Analisi andamento congiunturale del settore commerciale della provincia di Grosseto I Trimestre 2013

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Transcript:

Analisi andamento congiunturale del settore commerciale della provincia di Grosseto I Trimestre 2013 Ancora un trimestre in rosso per il commercio della provincia di Grosseto. Nel periodo gennaio-marzo 2013 tutti gli indicatori presentano il segno meno, da quello generale (6,2% rispetto lo stesso trimestre del 2012) a quelli per tipologia di vendita; solo il comparto degli ipermercati con un contenuto 0,8 % risulta positivo. Fatica la piccola distribuzione (-7%), ma molto di più la media (-9%); male anche la grande distribuzione (-2%). Segno rosso pure per il settore alimentare (-4,6%) ed il no food (-6,9%) dove, in particolare, si rileva una performance negativa nel settore dei prodotti per la casa ed elettrodomestici (-9,2%). Nelle altre province toscane la situazione non cambia; tutti gli indicatori totali e per tipologia sono fortemente negativi. Previsioni all insegna dell incertezza per il breve e medio termine. In questi giorni a Firenze, i tecnici dell Osservatorio regionale sul Commercio illustreranno alla stampa ed ai rappresentanti delle categorie economiche interessate i risultati dell indagine congiunturale del settore commercio in Toscana relativa al trimestre gennaio-marzo 2013. A livello provinciale tali dati sono stati disaggregati a cura dell ufficio studi della Camera di commercio di Grosseto e, sulla base di tale disaggregazione, sono stati effettuati degli approfondimenti che consentono a Gianni Lamioni, Presidente della Camera di Commercio di Grosseto, di introdurre alcune brevi riflessioni sia di carattere generale che in merito al dato maremmano. L attuale fase recessiva 1 unita, in particolare, all incertezza per i futuri livelli occupazionali, alla pressione fiscale ed alla mancanza di liquidità costituisce un quadro desolante rispetto al quale, le famiglie hanno dovuto operare, giocoforza, il taglio indiscriminato dei consumi 2 ed in 1 2 Si confronti a tale riguardo l indagine Istat sui conti economici trimestrali (Roma 10 giugno 2013) Confcommercio-Ufficio Studi, Consumi e Prezzi (Roma, 6 giugno 2013) e Confesercenti Swg la crisi non va in vacanza (Roma 10 giugno 2013) 1

particolare di quelli ritenuti non indispensabili o rinviabili. Nei numeri in Italia, il calo dei consumi nel primo trimestre 2013 è stato molto pesante 3 : si sono persi dieci punti percentuali rispetto alla già di per sé forte contrazione di inizio 2012, si tratta di un vero e proprio tracollo delle vendite al dettaglio, il picco più acuto da quando è stata avviata la rilevazione (2005). I consumatori maremmani per parte loro, sottolinea Lamioni, risentono anch essi della situazione critica in cui versa il Paese, e si sono perfettamente allineati alla stretta sui consumi. La conseguenza di ciò, nel nostro piccolo, continua ad essere preoccupante: il fatturato complessivo delle imprese commerciali grossetane subisce una ulteriore battuta di arresto ; -6,2% nel primo trimestre del 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012. Se può essere di magra consolazione il risultato non raggiunge in negativo il valore nazionale ed è più o meno in linea con il valore medio della Toscana (-6,8%) dove Grosseto si colloca, grosso modo, a metà nella graduatoria delle 10 province. In sintesi però la cupa nube che, purtroppo, ormai da tempo avvolge il nostro sistema economico provinciale, si manifesta come diretta conseguenza di una crisi di estesa e prolungata portata. Una crisi che, rimarca il Presidente della Camera di commercio, da un lato pone inquietanti interrogativi sulla capacità di tenuta del nostro tessuto imprenditoriale ma che, dall altro lato, invita anche a ripensare e rinforzare le leve per il rilancio della nostra economia. Un ripensamento ed un rinforzo che approfondiremo con autorevoli esperti già nella Giornata dell economia che si terrà il prossimo 27 giugno. Nel primo trimestre del 2013 il campione 4 degli operatori commerciali della provincia di Grosseto dichiara nel complesso, rispetto allo stesso periodo Gennaio-Marzo del 2012, un rinnovato peggioramento del trend delle vendite negli esercizi al dettaglio (-6,2%), tabella 1, anche se il dato a livello tendenziale risulta meno peggio sia di quello rilevato nel trimestre precedente Ottobre- Dicembre 2012 (-8 %) che di quello nello stesso trimestre (Gennaio-Marzo) del 2012 (-8,6%). Inoltre, a differenza di quanto registrato negli ultimi quattro trimestri, Grosseto con -6,2% manifesta un andamento negativo lievemente più contenuto rispetto al valore medio della regione (-6,8%) e, nel caso specifico a quello di 5 province toscane: Massa Carrara (-8,3%), Firenze (-8%),Arezzo, (- 7,5%), Siena(-7,5%) e Lucca(-7,3%), tabella 1 A); mentre la provincia che fa registrare, ancorché negativo, il valore migliore è quella di Pistoia (con -3%). I dati, purtroppo, inducono a rinnovare, ancora una volta, la considerazione di profonda difficoltà in cui versa il settore commerciale nel Paese e più in particolare nella nostra provincia. Prendendo a riferimento il periodo di inizio della serie storica rileviamo che dal 2005 ad oggi (sempre tabella 1) il commercio di vicinato (la cosiddetta piccola distribuzione) ha ridotto il giro d affari di circa il 40%, la media distribuzione del 32%, mentre la grande distribuzione è riuscita a mantenere sostanzialmente stabili i propri fatturati di vendita. In quest ultimo caso ciò è stato possibile soprattutto grazie agli andamenti positivi registrati fino al 2009 ed ad un contenimento delle perdite 3 Commento UnionCamere Toscana ai dati sul commercio nel I trimestre 2013 4 Si rinvia alla nota metodologica al termine delle tabelle 2

