Credito e rischio delle imprese. La Lombardia a confronto con Emilia Romagna, Veneto e Piemonte

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Credito e rischio delle imprese La a confronto con, e Osservatorio III trimestre Febbraio 2017 RAPPORTO N 02/2017 A cura di: Area Centro Studi Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza e Ufficio Studi Cerved

Credito e rischio delle imprese La a confronto con, e Osservatorio III trimestre Febbraio 2017 A cura di: Area Centro Studi Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza e Ufficio Studi Cerved Hanno collaborato al Rapporto: Francesca Bartoli, Francesca Casiraghi e Valeria Negri per Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza Claudio Castelli e Guido Romano per Cerved Rilasciato sulla base delle informazioni disponibili al 31 gennaio 2017

Indice Contenuti EXECUTIVE SUMMARY 4 1. I PRESTITI ALLE IMPRESE 5 L andamento del totale economia 5 L andamento dei macro-settori 7 La variazione rispetto al pre-crisi 9 2. LE SOFFERENZE 10 Lo stock di sofferenze 10 Il tasso di ingresso in sofferenza 12 3. LE IMPRESE USCITE DAL MERCATO 14 I fallimenti 14 Le procedure concorsuali non fallimentari e le liquidazioni volontarie 19 Le uscite totali nel periodo 2008-21 4. LA RISCHIOSITÀ DELLE IMPRESE 23 GLOSSARIO 26

Executive summary Nel terzo trimestre tornano a calare i prestiti alle imprese lombarde: 232,9 miliardi di euro, dai 235,2 del secondo trimestre. La variazione rispetto allo stesso periodo del 2015 è del -0,, dal -0,1% registrato nel secondo trimestre. Dall inizio della crisi il calo complessivo dei prestiti in supera il -13%. In, il calo dello -0, dei prestiti del totale economia nel terzo trimestre nasconde dinamiche settoriali differenti: i prestiti ai servizi sono in ripresa (+4,) per il secondo trimestre consecutivo, dopo oltre 4 anni di variazioni negative; quelli all industria tornano a contrarsi (-3,1%) interrompendo il trend di recupero iniziato nel terzo trimestre 2015, mentre i prestiti alle costruzioni presentano una consistente caduta (-7,5%). I prestiti si riducono in tutte le regioni monitorate, con un calo particolarmente marcato in, -6,1%, massima contrazione dall inizio della crisi, e del -3,5% in. In leggera diminuzione anche i prestiti in (-0,1%). Il flusso di nuove sofferenze è in calo in anche nel terzo trimestre : 2,9% dei finanziamenti, in costante riduzione dal picco del 3,7% del primo trimestre 2014. Solo il presenta un dato migliore in termini di flussi (2, dei finanziamenti). In termini assoluti, lo stock di sofferenze lorde continua invece a salire in, arrivando a 32,2 miliardi (circa sei volte il dato del 2008), e tocca nuovamente il punto di massimo del 13, degli impieghi. La percentuale si conferma comunque la più bassa nel confronto regionale. I fallimenti in continuano a calare anche nei primi nove mesi del : 2.116 le nuove procedure avviate tra gennaio e settembre, in discesa del -5, rispetto ai primi nove mesi del 2015. Su un orizzonte di più lungo periodo, il numero di fallimenti rimane elevato, più del doppio rispetto ai primi nove mesi del 2008 (1.014). La crisi economica ha generato un significativo processo di ristrutturazione dell economia: considerando i fallimenti, le altre procedure concorsuali e le liquidazioni, tra il 2008 e i primi nove mesi del si sono perse in circa 163 mila imprese, di cui l 8 costituito da liquidazioni volontarie. Le imprese sopravvissute alla crisi continuano a rafforzarsi e ad evidenziare profili più robusti. Secondo il Cerved Group Score, un indice che sintetizza la probabilità di default delle imprese, a dicembre il tessuto produttivo lombardo risulta più solido rispetto all anno precedente, con una quota di imprese in area di sicurezza o di solvibilità che sale al 55,9% (0,8 punti percentuali in più rispetto a dicembre 2015). In parallelo, tuttavia, si accentua la polarizzazione nella distribuzione del rischio: la quota di imprese in area di sicurezza sale al 16,7% (1,8 p.p. in più rispetto a dicembre 2015), quella di imprese in area di rischio al pari al 13, (1 p.p. in più su base annua). Le imprese lombarde risultano più solide rispetto a e, ma leggermente meno del. 4

