Numero 3 del 18 marzo 2014 A cura del Dott. Sergio Zita Responsabile sportello CONInforma ASMA BRONCHIALE ED ATTIVITA SPORTIVA Allo stato attuale si calcola che in Italia l ASMA BRONCHIALE interessi il 6% della popolazione ed il 15% di quella fino ai 18 anni. L ASMA è definita come una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree caratterizzata da ostruzione bronchiale più o meno accessionale (solitamente reversibile spontaneamente o in seguito alla terapia), da iperreattività bronchiale e da una diminuzione della funzionalità respiratoria che può evolvere in una ostruzione irreversibile delle vie aeree con mancanza di fiato, respiro sibilante, tosse, senso di costrizione toracica. Tale infiammazione è sostenuta da molte cellule che, attivate, liberano una complessa serie di mediatori chimici che provocano le alterazioni anatomopatologiche proprie della malattia e le sue manifestazioni cliniche. I sintomi sono usualmente associati ad una estesa e variabile ostruzione bronchiale, spesso reversibile spontaneamente o con farmaci. Tra le varie cellule coinvolte, un ruolo particolare è svolto dai mastociti e dagli eosinofili: i primi sarebbero responsabili della risposta acuta ad uno stimolo idoneo; i secondi, invece, delle alterazioni strutturali dell infiammazione cronica. Ma la caratteristica peculiare dell asma è, in associazione alla flogosi, una esagerata risposta bronchiale a molteplici stimoli. Tra i fattori patogenetici inducenti la malattia, in soggetti predisposti per una convergenza di elementi genetici ed ambientali, la quota maggiore spetta all allergia; altre cause sono le infezioni, soprattutto virali, a carico delle vie respiratorie, le sostanze chimiche occupazionali e l inquinamento ambientale; altre volte non è possibile individuare alcuna causa.
Tra i molteplici fattori scatenanti una crisi bronco-ostruttiva vi è anche lo sforzo muscolare. Quest ultimo, proprio per la sua caratteristica, impaurisce l asmatico che tende così al sedentarismo, talvolta esasperato. In verità, tale paura spesso non è spontanea, ma soprattutto nei bambini, inculcata da familiari iperprotettivi e sovente avallata da alcuni medici che si affrettano a stilare certificazioni di esenzione dall attività fisica a scuola. Il bambino, per sua natura, è portato al movimento ed ai giochi, soprattutto collettivi, tanto da poter essere definito un mini atleta : non è trascurabile in lui la risonanza emotiva e comportamentale per la forzata astensione dall attività fisica e per l emarginazione dai giochi di gruppo. Così il giovane asmatico crescerà in modo discriminato, si sentirà diverso dai coetanei e si radicherà in lui il concetto di essere malato. Peraltro, il sedentarismo porta ad una diminuzione del tono-trofismo muscolare, ad una minore capacità adattativa cardio-respiratoria e ad una minore tolleranza allo sforzo. L asmatico entra in un circuito vizioso che progressivamente aggrava la sua efficienza fisica. Per contrastare gli effetti negativi del sedentarismo e per migliorare lo sviluppo psicosociale e la qualità di vita, l asmatico non solo può ma deve svolgere attività fisica e sportiva chiaramente dopo aver studiato e inquadrato la forma clinico-funzionale della malattia e dopo aver attentamente valutato la risposta bronchiale allo sforzo muscolare con l utilizzo di esami strumentali quali: test da sforzo (corsa libera), iperventilazione eucapnica, test di stimolazione, test spirometrici basali. E questo il nodo cruciale del rapporto asma-attività sportiva, che si estrinseca nella sintomatologia nota come broncospasmo da esercizio fisico. Il broncospasmo può essere curato con appropriata terapia e cioé con farmaci come i glucocorticoidi inalatori, farmaci sintomatici (broncodilatatori, teofillinici). Naturalmente, è indispensabile la conoscenza dell utilizzo dei farmaci per l asma bronchiale e della regolamentazione delle Federazioni delle differenti discipline sportive al fine di migliorare i sintomi della patologia e di non incorrere in problemi con il doping. Molto importante per svolgere attività fisica è la prevenzione non farmacologica dell asma da esercizio fisico e cioé: - respirazione nasale per riscaldare ed umidificare l aria inspirata; - privilegiare l attività in ambienti caldo-umidi; - evitare ambienti inquinati o con alta carica allergica;
- riscaldamento per 10-15 minuti moderato; - allenamenti con periodi di circa 3 minuti di lavoro sub-massimale e poi 2 minuti a carico inferiore per un totale di 15-20 minuti; - allenamenti sub-massimali di 45-60 minuti. Quindi, le attività sportive che si accompagnano a marcata iperventilazione ed elevata intensità per almeno 8-10 minuti hanno un maggior potere di provocare la crisi asmatica. Pertanto, il soggetto asmatico deve orientarsi verso l attività sportiva che comporti sforzi relativamente meno intensi, con carico di lavoro costante e in ambiente favorevole. Dunque, SPORT e ASMA BRONCHIALE possono convivere con successo se viene raggiunto un controllo globale della patologia asmatica sfruttando le possibilità farmacologiche e non a disposizione del paziente. ASMA E SPORT, SI PUO? Fare movimento, ginnastica o sport è una delle principali raccomandazioni che dovremmo tutti seguire per adottare sani e corretti stili di vita. Si tratta di incitamenti validi anche per l asmatico che, se la malattia è tenuta sotto controllo, può svolgere qualsiasi tipo di attività, purché questa corrisponda alle capacità ed inclinazioni individuali. L asma non è incompatibile con la pratica dell attività fisica; è interessante, quindi, capire quali meccanismi fisiologici sono influenzati da questa patologia e in che modo possono limitare la prestazione e la pratica sportiva. Chi ha l asma spesso è riluttante a fare sport, cioé cerca di limitare le sue attività sia perché teme che queste peggiorino i suoi sintomi, sia perché teme che le condizioni in cui lo sport si svolge, per esempio caldo-umido nelle piscine, possano aggravare la malattia o scatenare una crisi. Questi timori non sono infondati, ma occorre sapere che attualmente esistono possibilità farmacologiche ed accorgimenti che consentono di superarli appieno. Le limitazioni dell attività sportiva sono legate solo alla gravità dell asma in quel momento e fanno parte della valutazione all idoneità sportiva effettuata dal medico. La pratica dello sport non migliora il quadro clinico dell asma, ma la pratica sportiva controllata può risultare favorevole al soggetto asmatico.
