Cap. 2 Sul concetto di «autonomia» e sulle sue implicazioni pedagogiche 1
Il concetto di autonomia Uno dei principali contributi che il mondo cattolico ha dato alla redazione della Costituzione italiana e al rapporto istituzionale fra Stato e scuola è la concezione dell autonomia. Il termine autonomia deriva dal greco auto-nomos, che significa darsi le leggi e le regole che si seguono nell agire; riuscire a reggersi in piedi e a camminare da soli, con le proprie forze. 2
L autonomia non è né anarchia, né ignoranza della necessità L autonomia non è anarchia (dal greco anàrcheia), perché non implica assenza di norme, ma solo norme che i soggetti si scelgono da sé, che si impongono, ricavandole da sé e per sé, in libertà. L autonomia non è nemmeno l obbedienza a norme necessarie e predeterminate di cui i singoli non sarebbero consapevoli (posizione compatibilista) 3
ma è libertà/responsabilità La libertà per i cattolici è una libertà positiva, secondo l espressione kantiana, con cui si designa la libertà di aderire a ciò che la ragione di ciascuno riconosce come moralmente bene/vero per tutti. Tale libertà, però, si applica nel concreto dell agire grazie al fatto che essa sarebbe un desiderio razionale (Husserl, Scheler), una legittima volontà di realizzarsi in una condizione di vita più umana e più adeguata. Dalla libertà come desiderio razionale scaturisce il legame con la responsabilità (dal latino respondeo ). La persona umana esiste come possibilità, è se e solo se si con-creta con il valore razionale che desidera, che incarna. Inoltre, l azione umana, frutto di libertà, è un agire, è un cominciamento non prodotto dalla necessità, perciò apre, come causa e come fine che pone, una serie infinita di risultati possibili, di cui occorre rendere conto. 4
L autonomia non è autarchia L autonomia non è autarchia (dal greco autàrcheia), perché non è autodeterminazione, autosufficienza di sé, autofondazione, non equivale ad essere il principio di noi stessi senza essere in relazione con altro o con altri. Non siamo né buchi neri né atomi. Non siamo autarchici nemmeno sul piano empirico, poiché, per la neotenia costitutiva dell essere umano, abbiamo bisogno di cura da parte di qualcuno per poter crescere. La consapevolezza teoretica della nostra non assolutezza e la spinta al dover essere dimostrano che siamo costitutivamente una relazione. 5
L autonomia è relazione (inter-relazione) Dato che nessun essere umano è autarchico sul piano empirico e dato che le relazioni che intratteniamo con gli altri non sono riducibili a bisogni empirici, è la struttura dell autonomia personale, in quanto libertà/responsabilità, che esige che la persona sia relazione, relazioni, un rapporto con l essere ontologico, un rapporto con l altro. La ragione (logos in greco, ratio in latino) è essa stessa relazione a e con, intenzionalità verso, ordine, misura tra. Boezio ha definito la persona umana come sostanza individuale di natura razionale. La persona è una relazione sussistente, è amore. 6
Stato e persona o persona e Stato? Se l autonomia della persona è libertà/responsabilità e non anarchia/autarchia, allora non esiste, se non in un astrazione intellettuale pensata a tavolino, un individuo proprietario di sé e delle proprie azioni, che alla Hobbes o alla Locke, inauguri con una propria sovrana deliberazione la dipendenza e la relazionalità sociale. Ne consegue che non è lo Stato (il Leviatano ) che può statuire le relazioni che devono intervenire fra gli uomini per renderli tali, ma sono la razionalità, l intenzionalità, l intrinseca relazionalità libera e responsabile delle persone umane che, costitutivamente, creano nel concreto della storia e delle forme sociali lo Stato moderno. 7
La persona fondamento dello Stato Occorre precisare che la persona non è autarchica perché fa politica, ma è ella stessa politica, nel senso che vive la socialità e costruisce formazioni sociali a partire dalla propria libertà. Dato che la persona è politica e la sua libertà personale è anche libertà sociale, si chiarisce come non possono essere né lo Stato né le sue leggi a creare i costumi delle persone, a comandarli e costituirli con il potere delle norme, ma sono i costumi delle persone, il loro vivere in relazione ed essere in relazione, il loro riconoscere ed eleggere le comunità di appartenenza in società, a creare e ad esprimere lo Stato e le sue leggi. 8