1. I prestiti alle imprese L andamento del totale economia In nel terzo trimestre i prestiti per il totale economia segnano un leggero calo, scendendo a quota 232,9 miliardi di euro, 2,3 miliardi in meno di quanto registrato nel secondo trimestre. Il valore non rappresenta in ogni caso un nuovo minimo (230,7 miliardi il valore del primo trimestre ), sebbene il gap negativo rispetto al picco del terzo trimestre 2011 torni a superare i 40 miliardi di euro. Grafico 1.1 - Impieghi lordi in, totale economia: stock (dati trimestrali, consistenze di fine periodo, miliardi di euro) 280 270 260 250 240 232,9 230 220 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia, Segnalazioni di Vigilanza Nota: finanziamenti erogati a società non finanziarie e famiglie produttrici al lordo delle poste rettificative, dei rimborsi e delle sofferenze; da giugno 2011 il dato comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti Considerando le variazioni tendenziali, la contrazione in atto dal primo trimestre 2012 ha toccato un punto di massima flessione nel quarto trimestre 2013 (-7, rispetto al quarto trimestre 2012). Dal primo trimestre 2015 il ritmo si fa via via più lento e nel terzo trimestre la diminuzione rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente è contenuta (-0,), ma maggiore di quanto registrato nel trimestre precedente (-0,1%). Nel confronto regionale, il è l unica regione che si caratterizza per un percorso di risalita analogo e ancora più virtuoso: i prestiti sono sostanzialmente stabili al terzo trimestre (-0,1%), dopo essere tornati addirittura in positivo nel secondo (+0,7%). ed presentano al contrario una situazione di consistente calo: nel terzo trimestre l è ancora su tassi di variazione del -3,5%, mentre il fa registrare un -6,1%, massima contrazione dall inizio della crisi. 5

Grafico 1.2 - Impieghi lordi, totale economia: tasso di variazione tendenziale (dati trimestrali, var. % sullo stesso trimestre anno precedente) 1 1 1 1 1 - - - - -1-1 1 1 1 1 1 - - - - -1-1 1 1 1 1 1 - - - - -1-1 1 1 1 1 1 - - - - -1-1 -0, 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015-3,5% 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015-6,1% 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015-0,1% 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia, Segnalazioni di Vigilanza Nota: finanziamenti erogati a società non finanziarie e famiglie produttrici al lordo delle poste rettificative, dei rimborsi e delle sofferenze; da giugno 2011 il dato comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti 6

L andamento dei macro-settori In, il calo dello -0, dei prestiti nel totale economia del terzo trimestre nasconde dinamiche settoriali differenti: i prestiti ai servizi sono in ripresa (+4,), intensificando la crescita già registrata nel secondo trimestre, dopo oltre 4 anni di variazioni negative. Nell industria i prestiti continuano a diminuire, con una riduzione del -3,1% su base annua che arresta il trend di recupero iniziato nel terzo trimestre 2015. Sempre in forte calo i prestiti alle costruzioni: -7,5%, in ulteriore peggioramento dopo il -6,7% del secondo trimestre. Nel confronto regionale, il conferma complessivamente il miglior andamento già osservato sul totale economia. I servizi si mantengono in area positiva (+3,5%, dopo il +4,3% del secondo trimestre), mentre tornano a contrarsi i prestiti all industria (-1,, dopo il balzo del +1,9% del primo trimestre e il +0, del secondo trimestre). e presentano un profilo molto simile per quanto riguarda l andamento dei prestiti ai servizi (ancora su tassi di contrazione superiori al -3%), mentre si collocano ai due lati opposti per quanto riguarda l industria: -0,3% l, -7, il ). Nelle costruzioni, gli impieghi lordi risultano in progressivo peggioramento in tutte le regioni analizzate, con cali consistenti che toccano un massimo in (-12,5%). Grafico 1.3 - Impieghi lordi, industria: tasso di variazione tendenziale (dati trimestrali, var. % sullo stesso trimestre anno precedente) 1 1 1 1 1 - - - - -1-1 -3,1% 1 1 1 1 1 - - - - -1-1 -0,3% 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 1 1 1 1 1 - - - - -1-1 -7, 1 1 1 1 1 - - - - -1-1 -1, 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia, Segnalazioni di Vigilanza Nota: finanziamenti erogati a società non finanziarie al lordo delle poste rettificative, dei rimborsi e delle sofferenze; da giugno 2011 il dato comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti. I dati settoriali risentono inoltre del passaggio dalla classificazione RAE a quella ATECO (evidente in particolare nelle costruzioni) di giugno 2010 7

Grafico 1.4 - Impieghi lordi, servizi: tasso di variazione tendenziale (dati trimestrali, var. % sullo stesso trimestre anno precedente) 1 1 1 1 1 - - - - -1-1 4, 1 1 1 1 1 - - - - -1-1 -3, 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 1 1 1 1 1 - - - - -1-1 -3,9% 1 1 1 1 1 - - - - -1-1 3,5% 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia, Segnalazioni di Vigilanza Nota: finanziamenti erogati a società non finanziarie al lordo delle poste rettificative, dei rimborsi e delle sofferenze; da giugno 2011 il dato comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti. I dati settoriali risentono inoltre del passaggio dalla classificazione RAE a quella ATECO (evidente in particolare nelle costruzioni) di giugno 2010 Grafico 1.5 - Impieghi lordi, costruzioni: tasso di variazione tendenziale (dati trimestrali, var. % sullo stesso trimestre anno precedente) 6 55% 5 45% 4 35% 3 25% 2 15% 1 5% -5% -1-15% -2 discontinuità statistica -7,5% 6 55% 5 45% 4 35% 3 25% 2 15% 1 5% -5% -1-15% -2 discontinuità statistica -9, 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 6 55% 5 45% 4 35% 3 25% 2 15% 1 5% -5% -1-15% -2 discontinuità statistica -12,5% 6 55% 5 45% 4 35% 3 25% 2 15% 1 5% -5% -1-15% -2 discontinuità statistica -7, 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia, Segnalazioni di Vigilanza Nota: finanziamenti erogati a società non finanziarie al lordo delle poste rettificative, dei rimborsi e delle sofferenze; da giugno 2011 il dato comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti. I dati settoriali risentono inoltre del passaggio dalla classificazione RAE a quella ATECO (evidente in particolare nelle costruzioni) di giugno 2010 8

