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Transcript:

Convegno nazionale Dirigenti scolastici

-assicurare la direzione unitaria della scuola, promuovendo la partecipazione e la collaborazione tra le diverse componenti della comunità scolastica, con particolare attenzione alla realizzazione del Piano triennale dell' offerta formativa; - assicurare il funzionamento generale dell'istituzione scolastica, organizzando le attività secondo criteri di efficienza, efficacia e buon andamento dei servizi; - promuovere l'autonomia didattica e organizzativa, di ricerca, sperimentazione e sviluppo, in coerenza con il principio di autonomia delle istituzioni scolastiche; - promuovere la cultura e la pratica della valutazione come strumento di miglioramento della scuola, anche attraverso la valorizzazione della professionalità dei docenti. 2

IL LEGAME CON LA FORMAZIONE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI Pur se il Piano tratta prioritariamente la formazione in servizio dei docenti, per affrontare complessivamente tali tematiche non e possibile separare la formazione per i docenti da quella per i dirigenti scolastici e per il resto del personale scolastico. Per questo motivo all interno del capitolo 4 sarà preso in considerazione il fabbisogno formativo complessivo delle scuole, considerando tutto il personale. I Piani formativi, ad esempio, promuoveranno anche modalità di formazione in grado di coinvolgere diverse figure nello stesso spazio formativo, proprio per stimolare quella collaborazione che migliora e rafforza la scuola e la sua comunità. 3

Le priorità per la formazione nel prossimo triennio (2016-2019) 4.1 Autonomia organizzativa e didattica 4.2 Didattica per competenze, innovazione metodologica e competenze di base (NO) 4.3 Competenze digitali e nuovi ambienti per l apprendimento 4.4 Competenze di lingua straniera 4.5 Inclusione e disabilità 4.6 Coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile globale 4.7 Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale (NO) 4.8 Scuola e Lavoro 4.9 Valutazione e miglioramento Il coinvolgimento di tutta la comunità scolastica 4

Articolo 26 Funzione docente 1. La funzione docente realizza il processo di insegnamento/apprendimento volto a promuovere lo sviluppo umano, culturale, civile e professionale degli alunni ( ) 2. La funzione docente si fonda sull autonomia culturale e professionale dei docenti; essa si esplica nelle attività individuali e collegiali e nella partecipazione alle attività di aggiornamento e formazione in servizio. 3. In attuazione dell autonomia scolastica i docenti, nelle attività collegiali, attraverso processi di confronto ritenuti più utili e idonei, elaborano, attuano e verificano, per gli aspetti pedagogico-didattici, il piano dell offerta formativa, adattandone l articolazione alle differenziate esigenze degli alunni ( ) 5

Articolo 27 Profilo professionale docente 1. Il profilo professionale dei docenti e costituito da competenze disciplinari, psicopedagogiche, metodologico-didattiche, organizzativo-relazionali e di ricerca, documentazione e valutazione tra loro correlate ed interagenti, che si sviluppano col maturare dell esperienza didattica, l attività di studio e di sistematizzazione della pratica didattica. 6

CAPO VI - LA FORMAZIONE (art. 63-71) Art. 63 Formazione in servizio 1. La formazione costituisce una leva strategica fondamentale per lo sviluppo professionale del personale, per il necessario sostegno agli obiettivi di cambiamento, per un efficace politica di sviluppo delle risorse umane. L Amministrazione e tenuta a fornire strumenti, risorse e opportunità che garantiscano la formazione in servizio. 7

La formazione tra obbligo e diritto: una lunga storia Definire i modelli formativi, Rapporti con le parti sociali, Sviluppo della carriera 8

Nell'ambito degli adempimenti connessi alla funzione docente, la formazione in servizio dei docenti di ruolo è obbligatoria, permanente e strutturale. Le attività di formazione sono definite dalle singole istituzioni scolastiche in coerenza con il piano triennale dell'offerta formativa e con i risultati emersi dai piani di miglioramento delle istituzioni scolastiche previsti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 2013, n. 80, sulla base delle priorità nazionali indicate nel Piano nazionale di formazione, adottato ogni tre anni con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. 9

