Arteriopatia Cronica Ostruttiva degli Arti Inferiori



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Transcript:

DEFINIZIONE Arteriopatia Cronica Ostruttiva degli Arti Inferiori Cattedra di Chirurgia Vascolare S.U.N. Prof. Oreste Sassi Con il termine di arteriopatia cronica ostruttiva (ACO) degli arti inferiori s intende l insieme di condizioni morbose caratterizzate da lesioni ostruttive o steno-ostruttive localizzate nei distretti arteriosi a valle delle aa.renali, che comportano iindipendentemente dalla loro natura, una riduzione della perfusione agli arti inferiori. ANATOMIA ARTERIE L attualità dell argomento, sebbene datato nel tempo, è dovuta a: Elevato numero di pazienti (500-1000/milione/anno) Importanza del quadro clinico complessivo Frequenza di patologie associate Intima: endotelio Cellule muscolari lisce frammiste a collageno Fibre elastiche Membrana elastica esterna Media: cellule muscolari lisce Fibre collagene Fibre elastiche Rifornimento interno per diffusione Rifornimento esterno per vasa vasorum Avventizia:fibre collagene ed elastiche 1

ARTERIE ARTO INFERIORE ARTERIE ARTO INFERIORE Aorta addominale (IV vertebra lombare) AA.iliache comuni AA:iliache interne (o ipogastriche) AA.iliache esterne AA.femorali comuni AA.femorali superficiali AA.femorali profonde AA.poplitee AA.tibiali Aorta addominale (IV vertebra lombare) AA.iliache comuni AA:iliache interne (o ipogastriche) AA.iliache esterne AA.femorali comuni AA.femorali superficiali AA.femorali profonde AA.poplitee AA.tibiali ACO EZIOLOGIA forme degenerative (aco arteriosclerotiche) forme non degenerative (arteriti) EZIOLOGIA ATEROSCLEROSI: Segmentaria Polisegmentaria Diffusa Aorto-Iliaca Femoro-Poplitea Distale -TROMBOANGIOITE OBLITERANTE ( M. di Buerger ) -ARTERITI : Batteriche ( Tifoide Melitense ) Virali (Influenza Herpes Virus Cocksackie ) Rickettsie ( R. Conorii C.Burnetii ) 2

EZIOLOGIA ALTRE CAUSE COMPRESSIONI : ESITI DI TRAUMI COARTAZIONE AORTICA: ENTRAPTMENT POLITEO SINDROME DELL ADDUTTORE SINDROME DEL SOLEO ISTMICA ADDOMINALE SINDROME DELLA PICCOLA AORTA Iperlipemia Fumo Obesità Diabete Ipertensione Ipercoagulabilità Iperomocisteinemia ARTERIOSCLEROSI : FATTORI DI RISCHIO DISPLASIA : della T. Media Sottoavventiziale Intimale DEGENERAZIONE CISTICA AVVENTIZIALE ANATOMIA PATOLOGICA La lesione fondamentale è la placca ateromasica 3

LOCALIZZAZIONI Sedi preferenziali sono le biforcazioni e l arteria femorale superficiale FISIOPATOLOGIA In presenza di stenosi emodinamicamente significative le resistenze al flusso opposte dal segmento leso sono superiori alla norma; allo stesso modo più elevate sono le resistenze opposte dal circolo collaterale formatisi nel tentativo di compensare la lesione. Parallelamente e proporzionalmente diminuiscono le resistenze nel letto vasale a valle. _diminuzione della pressione a valle dell arteria lesa distr vasodilatazione compensatoria del letto vasale di_ ibuzione Classificazione di Fontaine I Stadio II Stadio III Stadio IV Stadio Paucisintomatico Claudicazione intermittente II A c.f. > 200 mt II B c.f. < 200 mt Dolore a riposo Lesioni distrofiche ischemiche IV A Necrosi superficiali IV B Gangrena 4

SINDROME DI LERICHE Ostruzione cronica biforcazione aortica di natura arteriosclerotica con claudicatio di coscia e polpaccio e con impotenza. 5

