L Altro nel bicchiere PROGETTO 2004 REALIZZAZIONE: Progetto Prostituzione e Tratta Associazione Gruppo Abele Aliseo (Associazione contro l alcolismo) 1
Il Gruppo Abele e l Associazione Aliseo Da oltre vent anni il Gruppo Abele e l Associazione Aliseo si occupano di problemi legati all uso, abuso e alla dipendenza da alcol. I problemi alcolcorrelati, infatti, hanno grande rilevanza nel nostro Paese. Ogni anno in Italia muoiono 30.000 persone per alcol e per problemi correlati all uso/abuso di tale sostanza. Si sta sempre di più abbassando l età in cui si inizia a bere (dati recenti parlano di 11/12 anni) e si è modificato il modo in cui si beve: non più il bere che accompagna i pasti, ma il bere nel tempo libero. Di conseguenza si è abbassato il consumo di vino ed è aumentato quello di birra, superalcolici e, soprattutto tra i giovanissimi, dei cosiddetti soft-drinks che, a dispetto del loro aspetto fresco e dissetante, hanno un discreto contenuto alcolico. Nel corso di questi anni il Gruppo Abele e Aliseo hanno organizzato programmi di cura che prevedono disintossicazioni seguite da medici specializzati, sostegno individuale e di gruppo, inserimento in una struttura residenziale e programmi di prevenzione e sensibilizzazione indirizzati ad operatori, studenti, e in generale alla popolazione adulta del nostro territorio. Da alcuni anni il Gruppo Abele è impegnato anche nella realizzazione di progetti di protezione e inclusione sociale per vittime di tratta, in particolare per donne straniere vittime di violenza e sfruttamento per fini sessuali. Nel 2000 venne attivato dal Ministero per la Pari Opportunità il Numero Verde contro la Tratta, una linea telefonica gratuita alla quale è possibile chiamare per chiedere aiuto o per segnalare persone vittime di sfruttamento a scopi sessuali. Da quella data il Gruppo gestisce la postazione di Piemonte e Valle d Aosta. Le chiamate sono state centinaia. Il Numero Verde ha permesso a molte giovani donne, anche con figli, di uscire da situazioni di violenza e sfruttamento e di trovare nel nostro Paese un lavoro e una vita dignitosa oppure, se desideravano fare rientro nel Paese d origine, effettuando un rimpatrio assistito. Quasi la metà delle donne con cui siamo venuti in contatto in questi anni provengono dai Paesi dell Europa dell Est e di queste la grande maggioranza arriva dalla Romania, in particolare dalle zone della Moldavia rumena. Non solo. Quella rumena è la comunità più numerosa tra quelle presenti nella nostra città e a livello nazionale. Sono oltre 30.000 i rumeni presenti oggi a Torino, molti dei quali provenienti dalla regione della Moldavia rumena. E stato quindi inevitabile, per offrire servizi il più possibile adeguati ai bisogni delle persone, voler migliorare e approfondire la conoscenza di questo Paese: cultura, abitudini, stilli di vita, storia, situazione sociale ed economica. 2
Approfondimenti.Romania Abbiamo strutturato dal 5 al 23 aprile 2004 un ciclo di seminari Approfondimenti.Romania destinati ad operatori dei servizi pubblici e del privato sociale che gestiscono progetti a favore di persone rumene. Nel primo incontro erano presenti una giornalista rumena, un sacerdote ortodosso e una mediatrice culturale rumena. Le loro relazioni hanno offerto rispettivamente: uno spaccato dell evoluzione sociale ed economica della Romania negli ultimi trenta anni, dei cambiamenti del ruolo della donna all interno della famiglia e del rapporto uomo/donna; un quadro delle religioni presenti in Romania e del ruolo che svolgono nel tessuto sociale; l evoluzione del fenomeno del traffico degli esseri umani (uomini, donne, bambini) provenienti dalla Romania. Il secondo incontro è stato più specificamente dedicato al tema della tratta delle donne per scopi di sfruttamento sessuale. Vi hanno partecipato operatori del pubblico e del privato sociale che avevano