Disturbi del Comportamento Alimentare nell infanzia e nell adolescenza Il percorso socio sanitario e la rete dei servizi 14 MARZO 2015 CENTRO CONGRESSI INTERBRENNERO, VIA INNSBRUCK, 15 TRENTO Aldo Genovese Responsabile CDCA APSS - Trento
TAVOLA ROTONDA Integrazione degli interventi nella gestione di casi di DCA L equipe multidisciplinare, la rete dei servizi, l integrazione socio-sanitaria Aldo Genovese Responsabile CDCA APSS - Trento
DCA: Paradigma della complessità L adozione di un modello interpretativo biopsicosocialedei disturbi del comportamento alimentare determina un approccio terapeutico multimodale la cui gestione operativa avviene nel gruppo di lavoro.
DCA: Paradigma della complessità La pratica del trattamento multimodale dei DCA richiede una valutazione diagnostica multi assiale e quindi una attenta indagine sulle condizioni psicopatologiche e medico/nutrizionali, sulle condizioni familiari e psicosociali, in base alle quali fondare un progetto terapeutico mirato e personalizzato che può includere l integrazione di trattamenti psicoeducazionali, ospedalieri, farmacologici, riabilitativo-nutrizionali, psicoterapeutici individuali e familiari ma anche di interventi sul territorio in partnership con i Servizi Sociali e il Privato Sociale
DCA: Paradigma della complessità L 0biettivo primario del trattamento multimodale nei DCA è l integrazione degli interventi terapeutici sanitari e sociali all interno di un progetto terapeutico unitario, concordato con la paziente e i suoi familiari, la cui regia, specie nelle situazioni in cui ci si avvale di risorse di rete, è affidata a un caremanager in grado di presidiare i diversi livelli di comunicazione e coordinare i passaggi tra i diversi livelli di cura e i diversi servizi.
In questo contesto l organizzazione stessa diventa il sistema curante fondamentale.
Integrare Un modello di trattamento integrato ha anche una funzione integrativa: aiuta il paziente ad integrare le diverse parti della propria sofferenza e di sé. di decentrarsi momentaneamente rispetto al sintomo e di osservare grazie all interazione con le diverse figure professionali dell èquipe la propria condizione, dandole una fisionomia, riconoscendone le caratteristiche di malattia, quindi di condizione suscettibile di guarigione
Su queste premesse è indispensabile una elevata capacità dei professionisti di diverse discipline di lavorare insieme in modo integrato sul principio della condivisione del modello di cura e sul rispetto delle specifiche competenze. Tale modello di lavoro richiede una formazione specifica, elevate competenze relazionali e di comunicazione all interno dell èquipe curante.
La messa in campo delle varie professionalità fa sì che tutti i versanti coinvolti (organico, psicologico, nutrizionale, sociale) siano valutati in modo specialistico e professionalmente qualificato. Nessuna delle distinte osservazioni, per quanto specializzata e di elevato livello è di per sé sufficiente
A caratterizzare l èquipe terapeutica è il meta-pensiero che origina dall unione degli operatori ed evolve grazie all interscambio continuo tra di essi: è l èquipe che conosce il paziente, non il singolo operatore, è l èquipe che costruisce nel tempo un pensiero sulla storia e sulla personalità del paziente, è l èquipe che elabora un progetto terapeutico per il paziente e con il paziente e ogni azione del singolo componente trae legittimazione e fondamento dalla sua utilità alla realizzazione del fine comune: il maggiore benessere possibile del paziente
Sistema curante Il sistema di cura è formato da differenti livelli assistenziali tra di loro coordinati. Lo scopo del trattamento è abbinare il livello e l intensità dei servizi terapeutici più attentamente possibile con i bisogni che si presentano (matching). Per realizzare un sistema efficace che soddisfi le varie esigenze di trattamento, deve agire un processo composto da screening, valutazione, coordinamento e revisione del trattamento. Dato che il bisogno di trattamento evolve nel tempo, la valutazione deve essere un processo continuo, che in sé richiede diversi livelli di intensità. La valutazione continua dovrebbe contribuire ad organizzare il percorso terapeutico (U. Nizzoli, 2011).