DM 851 del 27/10/15 Piano Nazionale Scuola Digitale (strumenti, competenze, contenuti, formazione e accompagnamento) Indicazioni e orientamenti per la definizione del piano triennale per la formazione del personale (MIUR, nota 07/01/16) (il nuovo quadro di sistema, gli attori della formazione: MIUR, scuole e reti, il nuovo format per le attività formative, la formazione in servizio nel POF triennale, articolazioni e ricadute della formazione) Prime indicazioni per la progettazione della attività di formazione destinate al personale scolastico (MIUR, nota 15.09.16) (le priorità, l obbligatorietà della formazione, indicazioni organizzative: reti e scuole polo,attività degli USR, attività del MIUR) Piano per la formazione dei docenti 2016-2019 (03/10/16) 10

Direttiva MIUR n. 170 del 21 marzo 2016 Art. 1 La presente direttiva disciplina le modalità di accreditamento, di qualificazione e di riconoscimento dei corsi dei soggetti che offrono formazione per lo sviluppo delle competenze del personale del comparto scuola, certificando ed assicurando la qualità delle iniziative formative. AMBITI TRASVERSALI 1. Didattica e metodologie; 2. Metodologie e attività laboratoriali; 3. Innovazione didattica e didattica digitale; 4. Didattica per competenze e competenze trasversali; 5. Gli apprendimenti. AMBITI SPECIFICI 1. Educazione alla cultura economica; 2. Orientamento e Dispersione scolastica; 3. Bisogni individuali e sociali dello studente; 4. Problemi della valutazione individuale e di sistema. 5. Alternanza scuolalavoro; 6. Inclusione scolastica e sociale; 7. Dialogo interculturale e interreligioso; 8. Gestione della classe e problematiche relazionali; 9. Conoscenza e rispetto della realtà naturale e ambientale; 10. Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; 11. Sviluppo della cultura digitale ed educazione ai media; 12. Cittadinanza attiva e legalità; 13. Didattica delle singole discipline previste dagli ordinamenti. 11

Nota 2915 del 15 settembre 2016 - Indicazioni progettazione attività formazione Formazione obbligatoria a) il principio della obbligatorietà; b) la formazione come "ambiente di apprendimento continuo ; c)la definizione ed il finanziamento di un piano nazionale triennale per la formazione; d) l'inserimento, nel piano triennale dell'offerta formativa di ogni scuola, della ricognizione dei bisogni formativi del personale in servizio e delle conseguenti azioni da realizzare; e) l'assegnazione ai docenti di una carta elettronica personale per la formazione e i consumi culturali; f) il riconoscimento della partecipazione alla formazione, alla ricerca didattica, alla documentazione di buone pratiche, come criteri per valorizzare e incentivare la professionalità docente. 12

1. Perché un piano 2. I principi del piano 3. Il senso della formazione 4. Le priorità per la formazione nel prossimo triennio (2016-2019) 5. Com e organizzata la formazione: i livelli di governance del piano 6. La formazioni in servizio, strutturale e obbligatoria 7. Ecosistema digitale della formazione 8. Elevare la qualità dei sistemi digitali formativi 9. Le risorse a disposizione 10. Monitoraggio del piano 13

Privilegiare la documentazione degli esiti formativi al fine di dar vita al portfolio delle competenze dei docenti, che si arricchirà nel corso del triennio del piano formativo di istituto e di quello nazionale. Non si tratta di una novità assoluta, in quanto nei percorsi di formazione dei docenti neo assunti è già prevista l elaborazione di un portfolio in formato digitale. 14

Il MIUR renderà disponibile un sistema on-line nel quale ciascun docente potrà documentare e riorganizzare la propria storia formativa e professionale costruendo il proprio portfolio professionale. Dal punto di vista amministrativo, il portfolio diventa quindi parte integrante del fascicolo digitale del docente. Amministrazione, scuole e dirigenti potranno ricostruire e comprendere la storia professionale del docente e disporre di tutte le informazioni di carattere amministrativo sul percorso professionale. Esso sarà formato da una parte pubblica e una parte riservata, che sarà disponibile e gestita internamente dal docente stesso. Il MIUR fornirà a ottobre 2016 indicazioni operative e strumenti per il concreto avvio del portfolio professionale del docente nell anno scolastico 2016/2017. 15

Il Piano nazionale ha creato un nuovo modello di formazione. Le metodologie adottate sono quelle dei laboratori, workshop, ricerca-azione, comunità di pratiche, mappatura delle competenze ecc., secondo un articolazione che prevede attività in presenza, studio personale, riflessione e documentazione, lavoro in rete, rielaborazione e rendicontazione degli apprendimenti realizzati. 16