nelle fasi più critiche degli ultimi anni. In estrema sintesi, dai dati dichiarati dagli imprenditori intervistati nel tempo, discende che il giro di affari di tutto il settore commerciale grossetano in 9 anni ha registrato un calo di circa ¼ del valore complessivo. L andamento negativo in provincia di Grosseto, continua a riproporre una prolungata flessione (da oltre cinque anni tutte le indagini trimestrali si sono caratterizzate, nel complesso, per un prolungato ed ininterrotto segno meno) che, salvo sporadiche eccezioni, ha interessato nello specifico, pur con evidenti diversità, tutte le tipologie del commercio al dettaglio. Nel periodo Gennaio-Marzo 2013 la situazione più critica si registra, a differenza dello scorso trimestre, nella media distribuzione, 6-19 addetti, con il -9 % (tabella 1),dove, effettivamente, si rileva una situazione a dir poco drammatica. Il quadro, anche se più contenuto nel dato numerico, non migliora nella piccola distribuzione, 1-5 addetti, (-7% a fronte di -8,8% a livello regionale) mentre, anche in questo trimestre, il settore che sembra soffrire di meno risulta essere la grande distribuzione, 20 e più addetti, dove si passa dallo -2,5% dello scorso trimestre all attuale -2% con un valore più contenuto rispetto alla media regionale (-2,9%). Analizzando il dato disaggregato per articolazione tra esercizi specializzati in alimentari e non alimentari, tabella n. 2, si riscontra che nel primo trimestre 2013 esiste una certa differenza di comportamento tra le due specializzazioni. Infatti il valore relativo al food (-4,6%) risulta marcatamente inferiore, quasi la metà, al no food (-8,1%) dimezzando, nel confronto temporale, il valore della performance (sempre per il settore alimentari) del passato trimestre. Nel caso del confronto spaziale, i livelli medi provinciali risultano migliori di quelli regionali, anche se con una sensibile diversità per gli specializzati alimentari (Grosseto risulta migliore di 2,5 punti rispetto al valore Toscano) rispetto agli specializzati no food (appena qualche decimale di punto a favore degli esercizi maremmani). Il trend delle vendite negli ipermercati, supermercati e grandi magazzini (+0,8 per Grosseto a fronte di -0,5% per la Toscana) risulta essere l unico dato positivo; ciò invita a rinnovare l ipotesi di un certo spostamento della clientela, forzato o spontaneo che sia, verso queste tipologie di vendita. Indubbiamente, perlomeno nel caso degli esercizi della nostra provincia, la gravità della crisi ha finito per aggredire soprattutto le tipologie di vendita più esposte, colpendo pesantemente anche quelle, come gli esercizi specializzati (alimentari e no), che almeno fino al 2010 hanno, se non proprio tenuto, almeno contenuto le perdite. Probabilmente nel risultato negativo incide, oltre al taglio dei consumi dovuto ad una contrazione della disponibilità finanziaria, anche, come detto, lo spostamento verso la grande distribuzione che, per rendersi ancora più accattivante, sta operando una massiccia politica aziendale di sconti e promozioni. Procedendo nell esame dei dati ricavabili dalla periodica indagine dell Osservatorio regionale sul Commercio ed in particolare operando la disaggregazione del segmento degli esercizi specializzati 3