La rete La rete è lo strumento attraverso il quale si eseguono le azioni di volta in volta individuate per prevenire o curare i vari stati di patologia. Per il suo buon funzionamento la rete ha necessità di armonia, formazione e appropriato coordinamento interno La rete è anche il metodo di lavoro ritenuto più adeguato e più efficace per intercettare i DCA La rete è un sapere specifico: sapere cooperare, sapere interagire, sapere progettare assieme, sapere gestire assieme, sapere comunicare
La rete multi-agenzia Prevenzione Scuola Genitori Palestre Scuole di danza ASS. FAM. Privato sociale Scuola CDCA Agenzie culturali e sociali MMG PLS CDCA Sistema Scuola Paziente CDCA Genitori famiglia CSM SeRD SERV. SOC Progetti di ricerca Università Coordinamento nazionale Comunità Terapeutica Ricovero H24 DH/DS Provincia Autonoma Assessore Mezzi di informazione
La rete è un sistema complesso I sistemi complessi sono sistemi aperti (interagiscono con l ambiente) costituiti da: - tante componenti più o meno complesse - che interagiscono tra loro attraverso numerosissime interazioni locali non lineari
Interazioni lineari A C E B D Interazioni lineari (c è una sequenza) Il sistema NON è complesso
Interazioni non locali A C E B D Interazioni non locali (c è un Hub componente centrale Il sistema NON è complesso
Interazioni locali non lineari A C E B D Interazioni locali non lineari (non in sequenza) Il sistema è complesso
In un sistema complesso, le parti non sono semplicemente una accanto all altra: esse sono in grado di sviluppare comportamenti collettivi. tali sistemi si autoorganizzano L autoorganizzazionederiva dalla integrazione delle parti che lo compongono; L integrazione produce un funzionamento armonioso e flessibile; La sua compromissione genera caos, rigidità o entrambi
Complessità tra rigidità e caos In assenza di integrazione un sistema complesso può oscillare tra rigidità e caos. La capacità di operare cambiamenti permette al sistema di adattarsi all ambiente, ma una flessibilità eccessiva può portare a stati caotici, d altra parte una eccessiva rigidità riduce le capacità di cambiamento e di adattamento del sistema. L integrazione il legame tra le parti distinte- è il processo che consente il movimento del sistema in maniera flessibile e coerente, come un coro che canta in armonia.
Per Holland era centrale l idea che i sistemi complessi adattativi, accumulando esperienza, continuano a riesaminare e riordinare i loro mattoni aumentando la loro complessità e autoorganizzazione.
Gestione della rete: il care-manager o coordinatore delle cure Figura chiave per navigare all interno della rete terapeutica complessa, per facilitare i passaggi, le consegne, le verifiche e che sappia stare in costante rapporto con il paziente. FUNZIONI: Implementare, gestire e rivedere i programmi terapeutici debitamente documentati (strumenti facilmente applicabili) tramite la continua valutazione dello stato del paziente e delle azioni cliniche; Coordinare la cura nel suo dipanarsi lungo la gamma dei servizi; Dare origine agli invii da un presidio ad altro reputato più appropriato; Comunicare con gli altri professionisti coinvolti; Restare permanentemente in contatto col paziente; Effettuare follow-up precoce dei pazienti dimessi; Riagganciare il paziente in drop-out; Attivarsi dopo la ripresa della patologia (U. Nizzoli, 2011)
Gestione della rete: favorire l auto-motivazione Se il care-manager ha il compito prevalente di coordinare pianificre e presidiare. Per garantire il massimo coordinamento gestionale, deve anche fare leva su una visione condivisa, creare le condizioni favorevoli per l apprendimento e l innovazione continua, presidiare nel tempo l evoluzione del contesto, creare auto-motivazione( Lowney, 2005) Nel modello manageriale complesso, potrebbe sembrare che la leadership del manager sia meno importante, ma non è così. In una logica di auto-organizzazione, secondo Vicari (1998): Le funzioni del leader si accrescono, non diminuiscono.
Conclusioni Vi è la necessità di condividere valori (intesi come etica delle relazioni), cultura (concepita come patrimonio specifico di conoscenze e nozioni organicamente legate fra loro che contribuiscono in modo sostanziale alla formazione della personalità di un singolo o di una organizzazione) e linguaggi (interpretati come codici di interazione, portatori di significati impliciti).