maturato una significativa esperienza di lavoro con le donne rumene vittime di tratta. Obiettivo del seminario: interrogarsi sul proprio operare per individuare eventuali errori, punti di forza e possibili nuovi modalità da proporre nel lavoro con le donne rumene. La metodologia utilizzata è stata quella del focus group. Infine l ultimo incontro ha visto protagoniste le donne seguite nei percorsi di protezione e inclusione sociale con lo scopo di dar loro spazio e voce. Incontro con l Ambasciata di Romania Il 29 aprile 2004 si è tenuto un convegno, promosso dal Gruppo Abele, dall ASGI (Associazione Studi Giuridici sull Immigrazione) e dalla Regione Piemonte, sul ruolo dell Ambasciata di Romania L incontro faceva parte di un ciclo di incontri con le rappresentanze diplomatiche dei diversi Paesi di provenienza di persone vittime di tratta, finalizzati ad affrontare alcuni nodi problematici legati all applicazione dell art. 18 T.U. Immigrazione nei percorsi di reinserimento sociale. A seguito di questi incontri è stato prodotto il volume Si tratta di dialogare qui allegato. Viaggio in Romania Dal 23 al 27 giugno 2004 Mirta Da Pra Pocchiesa (rappresentante del Gruppo Abele nel Coordinamento Nazionale Caritas contro la Tratta) ha effettuato, con altri membri del Coordinamento, un viaggio a Bucarest, Jasi, Galati, Butea nel corso del quale ha visitato centri e servizi gestiti dalla Caritas Italiana e da organizzazioni rumene ed ha potuto incontrare operatori religiosi e laici che operano in servizi sociali e sanitari a favore delle fasce più deboli della popolazione. I resoconti del viaggio hanno rappresentato un ulteriore importante elemento di conoscenza e comprensione della realtà della Romania che abbiamo socializzato al nostro interno. 3
Contatti con realtà che lavorano in Romania Sempre nell ottica di acquisire informazioni e accrescere le nostre competenze, abbiamo preso contatto con l Associazione bambini in Romania e con Don Gino Rigodi, responsabile dell Associazione Comunità Nuova impegnati in Romania in progetti di aiuto ai minori. Nel contempo sono state ricontattate tutte le persone incontrate nel viaggio in Romania ed è stato loro illustrato il progetto L Altro nel bicchiere. Analogo coinvolgimento è stato fatto nei confronti delle suore dell USMI attraverso l elenco fornitoci da Suor Eugenia Bonetti che a sua volta ha attivato momenti specifici di formazione. Sono stati altresì contattati e informati gli operatori del Comune di Torino (e la cooperativa che gestisce il progetto) che stanno lavorando a Butea e dintorni con l obiettivo di far nascere una comunità volta all accoglienza dei minori rumeni rimpatriati da Torino. Infine è stato aperto un canale di collaborazione con l Associazione Acmos che sta attivando un progetto dedicato alla comunità romeno-moldava di Torino finalizzato a favorire l accesso e la fruizione dei servizi del territorio. L Altro nel bicchiere Il progetto L Altro nel bicchiere nasce, grazie al finanziamento della Caritas Nazionale, da una serie di stimoli fornitici dal lavoro diretto con le persone rumene e dai percorsi formativi che abbiamo effettuato. Spesso dai racconti delle donne rumene vittime di violenza e sfruttamento che abbiamo accompagnato in percorsi di emancipazione e integrazione sociale emergevano le difficili condizioni di vita nel Paese d origine e soprattutto veniva evidenziato un generalizzato abuso di alcol nelle famiglie, tale da condizionare pesantemente i rapporti e destabilizzare le relazioni affettive. Questo spaccato sulla diffusione dell alcol tra la popolazione rumena (in particolare nell area delle città premontane e dei paesi della Moldavia rumena) è confermato anche dalle biografie di molte altre donne provenienti dagli stessi territori e arrivate in Italia per realizzare un progetto migratorio, in grado di sollevarle da situazioni sociali di grande sofferenza in cui la dipendenza da alcol da parte del capofamiglia o di altri componenti maschili della stessa è spesso causa di ulteriore degrado e violenza. Anche nelle comunità moldavo-rumene locali, da poco inserite o ancora ai margini di una reale integrazione nel nostro territorio si evidenziano da parte delle donne richieste di aiuto in conseguenza di comportamenti indotti dall assunzione di grosse quantità di alcol da parte dei loro partner, in particolare nei fine settimana, che sfociano in violenze domestiche. 4