LA VISIONE PEDIATRICA DEL PROBLEMA: ASMOGENICITA DEGLI SPORT La bronco-ostruzione da esercizio fisico (EIB), oltre che dal grado di iperreattività bronchiale e dallo stato clinico del paziente, è largamente influenzata dal tipo di esercizio, dalla intensità e dalla durata dell'attività fisica, nonché da particolari situazioni ambientali. In linea di massima si può ragionevolmente affermare che le attività sportive che comportano più facilmente iperventilazione e che sono caratterizzate da intensità elevata e da una durata di 7-8 minuti, possono più facilmente scatenare EIB. A parità di tipo di esercizio e di durata e intensità dello stesso, un ambiente caldo e umido appare più protettivo. L'importanza di questi fattori ambientali è dimostrata dal fatto che attività diverse tra di loro, quali ad esempio corsa e ciclismo, in uguali condizioni di temperatura ed umidità, inducono lo stesso grado di bronco-ostruzione. Sulla base di tali premesse fisiopatologiche, in merito all'eib, una Consensus Conference del Gruppo di Studio di Broncopneumologia (SIMRI) della SIP vertente su "Indicazioni alla attività fisica nel bambino asmatico" ha stilato una tabella che, anche se non universalmente accettata, riporta "l'asmogenicità" in ordine crescente dei vari sport. Asmogenicità (in ordine crescente) dei vari tipi di sport Nuoto Pallanuoto Canottaggio Sci di fondo Pallavolo Arti marziali Danza libera Marcia Baseball Calcio a 5 Basket Tennis Atletica leggera (corsa veloce, salti) Calcio Ciclismo Corsa libera (mezzofondo, fondo)
Si può notare come la corsa libera ed il nuoto occupino i due estremi della tabella. A favore del nuoto, oltre il tipo di sforzo e l'ambiente particolarmente favorevole (umidità e temperatura) giocano altri elementi, tra cui la regolarità degli atti respiratori, l'espirazione a labbra socchiuse, l'omogeneo rapporto ventilazione/perfusione legato alla posizione orizzontale, la spinta idrostatica sul diaframma. La scelta dovrebbe cadere sugli sport meno asmogeni, che implicano sforzi relativamente meno intensi, di breve durata, caratterizzati da impegno costante e svolti in ambienti favorevoli; in primis dunque quelli acquatici. Nella scelta del tipo di sport tuttavia il pediatra non potrà non tener conto delle preferenze e delle inclinazioni del bambino, a sua volta in tal senso influenzato da molteplici fattori familiari e sociali. È peraltro ben dimostrato come, ricorrendo ad opportune misure, farmacologiche e non, i soggetti asmatici possono praticare senza particolari problemi uno sport come lo sci alpino, tradizionalmente considerato asmogeno, in quanto comporta inevitabilmente inalazione di aria fredda ed iperventilazione. Se ne può pertanto dedurre che, laddove la malattia asmatica sia controllata in modo ottimale sotto tutti i suoi aspetti, nell'indirizzare il bambino ad una determinata attività sportiva il pediatra dovrà tenere conto sì dell'asmogenicità dello sport e dell'ambiente in cui questo si pratica, ma anche delle preferenze del bambino. In conclusione, lo svolgimento di attività fisico-sportiva contribuisce in modo sostanziale ad un armonico sviluppo fisico, psicologico e sociale di ogni bambino. Tale beneficio è particolarmente evidente quando si tratta di un bambino asmatico, purché l'attività fisica sia programmata, controllata ed attuata sotto la guida di personale competente in materia di asma infantile ed in materia di sport. D'altronde, le molteplici Linee Guida per la gestione dell'asma infantile si prefiggono, tra i vari obiettivi, quello di una ottimale qualità della vita, caratterizzata dalla normale partecipazione a tutte le attività ludico-ricreative tipiche dell'età, compresa quella sportiva. Ciò è facile a concretizzarsi quando la malattia asmatica, soprattutto nella sua componente flogistica e nella iperreattività bronchiale, sia ben controllata. Con l'utilizzo di idonei ausili, farmacologici e non, è comunque oggi possibile consentire la partecipazione del bambino asmatico alla maggior parte degli sport, nel pieno rispetto del controllo globale della malattia.