La variazione rispetto al pre-crisi La mostra il gap più elevato rispetto al pre-crisi in termini di impieghi lordi. Complessivamente, nel terzo trimestre i prestiti del totale economia risultano inferiori del -13,1% rispetto al terzo trimestre 2008 (-10, in, -8,9%, e -3, ). A livello settoriale, in la contrazione nell industria è del -18,3% (segue l, con -16,), quella nei servizi del -20, ( -14,) 1. Grafico 1.6 - Impieghi lordi: la variazione rispetto al pre-crisi (dati trimestrali, var. % 3 trim /3 trim 2008) Totale economia -13,1% -8,9% -10, -3, -18,3% Industria -16, -13,5% -12, -20, Servizi -8,7% -14, -4,1% Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia, Segnalazioni di Vigilanza Nota: finanziamenti erogati a società non finanziarie al lordo delle poste rettificative, dei rimborsi e delle sofferenze; da giugno 2011 il dato comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti. I dati settoriali risentono inoltre del passaggio dalla classificazione RAE a quella ATECO (evidente in particolare nelle costruzioni) di giugno 2010 1 I dati relativi alle costruzioni risentono in maniera più marcata di alcune modifiche nella classificazione settoriale nelle statistiche Banca d Italia, effettuate a giugno 2010, e pertanto il grafico non è riportato. 9

2,8 4,1 3,1 5,6 5,8 5,0 6,3 2,0 3,0 3,8 4,9 5,7 7,7 7,1 8,9 8,2 9,3 9,8 8,6 9,0 9,1 12,0 12,1 12,1 15,4 14,6 16,0 15,8 14,6 16,0 16,1 18,4 24,0 29,5 31,7 32,2 2. Le sofferenze Lo stock di sofferenze A settembre le sofferenze lorde delle imprese in raggiungono quota 32,2 miliardi di euro, un valore quasi sei volte il dato del 2008 (5,6 miliardi di euro), e pari al 13, degli impieghi (2,1% a fine 2008). Nelle altre regioni lo stock di sofferenze lorde risulta minore (16,1 miliardi di euro in, 15,8 in e 9,1 in ), con una tendenza in leggero calo in. Le differenze nei valori assoluti dipendono tuttavia dalle dimensioni complessive del mercato del credito nelle diverse regioni. Grafico 2.1 - Sofferenze lorde delle imprese, totale economia (consistenze di fine periodo, miliardi di euro) 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 settembre Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia, Segnalazioni di Vigilanza Nota: sofferenze di società non finanziarie e famiglie produttrici al lordo delle svalutazioni e dei passaggi di proprietà; da giugno 2011 il dato comprende anche le sofferenze su finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti Considerando le sofferenze in rapporto al totale impieghi, la risale leggermente, tornando al punto di massimo del 13, già toccato nel terzo trimestre 2015 e nel primo trimestre. Nelle altre regioni le percentuali sono più elevate: 15, in (in risalita e su un nuovo massimo), 16,9% in (ancora stabile, dopo il calo al 16,3% del primo trimestre ) e 17, in (anch esso su un nuovo massimo). 10

Grafico 2.2 - Sofferenze lorde delle imprese in rapporto al totale impieghi, totale economia (sofferenze lorde in % degli impieghi lordi, dati trimestrali, consistenze di fine periodo) 2 1 1 1 1 17, 16,9% 15, 13, 1 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia, Segnalazioni di Vigilanza Nota: sofferenze di società non finanziarie e famiglie produttrici al lordo delle svalutazioni e dei passaggi di proprietà; da giugno 2011 il dato comprende anche le sofferenze su finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti 11

