Si fa presto a dire attività fisica Roma, Fulvio Sileo Endocrinologia Ospedale Papa Giovanni XXIII Bergamo
Indipendentemente dal BMI di un individuo, i da2 della le3eratura sono concordi nell evidenziare che i sogge; che svolgono a;vità fisica presentano aspe; importan2 di prevenzione delle mala;e cardiovascolari, del diabete, dell osteoporosi e della depressione e riduzione di mortalità, che non riguarda solo le cause metaboliche (diabete e sindrome metabolica), ma anche mala;e cardiovascolari e alcune mala;e neoplas2che (mammella e colon)
Cardiorespiratory Fitness and Adiposity as Mortality Predictors in Older Adults Topic: Prevention/Vascular. JAMA 2007;116:2507-2516.
Per i soggetti con BMI compreso tra 18,5 e 24, le morti per 1000 persone/anno furono 13,9; per un BMI compreso tra 25 e 29,9 furono 13,3, per un BMI compreso tra 30 e 34,9 furono 18,3 per un BMI > 35 furono 31,8.
nelle cinque fasce di fitness identificate dagli autori decessi furono rispettivamente 32,6 16,6 12,8 12,3 8,1
Queste evidenze fanno diventare la sedentarietà un vero e proprio fattore di rischio, direttamente responsabile di un alto numero di decessi, numericamente inferiori rispetto a chi è iperteso o fuma, ma del tutto simili al soggetto diabetico e superiori rispetto al soggetto obeso.
La sedentarieta è ormai identificata come il quarto fattore di rischio per mortalita, responsabile del 6% dei decessi a livello globale, dopo l ipertensione arteriosa (responsabile del 13%), l uso del tabacco (9%) e l iperglicemia (6%). Sovrappeso e obesita sono responsabili del 5% della mortalita globale. Oggi si stima che l inattivita fisica sia la causa principale di circa il 21-25% dei tumori della mammella e del colon, del 27% di casi di diabete e di circa il 30% dei casi di cardiopatia ischemica.
Nel 2008 sono state emesse nuove linee guida sull attività fisica, con l intento di migliorare la salute dei cittadini americani ed europei. Nelle linee guida americane è stata data maggiore importanza alla prescrizione di una minima quantità di attività fisica, che dovrebbe essere svolta per le diverse fasce di popolazione, mentre le linee guida europee integrano i consigli sulla durata e i tipi di attività con raccomandazioni per azioni politiche sia nazionali che comunitarie.
Attività fisica: comprende tutti i movimenti del corpo che comportano un dispendio energetico, comprese le attività quotidiane, come le faccende domestiche, le spese, il lavoro. Esercizio fisico: comprende i movimenti ripetitivi, programmati e strutturati, specificamente destinati al miglioramento della forma fisica e della salute. Sport: attività fisica che comporta situazioni competitive, strutturate e sottoposte a regole.
Esercizio aerobico: movimenti ritmici, ripetuti degli stessi grandi gruppi muscolari per almeno 10 minuti. Esercizio contro resistenza: attività che utilizzano la forza muscolare per muovere un peso o lavorare contro resistenza.
La forma fisica cardiorespiratoria (cardiorespiratory fitness, CRF) è definita come la capacità dei sistemi circolatorio, respiratorio e muscolare di rifornire ossigeno durante attivita fisica sostenuta. Normalmente la CRF viene espressa in massima captazione di ossigeno (VO2 max) o MET (equivalenti metabolici, 1 MET= 3,5 ml/kg- 1 min-1 di O2), valutati mediante un test da sforzo massimale su treadmill o cicloergometro
Il MET rappresenta un'unità di misura dell'intensità di un lavoro. Ciascun MET corrisponde all'impiego di 1kcal per ciascun Kg di peso corporeo, per ciascuna ora di attività. Vale a dire che, conoscendo i MET tipici di una disciplina, sarà possibile determinare il consumo energetico richiesto in un'ora di pratica MET x Kg x h = 8 x 70 x 1 = 560 Kcal
Camminare a ritmo lento in pianura 2 Camminare a ritmo veloce in pianura 4 Camminare a ritmo veloce in salita 6 Correre a ritmo lento (jogging) 7 Correre a ritmo veloce (running) 14 Salire le scale di corsa 15 Andare in bicicletta in pianura 4 Ciclismo in pianura, veloce 10 Danza, aerobica 6 Nuotare a ritmo lento 4 Nuotare a ritmo veloce a stile libero 10 Attività di palestra con pesi e macchine 8 Sciare 6 Praticare escursionismo 6 Giocare a tennis 7
A favore della CRF quale importante fattore di rischio di mortalita ci sono due studi prospettici in cui è stato esaminato l effetto della modi;ica nel tempo della CRF sulla mortalita da tutte le cause. Entrambi gli studi, eseguiti in soggetti di sesso maschile, dimostrano che il miglioramento o il peggioramento della CRF durante un follow- up medio di 5/ 19 o 7 /20 anni si associano ad una riduzione o a un aumento del rischio di morte da tutte le cause.
Questi dati indicano l importanza di valutare lo stato di forma ;isica cardiorespiratoria dei pazienti a rischio cardiovascolare e di migliorare la loro CRF mediante programmi di allenamento.
