L IMPATTO DELLA CRISI SULL INDUSTRIA ALIMENTARE un analisi delle performance e del sentiment delle imprese Parma, 7 maggio 2012
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IL CONTESTO: L ITALIA vs MONDO Pil (var.% su trimestre precedente) Nel 2011 l Italia frena bruscamente: nel IV trim -0,7%! Spesa per consumi finali (var.% su trimestre precedente) L Italia ha una tendenza opposta anche x la spesa
IL VALORE AGGIUNTO: AGRICOLTURA E INDUSTRIA ALIMENTARE VA agricoltura (2005=100) Pil, VA agricoltura, industria alimentare (2005=100) VA industria alimentare (2005=100)
L EXPORT DELL INDUSTRIA ALIMENTARE Nel 2011 l export raggiunge 23 miliardi di, crescendo del 10% su base annua. Continua a cambiare la geografia degli scambi. Export industria alimentare (2011 - valore) Cina: crescita del 26% nel 2011 (quota: 0,9%)
IL MERCATO DEGLI INPUT Petrolio e prodotti agricoli in crescita DELL INDUSTRIA petrolio: crescita del 30% nel 2011 materie prime agricole: indice Fao: +23% nel 2011 (mondo) indice Ismea: +14% nel 2011 (Italia)
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IL SENTIMENT DELLE IMPRESE: IL CLIMA DI FIDUCIA Dal IV trimestre 2011 le imprese avvertono la crisi Il «sali-scendi» della crisi economica mette a dura prova la fiducia degli operatori dell industria alimentare che, dopo una ripresa nel 2010, ritorna in terreno negativo. Il lieve miglioramento del I trim. 2012 è trainato dalle sole attese. Il clima di fiducia - panel ISMEA sali-scendi: la flessione delle attese del IV tr.2011 si concretizza in una forte frenata degli ordini nel I tr.2012 +16 clima pesante: gli ordini sono sotto la «normalità» per tutto il 2011 ma solo alla fine dell anno le attese sono negative -23
IL SENTIMENT DELLE IMPRESE PER MACRO AREA Il clima di area, nel medio periodo, segue la specializzazione: Nord-Ovest, migliore grazie a formaggi, salumi, vino e dolciaria; Nord-Est, in media fino al 2 trim 2011 grazie a pasta, vino, salumi, ortofrutta; Centro-Sud, tenuto in basso dalla scarsa fiducia di alcuni settori (p.e. olio) Il clima di fiducia - panel ISMEA: I trimestre 2012 Nord-Ovest: la crisi è avvertita prima che altrove ma il clima risulta poi migliore
LE ATTESE PER IL 2012 Panel industria ISMEA: rilevazione marzo 2012 1 Il piano di produzione 2012 3 imprese su 4 manterranno invariato il proprio piano di produzione 2 Propensione all innovazione per il 2012 Innovazione di Innovazione prodotto di processo 3 Previsioni sul livello di manodopera 2012 24,4% 19,8% 34,7% Manodopera in flessione per il 16% delle imprese, indipendentemente dal piano di produzione Innovazione di prodotto e di processo Il 40 % delle imprese realizzerà investimenti di processo/prodotto
IL «CREDIT CRUNCH» Panel industria ISMEA: rilevazione marzo 2012 1 Delle oltre 1.200 imprese intervistate il 69% dichiara di ricorrere a finanziamenti esterni. 2 Di queste, a dicembre 2011 il 67% ha deciso di non presentare a breve una nuova richiesta di finanziamento. 3 Problemi di liquidità cause insolvenza creditori (65%) fussi di cassa (16%) crediti fiscali n/riscossi (13%) 4 Le imprese «avvertono» maggiori difficoltà di accesso al credito bancario per: gravose garanzie richieste (66%); elevati tassi d interesse (57%); tempi lunghi di erogazione (20%); 5 Impatto percepito: chiusura imprese (69%); ridimensionamento attività (44%); meno innovazione (11%);
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L IMPATTO DELLA CRISI SULLE PERFORMANCE DELLE IMPRESE La prima fase della crisi: 2008-2010 Nel 2009, a fronte di una lieve riduzione del ritmo di crescita degli investimenti, si è osservata una contrazione del fatturato, determinando una riduzione di efficienza; il gap accumulato nella fase più acuta della crisi, non è stato riassorbito nel corso del 2010 (consolidamento della perdita di efficienza); indebolimento «trasversale» per tutte le imprese. Capitale investito e fatturato (2006=100) Indice di rotazione del capitale investito* * rapporto tra fatturato e capitale investito
POSIZIONAMENTO IN TERMINI DI EFFICIENZA E REDDITIVITÀ Un confronto tra il 2006 ed il 2010 2006 «polarizzazione»: tra imprese con performance medio elevate e quelle con basse performance 2010
L IMPATTO DELLA CRISI SULLA GESTIONE FINANZIARIA/1 la stretta creditizia ha determinato per le imprese una maggiore difficoltà nell acquisire fonti di finanziamento esterne (crescita del capitale proprio); le fonti di finanziamento di terzi a breve hanno evidenziato una flessione nel 2009 dovuta anche alla contrazione dell attività economica (fornitori, materie prime). Capitale proprio e fonti di terzi (2006=100) Il rapporto di indebitamento Maggiore solidità: sostenibile nel lungo periodo?
L IMPATTO DELLA CRISI SULLA GESTIONE FINANZIARIA/2 dal 2009, nella fase più acuta della crisi, la manovra espansiva delle banche centrali ha favorito una riduzione del costo del finanziamento esterno; i tassi di mercato, cresciuti nel 2007-2008, hanno subito una forte riduzione nel 2009, determinando un effetto positivo sul costo medio del finanziamento. Il Roi ed il costo medio del capitale di terzi Il rapporto di indebitamento Indebitamento: la contrazione ha favorito una tenuta dei margini sino al 2010
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DINAMICA ATTESA DEL FATTURATO E Un ipotesi per l anno in corso DEL CAPITALE INVESTITO Contesto macro: Contrazione della domanda nazionale Calo della fiducia degli operatori Contesto micro: Riduzione del fatturato delle imprese Peggioramento indice di rotazione Capitale investito e fatturato (2006=100) Indice di rotazione del capitale investito* * rapporto tra fatturato e capitale investito
POSIZIONAMENTO ATTESO IN TERMINI DI EFFICIENZA E REDDITIVITÀ Un ipotesi per l anno in corso Gli effetti dello «scenario 2012» sul bilancio delle imprese dell industria alimentare potrebbero essere riassunti in: scivolamento verso il basso del rapporto fatturato/capitale investito; arretramento della redditività; Maggiore per le imprese piccole e del Sud, ma anche per quelle medie e del Centro. Attivo totale e fatturato
DINAMICA ATTESA DEL CAPITALE E Un ipotesi per l anno in corso DEL COSTO RELATIVO Le difficoltà della gestione finanziaria renderanno più critico il quadro, a causa della: crescita dei tassi di interesse; mancanza di liquidità del sistema creditizio; In sostanza nel 2012 viene meno l effetto «mitigante» della riduzione dei tassi. Capitale proprio e delle fonti di terzi (2006=100) Costo medio del capitale di terzi* * calcolato rapportando gli oneri finanziari a tutte le fonti di finanziamento esterne (debiti verso banche, fornitori, ecc.. a breve/lungo, tfr,fondi per rischi e oneri)
GRAZIE PER LA VOSTRA ATTENZIONE Arturo Semerari Presidente Ismea