Il tasso di ingresso in sofferenza Nel terzo trimestre diminuiscono le nuove sofferenze delle imprese in : considerando i dati in valore, risultano in sofferenza il 2,9% dei finanziamenti (in progressiva riduzione dal 3,7% del primo trimestre 2014). Solo il presenta performance migliori: 2, nel terzo trimestre, stabile rispetto al secondo trimestre e in continuo e marcato calo dal picco del 5, del primo trimestre 2014. In sembra arrestarsi il calo in atto dal secondo trimestre 2015: 3, nel terzo trimestre, dal 3,5% del trimestre precedente. I valori sono ancora particolarmente elevati nel terzo trimestre in (4,), anche se in leggerissima diminuzione rispetto al trimestre precedente (4,5%). Grafico 2.3 - Le sofferenze delle imprese, totale economia: tasso di ingresso in sofferenza annualizzato (dati trimestrali, flusso di nuove sofferenze rettificate in % degli impieghi vivi di inizio periodo, valori annualizzati) 7% Totale economia 5% 3% 1% 4, 3, 2,9% 2, 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia, Segnalazioni Centrale Rischi Nota: dati in valore; somma mobile su 4 trimestri dei flussi di nuove sofferenze rettificate di società non finanziarie e famiglie produttrici in % degli impieghi vivi di inizio periodo; dati riferiti alle segnalazioni di banche, società finanziarie e società veicolo di cartolarizzazione. Nel calcolo delle sofferenze rettificate si considera l esposizione complessiva per cassa dei soggetti che, alla fine del trimestre di riferimento, presentano per la prima volta una delle condizioni per essere qualificati in sofferenza rettificata a livello di sistema (vedi Glossario) Il dato sulle sofferenze del totale economia lombardo è il risultato di dinamiche settoriali differenti. Il miglior andamento congiunturale si osserva nei servizi, che dal 3,5% del primo trimestre scendono al 2,7% nel terzo trimestre, segnando un inversione di tendenza dal trend negativo che proseguiva dal primo trimestre del 2015. Il tasso di decadimento dei servizi è tuttavia ancora quasi un punto percentuale al di sopra di quello dell industria, settore che mostra il maggior recupero in un ottica di più lungo periodo: stabile all 1, nel terzo trimestre, dall 1,9% del primo trimestre dell anno e in progressivo calo dal picco del 3,1% del primo trimestre 2014. Nuovamente in aumento le costruzioni (6,5%, dal 6, del secondo trimestre ), con valori significativamente più elevati rispetto agli altri settori ma decisamente più bassi rispetto a quelli di (13,) e (10,9%). In, nel terzo trimestre, industria e soprattutto costruzioni fanno registrare un leggero peggioramento rispetto ai valori registrati nel secondo trimestre dell anno. Ciò non toglie che la regione si confermi anche su base settoriale quella con il maggior recupero: a partire dal primo trimestre 2014 i tassi di decadimento di tutti e tra i settori in esame sono in progressivo calo, con valori sistematicamente inferiori a quelli osservati nelle altre regioni. 12

Grafico 2.4 - Le sofferenze delle imprese, macro-settori: tasso di ingresso in sofferenza annualizzato (dati trimestrali, flusso di nuove sofferenze rettificate in % degli impieghi vivi di inizio periodo, valori annualizzati) 7% Industria 5% 3% 1% 2,1% 1, 1, 1, 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 7% Servizi 5% 3% 1% 3, 3, 2,7% 2,1% 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 1 1 1 1 Costruzioni 13, 10,9% 6,5% 4,9% 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia, Segnalazioni Centrale Rischi Nota: dati in valore; somma mobile su 4 trimestri dei flussi di nuove sofferenze rettificate di società non finanziarie e famiglie produttrici in % degli impieghi vivi di inizio periodo; dati riferiti alle segnalazioni di banche, società finanziarie e società veicolo di cartolarizzazione. Nel calcolo delle sofferenze rettificate si considera l esposizione complessiva per cassa dei soggetti che, alla fine del trimestre di riferimento, presentano per la prima volta una delle condizioni per essere qualificati in sofferenza rettificata a livello di sistema (vedi Glossario) 13

3. Le imprese uscite dal mercato I fallimenti 2 Prosegue anche nei primi nove mesi del in il calo dei fallimenti 3, dopo la riduzione registrata nel 2015: nel periodo gennaio-settembre si contano 2.116 nuove procedure, -5, rispetto a quanto registrato nello stesso periodo del 2015. Su un orizzonte di più lungo periodo, il numero di fallimenti rimane elevato, oltre il doppio rispetto ai primi nove mesi del 2008 (1.014). Il calo delle nuove procedure fallimentari osservato sul totale economia è guidato in via principale dall industria. Il settore fa registrare una inversione di tendenza già nel 2014 (-5,3% rispetto al 2013); nel 2015 la diminuzione sfiora il -2, assestandosi a 429 procedure aperte. I primi nove mesi del confermano questo andamento positivo: 303 nuove procedure, in calo del -6, rispetto al dato dei primi nove mesi del 2015. Nel 2015 sono diminuiti notevolmente anche i fallimenti nelle costruzioni, ma il trend non si conferma nel (+0,7% rispetto ai primi nove mesi del 2015). Viceversa, i servizi scendono solo marginalmente nel 2015 (-1% sul 2014), ma nei primi nove mesi dell anno fanno registrare un -8, rispetto ai primi nove mesi del 2015. Complessivamente, il è la regione che presenta l andamento migliore nel 2015, così come nei primi nove mesi del, sia per quanto riguarda il totale economia (-13,5% rispetto al 2014; -8,5% rispetto ai primi nove mesi del 2015), sia singolarmente su industria e servizi (nel 2015, -27, su industria e -12,7% su servizi, mentre nel periodo gennaio-settembre, -6,7% e -9%, rispettivamente). In Emilia Romagna nei primi nove mesi del accelera la riduzione de fallimenti (-6,7%), dopo aver registrato un calo contenuto nel 2015 (-1,). La riduzione del è legata soprattutto all andamento delle costruzioni (-8,), con l industria solo in leggero calo (-) e i servizi ancora in crescita (+1,5%). Nei primi nove mesi del iniziano a calare i fallimenti anche in (-8,, mentre fino al 2015 risultava l unica regione ancora in crescita), anche se l industria fa nuovamente registrare un +7,, dopo diminuzioni di oltre il- 1 nel 2014 e 2015. 2 Occorre sottolineare come, dopo oltre 50 anni dall istituzione della disciplina fallimentare, dal 2005 sono state introdotte una serie di modifiche normative (volte a velocizzare i tempi dei fallimenti, a favorire soluzioni concordate tra creditori e debitori, a far emergere più precocemente la situazione di crisi dell impresa) che hanno favorito o frenato il ricorso alle diverse procedure concorsuali. In particolare, il D.L. 5/2006 e il D.Lgs 169/2007 hanno innalzato le soglie di fallibilità, così escludendo un numero rilevante di microimprese dall ambito di applicazione delle norme. Il pacchetto di misure in materia di giustizia approvato con la legge 132 dello scorso agosto ha introdotto termini più stringenti per i curatori fallimentari, individuando in due anni il tempo massimo per le liquidazioni della società. In, l effetto della riforma ha portato ad un aumento del numero di pratiche chiuse nel periodo settembre 2015-marzo del 21,7% rispetto ai 12 mesi precedenti, con una durata media in miglioramento già prima dell'introduzione di queste misure, passata da 6,1 anni nel 2014 a 5,7 nel 2015. 3 Le date considerate sono quelle di apertura delle procedure. 14

