove vi siano violazioni e/o criticità di sorta, provvede a effettuare le conseguenti e necessarie segnalazioni». Avete mai dovuto revocare un gestore? «Come evidenziato in precedenza, il fondo monitora costantemente l operato dei gestori e, ove necessario, interviene per chiedere spiegazioni o delucidazioni circa le intenzioni di gestione (questo soprattutto al verificarsi di specifiche situazioni di mercato). Sì, in passato è capitato di recedere ante scadenza da una convenzione di gestione: si è trattato di un iniziativa presa a seguito dell approfondita e puntuale verifica condotta circa l attività del gestore, tenendo conto soprattutto delle aspettative del fondo circa il suo operato e degli obiettivi di investimento assegnati. Va peraltro aggiunto che anche con lo sviluppo del nuovo modello di gestione per la linea bilanciata, il fondo ha revocato i precedenti mandati di gestione (si trattava di quattro mandati specializzati che erano qualificati come attivi, ma che nei fatti si sono dimostrati benchmark oriented) per conferire l incarico al gestore passivo e al gestore attivo/tattico. È nei doveri del fondo, e nello specifico del responsabile, monitorare l andamento della gestione e, nel caso di non piena soddisfazione, di ricercare soluzioni che permettano di tutelare nel migliore modo possibile l interesse degli aderenti e di perseguire risultati in linea con il profilo di rischio-rendimento prospettato». Quanto ha inciso negli ultimi anni l andamento negativo dei mercati nelle vostre performance? «In termini relativi rispetto al benchmark di riferimento l andamento dei mercati non ha inciso sulle performance nel senso che, anche in anni particolarmente difficili come il 2008, il 2009 e il 2011, il fondo è riuscito a perseguire risultati migliori rispetto a quelli del mercato rappresentati dal parametro oggettivo di riferimento. Anche in termini assoluti siamo soddisfatti. L underperformance del 2008/2009 è stata totalmente recuperata nel 2010. Ma il risultato che maggiormente ci soddisfa è quello che siamo riusciti a perseguire proprio negli anni in cui i mercati finanziari hanno subito i colpi più significativi. Siamo un fondo pensione e in quanto tale ci dobbiamo in primo luogo porre l obiettivo di garantire ai nostri aderenti una pensione complementare rispetto a quella del sistema pubblico. Dobbiamo quindi proteggere in primis il capitale conferito e solo in secondo luogo, ma con un rapporto di tipo asimmetrico, guardare all extraperformance che, ovvio, non va disdegnata, ma non deve essere vista come principale obiettivo cui tendere». In questa difficile fase del debito governativo in tutta Europa, come vi state muovendo? Continuate ad acquistare titoli di stato italiani o di altri paesi europei? State diversificando gli investimenti obbligazionari? «I nostri gestori, seppure con i diversi pesi che caratterizzano le specifiche politiche di investimento, investono nel comparto obbligazionario, in coerenza con le previsioni dei rispettivi benchmark di riferimento e con una particolare attenzione al tema della crisi del debito governativo europeo. Già da tempo, al manifestarsi dei primi segnali, sono stati eliminati gli investimenti in titoli emessi da paesi quali la Grecia, il Portogallo, l Irlanda. Particolare attenzione è stata prestata al tema della diversificazione, raggiunta anche attraverso l utilizzo di strumenti finanziari riconducibili al comparto dei corporate bond o a quello delle obbligazioni inflation linked. Il recente downgrade subito dall Italia e da numerosi paesi 58 361GRADI/Febbraio 2012

«Dobbiamo in primis proteggere il capitale conferito e solo in secondo luogo guardare l extra-performance» dell area euro (S&P ha ridotto infatti di due nock il merito di credito dell Italia il 13 gennaio 2012) ha imposto al fondo di effettuare una serie di verifiche presso i gestori. Pur avendo individuato per tempo e a titolo cautelativo le possibili e necessarie decisioni da intraprendere nel caso in cui si fosse verificato un downgrade dello stato Italia al di sotto della soglia A (livello minimo del merito di credito ammesso per i titoli governativi stabilitp nella convenzione con il gestore Unipol Assicurazioni), il fondo, al fine di tutelare l interesse degli aderenti, valutati i possibili scenari e le diverse alternative, ha richiesto al gestore di non vendere gli strumenti finanziari in portafoglio, deliberando nel contempo di apportare una modifica alla convenzione di gestione finalizzata a ridurre a investment grade il merito di credito minimo ammesso per gli strumenti detenuti in portafoglio». Utilizzate anche strumenti alternativi, come hedge fund, private equity, fondi immobiliari, Etf o altro? «Nella revisione dell asset allocation strategica approvata alla fine del 2009, con un approccio di lungo periodo e tenuto conto dell esigenza di aumentare la diversificazione degli investimenti volgendo lo sguardo anche alle asset class non tradizionali, il consiglio di amministrazione ha previsto la possibilità per il comparto bilanciato, che rappresenta circa l 80% del totale degli asset del fondo, d investire una parte residuale del patrimonio in alternativi (commodity, private equity, ecc.). Allo stato attuale, però, stanti le previsioni del Decreto 703/96, non è stato ancora possibile darne attuazione. I possibili vantaggi derivanti dagli investimenti cosiddetti alternativi sono infatti la diversificazione, la bassa correlazione con altri investimenti tradizionali, le possibili e combinate strategie di investimento implementabili, per fini essenzialmente di copertura e quindi di difesa degli asset del fondo. Come accennato in precedenza, Laborfonds, già da qualche tempo, ha intrapreso l importante e strategica scelta finalizzata allo sviluppo e al rafforzamento della struttura organizzativa, soprattutto per la parte che riguarda i controlli sulla gestione finanziaria e del rischio. Proprio per la piena consapevolezza della complessità e alta specializzazione necessaria per la gestione di tematiche complesse quale quella dell investimento in asset alternativi, abbiamo recentemente sviluppato e realizzato specifici controlli e la relativa reportistica». A proposito della revisione del decreto 703/96, qual è la vostra posizione? «Il decreto, vecchio ormai di 15 anni, necessita di essere innanzitutto adeguato nella parte che riguarda le definizioni. In questi anni, infatti, il mercato degli investimenti e degli strumenti finanziari ha subito una serie di rivoluzioni che, allo stato attuale, comportano disallineamenti fra le previsioni delle norme con conseguenti impatti legali, operativi e gestionali. Una serie di limiti quantitativi attualmente vigenti non sono più adeguati (si vedano ad esempio quelli sugli investimenti in strumenti finanziari dei paesi non Ocse) e non è detto che gli stessi siano strumenti idonei a tutelare efficacemente gli aderenti. Peraltro, a fronte di un sistema in continua evoluzione, auspichiamo un intervento legislativo che non replichi l impostazione seguita dal legislatore nel 1996. È pacifico ipotizzare, e si può anche condividere, che alcuni limiti quantitativi debbano rimanere (quelli ad esempio sulla diversificazione/concentrazione, l esposizione valutaria, il rapporto fra strumenti finanziari quotati e non quotati), ma è altrettanto auspicabile che per altri aspetti il legislatore associ il livello di complessità della gestione finanziaria al modello organizzativo prescelto e sviluppato». 361GRADI/Febbraio 2012 59