Indagine conoscitiva sul sistema di finanziamento delle imprese agricole



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Transcript:

XIII Commissione Agricoltura Indagine conoscitiva sul sistema di finanziamento delle imprese agricole Giorgio Gobbi Servizio Studi di struttura economica e finanziaria della Banca d Italia Camera dei Deputati 7 aprile 2010

1. Introduzione Il comparto dell agricoltura silvicoltura e pesca contribuisce per l 1, per cento alla formazione del valore aggiunto dell economia italiana, occupa il 5,2 per cento delle unità di lavoro e a esso è destinato il,1 per cento del credito concesso alle imprese dagli intermediari vigilati dalla Banca d Italia. Ad ogni euro di valore aggiunto prodotto in agricoltura ne corrisponde 1, di credito concesso allo stesso comparto produttivo, un valore elevato se confrontato con i principali settori di attività economica; per l industria in senso stretto il rapporto è pari all unità. Già questi indicatori elementari mostrano come il settore primario si caratterizzi per un elevato fabbisogno di risorse finanziarie per attivare i processi produttivi. Oltre al credito concesso dalle banche e dagli altri intermediari, le fonti disponibili alle imprese agricole per far fronte a queste esigenze sono il capitale di rischio e, verosimilmente in misura più ampia rispetto alle unità produttive di altri settori, i contributi che sotto varie forme sono forniti dal settore pubblico. Questo intervento intende illustrare le caratteristiche dei finanziamenti forniti dagli intermediari alle imprese agricole, desumibili da un esame delle statistiche raccolte dalla Banca d Italia nello svolgimento delle sue funzioni istituzionali. Si tratta di informazioni di natura aggregata che non sono in grado di rendere conto, se non in misura molto contenuta, delle grandi differenze esistenti tra diverse categorie di imprese in ragione della dimensione, della specializzazione produttiva, delle tecnologie impiegate. La diffusa presenza di piccole e piccolissime aziende, che adottano sistemi contabili assai semplificati, riduce notevolmente la possibilità di interpretare i dati relativi all indebitamento bancario con le informazioni di bilancio. Pur con queste limitazioni, l esame delle statistiche disponibili consente di individuare alcuni tratti salienti, che possono essere schematicamente riassunti in quattro punti illustrati nel prossimo paragrafo e approfonditi nei successivi. 3

2. Il finanziamento delle imprese agricole In primo luogo, nel decennio appena concluso se si esclude l ultimo periodo coincidente con lo sviluppo della crisi finanziaria e della recessione il credito bancario alle imprese agricole è cresciuto a ritmi sostenuti, analoghi a quelli registrati per il complesso degli altri settori produttivi. In presenza di una dinamica assai contenuta del valore aggiunto nel comparto è aumentato in misura consistente il grado di indebitamento. Nell ultimo biennio, in cui domanda e offerta di credito sono state significativamente condizionate dalla crisi, l aumento dei prestiti all agricoltura è stato maggiore di quello rilevato per il complesso delle imprese. In secondo luogo, la crescita dei finanziamenti bancari è stata resa possibile dal progressivo allineamento dei tassi d interesse richiesti alle imprese agricole a quelli degli altri settori. Vi ha contribuito la stabilizzazione delle insolvenze su valori contenuti. Le residue differenze in termini di costo del credito sono interamente riconducibili alla dimensione media delle imprese, più contenuta nel caso dell agricoltura. È significativamente diminuita la quota di finanziamenti assistiti da agevolazioni in conto interessi. Seguendo una tendenza generale che ha interessato l intero sistema produttivo italiano, si è ridotto il peso dei prestiti a breve termine, a vantaggio di un maggior equilibrio nello stato patrimoniale delle imprese. In terzo luogo, come si è già detto, nonostante le ampie trasformazioni intervenute, l organizzazione della produzione agricola si caratterizza ancora per il peso assai rilevante di aziende di piccole e piccolissime dimensioni; al pari degli altri comparti, questa classe di imprese incontra difficoltà e costi per l accesso al credito relativamente maggiori. Studi condotti in Banca d Italia mostrano che questi ostacoli sono parzialmente mitigati dalla disponibilità di strumenti e dall attività di operatori che favoriscono l incontro tra domanda e offerta di credito, quali ad esempio i consorzi fidi. I dati disponibili mostrano come nel comparto dell agricoltura la quota dei prestiti alle imprese di minore dimensione garantiti dai confidi sia inferiore a quella registrata negli altri comparti. Infine, i dati di bilancio relativi alle imprese indicano che per le aziende agricole di medie e grandi dimensioni il peso degli oneri finanziari, ovvero la quota di redditività operativa assorbita dagli interessi passivi, è superiore rispetto a quanto osservato in altri comparti; ciò