430 577 538 741 887 372 475 651 816 848 956 975 1.089 776 859 917 867 1.089 1.128 1.110 752 677 882 1.512 1.194 1.146 1.085 1.264 1.320 1.363 1.173 1.015 1.996 2.116 2.423 2.670 2.837 3.210 3.374 3.088 Grafico 3.1 - I fallimenti, totale economia (numero di nuove procedure nel periodo) Grafico 3.2 - I fallimenti, totale economia: tassi di variazione tendenziali (var. % a/a; gen-set : var % sullo stesso periodo anno precedente) 38, 32, 21, 10, 13,1% 6,3% 5,1% 34, 34,5% 10,7% 6, 25, 3, -8,5% -5, -5,5% -1, -6,7% -25,9% -42,1% 37,7% 19,7% 34, 16,5% 4, 3,3% 37,1% 27,7% 25,3% 3,9% 12,7% 2, 20,3% -4, -5,3% -8, -13,5% -8,5% -36, -47, 15

94 103 113 111 157 164 146 142 202 230 213 197 180 225 228 204 164 174 197 181 201 213 155 247 247 227 268 276 244 303 328 319 317 409 429 463 508 497 562 532 Grafico 3.3 - I fallimenti, industria (numero di nuove procedure nel periodo) Grafico 3.4 - I fallimenti, industria: tassi di variazione tendenziali (var. % a/a; gen-set : var % sullo stesso periodo anno precedente) 32, 24,7% 24, 7,3% 13,1% 67, 28,7% 13,9% 37, 1,3% -35,5% -8,9% -5,3% -19, -6, -30, -7, -23, -2, -10,5% 38,7% 25, 29,1% 39, 7, 9,7% 45,1% 6,1% 13, 11, 6, -16,-15,3% -12,9%-11, -8,1% -6,7% -30, -36, -27, 16

195 254 216 273 311 172 217 258 361 388 405 411 375 370 333 401 489 647 476 472 468 530 601 640 423 458 454 532 541 559 590 515 877 1.058 1.164 1.199 1.010 1.421 1.566 1.550 Grafico 3.5 - I fallimenti, servizi (numero di nuove procedure nel periodo) Grafico 3.6 - I fallimenti, servizi: tassi di variazione tendenziali (var. % a/a; gen-set : var % sullo stesso periodo anno precedente) 32,3% 35,5% 20, 18,5% 10, 10, 3, 30,3% 42,1% 7,5% 4, 1,5% 29, 1,7% 3,3% 1,5% -1, -8, -32, -50,9% 26, 13,9% 53,1% 13, 13, 6,5% 26, 18,9% 45,3% 23, 30, -0, -0, -8, -1,3% -0,9% -12,7% -9, -41,3% -52,5% 17

70 101 120 112 112 197 171 193 156 180 158 189 207 210 237 228 267 236 157 290 242 220 248 289 256 233 275 283 260 308 308 308 444 427 494 539 582 572 659 710 Grafico 3.7 - I fallimenti, costruzioni (numero di nuove procedure nel periodo) Grafico 3.8 - I fallimenti, costruzioni: tassi di variazione tendenziali (var. % a/a; gen-set : var % sullo stesso periodo anno precedente) 47, 53,1% 42,5% 11,3% 9,1% 8, 13, 7,7% 0,7% 5, 18, 12,9% 25, 12,7% 16,5% -19, -9,1% -11, -18,3% -38, 60,7% 60, 68, 29, 18, 2,9% 18,5% 0, 0, 9,5% 1, 12,9% 17,1% -19, -8,1% -25, -32,7% -3, -11, -8, 18

