L INSEGNAMENTO NELLA PALLACANESTRO GIOVANILE PROGRESSIONE DIDATTICA INDIVIDUALE E DI SQUADRA

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L INSEGNAMENTO NELLA PALLACANESTRO GIOVANILE PROGRESSIONE DIDATTICA INDIVIDUALE E DI SQUADRA

A cura di Guido Saibene Lo scopo supremo della formazione culturale non è l erudizione ma l azione. Herbert Spencer

Indice 1. La pallacanestro: uno sport di situazione pag. 1 2. Quale giocatore per la pallacanestro pag. 3 3. Quale insegnamento per la pallacanestro pag. 5 4. Quattro domande pag. 9 5. Facciamo allenamento pag. 20 ½ piano di allenamento pag. 21 ½ schede di esercitazioni: 3 lo spacing pag. 34 3 il palleggio pag. 37 3 l 1 contro 1 dinamico pag. 39 6. Riflessioni sull allenamento pag. 42 7. Bibliografia pag. 48 Elaborazione grafica a cura di Marino Segnani

WUDWWRGDOODSUHID]LRQHGL(WWRUH0HVVLQDDOOD Guida ai corsi per la formazione dei quadri tecnici L obbiettivo è aiutare e sostenere la crescita di allenatori e istruttori che condividano una idea del gioco del basket: uno sport che può essere goduto appieno se giocato senza soluzione di continuità, passando dalla difesa al contropiede all attacco, su tutta la lunghezza e larghezza del campo da atleti il più possibile autonomi, capaci di affrontare le diverse situazioni che si propongono in campo con l ausilio dei fondamentali del gioco, palleggio, tiro, passaggio più che con il sostegno di una tattica. Tattica che è certamente importante perché al servizio di una tecnica individuale di buon livello e di una personalità capace di interpretare il gioco. siamo profondamente convinti che l atleta si sviluppa su tre piani che si intersecano: la tecnica, il fisico, la mente. Condividere un idea di allenatore che possa guidare sul piano tecnico, metodologico e psicologico i propri allievi è alla base del progetto di formazione, così come un idea comune di pallacanestro che ci auguriamo possa attirare verso il nostro sport futuri arbitri e anche futuri istruttori di minibasket. C è molto da lavorare, in bocca al lupo a tutti. Ettore Messina Presidente della Commissione Tecnica del CNA-FIP

Capitolo 1 La pallacanestro: uno sport di situazione Per sport di situazione s'intendono quelle discipline sportive nelle quali non è possibile predeterminare le azioni che si verificheranno. Le situazioni di gioco infatti mutano continuamente in funzione di diversi fattori quali: la presenza degli avversari il loro comportamento (la loro strategia) la presenza dei compagni il loro comportamento la palla Pensiamo ad una qualsiasi azione di gioco. Sia l attaccante che il difensore non sanno con certezza il modo di agire dell avversario. La giusta cosa da fare, quando farla, perché farla e come farla viene SEMPRE determinata dalla condotta dell avversario. La pallacanestro: un gioco di azione e reazione La pallacanestro è un gioco di azione e reazione. La capacità di reazione è il tempo che intercorre fra la percezione di un segnale e l inizio della risposta. Questa capacità può essere: semplice quando si conosce lo stimolo e la reazione (ad es.: il colpo di pistola dello starter e la partenza di uno sprinter nei 100 metri piani) discriminante quando non si conosce lo stimolo e, di conseguenza, la risposta (ed è esattamente ciò che avviene negli sport di situazione). Per diminuire il tempo di reazione discriminante c è bisogno della capacità di anticipazione. La pallacanestro: un gioco di anticipazione La pallacanestro non è solo un gioco di azione e reazione è anche uno sport di anticipazione. La capacità di anticipazione è la capacità di prevedere correttamente lo svolgersi di una determinata azione degli altri e di programmare la propria, al

fine di impostare movimenti che consentano di ottenere il risultato ottimale. Più semplicemente è la capacità di intuire quello che l avversario sta per fare e conseguentemente trarne vantaggio. Tale capacità si basa soprattutto sull esperienza motoria del giocatore.

Capitolo 2 Quale giocatore per la pallacanestro Consideriamo un giocatore che ricevuta la palla dopo uno smarcamento, accortosi del ritardo del proprio avversario, fronteggia immediatamente il canestro e tira. Questo attaccante è stato capace di: 1. accorgersi dell errore del suo avversario 9 RICONOSCERE il ritardo del suo difensore 2. capire che questo ritardo gli consentiva di tirare incontrastato 9 cioè ANTICIPARE la scelta dei fondamentali necessari per giocare efficacemente in quella situazione. 3. organizzarsi per tirare rapidamente 9 cioè ESEGUIRE tempestivamente i fondamentali prescelti (ricezione, presa, arresto e tiro). A questo punto la realizzazione o meno del canestro, dipenderà esclusivamente dalla sua abilità tecnica. Quante volte invece nella stessa identica situazione abbiamo visto i nostri ragazzi ricevere palla e, senza considerare l esatta posizione del difensore: - penetrare andando incontro all avversario oppure - ricevere con i piedi rivolti al passatore e solo dopo preoccuparsi di fronteggiare il canestro? Questi comportamenti hanno come risultato la perdita del vantaggio sul difensore, ciò è stato possibile perché i nostri ragazzi non sono stati capaci di comprendere la situazione, di capire il gioco. Capire il gioco Tutti i giocatori vedono il gioco, pochi lo capiscono. Capire il gioco implica: RICONOSCERE cosa sta accadendo sul campo, come si svolge quell azione. La capacità di riconoscere deriva dall attenzione, dalla concentrazione del giocatore e dalle sue conoscenze. Se un giocatore riconosce cosa succede in una certa situazione può prevedere cosa accadrà. ANTICIPARE

