Coordinamento e Struttura Secondo J. D. Thompson L'azione organizzativa in J. D. Thompson - a cura di G. Masino 1
Secondo Thompson Introduzione Il concetto essenziale per comprendere la struttura organizzativa è l interdipendenza Da tipi diversi di interdipendenze nascono esigenze diverse di coordinamento Tipi diversi di coordinamento richiedono costi (in senso lato) diversi La struttura serve a rendere efficiente (meno costosa) la risposta a queste esigenze di coordinamento La gerarchia è quindi vista come una forma di gestione delle interdipendenze che nasce da esigenze di efficacia e anche di efficienza L'azione organizzativa in J. D. Thompson - a cura di G. Masino 2
Interdipendenza e coordinamento Interdipendenza per accumulazione ogni componente presta un contributo discreto al tutto, e ciascuna è supportata dal tutto Coordinamento per standardizzazione secondo un insieme di regole intrinsecamente coerente che vincolano l azione delle unità regole regole regole regole regole regole regole L'azione organizzativa in J. D. Thompson - a cura di G. Masino 3
Interdipendenza e coordinamento Interdipendenza sequenziale esiste una interdipendenza diretta che precisa la sequenza delle attività Coordinamento per programma secondo schemi operativi in base ai quali le azioni delle unità possono essere governate programma L'azione organizzativa in J. D. Thompson - a cura di G. Masino 4
Interdipendenza e coordinamento Interdipendenza reciproca gli output di ogni parte diventano input di ogni altra parte Coordinamento per mutuo adattamento secondo nuove informazioni trasmesse durante il processo d azione (secondo feedback ) mutuo adattamento L'azione organizzativa in J. D. Thompson - a cura di G. Masino 5
Interdipendenza e coordinamento Iinterdipendenza e coordinamento: tra i 3 tipi di interdipendenza e coordinamento si instaura un parallelo specifico implicano complessità crescente nei processi di comunicazione e decisione perciò, impongono costi di comunicazione e di decisione crescenti (+ comunicazioni, + decisioni) L'azione organizzativa in J. D. Thompson - a cura di G. Masino 6
Settorializzazione Il problema della omogeneizzazione (raggruppamento) di posizioni (unità) organizzative, secondo: obiettivi comuni processi comuni utenze comuni aree geografiche In realtà, ogni unità organizzativa ha carattere di multidimensionalità. Il problema non è la scelta del criterio di raggruppamento, ma stabilire delle priorità. L'azione organizzativa in J. D. Thompson - a cura di G. Masino 7
Settorializzazione Il criterio più generale: Le organizzazioni raggruppano le posizioni per minimizzare i costi di coordinamento complessivi quindi, la scelta di priorità nei criteri di raggruppamento dipende dal tipo di interdipendenza (e di coordinamento) la priorità va data al raggruppamento delle posizioni la cui interdipendenza implica maggiori costi di coordinamento L'azione organizzativa in J. D. Thompson - a cura di G. Masino 8
Settorializzazione Le organizzazioni cercano di disporre le posizioni reciprocamente interdipendenti in modo che risultino tangenti l una all altra nell ambito di un gruppo comune che sia 1. concentrato localmente e 2. condizionatamente autonomo concentrato localmente significa cercare di fare gruppi il più possibile piccoli (perché i costi di coordinamento crescono in modo più che proporzionale alla dimensione del gruppo) l autonomia del gruppo non può essere completa: restano i vincoli stabiliti tramite programmi e regole standard L'azione organizzativa in J. D. Thompson - a cura di G. Masino 9
Settorializzazione In assenza di interdipendenza reciproca, le organizzazioni cercano di disporre le posizioni sequenzialmente interdipendenti in modo che risultino tangenti l una all altra nell ambito di un gruppo comune che sia 1. concentrato localmente e 2. condizionatamente autonomo anche i costi di programmazione crescono rapidamente al crescere del numero di variabili e della lunghezza delle linee di comunicazione L'azione organizzativa in J. D. Thompson - a cura di G. Masino 10