Ma esiste anche un bere femminile. E un bere meno visibile e molto più silenzioso, ma non meno problematico e inquietante. Per un numero crescente di donne immigrate il ricorso all alcol rappresenta soprattutto l anestetico da utilizzare nei momenti in cui la solitudine si fa più pesante e le difficoltà meno facilmente sostenibili. Spesso l alcol aiuta a reggere il lavoro in strada, e non solo d inverno. Alla luce di tutto ciò, insieme con l Associazione Aliseo abbiamo costruito il progetto L Altro nel bicchiere finalizzato a realizzare attività nel territorio della città di Torino e nella Moldavia rumena. In particolare: realizzare attività formative e di sensibilizzazione al problema dell alcol presso le comunità rumene presenti sul territorio piemontese; offrire ad operatori rumeni l opportunità di effettuare percorsi formativi e stage residenziali presso strutture e servizi di accoglienza per stranieri gestiti dalla nostra organizzazione; introdurre una cultura della moderazione rispetto agli stili di assunzione e successivamente ad individuare dei percorsi di cura adeguati ai bisogni delle persone. svolgere attività di accoglienza a favore di uomini e donne immigrati dalla Romania che presentano problematiche alcol correlate; sperimentare il coinvolgimento delle persone locali immigrate, sensibilizzate o che hanno condotto un percorso riabilitativo in Italia, per stimolare l avvio e lo sviluppo di gruppi di auto-aiuto. effettuare incontri e momenti di scambio con realtà locali attive nella zona della Moldavia rumena al fine di favorire la costruzione di una metodologia di intervento nelle situazioni di abuso e dipendenza da alcol quanto più possibile efficace, individuando nel contesto locale la metodologia più adeguata. L obiettivo delle azioni da svolgere in Romania, in particolare nei territori della Moldavia rumena sono da un lato quello di accrescere la sensibilizzazione nei confronti del problema e produrre una spinta al cambiamento, dall altro quello di fornire ad operatori locali già impegnati nella gestione di progetti e servizi a favore delle fasce più deboli della popolazione nuovi strumenti che permettano di dare impulso a progetti specificamente dedicati al trattamento dell abuso e della dipendenza da alcol. Va in questa direzione la proposta di un percorso di formazione per operatori rumeni da effettuare a Torino a cura del Gruppo Abele e di Aliseo. Sul territorio di Torino il progetto l Altro nel bicchiere vuole essere una possibilità che si aggiunge ai servizi già attivati per le persone con problemi di abuso e dipendenza da alcol. Una possibilità particolarmente pensata per coloro (ad esempio chi è irregolarmente presente sul territorio) che fanno più fatica ad avvicinarsi ai servizi istituzionali e agli sportelli gestiti dagli enti pubblici. 5