L analisi dose risposta pubblicata nella meta- analisi di Kodama et al., che includeva 33 studi con un totale di 102980 partecipanti, dimostra L incremento di un solo MET della CRF si associa al 13% di riduzione della mortalita da tutte le cause e al 15% del rischio di eventi cardiovascolari
Sono stati definiti i valori di CRF che sono associati ad un alto rischio di eventi cardiovascolari Roma,
Una bassa CRF che conferisce un alto rischio di eventi cardiovascolari per la fascia di eta di 40 anni è pari a 9 MET per gli uomini e 7 MET per le donne, a 50 anni è pari a 8 e 6 MET a 60 anni a 7 e 5 MET
Camminare a ritmo lento in pianura 2 Camminare a ritmo veloce in pianura 4 Camminare a ritmo veloce in salita 6 Correre a ritmo lento (jogging) 7 Correre a ritmo veloce (running) 14 Salire le scale di corsa 15 Andare in bicicletta in pianura 4 Ciclismo in pianura, veloce 10 Danza, aerobica 6 Nuotare a ritmo lento 4 Nuotare a ritmo veloce a stile libero 10 Attività di palestra con pesi e macchine 8 Sciare 6 Praticare escursionismo 6 Giocare a tennis 7
Occorre pertanto che un individuo mantenga o raggiunga un livello di CRF di protezione ed è stato dimostrato che un programma di attività fisica aerobica applicato a soggetti sedentari può far incrementare la CRF da 1 a 3 MET in soli 3 6 mesi
Roma,
Le raccomandazioni sono piuttosto concordi e si possono pertanto riassumere le varie conclusioni, raccomandando ad una persona adulta di svolgere almeno 150 minuti a settimana di attività fisica aerobica di intensità moderata, oppure almeno 75 minuti di attività fisica aerobica di intensità vigorosa. Si possono ovviamente pensare tipi di attività con combinazione fra i livelli di intensità che risultino equivalenti.
L attività aerobica deve essere svolta in periodi della durata di almeno 10 minuti. Per ulteriori benefici sulla salute, una persona adulta può aumentare l attività fisica aerobica di intensità moderata a 300 minuti a settimana, oppure 150 minuti di attività fisica aerobica di intensità vigorosa o una combinazione equivalente.
Per quanto riguarda l efficacia dell attività contro resistenza, esistono evidenze limitate nel perdere la massa grassa e mantenere la massa magra durante una dieta ipocalorica. Esistono, tuttavia, evidenze sulla capacità di modificare favorevolmente alcuni fattori di rischio cardiovascolare (colesterolo HDL, colesterolo LDL, insulinemia, pressione arteriosa, HbA1c nel soggetto diabetico) se abbinata all attività fisica aerobica.
L indicazione è, pertanto, che dovrebbero essere intraprese attività di forza, che coinvolgono i principali gruppi muscolari, per almeno due giorni a settimana.
Si può ipotizzare che per prevenire l incremento ponderale occorre praticare da 150 a 250 minuti di attività fisica di moderata intensità, tale da portare ad un dispendio energetico di 1200-2000 Kcal alla settimana. Questo corrisponde a circa 18 30 Km di cammino alla settimana.
Si ricorda l importanza di una valutazione globale dello stato di salute di un individuo, prendendo in considerazione i vari organi ed apparati, prima di iniziare un programma che deve essere il più possibile personalizzato. Anche con la finalità preventiva, si ricorda l importanza di inserire anche le attività di forza.
Le linee guida sul trattamento dell obesità ci dicono che occorre arrivare a un deficit energetico giornaliero di 500 1000 Kcal, per poter arrivare ad un obiettivo di una riduzione del peso corporeo di 0.5 1 Kg alla settimana. Pensare di ottenere tale deficit con la sola attività fisica è puramente utopistico, se consideriamo la maggior parte degli individui: diventa fattibile solo per persone molto motivate, che sono già abituate sia fisicamente che psicologicamente a carichi di lavoro non banali
In effetti solo una minoranza degli studi che hanno analizzato l impatto della sola attività fisica nell ottenere un significativo calo ponderale ha potuto dimostrare di avere raggiunto l obiettivo, potendo pure stabilire quale carico di lavoro occorra per ottenere una significativa riduzione del peso corporeo.
Meno di 150 minuti di attività fisica alla settimana non hanno portato a significativi cali ponderali, mentre per avere un calo significativo (dell ordine di 6 8 Kg in 3 mesi) occorre realizzare un deficit energetico di almeno 500 700 kcal/ die: situazione che solo pochi individui riescono a concretizzare
Se i dati della letteratura sono concordi nell evidenziare che il solo esercizio fisico ottiene minimi risultati sulla perdita del peso, per quanto riguarda il mantenimento del peso raggiunto dopo calo ponderale le evidenze sono chiare del definire un ruolo fondamentale all attività fisica.
La maggior parte degli studi evidenzia che vi è un rapporto dose-risposta fra durata/intensità dell attività fisica e calo ponderale e che si può cominciare a vedere risultati statisticamente significativi in termine di calo ponderale con almeno 225 minuti alla settimana di attività fisica, fino ad un massimo di 420 minuti. I risultati in assoluto migliori si ottengono associando interventi addizionali: in primo luogo la restrizione calorica, ma anche la terapia farmacologica o la terapia comportamentale
Sembra necessario un buon livello di dispendio calorico per evitare un recupero del peso perso: secondo alcuni autori 12 Kcal/Kg/die, mentre il National Weight Control Registry propone un livello ancora maggiore. In pratica, mentre tutti gli studi dimostrano che più si pratica attività fisica meno si tende a recuperare il peso perso, non è stato da tutti codificato il tempo e il livello di intensità necessari per raggiungere lo scopo
C è chi propone un impegno minimo di 30 /die per la maggior parte dei giorni, mentre è molto più probabile che si debba arrivare a 200 300 minuti settimanali. In ogni caso sembra valere il principio (se vogliamo banale, ma dimostrato) che più ci si mantiene attivi meglio è, senza scendere al di sotto di 200 minuti alla settimana di moderata attività fisica o 350 400 minuti di cammino
Roma,