non alimentari, si registra che tutte le voci, nessuna esclusa, rinnovano un marcato andamento recessivo, tabella n. 3. Dai dati riportati in tale tabella si evince che tra i tre distinti comparti quello che fa rilevare il peggior risultato è il settore dei prodotti per la casa ed elettrodomestici (-9,2% per la provincia di Grosseto e -8,9% per la Toscana), dato che, pur inferiore di quasi 4 punti rispetto al valore catastrofico del IV trimestre del 2012, risulta comunque preoccupante per l intensità e, soprattutto, per il reiterarsi nel tempo. Va un pochino meglio, ma non molto, stante anche le fiduciose attese a suo tempo riposte nei saldi di inizio anno, per il comparto abbigliamento ed accessori che con -6,3% risulta migliore di quasi tre punti del valore medio regionale (-9,1%). Fortemente in rosso e con un trend quasi simile a quello del settore elettrodomestici anche il dato relativo alla residuale voce degli esercizi no food classificata come altri prodotti non alimentari 5 (- 8,4%); dato che, se si effettua il confronto spaziale, risulta sostanzialmente allineato con il valore medio della Toscana (-8,1%). Il rinnovato aumento del livello delle scorte di magazzino, conferma quanto più volte sottolineato a proposito delle accresciute difficoltà da parte delle varie tipologie di esercizi nell affrontare per un lato la crisi dei consumi e per l altro la variazione dei comportamenti di acquisto dei consumatori. Nel primo trimestre del 2013, l 81% degli imprenditori commerciali grossetani intervistati (82% in Toscana) ritiene che le giacenze di magazzino siano adeguate rispetto alle proprie esigenze, mentre il 10% dichiara un esubero e soltanto il 2% le ritiene scarse (rispettivamente 13% e 5 % in Toscana). L insieme dei diversi fattori (calo consumi, mancanza di disponibilità finanziarie, diversità di comportamento dei consumatori, incertezze occupazionali, ecc.), unito ad un diffuso senso di generale incertezza verso il futuro, produce, inevitabilmente, sul fronte delle aspettative a breve termine; una forte instabilità nel clima di fiducia dei commercianti maremmani. Infatti le aspettative degli imprenditori per il periodo aprile giugno 2013 (tabella n. 4) manifestano, nel complesso, una marcata incertezza; il saldo complessivo fra attese di incremento e decremento delle vendite è 2 (nell ultimo trimestre era -37). Il quadro diventa però più fosco se l attenzione viene indirizzata verso le imprese della media distribuzione e verso il settore alimentari; per queste due tipologie le previsioni per le vendite nel secondo trimestre del 2013 (che pure contiene le festività pasquali ed alcuni ponti festivi) risultano ambedue negative e prova ne è la differenza fra attese di incremento e decremento sia per la media distribuzione che per gli alimentari che risultano, rispettivamente, pari a -13 e -8. Positive, ancorché contenute, invece le previsioni a breve per il settore piccola distribuzione (saldo +4) e grande distribuzione (saldo +7). Concludendo, passando nell analisi dei dati della indagine dal breve al medio termine, troviamo una certa conferma del clima di incertezza e, ovviamente, di palese preoccupazione tra gli imprenditori commerciali della nostra provincia. Osservando la tabella n. 5 infatti, relativamente alla domanda 5 In questa categoria rientrano, tra gli altri, i prodotti farmaceutici, di profumeria, libri, giornali, cartoleria 4

sull orientamento delle imprese circa l evoluzione dell attività nei prossimi dodici mesi, notiamo che solo 11% degli imprenditori commerciali prevede uno sviluppo dell attività (erano nelle tre ultime indagini, nell ordine,il 12%, il 16% ed il 21%), il 72% una stabilità mentre ben il 15% una diminuzione; ed il 2% (in precedenza, rispettivamente 1%, 1% e 2%) ritiene probabile il ritiro dal mercato. Grosseto, 11 giugno 2013 5

APPENDICE STATISTICA Fonte: Elaborazione Ufficio Studi CCIAA Grosseto su dati Osservatorio Regionale del Commercio 6

Fonte: Elaborazione Ufficio Studi CCIAA Grosseto su dati Osservatorio Regionale del Commercio 7