Rapporto di attività del progetto Il progetto L Altro nel bicchiere è iniziato nell estate 2004. Si è ritenuto essenziale fin dalla fase progettuale il confronto con persone rumene, in quanto portatrici di saperi, competenze, esperienze, Si è costituito perciò un gruppo di lavoro formato da operatori del Gruppo Abele impegnati nei progetti a favore delle vittime di tratta e operatori dell Associazione Aliseo che, nel periodo ottobre 2004/giugno 2005 ha attuato una serie di azioni: -Focus group Nell ottobre 2004 è stato organizzato un focus group finalizzato ad un confronto ampio sul tema del bere problematico e ad avere un quadro quanto più possibile completo della situazione della comunità rumena presente a Torino. Al focus group hanno partecipato circa quaranta operatori del pubblico e del privato sociale (tra cui mediatori culturali, sacerdoti rumeni cattolici e ortodossi, operatori sociali che lavorano con gli zingari) impegnati in progetti e servizi a favore degli immigrati e in particolare delle persone rumene. L incontro ha confermato i dati di cui disponevamo, in particolare riguardo il problema dell uso/abuso di alcol tra la popolazione rumena. Il problema esiste e porta con sé conseguenze gravi sia sul piano familiare che su quello sanitario, sociale ed economico. E un problema ancora sottostimato dalla popolazione che tende ad attribuire al bere un valore culturale e sociale e a sottovalutarne gli aspetti problematici. La Chiesa rumena (quella ortodossa in particolare, ma anche la chiesa cattolica) ha un ruolo centrale della come punto di riferimento per la popolazione. I religiosi sono spesso i più ascoltati come consiglieri dagli uomini, dalle donne e soprattutto dalle famiglie. Un percorso di sensibilizzazione non può quindi prescindere da un coinvolgimento forte delle chiese rumene di Torino. -Gruppo di lavoro ristretto Successivamente si è costituito un gruppo di lavoro ristretto col compito di procedere alla realizzazione delle attività previste dal progetto. Anche in questa fase si è ritenuto essenziale il pieno coinvolgimento nel progetto di persone rumene. Pertanto del gruppo di lavoro fanno parte oltre ad operatori del Gruppo Abele e dell Associazione Aliseo, alcune mediatrici culturali rumene, Don Anton Jicmon, vice parroco nella chiesa cattolica di San Luca, una parrocchia di Torino che vede una significativa presenza di immigrati rumeni e Padre Lucian Rosu, parroco della chiesa ortodossa Santa Croce della nostra città e responsabile del Drop In (centro diurno a bassa soglia) e del dormitorio per stranieri gestito dal Gruppo Abele. E stato così possibile realizzare un confronto tra approcci culturali, di comunicazione e metodologici differenti e costruire un metodo di lavoro cha ha dato risultati concreti. 6
-Percorso formativo Nel periodo dicembre 2004-gennaio 2005 abbiamo organizzato un percorso formativo con l obiettivo di intrecciare i temi dell abuso di alcol con quelli dell immigrazione e del fenomeno del traffico di persone. Il corso è stato curato da formatori del Gruppo Abele, di Aliseo e si è avvalso della collaborazione di un medico neurologo, da anni impegnato nello studio, nella diagnosi e nella cura di soggetti alcoldipendenti. -Materiale informativo (volantino allegato) E stato prodotto un volantino, in italiano e in rumeno, che illustra i rischi connessi ad un abuso di sostanze alcoliche e fornisce indirizzi di servizi territoriali di accoglienza e cura aperti anche alla popolazione immigrata. -Serate con la popolazione rumena (marzo 2005) Sono state organizzate due serate con la popolazione rumena presente sul territorio della città di Torino presso la Parrocchia cattolica di San Luca e presso la Chiesa Ortodossa Rumena di Santa Croce, entrambe a Torino. In entrambe le occasioni vi è stata una partecipazione notevole di persone che si sono dimostrate attente e interessate e che hanno interagito coi relatori attraverso domande e considerazioni. Ad entrambe le serate era presente Giuseppe Scarzella, medico neurologo, esperto nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi alcolcorrelati. Dalle numerose domande che gli sono state rivolte traspariva la preoccupazione per quello che, da usanza, da elemento di coesione sociale diventava presto e facilmente un grave problema di salute. Oltre alle informazioni di ordine medico e sanitario, nelle due serate si è affrontato (con l