59 81 76 50 69 76 78 148 185 132 131 161 180 116 131 154 184 184 186 202 116 143 161 165 213 264 264 235 263 225 330 341 336 384 319 297 356 434 636 601 Le procedure concorsuali non fallimentari e le liquidazioni volontarie Nei primi nove mesi del sono state aperte in 213 procedure concorsuali non fallimentari 4, mentre hanno liquidato volontariamente la propria impresa 8.900 imprenditori, dato che cala a 4.700 se si considerano esclusivamente le vere società (definite come società che hanno depositato almeno un bilancio nei tre anni precedenti alla liquidazione). Prosegue il trend positivo, in atto dal 2014, per le procedure non fallimentari (-34,1%), mentre si interrompe per le chiusure volontarie, che tornano dopo due anni ad aumentare (+7,). Il forte calo di procedure concorsuali non fallimentari riguarda tutte le regioni analizzate e non riflette dinamiche economiche, ma è attribuibile alle modifiche legislative che hanno interessato il concordato preventivo 5. Viceversa, l andamento delle liquidazioni volontarie riflette un peggioramento delle aspettative degli imprenditori sui profitti. Sommando ai fallimenti le altre procedure concorsuali non fallimentari e le liquidazioni volontarie, in nei primi nove mesi del sono state avviate 11.229 pratiche. Grafico 3.9 - Le altre procedure concorsuali non fallimentari, totale economia (numero di nuove procedure nel periodo) 4 Sono considerate nell analisi le procedure di amministrazione controllata e straordinaria, il concordato preventivo, gli accordi di ristrutturazione dei debiti ex art.182 LF, la liquidazione coatta amministrativa e lo stato di insolvenza. Sono escluse tutte le procedure di cancellazione e che or iginano da atti dell Autorità. 5 In particolare, le modifiche al concordato in bianco hanno comportato una netta riduzione nel ricorso a questa procedura e, di conseguenza, al concordato preventivo. 19

2.856 2.771 3.070 2.987 2.860 3.498 3.404 3.128 2.959 1.674 3.178 2.890 3.081 3.008 3.207 3.507 3.558 3.206 2.936 1.489 1.938 1.981 2.030 1.882 2.081 2.230 2.202 1.995 1.839 995 4.713 7.789 7.447 7.520 8.361 7.911 9.118 9.157 8.062 7.364 3.899 3.446 3.034 7.819 7.053 7.410 6.891 6.848 7.511 7.238 6.849 6.570 8.299 7.503 7.357 7.033 7.813 7.365 7.654 7.216 6.489 7.499 6.920 6.732 6.543 7.221 6.902 6.717 6.383 5.879 8.900 17.114 15.759 15.162 16.116 16.467 16.614 17.761 15.051 14.265 Grafico 3.10 - Le liquidazioni volontarie, totale economia (numero di nuove procedure nel periodo) Grafico 3.11 - Le liquidazioni volontarie di vere società di capitali, totale economia (numero di nuove procedure nel periodo) Nota: per vere società di capitali si intendono le società di capitali che hanno depositato almeno un bilancio nei tre anni precedenti la data di avvio della procedura 20

Le uscite totali nel periodo 2008- In l exit ratio (che misura il numero di nuove procedure avviate nel corso dell anno in rapporto alle imprese presenti sul mercato a inizio periodo) è in progressivo calo rispetto al picco del 2013 ma presenta valori più alti rispetto alle altre regioni analizzate. Nel periodo gennaio-settembre si contano complessivamente in la 129 nuove procedure ogni 10.000 imprese operative (erano 126 nei primi nove mesi del 2015), 109 per l, 96 in e 90 in. Grafico 3.12 Exit ratio (numero di nuove procedure nel periodo ogni 10.000 imprese attive a inizio periodo) 208 205 221 224 225 249 220 206 174 188 178 177 189 195 187 182 129 109 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set 178 179 178 192 180 195 188 175 174 172 172 187 181 183 181 167 96 90 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set 21

Totale economia Costruzioni Servizi Industria La crisi economica ha generato un significativo processo di ristrutturazione dell economia, con 162.781 imprese lombarde in procedura concorsuale o in liquidazione tra il 2008 e i primi nove mesi del, di cui l 8 costituito da liquidazioni volontarie. Nei servizi si contano quasi 100.000 imprese in meno, mentre industria e costruzioni registrano rispettivamente un calo di quasi 18.000 e 19.000 società. Le altre regioni presentano valori molto inferiori in termini assoluti, date le diverse dimensioni del tessuto produttivo. In termini relativi, la è in ogni caso l area ad aver sofferto la maggiore perdita di base produttiva: le 162.781 imprese uscite dal mercato dal 2008 ad oggi corrispondono a una perdita del 19, rispetto al numero di imprese operative a inizio 2008 6. Nelle altre regioni, la perdita è rispettivamente del 15, in, del 15, in e del 15, in. Grafico 3.13 - Numero complessivo di imprese uscite dal mercato dal 2008 a oggi tramite procedura concorsuale o liquidazione (numero di nuove procedure nel periodo gennaio 2008 settembre ) 17.639 8.190 9.558 6.341 18.761 9.322 9.141 7.159 40.225 40.860 37.054 70.029 65.247 73.616 98.673 162.781 6 Il dato è calcolato sul totale delle imprese operative a inizio 2008 e non tiene conto delle imprese nate successivamente. 22

