La frana. Lunghezza del fronte m. Altezza media 150 m. Superficie 2 kmq. Volume mc. Velocità km/h

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Vajont

Il nome

La tragedia Il 9 Ottobre 1963, alle 22.39, dalle pendici settentrionali del monte Toc si stacca una gigantesca frana che affonda nel bacino sottostante provocando una grande scossa di terremoto

La frana Altezza media 150 m Lunghezza del fronte 2.000 m Superficie 2 kmq Volume 260.000.000 mc Velocità 72-90 km/h

L onda La forza d urto della massa franata crea due ondate

L onda La prima, a monte, si spinge verso il centro della vallata del Vajont e spazza via le frazioni lungo le rive del lago: Frasègn, Le Spesse, Cristo, Pineda, Ceva, Prada, Marzana e San Martino Erto rimane indenne poiché l onda viene interrotta dallo sperone di Fortezza

L onda La seconda, verso valle, scavalca la diga precipitando nella vallata sottostante. La stretta gola del Vajont la comprime facendole acquisire maggiore energia

L onda A Longarone vengono risparmiati solo 22 edifici (tra essi il palazzo comunale) Miracolosamente rimane indenne il campanile della chiesa in località Pirago Vanno persi gli stabilimenti situati nella parte inferiore della vallata oltre a vaste aree agricole I danni si estendono anche ad alcuni comuni lungo il corso del Piave

Le vittime 1909 secondo fonti attendibili

Fortogna: il cimitero delle vittime La mattina del 10 ottobre 1963, di fronte alla spianata di fango lasciata dall'onda, ci si rende conto della necessità di individuare un'area dove seppellire le numerose Vittime Il cimitero delle Vittime viene collocato a 4 km a sud di Longarone, a Fortogna, frazione del comune non colpita dall'onda, su un campo di granoturco Il cimitero originario contava 1464 croci di cui solamente 700 avevano nome L'attuale cimitero monumentale, inaugurato dopo la ristrutturazione il 19 giugno 2004, si presenta invece come un immenso prato verde sul quale poggiano 1910 cippi marmorei bianchi, uno per ogni vittima della tragedia, a prescindere dal ritrovamento, dal riconoscimento o dal luogo di sepoltura

I progetti 1900 Gustavo Protti, proprietario di una cartiera situata a Codissago, nel comune di Castellavazzo, invia la prima richiesta ufficiale per poter utilizzare le acque del torrente Vajont 1929 l ingegner Carlo Semenza (in fotografia)stila un primo progetto organico di sfruttamento delle acque del Vajont e di insediamento di una grande diga. L elaborato viene presentato a nome della Società Idroelettrica Veneta 1934 la Società Idroelettrica Veneta viene assorbita dalla SADE (Società Adriatica di Elettricità) 1937 l ingegner Carlo Semenza redige il progetto esecutivo della diga (h diga 190 m, invaso 46 milioni di mc, ubicazione diga all altezza del ponte Colombèr su indicazione del geologo Dal Piaz) 1957 il progetto assume il nome di Grande Vajont.

Gli espropri Malgrado le numerose manifestazioni di protesta, la SADE procede agli espropri

1957 la SADE, senza attendere le necessarie autorizzazioni, inizia i lavori

Il versante sinistro del monte Toc: le indagini Müller, specialista austriaco in esplorazioni minerarie Conclusione dei suoi studi: la riserva idrica può causare frane Dal Piaz, geologo da tempo in pensione Conclusione dei suoi studi: non vi sono rischi concreti di frane pericolose Edoardo Semenza, geologo, figlio del capo progettista Carlo Semenza Conclusione dei suoi studi: ipotizza la presenza di una paleofrana

La frana di Pontesei Il 22 Marzo 1959, una frana di circa 3 milioni di mc di roccia si riversa nel bacino della diga in località Pontesei, che era stata completata solo due anni prima dalla SADE

1959 fine lavori

Identikit della diga Tipologia: diga ad arco con doppia curvatura in calcestruzzo Altezza: 264,6 m Livello massimo di invaso: 722,5 m s.l.m. Morti durante la costruzione: 15

04 Novembre 1960 livello del lago a 650 m frana di 800.000 mc sul versante sinistro compare una fessura lunga 2.500 m a forma di M

1963 con la nazionalizzazione dell energia elettrica la diga viene ceduta all ENEL

Il collaudo Sebbene la situazione del Toc suggerisse di usare prudenza e aspettare, la SADE affretta le operazioni di collaudo (invaso fino a 715 m s.l.m.) per poter vendere la diga all ENEL ricavandone il massimo guadagno Durante le operazioni di invaso e svaso si registrano scosse sismiche. L ingegner Biadene cancella tali informazioni dai rapporti destinati al Ministero

Il modello Nel frattempo (1961) Carlo Semenza ha chiesto all Università di Padova di predisporre un modello in scala 1:200 del bacino del Vajont Questa la conclusione degli esperimenti compiuti: non si devono temere né cedimenti della diga, né onde più alte di 30 m, corrispondenti a 40 milioni di mc nel peggiore dei casi

La realtà La frana è stata di quasi 300 milioni di mc (circa 8 volte il valore massimo previsto) Si è mossa a velocità tripla di quella ipotizzata L onda ha superato i 200 m sul coronamento della diga Si è prodotta un energia cinetica 100 volte superiore a quanto preventivato