appare dovuto non tanto a differenze nel grado di indebitamento (rapporto tra debito e capitale) bensì a livelli di produttività più contenuti. In sintesi, dall esame dalle informazioni aggregate sul credito, le condizioni e i costi di accesso ai finanziamenti praticati dagli intermediari non appaiono in alcuna misura penalizzanti per le imprese agricole. Di contro, la forte crescita dell indebitamento realizzatasi negli ultimi anni, a fronte di una stasi nella dinamica del valore aggiunto del settore, potrebbe richiedere incrementi altrettanto sostenuti nella produttività per garantire la sostenibilità del debito. 3. Il credito bancario Nel passato decennio i finanziamenti bancari all agricoltura sono aumentati a un ritmo molto sostenuto: tra il 1999 e il 2009 il tasso di crescita annuo dei prestiti è stato approssimativamente del 7 per cento, un valore in linea con quello registrato per il complesso delle imprese. Se la quota del credito affluito alle imprese agricole è rimasta relativamente stabile, quella del valore aggiunto del settore si è invece significativamente ridotta, di oltre un punto percentuale. Il risultato è stato un forte incremento del volume di debito per unità di prodotto. Alla crescita dei finanziamenti bancari hanno contribuito fattori di domanda e di offerta. Dal lato della domanda sono da annoverare le trasformazioni strutturali del settore, che hanno portato alla riduzione nel numero delle aziende e degli addetti e alla progressiva concentrazione della produzione nelle imprese a più alta intensità di capitale; la riduzione del volume dei trasferimenti pubblici; la rimodulazione di numerosi strumenti di sostegno. Tutti questi fattori possono aver accresciuto l esigenza di ricorrere agli intermediari. L estensione e la rilevanza di questi cambiamenti trova ampia conferma nella documentazione raccolta nel corso di questa indagine conoscitiva. Tra i fattori di offerta, gli effetti più rilevanti sono derivati da un lato dalle condizioni generali del mercato del credito, particolarmente favorevoli per i prenditori, che hanno caratterizzato ampia parte del decennio; dall altro dai cambiamenti strutturali intervenuti nel settore bancario, che hanno innalzato la concorrenza tra gli intermediari. 5

La lunga fase di stabilità monetaria negli anni precedenti la crisi finanziaria si è riflessa in tassi di interesse sui prestiti contenuti e nell assenza di marcate tensioni sui mercati del credito. Le imprese italiane ne hanno beneficiato sia per il basso e stabile costo unitario dei fondi raccolti presso gli intermediari, sia per la possibilità di stabilizzare le fonti di finanziamento attraverso un allungamento delle scadenze del debito. Per le imprese agricole i tassi di interesse sui prestiti a breve termine sono stati, in media, prossimi all 8 per cento; alla fine del 2009 erano pari al per cento; i tassi sui finanziamenti a medio e a lungo termine, mediamente pari al 5 per cento nel decennio, lo scorso dicembre erano pari al 3, per cento. La differenza di circa 70 punti base tra i tassi bancari richiesti alle imprese agricole e le altre imprese è interamente dovuta al maggior peso tra le prime di unità di minori dimensioni. Il divario, infatti, si annulla se si confrontano i tassi praticati a classi di imprese omogenee per dimensioni. Più del 70 per cento dei prestiti alle imprese agricole è a medio e a lungo termine, una quota superiore di circa 15 punti percentuali rispetto a quella registrata all inizio del decennio. Larga parte dei nuovi finanziamenti a medio e a lungo termine sono stati erogati a tasso variabile. Un altro fattore che ha contribuito ad ampliare l offerta di finanziamenti al settore è stato il proseguimento del processo di ristrutturazione dell industria bancaria italiana. Dopo il superamento normativo della specializzazione del credito intervenuto nella prima metà degli anni novanta e le difficoltà che interessarono importanti segmenti del sistema per un periodo non breve dopo la recessione del 1993-9, nel decennio scorso i mercati del credito hanno beneficiato dei guadagni di efficienza degli intermediari. Si è innalzato il livello della concorrenza e si sono verificati significativi spostamenti nelle quote di mercato. La competizione nel segmento dei prestiti alle imprese agricole ha condiviso le tendenze che hanno interessato il mercato nel suo complesso. È aumentata in modo significativo la quota delle banche di dimensioni più contenute, soprattutto di quelle radicate nelle economie locali. La prevalente specializzazione di questi intermediari nel finanziamento delle piccole e medie imprese può aver costituito una condizione favorevole per l accesso al credito anche delle aziende agricole. La robusta crescita del credito alle imprese agricole ha interessato tutte le aree del Paese ed è stata favorita da tassi di insolvenza più contenuti rispetto agli altri comparti di attività. A partire dalla metà del 2007, con il dispiegarsi degli effetti della crisi finanziaria