Essere nella condizione di scegliere i fondamentali per giocare efficacemente in quella situazione e quindi metterli in pratica, cioè i fondamentali prescelti. ESEGUIRE E il capire il gioco, saper scegliere e sapere eseguire i fondamentali che mette i giocatori nella condizione di giocare bene. La comprensione del gioco, il sapere scegliere e l essere capace di eseguire correttamente i gesti richiesti dalla situazione ( i fondamentali ) sono alla base del gioco. La pallacanestro (sport di situazione) necessita di giocatori autonomi che sappiano giocare con intelligenza e non di automi che sanno solo eseguire meccanicamente gli schemi della squadra.

Capitolo 3 Quale insegnamento favorisce la formazione del giocatore che vogliamo? Insegnare e apprendere: un processo di interazione Spesso si crede che ciò che l insegnante propone, per il fatto stesso di essere trasmesso, debba essere sempre appreso dall allievo. Insegnare invece è più di un passaggio meccanico di conoscenze dall istruttore all allievo. E un processo bi-direzionale in cui istruttore ed allievo interagiscono anche se con competenze, compiti e ruoli diversi. L apprendimento è, in ugual misura, un processo dinamico di interazione nel quale il comportamento e l esperienza dell allievo hanno un ruolo determinante. L allievo non deve solo ricevere, non è un contenitore vuoto che deve essere riempito dall istruttore depositario del sapere ma deve portare il suo contributo. L allievo è il protagonista dell apprendimento, l istruttore è al suo servizio e lo deve aiutare a crescere assistendolo nel processo di apprendimento. Quindi più che di insegnamento e di apprendimento è corretto parlare di sistema d insegnamento-apprendimento. Il sistema d insegnamento-apprendimento è in funzione del giocatore che l allenatore desidera. Vogliamo giocatori intelligenti, autonomi? Che capiscano il gioco e siano capaci di fare le scelte giuste nelle diverse situazioni che il campo propone? Vogliamo giocatori intraprendenti e capaci di assumersi delle responsabilità? Vogliamo giocatori creativi? Abili cioè nell adattare la tecnica acquisita alle diverse situazioni di gioco? Per raggiungere questo obbiettivo (il giocatore che vogliamo) l allievo ha bisogno di un adeguata istruzione e l istruttore, implicitamente, di una adeguata preparazione (e della consapevolezza di ciò che realmente desidera). Insegnare a giocare Incominciamo con il definire chiaramente l obiettivo primario dell insegnamento della pallacanestro. INSEGNARE A GIOCARE

Dobbiamo: 1. partire dal gioco, studiarlo, conoscerlo per potere estrapolare le diverse situazioni che lo compongono 2. insegnare a capire il gioco (cosa fare, quando farlo e perché) 3. insegnare la tecnica dei fondamentali del gioco. I giocatori devono sapere eseguire i fondamentali (come eseguirli) 4. definire quale insegnamento favorisce la formazione di un atleta: 9 adatto alle esigenze di questo sport ( il basket è uno sport di situazione) 9 che abbia le qualità necessarie per poterlo giocare con buoni risultati (giocatore autonomo, intelligente e buon atleta). In altre parole dobbiamo definire il nostro sistema di insegnamentoapprendimento.

Come insegnare: il metodo Per metodo si intendono l insieme delle operazioni che permettono di strutturare e organizzare il lavoro, per permettere agli allievi di raggiungere gli obiettivi previsti. Nella programmazione si deve: 1. pensare a situazioni di partita. Ricreare situazioni che si verificano nel gioco. Non dobbiamo pensare al palleggio al passaggio al tiro fini a se stessi. 2. creare problemi che il giocatore deve risolvere. Proporre degli esercizi in cui creeremo dei problemi che il giocatore dovrà risolvere autonomamente trovando la soluzione più opportuna. Questo aspetto è fondamentale. 3. stimolare alla creatività, alla responsabilità, all autonomia. I ragazzi devono essere messi nella condizione di essere creativi, prendersi delle responsabilità, sbagliare. L errore è semplicemente un errore, non va demonizzato. Significa che in quel modo non va bene e bisogna procedere in un altro. Per favorire questo percorso dei nostri ragazzi dobbiamo prestare attenzione al nostro atteggiamento, al modo di rapportarci con loro per non inibire questo processo. 4. l obiettivo è la risoluzione del problema non la forma del movimento. Per questa ragione sarà sempre opportuno che l atleta debba eseguire gli esercizi tenendo conto del loro scopo e non solo della loro forma esterna o della conformità con un modello ideale di riferimento.

L allenatore inoltre dovrà considerare di volta in volta i seguenti problemi: 9' quali esperienze stimoleranno l allievo e lo spingeranno ad apprendere? 9' qual è il modo migliore di strutturare le informazioni nell interesse di un singolo o di un gruppo di allievi? 9' In quale ordine e in quali forme converrà presentare gli elementi di informazione? 9' Quali dovranno essere la natura e la frequenza dei rinforzi (ricompense o penalità)? 9' Come potremmo guidare nel tempo un allievo a curarsi meno delle ricompense esteriori (denaro, media, genitori, compagni) e maggiormente della personale gratificazione di avere raggiunto le competenze e i risultati desiderati?