Relazione sul progetto I fabbricanti del cioccolato Il giorno12 febbraio la classe I A della Scuola Secondaria C. Goldoni ha partecipato all'uscita didattica al punto vendita della Coop di Fiesso d'artico. Anche la classe IB ha partecipato al progetto con le medesime attività, ma in giorni diversi e con diversi accompagnatori. La classe è stata accompagnata dalle professoresse Barzan e Guglielmo e da un'esperta di consumo consapevole e di cioccolato di nome Monica. L'esperta ci ha fatto accomodare nel magazzino dov'erano stoccati alcuni prodotti ed ha cominciato la sua lezione facendoci delle domande sul cacao. Quasi tutti noi lo confondevamo inizialmente con il cioccolato. Una volta chiarita la differenza, Monica, l'esperta, ci ha fatto vedere delle immagini sulla coltivazione del cacao. Come si coltiva il cacao? Dopo di che ha aggiunto oralmente particolarità sulla coltivazione del cacao, ad esempio ci ha insegnato che si coltivano nelle zone equatoriali: in Brasile, in Colombia ed anche in Africa. Ogni albero produce circa 80 cabosse due volte all'anno.
Ogni cabossa contiene 30 semi di cacao disposti in 5 file. Le cabosse sono appese anche al tronco e non solo sui rami. Gli alberi vengono mantenuti bassi perché a lavorare nelle piantagioni ci sono anche i bambini. Una volta che le cabosse sono mature vengono aperte, vengono estratti i semi che vengono vengono messi in delle ceste e coperti con foglie di banano e messi sotto terra per circa una settimana a fermentare. Poi si tolgono da là e vengono disposti su dei teli e messi ad essicare al sole. Gli alberi di cacao sono di tre tipi: 1. CAIROLI 2. FORASTERO 3. TRINITARIO (prodotto dall'incrocio degli altri due) L'esperta, dopo averci spiegato cos'era una cabossa, ce ne ha fatto vedere una dal vivo, ma non come quelle sulle immagini, perché quella in suo possesso era essiccata. Ogni cabossa contiene 30 semini disposti in 6 file da 5 semini ognuna. L'esperta ha tirato fuori una ciotola con dentro parecchi semi di cacao. Monica ha fatto il giro facendoci annusare i semini, che ovviamente odoravano di cacao. Ma come si ottiene il cioccolato? Per ottenere il cioccolato vero e proprio, oltre al cacao, bisogna aggiungere alla lavorazione altri ingredienti. Con la parte grassa dei semini di cacao, cioè il burro di cacao e l'aggiunta di altri ingredienti si ottiene il cioccolato bianco.
E poi: assaporare! Ci sono tanti tipi di cioccolata, ma quelli base sono: il cioccolato fondente, quello più amaro, quello al latte e il bianco. E' a questo punto che è arrivata la parte più dolce e interessante dell'uscita! L'esperta ci ha offerto tre barrette di cioccolata ognuna diversa. Diceva che bisogna assaporare il cioccolato con tutti i cinque sensi. Così si sentiva poteva apprezzare meglio anche il gusto. Il primo senso che abbiamo usato è stata la vista, nel discernere le tre diverse colorazioni: marrone scuro, marrone chiaro e bianco/giallino. In secondo luogo ci si deve concentrare sull'udito perché si capisce molto sulla qualità del cioccolato dal suono che produce quando si spezza. Più è forte lo scrocchio e meno burro di cacao c'è, quindi la percentuale di cacao è più alta. Dopo avere spezzato i quadratini per tutti noi ce li ha offerti e ci ha invitato a usare il tatto, cioè dovevamo capire come è fatto quando lo si tocca. Abbiamo sentito delle differenze tra l'uno e l'altro, ma la cosa che abbiamo notato subito è che il cioccolato bianco ha iniziato subito a sciogliersi al contatto con il nostro calore perché è fatto essenzialmente di burro di cacao. Poi dovevamo sentire l'aroma con l'odorato e abbiamo tutti confermato che il più intenso era quello fondente. Finalmente lo si poteva gustare, tenendolo in bocca prima di deglutire, il momento migliore della degustazione!
Essere coltivatori di cacao: in quali condizioni? Dopo una settimana Monica è venuta in classe nostra per farci fare un gioco di ruolo. Monica ci ha divisi in 3 gruppi (due da 6 e uno da 7) così facendo lei era il capo dell'azienda del cacao (fasenda) e noi i suoi lavoratori. Ogni gruppo aveva un capo che doveva comprare da mangiare per il gruppo, ma questo dopo aver guadagnato duramente il denaro. Il nostro compito era produrre cabosse piene di semi. Ogni cabossa, se era fatta bene, costava 15 minreils (moneta brasiliana), con il denaro guadagnato si dovevano comprare almeno tre cose da mangiare. Prima di cominciare il gioco Monica ci aveva dato una colla, una forbice, una matita, un foglio di carta bianca e carta crespa marrone. Il gioco prevedeva che il gruppo che disegnava più cabosse avrebbe vinto. Monica ci aveva dato anche una sagoma di una cabossa per aiutarci a disegnarla su un foglio. La carta crespa serviva a fare i semini nelle cabosse. Alla fine del gioco l'esperta ci ha letto due diari di due bambini. Il primo bambino aveva i genitori che raccoglievano le cabosse, l'altro invece aveva
il papà che trasportava i sacchi di cacao per una cooperativa organizzata dal commercio equo-solidale. La seconda bambina aveva la possibilità di andare a scuola, al contrario della prima. Tutto dipendeva dal lavoro che facevano i genitori dei bambini. Noi, per aiutare i lavoratori delle piantagioni di cacao, dovremmo acquistare i prodotti che hanno il simbolo del fairtrade (quello in foto) perché, così facendo, abbiamo la garanzia che essi saranno pagati in percentuale maggiore e avranno una vita migliore.