internazionale prima e della recessione poi, il credito ha rallentato per tutte le tipologie di imprese e dalla fine del 2008 la qualità del credito ha subito un marcato deterioramento. La crescita dei prestiti all agricoltura, pur risentendo delle condizioni generali dell economia, è stata più sostenuta e i tassi di insolvenza delle imprese agricole hanno registrato un incremento più contenuto.. Il finanziamento delle piccole imprese La diffusa presenza di imprese di piccola e piccolissima dimensione in agricoltura ha un immediato riscontro nelle statistiche relative al credito. Poco meno del 70 per cento dei prestiti erogati a questo settore fa capo a imprese con meno di 20 addetti, a fronte di una quota inferiore al 20 per il complesso delle imprese. Considerando le sole imprese censite dalla Centrale dei rischi, ossia quelle con un indebitamento superiore ai 30.000 euro, il 90 per cento delle imprese agricole ha meno di 20 addetti, mentre la quota per il totale è del 0 per cento. Negli anni passati la piccola dimensione non ha rappresentato un ostacolo per l accesso al credito per le imprese agricole. Le piccole imprese, tuttavia, presentano caratteristiche tali da essere comunque in una posizione di svantaggio rispetto alle unità produttive più grandi. In primo luogo, il costo del credito per le aziende minori è più alto in ragione di una loro maggiore rischiosità, del loro limitato potere contrattuale e della maggiore incidenza dei costi amministrativi su prestiti di ammontare contenuto. A parità di indebitamento, tassi di interesse più elevati si riflettono in un servizio del debito più alto, che indebolisce la capacità di autofinanziamento. In secondo luogo l informazione che le piccole imprese sono in grado di trasmettere agli intermediari in forma documentale è in media molto più ridotta nel confronto con le imprese più grandi. Ciò può costituire un serio ostacolo alla valutazione del merito di credito e per questo influenzare la propensione a concedere finanziamenti o a rinegoziare quelli esistenti. Infine, le piccole imprese sono soggette a vincoli più stringenti nella raccolta di capitale di rischio e nel diversificare le fonti di finanziamento, anche tra una pluralità di intermediari. Le maggiori difficoltà che le piccole imprese incontrano sul mercato del credito sono state affrontate con una varietà di strumenti. Un ruolo importante è svolto dalle garanzie sui 7

finanziamenti, di natura sia pubblica sia consortile. Rispetto al resto del settore produttivo, tuttavia, per le imprese agricole è minore il valore delle garanzie prestate dai Confidi sui finanziamenti da parte di banche e società finanziarie. Sulla base di elaborazioni su dati della Centrale dei Rischi, a gennaio 2010 esso era pari all 1,9 per cento del totale dei prestiti concessi alle imprese agricole con meno di venti addetti. Per le imprese delle stesse dimensioni operanti negli altri settori di attività economica, questa quota era del, per cento. 5. La struttura finanziaria delle imprese agricole di maggiore dimensione Un analisi approfondita della struttura finanziaria delle imprese agricole è resa difficile dalla scarsità di dati aziendali sufficiente articolati. Alcune indicazioni si possono comunque trarre dai dati relativi alle imprese censite dalla Centrale dei Bilanci. Con riferimento al 2008, si tratta di un campione di circa 00 aziende di medio-grandi dimensioni che hanno contribuito alla formazione del valore aggiunto del settore per poco più del per cento. Le informazioni contabili confermano che le imprese agricole sono caratterizzate da valori superiori alla media del rapporto tra valore delle immobilizzazioni tecniche e numero degli addetti e quindi presentano un più elevato fabbisogno di risorse finanziarie. La composizione delle fonti di finanziamento tra debito e capitale di rischio è invece in linea con la media calcolata per le imprese di tutti i settori. Il debito appare, tuttavia, molto superiore alla media se rapportato al valore aggiunto (di oltre il 30 per cento). Ciò implica che, a parità di costo unitario dei finanziamenti, una quota relativamente maggiore del reddito generato dalle imprese agricole è destinata al servizio del debito: negli ultimi anni la differenza rispetto alle altre imprese è stata di circa 10 punti percentuali. Un elevata incidenza degli oneri finanziari riduce le risorse a disposizione dell impresa per investimenti e ne accresce la vulnerabilità a fronte di eventi avversi. In termini contabili, l elevato valore del rapporto tra debiti e valore aggiunto per le imprese agricole è una conseguenza del basso rapporto tra lo stesso valore aggiunto e il totale delle immobilizzazioni tecniche. Anche il rapporto tra il valore aggiunto e il numero degli addetti è più basso per le imprese agricole. Sono questi indizi di una bassa produttività dei fattori impiegati in questo comparto. In assenza di analisi più approfondite occorre tuttavia interpretare queste evidenze con cautela soprattutto in ragione dell ampia variabilità che caratterizza i processi produttivi del settore. 8

Grafici 9

TASSI DI CRESCITA SUI DODICI MESI DEI PRESTITI BANCARI 1 Imprese 12 10 8 2 0-2 - 1 Imprese piccole 12 10 8 2 0-2 1 Imprese medie e grandi 1 12 10 8 2 0-2 - - Fonte: Banca d Italia

TASSI DI INTERESSE A BREVE TERMINE 10 Imprese 9 8 7 5 11 2001 2002 2003 200 2005 200 200 2008 2009 Imprese piccole 10 9 8 7 Fonte: Banca d Italia 12

TASSI DI INTERESSE A MEDIO E A LUNGO TERMINE 7 Imprese 5 3 2 7 Imprese piccole 5 3 2 Fonte: Banca d Italia 13

TASSI DI INSOLVENZA 3,0 Imprese Altri settori 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 1999 Imprese piccole 3,0 Altri settori 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 1999 Imprese medie e grandi 3,0 Altri settori 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 1999 Fonte: Banca d Italia 1