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INTRODUZIONE L infertilità è considerata un evento stressante per la coppia e consiste nell impossibilità di avere un figlio e, quindi, oltre a rappresentare un problema di carattere medico comporta anche aspetti di ordine psicologico e comportamentale, creando nella coppia uno stato di disordine sia da un punto di vista personale che relazionale. Inoltre, è una condizione che si svolge nel tempo ed ha una sua evoluzione psicologica (Leiblum, 1997). L infertilità può essere distinta in infertilità organica e psicogenica. Infatti, la nonsterilità può essere di origine femminile meccanica, femminile ormonale, di origine maschile o riguardare entrambi contemporaneamente; è quindi un problema di vaste proporzioni che interessa sia uomini che donne. Nonostante ciò, e gli indubbi progressi fatti in questo campo, rimane ancora una percentuale di casi di infertilità la cui causa sfugge. Vi sono, tuttavia, due ipotesi che vengono prese in considerazione, da un lato si esamina la possibilità che i fattori psicologici possano influenzare l eziologia dell infertilità e, dall altro, l impatto psicologico dell infertilità sul funzionamento psicologico. La prima ipotesi focalizza l attenzione sul fatto che l infertilità possa essere causata da fattori psicologici, quali ansia e stress. Quindi, gli stress emozionali possono influenzare l ovulazione e la spermatogenesi. Infatti, alla base di ciò si possono verificare situazioni di estrema rarità (oligozoospermia) o mancanza (azoospermia) di produzione di spermatozoi (Morse, VanHall, 1987; Wright, Allard, Lecours, Sabourin,, 1989; Connollly, Edelmann, Cooke, Robson, 1992). La seconda ipotesi considera l infertilità come un evento stressante e incontrollabile, tale da determinare delle conseguenze psico-relazionali che dipendono essenzialmente dall effetto tempo, cioè dalla durata del problema, dalla sofferenza vissuta da entrambi i componenti della coppia e a sua volta fortemente influenzata dal contesto socioculturale di riferimento (Allison, 1979; Stoleru et al., 1993). Infatti, l incremento di ansia, che si verificherebbe dopo la diagnosi, darebbe origine ad una sintomatologia psicosomatica. Anche la sfera relazionale verrebbe, quindi, coinvolta nel disagio creando nella coppia momenti di preoccupazione e tensione coniugale. Inoltre, gli uomini e le donne non reagirebbero alla diagnosi d infertilità allo stesso modo e 1

metterebbero in atto dei meccanismi di coping differenti. Attraverso tali meccanismi i coniugi avrebbero modo di fronteggiare l infertilità nel miglior modo possibile (Urry, 1977). Tuttavia, la medicina ha dato, negli ultimi anni, risposte scientificamente testate e sempre più efficaci. Infatti, in seguito ai progressi fatti negli ultimi anni, i soggetti precedentemente definiti sterili senza speranza, possono diventare fertili grazie ai nuovi approcci terapeutici in Medicina della Riproduzione. Infatti, tra i possibili interventi da utilizzare in casi d infertilità, si può considerare il counselling, un tipo di intervento che può portare aiuto e beneficio al cliente; il trattamento cognitivocomportamentale, in cui l aspetto centrale del programma consiste nella regolazione dei rapporti. A questi interventi si aggiungono le nuove tecnologie riproduttive, quali l ICSI, MESA, TESE, che permettono di prelevare direttamente dai testicoli gli spermatozoi, e la fertilizzazione in vitro (IVF), che riproduce in laboratorio ciò che normalmente avviene nelle ovaie (Spielberg,Gorsuch, Lushene, 1970). 2

CAPITOLO PRIMO IL PROBLEMA DELL INFERTILITA 1.1 Che cos è l infertilità L infertilità è definita come un inabilità a concepire dopo 12 mesi consecutivi di rapporti sessuali non protetti durante l età riproduttiva (Dunkel-Schetter, Lobel, 1991). Da un punto di vista medico, invece, si può parlare di infertilità dopo 9 mesi consecutivi di rapporti senza concepire (Leiblum, 1997). L infertilità è considerata universalmente come un evento estremamente stressante che può determinare effetti negativi sia su ognuno dei due partners sia sul matrimonio (Dunkel-Schetter et al., 1991; Leiblum, 1997; McEwan, Costello, Taylor, 1987; Steward, Blazer, 1986). E un evento che investe la vita emotiva di donne e uomini, e può essere definito come uno stressor cronico, incontrollabile e impraticabile. La non fertilità per molte coppie eterosessuali viene inclusa nella lista degli eventi maggiormente stressanti (Leiblum, 1997). Secondo queste definizioni circa 6,1 milioni di donne, il 10% della popolazione in età riproduttiva, potrebbe risultare infertile (American Society for Reproductive Medicine, 1998). Negli Stati Uniti il numero di infertili non è in aumento, la prima infertilità è stimata tra le donne più giovani (Abma, Chandra, Moscher, Peterson, Piccinino, 1997). Secondo il WHO il 10-12% delle coppie americane in età riproduttiva e il 14% delle coppie olandesi, che hanno il desiderio di avere un bambino e con rapporti sessuali regolari non protetti, ha difficoltà nel concepire (Leiblum, 1997; van Balen, Ketting, Verdurmen, 1995). In Olanda una coppia su dieci non riesce ad avere un bambino dopo un anno di rapporti e, quindi, viene considerata infertile. Circa il 50% delle coppie olandesi riesce a diventare gravida dopo 6 mesi, l 85-90% dopo 12 mesi, il 95% dopo 24 mesi, ciò dipende dall età della donna. Circa il 10% delle donne tra i 20 e 28 anni e il 25% delle 3