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Fonte: Elaborazione Ufficio Studi CCIAA Grosseto su dati Osservatorio Regionale del Commercio 9

Fonte: Elaborazione Ufficio Studi CCIAA Grosseto su dati Osservatorio Regionale del Commercio 10

Tabella 5 Orientamento delle imprese circa l'evoluzione della propria attività nei dodici mesi successivi. Distribuzione % risposte delle imprese. I trimestre 2013 Totale imprese ritiro dal in sviluppo stabile in diminuzione mercato TOTALE 11 72 15 2 SETTORI DI ATTIVITA' Commercio al dettaglio di prodotti alimentari 6 86 0 8 Commercio al dettaglio di prodotti non alimentari 13 64 23 0 - Abbigliamento ed accessori 15 71 14 0 - Prodotti per la casa ed elettrodomestici 10 72 17 1 - Altri prodotti non alimentari 15 57 28 0 Ipermercati, supermercati e grandi magazzini 24 76 0 0 TIPOLOGIA D'ESERCIZIO - Piccola distribuzione 9 70 18 3 - Media distribuzione 13 68 18 1 - Grande distribuzione 12 84 4 0 Fonte: Unioncamere - Indagine congiunturale sul commercio per la regione Toscana 11

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NOTA METODOLOGICA I TRIMESTRE 2013 SETTORE COMMERCIO L'indagine congiunturale sulle imprese del commercio al dettaglio, realizzata dal Centro Studi Unioncamere per conto di Unioncamere Toscana, si rivolge trimestralmente ad un campione di circa 1.150 aziende con dipendenti. L indagine è rappresentativa della totalità delle imprese con dipendenti (interessando anche il segmento di imprese con più di 500 dipendenti). I dati sono disaggregati per tre classi dimensionali (da 1 a 5 dipendenti, 6-19 dip. e 20 dipendenti e oltre), per 5 settori di attività economica (ipermercati, supermercati e grandi magazzini, commercio al dettaglio di prodotti alimentari, commercio al dettaglio di abbigliamento e accessori, commercio al dettaglio di prodotti per la casa ed elettrodomestici e commercio al dettaglio di altri prodotti non alimentari) e per provincia. Per tutti i settori la numerosità campionaria è calcolata in modo da garantire, per ognuno dei domini di indagine, un errore massimo del 10% ed una significatività del 85%. L'universo di riferimento è costituito dalle imprese con dipendenti desunto dal Registro Imprese integrato con i dati ottenuti da altre fonti (in particolare INPS e ISTAT). Anche l indagine Unioncamere si basa sul principio che nelle rilevazioni campionarie condotte a cadenza periodica è opportuno non rinnovare completamente il campione ogni volta, ma mantenere nel campione per due o più interviste una predeterminata quota delle unità (panel), utilizzando la tecnica dei campioni ruotati. Per questo motivo, tenendo conto anche della necessità di ridurre il fastidio statistico per i rispondenti e il tasso di caduta delle interviste, si è scelto di ricorrere una domanda diretta in cui al termine di ogni contatto positivo si chiede la disponibilità dell intervistato a essere contattato anche per il successivo trimestre. Mediamente la quota panel si aggira intorno al 45%. Nell'indagine, condotta telefonicamente con la tecnica CATI, viene chiesto alle imprese di dichiarare l'andamento congiunturale e tendenziale di una serie di indicatori economici (tra i quali l andamento delle vendite e la consistenza delle giacenze di magazzino), nonché la previsione per i tre e i dodici mesi successivi al trimestre di indagine (ad es. del volume degli ordini emessi nei confronti dei fornitori). Alcuni dei dati tendenziali sono di tipo quantitativo (variazioni registrate nel trimestre rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente), mentre i dati congiunturali (rispetto al trimestre precedente) e revisionali (riferiti al trimestre successivo e a 4 trimestri) sono di tipo qualitativo (aumento, stabilità, diminuzione). L unità di riporto è costituita dalle unità provinciali d impresa (anche se la classe dimensionale è quella dell impresa nel suo complesso). Le ponderazioni infra-dominio e inter-dominio delle risposte vengono effettuate sulla base del valore aggiunto per addetto (desunto da un database statistico di bilanci stratificato e aggiornato al 2007), che viene moltiplicato per il numero di dipendenti di ciascuna impresa/dominio. Le interviste relative al I trimestre 2013 sono state realizzate nel mese di aprile 2013. Prossimo comunicato stampa sul II trimestre 2013: SETTEMBRE 2013 13