Lo Stato riconosce le formazioni sociali ad esso pre-esistenti I cattolici ritengono che l obbedienza alla legge (anche dello Stato) non deve scaturire dal timore di un eventuale punizione, ma dal riconoscimento del bene per ciascuno e per tutti. Lo Stato deve perciò porsi al servizio della persona, deve corrispondere alla sua effettiva relazionalità, riconoscendo e proteggendo le formazioni sociali ad esso pre-esistenti. 9
L autonomia è delle persone o delle istituzioni? L autonomia è caratteristica precipua di ciascuna persona, in quanto essere libero e responsabile del proprio agire, perciò non può essere attribuita ai sistemi, alle istituzioni ed alle organizzazioni da lei costituite. Occorre evitare il rischio dell oggettivazione, ovvero il pericolo di considerare i sistemi, le istituzioni e le organizzazioni come enti esistenti in sé e per sé, e non come prodotti dell agire autonomo, libero e responsabile delle persone che li hanno costituiti. 10
Conseguenze Se l autonomia è delle persone e non delle organizzazioni, ne consegue che la scuola è autonoma se e solo se con questa espressione ci si riferisce alle persone che, dentro quella scuola o in tutte le scuole, sono titolari dirette della libertà/responsabilità e della relazionalità dei processi di insegnamento/apprendimento che adoperano per educare. Il problema di fondo delle organizzazioni, di qualunque tipo, è costituito non tanto dalle cose di cui hanno bisogno per costituirsi o dai comportamenti routinari codificati, ma dalle decisioni che le persone che hanno relazioni con loro prendono, per produrre le cose di cui hanno bisogno e per codificare i comportamenti indispensabili al loro funzionamento. In questo senso, nello studio delle organizzazioni, si parla di svolta epistemologica umanistica. 11
Antidoti all oggettivazione Per evitare il rischio dell oggettivazione, i sistemi, le organizzazioni e le istituzioni dovrebbero: considerare ogni persona quanto di più perfetto possa esistere *** produrre regole costitutive del proprio funzionamento, norme che ampliano le occasioni di esercizio della lib./resp. premiare chi non si lascia calpestare impunemente da altri i propri diritti considerare ogni persona conscius sui e compos sui, cioè autonoma agire ritenendo la persona attività suprema, diritto sussistente, fine verso cui tutto disporre non peccare di dirigismo, di pianificazionismo, di programmazionismo, di tecnicismo 12
Esplicitazione di **** Hobbes e la legge moderna 1 Per il filosofo inglese Thomas Hobbes, ogni decisione presa a livello statale, emanando leggi che valgono per tutti e che tutti devono rispettare pena la punizione, abroga la libertà di ciascun individuo, in quanto potenzialità, poter fare. Alla base del rapporto individuo-stato moderno, vi è una visione di uomo come homini lupus, cioè come colui che utilizza la propria libertà e la propria responsabilità contro gli altri, entrando in competizione con loro per sopraffarli. Non c è così spazio né per la relazione reciproca, né per la socialità cooperativa. 13
Hobbes e la legge moderna 2 Se, secondo Hobbes, ogni individuo mira esclusivamente a vincere e a soggiogare il debole, o a sottomettersi volontariamente al più forte, allora bisogna diffidare della sua autonomia. L individuo hobbesiano non è in grado di vivere secondo la phylia aristotelica o l amicizia civile di Maritain. Lo Stato ( Leviatano ), nato per mettere fine alla paranoica condizione di mutua belligeranza fra gli uomini, impone la convivenza civile attraverso il rispetto della legge. Paradossalmente, esso si sostituisce così alla libertà e alla responsabilità degli individui, per rendere possibile una socialità accettabile. 14
Hobbes e la legge moderna 3 L unico modo per domare l imprevedibile libertà di ciascuno, hobbesianamente intesa come potenzialità di fare del male agli altri, diventa la rimozione della consapevolezza che l azione libera e responsabile di ciascuno è «la sola attività che metta in rapporto diretto gli uomini senza la mediazione di cose materiali» (Arendt) Ne consegue il proliferare di una normativa precauzionale e paternalistica volta a governare chi, in realtà, sarebbe, più che incapace, potenzialmente pericoloso nel suo autogovernarsi. Da qui è sorto l atteggiamento del we know best, ovvero del sappiamo meglio di ciascuno di voi ciò che vi serve. 15