16,7% 15,1% 16,9% 16, 13, 16, 14,1% 13,1% 30,3% 31, 29, 31,7% 39, 37, 39, 39, 4. La rischiosità delle imprese Secondo il Cerved Group Score 7 (CGS), a dicembre il 55,9% delle imprese 8 lombarde presenta un grado di rischio di default molto basso (area sicurezza) o comunque contenuto (area solvibilità). In particolare, le imprese in area di sicurezza sono il 16,7%, mentre quelle in area di rischio il 13,. Il confronto con i dati di dicembre 2015 evidenzia come sia ancora in atto un processo di polarizzazione che tuttavia è in via di esaurimento, con un aumento delle imprese in area di sicurezza in pari a circa il doppio di quello delle imprese in area di rischio (1,8 e 1 p.p. di differenza, rispettivamente). Grafico 4.1 - Distribuzione delle imprese secondo il Cerved Group Score a dicembre, totale economia (% sul totale) Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio In tutte le regioni monitorate, il numero di upgrade (imprese che hanno migliorato la propria classe CGS) ha superato quello di downgrade, con la che si contraddistingue per il migliore saldo positivo (3,1 p.p. di differenza) e per la più bassa percentuale di downgrade (25,3%). Grafico 4.2 - Upgrade e downgrade delle imprese secondo il Cerved Group Score tra dicembre 2015 e dicembre, totale economia (% sul totale) 46,3% 44, 46, 46, 25,3% 28, 26, 28, 25, 27,7% 26, 27, down grade stessa classe up grade down grade stessa classe up grade down grade stessa classe up grade down grade stessa classe up grade 7 Il Cerved Group Score offre una valutazione completa e aggiornata del rischio di insolvenza delle imprese, combinando la componente di bilancio e sistemica con una comportamentale, che consente di cogliere tempestivamente i segnali provenienti dal mercato, come le abitudini di pagamento delle imprese (vedi Glossario). 8 In questa sezione si analizzano le società di capitale che hanno presentato gli ultimi due bilanci a ottobre. 23

Complessivamente, è il la regione dove il tessuto imprenditoriale risulta più solido, con il 16,9% delle imprese in area di sicurezza e il 39, in area di solvibilità. Miglior risultato anche nelle aree vulnerabilità e rischio, con una quota complessiva di imprese pari al 43,5% (segue la con il 44,1%). Il risulta ancora indietro su sicurezza (16,) e solvibilità (39,), ma presenta la minor quota di imprese in area di rischio (13,1%). Più critica la situazione in : a dicembre si conferma la regione che presenta la più elevata quota di imprese rischiose (1), e la minor quota di imprese sicure (15,1%). Grafico 4.3 - Distribuzione delle imprese secondo il Cerved Group Score, totale economia: dicembre vs. dicembre 2015 (% sul totale) 40, 39, 32, 30,3% 14,9% 16,7% 12, 13, Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio dic-15 dic-16 37,7% 37, 33, 31, 13, 15,1% 15, 16, Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio dic-15 dic-16 40,5% 39, 31,1% 29, 15,5% 16,9% 12,9% 14,1% Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio dic-15 dic-16 40, 39, 33, 31,7% 14, 16, 12, 13,1% Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio dic-15 dic-16 24

4,9% 3, 4, 5,3% 20, 21, 19, 25, 27, 32, 32, 30, 42, 44, 41, 45, 13, 17, 17,1% 14,3% 13, 12,1% 19,3% 17,3% 28,3% 29, 26, 29, 40,9% 39,3% 40,9% 41, 11, 13,5% 12,3% 12, 16, 18, 21, 21, 29,1% 29,3% 29, 32,3% 37,7% 37, 40, 37,7% Grafico 4.4 - Distribuzione delle imprese secondo il Cerved Group Score a dicembre per settore di attività economica (% sul totale) Industria Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio Servizi Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio Costruzioni Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio 25