Semeiotica Clinica Ispezione Colorito Trofismo cute e annessi Volume dell arto Palpazione Ricerca dei polsi arteriosi ed eventuali fremiti Gradiente termico Ascoltazione Ricerca di eventuali soffi arteriosi Indagini Strumentali (invasive e non invasive) Ultrasonografica Doppler (Velocimetria Tensiometria) Eco Color Doppler (Valutazione Morfologica e Funzionale) Pletismografia (Misure pressorie - Forma onde) Reografia luce riflessa (Misure Pressorie) Laser Doppler (Microcircolo) Capillaroscopia (Microcircolo) Angiografia (Valutazione Morfologica) Angio TC Angio RMN Misurazione Trans cutanea di PO 2 e PCO 2 6

Indice di Windsor Indice di Windsor : Pressione Tibiale Posteriore * 100 Pressione Omerale Normale : = o > 100 % 7

Eco-Doppler ed Eco-color-Doppler Ruolo preminente nell iter diagnostico e nel follow-up del paziente arteriopatico: Non invasività Ripetibilità Facilità di esecuzione Accuratezza diagnostica Basso costo Monitoraggio post-terapia medica Monitoraggio post-operatorio Stenosi Arteria Poplitea Scansione trasversale Scansione Longitutdinale 8

A destra Stenosi a. iliaca comune Stenosi a. iliaca esterna Ostruzione femorale superficiale Conclusioni Diagnostiche Indagini Sicuramente Appropriate Esame clinico Indice pressorio caviglia/braccio Eco(color)Doppler Angiografia Indagini Accettabilmente Appropriate Angio TC - Angio RMN Prova da Sforzo Ossimetria Transcutanea Studio delle pressioni segmentarie Valutazione della pressione digitale Laser Doppler Capillaroscopia Indagini Sicuramente Inappropriate Oscillografia Pletismografia Morfo oscillografia DIAGNOSI DIFFERENZIALE Lombosciatalgia lombalgia Artrite artrosi Discopatia Neuropatia 9

Terapia Chirurgica Endovascolare Conservativa Correzione dei fattori di rischio Terapia Chirugica La terapia chirurgica costituisce un indicazione assoluta negli stadi II b III IV. By-passes T.E.A. (TromboEndoArteriectomia) Profundoplastica Simpaticectomia Lombare TERAPIA CHIRURGICA DELLE A.C.O. Chirurgia Vascolare Tradizionale By-passes Indicazioni Sede ed estensione delle lesioni Run in e Run off MATERIALI PROTESICI UTILIZZATI Trattamento Endovascolare PROTESI BIOLOGICHE : VENA AUTOLOGA PROTESI SINTETICHE : DACRON PTFE PROTESI BIOSINTETICHE : COLLAGENE OVINO SU TRAMA DI POLIESTERE PROTESI COMPOSITE 10

VENA AUTOLOGA Le proprietà fondamentali di tale protesi sono : presenza di rivestimento endoteliale caratteristiche elastiche della parete minore rischio di infezioni migliore compatibilità con le escursioni articolari del ginocchio basso costo MATERIALI PROTESICI :DACRON Costituito da tessuto sintetico lavorato a maglia (knitted) o a rete (Woven). Al fine di ridurre la porosità e quindi il sanguinamento le protesi vengono rafforzate con una particolare lavorazione di microfilamenti ad ansa, che conferisce un aspetto vellutato (velour). Per consentirne un impiego immediato talora vengono impregnate con gelatina, albumina o collagene, che rendono la parete impermeabile. MATERIALI PROTESICI : PTFE Polimero del fluoro legato al carbonio, costituito da fibre orientate in senso longitudinale esternamente e da fibrille interne più sottili collegate da ponti. Questo tessuto non tessuto, viene rivestito sulla superficie esterna da una pellicola di rinforzo dello stesso materiale che ne garantisce l assoluta impermeabilità e la ridotta tendenza alla dilatazione. Presenta un rischio di trombogenicità inferiore rispetto al dacron. 11

BY-PASS AORTO BIFEMORALE E considerata la procedura di elezione delle lesioni stenoostruttive del distretto aorto-iliaco, procedura in grado di assicurare i migliori risultati in termini di pervietà. Una metaanalisi dei risultati riportati in letteratura, nel periodo 1978-1996 ha dimostrato una riduzione significativa della mortalità operatoria dal 4.6 % al 3.3 % ed una pervietà del 91 % e dell 86.8 % rispettivamente a 5 e 10 anni dall impianto della protesi. By-Pass Aorto Bi Femorale By-Pass Iliaco-Femorale 12