Coinvolgeranno figure strategiche (come ad esempio gli animatori digitali) e, in generale, docenti capaci di trasferire le conoscenze e le competenze acquisite nelle attività organizzate dal MIUR ai colleghi delle proprie istituzioni scolastiche, guidandoli nei processi di ricerca didattica, formazione sul campo e innovazione in aula (si dovrà chiarire come verranno scelti tali docenti).

competenze digitali e per l innovazione didattica e metodologica; competenze linguistiche; alternanza scuola-lavoro e imprenditorialità; inclusione, disabilità, integrazione, competenze di cittadinanza globale; potenziamento delle competenze di lettura e comprensione, logico-argomentative e matematiche degli studenti; valutazione.

Il contesto per l elaborazione del piano di formazione in servizio, a livello di Istituzione scolastica, è il collegio dei docenti anche nelle sue articolazioni. Le attività di formazione devono essere progettate sulla base delle priorità nazionali, dei bisogni dei docenti e delle esigenze dell istituto emerse dal RAV e dal PdM, della vocazione propria di ogni istituto, delle sue eccellenze e delle innovazioni che si intendono perseguire.

Si pongono la finalità di far crescere qualitativamente le diverse istituzioni scolastiche, che ne fanno parte e promuovere le eccellenze grazie al confronto e allo scambio di buone pratiche. Le attività formative organizzate da reti di scuole dovranno essere rivolte a specifici bisogni o tipologie di docenti e alla condivisione di azioni di sistema per massimizzare la valenza degli interventi formativi. 20

docenti neoassunti; gruppi di miglioramento (impegnati nelle azioni conseguenti al RAV e al PdM); docenti impegnati nello sviluppo dei processi di digitalizzazione e innovazione metodologica; consigli di classe, team docenti, persone coinvolte nei processi di inclusione e integrazione; insegnanti impegnati in innovazioni curricolari ed organizzative; figure impegnante in ambito di sicurezza, prevenzione, primo soccorso.

Le istituzioni scolastiche individuano il fabbisogno di posti dell organico dell autonomia, in relazione all offerta formativa che intendono realizzare per il raggiungimento degli obiettivi formativi individuati come prioritari tra i seguenti (segue elenco di diciassette obiettivi formativi). Qui è anche l anello di congiunzione tra formazione in servizio e successo formativo degli alunni

Le competenze chiave del dirigente scolastico (Legge n.107/15, comma 93) 1. Definizione dell identità, dell orientamento strategico e della politica dell istituzione scolastica 2. Gestione, valorizzazione e sviluppo delle risorse professionali 3. Promozione della partecipazione, cura delle relazioni e dei legami con il contesto 4. Gestione delle risorse strumentali e finanziarie, gestione amministrativa e adempimenti normativi 5. Monitoraggio, valutazione e rendicontazione

Per i dirigenti scolastici la strategia formativa si articolerà in percorsi per uno sviluppo professionale che abbia al centro contenuti adeguati alle sfide che la scuola di oggi pone. Le azioni formative sono orientate allo sviluppo di competenze professionali per : una leadership per l apprendimento mediante la pratica manageriale con particolare attenzione agli aspetti decisionali, di riflessione e di gestione del tempo e delle risorse; la gestione del personale e dell ambiente di lavoro (valorizzazione delle risorse umane, collaborazione, negoziazione, gestione di conflitti, capacità di ascolto); comprendere e governare l autonomia scolastica e l innovazione; sostenere le scelte in relazione alla qualità nella didattica; valorizzare i rapporti con la comunità scolastica allargata e i rapporti con il territorio; analizzare i risultati della valutazione e progettare azioni per il miglioramento

autonomia didattica autonomia di ricerca autonomia organizzativa autonomia di sperimentazione e sviluppo Art. 3 modificato dalla legge 107/15 25

Il centralismo è sempre più prescrittivo e gerarchico L autonomia viene svuotata; si pensa ai processi piuttosto che al prodotto La riflessione pedagogica è assente (quali saperi in cotesti socio economici in continua trasformazione?) Manca l attenzione agli studenti ed agli apprendimenti L uso delle risorse non ha ricadute sul lavoro docente, c e un aumento delle incombenze ed una solitudine educativa Il dirigente, fuori dalla collegialità e dalla condivisione, diventa solo strumento funzionale alla linea