Settorializzazione In assenza di interdipendenza reciproca e sequenziale, le organizzazioni cercano di raggruppare le posizioni in modo omogeneo al fine di facilitare il coordinamento per standardizzazione l omogeneità dei processi facilita l applicazione di regole standard per il coordinamento (se i requisiti tecnologici e le fluttuazioni ambientali lo consentono) L'azione organizzativa in J. D. Thompson - a cura di G. Masino 11
Gerarchia Cosa succede se.... tutti e 3 i tipi di interdipendenza sono presenti contemporaneamente?.. non è possibile contenere l interdipendenza più complessa entro raggruppamenti di primo livello?.. se all interno dei gruppi formati permangono altre interdipendenze da gestire? L'azione organizzativa in J. D. Thompson - a cura di G. Masino 12
Gerarchia Quando l interdipendenza reciproca non può essere confinata all interno del gruppo, le organizzazioni cercano di collegare i gruppi in gioco formando un gruppo di secondo livello, per quanto possibile localizzato e condizionatamente autonomo se l interdipendenza reciproca è talmente estesa che il gruppo adatto a contenerla diventa troppo grande (costi di comunicazione e decisione troppo elevati).... allora, le organizzazioni ordinano per gradi le posizioni in base alla quantità di contingenza che ognuna pone alle altre L'azione organizzativa in J. D. Thompson - a cura di G. Masino 13
Gerarchia La gerarchia è dunque spiegata in termini di gestione delle interdipendenze (e non in termini di potere / autorità) La gerarchia, in tal modo, può anche essere vista come modo per la risoluzione dei conflitti, dato che la probabilità di conflitto è proporzionale al grado di interdipendenza L'azione organizzativa in J. D. Thompson - a cura di G. Masino 14
Gerarchia gruppi di 2 livello gruppi di 1 livello interdipendenze residue L'azione organizzativa in J. D. Thompson - a cura di G. Masino 15
Gerarchia Dopo aver raggruppato le unità per minimizzare il coordinamento per mutuo adattamento, le organizzazioni cercano di disporre i gruppi sequenzialmente interdipendenti in modo che risultino tangenti l uno all altro, in un raggruppamento localizzato e condizionatamente autonomo Dopo aver raggruppato le unità per risolvere i problemi dell interdipendenza reciproca e sequenziale, le organizzazioni cercano di accorpare i gruppi in unità omogenee per facilitare il coordinamento tramite standardizzazione L'azione organizzativa in J. D. Thompson - a cura di G. Masino 16
Gerarchia In genere, nelle organizzazioni più complesse i primi due criteri sono quelli prevalenti.... ovvero, esauriscono le possibilità di accorpamento prima che possa entrare in azione il terzo criterio Come è possibile allora gestire le interdipendenze residue, relative all omogeneità delle posizioni? Quando i requisiti del coordinamento di priorità superiore impediscono l accorpamento di posizioni o gruppi simili, le organizzazioni cercano di collegare le posizioni omogenee con regole trasversali rispetto ai confini di gruppo, e di collegare gruppi simili con regole trasversali rispetto alle linee di divisione L'azione organizzativa in J. D. Thompson - a cura di G. Masino 17
Gerarchia Quando utilizzano una standardizzazione trasversale rispetto ai molteplici raggruppamenti, le organizzazioni sviluppano posizioni di collegamento che uniscono i vari gruppi e l ente preposto alla regolamentazione esempi di organi di staff Personale standard relativi ai criteri di assunzione, ai percorsi di carriera, alle retribuzioni, ai contenuti del lavoro, ai tempi di lavoro, etc. Amministrazione Analisti del lavoro etc. L'azione organizzativa in J. D. Thompson - a cura di G. Masino 18
Gerarchia Come gestire i residui di interdipendenza che le scelte di settorializzazione non riescono a gestire? attraverso Comitati, per la interdipendenza sequenziale attraverso Task Force o Gruppi di Progetto, per la interdipendenza reciproca L'azione organizzativa in J. D. Thompson - a cura di G. Masino 19