Gestione e prevenzione del burnout e benessere lavorativo dr.ssa Lara Bellardita dr.ssa Daniela Villani

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Gestione e prevenzione del burnout e benessere lavorativo dr.ssa Lara Bellardita dr.ssa Daniela Villani Il costo della cura 26/09/11 Riconoscere e prevenire il burnout nelle RSA e nei CDI Bergamo - 14 Novembre 2012

Prevenzione primaria: Come evitare il burnout? Ridurre le fonti dei problemi psicologici legati al lavoro, attraverso la modificazione diretta dell'ambiente di lavoro o delle pratiche di gestione del lavoro: selezione del personale piano di carriera sicurezza sul lavoro organizzazione dei turni e del piano di emergenza.

Prevenzione secondaria: Come gestire il burnout? Formare le persone sui problemi psicologici correlati al lavoro Sviluppare strategie di adattamento per gestire al meglio le situazioni critiche: gestione delle emozioni e dello stress gestione dei conflitti e assertività attenzione al del rapporto con i familiari formare al lavoro con pazienti difficili Supportare nell elaborazione dei lutti.

Prevenzione terziaria: Come «riparare» al burnout? Gestire il disturbo conclamato con opportuna attenzione al fine di recuperare l individuo scoppiato nella sua dimensione soggettiva Ritrovare le risorse nello svolgimento dell attività professionale Interventi di tipo psicologico o psicoterapeutico.

Prevenire è meglio che curare! Entusiasmo Stagnazione Frustrazione Apatia Promuovere il benessere!

Coltivare le risorse Lavorare meglio e non di più Cambiare marcia Stabilire obiettivi realistici Variare il modo in cui si svolgono i propri compiti Prendere distanza psicologica Evitare che i problemi degli ospiti e dei loro familiari diventino i vostri Evitare processi di «identificazione» Attenzione all altro lato della medaglia dell empatia Individuare i propri punti di forza nel lavoro e nelle relazioni Avere cura di sé Attenzione a riposi e pause Frequentare persone estranee all ambiente lavorativo Intraprendere un hobby, avere una passione Fare attività fisica

Valorizzare il piacere di lavorare Perché lavoriamo? Guadagnare è la funzione esplicita del lavoro, esistono però anche funzioni latenti in quanto lavorare: dà struttura alla propria giornata permette di fare parte di una rete sociale riduce l'isolamento e la solitudine e permette di fare esperienze condivise con gli altri. contribuisce a fornire un senso di identità, una visione di se stessi e di come essere inseriti adeguatamente nella realtà sociale. Avere un lavoro rinforza l'esigenza di attività, fornisce obiettivi e finalità.

Gestire il Burnout: un processo continuo La gestione del burnout è un processo continuo attraverso il quale l organizzazione può continuare a adattarsi a circostanze sempre mutevoli in un modo che promuova l impegno con il lavoro. Il processo di risoluzione dei problemi secondo i valori organizzativi condivisi non è un tamponamento temporaneo. L investimento in questo processo organizzativo non è solo per benefici immediati ma soprattutto a lungo termine: il successo delle iniziative organizzative si costruisce nel tempo. Parte del compito di dirigere un intervento è quella di mantenere il processo costantemente attivo durante questa transizione.

Gestire il burnout come fenomeno contestualizzato I diversi centri socio-assistenziali possono presentare configurazioni molto diverse dell organizzazione del lavoro sulla base di: - Grado di centralizzazione - Sensibilità gestionale dei dirigenti - Omogeneità della formazione degli operatori - Peso delle organizzazioni sindacali - Presenza dello psicologo modelli operativi diversi richiedono strategie di intervento diverse. È necessario lo sforzo di porre l intera organizzazione nelle condizioni di controllare il burnout.

Il Burnout non è un problema personale Il burnout è un problema che nasce da un incontro non equilibrato tra individuo e organizzazione e anche i suoi effetti non si ripercuotono solo a livello personale ma coinvolgono l intera organizzazione dei servizi (da un membro dell equipe all altro e dall equipe ai pazienti). Le conseguenze di tutto ciò sono molto gravi e si possono schematizzare in tre livelli (Maslach & Leiter, 2000): Livello degli operatori che pagano il burnout, anche attraverso somatizzazioni, ma soprattutto attraverso dispersione di risorse (il burnout ha un costo ), frustrazioni e sottoutilizzazioni di potenziali; Livello dei pazienti, per i quali un contatto con gli operatori in burnout risulta frustrante, inefficace e dannoso; Livello della comunità in generale che vede svanire forti investimenti nei servizi.

Grazie per la Vostra attenzione! Il costo della cura 26/09/11 Riconoscere e prevenire il burnout nelle RSA e nei CDI Bergamo - 14 Novembre 2012