intervento di uno psicologo del gruppo Abele e del responsabile dell Associazione Aliseo) il tema dei danni sociali derivanti da un uso eccessivo di alcol e di quali ripercussioni esso possa avere sui rapporti affettivi, sulla famiglia, sul rapporto coi figli, sull andamento del lavoro. In conclusione di serata è stato presentato il Centro di Accoglienza dell Associazione Aliseo al quale chiunque abbia problemi alcolcorrelati o sia a conoscenza di qualcuno con questi problemi può rivolgersi nella garanzia del più completo rispetto della privacy, sicuro di trovare un operatore preparato e disponibile e una mediatrice culturale rumena. -Presentazione e promozione del progetto (aprile-giugno 2005) Si sono effettuati incontri presso i vari servizi socio sanitari e gli sportelli a cui affluiscono le persone rumene presenti a Torino. Gli incontri hanno coinvolto i responsabili e gli operatori degli Sportelli ISI, di alcune A.S.L., dei servizi di bassa soglia per stranieri (Drop In gestito dal Gruppo Abele, dormitori comunali, Drop In gestito dall ASL 3 di Torino), le assistenti sociali degli ospedali Giovanni Bosco, Martini e Molinette di Torino. 7
Il 2 giugno abbiamo effettuato un incontro al Drop In a cui hanno partecipato le persone rumene che utilizzano il servizio. -Richieste di aiuto Successivamente alle due serate organizzate nel mese di marzo sono arrivate agli operatori di Aliseo le prime richieste di aiuto da parte di persone rumene. Tutti i colloqui sono gestiti con l aiuto di una mediatrice culturale, il cui ruolo è fondamentale per superare difficoltà culturali, linguistiche e per mettere la persona pienamente a proprio agio. Il lavoro fin qui svolto ha confermato la centralità all interno del progetto delle persone rumene. Alla luce di questo elemento il gruppo di lavoro si sta dedicando all individuazione di opinion leaders all interno delle comunità di immigrati rumeni potenzialmente interessati ad approfondire i problemi legati all abuso e dipendenza di alcol e alla costituzione presso le comunità e le chiese rumene di un gruppo di operatori volontari, debitamente formati rispetto alla problematica, in grado di fare da ponte verso i servizi territoriali, per il trattamento delle situazioni di alcoldipendenza e di fungere da moltiplicatore del messaggio di sensibilizzazione e prevenzione. Queste figure dovrebbero facilitare il contatto con le persone nei luoghi di aggregazione spontanea (giardini pubblici e zone individuate della città) e nei pressi dei discount market che vedono una forte presenza di acquirenti tra la popolazione rumena. Obiettivo ultimo sarà l avviamento di un gruppo di auto aiuto, insieme ai familiari, che utilizzi le tecniche del peer support, per il trattamento di quelle situazioni non raccordabili ai servizi territoriali. -Realizzazione di azioni in Moldavia rumena. La prima azione consiste nell individuazione di figure significative di operatori rumeni cui offrire gli strumenti formativi che permettano loro di diventare moltiplicatori di una metodologia efficace nel loro paese di origine. Gli obiettivi sono di favorire l avviamento, con la collaborazione dei servizi locali e delle organizzazioni sociali disponibili, di percorsi di aiuto per le persone alcoldipendenti e le loro famiglie, individuando nel contesto locale la metodologia più adeguata. La seconda azione prevede l organizzazione di momenti di scambio e di lavoro con operatori attivi nel territorio della Moldavia rumena cui parteciperanno gli operatori italiani preposti al progetto e gli operatori rumeni che hanno partecipato alla formazione in Italia. Ciò al fine di favorire la diffusione di specifiche competenze e metodologie. E stata valutata la possibilità di scambio presso il Gruppo Abele e l Associazione Aliseo da proporre ad un piccolo gruppo di operatori locali che avrà luogo a Torino nel mese di settembre.. 8