BY-PASS FEMORO POPLITEO By-Pass Femoro Popliteo in vena Indicazione elettiva nel trattamento delle ostruzioni dell arteria femorale superficiale. Consiste nell interposizione di un innesto a ponte tra la a. femorale comune e l arteria poplitea, che scavalchi il segmento dell arteria ostruita. Si è discusso a lungo in letteratura sull opportunità di impiegare una protesi biologica od una protesi sintetica : attualmente si è quasi universalmente d accordo che nel tratto sovraarticolare le attuali protesi in PTFE diano risultati a distanza sovrapponibili alle protesi biologiche. L impiego della vena è raccomanadato nella rivascolarizzazione dell a. poplitea sottoarticolare. By-Pass Femoro Distale in vena BY-PASS FEMORO POPLITEO 13

By-Pass Femoro Popliteo in PTFE By-Pass Femoro Popliteo in PTFE By-Pass Femoro Popliteo BY-PASS FEMORO DISTALI L impiego della vena ( safena invertita o in situ ) è considerato in letteratura insostituibile nelle anatomosi sul tronco tibioperoniero o sui suoi rami di derivazione più distali. Qualora non fosse disponibile la vena per tutta la lunghezza necessaria, è possibile utilizzare by-pass compositi, derivanti dall impiego combinato di protesi biologiche e vena. In tal caso la vena può essere prelevata da altri distretti (piccola safena, vena femorale superficiale, vene arto superiore) e utilizzata nel tratto distale del by-pass o modellata per costruire un collare tra protesi e arteria ricevente ( collare di Miller - Taylor -Wolfe ). Trials comparativi tra i by-pass infragenicolari con o senza collare hanno dimostrato un netto vantaggio a favore dei primi (57 % vs 29 % a 36 mesi). 14

BY-PASS FEMORO DISTALE SAFENA IN SITU Anastomosi prossimale BY-PASS FEMORO DISTALE IN PTFE ARMATO (PERONIERO) Anastomosi distale By-Pass Femoro Distale 15

BY-PASS COMPOSITO PTFE - VENA SAFENA IN SITU BY-PASS AXILLO FEMORALE L impiego di vie extraanatomiche, è generalmenete limitato a pazienti con elevato rischio chirurgico per problemi locali quali pregressi interventi chirurgici addominali plurimi o infezioni addominali (addome ostile) o per gravi problemi generali (gravi cardiopatie o broncopneumopatie).requisito indispensabile è un accurata valutazione preoperatoria dell asse succlavio e carotideo con indagini eco-doppler al fine di escludere lesioni steno-ostruttive degli assi donatori.l impiego di protesi armata ha migliorato i tassi di pervietà riportati in un range compreso tra il 40 e l 80%. BY-PASS FEMORO- FEMORALE CROSS-OVER Requisito indispensabile all esecuzione di un by-pass crossover è la buona qualità del run-off del lato donatore. L impiego di protesi ad anelli ha migliorato i risultati di pervietà. Massima cura deve essere rivolta alla corretta configurazione delle anastomosi sul lato donatore e su quello ricevente. Praticabile in vena o in protesi non biologica. Anestesia locale con lieve sedazione alla tunnelizzazione. 16

BY-PASS AXILLO FEMORALE Anastomosi sull a. ascellare BY-PASS AXILLO FEMORALE IN PTFE ARMATO Anastomosi distale By-Pass Femoro Femorale in vena TEA Prevede la rimozione di materiale aterosclerotico occludente o stenosante il lume di un vaso. La TEA può essere eseguita su 2 piani: rispettando le fibre circolari della media asportando tutta la media e lasciando solo l avventizia coperta dalla limitante elastica interna la disostruzione mediante TEA prevede 2 possibilità : - disostruzione a cielo aperto mediante una o più arteriotomie - disostruzione a cielo semicoperto usando l anello di taglio di Vollmar - Ullrich 17

TEA Femorale Comune TromboEndoArteriectomia Indicazioni: In presenza di un ostruzione arteriosa non superiore agli 8 cm. Tecnica: Asportazione del trombo compresa l intima utilizzando come piano di clivaggio lo spazio fra limitante interna ed esterna della tunica media. L asportazione si esegue con tecniche a cielo aperto e semicoperto TEA Femorale Comune Profundoplastica Indicazioni: presenza di una stenosi dell origine e del primo tratto della femorale profonda (>50%) associata a un ostruzione della femorale superficiale là dove non sia possibile eseguire un by-pass femoropopliteo/distale. Buon circolo collaterale di gamba 18