Glossario Cerved Group Score: valutazione sintetica del merito creditizio delle imprese italiane basata su una vasta gamma di informazioni societarie (bilanci, abitudini di pagamento, eventi negativi, ecc.) e del mercato di operatività, ottenuta attraverso modelli statistici che consentono di stimare per ciascuna impresa una probabilità di insolvenza. Sulla base della probabilità di insolvenza stimata, le imprese sono classificate in dieci classi di merito, raggruppate in quattro aree di rischio: 1) sicurezza: aziende caratterizzate da un eccellente profilo economico-finanziario e da un rischio di credito molto basso; 2) solvibilità: aziende capaci di far fronte agli impegni finanziari, che potrebbero risentire di improvvisi e gravi mutamenti del mercato, con un rischio di credito contenuto; 3) vulnerabilità: i fondamentali dell azienda sono complessivamente positivi nonostante elementi di fragilità che la rendono vulnerabile a improvvisi cambiamenti del mercato; il rischio, inferiore alla media, può essere significativo; 4) rischio: l azienda presenta gravi problemi che ne possono pregiudicare la capacità di far fronte agli impegni, anche a breve termine; il rischio di credito è elevato, molto elevato o massimo. Il dettaglio settoriale differisce parzialmente dalla classificazione ATECO. Nell industria rientrano: largo consumo, sistema moda, sistema casa, altri beni di consumo, mezzi di trasporto, chimica e farmaceutica, metalli, meccanica, hi tech, prodotti intermedi; nei servizi: informazione, comunicazione e intrattenimento, distribuzione, logistica e trasporti, servizi non finanziari, servizi, finanziari e assicurativi, immobiliari. La stessa classificazione è seguita per le procedure concorsuali e le liquidazioni volontarie a livello settoriale. Impieghi lordi: finanziamenti erogati dalle banche a soggetti non bancari calcolati al valore nominale, al lordo delle poste rettificative, dei rimborsi e delle sofferenze. Nel perimetro totale economia rientrano il totale settori Ateco al netto della sezione U. Nell industria rientrano le attività manifatturiere, estrattive, energetiche e le utilities (sezioni da B a E). I servizi corrispondono alle sezioni da G a T, mentre le costruzioni alla sezione F. Per il totale economia, nel perimetro imprese rientrano le società non finanziarie e le famiglie produttrici. Per i dati settoriali, nel perimetro imprese rientrano esclusivamente le società non finanziarie. Da giugno 2011 il dato comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti (dato non scorporabile). Le variazioni tendenziali risentono di questo aspetto fino a giugno 2012 (le costruzioni in particolar modo), quando il perimetro rilevazioni torna a essere omogeneo. I dati settoriali risentono inoltre del passaggio dalla classificazione RAE a quella ATECO (evidente in particolare sulle costruzioni) di giugno 2010. Sofferenze lorde: sofferenze al lordo delle svalutazioni e dei passaggi a perdita eventualmente effettuati. Dati calcolati come differenza tra impieghi totali e impieghi vivi. Nel perimetro di attività economica rientrano il totale settori Ateco al netto della sezione U. Nel perimetro imprese rientrano le società non finanziarie e le famiglie produttrici. Da giugno 2011 il dato comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti (dato non scorporabile). Sofferenze rettificate: concetto di vigilanza che estende la qualifica di credito in sofferenza a tutti i crediti di un soggetto qualora questi abbia almeno una linea di credito in default, sulla base dei seguenti criteri: a) in sofferenza dall'unico intermediario che ha erogato il credito; b) in sofferenza da un intermediario e tra gli sconfinamenti dell'unico altro intermediario esposto; c) in sofferenza da un intermediario e l'importo della sofferenza sia almeno il 7 dell'esposizione dell'affidato nei confronti del sistema, ovvero vi siano sconfinamenti pari o superiori al 1 dei finanziamenti per cassa; d) in sofferenza da almeno due intermediari per import pari o superiori al 1 del complessivo fido per cassa utilizzato nei confronti del sistema. Per flusso di nuove sofferenze rettificate si intende l esposizione complessiva per cassa dei soggetti che, alla fine del trimestre di riferimento, presentano per la prima volta una delle condizioni previste per essere qualificati in "sofferenza rettificata" a livello di sistema. Le posizioni interessate da operazioni di fusione e di cessione tra intermediari, già classificate a sofferenza rettificata per il sistema ad inizio trimestre, non concorrono alla determinazione del fenomeno a fine trimestre. Tasso di ingresso in sofferenza: flussi di nuove sofferenze rettificate nel trimestre in % degli impieghi vivi di inizio periodo. Il valore riportato corrisponde al tasso annualizzato, dato, per ogni periodo, dalla somma dei flussi di sofferenze rettificate sui 4 trimestri precedenti in rapporto agli impieghi vivi del primo trimestre considerato (ad esempio, il tasso di decadimento del 3 trimestre 2015 è dato dalla somma dei flussi di sofferenze rettificate dal 4 trimestre 2014 al 3 trimestre 2015 in rapporto agli impieghi vivi al 3 trimestre 2015). Nel totale economia rientrano il totale settori Ateco al netto della sezione U. Nell industria rientrano le attività manifatturiere, estrattive, energetiche e le utilities (sezioni da B a E). I servizi corrispondono alle sezioni da G a T, mentre le costruzioni alla sezione F. Nel perimetro imprese rientrano le società non finanziarie e le famiglie produttrici. Dati riferiti alle segnalazioni di banche, società finanziarie e società veicolo di cartolarizzazione. 26

Elenco rapporti pubblicati: Osservatorio Territoriale Infrastrutture - Rapporto OTI Nordovest 2014 N 01/2015 3 Rapporto sulla fiscalità locale nei territori di Milano, Lodi e Monza e Brianza N 02/2015 1 Osservatorio Città Metropolitana investire sul territorio. Mercato degli immobili di impresa, cantieri infrastrutturali e dinamiche del sistema produttivo nei territori della Città Metropolitana di Milano N 03/2015 Il lavoro nelle imprese dell'area Milanese (Milano, Monza e Brianza e Lodi) N 04/2015 Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro II trim 2015 N 05/2015 Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro III trim 2015 N 06/2015 Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro IV trim 2015 N 01/ Quanto costa la burocrazia? Osservatorio sulla Semplificazione 2015 N 02/ Osservatorio Territoriale Infrastrutture - Rapporto OTI Nordovest N 03/ 4 Rapporto sulla fiscalità locale nei territori di Milano, Lodi e Monza e Brianza N 04/ Il lavoro a Milano 2015 - X Edizione N 05/ Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro I trim N 06/ L internazionalizzazione degli atenei di Milano e della N 07/ Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro II trim N 08/ Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro III trim N 09/ Credito e rischio delle imprese N 10/ Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro IV trim N 01/2017

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