donne di 35 anni, infatti, non riesce a concepire entro un anno (Gaasbeek, Leerentveld, 1993; van Balen et al., 1995) Da uno studio epidemiologico in Germania emerge che tra i 25 e 44 anni il livello di stress emotivo aumenta sia nelle donne che negli uomini infertili (Wright, Allard, Lecours, Sabourin, 1989). In un altro studio su 200 coppie è stato riscontrato che il 49% delle donne e il 15% degli uomini sono infertili ciò spesso a causa di condizioni socioeconomiche molto basse, assenza di piacere nei rapporti sessuali, sentimenti negativi come senso di colpa e autosvalutazione, assenza di comunicazione con il partner (Freeman, Boxer, Rickels, Tureck, Mastroianni, 1985). Sono stati considerati vari fattori che potrebbero determinare l aumento dell infertilità tra cui l aumento della frequenza di malattie veneree, l uso di particolari metodi contraccettivi, il rinvio di gravidanze dopo i 30-40 anni. Infatti, il sistema di vita occidentale stesso, può produrre infertilità, tra cui matrimoni tardivi, obesità, stress, perdita del desiderio sessuale, fumo, uso di droghe, alcool, farmaci, febbre, infezioni urinarie e criptoorchidismo. La febbre, ad esempio, in alcuni casi superando i 38,5 gradi, potrebbe alterare la spermatogenesi per un periodo da 2 a 6 mesi. Inoltre, c è un consistente rischio di sterilità se i batteri dovessero raggiungere la vescica, determinando infezioni urinarie, come la cistite, o della pelvi. Tali infezioni possono derivare anche da malattie veneree, da trattamenti inadeguati tali da determinare danni testicolari ed epididimari per reflusso ascendente con conseguente scarsa qualità del liquido seminale. Il criptoorchidismo consiste in una malformazione congenita uno o entrambi i testicoli sono scesi nello scroto. Quindi, la ritenzione testicolare monolaterale o bilaterale influenza in modo variabile la fertilità, a seconda del tipo di patologia, della durata del tempo, del momento e del tipo di interventi effettuati per correggerla. L infertilità può aumentare per ragioni sociali e professionali, in quanto molte donne tendono a posporre l esperienza del concepimento ad un età in cui la loro fertilità è sensibilmente ridotta (Stanton, Dunkel-Schetter, 1991). 4

1.1.1 Infertilità idiopatica e anatomica Una coppia su sei ha difficoltà nel portare a termine con successo una gravidanza in un anno di rapporti regolari non protetti (Brkovich, Fisher, 1998). Nel 70% dei casi possono essere individuate cause organiche, mentre nei casi rimanenti le cause sono inspiegabili (The American Society for Reproductive Medicine, 1998). L infertilità anatomica o meccanica è determinata da una fonte fisiologica, a differenza dell infertilità idiopatica o funzionale la cui fonte rimane inspiegata. In quest ultima si esclude la possibilità che possano operare meccanismi psicosomatici. Da vent anni molti ricercatori hanno tentato di stabilire se le coppie con infertilità organica differiscono da coppie con infertilità funzionale per quanto riguarda le caratteristiche psicologiche. In questa serie di studi i gruppi sono stati divisi sulla base dell eziologia della loro infertilità. Attraverso queste ricerche si cerca di verificare la possibilità di un collegamento causale tra sofferenza psicologica e infertilità, infatti ci si aspettava che il gruppo di infertili funzionali avesse una maggiore proporzione di ansia, depressione e stress. Mai et al. (1972), paragonando i due gruppi per mezzo di interviste psichiatriche e di una scala di nevroticismo, non trovarono differenze tra le 16 coppie infertili idiopatiche e le 32 coppie infertili anatomiche. Kipper et al. (1977) con dell Eysenck Personality Inventory (EPI) e di una batteria di items sulla percezione sociale, confrontarono 25 donne inferili funzionali e 25 donne infertili organiche. Da tale sudio risultò che non vi erano differenze nel nevroticismo, ma le donne pazienti funzionali presentavano una maggiore difficoltà nell assumere il ruolo femminile rispetto alle donne con una infertilità anatomica. Anche nello studio di Templeton & Penney (1982) in cui venivano messi a confronto un gruppo di donne con un infertilità funzionale e un gruppo di donne con un infertilità meccanica, non erano state trovate differenze. Ciò si verificò anche nel lavoro di Brand et al. (1982) con 22 donne idiopatiche e 32 donne con infertilità anatomica. Infine Wasser et al. (1993) utilizzarono come gruppo sperimentale 7 donne infertili funzionali e, come gruppo di controllo, 6 donne infertili organiche, evidenziando che il gruppo sperimentale mostrava delle problematiche psicologiche maggiori. Inoltre 5

trovarono che il conflitto con il padre, ostilità, ansia e tendenza ad esprimere lamentele somatiche aumentavano quando le cause dell infertilità divenivano meno evidenti. Da questi cinque studi solo la ricerca di Wasser sostiene l idea che la sofferenza psicosociale possa contribuire a qualche forma di infertilità, in quanto emerge che il gruppo di infertili idiopatiche presentava un livello di sofferenza psicologica più alto. Tuttavia si potrebbe concludere che le misure di personalità e misure di sofferenza psicologica non distinguono gli individui con infertilità organica da individui con infertilità idiopatica. Spesso, ciò deriva da problemi metodologici che determinano errori nel differenziare le cause anatomiche da quelle endocrine e idiopatiche dell infertilità non valutando adeguatamente quanto i fattori psicologici possano essere determinanti in un gruppo di infertili più che in un altro. E quindi, importante utilizzare con cautela le interpretazioni di questi risultati. 6