PLASTICA ARTERIOSA CON PATCH DI AMPLIAMENTO TEA Femorale Comune (PATCH) Consiste in una particolare tecnica di chiusura dell arteriotomia che prevede l interposizione di un piccolo lembo protesico fra i 2 lembi dell arteriotomia allo scopo di ripristinare il giusto lume di una parete che qualora fosse chiusa con sutura continua diretta esiterebbe in una stenosi. Materiale utilizzato : vena - dacron - PTFE - pericardio bovino Simpaticectomia Lombare Asportazione della catena del Simpatico Lombare al fine di ottenere una vasodilatazione distrettuale diminuendo il tono parietale e la componente vasocostrittiva Isolata Associata (By-pass e profundoplastica) TRATTAMENTO CHIRURGICO DELLA PATOLOGIA SOTTOINGUINALE RIVASCOLARIZZAZIONE INDIRETTA SIMPATICECTOMIA LOMBARE La SL continua ad avere una propria dignità anche se con indicazioni molto più selettive del passato in pazienti non suscettibili di ricostruzione chirurgica o in associazione alle procedure di rivascolarizzazione. 19

IL TRATTAMENTO ENDOVASCOLARE Chirurgia Endovascolare Angioplastica Transluminale ( PTA ) Posizionamento di Stent PTA Stent Isolata o associata a chirurgia diretta PTA Tecnica basata sulla introduzione nel lume arterioso, per via percutanea, di un catetere a palloncino a doppio lume, che viene sospinto su filo guida fino a livello della lesione stenoostruttiva da trattare. Gonfiando il palloncino, si ottiene una dilatazione della stenosi per frattura della placca ateromasica e dell intima, distensione e frattura della media e distensione dell avventizia. Ne consegue : - aumento del lume interno del vaso - depiazzamento della placca - allargamento del diametro esterno del vaso Il calibro del palloncino prescelto deve essere idoneo al vaso da trattare: - 8-10 mm per iliache comuni - 6-8 mm per iliache esterne - 4-6 mm per le arterie di gamba (segue) PTA moderni cateteri a palloncino, resistono a pressioni 10-15 atmosfere. Vengono in genere tenuti gonfi a livello della lesione per 20-30 secondi. La dilatazione può essere ripetuta 2-3 volte. Complicanze: Dissezione con flap intimale ( 2-4 % ) Embolizzazione distale ( 2-5 % ) Rottura arteria ( < 2 % ) 20

STENT Protesi metalliche autoespandibili o premontate su catetere a palloncino che una volta rilasciate provvedono a mantenere un calibro adeguato. Indicazioni: Risultato non soddisfacente della PTA (stenosi residua > 20 % ) Complicanze della PTA (dissezione - flap intimale) Stenosi complesse ( ulcerate- lunghe- eccentriche ) Occlusione : primary stenting ( posizionamento in prima istanza senza preventiva PTA ). PTA Asse Iliaco + Stent PTA Asse Iliaco + Stent PTA + Stent Femorale Superficiale 21

Terapia Conservativa Indicazioni: impossibilità, sostegno o fallimento della terapia chirurgica. Terapia Farmacologica Infusione con PGE 1 PGI 2 Antiaggreganti piastrinici Anticoagulanti Emoreologici Blocco peridurale Neurostimilazione midollare (SCS) SPINAL CORD STIMULATION MECCANISMI D AZIONE I meccanismi attraverso i quali la SCS esercita gli effetti antalgico ed anti ischemico non sono stati del tutto chiariti; si è ipotizzato ad un effetto neuromodulatorio che possa influenzare il tono del microcircolo Tale meccanismo di azione si spiega con il fatto che la SCS distribuisce impulsi che attivano le fibre delle colonne dorsali, sia in senso centripeto che centrifugo. La trasmissione centrifuga è responsabile delle parestesie soggettivamente avvertite dal paziente, gli impulsi centripeti raggiungono le corna dorsali dove eccitano le fibre A nelle radici dorsali risultandone l inibizione delle cellule T che non risponderanno più agli stimoli algici.(7) L azione antiischemica della SCS sarebbe determinata da una azione modulante sul sistema nervoso simpatico con conseguente 22

Correzione dei fattori di rischio Abolizione dell abitudine tabagica Controllo del Diabete Mellito Controllo delle Dislipidemie Controllo dell Ipertensione 23